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Repor t Progettazione specializzata Il caso dei Data Center
Aldo Norsa
Già professore ordinario di tecnologia all’università Iuav di Venezia, associato al Politecnico di Milano, incaricato all’università di Firenze, a contratto all’università di Chieti e ricercatore all’università di Montréal, Aldo Norsa, master all’università di Princeton, è direttore scientifico della società di ricerca e consulenza Guamari di Milano, che anima l’annuale conferenza Tall Buildings e cura i Report on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry e il Rapporto Classifiche - le Prime 60 Imprese dell’Edilizia Privata www.guamari.it
La ricerca da parte degli architetti non solo della diversificazione di mercati e di tipologie ma anche di una sempre maggior integrazione con le competenze di ingegneria (che spesso significa la valorizzazione di figure multidisciplinari di architetti/ingegneri a loro agio soprattutto nei team che si costituiscono nell’ambito di società anziché di tradizionali studi professionali) è crescente. Ed è promettente quando si delineano opportunità di progettare interventi ad alto contenuto tecnologico, quindi ad alta ‘soglia di ingresso’ rispetto alla concorrenza, in genere caratterizzati per quanto riguarda l’intervento progettuale da forte innovazione e rapido aggiornamento.
Un caso interessante, anche perché sempre più citato da investitori alla ricerca di opportunità di ritorno economico, è quello dei Data Center, ben diversi dagli edifici della logistica (di cui si parla più per la quantità di un mercato, comunque più sofisticato di quello dei ‘capannoni’, che non per la qualità delle realizzazioni) perché decisamente più sfidanti. La domanda di questa particolare tipologia è in decisa crescita (di pari passo con lo sviluppo dello smart-working che richiede un sempre maggior consumo di dati da parte degli utenti) a partire da una stima di 3 miliardi (a consuntivo 2021) proposta in uno specifico rapporto del Politecnico di Milano: Se nel 2022 i Data Center in attività erano stimati in 165, entro il
2024 il loro numero dovrebbe salire a 186. Un Data Center può esser definito come una sala macchine che include server, storage, gruppi di continuità e tutte le apparecchiature che favoriscono i processi e le comunicazioni di ogni sistema informativo aziendale: semplificando si può dire che qualsiasi scambio di informazioni è ottimizzato e potenziato da Data Center ospitati in strutture sofisticate, progettate e costruite ad hoc. La precedente breve descrizione di questa tipologia di progetti ingegneristico/architettonici è integrata dalle considerazioni che abbiamo raccolto intervistando cinque tra i maggiori esperti italiani del settore, tutti attivi in primarie società di progetto: Alberto Caccia (Lombardini22), Daniele De Bettin (DBA / General Planning), Pietro Matteo Foglio (In-site), Maria Paola Pontarollo (Starching) e Cosimo Verteramo (Deerns Italia).
A loro abbiamo posto le seguenti domande:
1. Quale motivo spinge la sua società a impegnarsi nella progettazione di Data Center?
2. Quali competenze necessitano rispetto a quelle tipiche della progettazione architettonica/ ingegneristica?
3. Come si organizza il lavoro progettuale in gruppi multidisciplinari?
4. Quali problematiche pone la progettazione di Data Center in un’ottica Esg e con quali implicazioni urbanistiche?
In alto, una tipica data hall. Accanto, un progetto di Data Center sviluppato dalla business unit dedicata di Lombardini22.
Alberto Caccia Lombardini22
Lombardini22 ha sviluppato un’expertise specifica nella progettazione di Data Center con un team di professionisti qualificati che comprende project manager, ingegneri, architetti, esperti in sostenibilità e specialisti IT. La sua business unit CAP DC Italia offre anche un approccio design & build ponendosi come interlocutore unico del cliente in vista di benefici quali: efficienza, responsabilità, riduzione dei tempi e controllo dei costi.
Il progetto, oltre alle competenze architettoniche richieste sia da Data Center campus di grandi dimensioni e impatto sul territorio sia da Data Center di prossimità (i cosiddetti Edge) in contesti metropolitani, comporta conoscenze in ingegneria dei sistemi alla ricerca dei cosiddetti Spof (Single Point of Failure) per poi implementare gli interventi con misure di mitigazione e ridondanza. Altrettanto rilevanti sono le competenze in impianti di raffreddamento: il mantenimento delle condizioni ambientali interne alle data hall è un requisito fondamentale.
