Le parole per dirlo - Libri e adolescenza

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le relazioni degli leggendo affetti

Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

Le parole per dirlo Libri e adolescenza

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Sabato 14 maggio ho partecipato, a Parma, a un interessante convegno intitolato Adolescenza: tutti i nodi vengono al pettine. Si sono alternati medici, pedagogisti e pediatri che hanno affrontato questo strampalato periodo della vita. Il mio intervento ha avuto come protagonista le attività per adolescenti con i libri e la progettazione di una biblioteca a scuola. Non la biblioteca polverosa e triste dell’immaginario collettivo, ma una biblioteca allegra e accogliente, nella quale i ragazzi possano incontrarsi e stare bene. Una biblioteca ideata non solo come ambiente per l’apprendimento ma come luogo dove leggere, ascoltare, pensare, viaggiare con la fantasia così come ci suggerisce Emily Dickinson: «Non esiste un vascello veloce come un libro per portare in terre lontane». Effettivamente i ragazzi e

le ragazze sembrano essere molto distanti dalle storie e dai racconti dei libri, essendo più attratti dal mondo multimediale. Però se noi adulti – genitori, educatori, professori – pensassimo davvero il leggere come l’accesso a una visione che altri hanno avuto, come l’atto dell’accoglienza dell’altro, saremmo anche capaci di realizzare attorno al libro spazi interessanti e coinvolgenti per gli adolescenti. Leggere è dunque un fatto evolutivo nel senso che, coinvolgendo tutta la personalità del lettore, cresce con il suo sviluppo mentale e con l’ampliamento della sua esperienza. Infatti, credo sia fondamentale privilegiare il ruolo attivo delle ragazze e dei ragazzi che, attraverso la lettura, la scrittura creativa e altre tecniche espressive, posso-

no parlare di sé, del proprio vissuto e dei propri bisogni. Affrontare la relazione educativa con preadolescenti e adolescenti può essere molto impegnativo; soprattutto quando i ragazzi sembrano sopraffatti dalle loro stesse emozioni. Aiutarli a crescere significa anche aiutarli a trovare le parole con cui possano spiegare chi sono e possano trovare un supporto per fare chiarezza nel proprio mondo interiore. Le esperienze di lettura con adolescenti propongono percorsi aventi come tema e come scopo l’espressione e la rielaborazione delle emozioni che maggiormente caratterizzano il loro vissuto, in una fase della vita fatta di ricerca, di incontri e di scontri, di cambi repentini, di confusioni. La letteratura per ragazzi offre occasioni preziose per


affrontare questi argomenti delicati. Generalmente le letture ad alta voce sono riservate ai bambini, ma invece anche i ragazzi possono apprezzare l’ascolto delle storie se lette ad alta voce con passione. Leggere insieme consente di instaurare una relazione profonda; consente inoltre di proporre storie e personaggi in cui specchiarsi e identificarsi, offrendo messaggi positivi, proponendo percorsi di ricerca, quesiti e possibili risposte. I percorsi di lettura con ragazzi possono essere progettati attraverso bibliografie su temi cruciali quali la propria storia, la crescita, la ricerca della propria identità, la relazione con gli altri, le emozioni e le paure, il desiderio di autonomia e la fatica del crescere. È importante fare attenzione a evitare stereotipi o luoghi comuni; affrontare particolari argomenti attraverso i libri non significa raccontare per esempio storie di adozione, di affido o di disagio, ma leggere sulle emozioni e sulle situazioni che possono emergere dalle esperienze in questione. Quindi parlando di adolescenti dobbiamo ricordarci di come sono realmente: illogici, disarmanti, imprevedibili, originali.

