IoArch 45 - Dec 2012

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COSTRUZIONI E IMPIANTI

Anno 6 - n 45 - Novembre/Dicembre 2012 - euro 4,50

PROFILI

L’ARMONIA DELLE PARTI GEZA - GRI E ZUCCHI ARCHITETTI ASSOCIATI

Ambiente costruito un premio alla qualità / Lab i segreti della perfezione / Focus tecnologie invisibili / Stile libero vita tra gli alberi / ritorno all’ordine / Design la selezione naturale

F o n t s r l - v i a S i u s i 2 0 /a 2 013 2 M i l a n o - S p e d . i n a b b. p o s t a l e 4 5% D. L . 3 5 3 / 2 0 0 3 (c o n v. i n . 27. 0 2. 2 0 0 4 n . 4 6 ) A r t. 1 C o m m a 1 D C B M i l a n o


IPM INDUSTRIA POLIURETANICA Il rigore formale conferito al prospetto principale dalla scansione regolare dei profili strutturali è contrastato dalla trasparenza dei molteplici elementi architettonici in vetro in un piacevole equilibrio tra vuoti e pieni, esaltato dal marcato cromatismo del portale di ingresso. Di particolare effetto visivo è l’ampio ballatoio semi-circolare della Hall la cui “leggerezza” è amplificata dall’utilizzo di profili in acciaio di sezione minimale e balaustre di pregevole eleganza formale. La trasparenza come leit motiv torna nei divisori interni costituiti da vetri accostati con fascia centrale acidata a garantire luminosità e privacy. Project: Geom. Giuliano Galassi

IL PENSIERO IN OPERA

Ogni realizzazione, a partire da un pensiero creativo è frutto di un accurato studio, di un attento lavoro di squadra. Questo è il nostro stile, il nostro modo esclusivo di costruire l’Opera.


ph. A. Di Gaspare studioconti.biz_2012

tecnologie e strutture per l’architettura Promo SpA - via Montecavallo, 9 62014 Corridonia (MC) Tel. +39 0733 433542 - Fax + 39 0733 433433 www.promospa.eu - info@promospa.eu


IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 43/2012]

ComoCasaClima 2013 Salone dedicato all’efficienza energetica e alla sostenibilità in edilizia

Cernobbio, Centro Congressi Spazio Villa Erba 22-23-24 febbraio 2013

ComoCasaClima [2]

Informazioni: tel. +39.031.301037 - mob. +39.366.2405935 - segreteria@comocasaclima.com - www.comocasaclima.com


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IL PARADOSSO DELLA QUALITÀ I recenti premi, le selezioni e le manifestazioni internazionali di cui parliamo in questo numero raccontano di un livello propositivo e progettuale italiano che non trova riscontri nei precedenti quarant’anni. Ma per completare il padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision di Vincenzo Latina, medaglia d’oro all’architettura italiana 2012, ci son voluti 25 anni (per costruire il Colosseo ne bastarono dieci). Negli anni scorsi migliaia di progettisti hanno seguito corsi sull’efficienza energetica, non solo per possedere una nuova specializzazione ma con la convinzione che oggi non si fa reale progettazione senza un salto qualitativo e di competenza, e con la passione per una nuova architettura socialmente e ambientalmente responsabile. Nel frattempo l’assegnazione delle gare pubbliche segue sempre il criterio del massimo ribasso, lo stock edilizio esistente (venduto e invenduto) continua ad essere scadente, rotonde e svincoli pavimentano ettari di terreno agricolo senza portare da nessuna parte e l’Italia continua a perdere posizioni in tutte le classifiche, tranne quella sulla corruzione.

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I SEGRETI DELLA PERFEZIONE

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VITA TRA GLI ALBERI

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LA CONQUISTA DELLO SPAZIO

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RITORNO ALL’ORDINE

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ASTRAZIONI NELLA FORMA

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UN PREMIO ALLA QUALITÀ

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HOME & BUILDING AUTOMATION

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LA SELEZIONE NATURALE

In copertina, Gri e Zucchi Associati: la casa della musica a Cervignano del Friuli (UD), 2009-2010 (foto ©Massimo Crivellari).

IOARCH Costruzioni e Impianti n. 45

Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di direzione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi Comitato Tecnico Sebastiano Abello, Michele Caterino, Eric Ezechieli, Walter Marabelli, Guido Pesaro

Il cemento secondo Tadao Ando

Dalla XIII Biennale di Venezia 2012

Profili: GEZA - Gri e Zucchi Associati

Tecnologie invisibili

Contributi Francesca Emily Amato, Roberta Cassi, Mara Corradi, Alice Gramigna, Marco Penati, Nadia Rossi, Silvia Zotti Grafica e impaginazione Roberta Basaglia Fotolito e stampa Pinelli Printing, Milano

Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Abbonamenti tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 abbonamenti@ioarch.it

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La casa di un regista

Una ristrutturazione a Catania

Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2012 Adi Design Index 2012

Prezzo di copertina euro 4,50 arretrati euro 9,00. Abbonamento (10 numeri) euro 30,00; estero euro 60,00. Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico su banca Unicredit: IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386 intestato a Font Srl Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

IL CEMENTO SECONDO TADAO ANDO

I SEGRETI

DELLA PERFEZIONE Carlo Ezechieli

LA COSTRUZIONE DEL DUVETICA STORE DI MILANO E IL RESTAURO DI PUNTA DELLE DOGANA DI TADAO ANDO NEL RACCONTO DI DUE PROTAGONISTI, EUGENIO TRANQUILLI E LUIGI COCCO. DUE INGEGNERI CHE - A PARTIRE DAL PROGETTO DELLA SEDE DI FABRICA - SI SONO OCCUPATI, CON INCREDIBILE MAESTRIA, DELLO SVILUPPO E DEL COORDINAMENTO DELLA MAGGIOR PARTE DEI LAVORI DI TADAO ANDO IN ITALIA. L’EVENTO DI APERTURA DELLO STORE DUVETICA A MILANO, PROGETTATO DA TADAO ANDO E REALIZZATO CON LA LORO COLLABORAZIONE, È STATA UN’OCCASIONE NON SOLO PER AMMIRARE UN’OPERA CHE SI DISTINGUE PER PERFEZIONE E CURA DEI DETTAGLI, MA ANCHE PER CONOSCERE, ATTRAVERSO LA LORO TESTIMONIANZA, QUAL È LA STORIA E I PARTICOLARI DI QUESTE REALIZZAZIONI.

Ingegner Tranquilli, quali sono le peculiarità principali del lavoro con Tadao Ando? Eugenio Tranquilli Lavoriamo con Ando dal 1992, ormai da vent’anni. Una delle caratteristiche principali del suo lavoro, come noto, è l’essenzialità del cemento faccia a vista. Ando dice che il muro rompe lo spazio, impedisce e ostacola, altera un ordine precedente, e pertanto deve essere ben eseguito. Ando è giapponese, una cultura ancor oggi molto influenzata dall’etica e dai codici samurai, e questo in architettura si converte in onestà costruttiva e coerenza assoluta. Alla fine Ando non ha fatto altro che riprendere una tecnica di costruzione del tutto comune - con i tipici pannelli di casseratura 180x90, la misura del tatami riordinandola e portandola alla perfezione. E tutto questo segue la cultura dello tsubo: un’unità di misurazione delle superfici che [4]

corrisponde a due tatami. La sua architettura è fatta di multipli di tatami. Realizzare opere in cemento faccia a vista in Italia non è sempre facile, è una tecnica nota e comune ma l’esecuzione è generalmente povera. Come gestite queste lavorazioni? Luigi Cocco Normalmente utilizziamo casseri a travi della Peri con pannelli di rivestimento in legno di betulla, specifici per il cemento faccia a vista, anche se purtroppo è ormai impossibile trovare casseri di betulla ben fatti. Quelli che si trovano normalmente provengono dalle foreste di Finlandia o Russia e si imbevono parecchio, peggiorando il risultato finale. Il tema della qualità dei manti in legno dei casseri è cruciale e nel caso specifico vanno scelti uno per uno, scartando i peggiori, che purtroppo sono sempre più frequenti. Li controlliamo uno per uno sia

Tadao Ando

Tadao Ando (Osaka,1941) è uno dei più noti progettisti contemporanei. Ispirato dall’architettura tradizionale del proprio Paese e allo stesso tempo infl uenzato dal Movimento Moderno e da Le Corbusier, il suo lavoro si caratterizza per un approccio ‘artigianale’ estremamente attento ai dettagli. Tra i numerosi progetti che portano la sua fi rma la Azuma House di Sumiyoshi (1976), la Chiesa della Luce a Osaka (1989), l’edifi cio per la Pulitzer Foundation for the Arts a St. Louis (2001), il Museo di Arte Moderna di Fort Worth (2002). Nel corso della carriera, oltre al Premio Pritzker nel 1995, ha ricevuto riconoscimenti come la Medaglia d’Oro dall’Accademia Francese di Architettura nel 1989 e la Medaglia d’Oro della Union Internationale des Architectes nel 2005. Membro onorario dell’American Institute of Architects e della Royal Academy of Arts di Londra, è stato anche visiting professor alle Università di Yale, Columbia, U.C. di Berkeley e Harvard. www.tadao-ando.com


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

Sopra, l’intervento di Punta della Dogana a Venezia si articola attorno a un imponente e astratto volume in cemento facciaa-vista inserito all’interno degli antichi magazzini; nella pagina di sinistra, uno scorcio del negozio monomarca di Duvetica a Milano (le foto di Duvetica ©orch_chemollo).

visivamente che con strumenti. Il sistema di cassaforma che utilizziamo normalmente si chiama “Vario GT24” ed è un sistema binato di travi in legno reticolari (dipinte di giallo) collegate a profili in ferro. Il pannello di rivestimento si compone di due manti: uno di supporto e l’altro a contatto con il getto. Prima di eseguire il getto vanno disegnati i prospetti, interni ed esterni, con la posizione di tutti i fori dovuti alle barre dywidag. Ovviamente la precisione del montaggio è fondamentale. Un altro aspetto che va affrontato con la massima cura è quello del timing, dato che questo influisce pesantemente sulla qualità finale del cemento. A Punta della Dogana, ad esempio, mantenere la qualità del cemento era senz’altro un problema. Come siete riusciti a controllare il risultato? L.C. Obbligando il cementista a seguire una certa granulometria, inerti lavati, la betoniera deve essere completamente lavata e mantenere basso il contenuto d’acqua. A Punta della Dogana i getti andavano eseguiti verso le 7 di sera o alle 4 del mattino. Tre betoniere partivano da terra e impiegavano due ore di navigazione per arrivare sul sito. Abbiamo

organizzato il tutto in modo tale che - pur attraversando il Canale della Giudecca, trafficatissimo e a rischio di soste fortuite un tecnico poteva additivare il cemento in caso di soste prolungate. Il getto potrebbe peraltro variare notevolmente cambiando il tipo di inerte, qualora non ci sia la certezza che la ghiaia e i vari componenti provengano tutti dallo stesso luogo. Ed è così che prima di ogni lavoro di Ando chiediamo al betonista di immagazzinare tutti i materiali necessari. Ciononostante le variazioni sono sempre possibili e il colore del calcestruzzo spesso dipende anche da umidità, calore eccetera. Quali sono le difficoltà principali che avete incontrato? E.T. Sempre a Punta della Dogana una difficoltà era rappresentata dalle onde presenti in laguna. Con uno sbraccio della pompa di 27 metri, un’onda di 50 cm fa ruotare la pompa di 4 metri. Ed è anche per questo motivo che i getti venivano eseguiti di mattina presto con un’onda minima. A Milano invece non c’era la possibilità di trovare mezzi adeguati, tanto che li abbiamo fatti arrivare apposta da Treviso. →

Disegno del muro di cemento studiato a modulo di tatami giapponese.

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IOARCH Costruzioni e Impianti

TRA GIUDECCA E CANAL GRANDE Tra gli altri interventi di restauro per il museo d’arte contemporanea della Fondazione Pinault, Ando ha inserito in uno dei magazzini dell’antica dogana da mar un volume in cemento armato liscio a tutta altezza, intorno al quale ora ruotano gli spazi espositivi.

La maquette e alcuni disegni di progetto illustrano bene gli interventi puntuali (nuovi setti, scale, percorsi, spazi di servizio) inseriti senza mediazioni nè mimetismi nell’antico corpo di fabbrica della dogana veneziana per trasformare i magazzini del XV secolo nell’esposizione della collezione Pinault di arte contemporanea. Al centro è ben visibile il volume a tutta altezza di cui si parla nell’intervista.

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L.C. E poi la qualità della vibrazione del cemento. Nei muri di Ando servono almeno due punti di getto e più punti di vibrazione e il vibratore deve essere sempre in immersione, va spento e poi estratto, viceversa fa schizzare gocce sulle casseforme che rimangono visibili una volta scasserato il getto. Come fa Ando a mantenere sotto controllo la qualità delle opere, per di più all’estero? E.T. Sul cemento Ando ha un libretto di caratteristiche prestazionali rigidissime con tolleranze pressoché nulle. Anche se c’è una cosa molto curiosa: è vero che siamo diventati molto bravi, ma talvolta qualche piccola imperfezione c’è e Ando non vuole che vengano corrette. Secondo lui il cemento deve essere realizzato in opera, deve essere un concentrato delle risorse e il risultato del


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

I setti in cemento armato tipici dell’architettura di Ando si sviluppano su moduli corrispondenti alla misura del tatami, di cm 180x90 circa, dove i fori delle casseforme (6 per ogni modulo) sono essenziali al disegno.

lavoro degli uomini del posto e siccome gli uomini non sono perfetti, anche se un muro non è perfetto va bene. Come lavorate con Ando? E.T. Ando fa disegni in scala 1:200 che sappiamo come portare a livello di dettaglio. In fase di sviluppo del progetto il suo capoprogetto ci fa visita ogni 2 o 3 mesi. Tra l’altro, sfruttando la differenza di fuso orario, possiamo inviare ogni sera allo studio di Osaka le foto di cantiere che vengono viste il mattino seguente. Tutti i disegni vengono trasmessi e revisionati personalmente da Ando. L’opera realizzata viene certificata in modo rigorosissimo. Per il progetto di Milano ad esempio, il capo progetto Kazuya Okano è venuto a Milano qualche giorno prima dell’inaugurazione per verificare e

A sinistra, rilievo materico con inserimento dei nuovi interventi in corrispondenza della corte centrale; qui sopra, schema di intervento per l’inserimento degli spazi di servizio e degli impianti tecnici.

certificare la qualità finale dell’opera. Tadao Ando negli anni ha capito che può fidarsi di noi e, pur con tutte le differenze di etichetta dovute anche alla cultura, considero Ando un amico e credo che il suo sia un modo meraviglioso di lavorare. È molto bravo, ispirato, il suo atteggiamento è esattamente il contrario di quello di una star, ama il suo lavoro e ama chi lavora per lui. E senza dubbio è un personaggio di una durezza incredibile. In studio non hanno telefono né email personale. Tutti, indipendentemente dalla gerarchia, lavorano su tavolini 60x40 centimetri e fino alle 9-10 di sera, compreso il sabato. La domenica è libera, ma solo per approfondire opere di architettura. Ma ripeto, è un gran bel modo di lavorare, che dà molte soddisfazioni.

Quali le particolarità nel lavoro di Duvetica? E.T. Il primo Concept Store Design di Duvetica era a Tokio. Il pavimento del terrazzo fu realizzato alla veneziana in cemento grigio con marmorini di intonaco additivando l’impasto con granuli di lapislazzuli blu. A Milano invece prevale il marmorino o l’intonachino rasato che è dappertutto, anche sul pavimento in cemento elicotterato. Credo che l’elemento caratterizzante di Duvetica sia la gamma colori, che a Milano risalta in modo speciale accostata al cemento faccia a vista. Ando è uno dei pochissimi architetti viventi che abbia realizzato a Venezia opere tanto importanti. Posizione non facile e compito arduo, soprattutto quando si ha a che fare con una città con un passato tanto imponente. E con la burocrazia italiana... →

All’interno dell’articolata struttura degli spazi di Punta della Dogana il grande volume centrale introduce una pausa che ne sottolinea il ruolo centrale nella composizione.

