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Il tema della luce nella residenza | JACOPO ACCIARO

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Jacopo Acciaro

Jacopo Acciaro si laurea in architettura al Politecnico di Milano. Collabora per alcuni anni con Piero Castiglioni prima di fondare Voltaire Lighting Design, uno studio professionale che si occupa di progetti di illuminazione per l’architettura, l’interior e l’urbanistica, oltre a progettare corpi illuminanti custom made. www.voltairedesign.it

Il progetto di lighting dedicato al residenziale presenta molteplici problematiche e tocca differenti aspetti sia tecnici sia percettivi. La percezione e le sensazioni che siamo chiamati a generare con un progetto d’illuminazione presentano variabili e sfumature che non sempre si possono tradurre con un linguaggio numerico e razionalmente scientifico, perché possiedono componenti legate alla sensibilità di chi immagina la soluzione, alle caratteristiche dei fruitori, al rapporto spaziotemporale, alle caratteristiche storico-sociali e a molte altre variabili. Sicuramente occorrono conoscenze tecniche e la capacità di declinarle all’interno delle tematiche sopra descritte, ma occorre anche instaurare un rapporto chiaro con la proprietà che andrà a vivere lo spazio poiché il progetto dovrà essere cucito sulle loro esigenze, gusti, abitudini e sull’architettura a loro dedicata. Il tema luce deve essere strutturato attraverso un concept approfondito in quanto i molteplici aspetti del progetto devono essere subito ben compresi, coordinati e bilanciati. Sicuramente l’architettura dice molto dell’approccio che la luce deve avere e determina un primo

IL TEMA DELLA LUCE NELLA RESIDENZA

di Jacopo Acciaro

SONO MOLTE LE COMPONENTI SOGGETTIVE CHE IMPEDISCONO DI TRADURRE IL PROGETTO DI LIGHTING PER IL RESIDENZIALE CON UN LINGUAGGIO NUMERICO E SCIENTIFICO: SENSIBILITÀ INDIVIDUALI, ESIGENZE DEI FRUITORI E LE RELAZIONI TRA IL PROGETTO DI INTERNI E L’ESTETICA DEI CORPI ILLUMINANTI

orientamento in merito al livello di integrazione da instaurare tra gli strumenti illuminotecnici e l’architettura stessa. Personalmente tendo a porre sempre molta attenzione alla qualità dei flussi luminosi, utilizzando alte rese cromatiche e composizioni spettrali equilibrate che rendono la percezione dell’ambiente fedele e qualitativa; questo consente di valorizzare le cromie dei materiali e la tridimensionalità di eventuali texture di superfici, rivestimenti o materiali. Un altro elemento da considerare è il controllo degli abbagliamenti sia diretti (causati dalle sorgenti luminose) che indiretti, come quelli causati da riflessioni di materiali particolarmente lucidi e riflettenti, attraverso il posizionamento corretto dei corpi illuminanti e l’inserimento di accessori anti-glare. Penso che sia fondamentale tutelare il rapporto tra materia e luce senza l’intromissione di abbagliamenti molesti che andrebbero a infastidire la visione o la percezione stessa di un volume, di una superficie o di un dettaglio architettonico. È inoltre importante dedicare specifiche attenzioni ai differenti ambienti che compongono lo scenario domestico; questo approccio mira Sopra, la sala da pranzo di una residenza privata a Zoutleeuw, in Belgio. Architetto Pas Interieur, foto courtesy of Kreon.

Il soggiorno dell’abitazione di Zoutleeuw, architetto Pas Interieur (ph. Arne Jennard). A destra, Seaview Residence, Singapore; architetto Weisman Design. Foto courtesy of Kreon.

