La fabbrica di cioccolato

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leggendo Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

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Leggere, fare e raccontare Le mille possibilità di stare (bene) nella biblioteca di BarchettaBlu Uno dei più famosi libri di Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, ruota attorno a una conosciutissima ditta produttrice di cioccolato. All’interno delle confezioni di dolcetti, veniva inserita una scheda per votare il preferito. I dolci favoriti venivano poi immessi nel mercato. Il protagonista della storia è il giovane Charlie che vive in una piccola casa di legno insieme ai suoi genitori e ai suoi quattro nonni. Le condizioni economiche della famiglia non sono troppo buone e quindi Charlie e il resto della famiglia si nutrono prevalentemente di cavoli. Già da subito si nota una

forte contrapposizione tra il profumo di cioccolato della ricca fabbrica Wonka e l’odorante zuppa di cavoli della casetta del ragazzo protagonista. Un giorno il proprietario della fabbrica indice un concorso: in cinque delle sue tavolette di cioccolato sono stati inseriti altrettanti biglietti d’oro; chi li troverà potrà trascorrere una intera giornata nella fabbrica di cioccolato, ammirare tutte le sue meraviglie e vincere un premio a sorpresa, una provvista di dolciumi sufficiente per il resto della sua vita. Per il suo compleanno Charlie riceve in regalo una tavoletta di cioccolato Wonka e trova un biglietto d’oro. Così può visitare la fabbrica di cioccolato; insieme a lui ci sono altri quattro bambini e i loro accompagnatori. Attraverso l’avventuroso viaggio, vengo-

no descritti vizi e manie dei suoi compagni e alla fine Charlie, abituato dalla povertà ad accontentarsi anche di poche cose, viene nominato nuovo proprietario della ditta Wonka. In biblioteca i venerdì pomeriggio abbiamo letto a puntate questa originale storia e abbiamo preparato ogni volta una cioccolata calda per tutti i bambini partecipanti. Inoltre abbiamo creato con il cacao una miscela cremosa e poi abbiamo colorato grandi fogli utilizzando pennelli e pennelloni ma anche spugne e tappi. Per preparare i colori alimentari è necessario mescolare un po’ di acqua e la polvere di cacao, caffè, zafferano o curry. Si può lavorare l’acqua anche con puree vegetali ottenute lessando e frullando rape, carote o spinaci. Queste


preparazioni possono essere utilizzate anche da bambini molto piccoli in sostituzione dei colori a dita. Sperimentare con frutta e verdura è un’attività adatta sia a bambini che a ragazzi. Nel libro Esperimenti con frutta, verdura e altre delizie la cucina viene considerata un vero e proprio laboratorio scientifico e le attività proposte sono sorprendenti e facili da realizzare. Anche a scuola si può giocare ad accendere una specie di lampadina con i limoni, a estrarre la clorofilla dagli spinaci, a trasformare un’arachide in una candelina. In questo libro viene dosata con intelligenza la voglia di osservare, manipolare e conoscere con alcune semplici nozioni di educazione alimentare. Agli occhi di un bam-

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bino la cucina è un luogo magico pieno di alchimie, ma anche una speciale scuola dove mettere in atto alcune conoscenze teoriche. In cucina i bambini più grandi possono infatti mettere in pratica semplici rudimenti di matematica o regole scientifiche, calcolando dosi e misure e sperimentando relazioni di causa ed effetto. La cucina è anche una scuola di regole dove è importante fare attenzione, conoscere i pericoli come il gas, il fuoco e i coltelli taglienti; ma conoscere i rischi significa anche imparare a gestirli e ciò può servire nella vita di tutti i giorni. Non dobbiamo neanche dimenticare che nella maggior parte dei casi il gusto dei bambini deriva anche dalla osservazione della reazione di chi sta loro intorno. In ogni caso, che la reazione sia positiva o negativa, loro ne saranno condizionati. Infatti anche per noi adulti, la maggior parte dei nostri gusti non è innata ma deriva dal contesto storico, sociale e culturale in cui viviamo. Poche specie animali sono così adattabili come l’uomo. Quando un bambino rifiuta un cibo, spesso non dipende propriamente dal gusto di quella pietanza. A volte un bambino teme le