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

DUVETICA A MILANO The Duvetica brand symbolizes the fusion of contemporary sensitivity and the traditional European cultural climate in which manufacturers have always adhered to definitive quality. For the space presenting the Duvetica products, I pursued a design that is based on non-ephemeral materials and thoroughly simplified details. Tadao Ando

E.T. Mettere insieme Ando, Pinault e il Sovrintendente alle Belle Arti di Venezia è stato fondamentale, dato che le scelte venivano fatte da queste tre persone. Così abbiamo sveltito notevolmente il processo. Ando ha avuto un grande rispetto per la storia e, nonostante il rapporto con la complessità delle procedure e delle normative italiane, tutto si è svolto in modo fluido. Punta della Dogana era ed è di proprietà statale ma in abbandono da molti anni. Il Comune di Venezia ha formalizzato un accordo con Palazzo Grassi per restaurarlo e lasciarlo in concessione per 30 anni.

cemento armato? L.C. Ogni volta realizzo dei campioni in fase preliminare e specifico per ogni tipo di cantiere. A Venezia ad esempio gli inerti erano di ghiaia di fiume, che a Milano non esiste ed è sostituita dal misto spaccato. Ogni lavoro segue una procedura differente e al risultato desiderato si arriva con un “mix design” differente. Partendo da una base, si fanno 2 o 3 campioni che si raffinano progressivamente. Certo gli ingredienti alla fine sono quelli standard Rck 350-500, fluidificanti e così via, ma cambia il modo di combinarli.

Ingegner Cocco, come si fa a controllare in modo così accurato la qualità delle opere in

Qui si chiude l’intervista. Un’opera di architettura dipende da alcuni aspetti

Nelle foto (©orch_chemollo), alcune immagini del negozio Duvetica inaugurato l’anno scorso.

Pianta del piano terra. In via Santo Spirito, nel quadrilatero della moda (nel riquadro rosso in alto la vetrina su strada) il negozio Duvetica di Milano si sviluppa su due livelli, uno dei quali seminterrato (v. sezioni nella pagina accanto), per un totale di 440 mq.

DUVETICA STORE, BELLEZZA E COMFORT DA INDOSSARE

Stefano Rovoletto di Duvetica con Tadao Ando all’inauguraiuzone dello store. (foto ©orch_chemollo)

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[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

Ing. Eugenio Tranquilli

fondamentali: dagli uomini che l’hanno pensata, da quelli che l’hanno realizzata, dal modo in cui lavorano, dai passi e gli ostacoli fondamentali del cammino di realizzazione e da come viene abitata. Sono elementi concreti e importanti ma troppo spesso resi secondari dal culto del progetto per sé, dal culto dell’autore, o delle immagini, la cui importanza sembra ormai prevalere su quella della realtà. Il modo in cui sono realizzati i progetti di Tadao Ando, come emerge dal racconto di Eugenio Tranquilli e Luigi Cocco, rivela invece la realtà di opere di altissimo livello dove la materia, grazie alla perfezione, trascende il proprio stato e assume nuovi significati

Eugenio Tranquilli (Treviso, 1950), si laurea nel 1975 in Ingegneria Civile - sezione Trasporti - presso l’Università degli Studi di Padova, specializzandosi in strutturistica e in seguito, presso il C.T.A. Comitato Tecnico dell’Acciaio - di Milano, in calcolo di strutture metalliche. Dal 1986 al 2005 è responsabile della Direzione Ingegneria e Manutenzione presso Benetton Group. In qualità di capo progetto e coordinatore generale, segue numerosi interventi per la società di Treviso, tra cui il restauro della sede legale e operativa di Ponzano Veneto su progetto degli architetti Afra e Tobia Scarpa (1987-1990), il restauro di un edificio storico in Oxford Circus a Londra per la realizzazione del primo megastore Benetton (1995 – 1996) e la realizzazione della sede di Fabrica SpA su progetto dell’architetto Tadao Ando (1992 – 2000). Dal 2005 è titolare e amministratore unico della società Equilibri Srl con sede a Mestre e coordinatore generale in interventi come l’ampliamento funzionale della sede Sàfilo– Nuovo Museo dell’Occhiale di Padova su progetto dell’Atelier Mendini di Milano. Prosegue inoltre la collaborazione con l’architetto Tadao Ando per i progetti di restauro, manutenzione e nuovo allestimento di Palazzo Grassi in Venezia, per il consolidamento e adeguamento funzionale del complesso monumentale di Punta della Dogana a Venezia e per la realizzazione di quattro negozi monomarca Duvetica.

Duvetica è un brand veneziano nato nel 2004 e specializzato in giacche imbottite in puro piumino d’oca grigia francese di alta qualità tecnica e comfort termico. I capi Duvetica si caratterizzano per la vestibilità di una silhouette slim-fit dalle linee rigorose, nettamente distinta dall’immagine del classico trapuntato anni ’80 e declinata in una vastissima gamma di colori saturi. Lo stile minimalista e la tecnologia d’avanguardia dei capi Duvetica si riflettono negli store dell’azienda nel mondo, tutti affidati alla progettazione di Tadao Ando: oltre a quello di Milano, inaugurato quest’anno, i negozi monomarca di Tokyo (aperto nel 2010), Courmayeur e Kitzbühel in Austria (2011).

Ing. Luigi Cocco

(Venezia, 1961) Laureato nel 1990 in ingegneria edile strutturista a Padova, è specializzato in calcolo strutturale, progettazione, modellazione a elementi finiti delle strutture e restauro. Dal 1990 coopera con la società Tecnobrevetti e, come consulente delegato alla stesura dei progetti e alla direzione lavori, con gli architetti Afra e Tobia Scarpa – restauro e adeguamento del Complesso del Ridotto, Hotel Monaco, Ex Cinema S. Marco a Venezia - e Tadao Ando - restauro e ampliamento del Centro Culturale Villa Pastega di Fabrica, restauro e consolidamento del nuovo Centro d’Arte Contemporanea di Punta della Dogana, riqualificazione funzionale del “Teatrino” presso Palazzo Grassi. È inoltre consulente per il progetto strutturale nel risanamento e ampliamento delle gallerie dell’Accademia di Venezia (arch. Renata Codello) e nella ristrutturazione del complesso “Le terrazze” di Villorba (arch. Marco Piva).

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

TACKDRY, e il pavimento si stende senza colle TACK DRY EVOLUTION È UNA PAVIMENTAZIONE VINILICA ETEROGENEA COMPOSTA DA SEI STRATI ACCOPPIATI A CALDO TRAMITE PRESSATURA. ADATTA AD AMBIENTI RESIDENZIALI E COMMERCIALI, È REMOVIBILE E RIPOSIZIONABILE PIÙ VOLTE, LA SOLUZIONE IDEALE PER SOPRAELEVATI E PEDANE IN AMBIENTI ESPOSITIVI

Come suggerito dal nome, le doghe del pavimento della linea Tack Dry Evolution di Virag non devono essere incollate ma restano bloccate al sottofondo grazie ad un nuovo ed ecologico sistema di micro-ventose. La posa è rapida e può essere effettuata su tutte le superfici lisce, compatte e prive di polvere

quali cemento primerizzato o elicotterato, pavimenti in resina, marmo, ceramica con fughe ridotte, legni e Pvc. Inoltre, grazie all’elevata capacità di resistenza e alle micro-ventose, la pavimentazione può essere riposizionata per nuovi impieghi anche dopo diversi anni di utilizzo. In particolari zone sottoposte a intenso calpestio, le singole doghe eventualmente deteriorate possono essere facilmente rimosse e sostituite. Dopo la posa il pavimento è immediatamente pedonabile e non richiede ceratura in quanto già trattato con superficie in poliuretano puro Pur. Tack Dry è compatibile inoltre con il riscaldamento a pannelli radianti.

Nelle foto, pavimento a doghe riposizionabili effetto Noce americano e sotto, pavimento in fibra di vetro Tendency effetto cemento, superficie rifinita con poliuretano.

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permette di ridurre gli spessori delle pareti garantendo un ottimo coefficiente termico, e copertura in legno lamellare. L’iniziativa rientra nel programma della Regione Emilia Romagna per la costruzione di 28 edifici temporanei in grado di accogliere i bambini delle scuole inagibili e gravemente danneggiate dal sisma dello scorso maggio. www.rubner.com


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

CREATIVITÀ E INNOVAZIONE Un viaggio attraverso la storia il design e la tecnologia di Teuco Guzzini, l’azienda fondata nel 1972 da Virgilio Guzzini. Una realtà italiana specializzata nell’ambiente bagno e relax che si è affermata in tutto il mondo grazie a brevetti come Duralight, materiale innovativo a base acrilica, o Hydrosonic, che abbina l’azione degli ultrasuoni all’idromassaggio. Parte del volume è dedicata ad una selezione di lavori della divisione contract, staff creato per trovare la risposta progettuale migliore in ogni ambiente, dai luoghi dell’abitare a quelli dell’ospitalità.

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LE MARCHE AL MADE CON IOARCH

Nella foto, da sinistra, Costanzo di Perna (UniAncona), Maurizio Varratta, Vittorio Salmoni, Sergio Roccheggiani, Achille Bucci (Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Marche) e Antonio Morlacchi di IoArch.

convegno:

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SABATO 23 FEBBRAIO

INVITO . INVITO . INVITO

Pubblico numeroso per il convegno dedicato all’architettura e al paesaggio delle Marche tenutosi lo scorso 18 ottobre a MadeExpo. L’architetto Vittorio Salmoni ha introdotto la storia urbanistica e i progetti di recupero di Ancona, mentre l’architetto Achille Bucci ha illustrato i criteri per il nuovo piano paesistico della Regione. Il presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Ancona Sergio Roccheggiani ha invitato i protagonisti del processo costruttivo a un confronto per salvaguardare la qualità dell’architettura e del paesaggio e l’architetto Maurizio Varratta ha illustrato i vantaggi derivanti da un’attenta progettazione bioclimatica. Chiusura dei lavori con una relazione dell’Ingegnere Costanzo di Perna sull’applicazione del Protocollo Itaca in Regione.

Una guida operativa che parte da un assunto: il valore economico di un albero non può essere calcolato unicamente sulla base del valore indicato dal mercato del legno per le specifi che essenze, ma deve considerare anche elementi legati al contesto, alla storia e alle sue funzioni terapeutiche, sociali, educative e ambientali.

ESEMPI NORMATIVE ComoCasaClima CASI DI STUDIO Villa Erba, Largo Luchino Visconti, 4 Cernobbio, CO

Partecipazione gratuita previa registrazione a: info@ioarch.it

OPERE DI SOSTEGNO Criteri di calcolo e aspetti realizzativi Destinato agli specialisti in strutture, il testo tratta le opere di sostegno avendo come riferimento le NTC e gli Eurocodici. Aggiornato dal punto di vista tecnico e normativo, è corredato da un cdrom contenente calcoli ed esempi in Excel. Autore Antonio Cirillo Editore Wolters Kluwer Italia, 480 pp - € 75,00

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Biennale di Architettura

XIII BIENNALE DI VENEZIA 2012

LA CONQUISTA DELLO SPAZIO La manifestazione veneziana si è appena conclusa con 178.000 visitatori. Un successo più di pubblico che di critica per Common Ground, con cui David Chipperfield ha spostato il confronto dall’estetica all’etica e al ruolo sociale dell’architettura nel mondo globale. Tra i temi emersi, inclusione, ambiente, distribuzione della ricchezza. Ma anche le relazioni tra gli architetti e il rapporto con i committenti. Atto Belloli Ardessi


Biennale di Architettura

Urban-Think Tank e Justin McGuirk Leone d’oro per il miglior progetto Esposto alle Corderie dell’Arsenale, Torre David / Gran Horizonte di Urban-Think Tank (Alfredo Brillenbourg, Hubert Klumpner) e Justin McGuirk è stato elogiato per “la potenza di questo progetto trasformazionale: una comunità spontanea ha creato una nuova casa e una nuova identità occupando Torre David, e lo ha fatto con talento e determinazione. Questa iniziativa può essere intesa come un modello ispiratore che riconosce la forza delle associazioni informali”. Il premio va dunque idealmente anche agli abitanti di Caracas e alle famiglie che insieme ai progettisti hanno dato una nuova identità a un grattacielo abbandonato e incompiuto, sperimentando una nuova dimensione del vivere collettivo in quello che è divenuto il più alto squat del mondo.

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n ogni giusta competizione l’importante non è vincere. Così anche alla XIII Biennale di Architettura il trionfo diventa opera di partecipazione e summa ideologica di intuizioni. Nell’edizione di Chipperfield, infatti, battersi per un’idea comune porta a una vittoria condivisa e condivisibile, una conquista utile al raggiungimento di una nuova forma di bene comune. Significa infine progettare soluzioni per un dominio spaziale, più che estetico, in opposizione a possibili contrazioni, crisi e occorrenze territoriali. Non è un caso dunque, che quest’anno sia proprio il collettivo Urban-Think Thank e Justin McGuirk a vincere il Leone d’oro per il progetto Gran Horizonte, premiato come migliore installazione negli spazi dell’Arsenale. Qualche giorno prima della proclamazione, i raffinati avventori di questa affollata edizione - che ha visto crescere di quasi il 40% le presenze del pubblico specializzato - al centro dell’Arsenale sono incappati in un bar improvvisato, un locale aperto che distribuiva arepas e altre specialità venezuelane. Tra muri perimetrali appena accennati, musiche latine, insegne al neon, caos da slum e un reportage fotografico di Iwan Baan, è stato documentato, rappresentato e infine reso vivo un pro-

(foto ©Atto Belloli e Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

Giappone Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale Con Architecture possible here? Home-for-All il padiglione giapponese è stato premiato per un progetto “che cattura pienamente lo spirito di Common Ground”. Frutto della collaborazione dell’architetto di fama internazionale Toyo Ito con un gruppo di giovani architetti - Kumiko Inui, Akihisa Irata, Sou Fujimoto - e con le comunità locali, il lavoro è una proposta concreta e allo stesso tempo visionaria nell’affrontare la progettazione di un nuovo centro per le zone del Giappone devastate dallo tsunami del 2011. I visitatori sono accolti in una toccante dimensione pubblica attraverso un vasto spazio scandito da tronchi di cedro abbattuti dalla furia delle acque e dalle gigantografie del fotografo Naoya Hatakeyama che documentano la catastrofe e pongono di fronte al quesito: che ruolo può avere l’architettura dopo un evento simile? (foto ©Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

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Biennale di Architettura

Grafton Architects Leone d’argento per un promettente studio di architettura Anche se la categoria del premio ci pare un po’ riduttiva (vedi la nuova sede dell’Università Bocconi di Milano) lo studio irlandese tutto femminile di Yvonne Farrell e Shelley McNamara è stato premiato per la complessa installazione di elementi tridimensionali che presenta il progetto per il nuovo campus della UTEC University di Lima ispirato alle idee di Paulo Mendes da Rocha. Un lavoro che per le sue qualità spaziali e concettuali dimostra “il considerevole potenziale di questo studio di architettura nella reinvenzione del paesaggio urbano”. (foto ©Giorgio Zucchiatti, courtesy la Biennale di Venezia)

Álvaro Siza Vieira Leone d’oro alla carriera

Dalla motivazione: “...mentre sembra procedere in direzione opposta rispetto al resto della categoria, in realtà pare essere sempre davanti a tutti, apparentemente non toccato e non intimorito dalle sfide pratiche e intellettuali che pone a se stesso”. (foto ©Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

Polonia Menzione speciale Making the walls quake as if they were dilating with the secret knowledge of great powers è il titolo del radicale lavoro presentato dall’architetto polacco Katarzyna Krakowiak, uno spazio minimale che invita a un approccio differente. Motivazione: “questa installazione audace e coraggiosa rammenta al visitatore non solo di guardare ma anche di ascoltare… e di percepire il suono del Common Ground”. (foto ©Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

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getto unico di architettura informale: un grattacielo di quarantacinque piani eretto nel centro finanziario di Caracas durante il boom del petrolio dei primi anni Novanta e poi abbandonato nel 1993 dopo la morte dell’imprenditore David Brillembourg. Con il successivo crollo dell’economia venezuelana, l’edificio è stato occupato al rustico da una comunità di oltre 750 famiglie nell’arco di vent’anni, diventando noto come il più alto squat verticale del mondo, metafora del sovraffollamento e dell’assoluta mancanza di spazio a Caracas. Durante la consegna dei premi Chipperfield ha ricordato di non aver mai creduto negli urban decorators: «non volevo parlare di architetti né di lavori autobiografici e perfetti. É il momento di guardarsi intorno e di condividere le proprie idee e le attitudini. L’architettura è la più grande forma di collaborazione in tempo di pace». Ecco dunque ulteriormente resa nota la motivazione del secondo Leone d’oro, quello assegnato come migliore partecipazione nazionale al Padiglione di Toyo Ito. Alle pareti della sala giapponese, le gigantografie del fotografo Naoya Hatakeyama (originario della zona colpita) riproducono in scala reale la devastazione successiva allo tsunami abbattutosi nel 2011 sulla costa nipponica: 400 chilometri di deser-


Biennale di Architettura Stati Uniti d’America Menzione speciale Spontaneous Interventions: Design Actions for the Common Good è l’installazione interattiva presentata dal Padiglione degli Stati Uniti e organizzata dall’Institute for Urban Design per conto del Dipartimento dell’Ufficio di Stato degli Affari Educativi e Culturali, commissario curatore Cathy Lang Ho. “Questa installazione interattiva - così la motivazione - ha colpito la giuria per la sua celebrazione della capacità degli individui di cambiare la società con gesti piccoli ma efficaci. La presentazione semplice e non pretenziosa è stata incantevole”. Si trattava di un sistema di banner mobili, azionabili dai visitatori a partire da un problema urbano dichiarato su un contrapopeso a parete per svelare una di 124 possibili strategie, proposte da altrettanti studi, collettivi o comunità urbane statunitensi, per portare immediati miglioramenti allo spazio pubblico. (foto ©Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

tificazione da catastrofe naturale che ha lasciato circa 400mila persone senza casa. Il percorso, composto da decine di versioni di maquette a palafitta, è stato scandito in laguna dall’uso ricorsivo dei tronchi di cedro abbattuti dallo tsunami. Il progetto, dal titolo Home-for-all, è iniziato infatti sei mesi dopo il terremoto e ha visto collaborare tre giovani (seppur già noti) architetti: Kumiko Inui, Akihisa Irata, Sou Fujimoto, con la gente del luogo. Insieme hanno lanciato un appello per raccogliere fondi e contributi a favore della costruzione di strutture ricreative che potessero dare alle popolazioni colpite un punto di incontro dove trovarsi e ristorarsi. Coinvolgendo gli architetti della zona e ascoltando le esigenze dei residenti, si è cercato quindi di definire un’architettura che potesse rimettere in contatto gli individui della cittadina di Rikuzentakata, situata nei pressi dell’epicentro del sisma di magnitudo 9.0. Inui, Irata e Fujimoto, sotto l’egida di Ito hanno dovuto ricostruire l’idea di una renovatio ab originis chiedendosi: che cosa un uomo, un architetto, possono fare, come possono porsi di fronte alla situazione? E ancora: c’è nonostante tutto bisogno dell’architettura? Esiste qualcosa che l’architettura possa fare? È l’architettura stessa possibile?

