INDICE Agosto 2015 - Numero 7 - Anno 1
Editoriale - Nuovi punti di partenza e nuovi traguardi p.3 A tu per tu - Valentina Vignali p.45 L'Ospite - Luca Bertolini p.67 Il Personaggio - Edu Vargas p.89 Made in Italy - Nazionale: tra problemi e soluzioni p.1011 Oltre il Confine - Bandiere nel calcio p.1213
La scatola dei ricordi - Italia Germania 43. p.1415 Self Made Manager - Fabrizio Castori p.1617 L'angolo di Graphi e del Goal! p.1819 Speciale Fantacalcio - I consigli di Falso Nueve p.2021 Davide contro Golia - Danimarca campione d'Europa p.2223 Crescendo si sbaglia - Robert Acquafresca p.2425 Alzati e segna - Patologia p.2627 Viaggio nei Templi del calcio - Il Rose Bowl p.2829 The Fighter - Special Olympics p.3031 Oltre il Calcio - Filippo Tortu p.3233 Oltre il Calcio - Chris Froome, il leone della savana p.3435 Pezzi di Storia&Film del mese - p.3637
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EDITORIALE
FALSO NUEVE, NUOVI PUNTI DI PARTENZA PER NUOVI TRAGUARDI
Nello scorso editoriale quello che inaugurava il numero di luglio – vi avevo parlato di quanto fosse importante avere ambizioni importanti e aspettative alte. Nel numero di giugno queste aspettative erano già state rispettate visto che eravamo riusciti a stabilire il nostro personalissimo record di letture che rappresentava già un traguardo davvero importante per una rivista come la nostra. Di chi è stato il merito? Potrei, con un pizzico di arroganza, persino dire che sia stato nostro visto che facciamo di tutto affinché 'Falso Nueve' funzioni perfettamente e affinché possa offrire numero dopo numero contenuti esclusivi e idee innovative. In realtà però credo che il merito sia soprattutto Vostro: quando abbiamo fondato questa rivista, 7 mesi fa circa, sapevamo che sarebbe stato difficile riuscire ad emergere ma ora, edizione dopo edizione, mi accorgo che sempre più persone ci conoscono e sempre più persone ci seguono. Dimostrazione di tutto ciò è il fatto che il nostro record di giugno sia stato subito battuto dal numero di luglio, segno tangibile che non si tratta più di una semplice casualità. 'Falso Nueve' sta quindi, lentamente e non senza qualche difficoltà, costruendo delle basi solide per un progetto sempre più serio: i numeri e il fatto che anche molti addetti ai lavori hanno manifestato il proprio apprezzamento per ciò che facciamo sembrano darci ragione. Il ringraziamento va ovviamente a Voi lettori, sia a quelli sporadici che a quelli affezionati, che alimentate le nostre speranze in questo progetto e continuate a infonderci la voglia e il piacere di proseguire lungo questa strada tortuosa e non priva di ostacoli. Come in ogni editoriale però devo necessariamente estendere il mio ringraziamento anche ai miei colleghi con cui ormai diventa sempre più un piacere poter collaborare: che siano redazionisti, grafici o i miei due super vice direttori, ognuno di loro dà sempre il massimo in ciò che fa e in tutte le fasi del processo creativo della nostra rivista, cercando continuamente idee e intuizioni nuove e sperimentandosi anche in ambiti apparentemente a loro lontani sempre con grande entusiasmo e voglia. E' davvero un piacere poter lavorare con voi, amici miei. Dovrei nominarli tutti, ad uno ad uno, ma è impossibile quindi per questo numero menziono solo Angelo che, tra le tantissime cose che fa per 'Falso Nueve', gestisce anche i nostri spazi social che riscuotono sempre più successo. Dal prossimo numero poi ci sarà, proprio all'interno della nostra redazione, un'altra importante novità: alla squadra dei redazionisti si aggiungerà anche una firma femminile, la nostra Elena che ha sposato con grande entusiasmo la causa della nostra rivista e che siamo davvero felici di avere con noi. Intanto però abbiamo provato a regalarVi anche per il numero di agosto un numero all'altezza di quelli precedenti, sperando che gli ultimi risultati possano essere solo dei nuovi e stimolanti punti di partenza per i prossimi traguardi... ALESSIO NICOTRA Direttore di 'Falso Nueve'
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A TU PER TU<< VALENTINA VIGNALI
VALENTINA INTERVISTA ESCLUSIVA
VIGNALI
Da qualche anno a questa parte il basket sta cercando di ritagliarsi uno spazio sempre maggiore – tra quello molto amplio riservato al calcio – nei media e nei cuori dei tifosi del nostro paese. Un'operazione portata avanti non solo dal clamore creato negli anni passati dallo sbarco di alcuni dei nostri talenti più cristallini in NBA e da partite di campionato che sono diventati dei veri e propri spot per questa disciplina, ma anche da personaggi che sono riusciti con il proprio carisma ad attirare l'attenzione del grande pubblico e dei tanti appassionati che seguono questo sport. Paladina del basket femminile nel nostro paese ad esempio è sicuramente la splendida Valentina Vignali, che è riuscita ad unire alla carriera sul parquet l'attività di modella diventando una vera e propria icona a tinte rosa dello sport del nostro paese. I più di 490mila fan solo sulla pagina ufficiale di Facebook testimoniano come la bellissima cestista romagnola sia ormai un vero e proprio personaggio fuori dagli schemi tradizionali della semplice sportiva o della semplice showgirl. Non solo modella e giocatrice però perché la bella 24enne ha di recente condotto anche un programma su un noto canale televisivo sportivo proprio dedicato proprio al gioco della palla a spicchi e – come ha ammesso lei stessa – potremmo anche vederla nuovamente nelle vesti di conduttrice TV in un futuro che non sembra poi troppo lontano. La ciliegina sulla torta per una donna che ha dimostrato un'invidiabile versatilità e una grande capacità di mettersi in gioco che l'hanno resa giorno dopo giorno un simbolo della pallacanestro femminile e dello sport italiano e uno dei personaggi più apprezzati e chiacchierati dei social. Noi di 'Falso Nueve' abbiamo avuto la possibilità di realizzare una breve intervista esclusiva con Valentina – che cogliamo l'occasione di ringraziare nuovamente – che ci ha parlato un po' dei suoi prossimi progetti futuri e di come riesce a conciliare la carriera da giocatrice con quella da modella.
Giocatrice di basket e modella. Come si conciliano queste due attività nella tua vita?
Con difficoltà, con poche ore di sonno, tanti km da fare, una borsa sempre piena di trucchi e una con le cose per allenarmi.
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A TU PER TU<< VALENTINA VIGNALI Di recente ti abbiamo vista condurre un programma dedicato al basket in un noto canale sportivo. Quando si parla di palla a spicchi, ti vedi più sul parquet o in studio? Mi vedo meglio sul parquet, mi sento più a mio agio.
A tal proposito: come giudichi la situazione attuale del movimento della pallacanestro nel nostro paese? In un paese dove il calcio ha il monopolio purtroppo la situazione non è delle migliori, soprattutto nel settore femminile. Però c'è uno spiraglio positivo: si parla sempre più di basket in particolare tra i giovani quindi sono fiduciosa per il futuro.
Oltre al basket, qual è il tuo rapporto con gli altri sport? Segui o pratichi qualche altra disciplina? Mi piace fare lunghe passeggiate e correre, soprattutto in montagna.
Negli ultimi anni hai avuto un boom soprattutto sui social dove migliaia di fan ti seguono ogni giorno. A cosa pensi sia stato dovuto questo successo e qual è il tuo rapporto con i social network e con i tuoi fan? Il successo è dovuto secondo me al fatto che in Italia un personaggio come il mio non c'è. Ovvero una modella che fa anche sport, che riesce a gestire e a far convivere le due cose. Ci sono un sacco di sportive e un sacco di showgirl è vero, ma che facciano entrambe le cose è difficile. Infatti la gente quando mi vede truccata e sistemata ha difficoltà ad immaginarmi poi sudata sul parquet e si stranisce perché è una cosa e una situazione completamente opposta.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e cosa invece ti piacerebbe fare in futuro? Sto lavorando per presentare un programma comico: sarebbe il mio sogno.
L'intervista è finita, Valentina ti ringrazio per la tua grande disponibilità, manda un saluto ai lettori di Falso Nueve! Grazie a voi per il tempo dedicato e un abbraccio a tutti!
Alessio Nicotra
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L'OSPITE << LUCA BERTOLINI
LA PREPARAZIONE ATLETICA NEL CBOASLMCAINOEPPRAIYMATVE DOPO
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Dalle corse nei boschi delle squadre che si formavano a Luglio alla periodizzazione tattica, negazione della preparazione estiva specifica, che ritorna in voga per valutare il giocatore in funzione del sistema di gioco.
hi scrive ha quasi 36 anni ed uno dei ricordi delle vacanze estive con i nonni è il maestro Zeman che allena il Parma in ritiro a Luglio sulle colline vicine alla città; mi tornano alla mente molto bene i giocatori stremati dai persorsi infiniti e ripetuti nei boschi intorno al campo di allenamento. Sono andato poi allo stadio per tanti anni e ho il privilegio di aver visto il Parma di Scala (quello delle 3 finali europee consecutive), preparasi dal punto di vista atletico, dal ritrovo in poi, con la rosa che avrebbe affrontato l'intera stagione ed allenarsi, dopo il
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ritiro, in un campo di un parco pubblico. Mi ricordo il lavoro fondamentalmente generalizzato per tutti i giocatori, indipendentemente dal ruolo o dalla fisionomia; prima l'atleta, poi il calciatore tecnico-tattico specifico. Tutti i test che allora si facevano, e che sicuramente qualcuno fa ancora oggi, portavano a risultati prettamente fisici, slegati dall'utilizzo del pallone, da cui si partiva per organizzare il lavoro di preparazione estiva. L'obiettivo principale era quello di migliorare fisicamente prima e mantenere poi la forma per
tutta la stagione nel miglior modo possibile. I giocatori quelli erano e quelli restavano dall'inizio alla fine. Certamente lo sviluppo della tecnologia applicata al calcio e alla cura fisica del giocatore è il fattore tecnico più importante nell'evoluzione delle metodologie di preparazione moderne e personalizzate per il singolo giocatore in rosa; credo tuttavia che i veri punti di svolta che hanno cambiato il contesto del gioco del calcio, delle squadre, delle partite e quindi anche della preparazione estiva siano la sentenza Bosman e l'avvento delle pay tv.