novità e cerca nel cibo una rassicurazione con ciò che già conosce. Altre volte può essere infastidito dal colore, dalla temperatura, dalla consistenza dell’alimento. Spesso il rifiuto è anche la conseguenza di un clima di tensione, creato magari proprio da un adulto. Per aiutare i bambini non dobbiamo entrare in cucina con fretta e tensione. Per prendere confidenza con il cibo è necessario usare la convivialità. Proprio cucinando insieme e facendo con loro, i bambini imparano a conoscere il cibo e a non essere diffidenti. Importante è cercare di lasciare da parte i giudizi come buono e cattivo, bello e brutto, mi piace e non mi piace e soffermarsi sulle sensazioni fisiche ed emotive che un assaggio può regalare. Possiamo chiedere se una pietanza è calda o fredda, croccante o morbida, dolce evocatrice di un bel ricordo o amara come un incubo. Quando si sta in cucina con un bambino non si può essere nervosi e affrettati. Se c’è poco tempo o poca voglia è meglio fare da soli o dedicarsi a una preparazione molto semplice. In ogni caso non ci si deve arrabbiare se viene rovesciato qualcosa, se cade un me-

stolo o si rompe un piatto: sono rischi del mestiere. Infine non si può forzare un bambino a cucinare e neanche forzarsi a farlo con lui. Per stare bene insieme è insomma indispensabile la voglia di adulto e bambino di mettere le mani in pasta, pronti a mettersi in gioco. Si può iniziare da piccolissimi, anche con bambini di solo un anno, creando per esempio una pasta modellabile da manipolare. La pasta di sale si può fare con 1 tazza di sale fino, 2 tazze di farina bianca e ¾ di tazza di acqua. Gli ingredienti vanno mescolati insieme con un mestolo di legno e poi con le mani. Si possono creare forme e piccole statue astratte e farle asciugare vicino a un termosifone. Prima dell’asciugatura la pasta può essere colorata con un colore alimentare. Tra pentole e cucchiai si creano atmosfere speciali dove c’è spazio per confidarsi, raccontarsi e ascoltare storie e racconti veri e di fantasia. In modo esemplare nel libro La bambina che contava le formiche vengono combinati racconti e ricordi con ricette e consigli culinari. Si racconta di spensierate giornate in cui una


Bibliografia La fabbrica di cioccolato. Roald Dahl, Salani, 2005 Esperimenti con frutta, verdura e altre delizie. C. Bianchi, A Bugini, L. Monaco, M. Pompilli, Editoriale Scienza, 2012 Il piccolo Bruco Maisazio. E. Carle, Mondadori, 2005 In cucina con i nostri bambini. F. Buglioni, M. Gallorini, Franco Angeli, 2004 In cucina con mamma e papà. F. Buglioni, San Paolo, 2009 Scienza e cucina. A. Douglas Scotti, La Biblioteca Junior, 2009 Giochiamo in cucina. P. Bollo, Salani, 2011 Questo l’ha fatto il mio bimbo. Ricette e racconti di stagione per i piccoli cuochi. D. Maniscalco, C. Benedetti, Guide sapori, 2012 Fiabe in cucina. G. Clima, R. Bolaffio, La coccinella, 2009 La bambina che contava le formiche. G. Ganugi, Mursia Editore, 2012

solitaria bambina trascorre le ore a contare le formiche nell’orto della nonna. Gli odori di salvia dell’orto si mescolano con i profumi della cucina e accompagnano la crescita trasmettendo una grande passione per i sapori, gli aromi e le ricette. I ricordi dell’infanzia e della giovinezza si confondono con i sapori del pollo ai peperoni, della parmigiana di melanzane, della torta bavarese. In biblioteca abbiamo così deciso di leggere una parte della storia e poi assaggiare un fetta di torta alle mele caramellate. In cucina è

possibile ascoltare alcune pagine e poi preparare la peperonata al forno per cena. Nel libro i racconti di famiglia sono accompagnati e mescolati alle ricette della nonna. Il tritatutto e l’impastatrice, così come pomodorini, pinoli e uvetta, rendono la cucina una protagonista nella vita della bambina. Alla fine la scrittrice ci suggerisce che secondo lei solo attraverso la cucina la vita può essere divertente e gustosa. Il libro è un viaggio fra i delicati odori della cucina e tra gli aspri sapori di una vita trascorsa fra difficoltà e problemi; un ricettario

ma anche un diario di riflessioni e meditazioni per imparare a dosare gli ingredienti sia in cucina che nella vita. La strada dell’educazione alimentare dei bambini è lunga e complessa; è fatta di ricette, di errori, di esperimenti riusciti e falliti, di riflessioni e di assaggi. Sicuramente stare in cucina e leggere storie e leggende che parlano di cibo e dei piatti preparati aiuta adulti e bambini a considerare il cibo come una ricchezza piena di sorprese.


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