Russia Menzione speciale

Un grande contributo alla menzione per il Padiglione Russo è individuabile nell’allestimento scenografico di i-city curato da Kostantin Chernozatonsky e coordinato da Serghey Coban. Un mosaico di tasselli QR permette la lettura del programma per l’insediamento di Skolkovo, vicino Mosca. La progettazione di questa i-city completamente destinata alla ricerca scientifica e universitaria è affidata a vari team di architettura tra cui si segnala la presenza italiana dello studio Stefano Boeri Architetti.

(foto ©Francesco Galli, courtesy la Biennale di Venezia)

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Biennale di Architettura

Domande che già Alvaro Siza, Leone d’oro alla carriera e Shelley McNamara e Yvonne Farrel di Grafton Architects (vedi nuova sede Bocconi), Leone d’argento per lo studio sul nuovo campus della UTEC University a Lima, si sono posti per far si che “le qualità concettuali e spaziali della loro installazione dimostrassero il considerevole potenziale di questo studio di architettura nella reinvenzione del paesaggio urbano”. Oltre che a sistemi e a soluzioni di sussistenza urbano-territoriale (come anche per i padiglioni Spagnolo e Francese), la giuria ha voluto conferire menzioni a progetti che sottolineassero veri e propri vuoti. Da ricordare dunque il cupo e obliquo padiglione di Polonia per averci trasmesso il suono del Common Ground; l’igloo-digitale della Russia con il progetto “i-city” e gli Stati Uniti che, per la prima volta, espongono una lunga e divertente ricerca sulle urban interventions. Tra i vincitori vinti sul Common ground anche Zucchi riceve una menzione speciale per il progetto Copycat, “installazione che vuole richiamare la complessa rete di relazioni che modellano il nostro ambiente fisico”

XIII BIENNALE DI VENEZIA/

L’INSTALLAZIONE RACCONTATA

Cino Zucchi Menzione speciale Copycat. Empatia e invidia come generatori di forma è l’installazione in ferro progettata da Cino Zucchi per simboleggiare l’insieme intricato di relazioni personali che infl uenzano e confi gurano l’ambiente fi sico circostante. In uno spazio irregolare che svolge la funzione della piazza, pavimentato con piccoli ciottoli di ferro grezzo esagonale, sono disposti grandi armadi metallici, modelli in scala di edifi ci che presentano sul lato esterno collezioni di oggetti e immagini. Ogni superfi cie di tali elementi è caratterizzata da un motivo particolare che mostra una serie di variazioni nella dimensione, proporzione e ritmo della costruzione in ferro.

Copycat editore Marsilio 128 pp - € 15,00

Le culture formali si propagano seguendo processi di “contagio”, combinando imitazione e innovazione. Attraverso la diretta testimonianza dell’autore e le immagini delle fasi di costruzione nelle officine De Castelli, il testo ripercorre la nascita delle forme metalliche dell’installazione, ognuna percorsa da variazioni intorno a un tema comune.Un insieme eterogeneo che testimonia che il dialogo tra gli uomini e le forme dei nostri ambienti urbani nascono tanto dall’originalità quanto dall’imitazione.

ARCHITETTURA TRA PASSATO E FUTURO Tra gli eventi collaterali della Biennale Traces of Centuries and Future Steps, un’interessante collettiva a Palazzo Bembo Al primo piano l’affermato artista cinese Ying Tianqi, per il secondo anno consecutivo a Venezia (l’anno scorso era alla Biennale Arte) con l’installazione Imprisoned, parte del percorso di indagine Traces of Centuries avviato nel 2006 sulla modernità cinese e i suoi effetti. Al secondo Future Steps, proposte, visioni e suggestioni di 57 studi di architettura, a partire dalle rifl essioni sulle metropoli di Arata Isozaki, tradotte nei modelli di un progetto di sviluppo urbano del distretto cinese di Zhengdong. Traces of Centuries and Future Steps nasce da una fruttuosa collaborazione tra Palazzo Bembo e Global Art Affairs Foundation, un’organizzazione non-profi t olandese che solo a partire da questa mostra ha incluso l’architettura tra i temi fi losofi ci di tempo, spazio e esistenza sollevati dall’arte contemporanea. A corredo della mostra, il catalogo riporta pensieri e immagini dei lavori recenti dei partecipanti.

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Traces of centuries & future steps A cura di GlobalArtAffairs Foundation 192 pp info@palazzobembo.org

Sopra, ‘Imprisoned’ (2012) di Ying Tianqi. L’opera riflette la visione del’artista in merito alla radicale ricostruzione urbana che ha coinvolto tutti i principali centri della Cina negli ultimi tre decenni distruggendo secoli di storia e cultura locale. A sinistra, ‘Familial clouds’ dei neozelandesi Simon Twose e Andrew Barrie, in realtà due progetti distinti fatti di miniature che alle pareti disegnano, con fili sottili, una sorta di albero genealogico dell’architettura del Paese e su un piano orizzontale le casualità involontarie che riuniscono o allontanano persone e famiglie, e tra loro le architetture con cui danno vita e modificano le città (in questo caso Wellington). Un racconto a tre dimensioni che non privilegia né l’uomo né l’architettura ma le connessioni tra le persone nello spazio e nel tempo.


Biennale di Architettura

PADIGLIONE ITALIA

LE QUATTRO STAGIONI DEL MADE IN ITALY L’ALLESTIMENTO CURATO DA LUCA ZEVI NEGLI SPAZI DELL’ARSENALE É OCCASIONE DI RIFLESSIONE SUL RAPPORTO TRA ARCHITETTURA, ECONOMIA, TERRITORIO E LAVORO. E PRESENTA PIÙ DI UNO SPUNTO PER INDIVIDUARE I MOTORI DI UNA NUOVA STAGIONE DI CRESCITA

In alto, la prima sala del Padiglione Italia; a sinistra, una vista dell’eposizione nella seconda sala.

Il “common ground” dovrebbe tradursi in un piano concreto e insieme visionario in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. È questa la sfida lanciata dal progetto per il Padiglione Italia, un viaggio attraverso quattro stagioni dell’architettura dello sviluppo industriale italiano a cura di Luca Zevi. Il percorso narrativo inizia con l’area dedicata ad Adriano Olivetti nostalgia di futuro che mostra come l’esperienza dell’imprenditore di Ivrea nell’Italia del secondo dopoguerra sia stata paradigmatica di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si sono unite in una innovativa proposta progettuale per la trasformazione del territorio. Ogni complesso [ 17 ]


Biennale di Architettura

Sopra, stabilimento industriale Glas Italia a Macherio (MB) di Piero Lissoni. (foto ©Giovanni Gastel)

Sotto, l’intervento di Tadao Ando sulla villa veneta trasformata nel 1994 nella sede di Fabrica, centro di ricerca del gruppo Benetton a Villorba (TV) e, accanto, la recente sede Salewa a Bolzano di Cino Zucchi Architetti e Park Associati.

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industriale Olivetti è frutto del lavoro di architetti e designer famosi e di un’etica imprenditoriale attenta alle esigenze dei lavoratori e dei territori su cui sorgono gli stabilimenti. Un’esperienza unica nel suo genere e all’avanguardia per i tempi, teorizzata nel Movimento Comunità e completamente diversa da quelle che hanno segnato la seconda stagione dell’ “assalto al territorio” avvenuto durante gli anni ’80 per mano di realtà molto vitali dal punto di vista produttivo quanto indifferenti al contesto paesaggistico in cui si sono inserite, anonime costruzioni emblemi di un “grado zero” dell’architettura d’impresa. La terza stagione descrive il cambiamento di rotta segnato negli ultimi quindici anni da alcune aziende, paragonabili al modello Olivetti non solo per dimensione e specializzazione produttiva ma anche per aver basato su progetti d’eccellenza la costruzione delle proprie architetture - stabilimenti e centri direzionali. Il percorso espositivo svela dunque le realtà insediative del Made in Italy divenute

modello di un nuovo modo di “fare impresa” attento all’ambiente, al paesaggio, alla vita delle persone e alle identità culturali. In una dimensione rivolta al futuro e alla messa a sistema delle imprese d’eccellenza verso la cosiddetta green economy si giunge alla quarta stagione reMade in Italy e alla sfida di Expo 2015 ‘nutrire il pianeta’ per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città, industrializzazione e produzione agricola. Attraverso l’esempio di esperimenti italiani di riqualificazione urbana e spazi pubblici, il Padiglione diventa terreno di confronto per progettisti, imprenditori e politici per immaginare e programmare i nuovi luoghi del vivere e del lavoro. Il percorso narrativo, scandito da strumenti interattivi ed elementi animati quali ologrammi, personaggi virtuali e video proiettati su schermi a rullo appesi al soffitto e integrati da conversazioni, interviste e performances, si conclude all’esterno nel Giardino delle Vergini con l’opera di Michelangelo Pistoletto L’Italia Riciclata

Sopra, in senso orario dall’alto: scuola elementare del quartiere Canton Vesco a Ivrea di Ludovico Quaroni (Courtesy Fondazione Adriano Olivetti, Fondo Ludovico Quaroni); uffici direzionali Bentini a Faenza (RA) di Piuarch; stabilimento industriale Perfetti Van Melle a Lainate (MI) di Archea Associati. (foto ©Pietro Savorelli)


Biennale di Architettura

LA CLIMATIZZAZIONE DEL PADIGLIONE ITALIA

ARIA FRESCA ALL’ARSENALE Un prototipo di comfort a emissioni (quasi) zero è il progetto di allestimento impiantistico coordinato dall’architetto Maria Luisa Palumbo e realizzato per migliorare le condizioni climatiche del Padiglione Italia. Una soluzione innovativa che sfrutta l’acqua del canale limitrofo come fonte primaria per alimentare l’impianto di raffrescamento con gruppo frigorifero fornito da Daikin Spazio verde Spin-bikes / Watt pedalati

Ventilazione con pompa di calore Canale in fibra tessile microforata Pompa di calore

Ventilazione di ricircolo Ventilatore

Sotto, schema funzionale del canale di distribuzione aereo in fi bra tessile microforata; nella foto piccola in alto a destra: le spinbike di Watt pedalati.

Il luogo è l’Arsenale di Venezia e in particolare le Tese e il Giardino delle Vergini: due capannoni affiancati lunghi 100 metri costruiti alla fine dell’800 in prossimità dello scalo acqueo delle Gaggiandre. Originariamente destinati a deposito di combustibile e carbone, furono successivamente suddivisi in quattro porzioni con accessi indipendenti e un’ampia area verde - 14.000 mq sull’area dell’ex monastero di Santa Maria Vergine demolito alla fine dell’Ottocento - circondata da alte mura. Nel complesso, l’Arsenale rappresenta il più grande centro produttivo d’epoca preindustriale, costruito a partire dal 1200 come insieme di cantieri, officine e depositi per le flotte della Serenissima e luogo simbolo della potenza economica, politica e militare della città in un contesto di straordinaria bellezza e valore storico. Eppure, fi n dall’inaugurazione del Padiglione Italia in occasione della X Biennale

di Architettura nel 2006, una caratteristica ha accomunato le inaugurazioni successive: un’opprimente sensazione di caldo e mancanza d’aria talmente significativa da rendere problematica la visita della mostra. Una verifica attraverso l’analisi termofluidodinamica con un modello virtuale del padiglione in Ecotect ci ha permesso di constatare che, a causa della insufficiente coibentazione del tetto e della scarsità di aperture, con una temperatura esterna di circa 30° e in condizioni di utilizzo - dunque con un carico termico dovuto, oltre che alla radiazione diretta e all’involucro, anche alla presenza di persone e attrezzature/luci - la temperatura interna raggiunge quasi 35°. Che, associati a una movimentazione d’aria quasi inesistente e un’umidità relativa tra il 50 e il 70%, significano una temperatura percepita di ben oltre 40°. Sulla base di queste considerazioni e più in

generale del programma complessivo della mostra focalizzato sulle stagioni del Made in Italy, si è deciso non solo di raccontare della possibilità di nuove economie ovvero di una quarta stagione dell’architettura italiana basata sul recupero e la valorizzazione dell’esistente, ma anche di provare a mettere in campo un esempio di green design e green economy. Attraverso il coinvolgimento di alcune aziende del settore è stato realizzato un piccolo prototipo in scala 1:1 di intervento migliorativo - in questo caso delle condizioni di comfort - capace di operare una climatizzazione delle Tese, in particolare del padiglione B interamente esposto a sud e spazio espositivo principale. L’impianto di raff rescamento è stato progettato ragionando sulle caratteristiche e potenzialità del luogo e immaginando di sfruttare la presenza dell’acqua di laguna - a una temperatura di circa 24°- come fonte primaria di raff rescamento del gruppo frigorifero (di cui vengono così ridotti fortemente i consumi) che alimenta la ventilazione nel padiglione B attraverso un canale di distribuzione aereo in fibra tessile microforata. Nel Giardino delle Vergini, all’esterno, 10 spinbike collegate a generatori off rivano al pubblico la possibilità di ricaricare i propri smartphone e cellulari producendo localmente e senza scarti la propria energia ovvero i watt pedalati. Maria Luisa Palumbo

ALLESTIMENTO IMPIANTISTICO CLIMATIZZAZIONE DEL PADIGLIONE ITALIA Progetto e coordinamento generale

Maria Luisa Palumbo con Camilla Baldassare, Veronica Bonanni, Krista Elvey, Claudia Escalona e Cristina Vessia

Architetto Maria Luisa Palumbo

Climatizzazione e progetto termo-elettrico Franco Cipriani e Andrea Marcucci

Macchina frigorifera Daikin

Spinbike. Watt PedAlati

Oscar Santilli con Greenfit ed Elettro-Tech.

(Palermo, 1973) si occupa di teoria dell’architettura con un approccio interdisciplinare focalizzato sui temi del corpo, dell’ecologia e dei nuovi media. Dal 2003 cura la direzione scientifi ca del Master di Architettura Digitale dell’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch.