L'OSPITE<< LUCA BERTOLINI Tutti i giocatori possono, da allora, spostarsi liberamente in Europa (addio ai 3 giocatori stranieri come numero massimo in Italia), le partite sono trasmesse in tv, diventano show time e aumentano di numero all'interno delle stessa stagione, soprattutto per le grandi squadre che giocano le Coppe Europee. In questa estate 201 5 è stata organizzata la terza edizione dell'International Champions Cup fra Cina, Australia e Usa in cui saranno presenti buona parte delle principali squadre europee, insieme e Milan, Inter e Fiorentina. Ormai esiste un'organizzazione che riassume tutti i tornei estivi in giro per il mondo e le partite amichevoli dopo le prime sedute di allenamento che sono trasmesse in tv diventando sentenze inappellabili. Le partite off-season non sono più una verifica del lavoro di preparazione, per lo meno non solo; sono ormai uno strumento di marketing planetario per esportare il brand della società.
La preparazione atletica estiva e i paramentri fisiologici dei giocatori dei grandi club diventano sempre di più un metodo per valutare che tipo di giocatore ci si trova davanti e quale utilità possa avere all'interno del gioco di squadra piuttosto che una stesura di un piano di allenamento che lo possa migliorare organicamente. Nel caso in cui la valutazione non sia positiva si può vendere o mandare in prestito l'elemento indesiderato, sfruttando il fatto che il mercato chiude il 31 Agosto. Credo che in questo contesto la "Periodizzazione tattica", che è essa stessa negazione del lavoro estivo differenziato da quello della stagione regolare, abbia generalmente ripreso considerazione e forza nell'insieme delle metodologia di allenamento. La fase di lavoro fuori stagione non esiste più, di conseguenza non ha senso lavorare in modo differenziato dal resto della stagione che attende il club.
Le esercitazioni della "Periodizzazione tattica" del Prof. Vitor Frade, attualmente al Porto Fc, lavorano simultaneamente sulle 4 sfere prestative del giocatore (tattica, tecnica, fisica e psicologica) e il modulo di gioco, i suoi sviluppi e le sue fasi di gioco sono gli unici punti cardine per la costruzione delle esercitazioni per gli allenamenti. La ripetizione sistematica delle esercitazioni (rondos, giochi di posizione, partite a tema, sequenze e catene di gioco ecc) è la via maestra per inserire il giocatore all'interno del sistema squadra e per raggiungere il top delle prestazione psico-fisica in partita. Non si giudica il giocatore per quanto corre, ma per come corre all'interno dell'organizzazione di cui fa parte. Quasi un "alleniamoci per come giocheremo in partita". Tutto dipende sempre e comunque dall'ablità della società e degli allenatori nel capire la realtà nella quale operano; se la periodizzazione tattica è ormai una metodologia irrinunciabile per certe squadre ai massimi livelli, non è detto che le vecchie e care corse nei boschi non possano più essere utili, se gli obiettivi da raggiungere sono ben chiari in chi le propone, in ambiti meno professionali. Non perdetevi altri articoli di Luca su http://lucamistercalcio.com/
FRANCESCO TOTTI NEL DURO RITIRO PRECAMPIONATO 2012/2013 CON ZEMAN ALLENATORE, ANNATA CONCLUSA DOPO 23 GIORNATE PER IL TECNICO BOEMO A CAUSA DELLE DELUDENTI PRESTAZIONI DEI GIALLOROSSI
Luca Bertolini
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IL PERSONAGGIO << EDU VARGAS
LA RIVINCITA DI EDU VARGAS
Da scarto del Napoli a trascinatore del Cile in Copa America: Edu Vargas is back.
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duardo Jusus Vargas Rojas, noto semplicemente come Edu Vargas , nasce a Santiago del Cile il 20 Novembre 1 989. Dopo aver fatto le giovanili nell’ Universidad Catolica viene acquistato, sotto consiglio dell’allenatore Osvaldo Hurtado, dal Cobreloa per sostituire un certo Alexis Sanchez, volato in Italia dopo aver firmato per l’Udinese. In qualche modo i due si incontreranno e contribuiranno a scrivere importanti pagine della storia recente della nazionale cilena; ma questo lo vedremo dopo. Nel novembre 2011 , dopo
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essersi trasferito all’ Universidad de Chile, viene eletto miglior giocatore e attaccante del campionato cileno e viene inserito nella lista dei candidati al titolo Calciatore dell’anno.
sudamericano
Arriverà secondo, piazzandosi dietro solo ad un certo Neymar. Aurelio De Laurentiis viene stregato da questo giocatore e nel 201 2 lo porta a Napoli per una cifra vicina ai 1 5 milioni di euro. Le belle speranze del presidente e dei tifosi però non si trasformarono in realtà: durante la sua avventura con la maglia azzurra mette infatti a segno solo 3 reti all’ Aik Stoccolma
durante un match di Europa League. I motivi di queste sue prestazioni insufficienti e mai convincenti potrebbero essere molteplici: un po' le difficoltà del ragazzo ad ambientarsi , un po’ perché Mazzarri – allora tecnico dei partenopei – non si è mai dimostrato abile nella valorizzazione dei giovani, fatto sta che questo mix di fattori portò De Laurentiis a storcere il naso visto l'importante cifra sborsata per strapparlo alla concorrenza. Così un po’ con l’amaro in bocca il nostro Vargas fece le valige e partì dalla bella Napoli: il suo iter interminabile lo condusse prima in prestito al
IL PERSONAGGIO << EDU VARGAS Gremio, poi al Valencia fino ad di Vina del Mar, in Cile, con la che fu poi occupato da Vargas. arrivare al QPR, dove tra l’altro si sua nazionale durante la Copa In tutto questo il ragazzo rimane infortunò gravemente al America. Edu trascinerà La Roja un giocatore del Napoli che, ginocchio. La formula era quella del prestito con diritto di riscatto, ma vista la retrocessione del QPR, la società non ritenne opportuno riscattare il giocatore. Ed ecco che ad oggi il Napoli si ritrova, a distanza di due anni e mezzo, la classica meteora del calcio italiano, che ha vagato in lungo e in largo ma non è mai riuscito veramente a convincere nessuno. Ma signori, come sapete, questo non è “Crescendo si sbaglia”, bensì “Il Personaggio” quindi qualcosa di positivo e con un finale a lieto fine ci è concesso. Come un vulcano in silenzio per decenni ed erroneamente ritenuto innocuo riesplode in una notte di inizio giugno in quel
in finale siglando una doppietta decisiva contro il Perù. In finale però in quel di Santiago del Cile c’è l’Argentina di Messi : la partita sembra essere già decisa. L’ albiceleste però spreca molte occasioni e il Cile sembra essere in partita e dopo 90 intensi minuti terminati a reti inviolate si arriva ai rigori. Finisce 4 a 1 per il Cile e l’unico gol per l’Argentina lo sigla, manco a dirlo, un opaco Messi. Edu in quella partita non segna, a realizzare il rigore decisivo (con un delicatissimo tocchetto sotto a spiazzare il portiere) è invece Alexis Sanchez, quell’Alexis Sanchez che poco più di 1 5 anni fa era partito dal Cobreola “liberando” un posto
grazie alle sue eccellenti prestazioni in Copa America, si ritrova con un uomo in più per la prossima stagione; magari con l’avvento di Sarri il talento cileno potrà trovare più spazio ed avrà la possibilità di esprimersi al meglio. Se così non fosse il club potrà facilmente monetizzare su un giocatore che fino a qualche mese fa non avrebbe portato tantissimi introiti in caso di cessione ma che ora fa venire l' acquolina in bocca a diversi top club europei.
Massimiliano Puglisi
Nella graduatoria del Calciatore sudamericano dell'anno 2011 si piazza al secondo posto alle spalle di Neymar precedendo un altro brasiliano, il trequartista Ganso.
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MADE IN ITALY << NAZIONALE: TRA PROBLEMI E SOLUZIONI
NTRAA PZROIOBLENMIAE SLOELUZIONI In attesa dell'Europeo del 2016 Antonio Conte si trova in mano una situazione non semplice per costruire una squadra vincente
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'attesa. Il fischio d'inizio. Il goal di Zidane. Il pareggio di Materazzi. Le parate di Buffon e le chiusure di Cannavaro. L'ormai celebre testata. I " maledetti" rigori che questa volta portano fortuna. La freddezza di Grosso. La Coppa che tra le braccia del capitano azzurro si unisce al cielo con un bacio appassionato che il popolo italiano aspettava da 24 anni. A 9 anni di distanza da quella calda notte del 9 luglio 2006 che vide la Nazionale Italiana salire sul tetto del mondo e conquistare il Mondiale con un gruppo che aveva la sua forza non solo nel talento dei singoli
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ma anche nella sua unione, tutti gli appassionati di calcio del nostro paese si chiedono quando sarà possibile rivivere emozioni simile a quelle che vi abbiamo raccontato in apertura e che ormai sembrano essere un bel film che rivive solo ed esclusivamente nei nostri ricordi. 9 anni sono davvero tanti, specie nel mondo del calcio dove il ricambio generazionale avviene praticamente ogni anno e se non hai alle spalle un progetto solido e studiato da tempo tutto ciò che hai provato a costruire può crollare con una velocità davvero disarmante. Basti pensare alla fine dei cicli di
alcuni dei più gloriosi club del nostro paese che, dopo aver raggiunto traguardi ambitissimi, hanno praticamente dovuto ricominciare da zero nel giro di pochissimo tempo. Ma questa è un'altra storia. La storia – recente - di cui dobbiamo parlare è invece quella della Nazionale Italiana che da 9 anni a questa parte non ha vissuto momenti particolarmente esaltanti. La parentesi dell'Europeo 201 0, che ha visto gli azzurri arrivare in finale fino a subire un sonoro 4-0 dalla Spagna, aveva fatto ben sperare sia per un ritorno tra le big europee sia per il lavoro dell'allora tecnico CT
MADE IN ITALY << NAZIONALE: TRA PROBLEMI E SOLUZIONI Prandelli : promossi ma con campioni del calibro di Buffon , conto del talento di Sportiello, debito, perché quattro goal di Pirlo e Barzagli si aggiunge Leali e Bardi – il portiere del scarto dalle pur fortissime ' Furie Rosse' restavano comunque un chiaro segnale che per poter ambire alla vittoria di competizioni così importanti bisognava lavorare ancora. Prima e dopo quell'Europeo ci sono stati due Mondiali, quello in Sud Africa e quello più recente in Brasile, entrambi terminati incredibilmente al primo turno. Un fallimento totale, senza giustificazioni. A raccogliere l'eredità di Prandelli lo scorso anno fu Antonio Conte. Il lavoro dell'ex tecnico della Juventus si è subito rivelato non facile e gli ostacoli in vista del prossimo Europeo del 201 6 e della successiva Coppa del Mondo rischiano persino di aumentare. Quali sono i problemi più grossi che dovrà affrontare il CT? Agli inevitabili vuoti che – nel giro di qualche anno – lasceranno
anche la mancanza di un punto fermo nel reparto offensivo: Rossi è sempre più vittima della sfortuna e degli infortuni, Immobile non ha vissuto una grande annata a Dortmund, Zaza pur avendo un ottimo potenziale non riesce ancora a tirarsi sulle spalle l'attacco della Nazionale ma - ovviamente - il centro focale della discussione resta soprattutto Balotelli , su cui gravavano le aspettative più alte, ma che già da un po' non convince, non solo caratterialmente. In questo mare di incertezze e di punti interrogativi, un paio di notizie positive per Conte ci sono: il tecnico potrà man mano contare su dei ragazzi giovani, con grande talento e grande voglia di fare. Il primo è sicuramente Perin : Buffon tiene ancora saldo il suo posto ma – pur tenendo
Genoa sembra già pronto per raccoglierne l'eredità quando ci sarà bisogno. Un'altra interessante svolta potrebbe arrivare in difesa: anche qui negli ultimi anni l'Italia ha avuto difficoltà a creare elementi validi per la causa azzurra, ma la coppia Romagnoli-Rugani sembra davvero promettere bene, in attesa di capire se potranno essere davvero i nuovi Cannavaro e Nesta. Infine in attacco spicca il nome di Berardi che, proprio considerando la mancanza di gerarchie nel reparto offensivo, potrebbe inserirsi prepotentemente nelle rotazioni del CT azzurro. E il resto? Sulla Nazionale Under 21 vi erano grandi aspettative che sono state però deluse da un Europeo decisamente non all'altezza del potenziale degli azzurrini di Di Biagio. Ciò non toglie nulla però al talento di molti di questi ragazzi che potrebbero presto sbarcare in Nazionale Maggiore. E se ciò non bastasse? Probabilmente Conte potrebbe battere ancora la strada degli oriundi : gli ultimi in ordine cronologico sono stati Vazquez e Eder e non è da escludere che l'ex tecnico della Juventus possa valutare anche altri nomi in vista delle prossime competizioni.
