La rabbia! Meglio fuori che dentro

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Marina Zulian esperta nella ideazione, progettazione e gestione di servizi per l’infanzia, per le famiglie, per le scuole. Responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu. Consulente in progetti di lettura e di psicomotricità. Mamma di Tommaso e Giuliano

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Le crisi di collera sono un modo impulsivo attraverso il quale i bambini, e spesso anche gli adulti, esprimono la propria rabbia. È normale che i bambini abbiano a volte momenti di rabbia, ma è importante che i genitori li aiutino a esprimere il proprio disagio in modalità meno aggressive. Inoltre, poiché la rabbia si manifesta quasi sempre insieme a sentimenti di sfiducia e di bassa autostima e non permette ai bambini di accettarsi per come sono, gli adulti devono avere un ruolo prima di tutto di attenzione e di ascolto. Sono molte le situazioni che stanno all’origine di sentimenti di rabbia; se queste non vengono elaborate provocano sofferenza da un lato e aggressività o autoisolamento dall’altro. Ma i bambini non sono in grado di esprimere ciò che

sentono attraverso il linguaggio e quindi hanno bisogno di aiuto per trovare modalità di comunicazione diversificate. Sperimentando frequentemente frustrazioni e delusioni, dovute alla discrepanza tra ciò che vorrebbero fare e ciò che effettivamente riescono a fare, i bambini sono spesso irritabili e aggressivi con gli altri o con se stessi. Quindi non possiamo pretendere che i bambini riescano da subito e autonomamente a gestire la propria rabbia: se possibile è necessario dare loro l’opportunità di sfogarsi e quando poi si sono calmati, è importante parlare con loro di ciò che provano quando sono arrabbiati. Quando i bambini non riescono a descrivere con le parole le loro sensazioni, si possono chiamare in aiuto alcuni libri che suggerisco-

no immagini per ciò che si prova. Ancora una volta gli albi illustrati rappresentano uno strumento funzionale ed efficace. Raccontando una storia e facendo vedere delle immagini, i genitori entrano in contatto con i propri figli e scoprono un potente strumento di comunicazione che può suggerire loro le parole giuste al momento giusto. Infatti, quando un bambino è arrabbiato e perde totalmente il controllo, gli adulti possono solo accogliere le sue esternazioni; in quel momento non ci sono parole che riescono a calmarlo, solo successivamente si può riparlare con tranquillità. Naturalmente ciò mette a dura prova genitori e insegnanti che cercano di gestire in qualche modo la rabbia dei bambini.


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Piano, piano adulti e bambini devono diventare consapevoli di come più la rabbia viene repressa, incastrata dentro e inespressa, più aumenta la forza con cui vuole uscire. Spesso la rabbia repressa può venir fuori in momenti non collegati direttamente alla situazione reale in cui ci si trova e può venir scaricata su persone che non c’entrano per niente. La rabbia repressa prima o poi vuole uscire come succede in Che rabbia! dove la rabbia esce da un piccolo bambino e si materializza in una cosa grande e rossa. «Sali in camera tua!», dice papà, «e scendi solo quando ti sei calmato!». «Non ci penso neanche!», risponde Roberto. E lassù, nella sua camera, Roberto sente una Cosa terribile

che sale, sale, sale, fino a quando...

RRRRRHAAAAA esce fuori all’improvviso. Quante volte abbiamo sentito queste frasi pronunciate dal papà e dal figlio Roberto all’inizio del libro! Dopo una bruttissima giornata, Roberto entra in casa e il suo papà gli chiede di togliersi le scarpe sporche e gli impone gli spinaci per cena. Roberto risponde senza controllo con la frase preconfezionata che spesso usano i bambini quando sono adirati e viene mandato nella sua camera finché non si sarà calmato. Roberto si arrabbia così tanto che la rabbia esce dal suo corpo prendendo le sembianze di un mostro rosso.