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

ARCHITETTURA ISTANTANEA

SPAZI RURALI PER L’EXPO REALIZZATO DA MORETTI INTERHOLZ, IL PROGETTO VINCITORE DEL CONCORSO INSTANTHOUSE SOCIAL CLUB È UNA PICCOLA STRUTTURA CON VALENZA DI SERVIZIO CHE VERRÀ UTILIZZATA SUI PERCORSI DI EXPO 2015 Moretti Interholz ha costruito e presentato a MadeExpo il progetto vincitore del primo premio del concorso InstantHouse Social Club, promosso da FederlegnoArredo in collaborazione con il Politecnico di Milano, che aveva come obiettivo la costruzione di una piccola struttura con valenza di servizio da utilizzare sui percorsi di Expo2015: nasce così il Recinto Rurale dell’arch. Fabrizio Fiscaletti. Il progetto è stato scelto per la chiarezza con cui sono espresse le proprietà dello spazio pubblico dell’edificio. In particolare, il ruolo del vuoto ‘tridimensionale’ come spazio aperto interno può essere inteso come una piazza introversa che rappresenta il nucleo del progetto e che diviene il luogo attrattivo dove si svolge la vita sociale, capace di sostenere, anche per la sua scala, tutta la composizione. Per far ciò si è creato un semplice quadrato di circa 12 x 12 m, che esprime tutta la sua forza nella semplicità della forma e nell’onestà strutturale.

Attorno alla piazza, la sala polifunzionale, i servizi con magazzino, la cucina. Simili tra loro, sono costituiti da pannelli in legno bianco con il tetto a una falda che, insieme al resto della struttura, ricordano i ricoveri delle cascine rurali. In alto, collocate lungo i percorsi delle Vie d’acqua di Expo 2015, le installazioni potranno svolgere funzioni di ospitalità temporanea per forme di turismo alternativo (trekking, cicloturismo). A destra, il Recinto Rurale realizzato in scala 1:1 da Moretti Interholz è stato esposto nei padiglioni di MadeExpo di quest’anno.

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La spazialità è espressa con la struttura intelaiata di legno lamellare che dona allo spazio una complessità materiale. I volumi sono costruiti con il sistema della facciata e del tetto ventilato, completato con l’inserimento di isolanti che contrastano la dispersione termica. Il tutto poggia semplicemente sul terreno, senza colate di cemento. Una grande vetrata collega la piazza alla sala, uno spazio polifunzionale dove sono collocati i mobili per la residenza temporanea: letti, comodini e armadi richiudibili per liberare lo

spazio ad altre necessità e dove sono necessari altri mobili come tavoli e sedie che si trovano all’interno del magazzino. L’ultima parte del padiglione è costituita dal blocco servizi. Sopra la copertura del magazzino è stata posta una piccola gradinata che aumenta l’offerta funzionale del padiglione, dove sarà possibile organizzare conferenze, spettacoli teatrali e musicali

Pianta e prospetto del Recinto Rurale. Nel render a sinistra, lo spazio polifunzionale che comprende locali ad uso reversibile. La copertura del magazzino accoglie una piccola gradinata da cui assistere a performance e spettacoli improvvisati.


PROFILI

[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

GEZA - GRI E ZUCCHI ASSOCIATI

ASTRAZIONI NELLA FORMA UNA SINTESI DI IDEE, BELLEZZA E FUNZIONALITÀ. È SU QUESTA ALCHIMIA CHE GLI ARCHITETTI FRIULANI STEFANO GRI E PIERO ZUCCHI HANNO FONDATO LA PRATICA PROGETTUALE DELLO STUDIO GEZA. NELLA COMPLESSITÀ DI CONCEPT AVENTI CARATTERISTICHE, DESTINAZIONI E SCALE DIFFERENTI, L’ATTENZIONE AL DETTAGLIO E AL RAPPORTO CON IL TERRITORIO E L’AMBIENTE, UNITI A SOLUZIONI CONCRETE PER L’EFFICIENZA E LA VIVIBILITÀ DEGLI SPAZI, SONO ALCUNE COSTANTI IN GRADO DI DEFINIRE UNA NUOVA ARCHITETTURA FATTA DI FORMA E DI SOSTANZA.


PROFILI

Un ritratto di Stefano Gri e Piero Zucchi (foto ©Fernando Guerra).

G

eza - Studio Gri e Zucchi Architetti Associati, fondato nel 1999 dagli architetti Stefano Gri e Piero Zucchi, è un gruppo di lavoro multidisciplinare di professionisti che uniscono le loro specializzazioni e competenze per seguire tutti gli aspetti del processo creativo, progettuale e di realizzazione dell’opera architettonica. Masterplan, progetti urbani, architettura residenziale, design, progettazione d’interni: ogni scala è affrontata con risultati strettamente connessi al contesto in cui il progetto è inserito e alla sua funzione e destinazione d’uso. Stefano Gri (Udine 1963) si laurea in architettura nel 1988 presso lo IUAV di Venezia. Dopo diverse esperienze professionali in Italia, nel 1992 si trasferisce in Spagna collaborando con lo studio di Tonet Sunyer + Jordi Badia a Barcellona. Anche Piero Zucchi (Udine 1965), si laurea in architettura allo IUAV nel 1992, studiando inoltre alla ETSA di Siviglia e partecipando nel 1994 alla Masterclass al BIA di Amsterdam con Rem Koolhaas. Dal 1993 al 1998 collabora con lo Studio Valle Architetti Associati di Udine. Fra le tante attività condivise, gli architetti Gri e Zucchi svolgono attività didattica presso lo Iuav di Venezia dal 1993 al 1996, al Seminario Internazionale di progettazione di Novacella (BZ) nel 1995 e come consulenti per corsi post-diploma di design, pubblicando articoli su numerosi periodici e quotidiani. Come studio di architettura Geza sono finalisti nel 2006 al Premio Medaglia d’Oro per l’Architettura Italiana alla Triennale di Milano, selezionati nel 2003 per il Bauwelt Preis a Berlino, nel 2002 per il Premio Architettura Città di Oderzo, nel 2001 alla Galleria per le Arti Moderne di Udine, in diverse edizioni del Piranesi Award a Pirano in Slovenia e del Premio D’Olivo a Udine. Nel 2011 il progetto della Casa della Musica di Cervignano è selezionato al premio internazionale Mies van der Rohe e al Premio Barbara Cappochin. Il progetto della sede direzionale e produttiva Pratic Spa vince il Premio Speciale alla Committenza Privata della Medaglia d’Oro 2012 per l’Architettura Italiana in Triennale di Milano ed è inserito nell’esposizione Made in Italy del Padiglione Italia alla XIII Biennale d’Architettura di Venezia.

Alcuni lavori recenti di GEZA. Dall’alto: Sviluppo residenziale IFN, Feletto, UD, 1998-2002, volume 14.700 mc Casa NM, Tarcento, UD, 2000-2004 Hypo Bank, Tavagnacco (UD) con Thom Mayne (Morphosis), 2003-2006, area totale 21.000 mq. Interiors e direzione artistica a cura di GEZA. Casa FP, Codroipo, UD, 2003-2005, area totale 1.000 mq Mixed use in Via Pirelli, Milano, 2011, con Salottobuono (concorso a inviti, 2° classificato) Sede uffici e conferenze di Faber Industrie SpA, Cividale, UD, 2007-2012 (in corso). Area totale: 106.000 mq, volume totale: 10.500 mq

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[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

CASA DELLA MUSICA Un’anima di cemento armato in un guscio di mattoni rossi è il segreto di una ristrutturazione ‘a incastro’ che trasforma una vecchia autorimessa in una struttura collettiva dedicata all’arte dei suoni

I serramenti a tutta altezza della facciata principale sporgono dalla struttura in mattoni rossi dell’ex autorimessa e lasciano intravedere gli spazi interni, definiti da un’anima in cemento faccia a vista (foto ©Massimo Crivellari).

Realizzata in un’autorimessa per autobus ristrutturata e trasformata, la Casa della Musica contiene in sé tutte le soluzioni strutturali e tecnologiche necessarie, accorpando esigenze e utilizzi diversi in spazi di aggregazione e ristoro, aule per le prove e l’insegnamento, sale per esposizioni, spettacoli e conferenze e uno studio di registrazione. La preesistente struttura in laterizio è stata riutilizzata per il sostegno della copertura mentre una nuova struttura indipendente a due piani in c.a. faccia a vista configura lo spazio interno e garantisce le necessarie prestazioni acustiche. Al piano terra, i quattro volumi colorati

delle sale prove sorreggono il solaio in calcestruzzo e si presentano come elementi autonomi nello spazio a doppia altezza. Il tetto a falde con travi in legno è stato ricostruito con maggiore inclinazione e altezza; il piano primo, in parte aperto verso lo spazio di distribuzione a doppia altezza, è occupato dalla sala polifunzionale da 100 posti. Il prospetto principale è definito dai cinque grandi serramenti sporgenti a tutta altezza che contengono pannellature vetrate e cieche verticali e orizzontali. La trasparenza della facciata accentua il carattere collettivo dell’edificio

CASA DELLA MUSICA Località Cervignano del Friuli (UD) Anno di realizzazione 2009-2010 Committente Comune di Cervignano del Friuli Superficie complessiva 750 mq Progetto Strutture Studio Nuttassociati, Udine Progetto Impianti Eng Team & Partners, Pordenone Impresa appaltatrice

Costruzioni Taiariol srl, Porcia (PN)

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PROFILI

PREMIO SPECIALE COMMITTENZA PRIVATA

MINIMALISMO ALL’ORIZZONTE Territorio e architettura sostenibile si integrano nel progetto per l’headquarters di Pratic, vincitore del premio speciale alla committenza privata della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2012

Sopra il titolo, l’orizzontalità del fronte sud degli uffici è enfatizzata dalla grande trave nera sospesa (foto ©Fernando Guerra)

Sotto, da sinistra: il volume principale dello stabilimento produttivo e a destra, vista da ovest del giardino interno e del corpo uffici. (foto ©Fernando Guerra)

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La nuova sede direzionale e produttiva di Pratic, specializzata in sistemi di oscuramento per esterni, è inserita nel paesaggio agricolo coronato dalla vista sulla collina di Fagagna e sulle montagne a nord. L’insediamento comprende uno stabilimento produttivo, un edificio uffici a sud, zone di parcheggio, un’area di servizio alla produzione e un’area verde di circa 33.000 mq. Realizzato in cemento prefabbricato, il complesso unisce l’uso di energie rinnovabili al controllo della luce solare con un’immagine architettonica forte che diventa elemento del paesaggio riconoscibile su grande scala. La sede presenta una complessità di relazioni logistiche: funzioni produttive, direzionali, spazi dedicati alla comunicazione, showroom, luoghi per il

ristoro, spazi aperti comuni e privati utilizzati in tempi e modi differenti. La progettazione del layout - sviluppato in stretto contatto con la committenza a partire dall’office space planning - ha coordinato le corrette relazioni fra le parti. L’edificio produttivo è caratterizzato da una facciata prefabbricata dominata da linee verticali, con pannelli di larghezze e fi niture differenti e serramenti vetrati a tutta altezza. La differente dimensione della graniglia di marmo nero con cui sono fi niti i pannelli, unita al calcestruzzo pigmentato nero, disegna una facciata “cangiante” con parti lucide e opache che variano secondo la luce. Gli uffici mono-piano sono protetti a sud da una trave sospesa prefabbricata in calcestruzzo nero di grandi dimensioni (80 m di lun-

ghezza), una grande ombra sospesa e vero landmark dell’intervento che ne sottolinea l’orizzontalità. Il disegno degli spazi aperti ha sfruttato la lieve pendenza del terreno per evidenziare la leggerezza degli uffici, modificando invece il suolo per accogliere un grande parcheggio circolare lievemente interrato e abbracciato da un grande argine realizzato con il materiale di scavo. Più intimo è il giardino fra gli edifici della produzione e gli uffici, un parco alberato aperto verso il paesaggio agricolo a ovest. L’utilizzo di energia pulita ha condizionato tutte le scelte impiantistiche in maniera non esibita. Sulla copertura degli edifici e completamente nascosto dall’esterno è stato installato un impianto fotovoltaico di potenza pari a 400 Kwp che produrrà circa 460.000 Kwh di


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

SEDE PRATIC

energia ogni anno. Per aumentare il contenimento energetico e migliorare il benessere ambientale interno sono stati studiati elementi architettonici integrati da screen solari (prodotti dalla stessa Pratic), come la grande trave in calcestruzzo, elemento climaticamente indispensabile che supporta gli screen filtranti e modula la luce solare diretta. Gli edifici sono in classe A e hanno come obiettivo l’autosufficienza energetica

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LocalitĂ Fagagna, Udine Anno di realizzazione 2009-2011 Committente Pratic F.lli Orioli SpA Area di intervento 45.000 mq Superficie stabilimento 10.000 mq Superficie uffici 1.000 mq Superficie esposizione 550 mq Superficie carico/scarico 2.700 mq Superficie sistemazioni esterne 33.000 mq Area Parcheggio 120 posti Progetto GEZA - Gri e Zucchi Architetti Associati Collaboratori Stefania Anzil, Fabio Passon Arredo interno Multitema Srl Landscape Enrico Sello Progetto strutture Nuttassociati Progetto impianti meccanici Studio Bulfon Associati

Progetto impianti elettrici Studio Battista Impresa costruttrice Edildri costruzioni Srl Lavori esterni Slurry Italia Srl Prefabbricati Spav Prefabbricati Impianti meccanici Vaportemica Commerciale Srl

Impianti elettrici Elettrica Ducale Snc

Dettaglio costruttivo: sezione verticale degli imbotti sul fronte nord.

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PROFILI

ABITARE IL PARCO Un’innovativa tipologia abitativa con ville sospese e giardini pensili instaura nuovi legami tra la città medievale e una grande area verde nel centro storico di Padova Sopra il titolo, render con vista interna del parco. I fronti trasparenti degli alloggi permettono alle residenze-giardino di instaurare un rapporto diretto con la nuova, grande area verde inserita nel centro storico di Padova.

Sotto, via Campagnola e a destra, render prospetto ovest.

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Nel convergere di due realtà urbane, il quartiere medievale di Padova e le palazzine suburbane circondate dal verde, nasce una nuova tipologia abitativa: le ville sospese. Il parco è il centro del progetto. Tutti gli alloggi hanno la zona giorno affacciata sul verde e la zona notte rivolta verso la città e il sistema degli accessi pedonali. Ogni unità abitativa ha un affaccio diretto sul parco, evidenziato da una volumetria continua molto trasparente con ampie aperture per i soggiorni e un lato più introspettivo per le camere. Ogni abitazione diventa una casa-giardino con un ampio panorama sul nuovo paesaggio. Il volume, pensato come un edificio unico, è capace di rispondere al contesto con scelte diversificate per assicurare un elevato livello di privacy e di qualità abitativa, mantenendo una relazione con il contesto non dominante né invasiva. Un grande edificio in linea con pianta a M

alto tre piani compone la struttura di base, cui si aggiungono dei volumi al quarto piano e quelli che prospettano su via Campagnola rispettando le sagome degli edifici preesistenti. Collegate da grandi terrazze con giardini pensili, le ville sospese assicurano una percezione continua del livello superiore, lasciando spazio al cielo e alla luce e risultando dall’alto come un insieme di edifici singoli a perimetro della grande area verde. Nel fronte su via Campagnola il progetto inserisce inoltre due elementi fortemente urbani: il giardino recintato e il portico. Nella zona più compatta della via, il fronte viene arretrato ampliando il giardino esistente e ottenendo così un filtro verde che assicura una migliore fruibilità dello spazio residenziale liberandone la visuale. Il volume sull’angolo est della strada è svuotato al piano terra per realizzare un grande portico di ingresso all’intero complesso da cui partono gli accessi pedonali alle residenze

HOUSING IN CENTRO STORICO Località Padova Cliente Privato Superficie lotto 8.680 mq Cubatura complessiva 25.000 mc Progetto Stefano Gri, Piero Zucchi Team Stefania Anzil, Tina Carletti, Elisabetta Paviotti, Tania Teixeira


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Pianta piano terra 1. strada principale 2. entrata 3. parcheggio 4. soggiorno 5. camera principale 6. camera 7. spazio per gli ospiti 8. bagno 9. terrazza

LA CASA IN MONTAGNA Il modello di baita alpina si rinnova e allo stesso tempo mantiene un forte legame con il paesaggio grazie a elementi della tradizione locale uniti a soluzioni dal design contemporaneo

Sopra il titolo, perfettamente inserita nel paesaggio alpino, la casa è rivestita da un continuum materico di scandole di legno, elementi della tradizione locale posati allo stesso modo sia sulle pareti laterali che sul tetto. A destra, interni dal forte carattere contemporaneo definiscono una nuova tipologia di residenza di montagna (foto ©Massimo Crivellari).

