di Anna Guerrieri
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Come associazione di famiglie siamo trepidamente in attesa di veder pubblicare le LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI scritte assieme al MIUR (Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione) e ai tecnici convocati appositamente al fine di evidenziare scientificamente i contenuti essenziali ad una buona gestione del percorso scolastico dei bambini adottati (un grande grazie senz’altro va alla dott.ssa Livia Botta, al dott. Marco Chistolini e alla dott.ssa Cinzia Fabrocini). Il percorso tecnico del documento è certamente completato, avendo passato tutti i vagli ministeriali richiesti, e si tratta solo di vedere ultimati gli ultimi passaggi inter-istituzionali che tali documentazioni sovente richiedono. Nell’attesa riteniamo utile ripercorrere alcune tappe che permettano di comprendere come si è arrivati alla stesura di questo documento e indicarne in linea generale i principali contenuti. Il punto di partenza è certamente stato il confronto tra Genitori si diventa Onlus e l’USP di Milano che ha portato ad una prima richiesta di incontro con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Tale richiesta ha fatto si che il 18 Aprile 2011 il Direttore Generale del Dipartimento per l’Istruzione del MIUR - Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione – firmasse il decreto di nascita del gruppo di lavoro per lo studio delle problematiche riguardanti l’inserimento scolastico dei minori adottati e in condizione di affidamento tempora-
neo etero famigliare. L’attività del gruppo venne esplicitamente finalizzata alla redazione di norme e/o direttive nazionali attinenti alle più adeguate modalità di accoglienza scolastica di tale tipologia di allievi.Tale gruppo includeva il Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete (CARE), di cui Genitori si diventa faceva parte e che aveva contribuito a fondare. La prima azione di questo gruppo fu la pubblicazione dalla Nota 3484 dell’11 Giugno 2012, inviata a tutti gli Uffici Scolastici Regionali e avente per oggetto la rilevazione e studio delle problematiche educative connesse all’inserimento scolastico dei minori adottati. Il Gruppo di lavoro nazionale intese così acquisire ogni utile informazione riguardante le buone prassi già attuate nelle scuola. Il 26 Marzo 2013 venne infine firmato il Protocollo d’Intesa fra il MIUR e CARE grazie al quale venne delineata una modalità di lavoro strutturata e si cominciò ad affrontare la soluzione dei casi concreti portati dalle famiglie. Il 13 Giugno 2013 venne costituito l’apposito gruppo di lavoro previsto dal Protocollo MIUR CARE che così entrò nella sua fase di operatività con l’intento di redigere finalmente Linee di Indirizzo nazionali. E’ proprio grazie al lavoro di questo gruppo che nel Febbraio 2014 uscì la Nota sulla flessibilità d’ingresso n. 547 del 21 Febbraio 2014. E’ stato questo il gruppo che, entro l’inizio dell’estate 2014, ha portato a compimento la stesura delle LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI grazie all’ausilio dei tecnici convocati. Sono queste le Linee di Indirizzo che Ministro Giannini si è impegnato alla firma in una riunione pubblica avvenuta il 13 Ottobre 2014 all’interno di una riunione Fonags de-
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dicata a La Buona Scuola. Rimandiamo al sito del CARE, www. coordinamentocare.org, per tutta la documentazione. Tanti sono i temi emersi nella lavorazione delle Linee di Indirizzo a partire da ciò che riguarda la scuola Primaria per arrivare alle scuole Secondarie di primo e secondo grado proponendo prassi concrete per affrontare tante criticità sovente incontrate dalle famiglie. In attesa di veder pubblicato il documento possiamo enucleare alcuni concetti. Per quel che riguarda l’adozione internazionale, particolare enfasi è posta nella buona gestione delle fasi di primo ingresso ed accoglienza utilizzando gli strumenti approntati dal MIUR, su istanza delle associazioni familiari, allo scopo di garantire una giusta flessibilità per bambini arrivati da poco o in corso d’anno. In particolare ci si è basati sulla nota MIUR Prot. N. 547 del 21/2/2014 – Deroga all’obbligo scolastico di alunni adottati – che invita i Dirigenti Scolastici, “qualora si trovino in presenza di situazioni riguardanti alunni che necessitano di una speciale attenzione, a porre in essere gli strumenti e le più idonee strategie affinché esaminino i singoli casi con sensibilità e accuratezza, confrontandosi, laddove necessario, anche con specifiche professionalità di settore e con supporto dei Servizi Territoriali, predisponendo percorsi individualizzati e personalizzati. Solo a conclusione dell’iter sopra descritto, inerente casi eccezionali e debitamente documentati, e sempre in accordo con la famiglia, il Dirigente Scolastico – sentito il Team dei docenti – potrà assumere la decisione, in coerenza con quanto previsto con l’articolo 114, comma 5, del d.lgs n. 297/1994, di far permanere l’alunno nella scuola dell’infanzia per il tempo strettamente necessario all’acquisizione dei pre-requisiti per la
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scuola primaria, e comunque non superiore ad un anno scolastico, anche attraverso un’attenta e personalizzata progettazione educativa”. Per quel che riguarda l’adozione nazionale è stata ad esempio analizzata una strategia di gestione dei dati sensibili dei minori nelle fasi in cui il processo di adozione non è ancora concluso (fase del così detto affidamento a Rischio Giuridico) quando il bambino mantiene ancora i dati anagrafici originari ma risulta allo stesso tempo presso il domicilio degli adottanti, ed una non attenta gestione dei dati anagrafici nelle fasi dell’iscrizione e dell’approntamento delle documentazione scolastica potrebbe porre un reale rischio di tracciabilità del minore stesso e della famiglia a cui è stato assegnato. Concetto centrale a tutto il documento è quello della valorizzazione del dialogo scuola-famiglia e di tutto il lavoro di rete a sostegno dei bambini curando i rapporti tra famiglia, scuola, servizi pubblici e privati. Una buona prassi suggerita (già attuata in molti territori) è quella di identificare insegnanti di riferimento che siano punti di riferimento per i genitori ma che siano soprattutto in grado di affiancare i Dirigenti nei primi colloqui con le famiglie, formati a sapere quali siano i dati importanti da raccogliere e come aiutare nelle fasi di primo ingresso, come anche in grado di sostenere i colleghi, quando necessario, nel comprendere le specificità degli alunni adottati. Non ci resta che aspettare che tale documento venga firmato e inneschi una nuova fase del rapporto tra scuole e famiglie adottive.