COSTRUZIONI E IMPIANTI
Anno 7 - n 46 - Gennaio/Febbraio 2013 - euro 4,50
VOLUMI STAMPATI PREFABBRICAZIONE MODERNA
IL 3D NEL FUTURO DELL’EDILIZIA
Profili coppia vincente / Ambiente costruito / costruire nel deserto / one airport square / Lab edifici off-greed Focus acustica e architettura / Artefacts Carmen Herrera
F o n t s r l - v i a S i u s i 2 0 /a 2 013 2 M i l a n o - S p e d . i n a b b. p o s t a l e 4 5% D. L . 3 5 3 / 2 0 0 3 (c o n v. i n . 27. 0 2. 2 0 0 4 n . 4 6 ) A r t. 1 C o m m a 1 D C B M i l a n o
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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 43/2012]
Flaps Design Victor VasileV Alluminio riciclabile Basso contenuto d’acqua Alta efficienza termica 200 varianti cromatiche Un’estrema pulizia formale caratterizza il pannello radiante che si interrompe a formare dei ‘flaps’ che possono contenere e riscaldare teli bagno e accappatoio.
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SI PUÒ FARE Spesso si tende a pensare che le innovazioni visionarie siano relegate in un futuro lontano, trascurando così tutti gli elementi che già esistono e a cui un progetto attento può fare ricorso per creare reale innovazione. Dieci anni fa nessuno pensava che il telefono mobile sarebbe diventato la modalità di comunicazione più diffusa nelle aree svantaggiate del mondo, e costruire case con una stampante 3D oggi può sembrare un’ipotesi visionaria, ma è più concreta di quel che sembra. Ambiente e uso responsabile delle risorse sono sicuramente forti motori di innovazione, come sanno Obama e i governanti cinesi. Anche se non sempre, e non necessariamente, con il sostegno dei capitali di ventura, come dimostrano le esperienze di Arcò con le ONG o le ricerche di Hydrolab sull’idrogeno. La sostenibilità non è più un’opzione ma la condizione necessaria. Sia nel deserto sia nel mercato di casa, che si sta desertificando. Si può fare, ma si deve cambiare.
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UN’OASI NEL DESERTO
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TRANSLATION ARCHITECTURE
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IL POTERE DELL’IDROGENO
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L’ARMONIA DEL SUONO
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BELLEZZA ECOLOGICA
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ISOLAMENTO ACUSTICO
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SPECIALE PREFABBRICAZIONE
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In copertina, Radiolaria, progetto di Andrea Morgante (Shiro Studio, Londra) realizzato a computer e trasferito per la realizzazione in solida pietra alla stampante 3D Monolite (prototipo di 2 metri di altezza).
Direttore responsabile Sonia Politi IOARCH Costruzioni e Impianti n. 46
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Comitato di direzione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi Comitato Tecnico Sebastiano Abello, Michele Caterino, Eric Ezechieli, Walter Marabelli, Guido Pesaro
Una scuola di Arcò nella West Bank
Progettare soluzioni off-grid
One Airport Square: Mario Cucinella in Ghana
Dal legno alle stampanti 3D
Contributi Francesca Emily Amato, Atto Belloli Ardessi, Ginevra Bria, Roberta Cassi, Mara Corradi, Alice Gramigna, Marco Penati, Silvia Zotti Grafica e impaginazione Roberta Basaglia Fotolito e stampa Pinelli Printing, Milano
Profili: C+S - Cappai e Segantini
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L’auditorium Giovanni Arvedi di Cremona
Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Abbonamenti tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 abbonamenti@ioarch.it
Le norme e le soluzioni del mercato
L’ASTRAZIONE DEL RIGORE
I works on paper di Carmen Herrera
Prezzo di copertina euro 4,50 arretrati euro 9,00. Abbonamento (10 numeri) euro 30,00; estero euro 60,00. Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico su banca Unicredit: IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386 intestato a Font Srl Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano
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artigiani contemporanei... nelle Marche
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ARCHITETTURA E COOPERAZIONE
UN’OASI
NEL DESERTO QUANDO LA SOSTENIBILITÀ È LA SOLA OPZIONE: BASSO COSTO, BASSO CONTENUTO TECNOLOGICO, RISORSE LOCALI, AUTONOMIA ENERGETICA. L’ARCHITETTURA DI ARCÒ CREA BENEFICI PARTENDO DA SITUAZIONI SVANTAGGIATE E CONTRIBUISCE A MIGLIORARE IL LIVELLO DI VITA, DI ISTRUZIONE E DI LAVORO DI UNA COMUNITÀ
HOLCIM AWARD SILVER 2011 AFRICA E MEDIO ORIENTE
PROGETTO FINALISTA
La realtà con cui gli architetti dello studio italiano Arcò-Architettura e Cooperazione si sono confrontati nell’affrontare il progetto di riqualificazione di una scuola per la comunità beduina Jahalin di Wadi Abu Hindi in Palestina presenta caratteristiche degne di una missione impossibile. Come rendere climaticamente confortevole una struttura in lamiera in territorio desertico con un budget inesistente e i vincoli delle autorità militari israeliane, che impongono di conservare esattamente come sono volume, ingombri e involucro di qualsiasi preesistenza? Basandosi su un approccio estetico alla realtà in cui si opera, dove per “estetico” si intende sensibile alle caratteristiche contingenti. È questa la filosofia alla base di un progetto di riqualificazione divenuto realtà grazie alla rete di relazioni e di reciproca fiducia costruita dalla ONG Vento di Terra con le comunità locali, che hanno avuto un ruolo attivo nell’organizzazione e nella realizzazione del progetto, e ad un processo di training in progress su nuove tecnologie costruttive economiche e sostenibili realizzabili autonomamente dagli abitanti del luogo. Tale connubio tra metodo di lavoro sperimentale, tecniche a basso contenuto tecnologico e l’impiego delle risorse locali è valsa al progetto di
Arcò il Silver Holcim Award for Sustainable Construction Africa and Middle East agli Holcim Awards 2011 e la menzione al Premio Medaglia d’oro all’Architettura Italiana 2012 nella sezione Architettura ed Emergenza. L’obiettivo principale della progettazione era quello di fornire l’edificio di un adeguato isolamento termico e di un sistema di ventilazione naturale in grado di contrastare le condizioni climatiche estreme del luogo, sottoposto a notevoli sbalzi termici (da 0° a 45°). La copertura esistente è stata sostituita con →
Il campo beduino Wadi Abu Hindi, nei Territori Occupati Palestinesi, a poca distanza da Gerusalemme Est, e i bambini nella scuola autocostruita dalla ONG Vento di Terra con Arcò (foto ©Andrea e&Magda Photographers)
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‹ ARCHITETTURA E COOPERAZIONE
Al pari della logica, la conoscenza sensibile (l’estetica) concorre a definire gli strumenti che l’uomo ha a disposizione per accrescere la sua conoscenza (Alexander G. Baumgarten, Aesthetica, 1750)
lastre di pannelli sandwich, sollevando e inclinando il tetto per creare finestre a nastro di diversa altezza che permettano la naturale circolazione dell’aria e una corretta illuminazione degli ambienti. Le pareti esterne sono state isolate ideando un metodo veloce, economico e sostenibile per la realizzazione di un pacchetto murario multistrato dello spessore di 34 cm che riutilizza la lamiera preesistente e reinterpreta la tecnica del “pisè” (murature continue di terra umida mista a paglia compattata tra casseri paralleli). Tale metodo, prima sperimentato in un workshop in Italia, è stato illustrato passo passo in un libretto di istruzioni messo a disposizione degli abitanti della comunità per consentir loro di procedere autonomamente alla costruzione in soli due mesi. Sulla lamiera gregata preesistente è stata montata un’intelaiatura per creare un interstizio da riempire con un composto di fango e paglia: la spinta di tale strato
intonaco in calce spessore 15 mm cannucciato interno in bambù spessore 5 mm riempimento in pisé spessore 150 mm lamiera grecata esistente telaio in legno spessore 50 mm pannello frangisole in bambù
DETTAGLIO COSTRUTTIVO La sezione dell’involucro autocostruito, che utilizza la lamiera grecata smontata dalla copertura come cassaforma per contenere la massa in pisé. Il pannello esterno in cannicciato di bambù opera come una seconda pelle ventilata
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è schermata da un cannucciato di bambù. Visto in sezione dall’interno, il muro presenta dunque uno strato di intonaco in calce di rivestimento, il cannucciato di bambù, lo strato di argilla e paglia, la lamiera zincata preesistente, un’intercapedine d’aria e per concludere un pannello schermante esterno sempre in bambù. Queste pareti ventilate
› ARCHITETTURA E COOPERAZIONE Arcò - Architettura e Cooperazione
Arcò è un gruppo fondato nel 2009 da giovani architetti e ingegneri che contribuiscono al mondo della cooperazione internazionale per affrontare sfi de progettuali in situazioni d’emergenza. La sostenibilità è declinata in senso sociale, economico e ambientale, favorendo misure di autocostruzione da parte degli abitanti, tecniche per il riciclaggio e l’utilizzo di materiali poveri, scegliendo fonti energetiche rinnovabili e applicando principi di bioarchitettura. L’obiettivo fondamentale di ogni progetto è quello di trasmettere conoscenze e competenze attraverso la riappropriazione consapevole delle tecniche e delle culture dei luoghi in cui si interviene. I soci di Arcò (in alto da sinistra): Alessio Battistella (Este, 1971), Carmine Chiarelli (Bari, 1979), Alberto Alcalde (Barcellona, 1980), Diego Torriani (Milano, 1980), Luca Trabattoni (Lodi, 1978), Valerio Marazzi (Milano, 1979), Claudia Romano (Bari, 1980) www.ar-co.org
autoprodotte sono in grado di assicurare una differenza di temperatura tra esterno e interno di circa 20°. Per la separazione interna tra le aule, le vecchie divisioni in lamiera sono state sostituite da nuovi muri in mattoni di terra cruda della Valle del Giordano rivestiti con intonaco di calce bianca
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SCHEDA Località Abu Hindi, Territori Occupati Palestinesi Anno di realizzazione 2010 Committente Vento di Terra Onlus, Jerusalem Bedouin Committee Anata
Progetto architettonico ARCò Costo complessivo 45.000 euro Tempo di costruzione 30 giorni Nelle foto, alcune immagini della scuola nel deserto e dei lavori di autocostruzione
(©Andrea & Magda Photographers).
A destra la pianta dell’intervento. I lavori oggi proseguono con la realizzazione di una biblioteca e di spazi per gli insegnanti
Gli Holcim Awards Nata nel 2003, la Holcim Foundation organizza gli Holcim Awards triennali, giunti alla terza edizione, per promuovere nel mondo pratiche e visioni innovative e sostenibili. Nel 2011 giurie indipendenti hanno valutato complessivamente 2.251 progetti provenienti da 126 diverse nazioni e distribuito 53 premi per un valore complessivo di 1,5 milioni di dollari. I premi regionali concorrono, l’anno successivo, all’assegnazione dei Global Holcim Awards (nel 2012 il primo premio è andato a Francis Diébédo Kere). Il termine per partecipare alla prossima edizione degli Holcim Awards è l’1 luglio 2013. www.holcimawards.com
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‹ RIVOLUZIONE OFF-GRID
RIVOLUZIONE OFF-GRID
IL POTERE DELL’IDROGENO Hanno costruito il primo idrogenodotto al mondo. Oggi Hydrolab è uno dei principali centri di ricerca nel campo delle tecnologie off-grid Emiliano Cecchini ė uno dei tecnici, animati da un forte spirito innovativo e imprenditoriale, della Fabbrica del Sole: una Onlus fondata nel 1999 che, con il proprio centro di ricerca HydroLab, si sta imponendo a livello internazionale come uno dei principali centri di esplorazione nel campo delle abitazioni e delle tecnologie off-grid. Un primato che, con l’invito di Hydrolab all’Expo di Shangai e alla Biennale di Venezia e l’avvio di una collaborazione con Mario Cucinella, non ha mancato di catalizzare l’interesse degli architetti. In questa intervista Cecchini ci parla delle potenzialità dei sistemi off-grid nella definizione di un nuovo sistema tecnico, culturale ed economico. Com’è nata la Fabbrica del Sole? E’ nata con una decina di persone, che hanno lavorato su un paio di progetti, tra cui un impianto di compostaggio. Un progetto di una certa importanza, capace di gestire 2mila tonnellate all’anno di rifiuti. Con gli utili dell’impianto di compostaggio abbiamo realizzato il progetto dell’agriforesteria Farnetella, nei pressi di Montepulciano. E nel 2002 il progetto di un idrogenodotto ad [6]
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Arezzo, una città che, per applicazioni industriali, fa già largo uso di idrogeno. Così ci siamo ritrovati a realizzare l’unica rete di idrogeno al mondo, visitata da operatori provenienti da tutti i Paesi. In teoria realizzare un idrogenodotto non dovrebbe essere molto più difficile che realizzare un metanodotto In linea di principio non ė molto differente, ma dal punto di vista tecnico ė un impianto che necessita di accorgimenti particolari. L’idrogeno non è tanto infiammabile quanto il metano ma è molto più volatile e pertanto necessita comunque di cautele particolari. E come siete arrivati a HydroLab? Come nel caso dell’impianto di compostaggio, anche l’idrogenodotto ci ha dato ricavi sufficienti per un nuovo investimento, che, appunto, ė stato HydroLab: un laboratorio sulle energie rinnovabili che abbiamo costruito su un terreno che abbiamo avuto in comodato dal Comune. Dato che il terreno non aveva alcuna urbanizzazione ci siamo organizzati rendendo la nostra sede autonoma: completamente off-grid. L’acqua di scarico
Nulla prende e nulla rilascia. È questa la filosofia alla base del brevetto off-grid della Fabbrica del Sole Elemento portante del sistema è un elettrolizzatore alimentato da energia prodotta da fonti rinnovabili - fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico - che scinde le molecole d’acqua piovana ottenendo idrogeno, che può essere conservato anche per anni in bombole di stoccaggio e trasformato in energia elettrica e termica per l’uso domestico. L’edificio off-grid si occupa inoltre della gestione dell’energia termica prodotta da pannelli solari e tubi sottovuoto. Il calore, immagazzinato in un accumulo stagionale e integrato con quello prodotto da cogeneratori o caldaie, alimenta in inverno il sistema di riscaldamento radiante mentre d’estate può alimentare una macchina ad assorbimento per il raffrescamento. La gestione delle acque avviene per mezzo di una cisterna di accumulo delle acque meteoriche, che possono essere potabilizzate (mediante filtri e/o trattamento UV), demineralizzate (mediante evaporazione o filtri a resina) o utilizzate direttamente. Una vasca di fitodepurazione provvede alla purificazione delle acque grigie e nere che diventano acqua tecnica per wc o irrigua non potabile. La biomassa di fitodepurazione e i rifiuti organici possono essere inoltre compostati, completando una gestione virtuosa dei rifiuti. Infine, la connessione dati a larga banda e voce per la telefonia può essere realizzata mediante collegamento radio point-to-point.
La fabbrica del sole
Nel 1999 ad Arezzo un gruppo multidisciplinare fonda La Fabbrica del Sole, che nel giro di qualche anno progetta e realizza il primo idrogenodotto al mondo in area urbana. Nel 2005 viene inaugurato il laboratorio HydroLAb, che mette a punto il brevetto Off-grid, un sistema scollegato dalle comuni reti di approvvigionamento grazie al sole, al vento, alla pioggia. Nel 2009 nasce Exergy, spin-off industriale di Fds per i grandi impianti. Ad oggi Exergy e Fds hanno installato impianti fotovoltaici per una potenza totale superiore ai 6.000 kWp. Nel 2011 Fds lancia l’Off-grid box, un kit integrato facile da installare e pronto per essere collegato a un’abitazione. Nel corso del 2012 viene avviato un nuovo settore di attività legato alla mobilità sostenibile, con sistemi di ricarica ad hoc basati esclusivamente su fonti rinnovabili. Con l’omonima Onlus, La Fabbrica del Sole è da sempre attiva presso le scuole di ogni grado per diffondere la cultura della sostenibilità.
Nella pagina di sinistra, render di progetto per un’abitazione totalmente indipendente per produzione di energia, gestione delle acque e dei rifiuti. Qui sopra, due prototipi di Hydrolab: l’hydrocooker (a sinistra) funziona con bombole di idrogeno a bassa pressione; a destra, mobilità sostenibile con i pannelli solari che ricaricano direttamente il Porter elettrico. In più, a bordo è installata una bombola di accumulo di idrogeno (che funge da stoccaggio energetico supplementare oltre alle batterie già montate con autonomia di circa 17 kWh per 80 km di autonomia a 50 km/h) e una fuel-cell, sviluppata in collaborazione con il gruppo SAPIO, per la produzione di energia elettrica in grado di raddoppiare l’autonomia del furgone.
solare termico
connessione radio
solare fotovoltaico
parete radiante
fitodepurazione solar cooling
pavimento radiante caldaia
idrogeno
accumulo acqua calda elettrolizzatore
fuel cell
accumulo acqua fredda
SCHEMA EDIFICIO OFF-GRID In pratica, un edificio totalmente autonomo a emissioni zero, privo di allacciamenti alle reti di fornitura idrica, elettrica, gas, telefonica e degli scarichi.
