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Aldo Rossi al Museo del Novecento
IL DESIGNER ALDO ROSSI
FINO AL 2 OTTOBRE AL MUSEO DEL NOVECENTO DI MILANO UNA MOSTRA DEDICATA AGLI ARREDI E OGGETTI D’USO PROGETTATI DALL’ARCHITETTO PREMIO PRITZKER 1990
Sono oltre 350, tra arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni – anche inediti, come gli interni della sua casa in via Rugabella – e studi progettati e realizzati da Aldo Rossi dal 1960 al 1997, gli elementi della mostra curata da Chiara Spangaro che testimoniano la varietà della produzione oggettuale dell’architetto e teorico milanese ma soprattutto la stretta connessione di questa con l’architettura. In tutta la sua produzione, fin dai primi mobili realizzati nel 1960 con l’architetto Leonardo Ferrari, Rossi riflette sul rapporto tra la scala architettonica e urbana e quella monumentale e oggettuale. In quasi vent’anni di lavoro elabora più di 70 arredi e oggetti, molti dei quali ancora oggi in produzione, sperimentando forme e cromie nel campo dei metalli e del legno, del marmo e della pietra, della ceramica e della porcellana, dei tessuti artigianali e industriali e dei materiali plastici. Organizzata in nove sale nel progetto di allestimento di Morris Adjmi, già collaboratore e poi associato di Rossi a New York, la mostra illustra la relazione costante tra opere grafiche, prodotti artigianali e industriali e i riferimenti all’immaginario domestico di Rossi.
ZANUSO E MENDINI
ALL’ADI DESIGN MUSEUM DI MILANO MODERNO E POSTMODERNO A CONFRONTO
Articolata in dodici capitoli contrapposti simmetricamente lungo lo spazio centrale dell’Adi Design Museum, mettendo a diretto confronto la razionalità del metodo progettuale di Marco Zanuso e la poetica postmoderna di Alessandro Mendini la mostra – in corso fino al 12 giugno – evidenzia la distanza e suggerisce al tempo stesso inedite riflessioni sulle possibili influenze tra due visioni. «Oltrepassando lo stesso contesto italiano – sottolinea il curatore Pierluigi Nicolin – possiamo vedere come le tematiche ‘forti’ alla Zanuso e quelle ‘deboli’ alla Mendini si fondino sulla capacità di invalidare le premesse da cui partono e come ciascuno finisca per negare a suo modo l’esistenza di un confine invalicabile alla propria esperienza». Co-curatori della mostra sono Gaia Piccarolo (per la sezione di Marco Zanuso) e Nina Bassoli (per la sezione di Alessandro Mendini). Coordinamento scientifico di Maite García Sanchis. Progetto di allestimento Studio Nicolin con Maite García Sanchis in collaborazione con studio Sonnoli.
NESTS IN MILAN
LE INSTALLAZIONI IN LEGNO DI TADASHI KAWAMATA
La mostra Nests in Milan, fino al 23 luglio, esce dagli spazi della galleria Building per rivestirne la facciata in via Monte di Pietà e proseguire con altre installazioni in alcuni luoghi contigui. La seconda fase dell’intervento prevede, al termine della mostra, il recupero del legno per dare vita a una nuova opera site-specific che prenderà corpo di fronte all’Adi Design Museum. Quel che appare come un circuito virtuoso, in linea con le odierne prescrizioni dell’economia circolare, nella visione di Kawamata è in realtà una maniera di esprimere un processo di trasformazione che facilita la simbiosi di tutti gli elementi dell’universo, considerati interdipendenti tra loro. Le sfide urbanistiche sono all’origine del lavoro di Tadashi Kawamata (Hokkaido, 1953) e il tema del nido, che ci riporta ai valori e alle necessità primarie, ci spinge a riconfigurare mentalmente lo scenario architettonico che ci circonda.