Per la realizzazione di una casa unifamiliare di vacanza inserita sul crinale di una collina a Hohenthurn in Carinzia, la studio ha basato la propria progettazione sull’analisi della tipologia abitativa di montagna sia nella forma che nell’uso dei materiali. Il volume, orientato lungo l’asse est-ovest e disposto parallelamente alle curve di livello, è adagiato su un basamento di cemento armato che costituisce il piano seminterrato e le fondamenta dell’edificio. La struttura è costituita da setti in cemento armato e da un telaio in legno massello rivestito esteriormente da scandole in legno tipiche del

luogo. Anche il tetto a falde è coperto con il medesimo materiale posato nello stesso modo, creando così con le pareti perimetrali una superficie materica continua. La terrazza aggettante che si affaccia a sud sul paesaggio montano sottolinea il rapporto diretto dell’edificio con l’esterno, diventandone un prolungamento e un tutt’uno con il grande camino ancorato al terreno che segna una presenza importante nel paesaggio. Elementi fondamentali che caratterizzano il progetto sono i fori delle finestre a tutta altezza che sporgono verso sud con cornici aggettanti rivestite in alluminio

CASA A HOHENTHURN Località Hohenthurn, Austria Anno di realizzazione 2010 Superficie complessiva 180 mq Progetto e direzione dei lavori GEZA - Stefano Gri, Piero Zucchi Team Tania Ebersbach Progetto Strutture e impianti Studio Inarco

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PROFILI

UNA VILLA URBANA Un gioco di volumi pieni e superfici lucide scandisce il progetto di un’abitazione che ruota intorno alla presenza di uno specchio d’acqua coperto

Dai fronti lineari dell’abitazione emergono i profili dei camini, il cui disegno è un vero e proprio marchio caratteristico dello studio Geza (foto ©Massimo Crivellari).

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L’intervento si articola in tre differenti volumi: la casa principale su due livelli fuori terra con un corpo mono-piano affacciato sul giardino interno; la dependance che crea un fronte nord urbano e continuo; la piscina coperta che si chiude a ovest verso le edificazioni a confine. Un grande piano interrato unifica le tre volumetrie e, attraverso la creazione di due patii interrati, ordina una serie di funzioni fra cui una grande area wellness. Non esistono luoghi specializzati a parte il volume della piscina che, disegnato come un grande contenitore

trasparente, diventa il luogo centrale dell’intero intervento durante tutte le stagioni, di giorno e di notte. La tessitura del calcestruzzo faccia a vista, la cui matrice si legge sul soffitto in larice, unitamente al muoversi dell’acqua crea piccole vibrazioni continue leggibili internamente ed esternamente. Le facciate della casa padronale sono state trattate con un sistema ventilato a grandi pannelli di calcestruzzo granigliato con granito nero assoluto e pigmento antracite. Il disegno a correre dei pannelli è stato mediato da lastre lucide di granito nero e imbotti di al-

Alle lucide pareti in granito nero si alternano grandi aperture vetrate che permettono un rapporto diretto con il verde del giardino (foto ©Massimo Crivellari).


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VILLA URBANA luminio lucidato, che contribuiscono a smaterializzare l’enorme peso della facciata mediante superfici a specchio che riflettono il cielo e gli alberi. Oltre alle viste sull’esterno, ogni luogo della casa ha un rapporto speciale con il landscape disegnato nella proprietà, restituendo così un forte carattere di introversione rispetto all’intorno

Sopra, pianta piano terra. A destra, vista del giardino; sul fondo il fronte trasparente che ripara la piscina coperta (foto ©Massimo Crivellari).

Pianta piano terra 1. accesso pedonale 2. accesso carraio 3. ingresso 4. ingresso depéndance 5. ingresso piscina 6. sala da pranzo 7. soggiorno 8. cucina 9. servizio 10. service 11. studio 12. vasca piscina 13. giardino

Località Udine Anno di realizzazione 2005-2008 Progetto Stefano Gri, Piero Zucchi Team Fabio Fulchir, Mirna Faker, Alessandro Zuccolo Landscape Enrico Sello Strutture Andrea Craighero, Fabio Fulchir Impianti EtaProgetti Superficie lotto 1.600 mq Superficie complessiva abitazione 290 mq, dependance 95 mq, piscina 125 mq

LA CITTÀ DEL FUTURO La qualità del verde, non la quantità, è quello che conta per il concept di un nuovo quartiere residenziale nella città di Atyrau, in Kazakistan

Il progetto sviluppa contemporaneamente due caratteristiche differenti: un masterplan generale e lo studio del layout architettonico degli edifici residenziali in relazione con l’area circostante e la città. L’asse est-ovest diventa la direttrice principale conferendo un senso di continuità architettonica all’area in veloce via di sviluppo. Gli edifici e la piazza presentano una forte relazione simbiotica secondo un concept ispirato a due mani che si intersecano. Leggermente spostate e ruotate l’una rispetto all’altra, le torri assumono simbologie differenti: quattro abitanti di Atyrau che dal continente asiatico guardano verso quello europeo se osservate da nord, quattro grandi alberi che riparano la piazza centrale se osservate da sud. Le otto grandi facciate con differente orientamento rispondono alle esigenze di un clima continentale: quelle orientate verso nord combat-

tono il freddo invernale mentre le facciate disposte a sud proteggono dal calore estivo. La grande piazza, pavimentata con il medesimo materiale di rivestimento delle facciate, delinea al piano terreno un sistema di aree aperte e volumi commerciali intersecati da una serie di corridoi verdi che si connettono all’area verde presente a sud, diventando spazio protetto e parzialmente coperto

SVILUPPO URBANO A ATYRAU Località Atyrau, Kazakistan Anno di progettazione 2012 Cliente Privato Progetto Stefano Gri, Piero Zucchi Team Stefania Anzil, Tina Carletti, Isabella Moreale, Elisabetta Paviotti Superficie residenziale 10.500 mq Superficie commerciale 1.500 mq

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

CAME VIMAR

TECNOLOGIE INVISIBILI

HOME & BUILDING AUTOMATION Dal controllo dell’illuminazione alla sicurezza, dalla comunicazione al risparmio energetico, i sistemi di automazione consentono di gestire diverse funzioni all’interno degli spazi domestici e degli edifici, rendendoli più confortevoli, efficienti, attenti all’ambiente e al benessere delle persone

Il futuro è già realtà per quanto riguarda la convergenza fra building automation e gestione mobile: tra le soluzioni domotiche più utilizzate nel residenziale, il sistema Chorus di Gewiss è completamente integrato attraverso la tecnologia IP con internet. In questo modo, tutte le funzioni di automazione dell’edificio sono gestibili e controllabili da remoto, sia su desktop - per esempio dall’ufficio - sia in mobilità tramite tablet o smartphone. www.gewiss.it

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Alle soglie del 2013, la realtà di tutti i giorni è ben diversa dagli scenari futuristici che affascinavano l’immaginario collettivo negli anni Sessanta: le nostre case non assomigliano a navicelle spaziali, non guidiamo automobili volanti e il teletrasporto è ancora utopia. Ma questo non significa che il futuro si sia fermato. Grandi passi avanti per migliorare la qualità degli ambienti costruiti sono stati compiuti grazie alla domotica e alla building automation, ovvero l’insieme di tecnologie e sistemi avanzati di controllo e gestione messi a punto per rendere intelligenti gli impianti e le apparecchiature di un’abitazione o di un edificio di grandi dimensioni. Tali sistemi sono controllati dall’utente attraverso interfacce e placche di controllo, pulsanti, telecomandi, schermi touchscreen, tastiere, riconoscimenti vocali che comunicano con l’edificio, inviando comandi e ricevendo informazioni, per mezzo di un sistema di controllo costituito da un’unità computerizzata centrale o da un sistema a intelligenza distribuita. Attraverso una rete ramificata, i diversi componenti del sistema sono connessi tra di

loro e con il sistema di controllo tramite protocolli che sfruttano diversi tipi di reti - cavi dedicati (bus) o esistenti, ad onde convogliate o onde radio. Il sistema di controllo provvede quindi a svolgere i comandi impartiti dall’utente attraverso l’interfaccia, come accendere/spegnere le luci di un determinato ambiente, monitorare parametri ambientali e gestire regolazioni della temperatura, segnalare guasti o allarmi. Le aree di gestione di un sistema domotico riguardano principalmente l’ambiente (climatizzazione, illuminazione, requisiti energetici), il controllo di apparecchi ed elettrodomestici, la comunicazione, la sicurezza. Per comprendere meglio quali sono i vantaggi dei sistemi di gestione automatica in termini di efficienza e di comfort abitativo abbiamo raccolto il parere di alcuni esperti del settore. Per Silvano Ronca, Italy Sales Department di Came, “la Building Automation (BA) è sicuramente uno strumento fondamentale per ottenere un edificio ad elevata efficienza energetica. Poter controllare l’illuminazione interna in funzione della luce esterna, la po-


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VIMAR SOMFY ITALIA

sizione delle schermature solari in funzione della temperatura e luminosità esterna oppure tramite sonde interne ed esterne, sono solo alcuni esempi di applicazioni che permettono un notevole risparmio in termini di consumo energetico”. vantaggi per l’uomo e l’ambiente Infatti, oltre al comfort per gli utenti, l’attenzione all’ambiente e alla riduzione dei carichi energetici è una delle prerogative fondamentali alla base di un sistema di automazione, come ci conferma Graham Martin, chairman di EnOcean Alliance: “negli edifici, che rappresentano il 40% del consumo energetico totale, le tecnologie di automazione e di controllo svolgono un ruolo chiave per ridurre i consumi e quindi i costi. I sistemi di gestione che utilizzano la tecnologia energy harvesting wireless di EnOcean tra l’altro sono autonomi in termini di energia. Si tratta di una tecnologia wireless che funziona senza batterie e non richiede cavi poiché i dispositivi ricavano l’energia necessaria per il loro funzionamento dall’ambiente circostante - dal movimento, dalle luci o dalle differenze di temperatura - e la producono in completa autonomia, utilizzando specifici sistemi di automazione che non necessitano di alcuna manutenzione”. Una delle più diffuse applicazioni dei sistemi automatici riguarda la gestione degli impianti di illuminazione. Alcuni dati specifici ci vengono forniti da Roberto Rota, amministratore delegato di Helvar Italia: “un utilizzo corretto dell’illuminazione vuol dire usare la giusta quantità di luce e solo quando serve, eliminando inutili sprechi e portando a minori costi, minori emissioni di CO2 e maggiore comfort per gli utilizzatori degli spazi”. Bisogna però considerare i vantaggi da diversi punti di vista. “È importante sottolineare che la riduzione dei costi riguarda diretta-

Soccorritore DoMo di Kert

mente i consumi di energia elettrica per l’illuminazione e indirettamente anche quelli per l’impianto di raffrescamento poiché si riduce il calore emesso dagli apparecchi di illuminazione. Una corretta gestione della luce comporta inoltre un allungamento medio della vita delle sorgenti con riduzione dei costi di manutenzione, che possono essere migliorati perché i sistemi di gestione operano un monitoraggio costante sull’impianto che porta a modulare i carichi in base alle reali esigenze e a verificarne l’efficienza e gli eventuali guasti. Per questi motivi la norma EN15232 considera specificamente l’impatto che i sistemi automatici di gestione della luce hanno sulla classificazione energetica di un edificio. E la nuova versione della UNI 11222 relativa alle procedure di verifica e manutenzione dell’illuminazione d’emergenza mette in risalto un ulteriore vantaggio dell’utilizzo dei sistemi di gestione. Diverse le possibilità di configurazione: si va da semplici stand-alone che permettono di controllare gruppi di apparecchi per la gestione di piccoli ambienti, ai sistemi professionali che integrano il controllo

Un sistema domotico, progettato per ottimizzare la gestione degli edifici, può diventare un problema al venir meno della tensione di rete che lo alimenta. Senza soccorritore l’impianto può funzionare, ma di fatto non garantisce la funzionalità in caso di emergenza a lucernari, tende esterne, tapparelle, porte e cancelli elettrici, luci e soprattutto al sistema di sicurezza. DoMo di Kert, supplendo alla mancanza dell’elettricità da rete e alle variazioni di tensione, assicura la continuità del sistema domotico e dei dispositivi ad esso associati. DoMo si presenta in due versioni, da 600W e 1200W. Entrambi i modelli sono dotati di un ampio display che permette di visualizzarne facilmente le funzioni. La connessione diretta al sistema domotico è garantita attraverso un connettore RJ45. www.kert.it

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

Domina Plus di Ave è l’evoluzione del sistema domotico per la gestione intelligente delle abitazioni. Comprende una serie di dispositivi touchscreen da incasso a colori di ultima generazione, con display da 12” e 5,7” (per un paragone, il display di un iPad misura 9,7”) nella versione in alluminio Allumia Touch e con placca in cristallo bianco o nero lucido Ave Touch per il controllo delle diverse funzioni dell’abitazione. Le mappe grafiche permettono di visualizzare e gestire in modo intuitivo diversi ambienti. Una navigazione dimostrativa è disponibile su www.domoticaplus.it e www.ave.it.

dell’illuminazione con quello degli altri impianti tecnologici - ad esempio riscaldamento e condizionamento o movimentazione delle serrande”. Una casa intelligente contribuisce anche a modificare positivamente le abitudini di chi la abita, come ci spiega Michele Pandolfi, product manager di Domo di Gewiss: “domotica e BA generano risparmi energetici in due modi. Sicuramente in forma diretta, ad esempio spegnando automaticamente le luci se in un locale non si registrano presenze. Ma anche in modo indiretto, come ci stiamo accorgendo in questi ultimi anni: permettendo all’utente di visualizzare i consumi di energia istantanei o per periodi cresce la consapevolezza dei costi e si innesca un processo di sensibilizzazione che a lungo termine dà luogo a nuovi comportamenti virtuosi”. Dalla casa all’edificio Nonostante la crisi, il ricorso a sistemi di domotica è un trend in piena crescita in Italia, come indicato da Anna Sella di Kblue: “da recenti analisi di mercato (studio effettuato da immobiliare.it nei mesi scorsi) in Italia il 59% degli immobili di nuova costruzione è dotato di almeno un elemento di automazione. La regione italiana più “domotica” è il Trentino Alto Adige, dove il 78% degli immobili di nuova costruzione ha almeno un elemento di domotica di base o avanzata. A seguire si trovano la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%). Il Sud, invece, è per il momento lontano dal poter vantare una giusta proporzione di abitazioni “intelligenti”. Solo la Sardegna supera a fatica il 15%,

mentre tutte le altre aree del meridione hanno percentuali molto basse, con i picchi negativi della Basilicata (7%) e della Sicilia (11%)”. Se il settore della domotica per la casa è in espansione, l’automazione degli edifici è invece una realtà consolidata da diversi anni e può essere considerata come l’accentramento delle funzioni della domotica. In un edificio è infatti necessario fornire tutta una serie di servizi - come la distribuzione di acqua, gas, energia elettrica, del riscaldamento e condizionamento, dei segnali televisivi e connessioni alla rete internet, videosorveglianza e sistemi antintrusione - ai diversi ambienti di cui si compone. In questo modo gli impianti beneficiano del fatto di essere comunitari, con un conseguente risparmio dei costi ripartiti su ogni utente e i servizi distribuiti a livello generale possono essere gestiti dai diversi locali dell’abitazione dall’im-

1972. IN PRINCIPIO ERA LA CASA TELEMATICA L’installazione di Ugo La Pietra alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMa di New York anticipava quarant’anni fa un futuro oggi molto presente grazie a Internet e alla digitalizzazione delle reti. Tramite gli apporti della telematica e dell’informatica, lo spazio abitativo si prefigurava infatti come terminale e allo stesso tempo portale di informazioni e messaggi nello spazio urbano circostante.