Alessio Nicotra ANTONIO CONTE, ex tecnico della juventus, E' ALLA GUIDA DELLA NAZIONALE DAL 2014
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OLTRE IL CONFINE << BANDIERE NEL CALCIO
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Sta davvero volgendo al termine l'era delle "bandiere" nel calcio?
i siamo messi alle spalle un’altra stagione calcistica caratterizzata dagli immancabili verdetti finali, dalle relative delusioni per obiettivi non raggiunti alle speranze di riscatto nella stagione successiva. Come ogni anno, con l’inizio dell’estate scottano non solo i piedi nudi sulla sabbia ma anche i telefoni cellulari di procuratori, dirigenti e giocatori. Le linee aeree traggono giovamento non solo dai gruppi di vacanzieri ma anche dalle spedizioni in chiusura di trattative che non possono considerarsi concluse se non quando si ha tutto nero su bianco. A completamento di
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questo contesto che potremmo definire “di passaggio” vi è la fine di carriere di calciatori importanti che hanno fatto la storia dei club dove hanno militato, lasciando un ricordo indelebile nei tifosi. Nel calcio di oggi, nel calcio moderno che si espande in Nord America, India e Qatar, dove a far scalpore non sono le qualità dei singoli calciatori ma gli investimenti economici, la carriera media di un giocatore si dilunga per far spazio ad una sorta di “pensionamento in movimento” ovvero, pur non avendo più la freschezza dei tempi migliori, si tende a scendere ancora in campo per
qualche anno guadagnando cifre spropositate che alle volte non rispecchiano le prestazioni effettive. Nel 201 5 una concomitanza di fattori tra i quali un ciclico ricambio generazionale e scelte societarie ben precise ha fatto sì che alcune tra le più amate “bandiere” del calcio, figure ormai entrate nella storia di questo magnifico sport, lasciassero le maglie che ormai sembravano diventate una seconda pelle. Ma se nel passato spesso una squadra veniva conosciuta anche attraverso nomi di icone che non hanno mai lasciato quei colori se non per appendere le
OLTRE IL CONFINE<< BANDIERE NEL CALCIO scarpette al chiodo (Alessandro Del Piero, Ryan Giggs ad es.), al giorno d’oggi le cose sembrano prendere una piega diversa. Il primo a dichiarare pubblicamente che avrebbe cambiato aria è stato l’idolo della “Kop” Steven Gerrard . Dopo bene 27 anni passati tra settore giovanile e prima squadra, il numero 8 del Liverpool dice addio ai Reds per andare a calcare i campi del Nuovo Continente vestendo i colori del L.A. Galaxy. Nonostante il grande rammarico per non essere riuscito ad aggiungere un campionato nazionale al palmarès individuale e di squadra, Steve G. parte lasciando intatto il rapporto con tifoseria e società nell’idea magari un giorno di tornare in veste di allenatore o dirigente. Dopo una vita dedicata ai colori blaugrana senza mai desiderare altro, dopo aver vinto letteralmente tutto con la maglia catalana, all’età di 35 anni anche Xavi , consapevole di non poter più dare lo stesso apporto tecnico di un tempo, decide di
dire addio al club, firmando un contratto milionario con l’Al Sadd e lasciando così il Barcellona con il secondo triplete in bacheca. Ci sono inoltre calciatori che dopo una vita passata nella stessa squadra decidono insieme alla società di continuare la carriera in un altro campionato ma di livello non inferiore: Bastian Schweinsteiger a conclusione del 1 7° anno tra le fila del Bayern Monaco, lascia la Germania per atterrare a Manchester, sponda “United”. A differenza dei sopracitati, i tifosi non hanno gradito questo addio considerandolo un tradimento pur riconoscendo al giocatore di essere parte integrante della storia del club. Un tradimento, ma da parte della società con a capo Florentino Pérez, lo ha subito Iker Casillas , portiere del Real Madrid per ben 25 anni che viene “scaricato” con una risoluzione del contratto ed una cerimonia di saluto organizzata giusto per accontentare chi ha criticato aspramente il comportamento tenuto dalla dirigenza nei confronti di una
delle bandiere delle merengues. L’estremo difensore ha firmato una contratto che lo legherà al Porto per due stagioni. In contrasto con la tendenza degli ultimi, sorprende la decisione dell’ormai ex difensore dell’Amburgo Marcell Jannsen che a soli 29 anni si ritira dal calcio giocato, motivando così la sua decisione: ”Negli ultimi cinque anni mi tantissimo all’Amburgo. Ora, non riuscirei a un’altra squadra, altro stemma..”.
sono legato emotivamente all’improvviso, giocare per a baciare un
Probabilmente uno degli ultimi eroi romantici di un calcio che mette sempre più in primo piano l’arricchimento materiale attraverso cartellini con prezzi sempre più eccessivi e stipendi in costante aumento, piuttosto che un rafforzamento di valori e di attaccamento alla maglia ormai manifestati quasi esclusivamente in conferenza stampa e non oltre.
Enrico Castagnola
Marcell Jansen in azione con la maglia dell'amburgo. ha collezionato 184 e 27 reti con l'hsv.
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LA SCATOLA DEI RICORDI << ITALIA-GERMANIA 4-3
ITALIA-GERMANIA 4-3, LA PARTITA DEL SECOLO T
Una sfida che è entrata nella storia, grazie allo spettacolo offerto dai giocatori durante i tempi supplementari. Quella notte iniziò il dominio dell'Italia sulla Germania.
utti noi tifosi - di calcio o di qualsiasi altro sport che sia - abbiamo un nostro momento preferito; che si tratti di una semplice azione o un'intera partita non importa, ci sono istanti che nessuno mai potrà dimenticare. Ognuno ha ovviamente il suo, è normale che sia così. Ma se provate a chiedere a un italiano quale sia la partita indimenticabile per antonomasia, quella per cui il cuore ha smesso di battere e per cui tutti si sono uniti più che mai, vi parlerà sicuramente di un incontro che si è giocato in una calda sera di Giugno, a Città del Messico. Era un mercoledì 1 7, anno 1 970; allo
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Stadio Azteca si giocava Italia- 1 che ammutolì tutte le Germania Ovest, la “Partita malelingue che circondavano il del Secolo” . Il cammino ritiro azzurro in Sud America. A dell'Italia nel mondiale quel punto arriva la partita messicano era stato fino a quel tanto attesa, quella contro la momento poco entusiasmante, grande Germania che, come soprattutto a seguito delle spesso è accaduto nei polemiche scaturite dopo i confronti tra queste due mediocri risultati ottenuti nel squadre, vedeva favorita girone eliminatorio, durante il proprio la squadra teutonica. Il quale gli azzurri erano riusciti a CT azzurro manda in campo la migliore, raccogliere una sola vittoria formazione (contro la Svezia, 1 -0) e due preferendo Sandro Mazzola a pareggi a reti inviolate contro Gianni Rivera. Pronti, via ed è Italia: Roberto Uruguay e, incredibilmente, subito Israele. I malumori intorno alla Boninsegna combina con Gigi nazionale di Valcareggi si Riva e, dopo soli otto minuti placarono però dopo la larga dall'inizio del match, porta in vittoria ai danni del Messico vantaggio gli azzurri. Per i padrone di casa: un rotondo 4- successivi 80' di gioco l'Italia si
LA SCATOLA DEI RICORDI<< ITALIA-GERMANIA 4-3 chiude in difesa con il più classico dei “catenacci” cari a Nereo Rocco, cercando di sfruttare i contropiedi che venivano concessi dai tedeschi e con il portiere Enrico Albertosi protagonista di interventi decisivi sui tentativi degli attaccanti avversari. La partita sembra finita, mancano pochi secondi alla fine e l'Italia è ormai a pochi passi dalla finale. Sembra finita ma così non è perché, dopo 1 50 secondi dalla segnalazione del recupero, è il milanista KarlHeinze Schnellinger a pareggiare i conti grazie al suo unico gol in 47 partite con la propria nazionale. 1 -1 e tempi supplementari, anzi, I tempi supplementari per eccellenza. Passano 4 minuti ed è Gerd Muller a siglare il gol del 2-1 per i tedeschi a seguito di un errore della difesa italiana. Errore che viene “gentilmente” restituito dai teutonici, che permettono a Tarcisio Burgnich (ultimo gol per lui in 66 partite con la maglia della nazionale) di siglare il pareggio; 2-2, siamo al 98°
minuto, 8° del primo tempo supplementare. Quando la prima mini-frazione sta per andare in archivio però, una splendida azione personale di Gigi Riva porta l'Italia in vantaggio. 2-3 per noi, ma non è ancora finita. Inizia il secondo supplementare, passano 5 minuti e la Germania pareggia nuovamente: colpo di testa di Seeler indirizzato verso il fondo del campo, il pericolo sembra scampato ma è ancora Gerd Muller a siglare il pari, avventandosi sulla sfera e trovando uno spiraglio tra Rivera, piazzato sulla linea di porta, e il palo. I tedeschi esultano e lo sconforto tra gli azzurri è tanto, soprattutto in Albertosi che non riesce a nascondere la propria delusione nei confronti del compagno, il cui errore sembrava poter costare una finale. Palla per l'ennesima volta posizionata a centrocampo, il messicano Yamasaki fischia la ripresa del gioco e si ricomincia: un passaggio indietro, poi un altro e un altro ancora fino ad arrivare a quota 11 scambi tra i
nostri giocatori. L'ultimo tocco è quello di Gianni Rivera, che di piatto supera il portiere Maier e porta il risultato sul definitivo 4-3. Passano i minuti, triplice fischio e gli azzurri staccano il pass per la finale mondiale dopo 32 anni. Nelle piazze italiane i tifosi festeggiarono per tutta la notte come se si fosse vinta la competizione, in attesa della finale vera e propria. Dall'altra parte la sconfitta non fu presa bene, a tal punto che in occasione del successivo incontro tra le due squadre (finale mondiale 1 982, 3-1 per noi) le forze dell'ordine si organizzarono per evitare che si ripetessero i disordini di quella notte del 1 970. Ma quella del 1 7 Giugno, mercoledì, 1 970 , fu ricordata per ben altri motivi. Fu la notte in cui iniziò il dominio italiano sulla Germania, la notte della “Partita del Secolo”.
