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DAL 14 SETTEMBRE
AL 17 DICEMBRE ALLA
GAM - GALLERIA D’ARTE
MODERNA DI MILANO
Furla Series Suzanne Jackson
Per la quinta edizione del programma Furla Series aprirà il 14 settembre a Milano, alla Gam - Galleria d’Arte Moderna, la prima mostra personale in terra europea dell’artista americana Suzanne Jackson. A cura di Bruna Roccasalva, la mostra ricostruisce i momenti fondamentali della ricerca che Suzanne Jackson porta avanti da oltre mezzo secolo, dai dipinti ‘onirici’ degli anni Settanta alle sperimentazioni radicali delle più recenti ‘anti-canvas’.
La pratica di Suzanne Jackson abbraccia un ampio campo d’indagine che esplora le potenzialità della pittura e si nutre di esperienze nella danza, nel teatro, nella poesia.
Suzanne Jackson, Somethings in the World (particolare), 2011. Courtesy l’artista e Ortuzar Projects, New York. Accanto, Suzanne Jackson (ph. ©Timothy Doyon).
La produzione iniziale di matrice pittorica e figurativa, popolata di personaggi, animali e riferimenti alla natura, si evolve negli anni approssimandosi progressivamente all’astrazione, fino ad approdare all’elaborazione di un lessico personale in cui la pittura assume una dimensione scultorea e ambientale.
Nata a St. Louis nel 1944, cresciuta nei territori dello Yukon e oggi residente a Savannah, in Georgia, dove si era trasferita nel 1996 come docente di pittura del locale College of Art and Design, Suzanne Jackson ha studiato arte alla San Francisco State University e danza al Pacific Ballet. Con la sua Gallery 32 realizzò per la prima volta a Los Ange - les una mostra dedicata esclusivamente alle artiste di colore. il suo lavoro è nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni internazionali tra cui il Museum of Modern Art di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, il Baltimore Museum e il California African American Museum di Los Angeles.
La mostra di Suzanne Jackson è il frutto della collaborazione tra Fondazione Furla e Gam avviata nel 2021 per promuovere i progetti espositivi a cadenza annuale Furla Series, pensati per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea ■
Mario Nigro, Progetto per tempo e spazio, tensioni reticolari, simultaneità di elementi in lotta, 1954 (ph. M. Mognetti. A sinistra, Dallo spazio totale, 1954-64 (ph. Bruno Bani). Sotto, Il terremoto della tempesta, 1980 (ph. M. Mognetti). Tutte ©Archivio Mario Nigro.
Spazio E Tempo Totale
FINO AL 5 NOVEMBRE A PALAZZO REALE DI MILANO LA PIÙ AMPIA
RASSEGNA MAI DEDICATA A MARIO NIGRO, PROTAGONISTA DELLA SCENA
ARTISTICA ITALIANA DEL NOVECENTO
Sono più di 140 le opere di Mario Nigro – dal 1947 al 1992, anno della sua scomparsa – esposte nella mostra curata da Antonella Soldaini e Elena Tettamanti e promossa da Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Museo del Novecento e Eight Art Project in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro. Il percorso espositivo si sviluppa in otto sale di Palazzo Reale che ripercorrono l’attività dell’artista nato a Pistoia nel 1917 con dipinti e lavori tridimensionali realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta, quando Nigro avvia la propria ricerca astrattista prima di aderire al Movimento Arte Concreta e all’associazione romana Art Club. Da Palazzo Reale la mostra prosegue allo Spazio Archivi del vicino Museo del Novecento, con molti lavori su carta dell’artista e una vasta selezione di documenti, tra cui testi autografi relativi al ciclo Spazio totale e alcune fotografie di Ugo e Maria Mulas.
Un’opera di Mario Nigro è inoltre esposta al Pac-Padiglione di Arte Contemporanea nell’ambito di Performing Pac. Dance with me To the End of Love, nella sezione allestita come una grande timeline dedicata alla ricostruzione dell’attentato terroristico avvenuto trent’anni fa in via Palestro ■
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UN PIEDE NELL’EDEN
A REGGIO EMILIA ESAMINA LE DIVERSE RAPPRESENTAZIONI DEL TEMA DELLA NATURA
È in corso fino al 25 febbraio 2024, a Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, la mostra Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e L’Architettura degli Alberi, curata da Ilaria Campioli.
Articolata in tre sezioni, la mostra parte da 59 immagini realizzate da Luigi Ghirri fra il 1984 e il 1988 prevalentemente in parchi e giardini, luoghi in cui, secondo l’autore, è possibile rivivere e sperimentare un sentimento di appartenenza con l’elemento naturale del quale la sua ricerca non manca di cogliere le numerose contraddizioni, a partire dall’antropizzazione della natura con la progressiva scomparsa delle aree verdi alle porte delle città.
Un Piede nell’Eden prosegue poi con il riallestimento della collettiva fotografica del 1988 Giardini in Europa, curata dallo stesso Ghirri e da Giulio Bizzarri, che raccoglieva gli esiti delle ricerche condotte da tredici artisti internazionali (Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Verena Von Gagern e Cuchi White) in aree verdi in Italia e all’estero.
Completano la mostra i disegni di oltre 212 specie arboree in scala 1:100 realizzati dagli architetti Cesare Leonardi e Franca Stagi per comporre L’Architettura degli Alberi, il monu- mentale volume pubblicato nel 1982 e ancora oggi insuperato strumento per la progettazione del verde.
Un piede nell’Eden è promossa dal Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Archivio Eredi Luigi Ghirri e Fondazione Archivio Leonardi. Cultural partner Crédit Agricole Italia, contributo Art Bonus di Iren ■
Dall’alto in senso orario, Cuchi White, Villa Reale di Marlia, 1980 (©Cuchi White). Luigi Ghirri, Caserta, 1987 @Eredi Luigi Ghirri; C. Leonardi, F. Stagi, disegni da L’Architettura degli Alberi.