Mitho XL E è il terminale multifunzione da incasso di BPT per il controllo intuitivo della casa domotica, con display a colori LCD touchscreen e visualizzazione dei comandi attraverso le mappe grafiche dei diversi ambienti domestici. L’interfaccia grafica può essere personalizzata con le fotografie e la planimetria dell’abitazione. Il terminale affianca alle tradizionali funzioni domotiche l’integrazione della diffusione sonora grazie alla compatibilità con le centrali Mondo T di Tutondo e Yamaha serie RX-V**67 BPT. Attraverso l’applicativo Home Sapiens Web Interface di BPT è possibile avviare il controllo e la gestione degli ambienti anche da remoto. www.bpt.it

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La casa telematica è uno dei tasselli

un futuro molto attuale, specialmente

della realtà immaginata da Ugo La Pietra,

sotto il profilo dell’interconnessione e delle

architetto, designer, artista e ricercatore

reti. Dieci anni dopo la casa telematica

della comunicazione. Una cellula abitativa

di Ugo La Pietra riappariva in una mostra

descritta con disegni e collage come luogo

alla Fiera di Milano. Ma il focus era ormai

attivo che genera un circuito informativo:

solo la televisione, e il modo in cui gli

attraverso i mezzi di comunicazione e

arredi domestici potevano adattarsi a un

informazione, i messaggi provenienti dalla

medium di cui si percepiva (segnalava?)

realtà esterna sono recuperati e raccolti

l’invasività. Con gli anni di piombo e di

nella cellula abitativa, che in seguito li

Drive In evidentemente e malgrado la

rimette in circuito confrontandoli con

buona volontà la spinta all’innovazione e

altri. In questo modo il nucleo abitativo

l’entusiasmo si stavano spegnendo e le

diventa un nodo nella grande rete globale

conseguenze sono storia dell’oggi.

informatica condivisa. Poco compresa e vista come esperimento radicale fine a se stesso, l’installazione del 1972, che immaginava anche dispositivi intelligenti come il Ciceronelettronico e il videocomunicatore, preconizzava in realtà

Un’immagine della casa telematica di Ugo La Pietra presentata al MoMa di New York nel 1972 e, sotto, una della mostra del 1982 in Fiera a Milano con Gianfranco Bettetini e Aldo Grasso.


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

L’illustrazione mette in evidenza i più comuni ambiti di applicazione della domotica finalizzati al risparmio energetico. La loro messa a sistema attraverso le reti di comunicazione introduce il concetto di smart home (o smart office) come risultato insieme di progettazione, devices intelligenti, sistemi di misurazione puntuali e fornitori di servizi.

pianto domotico. Ma chi si dimostra più interessato all’utilizzo di soluzioni di automazione per grandi spazi, la committenza o le società di gestione? Secondo Giovanni Gambin, direttore sviluppo business di Vimar, è difficile fare una chiara distinzione tra le due aree di clienti perché molto dipende dalle applicazioni: “se si tratta di comfort e luci, l’offerta è più orientata al committente, se invece si parla di gestione del consumo energetico e sicurezza, l’interesse si focalizza maggiormente sulla società di gestione e facility, perché a questi sistemi spesso si affianca anche un contratto di manutenzione, a volte necessario proprio per la tipologia degli impianti”. Con la building automation si può avere l’istantanea del funzionamento di tutti i sistemi presenti nell’edificio, acquisendo misure e dati di diagnostica attraverso i quali è possibile impostare, con adeguati sistemi software di building management, politiche di manutenzione. Non solo. Secondo Michele Pandolfi “la building automation, proprio per la possibilità di essere gestita attraverso internet, rende possibile la manutenzione di un edificio anche da remoto, esternalizzando i servizi di manutenzione a società terze riducendone in modo sensibile i costi”. Per quanto riguarda il settore terziario, Somfy contribuisce all’automazione degli edifici con Animeo, una gamma specifica di operatori e sistemi di gestione centralizzata compatibile con i protocolli KNX e LON completamente integrabile all’interno di un sistema BMS (Building management system). “Recenti studi hanno evidenziato come questa integrazione genera una riduzione dei consumi energetici giorna-

Con la nuova interfaccia utente web based uSee di Helvar gli utenti diventano autonomi nella gestione dell’impianto elettrico e liberi di poterlo fare da qualsiasi luogo in cui ci sia una connessione WiFi. Con uSee è possibile accedere via web al programma di gestione dell’impianto e operare direttamente su di esso in maniera intuitiva da qualsiasi device, (iPad, smartphone, altri tablet o PC). Il programma permette non solo di visualizzare l’intero impianto richiamando scene preimpostate, ma di effettuare anche alcune modifiche, consentendo inoltre di monitorare i consumi energetici e di intervenire di conseguenza sui carichi adeguando la programmazione. www.helvar.com

La casa telematica: il Ciceronelettronico, videocomunicatore per memorie condivise, fotomontaggio, 1971-1972 (Collezione Frac Centre, Orléans).

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

GEWISS

EnOcean Alliance è un’organizzazione non profit con sede in California cui aderiscono più di 300 aziende nel mondo e che ha come obiettivo l’internazionalizzazione della tecnologia “energy harvesting” wireless e l’interoperabilità tra i prodotti dei partner OEM. La tecnologia è basata sullo standard internazionale ISO/IEC 14543-3-10, ottimizzato per le soluzioni wireless con un ridottissimo consumo di energia e soluzioni energy harvesting, ovvero capaci di raccogliere energia dall’ambiente trasformandola in energia elettrica, rendendo i device indipendenti dalla rete e anche da batterie. www.enocean-alliance.org

I comandi e i dispositivi domotici della serie Eikon Evo di Vimar, incorniciati da placche in Corian bianco, permettono di visionare e gestire l’attività del sistema domotico By-me che, grazie a diverse funzioni coordinate tra loro - come ad esempio la diffusione sonora - migliora il comfort tra le pareti domestiche. Il sistema può gestire contemporaneamente fino a 4 diverse sorgenti sonore, anche tramite iPhone o iPod collegati con una docking station. Il dispositivo, dotato di un touch widescreen, incorpora anche la funzione videocitofonica. Scalabile, la domotica Vimar può crescere nel tempo in base alle esigenze, permettendo di avere sotto controllo da un unico punto tutte le funzioni dell’edificio. www.vimar.it

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lieri tra il 50% e l’80%, una diminuzione fino al 28% dei bisogni di climatizzazione e l’abbassamento del 25% degli scambi termici tra esterno e interno” afferma Simone Ferro, responsabile marketing di Somfy Italia. Domotica e ristrutturazione I sistemi di automazione possono essere installati anche nelle costruzioni preesistenti, contribuendo notevolmente a migliorare le prestazioni e aumentare il valore degli immobili. Guido Carasso, country manager di Devolo Italia, ci illustra come la domotica residenziale e l’integrazione in edifici esistenti sia il core business dell’azienda. “I prodotti dLAN Powerline nascono per garantire le stesse prestazioni di una rete informatica attraverso l’utilizzo di infrastrutture preesistenti. Nessuna modifica strutturale è richiesta e i prodotti sono stati specificamente studiati per essere inseriti in qualsiasi contesto residenziale”. Altra soluzione che si dimostra perfettamente compatibile in progetti di ristrutturazione è la tecnologia energy harvesting wireless di EnOcean che, funzionando senza cavi o batterie, consente un’alta flessibilità d’installazione, come evidenziato da Graham Martin: “non solo aumentano in modo significativo il comfort in ambiente residenziale, ma consentono anche di ridurre le attività di installazione e a lungo termine i costi energetici - spesso 25% in meno rispetto a una soluzione cablata. Inoltre, si riducono sensibilmente il tempo di inattività, le emissioni di polvere e i rumori causati dai tradizionali metodi di installazione. Queste soluzioni sono modulari e i costruttori possono iniziare con un sistema di base che può essere facilmente esteso e ampliato secondo le diverse esigenze che si verranno a creare nel tempo”. Ma bisogna pianificare bene la scelta, come avverte Roberto Rota: “l’intervento su edifici esistenti è evidentemente più complesso perché non può prescindere da un’opportuna revisione impiantistica e da una valutazione attenta del rapporto costi/benefici (sostituzione o adeguamento dei cablaggi, sostituzione dei corpi illuminanti, inserimento di sensori e altra componentistica). Per quanto riguarda le opportunità, teniamo presente che nell’ambito della domotica residenziale possono rientrare non solo le installazioni all’interno delle abitazioni ma anche quelle che controllano la luce esterna e quella degli spazi comuni. In

questi casi gli interventi possono essere meno invasivi e portare notevoli vantaggi in termini non solo di consumi ma anche di sicurezza generale degli abitanti”. La domotica inoltre non è più considerata un bene di lusso e consente di usufruire di alcuni vantaggi, come ci spiega Michele Zamparo, product manager BPT: “un’opportunità di sicuro interesse è rappresentata dal recente Decreto Sviluppo, il quale prevede fino al 30 giugno 2013 un bonus del 50% per le ristrutturazioni edilizie e la detrazione dall’Irpef delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione delle abitazioni e delle parti comuni negli edifici residenziali. Rientrano quindi gli interventi per l’ammodernamento dell’impianto elettrico e per la realizzazione di impianti domotici, che in questo modo arrivano a costare la metà”. Gestione a distanza L’integrazione tra sistemi di automazione e terminali mobili incontra un crescente successo, soprattutto in campo residenziale, con applicazioni specifiche anche di base offerte dalle diverse aziende. Giovanni Gambin afferma che il mobile “non si può ancora definire ‘killer application’, come molti prevedevano, ma sicuramente uno degli elementi di offerta che più sono decisivi nella scelta di adottare questi sistemi. L’utente infatti percepisce immediatamente il vantaggio di avere sempre ‘in tasca’ il controllo della propria casa, facilitando così l’intero processo d’offerta. Le novità maggiori sono sempre nel settore della sicurezza dove la remotizzazione delle telecamere di sorveglianza e l’analisi degli allarmi rimane l’applicazione più richiesta soprattutto a livello professionale. Comfort e controllo/risparmio energetico guadagnano terreno rapidamente diventando la vera prospettiva del futuro e la loro integrazione con il mondo del video porterà ad una gestione della casa più immediata e consapevole”. Ma non tutti i pareri sembrano così entusiasti. Silvano Ronca infatti invita alla prudenza in quanto “un dispositivo mobile può essere un ottimo elemento ausiliario di controllo del sistema, specialmente quando siamo fuori casa; la supervisione di tutti i dispositivi e la gestione delle varie funzioni è bene però sia realizzata con dispositivi fissi e dedicati all’impianto di automazione”


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

DOMOTICA ED ECOLOGIA IN ESPOSIZIONE

LA CASA SENSORIALE DOMOTICA Il prototipo di abitazione sostenibile ad alta tecnologia esposto alla XIII Biennale di Architettura si basa su moderni criteri di efficienza energetica, versatilità progettuale, bassi costi di gestione e realizzazione e ospita un percorso didattico sulle potenzialità dei sistemi di automazione applicati agli ambienti domestici Da poco concluso, il progetto della Casa Sensoriale Domotica, realizzato presso i Magazzini del Sale a Venezia a cura dell’architetto Lucilla Del Santo dello Studio Nealinea&Partners di Firenze, faceva parte degli eventi del Padiglione Italia della Biennale 2012. L’allestimento riproduceva sei ambienti tipici di un’abitazione disposti lungo un percorso espositivo che, con l’ausilio di modalità didascaliche, interattive e video, presentava ai visitatori i concetti fondamentali e il funzionamento di un sistema domotico integrato mostrandone i vantaggi in termini di comfort, di sicurezza, di risparmio energetico e soprattutto di maggior fruibilità per tutti e in particolare per la terza età e le categorie protette. L’allestimento esponeva inoltre opere deri-

vanti da riciclo o da materiali ecosostenibili esemplari dell’auspicabile integrazione tra estetica ed ecologia. Tra gli sponsor che con la fornitura di materiali, prodotti, sistemi e assistenza hanno contribuito alla realizzazione dell’installazione, BTicino con il sistema domotico My Home gestibile in locale o da remoto, Samsung, Mapei. Il progetto, che si propone come un nuovo format per architetti, progettisti e aziende rientrava nelle iniziative culturali del Patto dei Sindaci per l’energia promosso nel 2008 dalla Commissione Europea allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere le città nello sviluppo delle nuove politiche energetiche dell’Unione. La Casa Sensoriale Domotica persegue inoltre gli obiettivi del 24° Congresso Mondiale degli architetti Design 2050, Beyond disasters, through solidarity, towards sustainability organizzato dall’UIA-Unione Internazionale Architetti nel settembre 2011 a Tokyo. Il 2012 è stato eletto anno europeo della longevità: sviluppare un ambiente domestico intelligente e facilmente accessibile diventa dunque una sfida per soddisfare i crescenti bisogni di autonomia e mobilità di una fetta sempre più ampia della popolazione

I pannelli di controllo del sistema My Home di BTicino, tra i main sponsor della Casa Sensoriale Domotica. Nelle altre foto, due immagini del percorso espositivo: zona pranzo (sopra il titolo) e living (a sinistra).

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

LA CASA DEL REGISTA

PROGETTI FINALISTI NUOVI EDIFICI

VITA TRA GLI ALBERI

Sopra, foto piano sottotetto con particolare della passerella in vetro, illuminazione colorata, tecnologia led a (foto ©Nome Cognome)

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(foto ©Walter Mair)

che raccorda le camere raggruppate in due corpi separati, la cucina con portico e la zona dell’ingresso. I quattro prolungamenti sono stati disegnati in modo da rispettare la presenza delle diverse essenze presenti nel parco - cedri, pini, betulle e una magnolia. Similarmente alla pianta, le altezze dei prospetti e delle grandi aperture vetrate risultano irregolari per via della forma inclinata della copertura a doppia falda. Con una pendenza minima (7%), le falde di copertura, protette come tutto l’involucro da una membrana impermeabilizzante di resina cementizia bianca, consentono all’acqua di defluire lentamente lungo le pareti per essere

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Sopra il titolo, vista esterna della casa lungo il lato est. Montaggio fotografico di scatti in sequenza lungo una linea retta; qui sotto, vista interna della sala

Il progetto affidato allo studio di architettura Liverani/Molteni doveva rispondere a pochi ma essenziali punti fermi. Innanzitutto, l’impianto dell’edificio doveva essere semplice e flessibile per conciliare le diverse esigenze degli abitanti - un regista e la famiglia di sua sorella, madre di tre bambini. Inoltre, in quanto seconda casa per soggiorni saltuari, avrebbe dovuto richiedere poca manutenzione e le spese di costruzione non dovevano superare un budget di 500mila euro. La struttura in cemento armato con piscina, distribuita su un unico piano, presenta una pianta a stella irregolare con un ambiente centrale comune

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Inserita nel parco di un residence anni ’60 in Brianza, una costruzione lineare dalla pianta ramificata si apre alla natura circostante e raccorda due distinti nuclei abitativi attorno a uno spazio comune


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

Andrea Liverani e Enrico Molteni

Lo studio con sede a Milano viene fondato nel 1999 da Andrea Liverani (1969) ed Enrico Molteni (1969), entrambi laureati al Politecnico di Milano nel 1994 con esperienze di studio e tirocini tra Danimarca, Portogallo e Spagna. Lo studio partecipa a numerosi concorsi di progettazione, vincendo quelli per il Municipio di Seregno, per piazza Terragni a Lissone, per il polo scolastico di Capiago Intimiano, per il quartiere Breunner-nord a Berna e di recente quello per la Cittadella dell’Edilizia a Como. Tra i riconoscimenti si segnalano il Premio Piranesi 2004 (Slovenia), il Premio Accademia di San Luca 2006 e lo Swiss Architectural Award BSI 2010. www.liverani-molteni.it

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poi raccolta da una gronda posta nel terreno, ai piedi della costruzione. In questo modo è stato possibile eliminare grondaie e pluviali e la loro conseguente manutenzione. Le diverse tipologie di aperture rispondono alle esigenze specifiche degli ambienti e sono state progettate per agevolare al massimo il rapporto degli abitanti con la natura. Di conseguenza i componenti finestrati, le grandi vetrate, le porte e le porte-finestra sono stati realizzati in maniera ‘estrema’ per luci, dimensioni e pesi eliminando traversi e montanti laddove era possibile. Le grandi vetrate trapezoidali a filo esterno presenti nello spazio comune centrale, realizzate con profili in acciaio a taglio termico Ebe 65 di Secco Sistemi, offrono una vista panoramica sul parco esterno e si possono aprire quasi completamente, trasfor-

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La pianta a croce dell’abitazione si sviluppa in forma irregolare inserendosi tra gli alberi già presenti nel lotto (disegno a sinistra). Gli ambienti privati e di servizio si dipartono dallo spazio centrale comune (5): 1. 2. 3. 4.

ingresso primo alloggio secondo alloggio cucina con portico

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gruppo di cedri gruppo di betulle magnolia gruppo di abeti

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

mando l’ambiente in una sorta di portico che amplifica l’esperienza di vivere immersi in un giardino maturo, simile a un bosco. Le aperture a tutta altezza delle camere, della cucina e della zona ingresso presentano una cornice-loggiato con ante oscuranti richiudibili a libro per proteggere l’intimità degli ambienti. La grande sala principale è dominata dalla calda tonalità di grigio che riveste sia il pavimento autolivellante sia le pareti

In alto, il verde del giardino e degli alberi ad alto fusto “entra” nello spazio centrale dell’abitazione, che a sua volta si prolunga verso l’esterno con il portico della cucina (foto ©Walter Mair);

sopra, la sezione trasversale mette in evidenza la lieve pendenza (7%) delle falde di copertura.