La Fabbrica del Sole ha già sviluppato numerosi progetti per la realizzazione di edifici in grado di funzionare autonomamente, scollegati dalle reti elettriche, idriche e di gestione dei rifiuti. In alto una vista a volo d’uccello di un progetto di foresteria agriturismo nella foresta di Camaldoli e, qui sopra, un render di Mario Cucinella della Casa a 100K, per il quale Fds ha avviato una collaborazione con MCA.
viene fitodepurata e si utilizza per gli scarichi dei bagni. I fornelli funzionano a idrogeno prodotto da un elettrolizzatore alimentato a energia fotovoltaica che lo produce da acqua piovana (acqua distillata). Consideriamo infine che realizzare impianti di questo tipo in Italia tecnicamente è semplice ma burocraticamente è un inferno. L’idrogeno tuttavia ė una modalità di accumulo di energia molto conveniente, a differenza delle batterie non decade nel tempo, ė abbondante nell’ecosistema, non ha parti tossiche né presenta problemi di smaltimento. Le bombole a bassa pressione in cui viene immagazzinato si mantengono inalterate per anni. Con HydroLab siamo stati invitati alla Biennale di Architettura di Venezia e anche all’Esposizione Universale di Shanghai. Quali sono le caratteristiche principali degli edifici off-grid? Se in linea di principio le tecnologie dell’idrogeno sono semplici, gli edifici off-grid sono piuttosto complicati dal punto di vista impiantistico. Abbiamo iniziato ad affrontare seriamente questo tema con Mario Cucinella, dopo che ci siamo conosciuti tramite Symbola. La casa 100K era già buona ma non includeva il concetto off-grid. Lavorando su questo tema ci siamo resi conto che distribuire 46
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‹ RIVOLUZIONE OFF-GRID Secondo lei ė un discorso applicabile alle città? Alla Biennale di Venezia c’era una riflessione su una New York “off-grid” ma per arrivare all’autosufficienza una famiglia ha bisogno di almeno 4 o 5 ettari di terra ed è chiaro che se quei 4-5 ettari li sviluppi in verticale non hai più l’impronta ecologica locale che ti serve. Fito-depurazione, pannelli solari, superfici di raccolta dell’acqua piovana necessitano di spazio ed ė qui che il territorio non urbanizzato-urbanizzabile torna a essere una risorsa. E una volta off-grid sei una cellula che dà e restituisce. La filosofia off-grid ė intrinsecamente sostenibile ma richiede spazio.
Fin dagli inizi, con l’omonima Onlus, La Fabbrica del Sole fa opera di sensibilizzazione e di formazione sui tempi delle fonti rinnovabili e dell’autonomia energetica. L’iniziativa più recente è la Off Grid Academy, negli spazi dell’ex carcere di Capraia.
in un edificio tutti gli impianti non è facile: o non si riesce a far passare tubi e reti, o non c’è il posto per macchine e quadri. Ed ė per questo che ci siamo inventati la “off-grid box”: una sorta di centralina esterna che ingombra meno di 3x3x3mt. L’off grid box è un modello base, un contenitore, e noi con un configuratore calibriamo i contributi di fotovoltaico, di acqua piovana e dei vari sistemi che collaborano al funzionamento. Il costo base è tra i 15 e i 20mila euro. Chiaro che se ci sono una moltitudine di funzioni tutto diventa più complicato e costoso. Come vede pertanto l’evoluzione dalla diff usione di tecnologie di questo tipo? L’anno scorso, con le varie aziende legate al nostro gruppo (tra queste Exergy, N.d.C.), abbiamo fatturato circa 12 milioni con il fotovoltaico. Ma è un’economia ormai finita. Occorre pensare a soluzioni nuove e l’idrogeno ė una di queste. L’isola di Capraia, una delle più remote dell’arcipelago toscano, ci ha offerto un campo di applicazione interessante. La domanda ė: se ci si stacca dalla rete per essere autosufficienti, come gestire il discorso di produzione e
consumo locale di energia? E questo ė un fatto che, personalmente, vedo del tutto simile a quello del conio di monete locali indipendenti. Il discorso off-grid è un paradigma che si può estendere ad altri campi. L’attuale momento di incertezza economica e ambientale gioca un ruolo non marginale. La crisi porta la gente a vedere un futuro nero e pertanto, la casa calda sempre e comunque e un orto fuori casa ė qualcosa che dà serenità. Ma dal punto di vista tecnico e realizzativo ė senz’altro meglio pensare a un “compound”: impianti e soluzioni per un gruppo di case piuttosto che per un’abitazione singola. Qual ė però la scala ideale di questi compound? La scala ideale è tra 5 e 25 abitazioni. Anche se bisogna considerare che la composizione sociale e culturale di questi micro-sistemi dovrebbe essere il più possibile affine. Nei condomini la gente tendenzialmente litiga per stupidaggini, figuriamoci se non litigherebbe anche per l’idrogeno! Credo che questo principio di similitudine di intenti e interessi dovrebbe seguire la logica della coop o del co-housing.
Sicuramente l’isola di Capraia ė un ambito di applicazione di particolare interesse. Ci racconta qualche dettaglio in più su questo progetto? Capraia, effettivamente, ė un caso particolare, si compone di sistemi isolati messi su un’isola. Ad esempio: la fogna scarica nel porto e questo si vede, il dissalatore fa un gran rumore che si sente, la corrente elettrica viene prodotta da un generatore. È tutto tangibile e gli ingredienti del progetto emergono immediatamente. L’ex carcere è stato dato in concessione ai cittadini e ciascuno si è inventato un progetto, ad esempio un piccolo ristorante o un alberghetto. Per cominciare il nostro programma ė rivolto alla formazione, su un modello del tipo “train the trainers”. Abbiamo già la bozza del primo corso che partirà a giugno con un “taglio” sul lifestyle solare-termico. Abbiamo poi pensato a un corso più tecnico dove si insegna a dimensionare la vasca della fitodepurazione etc. etc, e parallelamente c’è una off-grid academy for kids, che si propone di conciliare l’aspetto turistico con quello ludico-didattico. La proposta ė interessante anche dal punto di vista economico: €500 per appartamento, materiale didattico, traghetto. Per 6 giorni di corso
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Carlo Ezechieli
LA RIVOLUZIONE ELEVATA AL CUBO Il passo successivo del progetto per una casa autosufficiente è l’Off-grid box: un vano tecnico preallestito in grado di gestire autonomamente i fabbisogni elettrici, termici e idrici Basato su un brevetto Exergy il container, realizzato dalla Fabbrica del Sole, viene spedito a destinazione già pronto per essere collegato all’abitazione e per fornire acqua, gas, immagazzinare energia elettrica e calore da fonti rinnovabili e depurare gli scarichi. Completamente indipendente, l’off-grid box può essere anche interrato o mimetizzato per garantire la massima integrazione estetica ed è realizzato in sette versioni standard per rispondere alle diverse esigenze impiantistico-dimensionali. www.offgridbox.it
I VARI COMPONENTI DELLA GRID BOX:
+ FITODEPURAZIONE
accumulo acqua depurata sistema WC e irrigazione
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ACQUA
accumulo acqua piovana potabilizzatore
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ELTTRICITÀ
fotovoltaico / eolico batterie vanadio inverter a isola
+ IDROGENO
elettrolizzatore accumulo H2 fornello H2 fuel-cell
CALORE
solare termico solar cooling biomasse geotermia
COMUNITÀ INFORMALI VERTICALI Nuovi paradigmi di rigenerazione urbana spontanea? Negli scatti di Iwan Baan, la storia del progetto che ha vinto un Leone d’oro all’ultima Biennale di Venezia
Torre David Fotografie di Iwan Baan A cura di Alfredo Brillembourg, Hubert Klumpner Editore Lars Müller 416 pp, euro 45,00 ISBN 978-3-03778-298-9 (testo in inglese)
Lo studio di progettazione Urban-Think Tank analizza e documenta l’occupazione della Torre David di Caracas, grattacielo di 45 piani rimasto incompiuto a causa della crisi economica venezuelana del 1994 e definito come una sorta di slum verticale. Alfredo Brillembourg e Hubert Klumpner hanno studiato per oltre un anno l’organizzazione fisica e sociale dell’edificio in rovina, ora dimora improvvisata per più di 750 famiglie. Ne nasce un racconto inedito, illustrato dalle fotografie di Iwan Baan, sulla vita di una comunità che rimedia all’assenza di infrastrutture formali sperimentando nuove soluzioni per provvedere alle necessità quotidiane.
Die Spiegel Kantine A cura di Sabine Schulze e Ina Grätz Editore Hatje Cantz 112 pp - € 29,80 ISBN 978-3-7757-3321-2 (testo in tedesco)
VERNER PANTON A AMBURGO Nel 1969 ad Amburgo la casa editrice Spiegel si trasferì in un nuovo edificio affidando il progetto di ristrutturazione al designer danese Verner Panton (1926-1998). I nuovi spazi furono interamente ridisegnati assegnando colori diversi a ogni piano, anche con effetti psichedelici che riflettevano il gusto del tempo. Una scelta non condivisa dalle successive generazioni di giornalisti, per cui gli interni disegnati da Panton furono in seguito poco a poco rimossi. Unica superstite la mensacaffetteria, il cui splendore originale si può ora ammirare presso il Museo delle Arti e dei Mestieri di Amburgo, grazie all’intervento di un gruppo di cittadini che ne ha chiesto e ottenuto la tutela della locale Soprintendenza. O in questa pubblicazione, insieme a immagini e documenti dell’epoca che danno un’idea degli ambienti: branded spaces ante litteram, ben prima degli uffici delle società della new economy.
living buildings technology forum
Future is green
Venerdì, 19.04.2013 si svolge presso il “TIS innovation park” a Bolzano il convegno tecnologico - il verde nelle costruzioni. Vari esperti internazionali parlano di soluzioni innovative, norme e opportunità nel campo delle costruzioni a verde.Posti limitati, partecipazione solo con registrazione. Non esitate a contattarci.
Climagrün srl | Via della Vigna 43 | 39100 Bolzano (BZ) 46 IOARCH Costruzioni e Impianti [ 9 ] Tel 0471 91 38 32 | Fax 0471 05 07 22
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ONE AIRPORT SQUARE
BELLEZZA
ECOLOGICA NON È DETTO CHE TUTTI GLI EDIFICI DELLA BUSINESS COMMUNITY GLOBALE DEBBANO ESSERE TORRI VETRATE. IL MOVIMENTO GENERATO DAGLI AGGETTI DELLE TERRAZZE, LA STRUTTURA A RETICOLO ESTERNA CHE NE RIVESTE LA FORMA COMPATTA, L’ATRIO CHE PORTA LUCE ALL’INTERNO E FAVORISCE LA VENTILAZIONE NATURALE, LA PIAZZA PUBBLICA: ONE AIRPORT SQUARE INTRODUCE UN NUOVO CONCETTO DI BELLEZZA COME RISULTATO DI UN PROCESSO DI PROGETTAZIONE EFFICIENTE, CAPACE DI INTEGRARE INNOVAZIONE TECNOLOGICA E CULTURA LOCALE. One Airport Square è un edificio ad uso misto situato all’interno dell’area di sviluppo di Kotoka, l’aeroporto internazionale di Accra in Ghana. Il progetto di Mario Cucinella, attualmente in costruzione, prevede una torre di nove piani destinati a uffici e un piano terra destinato ad attività commerciali che abbraccia e protegge uno spazio di incontro tra le persone configurato come piazza pubblica, aperta sul lato nord-est dell’insediamento. Frutto di un processo di progettazione integrata, i diversi elementi architettonici che caratterizzano formalmente l’edificio e ne definiscono la personalità traggono ispirazione dalla cultura locale e sono [ 10 ]
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nel contempo strettamente connessi alle strategie ambientali per limitare i fabbisogni energetici e favorire l’apporto di luce naturale agli ambienti. L’involucro è costituito da un sistema di solai aggettanti a sbalzo che proteggono l’edificio dall’irraggiamento solare, da una facciata di vetro arretrata e protetta dal sole e da una trama strutturale diagonale in cemento armato, ispirata ai tessuti tradizionali africani, che lo avvolge in maniera organica. La facciata vetrata è composta da un elemento fisso e uno mobile nella parte inferiore. L’apertura degli elementi mobili consente una corretta ventilazione naturale che dalla facciata esterna arriva
fino all’atrio, il quale svolge una funzione “camino”, richiamando aria che può così attraversare gli uffici. L’impiantistica si basa su un principio di distribuzione dell’aria fresca veicolata nel pavimento galleggiante, così da raggiungere in maniera uniforme tutto il piano. Grazie alla posizione geo-climatica non esistono ponti termici e nelle stagioni intermedie l’edificio funziona a ventilazione naturale. La struttura principale a forma di rombi è realizzata in opera con l’utilizzo di casseri modificabili che vengono adattati alle diverse dimensioni degli elementi. Una serie di nodi in acciaio posizionati prima dei getti in calcestruzzo collegano le strutture verticali con i solai.
› ONE AIRPORT SQUARE
La maquette dell’edifi cio mixed use One Airport Square, attualmente in costruzione ad Accra. Evidenti gli sbalzi ombreggianti dei diversi piani integrati nella struttura di sostegno a pilastri in cemento di diversa inclinazione che caratterizzano formalmente il complesso, anche nel render di Engram Studio a sinistra
INNOVAZIONE LOCALE Progetto e imprenditorialità italiane dietro un caso esemplare di architettura efficiente per una delle nuove megalopoli mondiali. In Africa occidentale. Spesso i progetti più interessanti dipendono da un fortunato connubio tra bravi architetti, committenti illuminati e uno staff capace. One Airport Square, progettato da Mario Cucinella, è uno di questi. La visione che lo ispira è quella di contribuire a un’evoluzione dello standard qualitativo di edifici che, in questa parte dell’Africa, finora sono stati realizzati importando acriticamente modelli internazionali, con elevati costi di gestione e una dipendenza pressoché totale da risorse provenienti dall’occidente. Ce ne parla Carlo Matta, ideatore e promotore del programma. Perché il Ghana? Beh, i motivi sono vari. Innanzitutto, dato che mia moglie è nigeriana, ho maturato nel tempo una certa passione per l’Africa. È una realtà in forte crescita, che necessita di ini-
ziative immobiliari di maggiore livello qualitativo. C’è una forte richiesta di spazi per terziario e commerciali che devono rispettare determinati standard qualitativi da parte di multinazionali - come Nestlè, Price Waterhouse Coopers e altri. I prezzi di acquisto o di affitto sono agli stessi livelli di Milano o Londra e questo è dovuto anche a un forte squilibrio tra domanda e offerta. Le caratteristiche di quanto costruito non tengono minimamente in considerazione ragionevoli requisiti di risparmio energetico e di qualità dell’abitare: sono i tipici contenitori di vetro, inabitabili senza aria condizionata. Inizialmente avevo proposto una partecipazione ad Hines, per cui lavoravo a Milano, ma non erano molto convinti di aprire attività in Africa e, alla fine, ho trovato come partner Actis, un gruppo di private
Carlo Matta CEO di Laurus
equity inglese. Con Actis ho fondato Laurus e iniziato a sviluppare diversi progetti in West Africa, in Ghana, dove mi sono trasferito due anni fa. Attualmente abbiamo un ufficio di 13 persone con sede ad Accra. Ci parli di Laurus Laurus nasce partendo dal presupposto di rispondere all’attuale domanda di immobili in modo alternativo rispetto allo standard attuale. Puntiamo su un alto livello qualitativo, inteso non come “lusso” bensì come intelligenza costruttiva e abitativa, con un chiaro orientamento verso la sostenibilità. Progettazione bioclimatica integrata tenendo conto delle condizioni climatiche e della scarsità di acqua, il progetto di Mario Cucinella si è concentrato sulle strategie utili a favorire il raffrescamento naturale, scegliendo forme che favoriscono l’ombreggiamento, articolando gli spazi in modo da creare fl ussi d’aria per “effetto camino” e studiando sistemi di recupero dell’acqua.
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‹ ONE AIRPORT SQUARE
Nel render qui sopra (Engram studio) la piazza, delimitata dal piano terra dell’edificio e aperta a nord-est, è un’altra caratteristica che differenzia l’edificio dai tipici insediamenti delle multinazionali.
One Airport Square, il nostro intervento nei pressi dell’aeroporto di Accra, ha una ventilazione completamente naturale, consuma il 30-40% di energia rispetto ai comuni edifici per uffici e risolve il problema dell’acqua, che qui è un bene prezioso, riciclando completamente l’acqua piovana. Il principio è quello di introdurre best practices in grado di diventare un esempio. Laurus agisce per conto di investitori occupandosi principalmente dell’identificazione delle aree, della supervisione generale, della selezione dei progettisti, dello sviluppo dell’iter progettuale, delle gare e della supervisione dell’opera. Siamo impegnati in un intervento di circa 20mila mq a Lagos in Nigeria, e in un altro di circa 70mila mq, attualmente in fase di costruzione, disegnato da Capita Sydmonds. È singificativa la presenza di italiani in Africa? Anche Micheletti, il costruttore di One Airport Square è un’azienda fondata da italiani ma presente in Ghana da quaranta o cinquant’anni, ormai condotta da italiani nati e cresciuti in Africa. Le prime quattro imprese di costruzioni del Ghana sono peraltro fondate da italiani, che sono emigrati nel dopoguerra e nel tempo hanno dato vita a realtà interessanti. E sono italiani anche gli strutturisti di Politecnica.
A destra, pianta del piano terra, che accoglie locali di servizio, una banca e spazi commerciali. Da notare l’ampia zona aperta ma protetta dagli sbalzi dei solai.
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Ma a cosa si deve questa rinascita del West Africa? Dipende innanzitutto dalla stabilità politica che c’è stata negli ultimi vent’anni che ha permesso lo sviluppo di attività e la crescita di una classe media. L’Africa sta tuttora scontando un problema di immagine che fa aumentare notevolmente il rischio percepito dagli investitori stranieri. In realtà per One Airport Square abbiamo aspettato 4
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mesi per i permessi e, contrariamente ai luoghi comuni sulla corruzione in Africa, non ci è stato nemmeno il più lontano tentativo di richiesta di tangenti. E comunque non avremmo potuto, dato che uno dei nostri partner e finanziatori è la Commonwealth Development Corporation, un ente governativo inglese. Mentre in Italia, come sappiamo, è normalissimo restare in ballo per un paio di anni per un qualsivoglia permesso: questo è un disincentivo formidabile per chiunque voglia investire. Tra l’altro, negli ultimi anni si sta verificando un importante fenomeno di “repat”, di gente che ritorna in patria. Molti Africani hanno una formazione di altissimo livello, hanno studiato e lavorano
nelle capitali del mondo industrializzato, a Londra, a New York e così via. Tuttavia, vista la stabilità africana attuale e la crisi nei paesi industrializzati molti di loro, di fronte alla possibilità di trovare un buon lavoro nel proprio Paese, sono tornati. E questo è un arricchimento enorme perché è gente intelligente e capace, cioè la componente fondamentale su cui si fonda la ricchezza di un paese. Anche se il PIL dichiarato nel Ghana è modesto, il 70% dell’economia è “sommersa”, ma pur sempre si compone di gente che dispone di molto più potere d’acquisto di quanto non risulti dai rilevamenti ufficiali. E poi, ovviamente, le risorse del sottosuolo, come il petrolio, che fa entrare molti soldi nelle casse dello Stato.