Per offrire ai ragazzi occasioni di identificazione, di proiezione, di confronto tra il sé e il sé dell’altro, per dare loro la possibilità di esercitare la propria immaginazione, per condividere con i personaggi della storia emozioni, sogni, paure e speranze dobbiamo proporre loro libri adatti a quell’essere così mutevole e sensibile. La storia di Mina è un diario dove la protagonista racconta momenti della propria vita, del proprio rapporto con il mondo che la circonda e con la natura che in qualche modo le è sempre vicina. Mina riflette sulle idee che le frul-

lano in testa insieme alle domande senza risposta, alle etichette che le danno i compagni, alle parole che non vengono capite. Nel suo grosso quaderno Mina scrive dell’adorato albero su cui si arrampica e su cui passa moltissimo tempo. Scrive delle passeggiate con la sua mamma e della nostalgia del suo papà, del nido di merli e degli uccellini appena nati. Scrive di giorno e di notte in una contrapposizione che sembra ricordare il disagio a scuola e la libertà tra le foglie. Scrive della difficoltà di avere degli amici della stessa età e di farsi capire dagli adulti che popolano la sua fantasiosa vita. Mina ci descrive anche

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il coraggio che bisogna darsi qualche volta e la passione con cui si possono superare le tristezze e le solitudini. Come prima cosa un ragazzo ha bisogno di affermare se stesso. La protagonista della storia esordisce proprio dicendo «Mi chiamo Mina e adoro la notte» e continua lasciando che il diario cresca come crescono i pensieri, gli alberi, gli animali e la vita. La protagonista mette in fila dolci poesie, fantastici racconti, buffi nonsense come se dovesse mettere in fila tutte le esperienze dell’essere naturalmente maldestro di un adolescente. Mina è paradossale, assurda, così attenta e sensibile alla bellezza del mondo, al fascino dei particolari, che in una vita sono ciò che conta. Mina è fantasticamente illogica. Mina è disarman-

te nel suo gridare al lettore, dicendo tutto quello che pensa, parlando di come per entrare in contatto è necessario mettersi in ascolto e leggere negli altri; ma Mina sa e ci dice che non è affatto necessario sapere tutto di una persona per amarla e capirla. Allo stesso modo non è necessario sapere tutto di un adolescente per accettarlo e apprezzarlo. Auguro a tutti di incontrarne uno almeno una volta nella vita, o almeno di trovare un albero su cui salire e conquistare la propria illogicità. Stravaganti ma straordinarie sono le attività che ogni tanto Mina ci suggerisce come “scrivete una frase che riempia una pagina intera” oppure “portate a spasso una linea” o ancora “fermatevi sotto un lampio-

I diritti del lettore Il diritto di non leggere Il diritto di saltare le pagine Il diritto di non finire un libro Il diritto di rileggere Il diritto di leggere qualsiasi cosa Il diritto al bovarismo ( = la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni) Il diritto di leggere ovunque Il diritto di spizzicare Il diritto di leggere ad alta voce Il diritto di tacere

ne. Danzate e brillate sotto il cono di luce”. Riappropriamoci della possibilità di essere anche un po’ meno efficaci e gustiamoci la possibilità di essere più creativi. Anche con i libri dobbiamo essere più liberi e disordinati; ai ragazzi e alle ragazze non vanno imposte letture, schede da riempire o sintesi da compilare. Come ci insegna Daniel Pennac in Come un romanzo i lettori, adolescenti e adulti, devono poter in qualsiasi momento appellarsi al decalogo dei diritti del lettore. Infatti, il significato pedagogico della letteratura per ragazzi e per giovani adulti sta nell’atto del crescere leggendo: «[…] il senso pedagogicamente forte della lettura e della letteratura sta dunque nel suo potere di dilatare il tempo della


vita» (Daniel Pennac.) Gli adolescenti vivono tempo e spazio in maniera completamente diversa rispetto ai bambini e agli adulti: a volte lo spazio si riempie di dimensioni fantastiche e il tempo si dilata e si restringe in maniera incredibile. Anche nell’originale libro Il ragazzo che scrisse l’enciclopedia di se stesso si racconta di una città speciale dove le cose accadono a un ritmo forsennato. Gabriel ha quindici anni ed è affascinato dall’ordine alfabetico e dagli sterminati elenchi delle enciclopedie. Il protagonista è intenzionato a scriverne una sull’argomento che meglio conosce: se stesso. Il formidabile ragazzo decide di trasferirsi a Summa, una città in cui lo scorrere del tempo segue ritmi surreali, estremamente accelerati; qui potrà vivere tutte le esperienze che vale la pena raccontare e potrà sperimentare il maggior numero di esperienze di vita che ancora ignora; nel giro di pochi giorni diventa direttore del giornale locale, si sposa, diventa padre. Questa incalzante avventura altro non è che la storia di un ragazzo ansioso di crescere, di conoscere il suo futuro, di scoprire la propria strada, come tutti gli adolescenti vorrebbero fare.