Ruggero Tracuzzi
"Ma quella del 17 Giugno, mercoledì, 1970, fu ricordata per ben altri motivi"
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SELF MADE MANAGER << FABRIZIO CASTORI
fcaabsrtioziroi IL SIGNOR PROMOZIONE
L'allenatore artigiano che ha trasformato un sogno in realtà
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el calcio moderno si sa che devi essere muscolare e reattivo. Per vincere devi sudare, correre senza fermarti ed essere pronto a ripartire. Questa è la ricetta del campione made by Fabrizio Castori, uno che sa tirare fuori tutto, ma proprio tutto dai suoi giocatori. Il vulcanico marchigiano- Il sanseverinate muove i primi passi importanti da allenatore nel Tolentino, dove nel 1 993, a 39 anni vince il suo primo campionato di Eccellenza e vola in Serie D, dove nel 1 995 conquisterà la Serie C2. Dopo l'esonero, sbarca a Lanciano, e tra il 1 999 e il 2001 conquista
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altre due promozioni, quest'ultima lo porta nell'ex C1 dove nel 2003 prenderà le redini del Cesena. Con la formazione romagnola conquista la promozione nella serie cadetta, dopo aver vinto i playoff contro il Lumezzane. Durante la rissa contro i lombardi è stato parte attiva nello scontro scatenatosi in campo, che gli è costato tre anni di squalifica, poi ridotta a due. Tuttavia rimane sulla panchina toscana, coadiuvato da Massimo Gadda come allenatore facente funzione e riesce a conquistare i play-off nel 2005-2006. Dopo una striscia di esoneri tra
Salernitana, Piacenza, Ascoli, Varese e Reggiana, arriva l'offerta del Carpi. La vita a volte è strana e Castori ha firmato col Carpi quasi un po’ per caso. A febbraio 201 4 l'esuberante marchigiano era volato a Donetsk, in Ucraina, dove era pronto ad allenare il Metalurg. "Mi avevano offerto un contratto ben pagato. Poi è scoppiata la guerra e la trattativa è saltata, ma in fondo è andata bene così», ha detto Castori, che a Carpi pare si sia accontentato di uno stipendio inferiore ai 50mila euro. A fine 201 4 il Carpi era già a +9 sulle rivali (record della storia della B a 22 squadre), i romagnoli
SELF MADE MANAGER<< FABRIZIO CASTORI hanno resistito anche al piccolo passaggio a vuoto di febbraio e marzo e infine ad aprile hanno messo la sesta, vincendo 7 gare su 8, venendo eletti come reginetta della serie cadetta. La castorizzazione - «Devono corre e sudà como le bestie»Messaggio chiaro e coinciso quello del tecnico Castori che apre così nell'estate del 201 4 il suo ritiro con il Carpi. Niente tattica, niente schemi, solo corsa, resistenza e poi giù di contropiede. «Il nostro Carpi è fatto di giocatori che addirittura non hanno mai fatto la Lega Pro, alcuni vengono dalla Serie D. racconta il marchigiano al Pallone d'oro del calcio umbro 201 5, organizzato dal Giornale dell'Umbria - Anche in Serie A vogliamo perseguire con questa filosofia, vogliamo giocatori poco conosciuti con un buon
potenziale pronto a esplodere, in campo devono sputare sangue». In effetti il monte stipendi della stagione in B era solo di due milioni e mezzo, un budget da ultimo posto, se non fosse per acquisti mirati come Lasagna o Mbakogu. Tutto ciò grazie anche al ds aglianese Cristiano Giuntoli, passato quest'anno al Napoli, che ha riassunto così la sua filosofia: «Io prendo ragazzi gratis dai dilettanti, li scelgo grossi e pesanti, oppure piccoli e agili: in un'orchestra servono i tromboni e i violini. Ma soprattutto li scelgo affamati». Il 61 enne è un allenatore vecchio stampo, uno di quelli che si sporca le mani ed esige rispetto «Un tecnico deve essere convinto per essere convincente. Kelava mi disse: “In tribuna io non ci vado”. E il giorno dopo aveva le valige pronte.» La prima volta - Agosto
andiamo, è tempo di sognare. Finiti i festeggiamenti è ora di rimettersi a correre, la Serie A è realtà. Per Castori, come per lo stesso Mbakogu è la prima volta in uno dei campionati più prestigiosi del mondo. La realtà talvolta supera la fantasia, immaginate il tecnico marchigiano, che a due anni fa veniva esonerato dalla Reggina, e che quest'anno calpesterà l'erba di San Siro o proverà a far qualche sgambetto ad Allegri, Mancio e colleghi, tutto per la prima volta, perchè in fondo la prima volta non si scorda mai.
Edoardo Ridolfi
il carpi di castori era fatto di giocatori che venivano dalla lega pro e addirittura dalla serie d.
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GRAPHI!
L'ANGOLO DI GRAPHI << ANDREA PIRLO
L'ANGOLO DI
LUCA SPIGARELLI
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G@dOiseAgnidLic!alcio L'ANGOLO DEL GOAL << Italia-germania
L'ANGOLO DEL
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SPECIALE FANTACALCIO << TOP 11 FALSO NUEVE
tfaonpta11calcio by falso nueve
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Con la nuova stagione oramai alle porte, Falso Nueve vi propone un undici fantacalcistico da utilizzare. Una formazione con alcuni big ma anche delle scommesse..
entamente l'estate volge al termine. I ritiri delle squadre lasciano spazio ad amichevoli sempre più probanti, i campionati europei piano piano prendono tutti il via e anche la Serie A vede oramai vicino il suo inizio. E cosa c’è di più bello, coinvolgente ed appassionante per noi italiani amanti del calcio se non[ il fantacalcio? Come ogni stagione stanno per ripartire aste, leghe private e tutto quanto ruota intorno al mondo del fantacalcio, che come recita lo slogan storico, è il
“immuni” ad esso, e anche per questo vogliamo proporvi una nostra “Top 11 ” da utilizzare nelle vostre leghe con amici o su internet. Non la solita formazione con soli big o nomi scontati, ma anche con qualche novità e qualche scommessa, che nel fantacalcio non può mai mancare. Perché un conto scommettere sui 20 gol a stagione di Higuain, un conto scovare il giocatore semisconosciuto che a maggio tutti vi avranno invidiato. Il modulo scelto è il 3-4-3 . Se gioco più bello del mondo dopo siete fan del modificatore della il calcio. Noi di Falso Nueve difesa storcerete un po’ il naso, ovviamente non siamo ma inserendo qualche
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centrocampista offensivo in più i bonus potrebbero essere maggiori. Nota importante: non
abbiamo considerato il trequartista, inserito
quest’anno dalla Gazzetta. Preferiamo mantenere la distinzione centrocampistaattaccante, da buoni nostalgici e romantici. In porta, la nostra scelta cade sul numero uno dell’Inter Samir Handanovic. Quest’anno i nerazzurri sembrano aver rinforzato la loro difesa, che magari concederà qualche gol in meno rispetto alle ultime stagioni. E poi, Handa è un para-rigori fenomenale: +3 di bonus non
SPECIALE FANTACALCIO << TOP 11 FALSO NUEVE Il trio difensivo è composto da Kamil Glik, Leonardo Bonucci e Silvan Widmer. Il capitano del Torino è un must ormai per tutti i fanta-allenatori: sufficienza sempre piena, gol ed un moderato numero di cartellini nell’ultima annata. Bonucci, invece, è diventato un leader per la Juve e pure lui non disdegna quei 4-5 gol stagionali che fanno sempre contenti i fanta-mister. Widmer, terzino dell’Udinese, è invece la nostra scommessa difensiva: un ottimo esterno di spinta, che giocando nel 3-5-2 di Colantuono è impiegato in posizione più avanzata e può far male anche in zona realizzativa. Dopo una buona annata, potrebbe ripetersi e migliorarsi. A centrocampo le nostre quattro scelte sono Felipe Anderson , Paul Pogba, Andrea Bertolacci e Oscar Hilijemark. Il brasiliano della Lazio, dopo il boom della scorsa stagione, è chiamato a ripetersi e a consacrarsi definitivamente e con lui a centrocampo sarà come giocare con 4 punte. Il francesino bianconero, verosimilmente alla
sua ultima stagione in Italia, sarà ancora più leader della Juve dopo le partenze di Pirlo, Vidal e Tevez e potrebbe raggiungere anche la doppia cifra se continuerà a crescere. Il centrocampista della Nazionale Italiana, invece, dopo essere stato preso dal Milan per una cifra considerevole, dovrà continuare sulla falsa riga di quello che si è visto a Genova e potrebbe risultare un ottimo colpo per il centrocampo. L’ultimo nome è la nostra super scommessa: Oscar Hiljemark, svedese classe ’92, acquistato dal Palermo di Zamparini. Viene dal PSV e soprattutto dall’Europeo Under 21 vinto, da capitano, con la sua Svezia. Potenzialmente è un ottimo giocatore, che ha fatto già intravede discrete qualità, ma bisognerà capire come si adatterà al campionato italiano. Chissà che il fiuto di Zamparini non dia i suoi frutti anche in questo caso.. In attacco, il nostro tridente è composto da Mauro Icardi , Alvaro Morata e Lorenzo
Insigne. Il bomber nerazzurro,
dopo aver vinto la classifica cannonieri lo scorso anno, è pronto a ripetersi grazie al suo incredibile fiuto del gol e potrebbe fare faville in una squadra potenziata come l’Inter. Insieme a lui, ecco il 9 juventino Morata. Nella scorsa stagione in pochi avevano puntato su di lui, mentre quest’anno in molti farebbero carte false per averlo. Anche noi, ovviamente, perché lo spagnolo ha dimostrato di essere un top player nonostante i soli 22 anni. Il terzo nome, meno scontato, è quello del fantasista napoletano Insigne. Con Sarri, giocando da rifinitore nel 4-3-1 -2, Lorenzo il Magnifico sta facendo faville in questo pre-campionato e potrebbe essere il valore aggiunto del Napoli di quest’anno. Noi punteremmo ad occhi chiusi su di lui e sul suo talento. Vi piace il nostro undici? Ovviamente sarà il campo, come sempre, a dire se avevamo ragione oppure no.