› ONE AIRPORT SQUARE
Quali sono le caratteristiche principali di One Airport Square? Bisogna innanzitutto considerare che con la sola esclusione del cemento e dei laterizi, ogni materiale da costruzione deve essere importato e questo contribuisce enormemente ad allineare i costi di costruzione a quelli dell’Italia. Mario Cucinella ha pertanto deciso di utilizzare per il progetto più materiali locali possibili, privilegiando l’utilizzo del cemento ed evitando i curtainwall vetrati che prevalgono in edifici commerciali o terziari e che peraltro, esposti al sole tropicale, pongono gravi problemi di climatizzazione. La struttura “reticolare” esterna riprende una soluzione tipica delle case tradizionali nel Nord-Est del Ghana
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Sopra, render (Engram studio) dello spazio interno che dall’atrio si estende per tutti i 9 piani di altezza dell’edificio. Regolando le aperture superiori e quelle poste in facciata si creano moti d’aria convettivi che abbassano la temperatura interna e permettono, durante le stagioni intermedie, di utilizzare gli spazi interni facendo ricorso solo alla ventilazione naturale. Sotto, vista aerea del sito di One Airport Square. Anche per il vicino aeroporto internazionale Kotoka sono in corso lavori dei adeguamento che quest’anno ne porteranno la capacità a 5,3 milioni di passeggeri, trasformandolo in uno dei principali nodi di collegamento dell’Africa Occidentale.
Carlo Ezechieli
SCHEDA Località Accra, Ghana Anno 2010- 2012 Committente ACTIS (Londra) Project developer Laurus Development Partners Superficie 17.000 mq Progetto Mario Cucinella Architects Team Mario Cucinella, David Hirsch (responsabile di
progetto), Luca Bertacchi (responsabile di progetto), Hyun Seok Kim, Giuseppe Perrone, Nada Balestri, Luca Sandri, Giulia Pentella, Alberto Bruno, Yuri Costantini (modellista)
Architetto locale Deweger Gruter Brown, Accra Ingegneria strutturale Politecnica Ingegneria e Architettura, Modena; Twum Boafo & Partners, Accra
Ingegneria meccanica ed elettrica BDSP Partnership, Londra; Impact Technologies Limited, Accra
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PREFABBRICAZIONE
DAL MATTONE ALLA CASA La ricerca della qualità ambientale svolge un ruolo centrale nello sviluppo della prefabbricazione edilizia moderna. E con la stereolitografia l’industria saprà produrre a basso costo qualsiasi elemento singolarmente progettato
Sopra il titolo, il cantiere di Via Siusi a Milano e un disegno di dettaglio dell’involucro, formato da moduli prefabbricati rivestiti in vetro bianco serigrafato e montati in fasce alternate trasparenti e opache.
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L’evoluzione della produzione industriale che ha portato alla mass customization, alla personalizzazione spinta di prodotti seriali, e l’evoluzione dei materiali, negli ultimi anni hanno contribuito alla diffusione di una nuova generazione di componenti edilizi prefabbricati. Naturalmente il percorso avviato negli anni Cinquanta e di cui rimangono testimonianze illustri, dai complessi residenziali sorti per far fronte alla domanda di abitazioni del secondo dopoguerra alle grandi infrastrutture, è proseguito con forza e oggi disponiamo di elementi che presentano eccellenti doti prestazionali, strutturali e di processo. Ma nel contempo si sono fatti strada nuovi componenti, specialmente basati su un uso innovativo di legno, acciaio, vetro e alluminio. Le strutture a grande luce in
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legno lamellare o i pannelli portanti crosslam, con la leggerezza, la rinnovabilità e la facilità di smaltimento del legno, rispondono a un’incombente domanda di qualità ambientale. È la stessa domanda che, richiedendo agli edifici elevate prestazioni energetiche, guida la progettazione di componenti specifiche per l’involucro. Ma la vera singolarità della moderna prefabbricazione si ritrova nell’ossimoro di partenza, che nel caso in questione si traduce in elementi realizzati in fabbrica su progetto specifico. Industria dunque, ma con macchine guidate da software, l’interfaccia tra pensiero e prodotto indispensabile per trasferire l’idea progettuale all’industria e per gestire una produzione a controllo numerico di manufatti che rispettano con regolarità le prescrizioni e che sono quindi certificabili,
con valori e prestazioni garantiti. Una produzione che va dall’elemento alla casa, perché come vedremo esiste già il prototipo di stampante 3D di interi edifici. Infine, l’approccio ambientale induce a ripensare anche il primo elemento della storia della prefabbricazione: il bio-mattone® in truciolato di canapa e calce è insieme nuovo materiale e elemento costruttivo, con prestazioni pari al valore che può avere, per il territorio e una nuova agricoltura, il ritorno alla coltivazione della canapa. Le premesse ci sono tutte ma spesso le scelte pratiche dipendono dal sistema. Da questo punto di vista è auspicabile che l’attuale congiuntura faccia pulizia, espellendo dal mercato le imprese che al cantiere moderno preferiscono ancora il lavoro nero
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Antonio Morlacchi
PREFABBRICAZIONE
OPACHE TRASPARENZE MODULARI Una stretta collaborazione tra architetti e impresa per la prefabbricazione e il montaggio di un involucro altamente performante che contribuisce alla riqualificazione di un quartiere di Milano A Milano, nell’area compresa tra le vie Siusi, Tolmezzo e Deruta, è in via di completamento un edificio per uffici progettato dagli architetti Roberto Giussani e Andrea Balestrero (studio Giussaniarch) che su una superficie fondiaria di 5.000 mq sostituisce una preesistenza cui erano assegnate analoghe funzioni. La facciata è un involucro omogeneo e continuo in pannelli di vetro serigrafato bianco che distingue il complesso, integrandolo al contempo nell’intorno che, anche grazie alla progettazione degli spazi aperti con duplice funzione di ingresso e piazza, riqualifica e riordina. Le cellule di facciata sono state sviluppate insieme a Stahlbau Pichler, che le ha prodotte nello stabilimento di Bolzano. Ne illustra le caratteristiche l’architetto Luca Mastropierro, key account manager di Stahlbau Pichler: “le cellule, all’esterno in vetro serigrafato bianco, possiedono una seconda pelle costituita da brise soleil apribili elettronicamente e orientabili in varie posizioni per deviare l’incidenza diretta dei raggi solari. La pelle interna è costituita da parti trasparenti con vetrazioni con stratigrafia 8 / 16 argon / 4.4. basso emissivi con pvb acustico e trasmittanza pari a 1,1 W/m²K. Le parti cieche sono costituite da pannelli isolanti con 180 mm di lana di roccia, sempre rivestite all’esterno in vetro serigrafato. La trasmittanza termica dell’involucro è di 0,88 W/m²K, un valore particolarmente performante che insieme alle altre tecnologie adottate permette all’edificio di conseguire un risparmio energetico superiore al 50% rispetto a un normale fabbricato”.
Dobbiamo prendere in considerazione molteplici aspetti, dall’ingegnerizzazione (dove in genere utilizziamo Sj-Mepla) ai calcoli statici, svolti con Scia. Dopo le prime verifiche teoriche delle prestazioni termo-acustiche si passa alla progettazione esecutiva con Autocad, Tecla e Athena. Infine arriva il momento della produzione, rigorosamente a controllo numerico. Logical e altri programmi trasferiscono il progetto in produzione e ne controllano l’esecuzione. Una volta pronti, gli elementi vengono testati dal vero presso i laboratori di istituti terzi (Istituto Giordano, Ift di Rosenheim, Istituto Fraunhofer) o sul campo, a cantiere ultimato. Come avvengono le relazioni con gli architetti? È sempre più frequente che la collaborazione nasca fin dalla fase del concept; è il tipo di rapporto che preferiamo perché ci consente di seguire lo sviluppo del progetto nella sua interezza, dando il massimo di apporto in termini di idee e di controllo del budget di spesa.
Quali vantaggi porta al processo di cantiere la prefabbricazione moderna? L’edilizia sta diventando più “meccanica” e precisa. Il controllo che si può eseguire in stabilimento, è sicuramente più puntuale e affidabile di quello attuabile in cantiere. Spostare la costruzione dal cantiere alla fabbrica consente di disporre di prodotti certificati e pronti da montare, con tempi di realizzazione più brevi e rispettosi degli accordi presi. Se a ciò si aggiunge il cambiamento in atto nel mondo della progettazione, non più puramente legato al “prodotto” ma in misura sempre maggiore orientato al servizio e alla customizzazione, risulta chiaro come la prefabbricazione, in precedenza intesa solo come soluzione interessante dal punto di vista economico, presto presenterà sviluppi straordinari e impensati in termini di sicurezza, risparmio energetico ed estetica. In azienda viviamo questo processo quotidianamente.
L’architetto Mastropierro di Stalbau Pichler
La realizzazione di elementi complessi con performance elevate richiede senz’altro una progettazione accurata
SMART DOMUS PLUS, PROGETTARE LA CASA PASSIVA Smart Domus Plus è un progetto di edilizia industrializzata nato dalla collaborazione di un gruppo di aziende per offrire un concentrato di tecnologia e qualità costruttiva personalizzabile. Smart Domus Plus è realizzata con materiali ecocompatibili e di facile smaltimento e facendo ricorso a tecnologie industrializzate a secco. La struttura portante è realizzata con il sistema costruttivo brevettato Aria di Wood Beton, struttura interna intelaiata in legno connessa a una lastra esterna in calcestruzzo. La camera d’aria continua all’interno del pannello migliora le prestazioni termo-acustiche dell’involucro. Il sistema è combinato con solai e coperture Prepanel di Wood Beton, sempre in legnocalcestruzzo e dalle elevate qualità statiche e antisismiche. All’isolamento termico esterno provvede un sistema a cappotto Röfix. Partizioni interne e controsoffitti sono realizzati con sistemi costruttivi Knauf che contribuiscono all’isolamento acustico. Nelle pareti in gesso rivestito sono integrati i dispositivi touch screen a incasso Domina Plus di Ave per la gestione di un sistema domotico che controlla apporti solari e consumi. Coerente all’attenzione per l’efficienza energetica è il contributo dei serramenti in profilato d’alluminio a taglio termico e dei sistemi frangisole Metra. Un impianto fotovoltaico Ensun produce energia pulita, mentre gli impianti termici, idraulici e di climatizzazione radiante sono di RBM. 46
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PREFABBRICAZIONE
SCHEDA Località Brescia, loc. San Polino-Palazzine Sud
LEGNO E ARCHITETTURA PER L’HOUSING SOCIALE L’edilizia sociale rimane un banco di prova per la prefabbricazione. Ma oltre al costo contenuto, oggi gli edifici devono garantire adeguate prestazioni energetiche. La differenza, rispetto agli anni Sessanta, sta nei materiali e nella logica della progettazione integrata. Un esempio a Brescia Nel 2011 lo studio di architettura 5+1AA di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, le società di ingegneria IQuadro e AI e Rubner Objektbau, primo general contractor europeo per le costruzioni in legno, si sono aggiudicati l’appalto integrato di Aler Brescia per la progettazione e la realizzazione, nel quartiere San Polo, di quattro palazzine a quattro piani, per un totale di 72 appartamenti, 54 dei quali a canone sociale. Per la costruzione, completata in 5 mesi, si è fatto ampio ricorso alla prefabbricazione a secco, con l’impiego di pannelli portanti X-Lam (legno massiccio a 5 strati incrociati) di diverso spessore per le elevazioni e per gli orizzontamenti. La progettazione integrata avviata fin dall’inizio ha permesso di definire con precisione misure e aperture dei diversi componenti In alto, le palazzine Aler da poco completate a Brescia e un’immagine di cantiere, quasi interamente a secco. L’uso della prefabbricazione in legno con pannelli X-Lam ha permesso di completare il cantiere in soli 5 mesi. Accanto, dettaglio dei rivestimenti in lamelle di legno alternate a intonaco nei colori del luogo; planimetria dell’intervento e prospetti nord, sul lato parcheggi cantine che costituiscono due volumi separati, antistanti le palazzine. I coronamenti riprendono il profilo delle Prealpi.
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realizzati in fabbrica per un montaggio veloce e preciso in cantiere, con l’eliminazione dei ponti termici e un’elevata coibenza. Ogni unità abitativa è dotata di impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore per garantire il giusto ricambio d’aria evitando dispersioni. Principale fonte di approvvigionamento per il riscaldamento a radiatori e l’ACS è l’impianto di teleriscaldamento che dal termovalorizzatore A2A raggiunge il quartiere. È inoltre prevista, su parte della copertura di ogni edificio, l’installazione di un impianto fotovoltaico di 11,8 kWp. Le soluzioni adottate, insieme alla scelta del materiale, hanno portato gli edifici in classe A secondo i parametri Cened, mentre sono in corso le verifiche CasaClima per l’accreditamento in classe B.
Committente Azienda Lombarda per l’edilizia Residenziale di Brescia
Progetto architettonico 5+1AA Agenzia di Architettura Alfonso Femia Gianluca Peluffo Srl (www.5piu1aa.com)
Progetto strutturale IQUADRO Ingegneria Srl Progetto impianti Ai Studio General Contractor Rubner Objektbau (www.objektbau.rubner.com)
SLP totale ca. 7.000 mq Investimento 5,5 milioni di euro Tempo di costruzione maggio 2012 - novembre 2012
Partendo dalla volontà di creare un rapporto con il contesto e il paesaggio, il basamento cantine è alloggiato in due volumi a un piano che precedono le elevazioni delle palazzine e che insieme ai posti auto, ai percorsi di accesso in asfalto colorato e alla sottile recinzione caratterizzano l’insediamento creando la giusta distanza dalla strada. A loro volta i coronamenti riprendono i profili delle vicine Prealpi, mentre rivestimenti in lamelle di legno, sia sui blocchi cantine che sugli edifici, donano profondità all’insieme con un gioco di movimenti che disegna tutti i lati degli edifici. La sistemazione a parco della parte nord del lotto completa un intervento di elevato valore ambientale e, grazie alla cura nelle scelte impiantistiche e dei materiali, immobiliare
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PREFABBRICAZIONE
Il cuore dell’innovazione di D-Shape è il legante che, attraverso le teste di stampa di Monolite, trasforma qualsiasi tipo di sabbia in un materiale roccioso con una struttura cristallina come quella del marmo. Una formula segreta di cloruri solidi e liquidi derivati dall’acqua di mare, senza emissioni di CO2. Una soluzione inorganica, incolore e completamente ecocompatibile.
D-SHAPE, LA STAMPANTE CHE COSTRUISCE CASE Dall’idea al progetto CAD alla realizzazione. La stampante di Enrico Dini trasforma la sabbia in roccia e permette di produrre le forme più complesse al ritmo di un millimetro al minuto, senza inquinare e a chilometri zero
In alto, Radiolaria, il modello disegnato da Andrea Morgante (Shiro Studio) di 2 metri di altezza appena completato. A destra due immagini di Monolite, la stampante 3D di Enrico Dini. Ogni “foglio” di sabbia ha uno spessore di 5/10 mm; le parti “stampate” solidificano in 24 ore.