Ma che cosa significa diventare se stessi? Sicuramente una risposta universale non esiste. Ce lo spiega benissimo il protagonista di Un altro me, che con i brevi ma intensi racconti della sua settimana ci narra dei suoi quindici anni. Non so perché sono così. Volete capire, chiedete spiegazioni. Vi rispondo: non lo so. Sono così. Non l’ho scelto. Non lo capisco neanch’io. Non so quel che sono. E ho paura. Paura di me. Questo romanzo coraggioso e anticonvenzionale racconta l’adolescenza di un ragazzo studioso ed educato che a volte si sente invisibile. Gli capita di rimanere sconvolto dal rapporto con gli altri e dalla possibilità di essere rifiutato; spesso viene tormentato dalla solitudine, dal senso della diversità, dai dubbi, dalle paure. Il protagonista racconta la difficile esperienza del collegio, lontano da casa, senza nasconderci il dolore di voler essere altro da sé e la contraddizione continua dentro di sé. Non ho ragione di avere paura. Ho centomila ragioni di avere paura...

Cammini su un sottile strato di ghiaccio, scivoloso e fragile. A ogni passo puoi cadere o sprofondare. È la vita... Volevo essere come tutti gli altri, giocare agli stessi giochi degli altri ... Non l’ho scelto. In Operazione cambio vita, i ritmi e le atmosfere sono completamente diversi, ma altrettanto verosimili. Insieme ai cambiamenti fisici gli adolescenti si trovano a dover affrontare le pressioni sociali e la ricerca di una identità. Questo può essere un momento esaltante, in cui i giovani si entusiasmano della loro trasformazione e sperimentano nuove modalità espressive. Contemporaneamente gli stress psicologici imposti da tanti cambiamenti possono anche portare a improvvisi e bruschi sbalzi d’umore e a insicurezza emotiva. Afrodita Anders crede che la sua vita non sia affatto facile. Non solo deve vivere in una camera e in una casa stravagante e anticonformista, ma è anche costretta a indossare degli ampi pantaloni rossi e a sopportare di conseguenza le crudeli battute dei suoi compagni di scuola. All’inizio delle vacanze estive decide allora di ideare una vera e propria

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missione e si trasferisce improvvisamente a casa della sua migliore amica. Nella sua operazione di cambio-vita decide di cambiare nome, abbigliamento, modo di parlare. Da quel momento farà tutto in maniera differente da prima, ma gli imprevisti

Invece la protagonista in molte occasioni si sente veramente sola e distante da tutti; a volte avverte di non potersi fidare di nessuno e di dover dirigere da sola il proprio cammino. La ragazza abbandona lentamente il concetto di sé

Bibliografia D. Almond, La storia di Mina, Salani, 2011. D. Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli, 2003. 42

P. De Santis, Il ragazzo che scrisse l’enciclopedia di se stesso, Salani, 2010. B. Friot, Un altro me, Topipittori, 2010. K. Ehrhardt, Operazione cambio vita, San Paolo Edizioni, 2010. B. Masini, Bambini nel bosco, Fanucci Editore, 2010. G. Kujier, Il libro di tutte le cose, Salani, 2009 D. Gambetta, Viaggio di maturità, Edizioni EL, 2009. A. Neri, Imparare a gestire i conflitti, Erickson, 2008.

le faranno capire che molte cose sono differenti da come se le aspettava. Nel suo percorso la protagonista apparentemente non è mai del tutto sola: genitori, insegnanti, coetanei e altri parenti possono essere di volta in volta una guida sicura e comprensiva oppure una fonte di richieste incomprensibili.

costruito sull’opinione dei genitori per sostituirlo ad una considerazione di sé derivata dai giudizi dei coetanei, per la quale sono di fondamentale importanza l’aspetto fisico, l’attrazione sessuale, l’intelligenza; a volte può sentirsi valutata negativamente e questo comporta inevitabilmente ansia e frustrazione.

