Intervista ad Andrea Speciale

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sociale e legale

di Luigi Bulotta

Dentro la CAI Intervista ad Andrea Speciale 42

Concludiamo questo mese la serie di interviste ai rappresentanti delle associazioni familiari all’interno della Commissione Adozioni Internazionali. Questo mese è la volta di Andrea Speciale, membro CAI fin dal 2007. Avv. Speciale, ci parli del Forum delle Associazioni Familiari, coordinamento a cui appartiene: come e quando è nato? Com’è strutturato e quali finalità perseguite? Da quante associazioni è composto? Il Forum delle Associazioni Familiari è nato nel 1993 per rivendicare la soggettività sociale della famiglia e della Associazioni Familiari. All’inizio le associazioni erano poco più di 10. Oggi oltre 50 Associazioni nazionali fanno parte del Forum, che rappresenta così oltre 3

le. Esistono infatti in tutte le Regioni (e nelle Province autonome) i Forum Regionali, sono attivi moltissimi Forum provinciali e si stano diffondendo i Comitati comunali, che si rapportano direttamente con l’amministrazione delle singole città in difesa della famiglia. Possono partecipare ai Forum che operano in specifici ambiti territoriali le Associazioni familiari che hanno una presenza attiva in quei territori, siano esse articolazioni di Associazioni nazionali oppure specifiche realtà locali, sempre che tra le finalità statutarie abbiano in modo prevalente la difesa dei diritti Come siete organizzati? della famiglia. Avete sedi e attività sul terLei è in CAI dal 2007, da ritorio? quando l’on. Bindi ne moIl Forum è presente con dificò il regolamento ed proprie articolazioni su aprì la Commissione alle tutto il territorio naziona- associazioni familiari. Posmilioni di famiglie italiane che chiedono di essere rispettate nel loro specifico ruolo di soggetto sociale primario. L’attività del Forum si realizza specificamente negli ambiti sociale, culturale e politico per far sì che le decisioni ed i provvedimenti, anche legislativi o di natura amministrativa, che in qualsiasi modo riguardano la famiglia e la vita familiare, rispettino i diritti della famiglia e, possibilmente, promuovano e sostengano le famiglie italiane ed europee. Il Forum infatti svolge una importante funzione anche in ambito europeo.


Questa intervista avrebbe dovuto essere pubblicata nel numero dello scorso mese. Pochi giorni prima della nostra pubblicazione, stralci dell’intervista sono apparsi all’interno di un articolo apparso sul sito di Ai.Bi. dal titolo “Andrea Speciale (CAI): due anni di attesa per una coppia sono troppi. Perché l’idoneità non potrebbe essere verificata dagli Enti Autorizzati?”. La nostra associazione si è vista costretta a chiedere ad Ai.Bi. di togliere l’articolo in questione dal proprio sito, cosa che è avvenuta con apprezzabile rapidità e, contemporaneamente, ha deciso di soprassedere momentaneamente alla pubblicazione. Ringraziamo l’avv. Andrea Speciale per averci gentilmente spiegato come mai siano emersi stralci della sua intervista anzitempo. Questo è il testo integrale, difficile forzarne i significati.

so chiederle quale fosse la proprio contributo di espesua esperienza con il mon- rienza e conoscenza. Non si do delle adozioni prima di corre il rischio che ciascun singolo tema sia affrontaentrare in CAI? to in modo, mi si consenta A seguito della modifica del l’espressione forte ma vo2007 un componente indi- glio farmi capire, riduttivo, cato dal Forum delle Asso- perché all’analisi partecipa ciazioni Familiari deve far anche chi si occupa di scuoparte della CAI. Si tratta la, di disabilità, di fisco, di del riconoscimento del valo- tariffe, di diritto .... re della modalità operativa Prima di entrare in CAI del Forum. Ogni decisione la mia esperienza in tema viene infatti assunta dopo di adozione derivava dal che tutte le Associazioni mio coinvolgimento fin sono state coinvolte nell’ap- dagli anni dell’università profondimento di ciascuno nel Consultorio Familiare specifico argomento. Mi della Diocesi di Ancona, la spiego: se si deve decidere mia città, che si occupava la posizione da assumere anche di accoglienza e di in materia di adozioni non adozione. L’attività profesvengono coinvolte soltanto sionale poi, sempre interle associazioni che hanno connessa con l’impegno nel l’accoglienza come loro spe- Consultorio che non ho mai cifica, o comunque preva- abbandonato, mi ha portalente, attività, ma il tema to ad approfondire molte viene approfondito da tutte tematiche legate all’adoziole 50 associazioni così che ne insieme a molte coppie e ciascuna possa portare il famiglie. Come componen-

te del Consiglio Direttivo del Forum ho partecipato nel 2001 all’attività che ha portato alla modifica della nota legge 184. Lei è in CAI da ormai cinque anni. Ci parli della sua attività e delle istanze che ha portato all’interno della Commissione. La Commissione è formata per la gran parte da incaricati dei diversi Ministeri e da esperti, che provengono sempre dai Ministeri oppure dalla Magistratura minorile. I rappresentanti delle Associazioni familiari hanno la funzione di portare all’interno della CAI la voce delle famiglie che entrano in contatto con la procedura adottiva e questo è quanto ho sempre cercato di fare. Il nostro compito consiste far sì che le diverse problematiche che