Il principio è semplice e già noto, tanto che nel giro di un paio d’anni le stampanti 3D, per costo e accessibilità, saranno un bene di consumo di massa. Utili però per “stampare” piccoli oggetti e utilizzando prevalentemente resine epossidiche. Ma il progetto che l’ingegnere toscano Enrico Dini persegue da anni è più ambizioso e si confronta direttamente con la produzione edile. Non si tratta soltanto di un salto di scala (la sua Monolite con testa di stampa a 300 ugelli misura 6 metri per 6) ma di un lungo lavoro di ricerca per mettere a punto l”inchiostro” più adatto a trasformare le sabbie, o altri tipi di fini granulati rocciosi, in solida roccia, con doti di resistenza a compressione e trazione superiori a quelle del cemento Portland (il materiale prodotto possiede una struttura cristallina simile a quella del marmo e prove di laboratorio permettono di collocarlo in classe 16-20). In D-shape l’inchiostro è un legante ecologico derivato dall’acqua marina che le “teste di stampa” distribuiscono, secondo disegno CAD e quindi seguendo con assoluta precisione il progetto, su strati di 5/10 mm di sabbia, ritmo di crescita che la costruzione a layering può mantenere costante, uno strato dopo l’al-
tro, fino al suo completamento. Sono molti gli architetti che fino ad oggi hanno già collaborato con Dini, a partire da Andrea Morgante, titolare di Shiro Studio di Londra, che ha disegnato e messo in produzione un primo prototipo (di due metri di altezza) di Radiolaria, una forma ispirata all’omonimo organismo monocellulare le cui cavità esaltano il potenziale della tecnologia D-Shape. O Marco Ferreri, che in 14 giorni ha prodotto UnaCasaTuttaDiUnPezzo, archetipo di casa di 36 mq esposto in Triennale nel 2010: sui diversi layers sono stati stesi complessivamente 35 mc di sabbia, 31 dei quali recuperati al termine del processo. Mentre Norman Foster ha coinvolto Dini per realizzare elementi di arredo urbano per Masdar City. Una volta completati, i prodotti della stampa 3D possono essere levigati e rifiniti con procedimenti convenzionali. Le potenzialità sono infinite e questa tecnologia è solo agli inizi. Oltre a campioni di forme complesse, finora Dini ha realizzato oggetti di arredo urbano e oggi lavora a sistemi per la protezione delle coste marine: facili da realizzare, le cavità favoriscono la ricostruzione delle barriere coralline
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Enrico Dini
Laureato in ingegneria all’Università di Pisa, Enrico Dini (Pontedera, 1962) con la sua Dini Engineering si occupa da sempre di automazione e robotica per la produzione industriale, collaborando con diverse aziende hi-tech nel mondo, con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con il Dipartimento di ingegneria della produzione “Ulisse Dini” di Pisa. Nel 2004 brevetta un primo sistema completo di stampa 3D a livelli con resine epossidiche, migliorato da un secondo brevetto che si basa sull’utilizzo di leganti inorganici ecologici. Nel 2007 fonda la società inglese Monolite Uk per la produzione e commercializzazione di macchine stereolitografiche 3D in grado di stampare interi edifici. www.dinitech.it
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PREFABBRICAZIONE
MORE FOR LIVING Ovvero la prefabbricazione non omologata. More è il nuovo concept ideato e realizzato da Terra Moretti che prevede un pacchetto completo e personalizzabile per la realizzazione di cinque tipologie di residenze “chiavi in mano” pronte per essere abitate in sole otto settimane Sopra render di Casa Q, modello di Casa patio e Casa linea incastonata nella roccia. (foto ©Attu Studio)
Frutto del lavoro di squadra durato più di tre anni di un team di architetti e ingegneri Terra Moretti ed esperti di Moretti Industria delle Costruzioni, il progetto More è un innovativo sistema costruttivo basato su uno schema compositivo modulare che semplifica la progettazione e la realizzazione di cinque tipologie abitative, estremamente personalizzabili, studiate per rispondere a stili di vita ed esigenze differenti. La chiave di volta del sistema è costituita da un pannello strutturale in calcestruzzo e legno lamellare, che integra isolamento, impianti e domotica e che permette una estrema libertà progettuale e la variazione
Per garantire la solidità della costruzione, il sistema More utilizza pannelli prefabbricati saldati insieme da getti di calcestruzzo colato dall’alto lungo i giunti. interna degli spazi abitativi. La soluzione all inclusive di More permette di avere un unico punto di riferimento per tutte le fasi di realizzazione della casa: dal trasporto dei materiali alla costruzione, dagli impianti alla sicurezza [ 18 ]
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e alle finiture realizzate con la collaborazione di alcuni partners - Poliform per gli arredamenti, Davide Groppi per l’illuminazione, Capoferri per i serramenti. La progettazione inizia da una valutazione di tutti gli aspetti inerenti alla costruzione - spaziali, strutturali, impiantistici, sino alle finiture - con l’aiuto di modelli e fotomontaggi, studiando le caratteristiche e il posizionamento esterno per poi passare agli spazi abitativi lasciando le divisioni interne libere di variare nel tempo a secondo delle esigenze. La prima e fondamentale fase del progetto consiste in uno studio della collocazione e dell’orientamento dell’abitazione, per permettere il migliore irraggiamento solare possibile e migliorare sia il comfort che le prestazioni energetiche degli ambienti. Le pareti e le coperture sono concepite per offrire ottime prestazioni dal punto di vista dell’isolamento acustico e termico, eliminando i ponti termici nella connessione tra gli elementi costruttivi e utilizzando serramenti e falsi telai specifici per limitare al massimo la dispersione di calore. Per as-
Valentina Moretti in primo piano con il team di progettisti di More, giovani architetti e ingegneri che affiancati dagli esperti di Moretti Industria delle Costruzioni hanno elaborato il progetto, fotografati da Oliviero Toscani.
sicurare la stabilità della costruzione, i pannelli prefabbricati More readymade vengono saldati insieme da getti di calcestruzzo colato dall’alto lungo i giunti. Formando una rete protettiva che poggia su fondazioni continue, la soluzione conferisce all’intera struttura solidità e alta resistenza alle sollecitazioni in caso di sisma. Personalizzazione dello schema di base Basandosi su un sistema compositivo modulare che permette di variarne le dimensioni, ognuna delle cinque tipologie abitative ideate dal sistema More prevede una distribuzione degli spazi guidata da principi compositivi differenti. In questo modo è possibile scegliere tra residenze compatte, ideali per piccoli lotti e contesti urbani, e residenze estese
PREFABBRICAZIONE
MORE Il pannello perimetrale readymade
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
una lastra interna una lastra esterna l’isolamento uno spazio vuoto il telaio fisso traliccio il sistema oscurante l’impianto elettrico
Posa dei solai
Sopra, particolari di interni di Casa uno, un angolo soggiorno una camera e in alto il terrazzo con ampie vetrate. (foto ©Marirosa
Finestre ed oscuranti integrati nel pannello
Pannello prodotto industrialmente
Setto antisismico finito Fondazione continua
Getto in opera dei setti antisismici, dei cordoli e dei solai utilizzando calcestruzzi fluidi
Toscani Ballo)
Assemblaggio dei pannelli in cantiere
che si inseriscono al meglio su ampi terreni al contatto con la natura. Si parte dalla casa uno, che presenta un volume massiccio e compatto capace di adattarsi ai lotti più angusti e con un tetto-terrazzo grande quanto l’intera superficie della casa, distribuita su due o tre piani. La casa patio si estende invece su un piano unico con una zona giorno alta, vetrata e molto luminosa da cui si diramano quattro blocchi funzionali che ospitano le aree più private della zona notte, cucina, servizi, studio. Questa disposizione in pianta disegna quattro portici che creano una continuità fra gli spazi interni e l’esterno. La casa tetto, distribuita su due piani, si caratterizza come indicato dal nome per l’estesa copertura a quattro falde su pianta a croce variabile con quattro portici agli angoli. Il sottotetto è
un ampio spazio vivibile che, su richiesta, può aprirsi a doppia altezza sugli spazi al piano terra. La casa Q, su uno o due piani, è compatta e caratterizzata da una pianta con un ambiente centrale attorno al quale sono disposti quattro spazi quadrati orientati secondo i punti cardinali, creando un’alternanza di pieni e vuoti in pianta e in alzato che ne caratterizza l’immagine esterna della casa e gli affacci dei singoli spazi abitativi. Infine, la casa linea ha una forma essenziale, con un forte orientamento monodirezionale fronte-retro, pensata per rispondere a particolari topografie, adattandosi a terreni pendenti o per essere parzialmente ipogea. In base alla disposizione degli ambienti, la facciata principale della casa può trasformarsi in grande loggiato o in una serie ritmata di portici
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5 prototipi del concept Tutti le case MORE sono ispirate a due forme: la casa compatta e la casa estesa. La prima può adattarsi a un terreno piccolo o lasciare ampio spazio al giardino; la seconda richiede un lotto di ampio respiro. Sia la casa compatta sia la casa estesa sono declinabili in dimensioni che variano dai 120 ai 300 mq. Forme e dimensioni si concretizzano in 5 modelli abitativi.
Il punto di forza del sistema unico More consiste nel pannello perimetrale readymade di 180 cm con doppia funzione strutturale e di tamponamento. Il pannello, che delimita il volume complessivo dell’abitazione cui è possibile aggiungere liberamente i muri divisori, è composto da: una lastra interna lavorabile che offre una base d’appoggio per il solaio e una lastra esterna di finitura con un alto grado di durata, uno strato isolante termo-acustico che contrasta anche l’umidità esterna, l’impianto elettrico già posato nel pannello e il supporto per i serramenti e sistemi oscuranti.
TECNOLOGIA ATTENTA ALL’AMBIENTE In fase progettuale è possibile scegliere tra diversi pacchetti di impianti meccanici che permettono alle residenze prefabbricate More di raggiungere anche le classi energetiche più elevate e una climatizzazione attenta all’efficienza energetica, alla salubrità degli ambienti, ai costi di preventivo e di gestione. La tipologia più evoluta prevede pompe di calore capaci di riscaldare in inverno e di rinfrescare d’estate e un sistema di distribuzione composto da pannelli radianti collocati nel pavimento, combinando l’impianto idraulico con un sistema di ventilazione meccanica capace di controllare la deumidificazione degli ambienti e un recuperatore di calore che riduce ulteriormente i consumi.
Da sinistra, Casa uno, Casa tetto, Casa Q, Casa patio e Casa linea
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PREFABBRICAZIONE
AMBIENTE, COLTIVARE UNA CASA Un progetto sperimentale ideato da Cibicworkshop unisce sistema a secco con telaio metallico e mattoni di canapa per garantire alte performance energetiche e costruttive
Sopra, alcune immagini di Coltivare una casa, l’installazione in scala 1:1 realizzata da Cibicworkshop per la fiera MADE dello scorso ottobre.
Il progetto di Cibicworkshop presentato alla mostra tematica Green Home Design di MADE Expo 2012 è un’installazione in scala reale di due modelli abitativi realizzati con materiali ecosostenibili e sistemi costruttivi sperimentali. La riflessione su nuovi sistemi di costruzione e sulle architetture realizzate con materiali a basso impatto ambientale è stato l’elemento guida della ricerca su tecniche costruttive innovative condotta in questi ultimi anni da Cibicworkshop, il centro di ricerca fondato dall’architetto Aldo Cibic.
Ideata da un gruppo di progettazione formato da Cibic, Tommaso Corà, Chuck Felton e Michele Cecchetto, l’installazione presentata lo scorso autunno è un modello sperimentale realizzato grazie a sistemi costruttivi innovativi ed efficienti combinati con l’utilizzo di materiali prefabbricati biocompatibili. Il risultato è un sistema architettonico dalle elevate performance energetiche e strutturali che permette una riduzione radicale dei tempi di costruzione. Realizzato con un tetto verde in copertura,
il primo modello abitativo presenta un involucro in biocomposito di calce e canapa ad alta efficienza energetica sviluppato da Equilibrium, mentre l’abitazione sulla destra, più alta e a forma di torre, è realizzata con sistema a secco e telaio metallico di In.nova che permette di realizzare edifici interamente riciclabili, solidi e antisismici. In copertura, pannelli solari termici forniscono l’energia sostenibile per il riscaldamento e il raffrescamento e per la produzione di acqua calda sanitaria
MODELLO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE
1. Il tetto verde agisce da isolante termico
9. Vasche sotterranee per la depurazione delle acque e il successivo uso per l’irrigazione
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5. Accumulo termico per conservare l’acqua calda per usi sanitari e di riscaldamento integrando le diverse fonti energetiche
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6. Climatizzazione radiante a pavimento
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4. Geotermia per scambio termico mediante pompa di calore
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3. Biomasse per il riscaldamento o combinato con altre fonti in un sistema integrato
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2. Pannelli solari termici per la produzione di ACS e riscaldamento con sistemi ad assorbimento
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7. Recupero acque piovane per irrigazione e usi sanitari 8. WC sottovuoto: minimizza gli sprechi riducendo da 15 litri a mezzo litro ogni singolo utilizzo dello sciacquone
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10. I pannelli fotovoltaici forniscono elettricità che può essere utilizzata sul posto o ceduta al gestore della rete 11. Un generatore eolico fornisce corrente elettrica in combinazione ai pannelli fotovoltaici 12. L’illuminazione a LED riduce sensibilmente il consumo elettrico 13. Tenda solare in materiali tecnici ad abbattimento termico 14. Finiture, rivestimenti e arredi interni realizzati con materiali sostenibili e di riciclo 15. Involucro in biocomposito di calce e canapa 16. Involucro in pannelli prefabbricati di laterizio precompresso e poliestere, interamente riciclabile.
PREFABBRICAZIONE
A SECCO E RICICLABILI Fondata nel 2011 da Antonio Morbin, Fabio Frau e Andrea Quattrina, In.nova realizza edifici residenziali e industriali a secco con strutture portanti in acciaio e impalcati in acciaio o legno utilizzando un pannello brevettato in laterizio precompresso su telaio in acciaio. Ogni pannello è costituito da file di mattoni al cui interno corrono barre in acciaio tese e ancorate a un profilo in acciaio. Speciali guarnizioni in gomma per la tenuta dell’aria sono inserite tra i mattoni e tra ogni pannello. L’utilizzo del laterizio assicura all’involucro ottime caratteristiche di inerzia termica e coibentazione, mentre l’impiego dell’acciaio garantisce efficienza strutturale e flessibilità progettuale. Rapidità (eseguite le fondazioni, un edificio di 300 mq è pronto alla consegna in 4 mesi) e possibilità di lavorare su progetto con misure variabili integrando gli impianti nei pannelli sono altrettanti vantaggi del sistema In-nova. Inizialmente assemblati a breve distanza dal cantiere, i pannelli In-nova oggi vengono fabbricati da una cooperativa di lavoro carceraria. Alla valenza sociale si aggiunge quella ambientale: costruzioni e pannelli sono interamente smontabili e riciclabili separando i singoli componenti. www.innovabuild.com
A Chiusura verticale: assonometria e voci di capitolato A. lastra cementizia fibrorinforzata con sottostruttura di sostegno tipo Fermacell Power Panel H2O (spessore 12,5 mm) B. coibentazione termoacustica in poliestere tipo O.R.V. Edifiber (spessore min. 8 cm) C. pannelli pretesi in laterizio a secco (spessore min. 8 cm)
D. struttura metallica primaria zincata a caldo E. pannelli in gessofibra con sottostruttura di sostegno per ancoraggio reti tecnologiche F. intercapedine per passaggio reti tecnologiche G. doppia lastra in gessofibra per interni con sottostruttura di sostegno
B
C D E F G H
Frutto di quattro anni di ricerca e sviluppo svolti in Irlanda, Regno Unito e Francia, Natural Beton e il suo concentrato in blocchi pieni Biomattone di Equilibrium sono ottenuti combinando meccanicamente e a temperatura ambiente truciolato vegetale di canapa con un legante a base di calce, in un processo produttivo a basso consumo di energia con conseguente impatto ambientale prossimo allo zero.
I BIOVANTAGGI DELLA CANAPA Per secoli la canapa, la cui coltivazione è oggi scomparsa, è stato un elemento fondamentale dell’agricoltura italiana. Le sue doti di resistenza e flessibilità, insieme alla rapida crescita, la rendevano uno dei materiali più accessibili, economici e disponibili per infinite applicazioni. Un vantaggio indiretto della sua diffusione era la qualità del territorio, che le coltivazioni preservavano dal dissesto idrogeologico.
Grazie alle elevate proprietà isolanti termoacustiche e di traspirabilità, Natural Beton® e Biomattone® si prestano a molteplici applicazioni sia in progetti di nuova costruzione che nelle ristrutturazioni, come cappotti isolanti, isolamenti di pareti e coperture, murature di tamponamento e tavolati divisori. Le due soluzioni bio di Equilibrium sono una significativa novità nel settore delle costruzioni: le funzioni di muratura e di isolamento termo-acustico sono assolte da un unico materiale omogeneo, a differenza di quanto avviene nell’edilizia tradizionale che tende ad accoppiare in stratigrafia più materiali: minerali, sintetici, naturali (ad esempio, blocco in laterizio più cappotto in polistirene). Oltre agli evidenti vantaggi economici, tale unica soluzione consente di risolvere i gravi problemi di umidità interstiziale che il diverso valore di permeabilità al vapore dei materiali abitualmente impiegati può causare. Inoltre, il truciolato di canapa di pochi centimetri di spessore è ricco di microscopici alveoli colmi di aria in cui si susseguono continui processi di micro-condensazione e micro-evaporazione. Oltre alla capacità di accumulare calore e di rilasciarlo lentamente con un effetto simile a quello percepito nelle case con muri di pietra, la forte igroscopicità della canapa e della calce trasforma le superfici realizzate in Natural Beton® e Biomattone® in un polmone che respira assorbendo e rilasciando vapore acqueo, mantenendo costante il livello di umidità relativa interna. www.equilibrium-bioedilizia.it
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LIBRI E NEWS
Oase 88 A cura di Véronique Patteeuw, Christophe van Gerrewey, Tom Vandeputte Editore NAI101, 128 pp - € 19,95 ISBN 978-94-6208-014-0 (edizione inglese/olandese)
DALL’ASTRATTO AL CONCRETO Nella storia della modernità, le mostre di architettura hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale nella formazione della cultura architettonica. Ponte tra teoria e pratica e momento di relazione tra esempi storici e problematiche contemporanee, sono un mezzo importante per identifi care caratteristiche comuni e avviare nuove pratiche. Il volume della Nai101 (l’editore dell’istituto di architettura di Rotterdam) considera il ruolo delle esposizioni d’architettura quali luoghi di sperimentazione e produzione alternativi al progetto costruito.
L’ARCHITETTURA LO STATO DELLA ISRAELIANA >1973 PROGETTAZIONE Per gli interessi strategici degli Stati Uniti in Medio Oriente Israele può essere pensato come una portaerei nel Mediterraneo. Questo almeno il titolo della rassegna di immagini, materiali storici e saggi che raccontano la radicale trasformazione dell’architettura israeliana avvenuta dopo il 1973, spartiacque nella storia delle strutture sociali, economiche e politiche di Israele. Catalogo del progetto presentato dal Padiglione di Israele alla 13^ Biennale di Architettura di Venezia. Foto ©Guerra, Azrieli Center
Aircraft Carrier American Ideas and Israeli architectures after 1973 Autori vari Editore Hatje Cantz 180 pp - € 20,00 ISBN 978-3-7757-3468-4 (testo in inglese)
Saggi, studi e interviste sulle nuove condizioni e sul futuro della pratica architettonica dopo il crollo della bolla finanziaria e il significativo cambiamento delle condizioni di vita e di lavoro comuni. Il testo presenta inoltre una selezione di progetti indicativi affrontando tematiche inerenti alla crescita e contrazione, spazi sociali urbani, materialismo e sostenibilità.
