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DUE MILLENNI DI EBRAISMO IN ITALIA
Fino al 17 settembre, una mostra al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara ripercorre, attraverso progetti e oggetti, due millenni di storia dell’ebraismo in Italia.
Case di vita. Sinagoghe e cimiteri in Italia , a cura di Andrea Morpurgo e Amedeo Spagnoletto, ricostruisce le varie tappe evolutive degli spazi di culto ebraici. Tra le opere in mostra un mahazor (formulario di preghiere) della seconda metà del xv secolo di area emilianoromagnola, esposto per la prima volta, l’Aron ha-Qodesh di Vercelli, armadio sacro per i rotoli della Torah prodotto in area piemontese nel xvii secolo all’epoca dei ghetti.
E ancora, dopo l’Unità d’Italia, i progetti per la costruzione di nuove monumentali sinagoghe nelle principali città italiane, di cui la più celebre è sicuramente quella di Torino, la
Mole Antonelliana, che doveva originariamente ospitare il tempio israelitico. Anche la vicenda dei cimiteri ebraici in Italia è complessa e travagliata e il suo percorso evolutivo fornisce una chiave di lettura utile a comprendere il rapporto tra gli ebrei italiani e i detentori del potere nelle diverse epoche: dalle antiche catacombe ebraiche di Roma e Venosa, agli ortacci fuori dalle mura cittadine nel Medioevo, ai cimiteri israelitici realizzati a seguito dell’Emancipazione.
Tra le opere esposte anche la colonna funeraria del 1772 di Yehudah Leon Briel, fra i più illustri maestri dell’Italia ebraica tra Seicento e Settecento, proveniente da Mantova, una delle culle della vita culturale, artistica e religiosa ebraica, e un seggio ligneo rivestito in bronzo che il banchiere e senatore Ugo Pisa commissionò nel 1887 allo scultore Mario
Quadrelli per il reparto Israelitico del Cimitero Monumentale di Milano.
La mostra, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, gode del sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di Intesa Sanpaolo ■
Un’immagine dell’allestimento di Ferrara (ph. ©Luca Gavagna), l’interno della sinagoga di Livorno in una stampa del 1863 e l’Aron ha-Qodesh della sinagoga di Vercelli.
In alto, alcuni progetti che si sono trasformati in installazioni permanenti. Da sinistra: Tommaso Spazzini a Villa Castropignano (Cb); Fabrizio Bellomo ad Albori, frazione di Vietri sul Mare; Giulia Mangoni a S. Lorenzo Dorsino (Tn). Accanto, panorama di Rivello, Basilicata, uno dei 20 comuni coinvolti nella quarta edizione di Una Boccata d’Arte (Ph. ©Rosanna Di Lascio).
Arte Contemporanea Nei Centri Minori
Prosegue per tutta l’estate la quarta edizione di Una Boccata d’Arte, il progetto d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua e con la partecipazione di Threes. Ogni anno 20 piccoli centri di tutta Italia invitano altrettanti artisti di età, formazione e pratiche differenti a trascorrere un breve periodo di residenza. Ciascun artista, entrando in relazione con la storia del borgo e i suoi abitanti, realizza un intervento inedito, composto talvolta da più opere diffuse, nel quale confluiscono le peculiarità del luogo e la propria personale ricerca.
Ideato nel 2020 da Marina Nissim, presidente di Fondazione Elpis, in reazione alla pandemia e con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico dei territori minori (centri con meno di 5.000 abitanti) lontani dai circuiti tradizionali dell’arte e del turismo, il progetto ha già coinvolto 80 comuni e altrettanti artisti, insieme a sponsor tecnici, associazioni locali e persone che a vario titolo rendono possibile la realizzazione degli interventi. Negli ultimi tre anni, grazie alle acquisizioni delle amministrazioni e alle donazioni degli artisti, ben venti installazioni sono diventate permanenti. La quarta edizione coinvolge i comuni di Fénis in Valle d’Aosta, Vermogno di Zubiena in Piemonte, Castelvecchio di Rocca Barbena in Liguria; Gardone Riviera, Pieve Tesino, Costozza, frazione di Longare in Veneto, Aquileia, Travo in Emilia-Romagna, Fosdinovo in Toscana, Toscolano (frazione di Avigliano Umbro) in Umbria, Petritoli nelle Marche, Rocca Sinibalda in Lazio, Pietracamela in Abruzzo, Agnone in Molise, Cetara in Campania, Maruggio in Puglia, Rivello in Basilicata, Santa Severina in Calabria, Pollina in Sicilia e Belvì in Sardegna ■