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RESIDENZA A CASATENOVO Località Casatenovo (Lecco) Progetto Studio Liverani/Molteni, Milano Collaboratori Andrea Marelli, Sebastian Carella Anno di realizzazione 2009-2011

DETTAGLIO COSTRUTTIVO 1. Tubolare in acciaio mm 40x40 per scorrimento acque piovane 2. struttura in CA spessore 20 cm e solaio in polistirolo espanso estruso 3. membrana di impermeabilizzazione in guaina liquida cementizia elastomerica spessore 3 mm e finitura in resina poliuretanica bianca 4. cornice in acciaio zincato con profilo a L mm 80x60

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Superficie costruita mq 204 5. serramento a taglio termico in acciaio zincato verniciato RAL 7030 6. ghiaia drenante e canale di raccolta acque piovane 7. prato 8. pareti interne e controsoffitto in cartongesso 9. isolamento termico spessore 85 mm 10. pavimento autolivellante in resina grigia RAL 7030

Superfice lotto mq 3.950 Serramenti Secco Sistemi Strutture studio Redesco srl, Ing. Giuliani Impianti Aircalor, Ing. Giulio Corti Impresa Enrico Molteni & C. Importo lavori 520.000 euro

Sopra, un falso telaio funge da grondaia per le aperture poste all’esterno del filo murario. Progettate per favorire il rapporto con la natura, tutte le vetrate, porte e porte finestra sono state costruite ad hoc utilizzando profili in acciaio a taglio termico Ebe 65 di Secco Sistemi (foto ©Walter Mair).


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

NEWS/

NUOVA GUIDA PER PROMO_LEGNO Bresciana, 34 anni, l’architetto Lorena De Agostini è la nuova portavoce dell’associazione per la diffusione della cultura del legno in edilizia, organizzatrice di eventi formativi e internazionali come la mostra Costruire con il legno di Vienna, organizzata dal Museo dell’Architettura e dal Dipartimento Legno dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera.

Lorena De Agostini è il nuovo segretario generale di promo_legno www.promolegno

UNA COMETA SU MILANO Frutto della trasformazione del precedente spazio espositivo del Portello, progettato da Bellini tra il 1993 e il 1997, il MiCo (Milano Congressi) è composto da corpi metallici e vetrati su tre livelli con viste a 180° sulla città. La nuova struttura presenta un manto color argento che forma una coda lunga 200 metri e conclude la vecchia testata del Portello rimasta incompiuta, con a fianco un auditorium realizzato su colonne preesistenti. Un’opera complessa di ristrutturazione che si propone come nuovo landmark urbano e rimanda al progetto di Bellini per il nuovo Dipartimento delle arti islamiche del Louvre di Parigi.

IL NUOVO COMPLESSO FIRMATO DALL’ARCHITETTO MARIO BELLINI È IL PIÙ GRANDE CENTRO CONGRESSI D’EUROPA

Klimainfisso è il nuovo salone di Fiera Bolzano dedicato interamente al settore dei serramenti in programma a Bolzano dal 7 al 9 marzo 2013. Per la prima edizione della manifestazione si segnala un convegno internazionale sulle tecnologie organizzato in collaborazione con IFT Rosenheim, l’istituto tedesco che conduce prove di laboratorio e fornisce certificazioni su serramenti e sistemi di facciata. www.fierabolzano.it/klimainfisso/

Prima partecipazione per l’azienda italiana alla fiera internazionale Living Kitchen, in programma dal 14 al 20 gennaio 2013 a Colonia nell’ambito della fiera dell’interior Imm. Nell’occasione Ernestomeda presenta Icon, progettata da Giuseppe Bavuso, il cui layout compositivo accosta materiali pregiati come il rovere termo-trattato per la penisola estraibile Evolution a materiali innovativi come il Corian di DuPont™ impiegato per basi e pensili, e ICONcrete, dall’effetto cemento e adatto all’uso alimentare, per la zona cottura-lavaggio. Living Kitchen, Colonia, 14-20 gennaio 2013 | www.livingkitchen-cologne.com

COSTRUIRE IL FUTURO

foto©Raffaele Cipolletta

GLI ENERTOUR DI KLIMAHOUSE

TUTTO SUI SERRAMENTI

ERNESTOMEDA A LIVING KITCHEN

Dal 23 al 26 gennaio 2013 Klimahouse organizza visite tecniche guidate ad alcuni progetti CasaClima realizzati in Alto Adige, con un focus sui Net Zero Energy Buildings come la nuova sede Salewa a Bolzano firmata da Cino Zucchi Architetti - Park Associati. Novità di quest’anno enertour: architecture, energy & wine, visita alle cantine altoatesine Pfitscher e Tramin, due modelli di integrazione tra architettura, sistema energetico sostenibile e produzione vinicola di alta qualità, con degustazione di vini locali. Iscrizione online su: www.klimahouse.it

Dal 7 al 10 febbraio 2013 si tiene a Parma Future Build, prima edizione del salone della sostenibilità dedicato all’architettura ecocompatibile, Smart city, social housing, riqualificazione energetica degli edifici esistenti, stili di vita e aree produttive responsabili. Con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, ANCE, Unione Parmense degli Industriali, GBC Italia, Kyoto Club. www.futurebuild.it

PREMIO EUROPEO ALL’INNOVAZIONE IN LEGNO Lo Schweighofer Prize è il riconoscimento biennale destinato alle migliori idee in legno che abbiano dato o possano dare un contributo al settore e alla gestione sostenibile delle risorse forestali in Europa. Il concorso, nato nel 2002 su iniziativa dell’omonima famiglia di imprenditori austriaci, prevede un primo premio assegnato alle attività di straordinaria rilevanza per la filiera legno nel suo insieme, e ulteriori premi all’innovazione dedicati a progetti in fase di realizzazione. Per partecipare alla prossima edizione è possibile presentare idee e progetti fino al prossimo 4 febbraio 2013. Informazioni e bando del concorso all’indirizzo: www.schweighofer-prize.org.

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

RISTRUTTURAZIONI

RITORNO ALL’ORDINE Linee rigorose, bianco ottico, legno e tanta luce naturale sono gli elementi base di una riqualificazione estetica e funzionale che ha trasformato un anonimo edificio alla periferia di Catania in un’equilibrata opera minimale

Gli esterni della villa sono valorizzati da un uso equilibrato di materiali e colori differenti: al bianco dell’intonaco e dei pannelli frangisole in alluminio si alternano la trasparenza delle vetrate e il legno che riveste il parapetto fioriera, la parete al piano terra e l’area intorno alla piscina. (foto ©Studio Indoor)

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La costruzione unifamiliare si trova in un quartiere residenziale di Sant’Agata Lì Battiati, centro incluso nell’area metropolitana di Catania e caratterizzato negli ultimi decenni da un’espansione edilizia disorganizzata e di discutibile qualità architettonica e urbanistica. Rispetto a tale contesto, il progetto di ristrutturazione firmato dallo studio PVA Architetti ha assunto una posizione critica ma anche propositiva tesa a conferire un nuovo ordine estetico e funzionale all’edificio e ad instaurare una diversa relazione con lo spazio circostante rispettando al contempo la tipologia architettonica di base. Risalente agli inizi degli anni ’80, l’edificio presen-

tava una struttura in c.a. distribuita su tre livelli fuori terra con un locale interrato e giardino. L’esterno della costruzione si caratterizzava per un aspetto complessivamente disomogeneo dovuto alla presenza di elementi architettonici e materiali differenti: pensiline, falde inclinate, aggetti e tendaggi, cemento armato a vista, blocchi di pietra lavica, tegole rosse, intonaco bianco e infissi di legno. Tutto questo è stato eliminato da un processo di purificazione che ha messo a nudo i volumi principali, ha superato la netta separazione tra interni ed esterni per mezzo di ampie superfici vetrate e leggere pensiline metalliche e ha uniformato l’aspetto esteriore della villa grazie

PVAarchitetti Giuseppe Parisi Emanuele Varrasi

Lo studio nasce nel 2008 dalla collaborazione degli architetti Giuseppe Parisi (Catania, 1971, laurea presso l’Università di Reggio Calabria nel 2000) e Emanuele Varrasi (Militello in Val di Catania, 1950, laurea presso il Politecnico di Milano nel 1977). Laboratorio di architettura nel quale cooperano giovani figure professionali, lo studio opera costanti ricerche su tecnologie e materiali ecosostenibili e i suoi lavori spaziano dal design all’edilizia residenziale alla progettazione su scala urbana. www.pvaarchitetti.it


[[n.n.45/2012 45/2012]] IIOOARCH ARCHCostruzioni CostruzionieeImpianti Impianti

SISTEMA FRANGISOLE/INFISSO a un’elegante combinazione cromatica dei materiali. Il bianco dell’intonaco delle pareti e dei pannelli frangisole che schermano le vetrate si associa al legno che riveste parte delle pareti, un parapetto-fioriera e l’area antistante l’abitazione, dove è stata inserita una piscina protetta dal verde degli alberi piantati lungo il perimetro del lotto. L’operazione di trasformazione non ha interessato solo gli esterni. L’originaria disposizione interna degli spazi, con ambienti piccoli scarsamente illuminati e separati tra loro, non rispondeva alle attuali esigenze della committenza che richiedeva la creazione di ampi spazi illuminati da luce naturale in stretta relazione con il giardino e la piscina all’esterno. La nuova disposizione funzionale ha previsto dunque al piano terra la zona pranzo e living open space con un’area destinata a uffici privati, la zona notte al piano primo e un secondo piano con area benessere/spa. I diversi piani dell’abitazione sono connessi tra loro per mezzo di una scala circolare di grande impatto scultoreo. Similarmente

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Sotto, prospetti e sezioni dell’abitazione di Sant’Agata Li Battiati.

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rasante con rete in fibra di vetro con maglia 5x5 mm + intonaco minerale silossanico coibente in lastre di polistirene espanso sp. 40 mm membrana composita a scaglie ardesiata sp. 4 mm lastra in fibrocemento tipo “Aquapanel” profilato in acciaio zincato IPE220 coibente sp. 40 mm orditura metallica per controsoffitto controsoffitto in cartongesso sp. 13 mm + rasatura e finitura infisso scorrevole a taglio termico con vetro bassoemissivo frangisole orientabile motorizzato in alluminio preverniciato colore “RAL 9010”

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

Legenda 2. vano servizio 3. ingresso-disimpegno 4. cucina-pranzo 5. living 6. bagno 7. segreteria 8. ufficio 9. wc 10. piscina 11. parcheggio 12. giardino 13. vano scale 14. disimpegno 15. letto

Le piante del piano terra e del primo piano. Sotto, zona benessere/spa al secondo piano (foto ©Studio Indoor).

agli esterni, gli spazi interni si caratterizzano per un uso intensivo del bianco abbinato a pavimentazioni differenti: pietra di Modica per le zone d’ingresso, gres porcellanato per la zona giorno, resina epossidica di colore bianco per la scala e il localecantina, mosaico vitreo, tecnoril e corian per i bagni. La progettazione illuminotecnica è stata accuratamente diversificata in base alle esigenze dei diversi ambienti, con luce indiretta Led a pavimento, luce diretta con apparecchi a incasso per controsoffitti tramite la realizzazione di gole interne, luce diffusa tramite soffitto teso barrisol, lampade a pavimento. Per quanto riguarda l’illuminazione naturale, l’impiego di pannelli frangisole per gli infissi realizzati con profili estrusi in alluminio a taglio termico e vetri basso-emissivi permette di schermare e filtrare la luce, contenendo al minimo l’aumento di temperatura per irraggiamento. Ulteriore comfort abitativo è garantito dal rivestimento a cappotto termoisolante e fonoisolante dei paramenti murari, costituito da lastre in polistirene espanso sinterizzato, elasticizzato e ad alta resistività acustica. Un impianto fotovoltaico con pannelli ibridi per la produzione di acqua calda sanitaria soddisfa l’intero fabbisogno energetico dell’abitazione. La climatizzazione degli ambienti avviene tramite pompa di calore con sistema canalizzato di diffusore lineare inserito nel controsoffitto e direttamente collegato ai pannelli

CASA R Luogo Sant’Agata Li Battiati (CT) Progetto Studio PVA Architetti: Giuseppe Parisi, Emanuele Varrasi

Inizio lavori 2009 Anno di realizzazione 2011 Superficie lotto 650 mq Superficie coperta 180 mq

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Il progetto d’interni (in alto, la zona living) ruota intorno alla scala circolare che connette i vari piani dell’abitazione: una scenografica presenza scultorea in resina epossidica di colore bianco. Sotto, una vista del bagno (foto ©Studio Indoor).


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

SARANNO 227 GLI HOTEL CHE IL GRUPPO COSENTINO ALLESTIRÀ ENTRO IL PROSSIMO ANNO, DAL BURJ AL ARAB A DUBAI ALL’NH EUROBUILDING A MADRID, DAL CASA CAMPER HOTEL A BERLINO AL RITZ-CARLTON DI SHANGHAI

COSENTINO

riveste gli hotel di tutto il mondo Il gruppo spagnolo specializzato nella produzione e distribuzione di superfici in quarzo e pietre naturali da gennaio 2012 ha installato i suoi prodotti in 107 hotel di tutto il mondo e ha confermato che entro il prossimo anno arriverà a un totale di 227 strutture. Dall’inizio del 2012 la multinazionale con sede in Almeria ha raggiunto un giro d’affari di 1.5 milioni di euro con la nuova area business Diversia, dedicata ai progetti nel settore dell’ospitalità e che nel 2011 aveva già fatturato per il gruppo 700mila euro. Cosentino ha fornito i materiali per l’allestimento degli interni di prestigiosi hotel come il Burj Al Arab di Dubai, unico 7 stelle al mondo, l’NH Eurobuilding a Madrid, Casa Camper a Berlino, l’hotel progettato da Jean Nouvel a Lucerna, il Crown Plaza Hotel a Semarang in Indonesia, l’Hilton a Mosca, il Sandton Grand Hotel Reylof a Gent, Belgio, il RitzCarlton hotel a Shanghai o il Grischa Hotel a Davos, Svizzera. Le superfici Cosentino, grazie alle caratteristiche di sostenibilità, facile manutenzione, durabilità e design, sono ideali per rivestire le superfici di buffet, piani di lavoro, aree comuni, piatti doccia, bagni, pavimentazioni, scale e molto altro. www.cosentinogroup.net

A sinistra e sotto, rivestimenti Silestone by Cosentino nell’ Hotel Burj Al Arab a Dubai, unico 7 stelle al mondo.

Le superfici in quarzo Silestone e quelle in materiale riciclato Eco, i rivestimenti in pietra Prexury, il granito Sensa e una gamma di pietre naturali arricchiscono la varietà di ricerca estetica e tecnologica dei materiali proposti dal Gruppo Cosentino.

Accanto, la superficie in pietra Prexury riveste i banconi al Sandton Grand Hotel Reylof a Gent in Belgio. A destra in alto, superfici in quarzo Silestone nell’Hotel NH Eurobuilding a Madrid e sotto, nell’ Hotel Grischa a Davos in Svizzera.

SKETCHES, schizzi d’autore Come in un taccuino personale, il volume raccoglie i bozzetti eseguiti dal 1946 a oggi dall’architetto Zvi Hecker “Io sono un artista la cui professione è l’architettura” scrive Zvi Hecker, architetto israeliano nato a Cracovia nel 1931 che vive e lavora a Berlino. La sua personalità originale si riflette in questo volume curato personalmente assieme ad Andres Lepik, per condurre il lettore nel singolare processo di design che ha dato origine a progetti come la Spiral Apartment House di Ramat Gan, Israele, della Heinz-Galinski-Schule di Berlino e del Mountains Housing Project.

Sopra, a sinistra Heinz-Galinski-Schule,

plan and elevation, 1992, matite colorate su carta e, a destra, Spiral Apartment House, 1986, inchiostro su carta. a cura di Andres Lepik editore Hatje Cantz,, 264 pp - € 35,00 (testo in inglese)

A fianco, Nieuwbouw KMar District Schiphol, 2003, matite colorate su carta.

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Architetto Vincenzo Latina.