After Crisis Autore Josep Lluís Mateo Editore Lars Müller Publishers 160 pp - € 25,00 ISBN 978-3-03778-230-9 (testo in inglese)
URBAN DESIGN PER SPAZI CICLABILI Professore di architettura e appassionato di ciclismo, Steven Fleming sostiene che capire perché le persone scelgono di muoversi in bicicletta è la chiave per scoprire il pieno potenziale di questo mezzo di trasporto quale motore di trasformazione nella progettazione delle nostre città. Partendo da esempi di grandi centri urbani, Cycle Space offre spunti per la nascita di spazi urbani alternativi. Cycle Space Autore Steven Fleming Editore Nai010, 176 pp - € 19,50 ISBN 978-94-6208-004-1 (testo in inglese)
Il nuovo verde verticale Autore Edoardo Bit A cura di Maurizio Corrado Editore Wolters Kluwer Italia, 455 pp - € 45,00
TUTTO SULLE PARETI VERDI Guida per progettisti alla realizzazione di involucri vegetali con esempi teorici e pratici su una tendenza architettonica che riscuote crescente interesse. L’opera analizza e confronta le diverse tipologie esistenti d’inverdimento parietale fornendo precise spiegazioni tecniche, impiantistiche, costruttive e gestionali di questa particolare forma di rivestimento e dei sistemi e soluzioni attualmente disponibili per la sua realizzazione.
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TRA ARTE E TECNICA DEL COSTRUIRE Ideato da Renzo Piano, Almanacco dell’Architetto è un compendio ricco di immagini e testimonianze sulla storia e sulla pratica dell’architettura contemporanea Realizzato in due volumi di grande formato per un totale di 1.300 pagine e oltre 5.000 immagini, Almanacco dell’Architetto è un viaggio attraverso l’architettura dell’ultimo secolo che nasce dal lavoro di Renzo Piano con il contributo di nove progettisti e ingegneri e di oltre 400 studi di architettura. Il primo volume, Viaggi nell’architettura, è un diario della traversata a bordo di una mongolfiera compiuta da Piano con il figlio giornalista Carlo alla scoperta di 16 degli interventi firmati dall’architetto genovese, presentati in forma di dialogo e illustrati da immagini, schizzi e disegni. L’insolita panoramica a volo d’uccello indaga le caratteristiche progettuali e realizzative di progetti come il Beaubourg di Parigi, il palazzo del New York Times, l’aeroporto Kansai in Giappone, la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, fino a un villaggio in Nuova Caledonia. Il secondo volume Costruire l’architettura è un autentico manuale di architettura realizzato con il contributo di nove fra i maggiori esperti nazionali e “LA TERRA È FRAGILE E NON POSSIAMO PIÙ FARE internazionali nella tecnica del costruire, FINTA DI NIENTE. QUESTA È ANCHE LA GRANDE SFIDA CHE, ALL’ALBA architetti e ingegneri indicati dallo stesso DI QUESTO MILLENNIO, L’ARCHITETTURA Renzo Piano che approfondiscono tutte DEVE AFFRONTARE” (Renzo Piano) le fasi della realizzazione di un’opera architettonica: dalla fondazione alla struttura in elevazione, dall’involucro alla Almanacco dell’architetto copertura agli impianti, dall’ambiente interno al paesaggio e AAVV da un’idea di Renzo Piano allo spazio urbano, includendo il tema della mobilità. Con il Editore Proctor Edizioni coordinamento scientifico di Federico Bucci e Franco Origoni, 1300 pp - € 249,00 questo lavoro collettivo porta le firme di Giovanni Calabresi, Il volume può essere prenotato su Lorenzo Jurina, Marco Sala, Massimo Majowiecki, Gianni www.proctoredizioni.it o per e-mail: info@proctoredizioni.it Ottolini, Federico Butera, Gianni Scudo e Fabio Casiroli.
PROFILI
C+S - CAPPAI E SEGANTINI
TRANSLATION ARCHITECTURE
VINCONO IL LORO PRIMO CONCORSO NEL 1994, A 26 ANNI LUI E 25 LEI. DA ALLORA MARIA ALESSANDRA SEGANTINI E CARLO CAPPAI HANNO COLLEZIONATO UN GRAN NUMERO DI RICONOSCIMENTI IN ITALIA E ALL’ESTERO. PERCHÉ I LORO PROGETTI NASCONO DALLA LETTURA DEL LUOGO E DALL’ASCOLTO DELLE PERSONE. LA CONTEMPORANEITÀ DELLA FUNZIONE SPOSA LA MEMORIA DELLA TRADIZIONE, REINTERPRETANDOLA. LI AIUTA LA SENSIBILITÀ, CERTO, E INSIEME IL FATTO DI AVERE IMPARATO A LAVORARE SU VENEZIA, DA SECOLI IN MIRABILE EQUILIBRIO TRA PASSATO E PRESENTE, TRA POESIA E NECESSITÀ.
PROFILI
Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.
CS +
Translation Architecture è la definizione della ricerca dello studio C+S Architects, fondato nel 1994 a Treviso dagli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini. Secondo la filosofia dello studio, gli architetti sono appunto traduttori di con-testi, e reinventano ogni luogo come area ricca di potenzialità, ridefiniscono i limiti del programma e riscrivono i caratteri dello spazio: topografia, matericità e aspettative sociali. L’attenzione è dunque spostata dall’oggetto architettonico al sistema di relazioni e di disturbo che esso innesca con il contesto socio-economico, fisico, geografico, politico di cui fa parte e che concorre a riattivare mediante un lavoro complesso sviluppato in modo trasversale attraverso team multidisciplinari. Ponendosi criticamente rispetto alla glorificazione del passato ma anche alla monotonia causata dalla spettacolarizzazione della forma, gli architetti di C+S scelgono i propri contesti e con essi intrattengono un dialogo costante, dando vita a strutture che registrano lo scorrere del paesaggio, delle persone e dell’energia. Carlo Cappai (1966) e Maria Alessandra Segantini (1967) hanno svolto attività di ricerca e insegnamento in Italia e all’estero, presso la Syracuse University School of Architecture di New York, il MIT di Cambridge (USA), l’Università di Architettura di Ferrara e lo IUAV di Venezia, e hanno già ottenuto numerosi premi e riconoscimenti: la Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana 2012 (Premio speciale alla committenza pubblica con il primo edificio della nuova cittadella giudiziaria di Venezia che presentiamo in queste pagine), il World Architecture Award 2010, Faces of Design Award 2011, Premio Sfide 2009 del Ministero dell’Ambiente, la selezione al Mies Van der Rohe Award 2009, la menzione speciale al FarbDesignPreis 2009 e al AR Award 2008, la Medaglia d’Oro per l’Architettura Italiana per la Sezione Educazione 2006, il 1° Premio di Architettura Città di Oderzo 2004. I lavori dello studio sono stati esposti alla 8^, 12^ e 13^ Biennale di Architettura di Venezia, presso la Triennale di Milano, alla Cité de l’Architecture di Parigi, a Vienna, Essen, Monaco, Colonia e presso il RIBA a Londra. http://web.cipiuesse.it Alcuni lavori recenti di C+S. Dall’alto: Biennale The Wave, passerella di ingresso alla 50^ Mostra del Cinema di Venezia, Lido di Venezia, 2003 (foto ©Marco Zanta)
The Cord, installazione per la 50^ Biennale d’Arte di Venezia; 40 moduli cilindrici in acciaio corten, 2003 (foto ©Pietro Savorelli)
Nido d’infanzia a Covolo, premio speciale sezione educazione della Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana 2006, Covolo di Pederobba (TV), 2003-2005 (foto ©Alessandra Chemollo) Masterplan Housing Bassano, Bassano del Grappa, Vicenza, in costruzione (render C+S) Residenze Ater ex caserma San Marco, Conegliano (TV), 2012-in costruzione (foto ©Alessandra Bello) Ospedale Policlinico di Milano, sistema della Morgue, 1° premio del concorso internazionale di progettazione, 2010-in costruzione (render C+S)
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VARIAZIONI DI RIGORE A Novoli, due blocchi di residenze per studenti raccolti sotto un’unica copertura creano un sistema urbano di spazi privati e pubblici insieme
Sotto, la copertura e i collegamenti orizzontali in altezza danno vita a una piazza coperta tra i due blocchi (foto ©Pietro Savorelli). A destra, vista del sistema di scale e corridoi che conducono agli alloggi (foto ©Marco Zanta).
Il progetto degli alloggi per studenti occupa l’ex area Fiat di Novoli, zona suburbana della città di Firenze, focalizzando l’attenzione sull’importanza e il significato dello spazio pubblico in interventi di tale natura. Nonostante l’impianto a doppia corte, l’edificio è ben lontano dall’essere chiuso verso l’interno. Una grande piazza coperta è stata disegnata tra le due trame: è la porta di una nuova città che si rende viva tramite le voci delle attività studentesche. La facciata esterna sul fronte stradale descrive pienamente la funzione civica del complesso, algida e silenziosa, realizzata con un rigoroso basamento in cemento, rivestimenti in fasce di legno grigio e vetrocemento
come coronamento, in un confronto dialettico con i muri vivacemente colorati dei fronti interni. La grande massa dell’edificio visibile dalla strada si dischiude all’interno attraverso un impianto planimetrico complesso in cui si susseguono ampi ambienti comuni, volontariamente ibridi, in un gioco di vibrazioni e variazioni dello spazio
Il concept dell’intervento; le residenze studentesche sono distribuite su 4 piani. Sopra il titolo, il fronte dell’edificio affacciato su via Forlanini (foto ©Marco Zanta).
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Giovanni Carli
SCHEDA Località Novoli, Firenze Anno di realizzazione 2006 Committenza Immobiliare Novoli spa Superficie complessiva 7.690 mq Architettura e paesaggio Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, C+S Associati
Design Team Carlo Cappai, Maria Alessandra
Segantini, Daniele Dalla Valle, Carolin Stapenhorst, Andrea Tenuta, Davide Testi
General Contractor
Fiat Engineering spa, MaireEngineering spa
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PROFILI
Sopra, una lama in rame si innesta tra gli edifici dell’ex manifattura tabacchi e il garage San Marco (a sinistra, il fianco rivolto verso il garage). (foto ©Pietro Savorelli)
PREMIO SPECIALE COMMITTENZA PUBBLICA
CONTEMPORANEO VENEZIANO La nuova sede del Tribunale di Venezia nasce dal progetto di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi vincitore del premio speciale alla committenza pubblica della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2012 Il progetto della nuova cittadella giudiziaria di Venezia nasce per accorpare, nel complesso della ex manifattura Tabacchi che si affaccia su Piazzale Roma, gli uffici oggi sparsi tra diversi palazzi storici della città, recuperando sia questi sia una vasta area già produttiva ma inutilizzata da anni. Il progetto di C+S, vincitori del concorso internazionale nel 2002, vede ora la luce con questo edificio, una lama che innestandosi con una grande hall a sbalzo sull’unico vuoto esistente dell’area, accoglie e distribuisce i flussi provenienti da Piazzale Roma. Per questo, e perché ospita su due piani tutti gli impianti tecnologici che permetteranno all’intero complesso di funzionare, i progettisti defi niscono il volume un’infrastruttura abitata. Ai piani superiori infatti, trovano posto gli uffici del tribunale di sorveglianza, le cancellerie e gli archivi. La grande hall di ingresso, aperta alla città, è destinata inoltre a spazi commerciali pubblici. Il secondo tema progettuale è relativo alla scala dell’intervento e all’impianto tipolo-
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gico. Collocata, rispetto alla piazza e all’acqua, sul lato opposto al ponte di Calatrava, la “tesa” contemporanea della giustizia si confronta su scala urbana con il grande vuoto di piazzale Roma, con le tese ottocentesche dell’ex Manifattura Tabacchi e con il garage multipiano che la fiancheggia. Di forma semplice, compatta e allungata, la sua altezza connette lo skyline del garage di Piazzale Roma ai corpi più bassi della ex manifattura e alle case di Venezia. Uno sbalzo di cinque metri, mantenendo il volume sollevato da terra, diventa l’ingresso: un’ombra che accoglie i flussi dei visitatori orientandoli all’interno, in uno spazio di sette piani illuminato da luce zenitale. La scala metallica che insieme agli ascensori provvede alla distribuzione verticale contribuisce a disegnare il fronte verso il garage San Marco con una sequenza di piccole bucature che punteggiano la facciata. Infi ne la materia. Il rivestimento dell’involucro è in rame preossidato, il materiale che da sempre caratterizza gli edifici pubblici di Venezia, qui, con ulteriore rilettura, esteso alle facciate. Il materiale diventa
A destra, vista interna dal basso: la scala e uno degli ascensori. L’illuminazione è principalmente di tipo zenitale. (foto ©Pietro Savorelli)
così metafora dell’istituzione, della nuova casa della giustizia, mentre il processo di preossidazione, oltre ad ovvie ragioni di conservazione e manutenzione, rievoca il modo in cui il tempo agisce sulle superfici, un processo di sottrazione della materia che introduce l’edificio nel contesto urbano di cui è parte, in bilico tra passato e contemporaneità
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A sinistra, il nuovo edificio si innesta deciso nel tessuto costruito di Piazzale Roma, in posizione intermedia tra il volume del garage multipiano e la città (foto ©Alessandra Bello).
Sopra, al centro del disegno, Piazzale Roma (nella foto sotto) con l’area di sviluppo della nuova cittadella della giustizia e il sistema di mezzi di accesso e di collegamento.
SCHEDA Località Venezia Anno di realizzazione 2002-2012 Committenza Comune di Venezia Progetto C+S Architects, Carlo Cappai,
Maria Alessandra Segantini
Design Team
Davide Testi, Barbara Acciari, Monica Moro
Masterplan
C+S Architects, Studio CM, Technimont spa
Ingegneria strutturale, impianti e dettagli Tecnimont, Studio Greggio, Progin
Superficie complessiva 6.916 mq
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PROFILI
VOLUMI MATERICI TRA TERRA E ACQUA La costruzione di un depuratore diventa un intervento di paesaggio in uno degli ambienti più fragili e delicati del mondo, la laguna di Venezia
Nelle immagini, le poderose pareti dello spessore di un metro che definiscono gli spazi fuori terra del depuratore sono state realizzate in cemento armato disattivato e colorato e tamponate da pannelli in doghe di iroko che nascondono anche le aperture necessarie per lo scarico delle polveri. (foto ©Pietro Savorelli)
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Di solito in Italia il mondo dell’architettura dedica scarsa attenzione al tema delle strutture di servizio che tuttavia, anche per questo motivo e per le esigenze di programma spesso impattano non poco sulla qualità del paesaggio. Per questo, la definizione spaziale e architettonica del nuovo depuratore per le isole di Sant’Erasmo e Burano è stata affrontata da C+S Architects in primo luogo come un progetto di paesaggio. Collocato sul limite sud-est dell’isola di Sant’Erasmo, all’interno del parco della laguna nord di Venezia, il nuovo depuratore costituisce un elemento emergente rispetto al complessivo rinnovamento urbano e ambientale dell’isola, coordinato dal Consorzio Venezia Nuova nel quadro di un accordo di programma tra Magistrato alle Acque
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di Venezia, Regione Veneto e Comune di Venezia. Corpo estraneo di notevoli dimensioni, per legge inaccessibile, il depuratore si inserisce in un tessuto ambientale fragile, con le escursioni della marea che modificano il disegno e lo spessore dei bordi terreni, ordinato dalla scansione regolare del terreno coltivato a carciofi e dei ghebi, i corsi d’acqua interni all’isola, e punteggiato di fortificazioni militari francesi e austriache la cui massima espressione è la Torre Massimiliana (restaurata anch’essa dallo studio). Il tema del progetto diventa quello di disegnare il nuovo paesaggio di questa parte dell’isola; il luogo, l’edificio e la relazione che si verrà a instaurare con il terreno; lo svolgimento, l’invenzione di uno “spazio di confine” come soluzione di continuità tra edificio e terreno. La struttura si compone di due parti: una zona interrata che contiene l’impianto di depurazione e lo spazio fuori terra che ospita l’area di essiccazione dei fanghi, una cabina elettrica e un’area per la manutenzione. Murature parallele in cemento armato disattivato e colorato da pigmenti, dello spessore di un metro, fondano lo spazio e definiscono un edificio-struttura la cui forma rimanda direttamente agli elementi di difesa delle fortificazioni militari presenti sull’isola, oggi territorio del parco. Per contro, i tamponamenti e le aperture necessarie per lo scarico delle polveri sono in
pannelli di doghe di iroko, conferendo leggerezza all’insieme. Solidamente fondato nel terreno, con il terreno l’edificio si confronta nella copertura della parte interrata, la cui forometria concorre a disegnare il nuovo suolo in un gioco di percorsi che si intersecano con il disegno del verde - lavanda e phlox, ginestra e santolina, rosmarino - disegnando la parte accessibile del parco in modo che l’edificio, inaccessibile, sia invece tracciato in senso più ampio, pensato per un “land-watching” che dovrà diventare uno dei capisaldi del sistema del parco. Il progetto ha già ricevuto diversi riconoscimenti internazionali ed è entrato nella selezione del Mies Award 2009
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SCHEDA Località Isola di Sant’Erasmo, Venezia Anno di realizzazione 2005-2008 Committente Magistrato alle Acque di Venezia, Regione Veneto, Comune di Venezia Progetto architettonico e direzione artistica C+S Associati: C.Cappai, M. A. Segantini Collaboratori Barbara Acciari, Eva Horno Rosas, Alessandro Stefanoni, Carolin Stephanhort, Davide Testi Stefanoni, Andrea Tenuta, C+S Associati
Progetto generale, strutturale e impiantistico Alberto Scotti con Guido Fiorini, Technital Spa
Direzione lavori Diego Semenzato, General Progetti Srl Impresa esecutrice CCC Cantieri Costruzioni Cemento Spa Coordinamento generale Johann Stocker, Consorzio Venezia Nuova Coordinamento alla progettazione Giorgio Mainoldi, Consorzio Venezia Nuova Ente attuatore Magistrato alle Acque di Venezia tramite il Consorzio Venezia Nuova Superficie costruita 898 mq Superficie lotto 120.000 mq
Sotto, la pianta dell’intervento e, a destra, il landscape design per la copertura dell’area interrata del depuratore. Per forma e colore l’intervento si integra nel paesaggio dell’Isola di Sant’Erasmo diventando un elemento del parco. (nel concept e nella foto© Pietro Savorelli, sopra)
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PROFILI
NUOVI SPAZI PER LA COMUNITÀ Il progetto della scuola elementare di Ponzano Veneto, condiviso con bambini e insegnanti, è un modello di sostenibiità applicata in termini energetici, economici e sociali
Sopra il titolo e in basso, due viste della galleria coperta che corre lungo i fronti sud e est e che con i suoi esili pilastri caratterizza l’intero edificio. L’apporto solare è regolato da tende a rullo a controllo automatico (foto ©Pietro Savorelli).