Questo essere grande e 27 grosso scaraventa in pochi istanti libri, giochi e rompe tutto ciò che trova in camera. All’inizio il bambino è contento, ma poi si accorge che il mostro sta rompendo tutti i suoi giocattoli e cerca di fermarlo: il mostro gli ha fatto capire che quello non è il modo migliore per esprimere la sua grande rabbia. In un primo momento Roberto è spaventato e sorpreso ma poi vuole ripren-


dere il controllo della situazione e, man mano che la rabbia si ridimensiona, anche la cosa rossa si rimpicciolisce al punto da poter essere riposta in una piccola scatola. È una storia ben illustrata che colpisce molto i bambini che hanno vissuto la situazione e vedono perfettamente rappresentata la loro rabbia con la grande macchia rossa. Non dobbiamo infatti dimenticarci che riconoscere 28 un’emozione è il primo passo per imparare a gestirla. Della casa editrice Zoolibri, il libro Piccolo drago è un’altra storia che racconta di una crisi di rabbia in tutte le sue fasi. Quando la mamma pronuncia l’ennesimo no! il piccolo protagonista si

arrabbia sempre di più e si trasforma in un drago che non riconosce e non sente più nessuno: amici, mamma e papà sembrano parlare un’altra lingua e quindi ogni comunicazione si interrompe. Alla fine la rabbia si spegne con le lacrime e il piccolo non ricorda neanche più il motivo di tanta agitazione. Leggendo questo libro con i bambini si può aiutarli a capire che arrabbiarsi non significa essere cattivi. Con una fantastica e al tempo stesso terribile metafora il bimbo si sente come imprigionato in una pietra e poi come un drago che distrugge tutto. Mamma ripete per l’ennesima volta: «No è no!». E io metto il broncio. Quando tengo il broncio incrocio strette strette le braccia, faccio finta di non sentire niente e mi rifiuto di parlare. Non voglio nemmeno sentire le mani della mamma, anche se mi accarezzano teneramente le guance. Mamma dice che così sembro una pietra. Resto imprigionato dentro quella pietra. Non riesco a smettere di fare il broncio... Quando sono arrabbiato divento un drago gigante

che distrugge tutto sul suo cammino. L’uso di questi libri è efficace solo se vi è un approccio giocoso della lettura e una successiva rievocazione a distanza di tempo delle parti più significative della storia; per esempio, dopo aver letto il libro, si può chiedere: «Di che colore diventa Roberto quando è arrabbiato?». «Che faccia fa il bimbo di piccolo drago quando mette il broncio?». La rabbia repressa tiene il bambino ingabbiato in una specie di corazza. Se il bambino non ha mai provato l’esperienza di essere ascoltato, di poter entrare in empatia con un adulto, dentro la sua corazza, dentro la sua scatola delle emozioni si forma una grande confusione e una specie di rumore assordante.

Che faccia fa il bimbo di piccolo drago quando mette il broncio?


Ascoltando e parlando con i nostri figli e con i bambini in generale, diamo loro la possibilità di vivere il presente. In Emozioni per giocare ci sono tante filastrocche illustrate proprio per giocare con le emozioni: rabbia, paura, gelosia, agitazione, amore e timore. In questo modo i bambini possono dare uno sguardo sereno e divertito alle sensazioni che iniziano a sentire dentro di loro. Anche qui la piccola Camilla quando è arrabbiata si trasforma in un mostro, ma con le parole ridiventa una bambina. Conosco una bimba di nome Camilla, che quando si arrabbia diventa Gozzilla. Quando è Camilla è davvero graziosa, quando è Gozzilla distrugge ogni cosa. Quando è bambina è felice con poco, quando è arrabbiata dal naso fa il fuoco. Quando è Camilla ha tanti amichetti, quando è Gozzilla fa tutto a pezzetti. Quando succede nessuno le strilla e se ci parli ritorna Camilla.

Anche ai papà e alle mamme la rabbia può provocare momenti di perdita di controllo con strilli e sgridate. Spesso neanche questi adulti hanno potuto affrontare tutte le loro rabbie ed elaborare le esperienze difficili della loro infanzia. I genitori che hanno difficoltà ad ascoltare sono stati loro stessi bambini non ascoltati. Ma per stabilire rapporti empatici con i figli non è mai troppo tardi. Un piccolo libro per mamme urlatrici pentite è Urlo di mamma. Anche alle mamme può succedere di arrabbiarsi e di urlare forte; fortunatamente subito dopo se ne pentono e riescono a ricucire i pezzi. Urlo di mamma è una tenera storia da leggere ai bambini che qualche volta sono spettatori di urla di esasperazione dei loro genitori.