Leonardo Bossi
ecco la top 11 scelta da falso nueve: un 3-43 che, seguendo le quotazioni della gazzetta, vi costerà 198 crediti su 250 disponibili
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DAVIDE CONTRO GOLIA << EURO '92
DCAAMPNIOINME AD'ERURCOAPA Da ripescata ad "ammazzagrandi": come i danesi conquistarono l'europeo di Svezia.
I
l 1 0 Giugno 1 992 ha inizio in Svezia la fase finale della nona edizione del campionato europeo di calcio per nazioni, alla quale prendono parte 8 squadre (dall’edizione successiva in Inghilterra il numero delle partecipanti sarà raddoppiato a 1 6). La particolarità di questa rassegna, oltre alla Germania che si presenta per la prima volta come un’unica nazione dopo l’abbattimento del muro di Berlino, è l’esclusione della Jugoslavia non per demeriti sportivi ma per le conseguenze della guerra che col sangue sta portando ad una divisione in più parti del territorio, con la
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nascita quindi di nuovi Stati indipendenti. Al posto degli slavi viene ripescata la Danimarca, seconda nel girone di qualificazione. Il “Gruppo A” è formato dai padroni di casa della Svezia, dalle favorite Francia e Inghilterra e dall’ultima arrivata Danimarca. Le prime partite (Svezia-Francia e InghilterraDanimarca) son buone solo a conciliare il sonno e a dar noia ai più stoici che arrivano al fino al 90’: due pareggi senza emozioni, pieni di tatticismi e poveri di gioco. Alla fine della prima fase in testa al girone contro ogni pronostico, si trovano la Svezia imbattuta e la
Danimarca che, con un pareggio ed una vittoria contro la Francia, stacca il pass per la semifinale. Il “Gruppo B” è invece costituito dalla Germania detentrice del mondiale italiano del 1 990, dall’Olanda, detentrice della precedente edizione della rassegna europea in Germania Ovest, dalla Scozia e dal CSI, letteralmente il Comitato degli Stati Indipendenti, nato dopo lo scioglimento dell’URSS. L’esordio tra Olanda e Scozia lo decide il giovane attaccante Bergkamp a favore degli Orange, mentre la Germania non va oltre l’1 a 1 con gli Stati
DAVIDE CONTRO GOLIA << EURO '92 Indipendenti ma supera la Scozia per due reti a zero. Anche l’Olanda viene fermata sul pareggio dal CSI che paradossalmente perde solo all’ultima giornata con gli scozzesi con un perentorio 3 a 0. La partita che decide la testa del girone la vincono gli arancioni contro la Germania, probabilmente penalizzata dalle molte assenze rispetto al mondiale vinto due anni prima. Arrivano alle semifinale da favorite proprio Svezia e Olanda dunque. Le due squadre sono senza dubbio le più in forma della competizione ma diametralmente opposte per stile di gioco e punti di forza: da un lato, la rocciosa fase difensiva svedese, dall’altro, un attacco di livello mondiale (Gullit, Van Basten, Bergkamp, Roy sono tutti cresciuti nella terra dei mulini a vento). Proprio l’Olanda si ritrova di fronte la Danimarca che dopo aver strappato il pari alla fine dei tempi regolamentari con il risultato di 2 a 2, riesce a farla franca ai calci di rigore (dal dischetto risulta decisivo la manc ata realiz zazio ne P e t e r Sc h m e ic h e l dagli in una delle tante parate che non 11 h a n n o p e r m e ss o metri al l a G e r m an i a d i di pareggiare ai gol Marc danesi, o Van Bast en). Nell’a ltra semif
inale la Germania riesce – non senza qualche difficoltà - a superare l’ostica Svezia: su un passivo di 0 a 3 maturato dalla doppietta di Riedle e il gol che ha aperto le marcature di Häßler, gli uomini di Svensson provano la rimonta ma non vanno oltre il 2 a 3 ed escono dalla competizione. Alla finale di Gotemborg del 26 giugno arrivano quindi la Germania di Berti Vogts, forte del blasone e della fama che la precedono e, la Danimarca, arrivata per caso – o meglio per “sfortuna” di altri – ma giunta piano piano fino in fondo. La partita prende subito i binari giusti per i danesi che passano in vantaggio al 1 8’ del primo tempo col gol di Jensen. La Germania è cosi costretta a buttarsi in avanti alla ricerca del pareggio, scoprendosi inevtabilmente dietro. L’offensiva tedesca non porta i risultati sperati e al 78’ arriva il gol della Danimarca che sancisce la vittoria. Il pallone lo insacca chi forse ne aveva più bisogno, Kim Vilfort che nel frattempo stava combattendo un'altra importante battaglia: il centrocampista si
trovava con il corpo e la mente lì a Goteborg, in Svezia, ma con il cuore in realtà era probabilmente in Danimarca dove la figlia Line di otto anni, affetta da una grave forma di leucemia, lottava per sopravvivere. Morirà qualche settimana dopo. Ed è così che la “ripescata” è riuscita a crescere, partita dopo partita, compiendo l’impresa contro l’Olanda e recitando la parte della veterana contro la ben più navigata Germania, fino ad alzare al cielo la coppa del campionato europeo per nazioni del 1 992. L’interpretazione le è calzata a pennello perché nessun demerito ha avuto la squadra di Nielsen se non quello di aver rovinato la festa ai teutonici che pregustavano già l'ennesimo trofeo in bacheca.
Enrico Castagnola
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CRESCENDO SI SBAGLIA<< ROBERT ACQUAFRESCA QUEST'ANNO CON LA MAGLIA DEL BOLOGNA IN SERIE B HA COLLEZIONATO 4 RETI IN 26 PRESENZE
R O B E RT ACQUAFRESca UNA PROMESSA NON MANTENUTA
Dalla Primavera del Torino all'Inter di Mou. L'esplosione a Cagliari prima della discesa tra Atalanta, Genoa, Levante e Bologna.
"M
i risulta che Mourinho adori Acquafresca, è un calciatore che gli piace molto. Stando così le cose, Robert a fine anno potrà tornare alla base.” Con queste parole parlava nel 2009, Paolo Fabbri allora procuratore del giocatore classe 1 987. Da quelle dichiarazioni sono passati ben sei anni, e di quel giocatore che tanto bene stava facendo con la maglia del Cagliari si sono praticamente perse le tracce. Dopo l'exploit con i sardi, il buon Robert ha perso il tocco magico e si è arenato in giro per l'Italia (con una piccola parentesi in Spagna al
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Levante) senza riuscire più ad uscire dal limbo. Eppure la carriera del giovane italo-polacco sembrava destinata a ben altri palcoscenici, soprattutto dopo la grande occasione avuta nella stagione 2005. Con il fallimento del Torino (Robert giocava nella squadra Primavera) nel corso dell'estate si svincola e si accasa a parametro zero all' Inter, che decide di puntare sul ragazzo mandandolo subito a giocare in prestito al Treviso appena promosso in Serie A. L'11 settembre del 2005 è il giorno del suo esordio in Serie A, nella gara persa dai bianco-azzurri
per 0-1 contro il Livorno. In quella stagione Acquafresca colleziona 8 presenze e nessuna rete, con il Treviso che dopo appena una stagione fa subito ritorno in Serie B. Nella stagione successiva in cadetteria, Robert si guadagna la maglia da titolare mettendo a segno ben 11 reti in 35 presenze, con la prima tripletta in carriera realizzata contro lo Spezia. Complice l'ottima stagione in maglia trevigiana, l'Inter riacquista la proprietà del cartellino del giocatore, prima di cederlo in comproprietà al Cagliari . L'inizio è col botto per Acquafresca, che alla prima
CRESCENDO SI SBAGLIA<< ROBERT ACQUAFRESCA da titolare, regala ai sardi la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia con una splendida doppietta contro il Siena. Il 26 settembre del 2007 è il giorno del suo primo gol in Serie A, nella gara persa contro la Lazio per 31 . Con l'arrivo in panchina di Davide Ballardini, Robert inizia a giocare con una certa continuità realizzando 11 reti in 32 presenze che servono al Cagliari per guadagnarsi la permanenza nella massima serie. Le buone prestazioni con la maglia dei sardi non passano inosservate dalle parti di Milano, con l'Inter che decide di riscattarlo per 5 milioni lasciandolo però in prestito ancora un'altra stagione in Sardegna. Con Massimiliano Allegri in panchina Acquafresca si conferma anche nella stagione 2008/09 con 1 4 reti in 37 presenze e uno splendido nono posto in classifica. Sembra l'inizio della favola per Acquafresca, pronto finalmente a tornare all'Inter per cercare di conquistare lo Special One José CON LA MAGLIA DEL CAGLIARI LA MIGLIORE STAGIONE IN SERIE A NEL 2008/2009. 14 RETI IN 37 PRESENZE.
Mourinho. Sembra, appunto.
perché l'attaccante viene girato al Genoa come contropartita nell'affare Milito-Thiago Motta, con i grifoni che a sua volta lo girano in prestito all' Atalanta. Mezza stagione con gli orobici condita da una sola rete in 1 2 partite prima di tornare al Genoa, con gli stessi risultati (una doppietta in 1 0 presenze). Nel tentativo di rilanciarsi, nella stagione 201 0/2011 si riaprono le porte del Cagliari, società in cui è esploso, e l'aria di casa sembra fargli veramente bene. Colleziona 39 presenze e 9 gol tra campionato e Coppa Italia, ma le reti non gli valgono il riscatto, con i sardi che lo rimandano al Genoa al termine del periodo di prestito. Genoa è però solo una sosta per il buon Robert, che nella stagione successiva passa al Bologna in prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino. Con i falsinei segna 5 reti in 38 partite, un magro bottino che però gli basta per essere riscattato dai rossoblu. Nel gennaio del 201 3
IN EUROPA LEAGUE CON LA MAGLIA DEL LEVANTE NELLA STAGIONE
per Acquafresca si aprono le porte della Liga Spagnola, con il Levante che nonostante le ultime opache prestazioni decide di puntare su di lui. Tre reti in 1 6 presenze e l'esperienza spagnola è già finita. Tornato al Bologna, viene riscattato alle buste proprio dai falsinei con cui è ancora sotto contratto. L'ultima stagione Acquafresca è andato a segno 4 volte in 26 presenze, il solito magrissimo bottino dell'attaccante classe 1 987. Alla soglia dei 30 anni, la carriera dell'ex promessa del Torino appare già finita. Le reti di Cagliari sono ormai un lontano ricordo, così come le parole del suo procuratore sullo Special One. Parole che adesso suonano come una beffa per Acquafresca, che dall'olimpo dell'Inter di Mourinho si è perso nei meandri delle squadre piccole o medio piccole dello stivale italiano.