Afrodita Anders cerca così di acquisire una propria identità attraverso una sperimentazione che le consenta di provare a recitare una molteplicità di parti e a immedesimarsi in differenti ruoli. Contemporaneamente, avendo la possibilità di conoscere altre coetanee, la protagonista ha la possibilità di osservarle e di provare a imitarle. In queste situazioni se i genitori diventano esageratamente iperprotettivi, rischiano un’eccessiva opposizione alle loro richieste e una chiusura totale dei figli. Le sperimentazioni e le identificazioni fanno sì che gli adolescenti abbiano una molteplicità di sfaccettature anche a seconda dell’ambiente in cui si trovano: con grande stupore di insegnanti e genitori, succede che a casa un ragazzo può essere educato e riservato mentre a scuola essere indisciplinato. Se genitori e insegnanti sono troppo oppressivi e ossessionati dal rispetto delle regole e caricano di aspettative i propri figli e i propri allievi, non hanno l’opportunità di accorgersi di come i ragazzi abbiano molto da dire, anche se spesso non riescono a trovare le parole giuste per raccontare il loro variegato mondo interiore. Gli adulti possono invece


impostare la loro relazione sul rispetto, con autorevolezza e non con autorità. Quando un bambino sogna vuole diventare uguale ai propri genitori; quando poi diventa adolescente vuole esserne completamente diverso; nel tempo diventerà un affascinante miscuglio che gli darà unicità come persona. Per affrontare le insicurezze i ragazzi cercano di rivolgersi al gruppo di coetanei, ma spesso non sanno che possono anche cercare le proprie emozioni tra le pagine dei libri che parlano di storie di adolescenti; in mezzo a quanti vivono gli stessi problemi, i ragazzi e le ragazze possono esaminare i vari aspetti dello sviluppo fisico e sessuale e sperimentare nuovi modelli comportamentali. Inevitabilmente, in questa fase, nascono conflitti tra gli adolescenti che mirano all’indipendenza e i genitori o altri adulti desiderosi di conservare il controllo. Ci sono molti modi di vivere l’adolescenza; poiché i ragazzi sono parte attiva e costruttiva della propria evoluzione, non si può considerare l’adolescenza in modo stereotipato come un periodo uguale per tutti senza scossoni o contrassegnato unicamente da ribellioni e conflitti.

Smarrimento, solitudine ma al tempo stesso energia ed entusiasmo spingono a cercare una via di comunicazione con il mondo esterno, con gli altri: ed è proprio qui che gli adulti devono stare, nel conflitto e nell’ascolto. Anche gli adulti possono usare il libro per conoscere meglio questo splendido universo in continua trasformazione: leggendo storie di adolescenti o libri che parlano di adolescenti. Nel libro Imparare a gestire i conflitti vengono presentate delle semplici attività da realizzare con piccoli gruppi. Il libro, le carte e i giochi sono adatti sia ai ragazzi che agli adulti: gli adolescenti attraverso le attività proposte possono esprimere emozioni e interessi, ascoltare le opinioni degli altri, sperimentare la negoziazione e assumersi delle responsabilità; i genitori, gli insegnanti e gli educatori imparano invece a conoscere meglio il mondo dei giovani, acquisendo competenze per affrontare i loro problemi relazionali. Le carte sono un modo utile e divertente per affrontare un argomento difficile come quello dei conflitti. Sono quaranta, come il classico mazzo di carte da gioco, ma al posto del Re di Cuori o

della Donna di Fiori si trovano il Bullo, la Sigaretta, l’Autorità, la Noia, l’Accordo. Si tratta di un gioco ma allo stesso tempo di una efficace strategia per proporre attività educative e formative a preadolescenti e adolescenti. Un modo coinvolgente per stare in gruppo e affrontare alcuni temi delicati della vita quotidiana, partendo dal presupposto che le situazioni di conflitto abbiano una funzione positiva nello sviluppo della personalità. Se gli adulti riescono quindi a utilizzare la straordinaria capacità di accettare i ragazzi per quello che sono e si pongono nella dimensione dell’accoglimento dell’altro, possono sicuramente riuscire a dare ai ragazzi la sicurezza di avere un punto di riferimento, non per eliminare magicamente tutti i problemi ma per favorire la ricerca delle possibili soluzioni. Appuntamento alla prossima cronaca dalla Biblioteca di BarchettaBlu. Buone letture.

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