a porre nelle giuste proporzioni illuminazione diffusa, d’accento e dei piani verticali garantendo una corretta percezione e una appropriata valorizzazione degli spazi. Completa lo scenario illuminotecnico l’utilizzo di elementi decorativi, che negli ambienti domestici ricoprono un ruolo finalizzato non solo a illuminare ma a coordinare e completare lo scenario estetico rendendo una determinata area maggiormente ricca di appeal e attrattiva. Gli strumenti legati al mondo della gestione elettronica (domotica) consentono di creare scenari e atmosfere che possono essere abbinati a differenti momenti della giornata o eventi particolari e permettono di lavorare sulla quantità di luce e sulle accensioni dei singoli punti luce consentendo la realizzazione di una programmazione molto dettagliata e flessibile. Nell’impostare un progetto si definisce e si condivide un briefing con lo studio di architettura e con la proprietà, viene definito il mood generale e evidenziate le esigenze estetiche e pratiche per costruire un percorso logico per le diverse aree. Ogni spazio richiede uno specifico approccio al tema luce, ma l’intero progetto deve essere caratterizzato da un unico filo conduttore che genererà un risultato omogeneo e coordinato. Fin dal corridoio d’ingresso si tende a utilizzare la luce come elemento di presentazione, scegliendo soluzioni funzionali, esteticamente accattivanti e rappresentative. Per il soggiorno e la sala da pranzo, il mio approccio è sempre di assecondarne le funzioni fornendo soluzioni con un forte connotato architettonico. Per l’area soggiorno prevale una soluzione orientata al relax, al comfort, avendo cura di garantire una buona illuminazione diffusa, che agevola la conversazione, cercando di non marcare molto le ombre dei volti. Una sensazione che si può ottenere anche lavorando con l’illuminazione delle superfici verticali, che in maniera riflessa generano una luce diffusa d’ambiente. In quest’area spesso si inseriscono dispositivi dedicati alla lettura che possono essere o

apparecchi da terra – orientabili e posizionabili in maniera più flessibile – o installati a incasso o a soffitto. In prossimità dell’area pranzo è sempre bene abbinare una luce d’accento che possa lavorare in maniera perimetrale al tavolo con un oggetto dedicato al tavolo stesso. Naturalmente la scelta dell’elemento decorativo va effettuata in condivisione con l’Interior e la proprietà, ma per noi progettisti è importate comunque indicare e controllare le prestazioni tecniche dell’elemento decorativo, che deve offrire una buona resa sia dal punto di vista qualitativo dell’emissione luminosa (quantità di luce, resa cromatica, etc.) sia dal punto di vista del comfort. Il corridoio, elemento che conduce alle varie aree dell’abitazione, è un luogo che deve trovare una sua identità e spesso la ottiene grazie all’inserimento di quadri o elementi decorativi, quindi l’illuminazione diventa fondamentale sia per la fruizione che per l’apprezzamento delle opere che lo caratterizzano, il che richiede di studiare le geometrie del posizionamento degli apparecchi per evitare abbagliamenti diretti e riflessi. Gli ambienti più privati risentono delle richieste della proprietà, ma esistono attenzioni illuminotecniche oggettive per rendere ben fruibili questi spazi. Un esempio sono le specchiere dei bagni che richiedono un’attenzione particolare per quanto concerne la distribuzione dei flussi luminosi; infatti, un’emissione frontale sull’asse verticale proporzionata con un’illuminazione zenitale In questa pagina i Giardini d’Inverno a Milano. Committente China Investment; architettura Caputo Partnership International; lighting designer Metis Lighting. Foto ©Leo Torri.

rende la visione dei volti efficace e confortevole. Un luogo sempre più importate è la terrazza, spazio in connessione con l’ambiente esterno sia dal punto di vista della fruibilità che dal punto di vista estetico, e in taluni casi diventa essa stessa sfondo e punto di riferimento di alcune aree dell’abitazione. Un esempio molto interessante a proposito di questa tematica a Milano è rappresentato dai Giardini d’Inverno, edificio progettato da Caputo Partnership il cui progetto illuminotecnico è stato sviluppato dallo Studio Metis Lighting. Il tema è stato coniugato con un’interessante interpretazione del concetto di serra attraverso spazi chiudibili che assumono la funzione di veri e propri giardini d’inverno. Il sistema di illuminazione dedicato alle serre è di tipo dinamico, in grado di riprodurre il ciclo delle tonalità del cielo e temporizzato nel funzionamento mediante un sistema di gestione. Trovo che questo approccio renda questo spazio di grande interesse per i singoli condomini, che possono godere di un microcosmo verde nel proprio appartamento ■