Damiano Boccalini
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ALZATI E SEGNA << PATO-LOGIA
PATO -TULTOTAGCOILAPA DEL MILAN?
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Approfondimento sulle cause degli infortuni del Papero che accusa lo staff medico rossonero dopo esser tornato in patria mostrando un'ottima condizione fisica
opo aver sbloccato un’insidiosa partita, riceve un gran assist da Ronaldinho, stop a seguire, supera il portiere e sigla la doppietta personale. È il 28/02/201 0 a San Siro si gioca Milan-Atalanta e Alexander Pato sta vivendo un momento magico: in due anni il giocatore ha realizzato come media un gol ogni due partite e con la doppietta appena siglata è il miglior marcatore stagionale con 1 4 reti in 21 presenze. Tuttavia è proprio in quel giorno che iniziano i mali per il brasiliano. Durante il match subisce un infortunio muscolare alla coscia destra e
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rientrerà soltanto per le ultime due partite di campionato del Milan mentre l’Inter si appresta a festeggiare il triplete. Nei tre anni successivi 25 presenze e 6 gol tra campionato e coppe e ben 1 6 infortuni. Distrazioni, lesioni muscolari agli adduttori dell’arto inferiore destro e sinistro, al bicipite femorale destro e sinistro e distorsioni a entrambe le caviglie. Le patologie sono tante e varie e presuppongono una causa comune multifattoriale. I tifosi accusano lo staff medico di aver rafforzato esageratamente l’apparato muscolare del giocatore che ha visto aumentare la massa muscolare
di ben 9 kilogrammi nei primi due anni in rossonero. Un primo fattore da prendere in considerazione è proprio questo: lo sviluppo muscolare deve essere bilanciato da una crescita della forza elastica e delle strutture tendinee. Nel caso di Pato il potenziamento muscolare non è stato affiancato da esercizi di allungamento eseguiti correttamente. Il Milan è uno dei club più importanti al mondo e ha medici e fisioterapista altamente qualificati, inoltre la società rossonera è supportata da MilanLab, un centro di ricerca scientifica tecnologica che ha
ALZATI E SEGNA<< PATO-LOGIA lo scopo di prevenire e identificare le cause degli infortuni. Molto più probabile che il calciatore non eseguiva com’erano richiesti o nelle quantità corrette gli esercizi. La componente psicologica è da prendere in considerazione: i mesi degli infortuni a Milano non sono stati vissuti con serenità dal calciatore, inoltre, è determinante lo stile di vita. Più volte Pato è stato accusato d’indolenza quando era necessario, invece, prendere come esempio un fuoriclasse come Pavel Nedved che tutti i giorni svolgeva un protocollo antinfortunio e nella sua carriera ha avuto un'unica lesione muscolare o, come visto negli articoli precedenti, la leggenda Roberto Baggio che, per il suo squilibrio tra le due gambe, effettua esercizi extra ogni giorno e quando giocava anche dopo gli allenamenti. Una maggiore dedizione avrebbe potuto assicurare al giocatore una prevenzione agli infortuni che nel caso del brasiliano possono anche essere dovuti a una concausa genetica. Nel gennaio del 201 3 il Corinthians acquista il cartellino del giocatore per 1 5 milioni di euro, ma il ritorno in patria non è dei migliori:
CON LA SELEÇÃO 27 PRESENZE E 10 GOL. NELLA NAZIONALE OLIMPICA BRONZO A PECHINO 2008 E ARGENTO A LONDRA 2012.
IL 2 AGOSTO 2007, ALL'ETÀ DI 17 ANNI, È STATO ACQUISTATO DAL MILAN PER 22 MILIONI DI EURO, LA CIFRA PIÙ ALTa MAI PAGATA PER UN MINORENNE.
Pato segna 1 7 reti in 62 partite senza infortuni, ma spesso è fischiato per le sue prestazioni al di sotto delle aspettative. Dal Corinthians sono arrivate anche accuse nei confronti del Milan, un portavoce del club ha affermato che il Milan ha finto che il giocatore fosse infortunato per un paio di anni per fare credere che Pato fosse ancora l’astro nascente del calcio e far cadere nella trappola il club brasiliano. Nel 201 4 si trasferisce con un prestito biennale al San Paolo e ritorna a giocare a buoni livelli tanto che il suo allenatore, Muricy Ramalho, afferma << Adesso è un piacere vederlo giocare, sta tornando il giocatore che conoscevamo>>. Nel
settembre dello stesso anno Pato dichiara parole al veleno nei confronti del suo vecchio club italiano sostenendo di aver sempre seguito lo staff medico che aveva sempre fretta per riportarlo in campo e per avvalorare ancora di più la sua tesi faceva riferimento al suo ottimo stato di salute e ai guai muscolari presenti ancora a Milanello. Un mese dopo il suo primo infortunio muscolare in Brasile lo tiene fermo per più di 30 giorni. In questa sessione di mercato si è parlato molto di un ritorno in Italia per il Papero che dovrà assolutamente convincere il campionato italiano non solo di aver superato i problemi fisici, ma anche di essere cresciuto come mentalità. Il talento dei campioni non gli manca, adesso bisogna scendere in campo per dare l’anima e ottenere tutto quello che si pensava potesse vincere quando nemmeno maggiorenne arrivò a Milano.
Angelo Russo
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VIAGGIO NEI TEMPLI DEL CALCIO<< ROSE BOWL
ROSE BOWL VIAGGIO NEI TEMPLI DEL CALCIO
Dal 1922 una perla al centro della California Ai più giovani e appassionati di serie tv il nome della cittadina di Pasadena, California, verrà alla mente per le divertenti gesta di Sheldon Cooper e compagni in The Big Bang Theory, ma a livello sportivo il gruppo di nerd e la simpatica quanto bella Penny non danno un gran contributo alla nostra storia se non per la localizzazione geografica. Dal 1 922 a pochi chilometri da Los Angeles sorge un monumento allo sport, il Rose Bowl Stadium, più comunemente conosciuto come Rose Bowl. La costruzione di questo enorme impianto partì nel 1 921 sul modello dello Yale Bowl, lo stadio di proprietà della celebre università. L'architetto del
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progetto era il signor Myron Hunt, un signore che nella zona ha tirato su parecchi edifici. Inizialmente la forma non era un ovale completo come lo vediamo ora ma era a forma di ferro di cavallo: negli anni ovviamente, complice la grande passione degli americani per il football, lo stadio è stato ampliato diverse volte fino alla forma che vediamo adesso con più di 90000 spettatori di capienza, anche se dal 1 972 al 1 997 è stato lo stadio più capiente degli States con oltre 1 04000 posti a sedere. Adibito principalmente come stadio del football, negli anni si è però convertito anche al calcio, ospitando ben tre finali di grande prestigio: nel 1 984 ci fu la finale
delle Olimpiadi di Los Angeles fra Francia e Brasile vinta dai Transalpini per 2-0 con le reti di Brisson e Xuereb. Qualche anno dopo però lo stesso Brasile si vendicò portandosi a casa nello stesso impianto la quarta Coppa del Mondo della sua storia a danno dell'Italia di Arrigo Sacchi, in un caldissimo e afoso pomeriggio californiano. La gara, come da tradizione della Coppa del Mondo è tesissima, un minimo dettaglio può sbloccarla e portarla da una parte o dall'altra, ma né i tempi regolamentari né i suppelementari danno un responso univoco: servono i calci di rigore, che già nell'edizione precedente furono
VIAGGIO NEI TEMPLI DEL CALCIO<< ROSE BOWL fatali per gli Azzurri con i miracoli dal dischetto di Mauro Goicoechea. Parte l'Italia con Baresi, il Capitano di quella spedizione, che però sbaglia. Dall'altra parte però i verdeoro non ne approfittano e Marcio Santos sbaglia a sua volta. Albertini ed Evani vanno a segno, così come Romario e Branco dall'altra parte, l'equilibrio persiste. Sul dischetto si presenta Massaro, che però si fa parare il tiro da Taffarel, Dunga dall'altra parte invece non sbaglia al cospetto di Pagliuca, è 3-2 Brasile. Per l'Italia resta solo il trascinatore di quella Nazionale, uno dei numeri 1 0 più forti della storia del gioco, uno specialista dal dischetto, su punizione, uno specialista di praticamente qualsiasi gesto tecnico del calcio, il Divin Codino Roberto Baggio. Deve segnare per mantenere l'Italia a galla e sperare in un miracolo di Pagliuca per andare ad oltranza. Purtroppo sappiamo tutti com'è andata a finire, col tiro di Baggio che lambisce la traversa ma non entra, e col Brasile che alza la Coppa. Nel 1 999 ha inoltre ospitato la Finale del torneo
Roberto Baggio disperato sul dischetto del rigore durante Italia-Brasile,
femminile fra Stati Uniti e Cina, vinta dalle americane ai rigori. Oltre a grandi eventi sportivi il Rose Bowl è stato e sarà teatro di grandi eventi musicali: Pink Floyd, U2, Depeche Mode, Metallica, Guns 'n Roses, Rolling Stones ed Eminem sono solo alcuni degli artisti che hanno fatto vibrare le storiche gradinate dell'impianto statunitense nel corso degli anni.
quella del centenario della competizione, che verrà ospitata dagli Stati Uniti: il Rose Bowl ovviamente sarà tra gli stadi che farà da palcoscenico ai campioni di Brasile, Argentina, Uruguay e i Campioni in carica del Cile, pronti a scrivere altre importanti pagine della storia del calcio.