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si affrontano di volta in volta non siano trattate come questioni astratte, ma siano percepite ed esaminate per gli effetti concreti che producono sulle famiglie. Va dato atto che al riguardo c’è già una particolare sensibilità della Vice Presidente e degli altri componenti la Commissione, ai quali può mancare, in certi casi, il continuo riscontro diretto con le famiglie, riscontro che costituisce lo specifico dei rappresentanti delle Associazioni familiari. Sul punto va anche detto che nello scorso mandato di fatto i rappresentanti delle Associazioni familiari sono stati solo due, Michele Augurio ed io, e che, dopo le dimissioni del primo, il quale è sempre stato molto attivo ed ha sempre svolto un valido ruolo di stimolo e pungolo, sono rimasto solo. Da qualche mese sono stati nominati i due rappre-

sentanti che mancavano e quindi adesso la voce delle Associazioni familiari è completa. Le istanze che ho sostenuto all’interno della Commissione? Mi sembra inutile fare un arido elenco. Mi piace di più ricordare il continuo richiamo che faccio sempre alla corretta applicazione del principio di sussidiarietà: gli Enti Autorizzati svolgono compiti che l’ordinamento attribuisce alla Commissione e la Commissione deve far sì che gli Enti stessi riescano nel migliore dei modi a svolgere quanto già loro delegato e tutti ciò che dimostreranno di volta in volta di poter realizzare in prima persona. Tanto presuppone un effettivo controllo ed una continua verifica della Commissione sull’operato degli Enti e le decisioni in ambito ‘disciplinare’ che la Commissione ha adottato

non devono essere percepite come una ingerenza indebita, ma sono un dovere della Commissione nell’interesse delle famiglie e degli Enti stessi. Come ha interpretato il suo ruolo di rappresentate delle associazioni familiari, specialmente per quel che riguarda il tema della comunicazione alle associazioni del suo coordinamento? MI sono confrontato con il Presidente e gli Organi Direttivi del Forum e con la Commissione che all’interno del Forum si occupa di questi temi. Ho anche cercato di coinvolgere le Associazioni che potevano fornirmi indicazioni quando si è trattato di affrontare argomenti specifici o svolgere puntuali relazioni. L’ambito della comunicazione e del coordinamento è certamente un tema molto sen-


sibile perché si ha sempre Il Forum delle Associazioni la sensazione di poter fare Familiari ha tra le associazioni che lo compongono di più. due Enti Autorizzati. Gli Come è cambiato, se è cam- enti, nell’attuale sistema biato, il suo sguardo sul delle adozioni internaziomondo delle adozioni inter- nali, sono soggetti all’azionazionali a seguito di que- ne di controllo e d’indirizzo della CAI di cui lei è memsta sua esperienza. bro. Immagino che lei e la Non credo possa dirsi che Commissione sarete chiail mio modo di vedere il mati di continuo a prendemondo delle adozioni inter- re decisioni che coinvolgono nazionali sia cambiato da gli enti. Quale è stata la sua quando sono in CAI. Cer- linea di indirizzo in merito? tamente ho imparato di più per quel che riguarda gli Nella vita faccio l’Avvocaaspetti relativi ai rappor- to, per un certo periodo ho ti con le Autorità Centrali svolto la funzione di Magidegli altri Paesi ed ho com- strato Onorario ed ancora preso a fondo che le modali- svolgo la funzione di Arbità con cui ciascuna adozio- tro: sono tutte situazioni ne viene seguita dal singolo che impongono a chi voglia Ente ha una ricaduta enor- essere corretto di separame su tutte le altre adozio- re le conoscenze personali ni e sulla considerazione e, se vogliamo, anche gli stessa che gli altri hanno interessi personali da ciò del nostro Paese e del modo che è giusto. Questa è stata in cui si fanno le adozioni e sarà la mia linea di condotta all’interno della CAI. da noi.