PADIGLIONE PER L’ACCESSO AL TEMPIO DI ARTEMIDE Committente Comune di Siracusa Direzione lavori Vincenzo Latina e Silvia Sgariglia Altri collaboratori Vincenzo Mangione, Luca Sipala, Cristina Speranza, Fabio Tantillo, Rossella D’Angelo Progetto strutturale Nicola Impollonia (strutture), Giuseppe Voza (Soprintendente emerito) Progetto impiantistico Ingen Appaltatore generale A.T.I. 2G costruzioni srl, M.A.C. Restauri Sas, Agrigento

MEDAGLIA D’ORO ALL’ARCHITETTURA ITALIANA 2012

UN PREMIO

ALLA QUALITÀ ... e alla perseveranza, indispensabile alla buona architettura per affermarsi in Italia, come l’opera premiata di Vincenzo Latina, concepita nel 1989 e conclusa l’anno scorso. Ultima apparizione in pubblico di Gae Aulenti, che ha ricevuto in Triennale una medaglia d’oro alla carriera

Sequenza di alcune fasi del progetto: posizionamento dei pilastri su smorzatori sismici, trave di collegamento, inserimento dei volumi.

Sopra il titolo, vista del padiglione d’accesso agli scavi dell’Artemision da piazza Minerva a Siracusa. A destra, sezione trasversale della piazza.

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La IV edizione dell‘evento organizzato dalla Triennale di Milano in collaborazione con il Mibac, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con Made Expo si è distinta come la più ricca di partecipazioni: 53 finalisti dei 315 progetti raccolti dal bando e dalle selezioni degli advisers che testimoniano la vitalità della produzione architettonica italiana. Oltre alla medaglia all’opera vinta da Vincenzo Latina per il Padiglione d’accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa, per la prima volta sono stati assegnati premi speciali all’opera prima e alla committenza pubblica e privata, rispettivamente all’emergente Estudio Barozzi Veiga

per la sede del Consiglio Regolatore della Doc per i vini di Burgos in Spagna, allo studio C+S Associati per il nuovo tribunale di Venezia e a Geza- Gri e Zucchi Architetti e Associati per la sede Pratic di Fagagna (Udine). Un premio speciale al legno è andato alle residenze sperimentali di Selvino di abda architetti mentre 3 medaglie d’oro alla carriera sono state conferite a Gae Aulenti, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Vittorio Gregotti. Infine, le menzioni d’onore riferite a 6 diversi ambiti: Nuovi Edifici, Parchi e giardini, Infrastrutture, Riconversione e Restauro, Architetture ed Emergenza, Architettura, progettazione e futuro

A destra, vista complessiva degli scavi all’interno del padiglione e del percorso espositivo; sotto, l’androne d’ingresso e uno schizzo di Vincenzo Latina.


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

MEDAGLIA D’ORO ALL’ARCHITETTURA ITALIANA 2012 / PREMI SPECIALI

1 LCV. Law Court Venice

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2011

del Consiglio Regolatore della D.O.C. Ribera del Duero

C+S Associati

Roa, Burgos, Spagna

(foto ©Pietro Savorelli)

2006 - 2011

Venezia

Estudio Barozzi Veiga (foto ©Mariela Apollonio)

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3 Sede direzionale e produttiva

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Fagagna, UD

Selvino, BG

2010 - 2011

2010

PRATIC, F.lli Orioli Spa

a Selvino

GEZA Abda Gri e Zucchi Architetti Associati (foto ©Luca Santiago Mora) (foto ©FG+SG Fernando Guerra e Sérgio Guerra)

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DESIGN PER L’ABITARE

MECCANICA DEMODE ENGINEERED BY VALCUCINE

designer Gabriele Centazzo Sistema di mobili cucina facilmente smontabili, riutilizzabili e interamente riciclabili. Struttura semplificata e prezzo contenuto. www.valcucine.it

ADI DESIGN INDEX 2012 Il volume che racconta il meglio del design italiano L’edizione 2012 dell’ADI Design Index, pubblicata da ADI con l’editore Corraini, raccoglie i 111 prodotti e servizi di design selezionati dall’osservatorio permanente tra le 778 candidature raccolte e esaminate nel 2011 dalle commissioni territoriali e tematiche di ADI. Alle dieci sezioni in cui i prodotti e servizi sono organizzati fanno seguito i 17 progetti candidati alla Targa Giovani, elaborati dagli studenti delle maggiori scuole di design, che concludono la raccolta. ADI Design Index 2012 non è solo un catalogo: oltre alle immagini e alle schede dei progetti selezionati, il volume presenta approfondimenti, grafici e saggi (riconoscibili immediatamente dalla carta gialla) che analizzano la situazione e gli sviluppi del design italiano odierno, con un nuovo progetto grafico dello studio zup ripensato per facilitare la consultazione. I prodotti e servizi pubblicati entreranno come di consueto in gara per il XXIII Compasso d’Oro ADI. A cura di Maria Tommasini Editore Corraini 352 pp - euro 30,00 (testo in italiano e inglese)

LA SELEZIONE NATUR

778 I PRODOTTI E SERVIZI CANDIDATI, 128 QUELLI SELEZIONATI CHE ENTRERANNO NELLA ROSA DEL PROSSIMO COMPASSO D’ORO. L’ADI DESIGN INDEX 2012 VA ALLA RICERCA DEI CONTENUTI DI INNOVAZIONE E DI ORIGINALITÀ CHE POSSANO FAVORIRE LA RIPRESA ECONOMICA Dalla selezione presentata quest’anno emergono almeno tre aspetti di rilievo. In primo luogo, le attuali difficoltà non hanno inciso sul livello delle proposte e sulla qualità creativa e l’intelligenza dei progetti. Al contrario, si nota un grande entusiasmo nelle idee e nella ricerca svolta per renderle concrete. In secondo luogo la produzione: in un mondo globale spesso ancora interamente italiana e, quando non lo è, con un controllo della filiera minuzioso come avveniva quando i distretti locali erano ancora in buona salute. Infine la fotografia degli ultimi dieci anni e di quello appena trascorso. Da tempo il termine ‘design industriale’ è diventato inadeguato per descrivere la complessità del progetto in una società dove, più che di servizi, i nuovi mercati sono fatti di beni immateriali. Per questo, da tempo i settori dell’Index comprendono il design dei materiali e dei componenti, il design dei servizi, la ricerca per l’impresa, il visual e l’exhibition

design e la ricerca teorica. È lo specchio di un’Italia più ‘leggera’ e anche più attiva nel confronto con il mondo, forse con meno certezze basate sul tradizionale lavoro industriale ma con maggiori potenzialità se osservata sotto il profilo della creatività, della contaminazione tra competenze e della capacità di presentarsi al mondo non più solo con la mitica valigia del campionario ma con idee fresche. Se quest’anno i settori tradizionali sono stabili, si nota una crescita di segnalazioni nel design degli strumenti per il lavoro e soprattutto nei progetti di Targa Giovani. Segno che da un lato è in ripresa la tradizione manifatturiera nazionale votata alla produzione di macchine utensili e dall’altro c’è molta energia, spesso inutilizzata, tra le giovani generazioni. In quali direzioni si indirizzerà questa energia, con il sostegno di quali capitali e di quali politiche? Interrogativi aperti, tra decrescita (più o meno felice), riscoperta delle abilità manuali e dell’artigianato, barriere protettive

DESIGN DEI MATERIALI E COMPONENTI

DESIGN PER L’ABITARE

RICERCA PER L’ IMPRESA

TEKNO OIKOS VENEZIA

SORRY GIOTTO 12 CATELLANI & SMITH

ASPIRANTI ASPIRATORI FONDAZIONE ERMANNO CASOLI ELICA

designer Adriani & Rossi Edizioni Porta blindata (antieffrazione in Classe 3) con cerniere a scomparsa. La perfetta complanarità, garantita dalla cerniera brevettata, invisibile a porta chiusa, permette di rivestire la parete dello stesso materiale, ricorrendo agli elementi di Synua Wall System. www.oikos.it

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designer Enzo Catellani Lampada da sospensione. Si estende da soffitto a pavimento, tenuta in tensione per gravità dalla base in ferro. 15 sorgenti luminose Led warm white da 1W. www.catellanismith.com

artista Sissi

Arte contemporanea come strumento di ricerca d’impresa. Dieci collage come potenziali oggetti destinati a purificare l’aria come risultato


[ n. 45/2012] IOARCH Costruzioni e Impianti

DESIGN DEI MATERIALI E COMPONENTI

RALE

PICO CERAMICHE MUTINA

designer Ronan & Erwan Bouroullec Lastre per la posa di pavimenti e rivestimenti interni ed esterni. Regolare e irregolare, positivo e negativo, ‘up’ e ‘down’ nella lavorazione a punti scavati o in rilievo, le lastre di gres porcellanato non smaltato fino a 120 cm di lato e 12 mm di spessore sono prodotte con tecnologia ‘Continua’. www.mutina.it

O

economiche e di proprietà intellettuale o al contrario apertura, integrazione e ricerca open source. E ancora, più specializzazione verticale o capacità di visione a lungo termine? Paradossalmente, il disegno industrriale nasce dalla crisi del 1929, cui si diede risposta con gli investimenti pubblici e con il consumo di massa, inconsapevole però dei limiti ambientali. Oggi la risposta sarà inevitabilmente più complessa. Il mondo ha ancora bisogno di beni di consumo ma ha bisogno anche di ripensare profondamente le forme di creazione, accumulo e distribuzione della ricchezza, considerando come tale anche il patrimonio delle risorse ambientali. Esplorando le terre di mezzo, favorendo le contaminazioni e dando spazio a creatività e ricerca ADI si dimostra consapevole di questa complessità. Così, anche quest’anno, ogni proposta selezionata non è un banale esercizio di stile ma una possibilità per il mondo che ci aspetta, e per il futuro del sistema paese Italia.

DESIGN PER L’ABITARE

di FOSCARINI COLIBRÌ

designer Odoardo Fioravanti Lampada da lettura orientabile con movimenti naturali grazie a un giunto speciale.

RICERCA TEORICA

FUTURO ARTIGIANO

L’INNOVAZIONE NELLE MANI DEGLI ITALIANI Autore Stefano Micelli Editore Marsilio

MAKI

designer Nendo Lampada a sospensione semplice e poetica, con la luce che ne illumina il profilo. www.foscarini.com

DESIGN PER L’ABITARE

SERIE T ANTRAX IT

designer Matteo Thun, Antonio Rodriguez Radiatore in alluminio estruso (ottima resa termica) con sezione a T (ridotto contenuto d’acqua) disponibile in diverse configurazioni e in lunghezza a richiesta, fino a 250 cm. www.antrax.it

Strumento per aprirsi alla globalizzazione, arricchito dalla tecnologia, il metodo artigiano è la chiave di volta del successo di molte storie industriali italiane. www.marsilioeditori.it/ component/marsilio/ libro/3170960

foto ©Daniele Iodice

dell’atelier creativo di Sissi, innestato nello stabilimento Elica per un anno. Contaminazione tra arte e produzione. www.elica.it

DESIGN PER L’ABITARE

DESIGN DEI SERVIZI

BEND MDF ITALIA

CASA .ITALO NTV NUOVO TRASPORTO VIAGGIATORI

designer Jehs + Laub Sedia impilabile. Priva di traverso posteriore, la struttura ingloba la scocca nei suoi bordi, trattandola come una superficie tesa e inarcata. www.mdfitalia.it

concept e progetto architettonico Stefano Boeri Architetti Centro servizi a supporto del viaggiatore concepito come spazio fluido e tecnologico. Attrezzato con monitor e ticket vending machines, un fronte esterno interattivo dal riconoscibile profilo rosso offre ai viaggiatori i principali servizi e informazioni, ripetute sulla parete attrezzata interna allo spazio di sosta. www.italotreno.it

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IOARCH Costruzioni e Impianti [ n. 45/2012]

Fondazione studio museo Vico Magistretti

STORIE DI DESIGN UNA MOSTRA-PROGETTO RACCOGLIE TESTIMONIANZE, RACCONTI E FOTOGRAFIE RILASCIATE DAI PROPRIETARI DI OGGETTI DI DESIGN FIRMATI VICO MAGISTRETTI

LA TEORIA DELL’ARMONIA Progettare secondo natura Una guida dedicata all’applicazione delle regole dell’antica disciplina orientale alla progettazione architettonica e ambientale contemporanea. L’autore analizza le fasi progettuali nell’ottica del Feng Shui, con approfondimenti sui principi fondativi e teorici ed esempi applicativi in diversi contesti e differenti scale d’intervento. Autore Luigi Bertazzoni Editore Wolters Kluwer Italia 256 pp - € 40,00

Una raccolta di interviste ai protagonisti dell’industria culturale britannica, realizzate da Hans Ulrich Obrist e Rem Koolhass durante la prima leggendaria maratona organizzata dalla Serpentine Gallery di Londra nel 2006. Da Damien Hirst a Ron Arad, da Brian Eno a Zaha Hadid, Peter Cook, Gilbert e George, Doris Lessing e altri ancora. Riflessioni sull’identità della città d carattere architettonico, artistico e filosofico.

Il mio Magistretti è il progetto espositivo con cui la Fondazione invita tutti coloro che possiedono un oggetto di design a diventare “voci narranti” raccontando la storia del proprio legame con una creazione di Vico Magistretti e contribuendo alla formazione di un nuovo archivio, destinato ad arricchirsi nel tempo, che propone una rilettura dell’intera produzione di Vico Magistretti. La mostra parte dai contributi esemplari di tre storici del design e dell’architettura - Fulvio Irace, Vanni Pasca e Raimonda Riccini - che raccontano il proprio legame con oggetti considerati particolarmente rilevanti all’interno della produzione di Magistretti ma anche importanti oggetti d’affezione che rimandano a un bagaglio di memorie ed esperienze di vita. Una seconda parte della mostra è dedicata all’installazione Vico-teca immagini collettive in una stanza, un lavoro di Ilaria Turba realizzato con le fotografie e i contributi di tutti coloro che hanno partecipato al progetto Il mio Magistretti tramite web oppure posando per il set fotografico appositamente allestito per alcune settimane nello studio museo. Le storie e le immagini raccolte andranno a costituire una sorta di archivio in continuo mutamento e arricchimento. Fino al 13 giugno 2013 sarà possibile infatti partecipare al progetto con immagini e storie condivise sul sito della Fondazione oppure visitando la mostra e lasciando la foto del proprio oggetto nell’apposito spazio della Vicoteca. Il processo di documentazione sarà arricchito da laboratori, conversazioni e un evento-performance fotografico appositamente ideato per il Salone del Mobile 2013.

(edizione inglese)

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Schizzo letto Nathalie, Flou (1978) © Archivio Studio Magistretti

Vanni Pasca & Eclisse

(foto ©Ilaria Turba)

(foto ©Ilaria Turba)

Schizzo letto Ospite, Campeggi (1996) © Archivio Studio Magistretti

Schizzo lampada Eclisse, Artemide (1967) © Archivio Studio Magistretti

all’Architettura Italiana 2012

A cura di Valerio Bini, Martina Vitale Ney Editore Franco Angeli, 168 pp - € 22,00

(foto ©Ilaria Turba)

Fulvio Irace & Ospite

MEDAGLIA D’ORO

Rivolto a studenti, ricercatori, operatori e a tutti coloro che desiderano approfondire la lettura spesso fuorviante e falsata della realtà africana, il libro indaga lo sviluppo delle città e delle culture urbane dell’Africa, spazi dalla forte sperimentazione urbana, di grande ricchezza e capacità di trasformazione.

Raimonda Riccini & Nathalie

Fondazione studio museo Vico Magistretti Via Conservatorio 20, Milano 02 76002964 fondazione@vicomagistretti.it www.vicomagistretti.it

Autori Hans Ulrich Obrist, Rem Koolhaas Editore Skira, 384 pp - € 25,00

CONTRO I LUOGHI COMUNI

Sedia Gaudì e tavolino Arcadia, Artemide (foto ©Ilaria Turba)

Presentato in occasione del conferimento delle Medaglie d’oro all’Architettura Italiana 2012 della Triennale di Milano, il volume raccoglie e descrive con testi critici, tavole progettuali e numerose immagini i profili e le opere dei premiati e dei 53 finalisti. Un’esauriente guida al meglio dell’architettura italiana che raccoglie i contributi di Cecilia Bolognesi, Ennio Brion, Luca Molinari, Patricia Viel, Alberta Ferlenga e dei membri della giuria Ole Bouman e Massimiliano Fuksas. Un omaggio, come scrive Claudio De Albertis nella prefazione, alla qualità dell’architettura e al suo ruolo di luogo di incontro per l’intera filiera delle costruzioni, valorizzando il patrimonio di progetti, idee e tecnologie del nostro Paese.

Autori AA. VV. Editrice Compositori 232 pp - € 38,00 (testo italiano/inglese)


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