UN ANTIDOTO ALL’OMOLOGAZIONE DEL LINGUAGGIO ARCHITETTONICO

In un tempo in cui tutto si assomiglia, in cui i materiali dell’architettura si propongono come se fossero marmo, legno, cemento senza esserlo veramente, in cui la vegetazione maschera i metri cubi edificati, quasi che l’architettura sia un peccato originale da cancellare, questa antologia del lavoro di Umberto Riva, scomparso l’anno scorso a 93 anni di età, era necessaria. Monumentale e sorprendente fin dalla copertina – una grande foto di dettaglio del condominio di via Paravia senza altre scritte, neppure il titolo – il lavoro di Maria Bottero è il compendio di una approfondita ricerca, svolta presso l’archivio personale del maestro e il Centro Canadese di Architettura di Montréal. Una ricerca preziosa, perché l’alterità di Umberto Riva, in qualche modo la ruvidezza di molte sue opere, lo hanno tenuto lontano dal circuito mediatico, che ce lo ha nascosto. Così i contributi critici (di Mirko Zardini, Pierluigi Nicolin, Francesco Cellini, Marco Romanelli e Marco Rapposelli) introdotti e conclusi dall’autrice, erano ormai introvabili, come di difficile reperimento sono molte delle grandi immagini a doppia pagina e dei disegni che si susseguono fino alla conclusione. Come già in Carlo Scarpa, di cui fu allievo, nel processo di Umberto Riva forma, materia e dettaglio sono il punto di partenza di ogni progetto. Ma, al contrario di Scarpa, l’architettura di Riva mira alla qualità delle funzioni e si arricchisce di luce e colore, espressi anche nel suo percorso pittorico. Una poetica così sintetizzata in conclusione dalla curatrice: «L’architettura di Riva, trattenuta sul filo della precarietà e della fragilità della vita nell’elogio dei valori tramandati, e tuttavia insofferente dell’ovvio, si muove in modo non lineare tra piano onirico dell’immaginifico e piano concreto del fare. Recuperando con ciò un paesaggio possibile per un nuovo possibile modo di abitare». Resistente, economico, facile da produrre, da trasportare e da utilizzare, universale nell’uso e nella diffusione: il mattone è stato il primo esempio di industrializzazione edilizia. Nessuno sa dire quanti miliardi ne siano stati prodotti né a quando risalga, tuttavia le origini antichissime non impediscono ancor oggi usi contemporanei e innovativi come quelli delle 50 opere che questo libro splendidamente illustrato racconta. Organizzati per capitoli e concentrati soprattutto su edifici residenziali e sull’uso dei mattoni negli interni, i progetti – distribuiti in tutto il mondo, di studi internazionali e di professionisti locali – senza dubbio documentano i diversi aspetti del laterizio ma soprattutto la capacità inventiva, le infinite forme costruite e la varietà estetica di questi piccoli blocchi di argilla cotta a basso impatto ambientale.

Che nella toponomastica milanese meno del 3 per cento degli spazi pubblici sia intitolato a donne è soltanto una curiosità, peraltro ingenerosa verso una città che per altri e più importanti versi i risultati di questa ricerca, commissionata da Milano Urban Center e durata due anni, mostrano abbastanza ricca di servizi in grado di rispondere a specifici bisogni di genere. Ma conferma il fatto che “quando i pianificatori non tengono conto del genere, gli spazi pubblici diventano di default spazi maschili” (Caroline Ciriado-Perez, 2020). Realizzato per fornire all’amministrazione pubblica strumenti teorici e pratici capaci di mostrare l’intersezione fra la questione di genere e la pianificazione urbana, con il supporto di dati statistici, questionari e interviste Milano Atlante di Genere apre orizzonti di interpretazione fin qui non esplorati osservando la città dal punto di vista della violenza e insicurezza (reale o percepita), degli usi della città e della sua simbologia, della prostituzione e della sanità. Mappe, grafici e sezioni pratiche completano l’Atlante, tanto originale quanto interessante e esemplare perché iniziative del genere vengano promosse anche in altre città.

Maria Bottero (a cura di) Incursioni oltre il moderno: l’architettura di Umberto Riva Curatrice Claudia Mion Cosa Mentale - Caryatide Parigi, 2021 352 pp. ITA/EN/FR) 65 euro ISBN 978-2-491039-01-1 Accanto, studio Wallmakers, Pirouette House, 2020 Thiruvananthapuram India. Sotto, State of Kin, Brick House, 2018, Perth, Australia (courtesy Gestalten).

Brick by Brick Gestalten, Berlino, 2022 288 pp, EN, 49,90 euro ISBN 978-3-96704-001-2

IL PRIMO ELEMENTO

SEX & THE CITY

Florencia Andreola Azzurra Muzzonigro Milano Atlante di genere Ricerca promossa da Milano Urban Center (Comune di Milano e Fondazione La Triennale) LetteraVentidue Edizioni Siracusa, 2021 pp. 256, ITA/EN, 25 euro ISBN 978-8-862425-95-7

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