Confido peraltro che gli altri componenti la Commissione mi segnalino immediatamente se mai dovesse capitare che una mia affermazione o presa di posizione sia anche solo percepita come motivata dal rapporto personale con l’uno o l’altro degli Enti Autorizzati, con i quali i rapporti sono più frequenti. Quale è per lei il ruolo delle associazioni familiari in CAI in futuro? Quale sarà, in concreto, il suo impegno all’interno della Commissione nel prossimo anno del suo mandato? Quali le priorità? Il ruolo delle Associazioni Familiari è stato, è e, secondo me, dovrà essere quello di portare la voce delle famiglie all’interno della Commissione. Il mio impegno sarà quindi portare all’attenzione della Com-

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missione le questioni che per le famiglie e le Associazioni Familiari saranno via via rilevanti. Credo che oggi per la CAI ci sia anche una priorità di ordine culturale. Viviamo un periodo in cui si diffondono sempre più l’individualismo e l’egoismo e poco importa in questa sede stabilire se la crisi sia la causa o l’effetto della detta diffusione. Anche la tradizionale apertura delle famiglie italiane a chi ha vissuto il trauma di un abbandono e vede frustrato il suo diritto a vivere in una famiglia risente della situazione del momento. E’ quindi opportuno un grande sforzo per rilanciare il valore dell’accoglienza, dell’apertura a chi ha bisogno ed anche la cultura stessa delle adozioni. Parallelamente è necessario ricordare e ribadire

sempre che di fronte a progetti tanto complessi, quali l’accoglienza di un minore abbandonato, ed a bambini così deprivati è assolutamente irrinunciabile che l’adozione internazionale sia riservata a famiglie stabili, impegnate socialmente e pubblicamente, cioè famiglie legalmente sposate, e costruite sulla differenza sessuale, formate cioè da un padre e da una madre. Quali sono le criticità che vede nell’attuale sistema delle adozioni internazionali? Come dovrebbe evolvere per adattarsi ai cambiamenti sociali e meglio assolvere alla sua funzione? Le famiglie che danno la disponibilità all’adozione non riescono a comprendere e vivono con enorme difficoltà l’approccio burocratico della procedura finalizzata

alla verifica dell’idoneità. La verifica è necessaria perché non si può correre il rischio che un minore che ha già vissuto il trauma dell’abbandono sia accolto da una famiglia che non abbia tutti i requisiti per assicurare a quel minore di non incorrere in una seconda tragica esperienza. Non ci si può negare tuttavia che i soggetti che gestiscono l’attuale sistema, con le note criticità ed i diffusi patologici ritardi, non riescono a far sentire accolte le famiglie, ma sembra facciano di tutto per allontanarle e scoraggiarle. Come può accettare una coppia di attendere due anni per conoscere se la propria disponibilità all’adozione internazionale sia stata accolta e di essere giudicata in funzione dell’esito di un solo incontro di due ore con una psicologa? Altra cri-


ticità è rappresentata dal costo della adozione internazionale. Che fare allora? Si dovrebbe aprire una grande discussione non sulla questione idoneità sì idoneità no, in quanto a mio avviso una verifica è assolutamente necessaria, ma sulle modalità con cui la verifica viene effettuata. E’ opportuno e possibile coinvolgere le Associazioni Familiari, gli stessi Enti Autorizzati? Con quali modalità? Credo che qualcosa in questo senso possa essere fatto. Non dimentichiamo che nel sistema italiano alcune delle funzioni che sono proprie dell’Autorità Centrale sono già svolte dagli Enti Autorizzati. Perché allora non cominciare a porsi per lo meno il problema della opportunità di verificare se, ed eventualmente quali fasi del procedimento volto

a verificare l’idoneità delle coppie alla adozione internazionale possano essere svolte da soggetti della società civile? Cinque anni all’interno della CAI fanno di lei sicuramente un osservatore privilegiato. Qual è la sua idea sulle modalità operative della Commissione? Che giudizio esprime su come è organizzata e sul suo funzionamento? Intravvede l’esigenza di cambiare qualcosa? A mio avviso il giudizio in merito all’organizzazione ed al funzionamento della CAI è positivo. Posso dire che a volte sono rimasto personalmente colpito per la capacità della Vice Presidente e della struttura, nonostante i continui impegni istituzionali, spesso anche all’estero, di gestire

tempestivamente l’attività ordinaria e straordinaria. Siamo peraltro alla vigilia del rinnovo delle Camere, con quanto di conseguente anche per la stessa CAI. Se devo indicare una esigenza che sento, e che ho già evidenziato in Commissione, mi piacerebbe che, qualche giorno prima delle riunioni, ai Commissari fosse inviata via mail, con tutte le necessarie garanzie di segretezza e riservatezza, la documentazione relativa ai punti all’ordine del giorno. Per chi non vive a Roma, come me, ciò sarebbe utile perché non sempre è possibile passare presso la sede della Commissione nei giorni precedenti la riunione per esaminare i fascicoli. Su questo aspetto gli ‘informatici’ sono al lavoro e probabilmente una soluzione sarà trovata a breve.

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