Quando imparare è difficile…

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scuola e adozione

Adriana Molin, Cesare Cornoldi Università di Padova

Quando imparare è difficile… 18

La fatica di apprendere Tania è una ragazzina di dieci anni, alta e bionda, che frequenta la classe quinta di una scuola primaria del Veneto. È ben inserita nel gruppo dei coetanei, fa nuoto una volta alla settimana, frequenta un gruppo scout. È arrivata alla valutazione di un servizio sui disturbi/difficoltà di apprendimento su richiesta dei genitori. È stata adottata all’età di otto mesi e mezzo da un paese dall’Est Europa, dove viveva in un orfanotrofio definito di buon livello dagli operatori che seguirono l’adozione. L’inserimento familiare è stato molto soddisfacente per tutti: la bambina fin dal primo momento aveva sviluppato un forte legame con i genitori, in particolare con la madre adottiva. I genitori ricordano uno svi-

luppo motorio e linguistico nella norma, la frequenza alla scuola dell’infanzia regolare, tranquilla e serena, ma fin dall’inizio della classe prima primaria difficoltà scolastiche diffuse, tanto che da allora fino a poco tempo fa, su consiglio degli operatori dell’associazione che aveva seguito l’adozione, Tania è sempre stata seguita nei compiti scolastici a casa da un insegnante. I genitori adottivi, di elevato livello culturale, liberi professionisti, si stanno chiedendo quali siano le strategie migliori per aiutare la bambina a superare il periodo difficile che sta passando: è in piena fase adolescenziale, a scuola è in difficoltà e, poiché non ne riceve alcuna soddisfazione, sta volgendo la sua attenzione altrove, verso compagne e compagni più anziani di lei, con cui chat-

ta, scrive sms ed esce… I genitori sono preoccupati per la sua scarsa riuscita scolastica e, soprattutto per il suo atteggiamento verso la scuola e l’istruzione, contrario a ciò che dovrebbe essere. Secondo i genitori, infatti, la ragazzina finge di ignorare che la scuola rappresenta il luogo della formazione e dell’istruzione dei giovani, evita di impegnarsi e di riconoscere che è necessario studiare. Per esempio Tania non fa mai i compiti da sola – cosa fuori dal suo orizzonte - e inizia solo dopo lunghe e snervanti contrattazioni; ha sfinito anche l’insegnante che la segue da anni che vuole rinunciare all’incarico. Gli insegnanti di classe riconoscono che le iniziali difficoltà della bambina nell’apprendimento della lettura strumentale e della scrittura (lentezza ed


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