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Milano CONOSCERE INTERPRETARE E RESTITUIRE

ATELIER(S) ALFONSO FEMIA RIMODELLA CON RISPETTO E GENEROSITÀ UNO

STORICO EDIFICIO MILANESE DALLA

GEOMETRIA RIGOROSA.

È IN PARTICOLARE LA RIDEFINIZIONE DEL FRONTE VERSO LA CORTE A

RAPPRESENTARE IL PONTE PROGETTUALE

TRA GLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO E

GLI ANNI VENTI DEL DUEMILA, SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ

In origine sede della Società Elettrica Generale dell’Adamello, l’edificio progettato dallo studio di Ulderico Tononi con Agnoldomenico Pica e Pietro Cassinoni è ora la sede di Ersel Spa, tra i maggiori gruppi bancari privati in Italia specializzati nel wealth management. Vincitore nel 2018 del concorso a inviti per la riqualificazione dell’architettura di fine anni Venti in zona Magenta a Milano, Alfonso Femia ha elaborato il progetto a partire da una approfondita ricerca filologica sulla genesi dell’edificio e le sue trasformazioni nel corso dei decenni.

Conoscere per interpretare e restituire è la filosofia di Alfonso Femia e dei suoi Atelier(s): rispettoso dell’esistente, il nuovo concept ha valorizzato gli elementi compositivi originali senza rinunciare a un’attualizzazione funzionale calibrata sulle esigenze della committenza.

Il progetto ha coinvolto tutto l’edificio disposto su quattro piani fuori terra più un interrato. L’intervento ha riguardato una nuova copertura che ha reso agibile anche l’ultimo piano, l’innesto di un’area verde nel cortile interno, rimodellata in quote differenti così da portare luce a tutto il piano seminterrato rendendolo completamente fruibile, la sostituzione degli impianti meccanici e idraulici e la creazione di una ampia hall, un vuoto d’architettura con una funzione narrativa non codificata.

Per rendere agibile il piano sottotetto è stata realizzata una struttura in acciaio con profili in alluminio che si agganciano al piano di gronda. La struttura, che scherma le ampie vetrate e funge da brise-soleil, è stata messa in opera, come tutti gli elementi in metallo, da Gonzato Group (ph. ©Stefano Anzini).

Sopra, la hall a doppia altezza. A sinistra, la corte/giardino accoglie tre addizioni realizzate con profili di alluminio con la stessa composizione del nuovo volume in copertura (ph. ©Stefano Anzini).

Atelier(s) Alfonso Femia

Alfonso Femia è il fondatore dello studio 5+1, che nel 2005 prende il nome e la forma di 5+1AA e nel 2017 la denominazione di Atelier(s) Alfonso Femia. Dal 2007, con la nascita della sede di Parigi, sviluppa i temi del progetto in un atelier composto da tre luoghi caratterizzati dall’identità delle tre città, Genova, Milano e Parigi, dove un team multidisciplinare lo anima come un unico luogo di progetto e si nutre delle differenti caratteristiche ed esperienze delle tre città. www.atelierfemia.com

Quest’ultima esce infatti dalle logiche di gestione tipiche delle aree di ingresso: travalica i compiti primari di controllo dei flussi e di rappresentanza. Il progetto ha previsto di liberare lo spazio centrale del piano terra, creando una doppia altezza e una completa trasparenza tra la strada e il giardino della corte centrale. L’intenzione è stata quella di costruire una differente percezione visiva, espandere le superfici in una scansione ritmica e attribuire loro le funzioni di intersezione e generazione, pausa e decompressione dell’edificio.

La ridistribuzione funzionale ha bilanciato l’autonomia degli spazi Ersel e di quelli a destinazione multitenant, attraverso la gestione degli ingressi e dei flussi interni, prevedendo anche una futura espansione degli spazi della banca. Attraverso partizioni e controsoffitti in cartongesso è stato ridisegnato il layout dei cinque piani di uffici. Sono stati minimi gli interventi al piano rialzato, spazio storico e identitario dell’edificio, dove sono stati conservati lo scalone e le vetrate liberty originali in ferro battuto di Giovanni Magnoni. Infine, l’edificio è stato riqualificato per gli aspetti energetici, sostituendo le chiusure esistenti e applicando un cappotto interno ■

NUOVA F.LLI ZAMAGNA

Nel fronte verso l’interno dell’edificio del centro di Milano ora sede di Ersel, le aperture sono state ridefinite con serramenti di alluminio dai profili ridotti. Il foro architettonico è diventato completamente continuo, con l’eliminazione dell’interruzione verticale dovuta all’apertura a due ante. I sistemi minimali in alluminio, messi a punto dall’azienda Nuova F.lli Zamagna, permettono così grandi aperture diminuendo l’impatto visivo metallico e valorizzando il rapporto di continuità tra interno ed esterno voluto da Atelier(s) Alfonso Femia. www.nuovazamagna.com

I parapetti delle scale e la cupola che connota l’ingresso principale, entrambi realizzati in acciaio, completano formalmente la copertura in alluminio dell’ascensore esterno (ph. ©Stefano Anzini).

La corte centrale, area di affaccio per tutti gli uffici, è stata trasformata in uno spazio verde attrezzato con nuove piantumazioni (ph. ©Stefano Anzini).

CREDITI

Località via Caradosso 16, Milano

Committente Caradosso 16 Srl

Progetto architettonico e paesaggistico Atelier(s) Alfonso Femia

Direzione artistica Alfonso Femia, Marco Corazza

Direttore di progetto Marco Corazza

Responsabile di progetto Arianna Dall’Occa

Progetto strutture e impianti Bms Progetti

Direzione lavori Progetto Cmr

Pavimenti vinilici e sopraelevati Liuni

Serramenti alluminio Nuova F.lli Zamagna

Porte Lualdi

Lavorazione metalli Gonzato

Pareti vetrate interne Universal Selecta

Arredi su misura Attico Interni

Superficie 3.219 mq

Fine lavori marzo 2022

Sono stati minimi gli interventi al piano rialzato, spazio storico e identitario dell’edificio, dove sono stati conservati lo scalone e le vetrate liberty originali (ph. ©Stefano Anzini).

La Milano del Novecento si caratterizza per varietà e per frammenti, i suoi edifici compongono un paesaggio urbano denso ma anche unitario sia pure nelle marcate differenze. Da rispettare e conservare.

Per la nuova sede milanese di Ersel Atelier(s)

Alfonso Femia ha scelto le superfici Liuni di cui sono stati posati i pavimenti sopraelevati incapsulati Jvp e le quadrotte autoposanti delle collezioni Elements ed Emerge di Bolon Tatami: pavimentazioni effetto stuoia intrecciato, che danno eleganza agli spazi, senza rinunciare ai necessari aspetti tecnici. Risultano ideali per gli ambienti uffici in quanto la loro classe d’usura è 33 commerciale, sono fonoassorbenti e facili da pulire. Per le aree di prestigio e i corridoi sono stati scelti invece i pavimenti Lvt effetto legno magnetici, le cui doghe possono essere facilmente rimosse e riposizionate, per interventi sugli impianti. www.liuni.com

Il progetto di Atelier(s)

Alfonso Femia ha ridisegnato il layout dei piani operativi attraverso un’organizzazione spaziale flessibile, scandita da uffici, aree in open space e sale riunioni (ph. ©Stefano Anzini).

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