Poiché i Data Center sono energivori la priorità è la massima efficienza energetica del sistema edificioimpianti, la cosiddetta Pue (Power Usage Efficiency) possibilmente ricorrendo ad alternative alle fonti fossili
(dai biocarburanti alle celle a combustibile, tra cui l’idrogeno).
I nostri team, caratterizzati dalla massima attenzione all’operatività e al commissioning dei sistemi, sono coordinati da un project manager che, oltre a individuare i ‘discipline leader’, si interfaccia con i clienti e dialoga con gli stakeholder coinvolti: egli può contare sul supporto di un design manager con utilizzo di sistemi collaborativi, tipicamente su base Bim.
Quanto al contesto, la crescente dimensione dei Data Center campus configura sempre più progetti a scala urbana con tendenza a intervenire su siti produttivi dismessi attivando un virtuoso processo di rigenerazione di aree, purché dotato di certificazioni Leed o Breeam, con operazioni di demolizione e bonifica nel pieno rispetto dei protocolli di sostenibilità.
Infine è strategico coinvolgere e informare le comunità interessate alle potenziali conseguenze e benefici socio-economici del nuovo insediamento: da non sottovalutare è la positiva ricaduta sul territorio in termini occupazionali, tanto che l’ecosistema si sta attivando per la promozione di percorsi formativi dedicati anche con la recente fondazione della Italian Datacenter Association a cui aderiamo.
Daniele De Bettin DBA Group
Quello dei Data Center è un settore in forte espansione e oggi vede impegnate numerose realtà dell’ingegneria integrata tra cui quella di cui sono tra i fondatori. Nel nostro gruppo, che ha più di 30 anni, la società DBA Pro opera da più di venti nel settore delle telecomunicazioni e dei Data Center e vi dedica oltre 150 esperti su un organico totale di 700 persone. Abbiamo progettato PoP (point of presence), centrali telefoniche, Edge e Hyperscale Data Center e oggi siamo impegnati nella progettazione e direzione lavori di interi campus con potenze superiori ai 100 MW IT (la potenza impiegata dai server presenti nelle data hall). Grazie alla neocostituita società Keypers, sviluppiamo digital twins e forniamo servizi di consulenza per l’ottimizzazione delle fasi di operation & maintenance dei data center.
Per fare tutto questo sono necessarie competenze specialistiche e molteplici che difficilmente possono risiedere in una singola figura. Il know how principale deve essere di tipo impiantistico: gli impianti sono il motore dell’infrastruttura, in quanto l’erogazione dei dati deve essere affidabile e resiliente con diversi gradi di ridondanza, funzionante nelle 24 ore anche attraverso lo studio della risposta ai possibili scenari critici.
Ma la progettazione architettonica non è da meno: deve coniugare la componente impiantistica e specialistica con l’inserimento nel paesaggio e la sostenibilità ambientale.
La società che dirigo, ponendosi come unico interlocutore per il cliente, fornisce competenze multidisciplinari in grado di supportarlo in ogni ambito.
Il personale qualificato è organizzato in settori e dipartimenti specializzati nelle varie discipline, coordinati da project manager e project leader con pluriennale esperienza nei settori specifici.
In un mercato in continua evoluzione sono essenziali l’aggiornamento, la formazione e l’ottenimento delle certificazioni degli enti internazionali accreditati. Progettare un Data Center in chiave Esg diventa fondamentale: la sostenibilità si esprime anche nella previsione, nella realizzazione, nel monitoraggio e nella re-immissione nel sistema (economia circolare).
È responsabilità della società di progettazione tener conto dell’ecosistema e dell’impatto ambientale nel contesto urbanistico su cui insiste il Data Center ricercando non solo la neutralità ma anche la virtuosità, prevedendo soluzioni che si concentrino sul reimpiego locale dell’energia dissipata (ad esempio con il teleriscaldamento).