Una mamma pinguina si arrabbia improvvisamente e sgrida il piccolo pinguino che si spaventa. Lo spavento è talmente grande che il corpo si disintegra: la testa vola tra le stelle, il corpo nel mare, le ali nella giungla e poi nel deserto. Il viaggio ha fine solo quando la mamma riesce a raccogliere tutti i pezzi del figlio e ricucirli insieme. Questa Mammaurlo conclude la stravagante avventura con gran coraggio; abbracciando il pinguinetto gli dice «Scusa se ho urlato forte!». La rabbia crea problemi ai bambini e anche ai genitori perché fa paura, sfugge al controllo e può trasformarsi in violenza. Ma grandi e piccini non possono non fare i conti con la propria aggressività: per costruire relazioni positive con gli altri è necessario imparare ad affrontarla. Riconoscere la rabbia degli altri ci riporta al nostro vissuto di rabbia, magari non del tutto elaborato. Talvolta i meccanismi di difesa non ci fanno percepire le richieste di aiuto dei nostri figli, quasi per proteggerci dal ripensare

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ancora alla rabbia vissuta. Leggere storie di rabbia sui libri illustrati può aiutare ad ammettere con se stessi e con gli altri che tutti possono dire senza timore o vergogna sono arrabbiato.

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Una storia da leggere e dei giochi per scoprire la rabbia si possono trovare nel libro per bambini delle scuole elementari, Vedo rosso! Nessuna emozione è negativa e va equilibrata con le altre; ignorare o sminuire la potenza della rabbia non permette a grandi

e bambini di accettarla. Arturo è in casa con sua sorella Alice. Lei ha preparato una torta di cui è molto orgogliosa. Vorrebbe farla assaggiare ad Arturo che invece guarda il suo programma preferito alla televisione. Alice lo chiama e lo richiama più volte. Alla terza volta Arturo scoppia come una bomba aggredendola con le parole. Quando gli succede, Arturo non riesce a controllarsi. Come un fuoco d’artificio la rabbia esce e si espande attorno a lui.

Arturo urla, strepita e si fa scappare pure un pugno. Però alla fine Arturo scopre che con l’esercizio e la costanza può trasformare gli impeti di collera e utilizzare quella forte energia per altre cose. Insegnare ai bambini che è assolutamente normale provare sentimenti di rabbia è uno dei primi modi per gestire adeguatamente le loro esplosioni; dire loro frasi quali «So che ora sei arrabbiato, è normale…» li aiuta ad accettarsi e a iniziare il loro percorso. In conclusione gli adulti dovrebbero imparare a gestire la rabbia sin da quando i bambini sono molto piccoli. Spesso i genitori si fanno cogliere impreparati di fronte alle manifestazioni aggressive e non sanno come reagire di fronte a tali manifestazioni. Quindi anche per gli adulti si può prospettare un percorso parallelo di riconoscimento e accettazione dell’espressione spontanea delle emozioni. In questo modo le vite di bambini e adulti possono trovare maggiore serenità anche nei piccoli-grandi conflitti quotidiani.


Bibliografia Che rabbia!. M. D’Allancé, Babalibri, 2000 Sono molto arrabbiato. A. Bertron, Ape Edizioni, 2002 Lara e il leone cattivo. A. Cottringer, Castalda, 1996 Piccolo drago. T. Robberecht, Zoolibri, 2003 Camilla attaccabrighe. K. Reider, Motta junior, 2002 Nel paese dei mostri selvaggi. M. Sendak, Babalibri, 1999 Anna è furiosa. C. Nöstlinger, Piemme, 1993 Urlo di mamma. J. Bauer, Salani, 2002 Rime di rabbia. B.Tognolini, Salani, 2010 Ho un vulcano nella pancia. E. Whitehouse, P. Warwick, Edizioni Ega, 2005 Il bambino arrabbiato: favole per capire le rabbie infantili. A. Marcoli, Mondadori, 1996 Aiutare i bambini... pieni di rabbia o di odio. Attività psicoeducative con il supporto di una favola. M. Sunderland, Erickson, 2005

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