L’edificio scolastico progettato da C+S Associati dispone di 15 aule didattiche e di altre aule speciali dedicate ad attività artistiche, musicali, informatiche, linguistiche e scientifiche, una palestra, una mensa e una biblioteca. Permettendo l’accesso indipendente alla palestra e ad alcune aule in orari serali, l’edificio estende le proprie funzioni trasformandosi in luogo di incontro e di confronto a disposizione dell’intera comunità. Grande attenzione è stata riservata in fase di progettazione sia allo studio degli spazi collettivi sia alla composizione planimetrica
del complesso: tutti gli ambienti ruotano intorno a una corte centrale, memoria dei chiostri monastici, luoghi dedicati alla conservazione del sapere. I diversi spazi sono collegati tra loro pur mantenendo la propria specificità, delimitati rispetto ai corridoi da pareti attrezzate opache fino all’altezza di 130 cm, per preservare la privacy delle aule, con la sommità trasparente. Le grandi campiture di colore e la trasparenza delle pareti sono state concepite per stimolare la curiosità e permettere ai piccoli alunni di esporre i propri lavori, invitandoli allo scambio delle reciproche esperienze e a imparare dagli altri.
Sopra e a fianco, tutti gli ambienti del complesso scolastico ruotano attorno a una corte interna, visibile attraverso le ampie pareti vetrate delle aule (foto ©Alessandra Bello).
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Rifacendosi alla tradizione delle barchesse, edifici rurali tipici della campagna veneta, il disegno esterno dell’edificio è caratterizzato da una filigrana sottile che cuce insieme copertura e basamento, generando un portico scandito da esili pilastri che proiettano le ombre sui fronti vetrati delle classi. Il portico funge così da schermo solare grazie a un sistema di tende avvolgibili montato su una struttura metallica e controllato automaticamente. L’attenzione all’orientamento dei locali e all’isolamento termico e le sofisticate tecnologie impiantistiche previste - riscaldamento
Accanto, il complesso residenziale visto dal lago (foto ©Alessandra Bello)
IN CITTÀ E SULL’ACQUA A Pordenone, un’area già industriale diventa parco abitato SCHEDA Località Ponzano Veneto, Treviso Anno di realizzazione 2008-2009 Committente Comune di Ponzano Veneto Superficie 4102 mq Progetto architettonico e direzione artistica C+S Associati: C.Cappai, M. A. Segantini
Collaboratori Andrea Dal Ferro, Nicola Di Pietro, Giulia Riso, Guido Stella, Mauro Tonello, Fabiana Aneghini, Matteo Bandiera
Progetto strutte impianti e D.L. Favero & Milan Ingegneria Srl
Impresa esecutrice
Paccagnan Spa, Treviso
ALICE E IL CONIGLIO BIANCO Roberta Gorni, illustratrice di libri per l’infanzia, ha disegnato una breve storia contenente 6 temi relativi al progetto della Scuola elementare di Ponzano Veneto. Il racconto, stampato su 6 pannelli, è stato illustrato ai piccoli alunni delle scuole materne e elementari del Comune per cogliere le suggestioni indicate dagli stessi bambini. Contemporaneamente, alcuni totem illustrativi mostravano agli adulti il progetto della nuova scuola ed è stato attivato in fase progettuale e di cantiere un sito web aggiornato con gli stati di avanzamento.
Un progetto di collettività, un progetto dell’immaginazione. L’intervento di riqualificazione nasce dalla volontà di restituire un parco alla città collegando due aree a quote diverse grazie a un percorso che ricuce insieme lago, parco e piazza della chiesa. Il progetto ribalta il punto di vista sulle relazioni tra architettura e paesaggio. Gli edifici si piegano alla giacitura del lago e vengono disegnati da grandi serramenti in legno che portano il verde all’interno delle case o lo riflettono, raddoppiandolo una prima volta sulle vetrate, per poi specchiare in acqua lo stesso riflesso. Gli edifici sono silenziosi protagonisti del fondale disegnato per le due piazze: una minerale, quella di San Giorgio e l’altra liquida, il lago. Le leggere differenze cromatiche nella colorazione dei fronti giocano con i toni di luce in modo che sia quasi impossibile dire se il diverso colore non sia invece il risultato dell’ombra di una giacitura differente. Il fronte nord della piazza assume un carattere più aulico di edificio pubblico con i servizi della parrocchia (aule e residenze) e un auditorium parzialmente incassato nel terreno
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Giovanni Carli
Masterplan dell’intervento; in basso altre due immagini di largo San Giorgio: le passerelle in legno connettono diversi livelli del complesso (foto ©Alessandra Bello)
SCHEDA Località Largo San Giorgio, Pordenone Anno di realizzazione 2008-2010 Committente San Giorgio Srl (Rizzani de Eccher Spa / Prospettive JV) Superficie complessiva/costruita 75.000/11.000 mq Progetto Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, C+S Design Team C. Cappai, M. A. Segantini, Carolin Stapenhorst, Guido Stella Consulenza botanica Studio Leoni Impresa costruttrice Rizzani de Eccher Spa Project management Prospettive Spa Progetto strutturale e impiantistico AISA TEC
©Roberta Gorni 2009
geotermico, pannelli fotovoltaici, camini di ventilazione naturale, sistema di building automation - permettono alla scuola di raggiungere la Classe A+ con un consumo annuo pari a 3,6 Kwh/mc
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PROFILI
TRA MEMORIA E TECNOLOGIA Un equilibrato gioco di incastri tra le solide forme del passato e la trasparenza del vetro per la nuova stazione di controllo delle maree della laguna di Venezia Alcune immagini dello spazio all’Arsenale. In alto a destra il disegno spiega l’intervento, con la posizione del volume in acciaio-corten che protegge parte degli impianti tecnologici (foto ©Pietro Savorelli).
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Questo progetto trasforma una delle tese dell’Arsenale di Venezia nella “mente” del Mose, il sistema di porte sottomarine che controllerà le maree a Venezia. Tecnologia avanzata, dunque, in uno spazio che era all’avanguardia della tecnologia industriale del suo tempo e di cui C+S ha colto lo spirito con un proget-
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to di ristrutturazione storica e adeguamento funzionale esemplare. Demolite le partizioni interne, lo spazio è stato attrezzato con pareti vetrate dai profili molto esili, che separano funzionalmente lo spazio mantenendone la percezione complessiva e arricchendolo con i riflessi dei materiali e delle superfici. Un’addizione esterna al corpo esistente, di cui sono stati preservati i volumi, porta luce all’interno e nello stesso tempo fornisce energia elettrica con 24 moduli fotovoltaici a film sottile che producono 4,8 kWp e fungono anche da brisesoleil la cui tessitura genera ombre sempre variabili sulle pareti e sulle vetrate interne. Mentre la sala server sarà collocata sottoterra, in uno spazio ipogeo creato ex novo in occasione della ristrutturazione, alcuni elementi impiantistici indispensabili sono stati alloggiati in un volume collocato al centro dello spazio a piano terra, la cui forma e materiale (acciaio-corten) richiamano alla mente un relitto navale che all’Arsenale avrebbe effettivamente potuto trovare ricovero in tempi passati. Per la climatizzazione degli ambienti al piano terra si è
optato per un impianto del tipo centralizzato ad aria con sistema di produzione a pompa di calore con scambiatori acqua/acqua abbinati a un sistema a sonde geotermiche (spinte ciascuna alla profondità di circa 60 m). Un impianto di cogenerazione centralizzato per la produzione di energia elettrica e termica abbinato a un sistema di teleriscaldamento/ raffreddamento basato su un anello d’acqua e pompe di calore recupererà energia geotermica dall’acqua della laguna provvedendo il necessario raffreddamento dei server e recuperandone il calore prodotto, che sarà utilizzato per riscaldare il piano terra in inverno
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SCHEDA Località Arsenale di Venezia Anno di realizzazione 2011 Committente Magistrato alle Acque di Venezia tramite il Consorzio Venezia Nuova
Progetto strutture e impianti Thetis Spa Direzione lavori Thetis Spa Impresa costruttrice ICCEM, Venezia
Mostre
CENTO ANNI DI VISIONI URBANE Dal 24 marzo al 14 luglio 2013 Villa Olmo a Como ospita La città nuova. Oltre Sant’Elia Organizzato dal Comune di Como e curato da Marco De Michelis, docente dello IUAV, un evento espositivo che analizza le visioni urbane del ventesimo secolo partendo dai disegni di Antonio Sant’Elia (Como 1888 - Monfalcone 1916) e presentando 100 opere, alcune delle quali inedite, di artisti, architetti, registi come Mario Sironi, Le Corbusier, Laszlo Moholy-Nagy, Frank Lloyd Wright, Fritz Lang, Yona Friedman, Archizoom, Superstudio, Chris Burden, Carsten Höller. L’esposizione prosegue in una sezione allestita nella Pinacoteca Civica con i disegni di Sant’Elia di proprietà del Comune di Como, da anni inaccessibili al grande pubblico. La rassegna è la prima di tre tappe che vedranno il loro ideale completamento nel 2015 con una grande esposizione dedicata alle tematiche e alle identità dello spazio urbano e collettivo, in concomitanza con l’apertura dell’Expo 2015 di Milano.
La città nuova. Oltre Sant’Elia. Cento anni di visioni urbane Villa Olmo, via Cantoni 1, Como - 24 marzo - 14 luglio 2013 villaolmo@comune.como.it
Tre disegni di Antonio Sant’Elia. Da sinistra, in senso orario: Centrale elettrica, 1914, collezione privata; Stazione d’aeroplani e treni con funicolari e ascensori su tre piani stradali, 1914; Casa con ascensori esterni e sistemi di collegamento su più piani stradali, 1914, già collezione famiglia Sant’Elia.
MATERIALI SOSTENIBILI
ALULIFE
MATREC
Materiale realizzato in alluminio riciclato pre e post-consumo, unisce le qualità tecniche dell’alluminio a un elevato valore estetico dato dalla particolare lavorazione superficiale e dalle diverse finiture disponibili: lucido, satinato, smaltato, verniciato. Disponibile in piastrelle e lavorabile per fresatura e taglio. Leggero e resistente all’abrasione, all’usura, agli agenti atmosferici e ai raggi UV.
Prende il via da questo numero una nuova collaborazione con Matrec, la prima EcoMaterials Library, nata nel 2002 da un’idea dell’architetto Marco Cappellini, dedicata ai materiali ambientalmente sostenibili – riciclati e naturali – e al loro impiego nel mondo dell’architettura, del design e della produzione industriale. Materiali selezionati e segnalati da un network internazionale di professionisti, suddivisi in categorie e corredati di schede descrittive complete a disposizione degli abbonati. Per i nostri lettori Matrec propone l’abbonamento annuale a 76 euro, con uno sconto del 15% sulla tariffa ordinaria. CODICE: MATREC-IOA-13 www.matrec.it
RMET0003
Principali applicazioni pavimenti e rivestimenti per interni e esterni; componenti per elementi d’arredo e complementi; rivestimento per interni di barche; materiale o supporto per arti decorative.
IMPATTO AMBIENTALE Materiale Energia Emissioni
naturale
-
da riciclo
alluminio 100%
6,53 kWh/kg 1,40 kg CO equiv./kg 2
riciclabile
PMdesign Srl • www.alulife.com
Certificazioni Remade in Italy
BELEAF® VENEER
Principali applicazioni rivestimenti, mobili e complementi d’arredo, interni di auto, barche, pavimentazioni.
NOTH0898
Materiale realizzato dalle fibre provenienti dal ramo del banano, tagliato dopo la raccolta per permettere la crescita della nuova generazione, unite con la resina naturale rilasciata dal fusto. Disponibile in fogli e pannelli nelle finiture lucido naturale o smaltato, lavorabile a taglio e per accoppiatura. Opaco e flessibile, idrorepellente e ignifugo. Beleaf s.a.m. • www.beleaf.mc
ECOMAT
RWOOPLA0563
Materiale ottenuto dalla miscelazione della sansa esausta, residuo di lavorazione dell’olio di oliva, con polipropilene, sia provenienti da riciclo che da scarti di produzioni industriali. Disponibile in lastre verniciate in vari colori lavorabili per taglio e foratura, si dimostra resistente al fuoco, agli urti e ai raggi UV e inattaccabile da funghi e batteri.
IMPATTO AMBIENTALE Materiale
naturale
fibre di banano
da riciclo
-
Energia
-
Emissioni
-
riciclabile da fonte rinnovabile Altre informazioni ambientali Il prodotto è stato sottoposto a un’analisi LCA in collaborazione con il WWF.
Principali applicazioni pannelli per pavimenti, soppalchi, pianali di veicoli industriali, container e casse mobili, casseforme, strutture marine e balneari, allestimenti fieristici, pavimentazioni, mobili, arredo urbano e parchi giochi.
IMPATTO AMBIENTALE naturale
Materiale Energia Emissioni
sansa esausta 30%
da riciclo
PP e/o PE 70%
0,3 kWh/kg 0,80 kg CO
2
equiv./kg
riciclabile parzialmente da fonte rinnovabile Ecoplan • www.ecoplan.it
Certificazioni Remade in Italy
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IOARCH Costruzioni e Impianti [ 33 ]
L’ARMONIA DEL SUONO Nella capitale mondiale dell’arte liutaia, acustica e architettura dialogano in una struttura armonica che cattura il suono e lo traduce in linee sinuose e volumi ondulati
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IOARCH Costruzioni e Impianti
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Il nuovo Aditorium Giovanni Arvedi di Cremona nasce dalla collaborazione dello studio Arkpabi degli architetti Giorgio Palù e Michele Bianchi con l’ingegnere giapponese Yasuhisa Toyota, tra i massimi esperti mondiali nella progettazione acustica. Realizzato in soli due anni grazie all’impegno della Fondazione Arvedi Buschini e del Comune di Cremona, l’Auditorium costituisce una parte del nuovo Museo del Violino ricavato dallo storico Palazzo dell’Arte, progettato nei primi anni Quaranta dall’architetto razionalista Carlo Cocchia. La nuova sala concerti è stata incastonata nel parallelepipedo preesistente del Salone delle Adunate, le cui dimensioni originali erano di 36 metri di lunghezza, 14 di larghezza e 10 di altezza. In seguito alle analisi effettuate dallo studio Nagata Acoustics è emersa la necessità di incrementare la sezione
› MUSICA E ARCHITETTURA
Sopra il titolo, un’immagine dell’auditorium inaugurato di recente a Cremona. Il palcoscenico si trova al centro della sala (sotto, la pianta del livello ammezzato). In alto alcune foto del cantiere. Come per il Museo del Violino, realizzato nello stesso palazzo, si è trattato di un nuovo inserimento nel quadro di un intervento di restauro e conservazione di un edificio storico tutelato che ha richiesto l’intervento di maestranze artigianali altamente qualificate. In basso a destra, la scultura dell’artista catalano Jaume Plensa che anima l’ingresso del Palazzo dell’Arte (tutte le foto ©Mino Boiocchi).
libera della sala per migliorarne la resa sonora. Si è quindi deciso di abbassare il livello del palco scavando una fondazione di 3,50 metri al di sotto del pavimento esistente e, per compensare la mancata spinta del terreno rimosso, sono state realizzate murature di rinfianco in c.a. gettato in opera. L’intervento ha consentito di toccare i 14 metri di altezza del soffitto al di sopra al palcoscenico, raggiungendo un livello di perfezione acustica tale da consentirne l’utilizzo anche come sala di incisione. La forma a tulipano dell’auditorium è disegnata da lame di acciaio tagliate al laser alle quali è stata ancorata una maglia metallica su cui è aggrappato l’intonaco. Il tutto è stato rasato e successivamente impiallacciato a vivo con legno di acero verniciato. Il palcoscenico ovale è collocato al centro della sala, garantendo un ascolto e una visuale otti- → 46
IOARCH Costruzioni e Impianti [ 35 ]
‹ MUSICA E ARCHITETTURA
male da tutte le 464 poltrone degli spettatori. Come un violino, si trova sopra un’intercapedine alta 60 centimetri che funge da cassa di risonanza. E come un violino è realizzato con un legno particolare, in questo caso non l’abete rosso della Val di Fiemme o l’acero montano ma il cedro giallo dell’Alaska. Tende acustiche mobili sono state inserite dietro ogni apertura creando superfici assorbenti variabili in funzione delle necessità; a lato del palcoscenico le tende sono celate da un rivestimento in legno con la superficie aperta al 50%. Le aperture originali sono state dotate di doppie finestre con vetri acustici altamente performanti. Il soffitto è stato modellato con forme e linee tondeggianti per ottimizzare la diffusione sonora e rispondere alla necessità di di[ 36 ]
IOARCH Costruzioni e Impianti
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sporre di una massa di 100 kg per ogni mq di superficie. L’insieme di tali accorgimenti acustici ha permesso di ottenere
un tempo di riverbero del suono di 1,5 secondi con sala vuota e di 1,4 secondi a sala occupata
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› MUSICA E ARCHITETTURA
Ing. Yasuhisa Toyota
Ingegnere, laureato presso l’Istituto di Design di Kyushi, inizia la sua carriera professionale nel 1977 quando, appena conclusi gli studi accademici, entra a far parte della Nagata Acoustics. Collabora strettamente per oltre due decenni con Minoru Nagata, fondatore della società, ex presidente e attuale consulente esecutivo, conosciuto per la sua guida in campo acustico nella progettazione e realizzazione della Bunka Kaikan di Tokyo e in altri auditorium in Giappone. Durante gli anni trascorsi alla Nagata Acoustics Yasuhisa Toyota è stato capo progetto di oltre 50 sale concerto nel mondo, dalla Mariinsky Theatre Concert Hall di San Pietroburgo alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles. In particolare, le sue competenze si concentrano sulla progettazione della configurazione della sala e degli spazi acustici per musica da orchestra, da camera e altri generi non amplificati. www.nagata.co.jp
ARKPABI Giorgio Palù e Michele Bianchi
SCHEDA Località Cremona, Piazza Marconi Anno di realizzazione 2012 Superficie totale edificio 6.500 mq Volume sala 5.300 mc Superficie palcoscenico 85 mq Posti a sedere 464 Progetto architettonico
Lo studio di architettura Arkpabi nasce nel 1994 a Cremona dalla collaborazione tra gli architetti Giorgio Palù (Cremona, 1964) e Michele Bianchi (Cremona, 1964), entrambi laureati nel 1990 al Politecnico di Milano. Lo studio si occupa prevalentemente di architettura indagando tutte le sfaccettature della disciplina e realizzando opere per il terziario, per l’architettura dell’ospitalità, edifici industriali e residenziali per committenti pubblici e privati. Tra i primi progetti dello studio il Dellearti Design Hotel di Cremona, premiato a Londra con l’Architectural Award nella categoria Best New Hotel 2002 nella competizione internazionale The European Hotel Design Award 2002. Tra il 2002 e il 2008 lo studio realizza una serie di progetti residenziali caratterizzati da ricerca volumetrica, sperimentazione materica e innovativo utilizzo del colore, tra cui Gli attici di Doberdò a Milano, l’edifico in viale Trento e Trieste a Cremona e una villa a Padenghe sul Garda. Negli anni successivi lo studio elabora alcune architetture con forti implicazioni rispetto al contesto edificato di Cremona, quali il complesso di ville sospese dell’ex Consorzio Agrario, l’Hotel Continental e la cittadella dei Servizi presso gli ex Gasometri, piazza Marconi, il Museo del Violino e l’Auditorium Giovanni Arvedi. www.arkpabi.it
Giorgio Palù e Michele Bianchi, Studio Arkpabi
Progetto acustico
ing. Yasuhisa Toyota, studio Nagata Acoustics
Tempo di riverbero del suono
1,5 sec con sala vuota, 1,4 sec a sala occupata
Rivestimenti in legno
1.225 mq di acero giallo dell’Alaska
Le sezioni illustrano lo sviluppo dell’auditorium all’interno del complesso del Palazzo dell’Arte e lo scavo eseguito per ricavare il volume ottimale per le prestazioni acustiche lasciando invariata l’altezza originale della sala. In alto, un’altra immagine dello spazio, rivestito in legni pregiati (foto ©Mino Boiocchi).
