7 minute read
Il Museo del Futuro di Dubai | KILLA DESIGN
Il Museo del Futuro sorge nel centro di Dubai, in prossimità delle Emirates Towers e accanto all’autostrada e alla metropolitana. Foto courtesy Dubai Future Foundation.
UNA SCULTURA CINETICA FUORI SCALA E UN QALAM DIGITALE CHE TRASFORMA LA CALLIGRAFIA IN ARCHITETTURA. IL PROGETTO DI KILLA DESIGN PER IL NUOVO MUSEO DEL FUTURO DI DUBAI
Il primo schizzo in assoluto del futuro museo disegnato da Shaun Killa. In alto, vista notturna dall’alto. Foto courtesy Dubai Future Foundation. IL MUSEO DEL FUTURO, DUBAI IL FUTURO È UN’ELLISSE
Unknown unknowns, che sarà il titolo della prossima esposizione di Triennale Milano, è anche il tema rappresentato dal grande vuoto intorno al quale si sviluppano gli ambienti del Museo del Futuro di Dubai. È ciò che esiste ma che ancora non conosciamo, oltre a quel che attende ancora di essere inventato, ovvero il contrario di quanto i musei sono stati fino al secolo scorso: collezioni statiche di ciò che, seppure ancora da studiare, era già noto. Ma oggi la conoscenza viaggia più veloce dell’autostrada e della metropolitana di Dubai che corrono accanto a questo edificio, tanto simbolico e rappresentativo – forse troppo – quanto innovativo nella concezione, nella progettazione e nella realizzazione. E in fondo, una rappresentazione concreta di un futuro che è già tra noi: vent’anni fa il concept di Shaun Killa sarebbe rimasto sulla carta, senza concrete possibilità di trasformarsi in progetto definitivo e costruito. Interamente Made in Dubai, la seconda sorpresa sono i pannelli metallici che rivestono l’esoscheletro autoportante in acciaio con cui è costruito. Sono 1.024, come i byte che fanno un kilobyte, tutti diversi perché laser guidati da bracci robotici, seguendo un software Tekla che si avvicina all’intelligenza artificiale, li hanno tagliati seguendo lettera per lettera le parole del principe Mohammed bin Rashid Al Maktoum, primo ministro degli Emirati e governatore di Dubai. Enunciati che esprimono le ambizioni di nuova potenza regionale del primo Paese arabo che ha sta-
Killa Design Fondato nel 2015 a Dubai da Shaun Killa (nella foto) e Allel Hadri, entrambi con una lunga esperienza maturata in Atkins, con sette associati e uno staff di cento professionisti Killa Design persegue la qualità ambientale, funzionale e d’uso dei progetti attraverso la ricerca e l’innovazione. Software e tecniche di progettazione evolute vengono messe al servizio di concept originali che promuovono anche l’innovazione di processo e costruttiva. il loro Address Beah resort a Jumeirah (300 metri, 77 piani) nel 2021 ha vinto tra gli altri un Award of Excellence del Ctbuh, e la sede della Future Foundation è il primo edificio stampato in 3D abitato al mondo. La propensione all’innovazione è testimoniata anche dal Bim Award Middle East di Tekla nel 2018. Tra i progetti in corso, il masterplan di un resort high-end su un’isola del Mar Rosso per la Red Sea Development Company e la torre del Namaste W Hotel a Mumbai. www.killadesign.com
bilito relazioni diplomatiche con Israele e dai quali filtra letteralmente la luce, perché sono diventati le finestre che illuminano gli ambienti interni di quel che si fatica a chiamare ancora un edificio e che la sera 14 chilometri di strisce Led rendono leggibili dall’esterno. Per motivi religiosi e culturali, nei secoli la calligrafia araba è diventata una forma d’arte: anche le parole incise sulla pelle del museo, prima di diventare dati, sono state disegnate dall’artista e gallerista locale Mattar bin Lahej (1968). Ma c’è di più. Il podio sul quale si ergono i 77 metri del Museo del Futuro è una collina artificiale alta 15 metri sopra il livello della strada che accoglie circa cento specie di alberi e arbusti. Acacie, palme, ghaf e sidr sono essenze che rappresentano la biodiversità del Golfo, capaci di resistere alle alte temperature e all’aridità – solo 130 mm di piogge all’anno – della regione, aiutate da un sistema di irrigazione sotterraneo che porta acqua direttamente alle radici prelevandola da un sistema di raccolta che confluisce nello specchio d’acqua antistante l’ingresso. Attraversato da passaggi artificiali, il podio serve da connessione tra la stazione Emirates Towers della metro e le torri stesse, svolgendo così un ruolo centrale nell’infrastruttura della città. Organizzato su sette livelli, lo spazio interno di 30mila metri quadrati e privo di colonne accoglie un grande auditorium con 345 posti (le poltrone sono dell’italiana Lamm), mentre ogni livello superiore ospita una diversa esposizione permanente. I temi sono l’intel-
Uno schizzo costruttivo di Shaun Killa e, in alto, il montaggio dei primi pannelli sull’esoscheletro in acciaio (courtesy Killa Design).