Nicolò Vinci
Nel 201 6 si terrà un'edizione speciale della Copa America,
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SPECIAL WORLD OLYMPICS GAMES
THE FIGHTER << SPECIAL OLYMPICS WORLD GAMES
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Il racconto di alcune fantastiche storie che hanno caratterizzato i giochi olimpici speciali di Los Angeles 2015
he cosa viene in mente pensando alla parola sport? È un gioco in cui prevalgono odio e violenza tra tifosi e giocatori? È un business infinito con cifre da capogiro? È uno strumento per creare associazioni a delinquere? Ultimamente in Italia in alcune discipline, come il calcio, è emerso questo concetto, assolutamente lontano dai veri valori sportivi. Sport è divertimento, benessere, integrazione, passione, amicizia, lealtà... e non solo! Lo sport diventa la migliore terapia quando a essere protagonisti sono individui diversamente abili e il
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gioco diventa un vero e proprio insegnamento. Calciare, tirare una palla, guardare in viso un compagno, rispettare il proprio turno, fare amicizia possono sembrare semplici azioni, ma non lo sono assolutamente! Raggiungere uno di questi obiettivi è un grande successo per chi opera in questo campo. Nell’ultima settimana di Luglio si sono svolti i giochi olimpici speciali a Los Angeles, una manifestazione sportiva multidisciplinare per gli atleti con disabilità intellettive. Un evento mondiale con 1 77 paesi partecipanti, 7000 atleti e oltre 30 mila volontari di tutte le nazionalità. L’Italia è stata
rappresentata da 1 01 azzurri, ognuno con una meravigliosa storia alle spalle e con un’immensa gioia a partecipare. Alessandro Bellotti, 26 anni, è un cestista che sin dalla nascita soffre di epilessia che gli ha causato lesioni cerebrali e un inevitabile deficit cognitivo e motorio; ancora oggi non riesce a leggere e scrivere, ma i progressi fatti con sacrificio e con l’aiuto della famiglia gli hanno consentito di migliorare l’emiparesi destra e di diminuire le crisi epilettiche giornaliere. Iniziare a giocare a basket non è stato facile: all’inizio inciampava
the fighter<< SPECIAL OLYMPICS WORLD GAMES continuamente, centrare il canestro era un’impresa e, ancora oggi, utilizza prevalentemente il lato sinistro. Tuttavia il ragazzo, spinto da una grande forza d’animo, non si è abbattuto alle prime delusioni e con un grande lavoro è riuscito a realizzare il sogno di partecipare ai giochi olimpici. Andrea Seffusatti , 24 anni, è un nuotatore di fondo con un disturbo autistico. I segni principali dell’autismo sono difficoltà nell’interazione sociale (pertanto prediligono gli sport individuali), interessi stereotipati e deficit del linguaggio che, a volte, è risolto sviluppando una comunicazione alternativa. Andrea ha sempre partecipato alle gare di nuoto individuale, ma dal 201 4, grazie al team special olympics, ha raggiunto il bellissimo traguardo di iniziare gli allenamenti di pallanuoto, sport di squadra, potendosi confrontare e interagire con nuove persone. Andrea Ministro, 36 anni, fantino, ha avuto lo sport come
un approccio riabilitativo, iniziando il suo percorso con l’ippoterapia, una tecnica che permette di ottenere miglioramenti funzionali psichici e motori attraverso i numerosi stimoli che si realizzano nel corso della seduta a cavallo. Moltissimi atleti con la sindrome di Down sono arrivati a Los Angeles dopo tantissimi sforzi. È il caso di Paola Giorgetta, Giulia Gellera e Paola Lazzarin i. Paola, 24 anni, nuotatrice proveniente da Montemitro, paesino molisano di 350 abitanti, con la passione dell’acqua sin dall’età di 8 mesi. Giulia, 22 anni, è una pallavolista che gioca in Terza Divisione con il Team Special Olympics di Lodi, l’esperienza sportiva l’ha aiutata nella socializzazione, nell’autonomia, nel rispettare le regole e a essere più forte nell’affrontare le difficoltà. Quest’anno Giulia ha realizzato ben due sogni: oltre alla partecipazione ai giochi olimpici, è stata scelta per apparire nel video del suo idolo Marco
Mengoni “Esseri Umani”. Paola, 26 anni, tennista, ha avuto l’onore di conoscere due campioni come Roberta Vinci e Manuel Pasqual per la campagna di promozione e sensibilizzazione “Adotta un campione” (approfittane pure tu per una donazione online nel sito http://www.ioadottouncampione.it / per permettere di pagare le trasferte ad atleti e favorire l’associazione). In questa competizione mondiale non sono stati importanti il piazzamento raggiunto e le medaglie conquistate, bensì quanti sorrisi ha suscitato l’esperienza e quante nuove amicizie si sono venute a creare tra gli atleti, definiti speciali forse perché solo loro possono capire realmente il significato della parola sport.
Angelo Russo
GLI STATI UNITI HANNO OSPITATO BEN 11 EDIZIONI SU 14 DEI GIOCHI OLIMPICI SPECIALI CHE HANNO AVUTO IL LORO INIZIO NEL 1968 A CHICAGO
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OLTRE IL CALCIO << FILIPPO TORTU
CORRI, FILIPPO, CORRI !
Filippo Tortu, 17enne, è una promessa dell'atletica che è riuscita a strappare alcuni record storici per la sua età.
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ono passati ben 35 anni da quando, alle Olimpiadi di Mosca del 1 980, Pietro Mennea vinse l’oro sui 200 piani. Quella gara è ancora oggi riconosciuta come il punto più alto mai raggiunto dall’atletica leggera italiana, ed il tempo fatto registrare dalla “Freccia del Sud” è ancora record europeo. Un 1 9’72’’ che sembra impossibile da scalfire. C’è però un giovane atleta italiano che sembra avere le potenzialità per prendere quel record e farlo suo. Si chiama Filippo Tortu . Nato a Milano ma residente a Carate Brianza, in provincia di Monza, il 1 5 giugno 1 998, Filippo è uno dei
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talenti italiani ed europei più promettenti dell’atletica leggera. Suo padre, Salvino, è originario di Tempio, in Sardegna, ed è stato anche lui un velocista, mentre il fratello Giacomo ha preso parte il mese scorso agli Europei Under 23 (è un classe ’93). Filippo è quindi metà sardo e metà lombardo, anche se con il suo talento riesce a mettere tutti d’accordo. Fa parte della società Atletica Riccardi di Milano, e negli ultimi anni ha avuto dei miglioramenti incredibili che lo hanno portato alla ribalta nazionale, facendolo conoscere anche a chi magari non si interessa
particolarmente di questo sport. Basti pensare che in un solo anno è riuscito ad abbassare il suo personale sui 1 00 metri di ben 66 centesimi, arrivando a correrli in 1 0.33 lo scorso 1 7 maggio. Non male, per un ragazzino che ha appena compiuto 1 7 anni. Grazie a questo splendido tempo, Tortu è diventato primatista italiano sui 1 00 metri per quanto riguarda gli under 1 8, strappando il record che precedentemente apparteneva a Giovanni Grazioli: un 1 0’49’’ stabilito addirittura nel 1 976, che quindi è caduto dopo quasi 40 anni. Nelle categorie cadetti ed allievi, Filippo aveva già
OLTRE IL CALCIO << FILIPPO TORTU messo in mostra tutto il suo talento, diventando campione nazionale sui 60 indoor, sugli 80 e sui 200 outdoor. Poi, ai giochi olimpici giovanili di Nanchino, in Cina, nell’agosto 201 4, ecco che la sorte sembra voltargli le spalle: durante la semifinale dei 200 metri, Filippo giunge secondo guadagnandosi così l’accesso in finale, ma dopo il traguardo una brutta caduta gli procura una doppia frattura alle braccia, che lo costringe ad uno stop forzato. Il ritorno alle gare, nel maggio 201 5, mette in mostra tutte le sue qualità, e Filippo si prende anche il record per la categoria Allievi sui 200 metri : un 20’92’’ che spazza via il precedente record di Andrew Howe, una promessa mai definitivamente sbocciata dell’atletica italiana. Il suo miglioramento sui 200 metri è stato straordinario, basti pensare che il 21 giugno 201 4 impiegò
21 ’89’’ e dopo un anno è riuscito ad abbassare il suo personale di circa un secondo. Quest’estate sono in programma i Mondiali della categoria Allievi a Calì, in Colombia, ma Filippo ha rinunciato a partecipare. Il motivo? Una crescita troppo veloce. Come ha spiegato lui stesso, durante una gara dei 200 metri ha sentito un lieve dolore e dopo un controllo ha scoperto che un osso della gamba era cresciuto più rapidamente di tendini e muscoli, e ciò quindi gli procurava fastidio. Di comune accordo con la Federazione, ha deciso di fermarsi per riprendere poi a gareggiare nel 201 6, senza ovviamente smettere di allenarsi. Filippo, nonostante sia nato e cresciuto in Lombardia, si sente orgogliosamente sardo. Non lo nasconde, anzi, è sicuro e consapevole di ciò che dice quando afferma che “c’è
popolo, parlando con un milanese non ho mai percepito questa mentalità. Un sardo tiene alla propria terra sempre e comunque, io non mi sono mai sentito lombardo”. Parole forti,
che magari non faranno contenta sua madre, ma che dimostrano come Filippo sia un ragazzo deciso. Ora il prossimo obiettivo è l’ Olimpiade di Rio, distante 365 giorni. Il giovane atleta sardo lo sa, sa che il futuro è della sua parte ma che deve correre sempre più veloce per non farselo scappare. Dopo essere diventato il recordman italiano under 1 8 sui 1 00 e 200 metri, ora è il momento di alzare l’asticella per competere poi con i più grandi. Sempre inseguendo il mito dell’indimenticata “Freccia del Sud”.