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ISOLAMENTO ACUSTICO LA QUALITÀ DELL’AMBIENTE COSTRUITO E IL BENESSERE PSICO-FISICO DIPENDONO ANCHE DAL CONTENIMENTO DEL RUMORE E DALLA RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO ACUSTICO. LA NORMATIVA E ALCUNE PROPOSTE E SOLUZIONI TECNICHE PER L’ISOLAMENTO E L’ASSORBIMENTO Nel 2005 Philip Gröning trascorse quattro mesi in un monastero certosino dell'Alta Savoia per realizzare il film Il Grande Silenzio. Sembra che non ci sia altro modo per allontanarsi dal rumore che indistintamente ci accompagna. Perché, al di là delle soluzioni tecniche che il mercato propone e di cui presentiamo in queste pagine una breve rassegna, l’inquinamento acustico è prima di tutto un fatto culturale che segnala lo smarrimento del dialogo tra uomo e natura (e sempre di più tra l’uomo e se stesso, dal momento che sembra quasi una necessità coprire anche i momenti
di inevitabile silenzio con musiche di sottofondo). È un fatto culturale che ha a che vedere con l’educazione e il civismo, spesso carenti, ed è auspicabile che gli attesi aggiornamenti normativi tengano conto anche di questo, oltre che dei valori da rispettare, misurare e controllare una volta messi in opera. Anche perchè il rumore si autoalimenta in un effetto a catena (per farsi sentire in un ambiente rumoroso occorre alzare la voce). Del resto l’esempio vale più delle parole e i comportamenti tendono ad adeguarsi all’ambiente. Così è lecito attendersi che buone architetture
e ambienti urbani equilibrati e vivibili contribuiscano a migliorare i comportamenti individuali e collettivi inducendo un atteggiamento più rispettoso verso il bene pubblico e il benessere altrui. Silenziando le marmitte dei veicoli a motore, regolando gli orari di carico e scarico, abbassando il tono delle conversazioni al ristorante e il volume del televisore, evitando di applaudire ai funerali. Come dire: progettisti, industria, associazioni ce la mettono tutta ma l’uso che poi si fa di quanto la tecnica propone dipende da tutti. Le pistole non uccidono: sono gli uomini a farlo.
ACOUSTIC ABSORBING SYSTEM ))) Evolution Panel di Virag, alta tecnologia al servizio della libertà compositiva Ideale per cinema, teatri, bar e ristoranti, sale conferenze, ambienti di lavoro e ovunque si richieda un’elevata capacità di assorbimento acustico, Evolution Panel è il nuovo sistema di contropareti e controsoffitti che coniuga estetica, fonoassorbenza e velocità di applicazione anche su impianti esistenti, ottimizzando i costi di installazione. È composto da doghe MDF rivestite in laminato, in legno o in eco-pelle da 19 x 360 cm, fresate in superficie e forate all’interno così da formare un insieme di cavità entro le quali il suono viene assorbito e disperso. In parete i valori di fonoassorbenza sono notevoli nelle medie frequenze (4001250 hz) ed eccellenti nelle alte (1600-5000 hz). A soffitto
è particolarmente performante sulle medie e alte frequenze con un pannello di lana minerale. In entrambi i casi le prestazioni aumentano inserendo tra il Panel e la parete un pannello di lana minerale. Grazie ai diversi cromatismi e texture consente inoltre una grande libertà espressiva. Panel è disponibile in 34 diversi decorativi per mantenere la continuità progettuale. Laddove non è richiesta la fonoassorbenza, sono previsti altri due tipi di doga: la Tecnick, fresata ma priva delle forature e la Wall, priva sia di fresature sia di forature. Il sistema integrato permette la realizzazione di nicchie, librerie, contenitori, porte a battente e scorrevoli in un tutto monomaterico rigoroso ed essenziale.
www.evolutionpanel.com www.virag.com [ 38 ]
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L’ampia gamma di colori e textures (laminato, legno ed eco-pelle) lascia una grande libertà di composizione ed espressione spaziale per la progettazione di ambienti di forte impatto estetico quali lounge, bar, ristoranti, alberghi, showroom, spazi espositivi.
› ISOLAMENTO ACUSTICO
ARMONIA CHE ARREDA Michele De Lucchi firma i nuovi pannelli fonoassorbenti Mitesco di Caimi Brevetti I PANNELLI FONOASSORBENTI MITESCO CON TECNOLOGIA BREVETTATA SNOWSOUND SONO OGGETTI DI DESIGN PENSATI PER MIGLIORARE IL COMFORT ACUSTICO DI SPAZI CHIUSI E INSERIRSI CON STILE IN OGNI AMBIENTE CONTRACT O DOMESTICO
I suoni sono formati da onde che tendono a essere riflesse da superfici rigide con limitato potere assorbente come marmo o vetro, creando riverberi da correggere con materiali fonoassorbenti. I pannelli Mitesco con tecnologia brevettata Snowsound® sono composti da poliestere a densità variabile che permette di ottenere un assorbimento selettivo delle diverse frequenze e quindi di ottimizzare l’acustica dell’ambiente. Bifacciali e con uno spessore contenuto, i pannelli sono facili da montare e hanno componenti in plastica o in metallo facilmente smontabili per una totale riciclabilità. Leggeri e colorati, senza cornici e cuciture, sono veri complementi di design con sistemi di aggancio che risolvono diverse esigenze acustiche, progettuali e architettoniche: possono essere collocati a parete, a soffitto, su cavi, con attacchi magnetici o su strutture autoportanti. www.caimi.com
Pensati per migliorare il comfort acustico all'interno di ambienti chiusi, i pannelli fonoassorbenti Mitesco di Caimi sono colorati e leggeri. Possono essere appesi a parete o soffitto o essere montati su sostegni metallici creando layout differenti.
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‹ ISOLAMENTO ACUSTICO
NORME E PROSPETTIVE: LO STATO DELL'ARTE Matteo Borghi, uno dei massimi esperti italiani in materia, spiega tutto quello che bisogna sapere sui limiti di legge da rispettare, la classificazione acustica delle unità immobiliari, i possibili interventi sul costruito
Indice di livello di rumore da calpestio = / <
63dB per acustica dei solai
Gli edifici di nuova costruzione, si sa, devono rispettare i limiti di isolamento ai rumori definiti dal DPCM 5-12-1997 - Determinazione dei requisiti acustici passivi. Tale decreto specifica i limiti di legge per i rumori aerei provenienti da altre unità immobiliari (TV, radio, altro), per i rumori da calpestio, per i disturbi che arrivano dall’esterno (isolamento di facciata) e per i rumori prodotti dagli impianti tecnologici. Ad esempio, le pareti e i solai divisori tra differenti unità immobiliari residenziali devono essere caratterizzati da un indice di potere fonoisolante apparente (R’w) pari almeno a 50 dB, le facciate degli ambienti abitativi devono garantire un isolamento (D2mnTw) di almeno 40 dB, e i solai degli appartamenti devono avere un indice di livello di rumore da calpestio (L’nw) inferiore o uguale a 63 dB. Tutti i parametri devono essere conseguiti in opera, a edificio concluso. Non basta quindi una semplice relazione di calcolo previsionale, fatta all’inizio dei lavori, per essere certi di aver rispettato tutte le prescrizioni. Solo delle rilevazioni fonometriche fatte in cantiere consentono di stabilire se l’immobile rispetta o meno gli obblighi imposti dal DPCM. I progettisti dispongono comunque di una serie di norme tecniche che definiscono i metodi di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi. Tali documenti ci
LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DELLE UNITA’ IMMOBILIARI Il sesto volume della collana dedicata all’isolamento termico e acustico di Anit spiega in modo pratico i contenuti della norma tecnica UNI 11367/2010 che definisce per la prima volta in Italia la procedure per classificare acusticamente le unità immobiliari sulla base di misurazioni fonometriche eseguite sullo stabile. Autori Stefano Benedetti, Matteo Borghi Editore Tep, 150 pp - € 20,00
MANUALE DI ACUSTICA EDILIZIA Il volume fornisce informazioni chiare e specifiche ai tecnici che decidono di approfondire il tema dell’acustica edilizia. Gli argomenti trattati riguardano la propagazione dei suoni, le leggi e le norme di riferimento per l’acustica edilizia, i metodi di calcolo previsionale, le indicazioni di corretta posa in opera di materiali e sistemi costruttivi, le modalità di misura in opera dei vari descrittori, le prove di laboratorio. Autori Matteo Borghi, Sergio Mammi Editore Tep, 169 pp - € 20,00
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IOARCH Costruzioni e Impianti
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permettono quindi di valutare se un progetto disegnato sulla carta potrà ragionevolmente rispettare i limiti del Decreto. I calcoli però da soli non bastano. Per ottenere in cantiere risultati paragonabili con le valutazioni analitiche occorre seguire con attenzione le operazioni di posa in opera dei materiali e dei sistemi costruttivi per minimizzare possibili errori. A luglio 2010 è stata inoltre emanata la norma UNI 11367, un documento tecnico, volontario, che definisce una procedura per classificare acusticamente le unità immobiliari. La norma indica come fare a determinare, sulla base dei risultati di misurazioni fonometriche, se un immobile è in classe I - la migliore - piuttosto che IV, la classe peggiore. Ogni descrittore ha la sua classe acustica: un appartamento potrà essere in classe II per l’isolamento ai rumori aerei, classe III per i rumori da calpestio, classe I per l’isolamento delle facciate, e così di seguito. La norma spiega anche una procedura per ricavare dalle cinque differenti classi acustiche dei vari descrittori un’unica classe acustica globale. La UNI 11367 diventerà ragionevolmente il documento di riferimento per la definizione dei nuovi limiti di legge che andranno a sostituire il DPCM 5-12-1997. In questi mesi si stanno svolgendo riunioni presso il Ministero dell’Ambiente, alle quali partecipa anche Anit, per definire la nuova legislazione. Non è però ancora nota la data di pubblicazione di un eventuale nuovo decreto. Gli operatori del settore ipotizzano che la norma di classificazione, una volta divenuta legge dello Stato, consentirà di sviluppare un mercato di riqualificazione acustica degli immobili esistenti. Si ritiene infatti che i proprietari di appartamenti verranno incentivati a migliorare le prestazioni di isolamento ai rumori delle proprie unità immobiliari per raggiungere i nuovi standard legislativi ed incrementarne così il valore di mercato. La questione va però analizzata con attenzione. Un incremento di isolamento ai rumori nella propria unità immobiliare può in certi casi richiedere interventi nell’appartamento del vicino, cosa in genere molto difficile da realizzare. In altre situazioni però un intervento per aumentare le prestazioni di isolamento termico può determinare sensibili miglioramenti anche in campo acustico. Ad esempio la sostituzione dei serramenti con nuove finestre, con perfetta tenuta all’aria e vetri adeguati, può contribuire a
IN BREVE Decibel: unità di misura del livello sonoro. Esprime il rapporto logaritmico tra la pressione misurata e la pressione minima di 0,00002 Pa corrispondente alla soglia minima di udibilità di riferimento. A titolo di esempio, il valore di un sussurro è di 30 dB, quello di una sirena di 120 dB. Frequenza: numero di onde di pressione sonora generate da una sorgente in un secondo. È indicata in Hertz (Hz). Fonometro: strumento di misura del livello di pressione sonora costituito da un microfono in grado di tradurre l’energia della vibrazione acustica in segnale elettrico che, opportunamente amplificato, esprime il livello del rumore in decibel lineari dB o dB L.
un sensibile aumento delle prestazioni di isolamento termico e acustico delle facciate. Quali materiali utilizzare per migliorare le prestazioni acustiche di un edificio? Un utile strumento per scegliere tra centinaia di prodotti è Isola on line, una semplice
PER IL BENESSERE DELLE PERSONE E DELL’AMBIENTE ANIT è l’associazione nazionale senza fini di lucro nata nel 1984 per la diffusione, la promozione e lo sviluppo dell’isolamento termico e acustico nell’edilizia e nell’industria. Svolge attività informativa sulle nuove normative e soluzioni tecnologiche attraverso meeting itineranti, corsi tecnici di approfondimento, la rivista neo-EUBIOS, la newsletter e il proprio sito web. www.anit.it
Virag, Evolution Panel
› ISOLAMENTO ACUSTICO
applicazione realizzata da Anit (dal 21 gennaio scorso disponibile su www.anit. it) che in pochi click consente all’utente di individuare i prodotti più adeguati per l’intervento che deve realizzare. Per approfondire le tematiche di acustica edilizia è altresì possibile associarsi a Anit. I soci ricevono il software Echo per progettare i requisiti acustici degli edifici e valutare la classificazione acustica di un’unità immobiliare, oltre a strumenti quali le Guide Anit e un volume a scelta della collana L’isolamento termico e acustico, per essere sempre aggiornati sulle ultime novità legislative di acustica edilizia
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Matteo Borghi
Una perla per l’acustica
Isolamento termo-acustico sostenibile
Perla OP è il pannello in minerale studiato da Armstrong Building rivestito da un velo acustico omogeneo con una superficie bianca e liscia in grado di amplificare gli spazi e modulare gli effetti dell’illuminazione. Proposto in due versioni con livelli di assorbimento di 0,95 αw e 1,00 αw, è un controsoffitto adatto per spazi che richiedono alti livelli di concentrazione come biblioteche, uffici e aule scolastiche. Non trattiene polvere e particelle inquinanti, è di facile manutenzione e quindi indicato anche per strutture ospedaliere. www.armstrong.it
Ideati da Knauf Insulation, i pannelli Theralith™sono composti esclusivamente da materie prime naturali: lana di legno derivata da scarti di falegnameria legata con magnesite o cemento Portland come stabilito dalla normativa EN 13168. L’assenza di componenti chimici rende i pannelli completamente biodegradabili e atossici. Utilizzabili per pareti interne ed esterne, controsoffitti e casserature a perdere di pareti e solai, per la struttura dei tetti, per applicazioni a vista, controsoffitti e sistemi di isolamento a cappotto. www.knaufinsulation.it
RIFERIMENTI NORMATIVI
UNA QUESTIONE DI DETTAGLI
Norme tecniche che definiscono i metodi di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi
Tre soluzioni, per la ristrutturazione e per le nuove costruzioni, che garantiscono la corretta ventilazione dei locali e, insieme, il migliore isolamento acustico e una bassa conducibilità termica.