Il Museo del Futuro sorge su una collina artificiale alta 15 metri (2 metri in più della metropolitana) che ne forma anche il basamento. La vegetazione è rappresentativa della biodiversità del territorio, con alberi resistenti al clima caldo e arido. Foto courtesy Dubai Future Foundation).
ligenza artificiale, i viaggi spaziali (lo scorso anno la Mars Probe della missione spaziale degli Emirati è entrata nell’orbita di Marte), i cambiamenti climatici e l’ecologia, le scienze della vita e la spiritualità. Come recita una delle frasi incise sulla pelle esterna “Il futuro appartiene a chi è capace di crearlo”. Ed ecco che il museo è ricco di ambienti dove organizzare seminari e laboratori: nelle ambizioni di Hhs Mohammed bin Rashid Al Maktoum potrà diventare la sede del prossimo progetto Great Arab Minds capace di richiamare a Dubai mille grandi menti arabe. Mille scienziati che nei momenti istituzionali potranno convergere verso la grande sala multifunzionale all’ultimo piano del museo. Attraverso le lettere arabe lo sguardo correrà ai grattacieli della città e alla vicina marina. 4.000 MW/h di fotovoltaico installato contribuiscono all’autonomia energetica dell’edifico. Interamente sviluppata in Bim, la progettazione ha richiesto più di un anno di lavoro e la costruzione oltre due anni: più di 18 mesi sono stati necessari solo per installare tutti i pannelli d’acciaio dell’involucro ■
Sopra, lo specchio d’acqua davanti all’ingresso del museo. A sinistra, la scala che conduce al livello dell’auditorium. Ph. courtesy Dubai Future Foundation
CREDITI
Località Dubai Committente Dubai Future Foundation Progetto architettonico Killa Architectural Design Progetto strutturale, Mep, acustica, ingegneria delle facciate, lighting design, sostenibilità Buro Happold Main contractor Bam International Rating Leed Platinum Poltrone auditorium Lamm Superficie del lotto 20.000 mq Slp 30.000 mq Altezza 77 metri Investimento circa 150 milioni di dollari Cronologia 2016-2022 Foto Phil Handforth
Longitudinal Section
0 2 4 6 8 10 20 30 40 50
m In alto, passerella di collegamento agli ascensori e la sala multufunzionale all’ultimo piano. Priva di colonne, può accogliere più di mille persone. A sinistra, sezione trasversale dell’edificio. In basso, l’auditorium. Foto courtesy Dubai Future Foundation.
LAMM
La platea dell’auditorium del nuovo Museo del Futuro è arredata con 366 poltrone C100 dell’italiana Lamm. Distribuite in curva, le poltrone – design Baldanzi&Novelli – sono state scelte nella versione completamente imbottita e rivestite in pelle color grigio argento, con schienale basso e strutture verniciate argento. Le prime tre file sono composte da 69 poltrone C100 individuali, ovvero con doppie fiancate, lunghe fino a terra. Quelle della prima fila, disposte in piano, possono essere agevolmente rimosse e trasportate, su ruote, fuori dalla sala. Le file successive, su gradoni, sono occupate da altre 297 poltrone C100 nella versione su barra con pannelli laterali corti, a eccezione delle fiancate di inizio fila che arrivano fino a terra. I piedi di fissaggio diretto a pavimento sono stati adattati per evitare interferenze con le bocchette di aerazione a pavimento. www.lamm.it