Leonardo Bossi
l’orgoglio di appartenere ad un
il 17 maggio 2015, a gavardo, filippo tortu ha corso i 1 0 0 m e t r i i n 1 0 ' 33 ' ' , strappando il record a giovanni grazioli che lo deteneva da ben 39 an n i
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OLTRE IL CALCIO << IL LEONE DELLA SAVANA
ILDELLLAESOAVANNAE
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Il Tour de France 2015 è andato a Chris Froome, vincitore di una corsa emozionante, ma non per il primo posto
i sono campioni che hanno costruito la loro carriera anche sulla simpatia, con la quale hanno conquistato la forza e l’affetto del pubblico. Altri invece più schivi, che hanno saputo andare dritti per la loro strada, non facendosi perturbare dalle situazioni e dalle forti emozioni dei momenti più esaltanti o più difficili. Christopher Froome sta sicuramente tra chi ha faticato e stenta tuttora a raccogliere il favore della critica, non riuscendo a stregare il pubblico. Sarà forse il suo stile sgraziato, dinoccolato sui pedali e coi gomiti larghi, o piuttosto il suo glaciale dominio sulla corsa, ma il vincitore dell’ultima
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Grande Boucle ne ha prese di brevissima durata, a causa di sberle in faccia nelle tre numerose cadute nelle tappe settimane di corsa. iniziali caratterizzate dagli insidiosi tratti di pavé. Il L’anti-personaggio – ‘Chris’ capitano della Sky si è Froome nasce in Kenya nel vendicato della malasorte 1 985 da genitori britannici e quest’anno, conducendo un all’alba del 21 esimo secolo Tour esemplare nelle prime inizia a darsi al ciclismo. due settimane, sufficienti per Sbarca tra i professionisti tra il prendere abbastanza margine 2007 e il 2008, ma il grande su tutti gli avversari e poter pubblico inizia a conoscerlo dunque permettersi di correre solo nel 2011 , quale in difesa nella temutissima preziosissimo gregario di ultima settimana, in cui infatti il Bradley Wiggins che scorterà britannico si è dimostrato più al successo del Tour de France vulnerabile e “umano”. Già, 201 2, piazzandosi appena umano, un aggettivo che i suoi dietro di lui. Il primo gradino del detrattori non gli vogliono podio parigino lo coglie però proprio assegnare. Chris, subito dopo, nell’edizione 201 3. combattente nato, che in La sua avventura francese passato dovette far fronte alle 201 4 si rivela invece di difficoltà che una malattia
OLTRE IL CALCIO << IL LEONE DELLA SAVANA come la schistosomiasi impone, per raggiungere il podio, uno dei in questa edizione della corsa pochi obiettivi rimasti ancora al gialla ha convissuto con le più 35enne iberico, al quale vanno in disparate accuse di doping, ogni caso fatti i complimenti per rimbalzate dai quattro angoli del la costanza. Una qualità che è globo fin sulle strade transalpine. mancata al più forte azzurro in Le insinuazioni si sono persino corsa: Vincenzo Nibali . L’ex trasformate in plateali gesti di campione in carica del Tour ha “protesta”, ai quali nessun sofferto enormemente le due appassionato di sport vorrebbe prime settimane di corsa, presenziare. Il ciclista della Sky perdendo una quantità tale di ha dovuto assistere inerme agli minuti a tagliarlo fuori dai giochi insulti di alcuni spettatori e che più contavano. Sulle Alpi si è addosso gli è persino stata però riscattato, scalando la lanciata dell’urina. Personaggio classifica fino a giungere ai piedi poco mediatico, “Il del podio. Leone della savana” "Mi hanno lanciato una tazza di urina Stoica la ha saputo sua e mi hanno urlato 'dopé'. nonostante tutto cavalcata Questo per me è disgustoso," erigere il suo muro in solitaria interiore personale fino al per evitare di perdere di vista traguardo di La Toussuire. l’obiettivo e portarsi a casa A infiammare la corsa non c’è l’ambita maglia gialla per la stato solo “Lo squalo”, ma anche seconda volta. “El Pistolero” Alberto Contador, protagonista di ripetuti attacchi La corsa degli altri – La ma anche di una caduta in spiacevole sensazione vissuta discesa, che l'ha tolto dai giochi dagli spettatori di questo Tour è per il podio: la testa c’era, le stata che, di corsa vera e propria gambe meno. La combattività è per il primo posto, non c’è n’è stata l’arma principale anche di mai stata una, eccetto per Romain Bardet, autore a Saintqualche brivido nel finale. Nairo Jean de Maurienne di Quintana ha corso troppo un’impresa che difficilmente i anonimamente sulle salite tifosi di casa potranno pirenaiche, dove non è sembrato d Nibali vittorioso al traguardo avere il coraggio di dare tutto il i della 19a tappa possibile per cercare di scalfire la leadership di Froome, concludendo secondo, senza infamia e senza lode. Il rammarico cresce ripensando ai preziosi secondi persi nei ventagli creatisi nelle prime tappe olandesi. Il suo compagno di squadra Alejandro Valverde, terzo a Parigi, ha apparentemente corso in difesa
menticare. Chi invece questo Tour lo vuole in fretta dimenticare è sicuramente Van Garderen , costretto a ritirarsi per malattia, tra le lacrime, mentre si trovava ancora terzo in Generale. Le lacrime, con annesse fratture, hanno segnato anche la corsa di due maglie gialle provvisorie, Fabian Cancellara e Tony Martin . Ennesima caduta per l’elvetico e inspiegabile capitombolo per il tedesco e adieu sogni di gloria. La gioia, totale, ha contraddistinto d’altro canto le tre settimane di André Greipel , dominatore assoluto degli sprint, capace di aggiudicarsi 4 delle 5 volate disputate, nelle quali Peter Sagan mai ha saputo imporsi. Lo sloveno torna infatti a casa per il secondo anno di fila senza successi, ma i suoi numeri sono impressionanti: 5 volte secondo, 2 volte terzo e 11 piazzamenti nelle Top1 0 di tappa. Numeri che fanno venire il mal di testa, proprio quello che probabilmente hanno avuto Thomas Voeckler e Filippo Pozzato[ qualcuno per caso li ha visti? Mystère!
Omar Cartulano
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pezzsi tdoi ria Curiosità dal mondo, per ogni epoca.
Sono passati più di 105 anni dal 15 Maggio 1910 giorno della prima partita della Nazionale di calcio italiana: l’Arena Civica di Milano accolse 4.000 appassionati per l’incontro con la Francia. La partita finì con il risultato di 6 a 2 per i ragazzi in maglia bianca (ancora la caratteristica maglia azzurra che circa una anno dopo avrebbe fatto le sue prime comparse, lasciava spazio ad una più economica casacca color latte). Il 16 Luglio si è spento all’età di 88 anni Alcides Ghiggia. Ex calciatore uruguayano, era l’ultimo sopravvissuto degli eroi del “Maracanazo”. Ghiggia oltre ad essere in campo quel giorno, si rese protagonista assoluto segnando il gol del definitivo 2 a 1 che piegò il Brasile in casa propria e che portò la Coppa del Mondo a “la Olimpica”. La 28° edizione della Coppa UEFA (l’odierna UEFA “Europa League”) è stata vinta dal Parma di Malesani che in finale riuscì a superare i francesi del Marsiglia con il risultato di 3 a zero grazie alle reti di Crespo, Vanoli e Chiesa. Questa è anche l’ultima affermazione nella competizione di una squadra italiana. Igor Protti e Dario Hubner sono gli unici calciatori italiani ad aver vinto la classifica cannonieri nelle prime tre categorie nostrane: Serie A, Serie B e Serie C. Protti inoltre, pur aggiudicandosi il titolo di capocannoniere di serie A nella stagione 1994/1995 con 24 reti, in concomitanza con Beppe Signori, non riuscì ad evitare la retrocessione della sua squadra, il Bari. Con la vittoria della Champions League nella finale di Berlino contro la Juventus, il Barcellona è diventata la prima squadra a centrare il “triplete” per più di una volta, i blaugrana lo avevo già raggiunto nella stagione 200872009. Le altre squadre che hanno portato a casa nella stessa stagiona Campionato, Coppa Nazione e Champions League sono: Celtic, Ajax, Psv, Manchester United, Inter e Bayern Monaco). Nella partita tra il Mogi Mirim ed il Macaè valevole per il Campeonato Brasileiro Série B, sono andati in gol per i padroni di casa Rivaldo e il figlio ventenne Rivaldinho, entrando così nella storia: mai in un campionato professionistico hanno segnato nella stessa partita padre e figlio.
FRASE CELEBRE “Solo tre persone nella storia hanno fatto zittire il Maracanà con un gesto: il Papa, Sinatra e io” Alcides Ghiggia
Enrico Castagnola
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film dmeelse
I film del mese consigliati dagli avvenimenti calcistici.
“KING ARTHUR”. Uno dei protagonisti di questa calda estate non può che essere Arturo Vidal, sia in positivo che in negativo. Il guerriero cileno è stato uno dei trascinatori della sua nazionale vincitrice della Coppa America, a suon di gol e sacrifici, ma proprio mentre la Roja avanzava verso la finale, la Ferrari (rossa anch’essa) del centrocampista si andava a schiantare contro un’altra automobile riportando miracolosamente gravi danni solo alle vetture, lasciando illesi o quasi i passeggeri. Forse è stata proprio questa indole un po’ folle che ha fatto riflettere i dirigenti juventini che hanno pensato fosse arrivato il momento di fare cassa e vedere il giocatore. Alla fine il Bayern Monaco di Pep Guardiola ha deciso di puntare su di lui sborsando ben 40 milioni per portarlo all’Allianz Arena. “L’UOMO IN PIU’”: Sembra proprio che Nicklas Bendtner, attaccante classe 1988 del Wolfsburg, abbia trovato la sua dimensione ideale in terra teutonica. Dopo esser rimasto svincolato per non aver rinnovato il proprio contratto con l’Arsenal, firma un triennale con i biancoverdi. Nella sua prima stagione risulta decisivo in alcune partite (un suo gol in Europa League toglie ogni speranza di rimonta all’Inter di Mancini); colleziona in tutto 28 presenze e 5 reti. L’1 Agosto si è reso nuovamente protagonista nella finale di Supercoppa di Germania contro il Bayern Monaco, mettendo a segno il gol dell’1 a 1 a pochi minuti dalla fine, portando la sfida ai rigori ed è proprio la trasformazione del danese a dare la coppa ai lupi di Wolfsburg. “MESSICO IN FIAMME”: Quest’estate, dal 7 al 26 Luglio, si è svolta la 13° edizione della CONCACAF Gold Cup, 23° se si considerano anche le dieci edizioni conosciute ufficialmente con il nome di “Campionato CONCACAF”, ospitata dagli Stati Uniti e dal Canada. Nella finale disputatasi a Filadelfia, al Lincoln Financial Field, si sono trovate davanti Messico ed una sorprendente Giamaica. La partita si è conclusa 3 a 1 in favore della squadra “Tricolor”, che aggiunge così per la decima volta questo titolo nella propria bacheca. “ALBA TRAGICA”: Se il buongiorno si vede dal mattino, Walter Zenga, neoallenatore della Sampdoria dell’eccentrico Massimo Ferrero, deve aver quanto meno dormito male. Già perché, dopo la batosta presa all’Olimpico di Torino contro il Vojvodina che rifila ben quattro reti ai blucerchiati che non ne mettono dentro neanche uno, sarà molto difficile superare questo terzo turno preliminare di Europa League. Le voci di un possibile esonero lampo si sprecano, con Montella in pole. Noi crediamo che se l’ex Uomo Ragno dovesse fare l’impresa a Novi Sad in Serbia, il “Viperetta” gli rinnoverebbe la fiducia. Staremo a vedere. “IL FUOCO DELLA VENDETTA”: Domenica 2 Agosto al Wembley Stadium di Londra si è giocata la 93° edizione del FA Community Shield, trofeo conteso tra le vincitrici della Premier League e della FA Cup. Quest’anno si sono trovate di fronte il Chelsea di Mourinho e l’Arsenal di Wenger, due che non se le sono mai mandate a dire. A spuntarla sono stati i Gunners grazie alla rete di OxladeChamberlain al 24° minuto del primo tempo e alle parate del grande ex Peter Cech. Dopo sei pareggi e sette sconfitte Wenger riesce a battere Mourinho, mettendo in bacheca la 14° Supercoppa d’Inghilterra. “QUESTIONE DI TEMPO”: sembra proprio questione di tempo prima che il talento di Federico Bernardeschi, prodotto della “cantera” fiorentina, si manifesti in tutte le sue forme. Nel frattempo il ragazzo di Carrara si è messo in mostra nella partita al “Franchi” contro i campionissimi del Barcellona, mettendo a segno una doppietta vincente. Solo calcio d’estate, questo è vero, ma in quanti possono dire di aver fatto lo stesso?
Enrico Castagnola
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i nopsatrrti ners
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redazione Direttore
'FALSO NUEVE' – Agosto 201 5
Alessio Nicotra
Vice-Direttore
Leonardo Bossi Angelo Russo
Grafica e Impaginazione Andrea Zifarelli Alessio Cricchio
Redazione
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