• UNI TR 11175 “Acustica in Edilizia Guida alle norme serie UNI EN 12354 per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici. Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale.” • UNI EN 12354 -1,2,3,4,5,6 “Acustica in Edilizia - Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni dei prodotti”
Norme tecniche per la misure in opera dei requisiti acustici passivi • UNI EN ISO 140- 4,5,7,14 “Acustica - Misura dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio”
Legge dello Stato che specifica i limiti di isolamento ai rumori da rispettare in opera • DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”
Norme tecniche che definiscono la classificazione acustica delle unità immobiliari • UNI 11367 “Classificazione acustica delle unità immobiliari Procedura di valutazione e verifica in opera”
La gamma di silenziatori acustici Isolmant pone rimedio alla perdita di isolamento termo-acustico causata dalle aperture permanenti, nella parete perimetrale o nel serramento, imposte dalla normativa vigente per i locali con apparecchi di cottura. I silenziatori acustici Isolmant sono leggeri, facili da movimentare e installare, declinati in tre soluzioni adatte per ristrutturazioni e nuove costruzioni. Con certificazione di resa acustica e rispetto dei parametri di legge, la gamma è realizzata in polipropilene espanso poroso dalle eccellenti caratteristiche isolanti, atossico e non deperibile nel tempo, riciclabile al 100%. www.isolmant.it
• UNI 11444 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali”
UN MANTO SILENZIOSO Soluzioni professionali per pavimenti flottanti in parquet o laminato Specificamente studiati per le applicazioni di pavimenti in posa flottante, i materassini fonoisolanti Isolmant prodotti da Tecnasfalti consentono di intervenire sui supporti orizzontali esistenti o di nuova costruzione per migliorarne il livello di protezione acustica contro i rumori da calpestio e da quelli riflessi o drum sound (impatto diretto sul pavimento). Di facile posa, direttamente sotto lo strato di rivestimento, i materassini acustici sottoparquet riducono la propagazione del rumore e migliorano il comfort interno degli ambienti. www.isolmant.it
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IOARCH Costruzioni e Impianti [ 41 ]
INAUGURAZIONI
LIVING & MORE A CIVITANOVA Il nuovo showroom della F.lli Simonetti a Civitanova Marche nasce da una riorganizzazione degli spazi espositivi in un percorso ricco di ambientazioni che integrano le soluzioni d’arredo ai materiali e alle finiture Un pubblico numeroso di più di 1.500 persone, tra cui Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, ha assistito lo scorso 17 novembre all’inaugurazione del nuovo spazio espositivo di F.lli Simonetti a Civitanova Marche. Lo storico showroom in via Einaudi, il più grande e articolato tra i 16 punti vendita dell’azienda con oltre 6.000 mq di superficie espositiva, è stato infatti oggetto di un totale rinnovamento che ha comportato lo smantellamento di quasi tutta la struttura precedente e la progettazione di un nuovo layout, curato dal designer Ido Corradini in collaborazione con lo staff di progettisti di F.lli Simonetti, includendo ora anche il settore dell’arredo casa. Iniziato nel 2011, l’intervento di ristrutturazione ha previsto l’allestimento di un nuovo reparto cucine su una superficie di circa 1.000 mq con un’area dedicata ai complementi d’arredo. L’area living è stata ulteriormente ampliata con oltre 1.000 mq dedicati alle soluzioni d’arredo per gli ambienti giorno e notte della casa e un’area per il settore dell’outdoor completa di piscina perfettamente funzionante ricreata all’interno della sala. La divisione arredobagno e superfici, pavimenti e rivestimenti è stata completamente ripensata e razionalizzata dal progetto di allestimento curato da Corradini insieme a Eleonora Trucchia. Una griglia di corridoi ortogonali ordina il vasto ambiente espositivo attraverso vere e proprie simulazioni complete degli ambienti che integrano i diversi materiali e
Qui accanto, una delle aree tecniche dedicata al colore completa l’offerta di soluzioni per la finitura delle superfici. Sopra, una delle aree dedicate all’ambiente bagno.
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IOARCH Costruzioni e Impianti
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Sopra, da sinistra, l’area tecnica Building Lab dello showroom Simonetti, che offre ai professionisti anche un servizio di consulenza completo. Accanto, scorci sulle aree dedicate ai materiali per l’architettura, tutte organizzate intorno a grandi superfici di lavoro. Qui accanto, l’inaugurazione del nuovo showroom. Da sinistra, Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, Alberto Simonetti, presidente della F.lli Simonetti SpA, Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche.
superfici con gli arredi, superando la tradizionale modalità espositiva che separava i comparti merceologici in gruppi isolati. Lungo il percorso sono state mantenute alcune aree specializzate, come quella dedicata al wellness comprendente saune e bagni turchi, una zona riservata ai materiali naturali con marmi, pietre e parquet e un Building Lab dove è possibile conoscere nei dettagli e in maniera ravvicinata le innovazioni tecnologiche e i sistemi per l’edilizia, dalle coperture in legno alle facciate ventilate, dall’isolamento a cappotto alle vernici fotocatalitiche. A breve, gli spazi dello showroom potranno espandersi ulteriormente grazie a un progetto di informatizzazione che prevede QR Code e iPad per esplorare virtualmente le collezioni. www.fratellisimonetti.com www.livingandmore.it
LA CULTURA DEI MATERIALI Un corretto processo di progettazione integrata non può prescindere dalla valutazione delle novità nel campo dei materiali, prodotti e soluzioni che il mercato propone con sempre maggiore frequenza. I risultati estetici sono in misura crescente il risultato dell’efficienza e del comfort progettati, disegnando i tratti di una nuova architettura intesa non come gesto artistico ma come percorso condiviso tra progettista, committenza e fruitori. In questo processo la distribuzione edile moderna gioca un ruolo-chiave e anche in questo settore la selezione indotta dal momento economico premia chi, come Simonetti, svolge un insostituibile ruolo di consulenza sul territorio, con tecnici commerciali che dei materiali conoscono la storia, costruita sulla base di feedback raccolti sul campo: un’esperienza preziosa per prevederne la riuscita e proporre al committente la soluzione più adeguata alle specifiche caratteristiche e al budget, che si completa con l’esperienza diretta, visuale e materica, della visita allo showroom. Altro che Internet. A.M.
In queste immagini, diversi ambienti dello showroom con soluzioni espositive che valorizzano la percezione delle qualità materiche ed emozionali dei prodotti; al centro, un’area wellness e una piscina perfettamente funzionanti.
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MOSTRE
FORME SOSTENIBILI NEI CIELI DI ROMA
GOLD MEDAL A ZUMTHOR
Verrà inaugurata il prossimo 21 giugno nella piazza del Maxxi l’istallazione vincitrice di Yap Maxxi 2013, programma di promozione e sostegno ai giovani progettisti organizzato dal MAXXI Architettura in collaborazione con il MoMa PS1di New York, Constructo di Santiago del Cile e per la prima volta Istanbul Modern.
Osservando le opere di Peter Zumthor si potrebbe affermare, parafrasando, che l’architettura è fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni. Per le emozioni che ispirano i suoi spazi e per l’uso così evidente e insieme poetico della terra, del legno e della pietra. Così, dopo il Pritzker nel 2009, l’architetto Engadinese (nella foto) che ancora oggi non ha un sito Internet lo scorso 6 febbraio ha ricevuto dal RIBA (Royal Institute of British Architects) la Royal Gold Medal, quella che dal 1848 viene approvata personalmente dalla Regina. Tra i suoi lavori più acclamati le Terme di Vals, la Kunsthaus di Bregenz, il Kolumba Art Museum di Colonia e il memoriale delle streghe a Steilneset in Norvegia con l’artista Louise Bourgeois. Nel Regno Unito Zumthor ha realizzato il padiglione della Serpentine Art Gallery nel 2011 e sta oggi lavorando alla residenza del filosofo e scrittore svizzero Alain de Botton nel Devon (il “ritiro secolare”).
Il programma internazionale ha premiato l’installazione aerostatica HE dello studio torinese Bam! bottega di architettura sostenibile, una grande prisma che sarà sospeso sulla piazza del MAXXI creando giochi d’acqua e di luce. Alla fine dell’estate, He sarà sgonfiato e l’elio recuperato e impiegato nella ricerca scientifica
ENERGY. Architettura e reti del petrolio e del postpetrolio è la mostra che il Maxxi di Roma dedica dal prossimo 21 marzo alle architetture dell’industria energetica e al loro rapporto e influsso con l’ambiente e il paesaggio. Curata da Peppe Ciorra, l’esposizione presenta un percorso
suddiviso in 3 sezioni tematiche dedicate al passato, al presente e al futuro. La prima sezione raccoglie più di ottanta disegni, progetti e video d’epoca relativi alle esperienze progettuali degli anni successivi alla seconda guerra mondiale. La sezione Fotogrammi è un viaggio fotografico
nell’attuale paesaggio italiano delle architetture della strada e del rifornimento colte dagli obiettivi di Paolo Pellegrin, Alessandro Cimmino e Paola Di Bello. Visioni infine indaga gli scenari futuri della produzione e distribuzione dell’energia attraverso i progetti appositamente redatti da sette studi internazionali di architettura: Guillermo Acuña Arquitectos Asociados (Cile), Lifethings (Corea del Sud), Modus architects (Italia), Noero Architects (Sudafrica), OBR Open Building Research (Italia), Sou Fujimoto Architects (Giappone), Terroir (Australia/ Danimarca). MAXXI 21 marzo / 29 settembre 2013 www.fondazionemaxxi.it
ARTE, POESIA, ARTIGIANATO NELLA NUOVA COLLEZIONE DI MORET Sarà esposta durante i Saloni nello spazio Moret di via Ventura 15 a Milano la nuova collezione Art Carpets, un’operazione affidata a Cleto Munari, designer ma soprattutto, per la sua abilità di ricerca e di relazioni, editore di oggetti d’arte e di consumo, a cominciare dalle famose posate che riuscì a far disegnare a Carlo Scarpa negli anni Settanta. Dopo i meravigliosi Happy Carpets di Aldo Cibic dello scorso anno prosegue così la contaminazione tra tradizione artigianale anatolica e design occidentale avviata dall’azienda vicentina fondata da Hasan Pashamoglu. Questa volta con il contributo multidisciplinare di architetti, designer, artisti, scrittori, premi Nobel e giovani promesse. Coinvolti (travolti?) da Cleto Munari, Mario Botta, Dario Fo, l’icona della beat generation Lawrence Ferlinghetti, Alessandro Mendini, Ettore Mocchetti, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Deisa Centazzo hanno fornito ai laboratori di Istanbul di Moret, per essere tradotti nella lingua delle donne dell’Anatolia e dei loro telai manuali, disegni di straordinaria bellezza. Tanto che a presentarli non sarà un catalogo ma un volume d’arte, curato da Marco Fazzini (altro esempio di contaminazione: Fazzini insegna letteratura post-coloniale a Ca’ Foscari) e edito da Skira. 24 disegni prodotti, nei pregiati materiali che contraddistinguono l’azienda vicentina, in non più di 49 pezzi ciascuno. Anche su misura, con prezzi da 8.000 euro in su. www.moret.it
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MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo www.fondazionemaxxi.it
ARCHITETTURA E RETI ENERGETICHE
ARTCARPETS
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e medica. Tutti i progetti finalisti, rispondenti ai temi della sostenibilità e del riciclo, saranno esposti in un’unica mostra allestita nelle quattro sedi delle istituzioni coinvolte.
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Tre disegni della collezione Art Carpets. Dall’alto in senso orario; Anatolia di Mario Botta, Caras di Javier Mariscal e El Che di Lawrence Ferlinghetti.
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ARTEFACTS
L’ASTRAZIONE DEL RIGORE RACCONTA DI SE STESSA DI AVER SEMPRE DESIDERATO UNA VITA TRANQUILLA, DI NON ESSERE MAI STATA UNA DONNA FORTE E DI AVER VENDUTO IL SUO PRIMO DIPINTO ALL’ETÀ DI 89 ANNI. LA LISSON GALLERY PRESENTA CARMEN HERRERA, PITTRICE DA SEMPRE E DA OGGI, FINALMENTE, SCULTRICE
Un ritratto di Carmen Herrera (foto ©Adriana Lopez Sanfeliu)
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Nel 2000 suo marito, Jesse Loewenthal, insegnante di letteratura inglese, morì all’età di 98 anni. Da quel giorno Carmen Herrera (1915, Havana, Cuba. Vive e lavora a New York), sola, senza il suo più grande sostenitore, decise che non avrebbe più saputo cosa farsene di tutti i dipinti composti e accumulati nell’arco di una vita. Così, andò dal suo vicino di studio, un amico artista di origine portoricana e gli riferì che sarebbe stata pronta a buttare via ogni singola tela e ogni disegno, a meno che lui non avesse qualche alternativa da proporle. Il signor Bechara, questo il nome del vicino di studio dell’Herrera, la tranquillizzò: avrebbe mostrato i suoi dipinti ad alcune gallerie. Poi improvvisamente, un giorno, nel 2004, la svolta. Un curatore che stava organizzando una mostra a Londra decise di cercare su google maggiori informazioni riguardanti il venezuelano Arturo Herrera. Ma per sbadataggine, o solo per curiosità, capitò il nome di Carmen, che venne prontamente contattata a New York. Se questi, in breve, sono i passaggi che raccontano il suo exploit come pittrice di fama internazionale, ben più singolari sono le cause o le semplici motivazioni del destino che hanno tenuto l’Herrera lontana dalle scene dell’arte internazionale fin quasi all’età di novant’anni. L’artista, infatti, non solo non ha mai smesso di dipingere, continuando ostinatamente la propria ricerca, tra colori saturi
CARMEN HERRERA. WORKS ON PAPER 2010-2012 Lisson Gallery, fino al 15 marzo 2013 Via Zenale 3, 20122 Milano, www.lissongallery.com
Alcuni recenti lavori di Carmen Herrera, tutti Untitled, acrilico e matita su carta (Courtesy dell’artista e di Lisson Gallery)
e geometrie piene, ma, negli anni, ha anche mantenuto relazioni di stretta e sincera amicizia con artisti di assoluto rilievo fra i quali Wilfredo Lam e Barnet Newman. Inoltre, la famiglia cubana di appartenenza della Herrera (la madre era giornalista e il padre uno dei fondatori del quotidiano El Mundo), sostenne e incoraggiò i suoi studi alla facoltà di Architettura a La Havana e le sue visioni formali (1935). Quando nel 1939 decise di sposarsi con un cittadino americano la sua vita proseguì a Parigi, dove conobbe personalmente Fredo Sidés fondatore del Salon de Rèalitès Nouvelles, personaggio di assoluta influenza nel mondo dell’arte europea; mentre durante la seconda guerra mondiale l’Herrara fece ritorno a New York e divenne membro della Art Student League. Della propria carriera di pittrice e dei tentativi di proporsi, la Herrera racconta che un giorno, negli anni Cinquanta, un importante gallerista di New York, dopo aver sfogliato il suo portfolio le disse: “mi piaci e anche molto. Ma preferisco prendere con me artisti uomini. Perché altrimenti, chi cucina e tiene a bada i figli?”. Da quel momento l’Herrera preferì dipingere nel silenzio dei suoi alti e bassi, circondata da, seppur molto interessati, sporadici sostenitori. Oggi, fino al 15 marzo 2013, negli spazi della Lisson Gallery di Milano la pittrice novan-
tottenne Carmen Herrera espone una quindicina di drawings (acrilici e matita su carta) e, per la prima volta, una scultura di medie dimensioni. Nel giro di alcuni anni, precedenti a questa prima personale milanese, i lavori della Herrera hanno preso quota sul mercato, facendo raggiungere, ad esempio, a disegni di piccole dimensioni il valore di svariate decine di migliaia di euro. Bechara, l’amico dell’artista cubana, presente all’inaugurazione, racconta come la donna, ormai anziana e costretta su una sedia a rotelle, sia in realtà così lucida da continuare a dipingere ancor oggi, con la luce giusta e con l’aiuto, talvolta, di alcuni assistenti. Sebbene la sua vita sia stata un’ininterrotta quiet life, da ostinata pittrice dilettante, la Herrera mostra in galleria la propria vena sottile, la geometria di un distacco in cui confluiscono e si confondono, come fiumi sotterranei, intuizioni moderniste e neoconcrete, tridimensionalità architettoniche, figure piene, sbavature lineari e i suoi numerosi incontri, tra i quali Sonia Delaunay e, come lei stessa sostiene, Pablo Picasso. Caratterizzati da rigore proiettivo e da andature simmetriche, i giardini ortogonali della Herrera si trovano in diverse collezioni, dal Museum of Modern Art di New York alla Tate Modern di Londra
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Atto Belloli Ardessi e Ginevra Bria
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L’INNOVAZIONE DI SECCO
MENHIR DI SIMONE MICHELI
Efficienza energetica e qualità architettonica sono i requisiti vincenti che hanno permesso al sistema per finestre e porte EBE 85 di Secco Sistemi di ricevere il premio speciale per l’innovazione Architektur+Bauwesen nell’ambito della manifestazione internazionale BAU 2013 di Monaco di Baviera. Riconosciuto dalla giuria del premio nella categoria Prodotto di elevata qualità architettonica, il sistema per serramenti firmato da Secco Sistemi è un caso esemplare di una nuova generazione di infissi all’avanguardia per la qualità dalle prestazioni.
Menhir, il caminetto-scultura in alluminio disegnato da Simone Micheli per Antrax, è stato selezionato per l’Interior Innovation Award 2013, riconoscimento internazionale dedicato al settore dell’’arredamento e organizzato dal German Design Council in occasione di Imm Cologne. Simile a un grande sasso levigato dall’azione del tempo, Menhir evoca nel nome il fascino dei megaliti preistorici, generando con un semplice gesto uno scenografico zampillo di fuoco che arreda e riscalda gli ambienti contemporanei.
www.seccosistemi.it
www.antrax.it
In collaborazione con Ance Como, Assimpredil Ance, Ordine degli Architetti PPC della provincia di Como e Ordine degli Ingegneri della provincia di Como
23 febbraio 2013 | ore 9.30
RIQUALIFICAZIONE E RIGENERAZIONE URBANA Convegno e Tavola rotonda
9.30 Convegno Registrazione dei partecipanti
Villa Erba, Cernobbio Sala convegni ala Cernobbio
Saluti introduttivi Dr. Bruno Magatti, assessore Ecologia e Ambiente Comune di Como Per il governo del territorio: il nuovo PGT di Milano Arch. Gaetano Lisciandra, urbanista, Studio Lisciandra Lo stato di attuazione dei nuovi strumenti di piano: una panoramica regionale Dr. Andrea Lavorato, vice direttore Assimpredil ANCE Milano Lodi Monza Architettura sostenibile per le città: l’esempio di Casa Bosco Camillo Agnoletto, Agnoletto Srl 11.00 Tavola rotonda Con l’assessore Bruno Magatti, i relatori, il presidente di ANCE Como Luca Guffanti, i rappresentanti degli ordini professionali di architetti e ingegneri della provincia di Como.
ComoCasaClima 2013 Salone dedicato allâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica e alla sostenibilitĂ in edilizia
Cernobbio, Centro Congressi Spazio Villa Erba 22-23-24 febbraio 2013
ComoCasaClima Informazioni: tel. +39.031.301037 - mob. +39.366.2405935 - segreteria@comocasaclima.com - www.comocasaclima.com
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