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Premio Carlo Scarpa - La natura ibrida di Berlino
Alcune immagini del Natur-Park Schöneberger Südgelände a Berlino, dove laboratori pubblici, installazioni del gruppo artistico Odious e infrastrutture ferroviarie abbandonate convivono con la vegetazione che cresce spontaneamente. Foto di Marco Zanin, Fabrica, per Fbsr.
PREMIO CARLO SCARPA PER IL GIARDINO LA NATURA IBRIDA DI BERLINO
DA LUOGO DELLA SEPARAZIONE E DELL’ABBANDONO A LABORATORIO DI IDEE E DI ESPERIENZE DOVE LE ROVINE DEL SECOLO SCORSO CONVIVONO CON LA LENTA CRESCITA DELLA VEGETAZIONE SPONTANEA E LA VITA DEGLI ANIMALI
Il 14 maggio a Treviso la paesaggista Rita Suhrhoff, lo scultore Klaus Duschat e l’ecologo Ingo Kowarik riceveranno il sigillo Carlo Scarpa per il Natur-Park Schöneberger Südgelände, vincitore della xxxii edizione del premio che ogni anno, dal 1990, la Fondazione Benetton Studi e Ricerche organizza per scegliere un luogo nel mondo particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di invenzione. Aperto ufficialmente per la prima volta nel 1999, il parco ha una storia molto più lunga, intimamente legata a quella della Berlino del dopoguerra, città isolata e divisa, e quindi all’interruzione delle sue attività ferroviarie e industriali, al progressivo smantellamento delle linee e all’abbandono degli impianti, dal quale prende avvio un processo di riappropriazione del suolo da parte della natura. Al lungo periodo di abbandono fa seguito il riconoscimento del luogo come espressione di una natura urbana berlinese punto d’incontro tra le aspirazioni degli abitanti, la cultura contemporanea del paesaggio e l’affermazione dell’attenzione ecologica della città: la cessione dell’intera area al Senato di Berlino e la gestione, dal 1986, da parte di Grün Berlin, segna l’avvio di un grande cantiere sperimentale al quale partecipano ecologi, associazioni ambientaliste e cittadini comuni, gli studi di pianificazione del paesaggio Planland e ÖkoCon e il gruppo di artisti Odious, insediato nel parco. Nasce così un brano di natura urbana e un laboratorio nel quale s’incontrano sperimentazioni dell’ecologia, istanze sociali e culturali diverse e si mettono in atto nuovi metodi nella cura e nel governo dello spazio urbano. La commistione di strutture ferroviarie abbandonate, grandi estensioni di vegetazione in gran parte assecondata nella sua crescita spontanea, interventi artistici che ne accompagnano la visita, sottolineando il dialogo tra i segni della presenza umana e il divenire della natura, hanno contribuito a rinnovare la concezione di parco urbano. Con una lunghezza di 1,7 chilometri, il NaturPark Südgelände fa parte di una più ampia successione di parchi pubblici che la città ha realizzato, da nord a sud, a partire da una costellazione di vuoti creati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e, anche su istanza di associazioni di cittadini – come nel caso del referendum del 2014 per mantenere pubbliche e inalterate le ampie superfici del Tempelhofer Feld – reinterpretati come un intero paesaggio ■
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Dossier Green
a cura di Carlo Ezechieli
Malgrado il termine paesaggio sia in Italia da almeno un decennio al centro del dibattito, poche cose sono e continuano ad essere materia più oscura del progetto dello spazio non edificato, specialmente quando coinvolge il tema della vegetazione. La cultura nazionale nei confronti del verde tuttora oscilla tra i poli estremi del verde agricolo e quello dei giardini storici, stentando a trovare una contemporanea e indispensabile via di mezzo. Ciononostante, proprio in questa fase storica il panorama italiano in tema di progetto del paesaggio é estremamente dinamico e promettente. Abbiamo cercato di delinearne i tratti attraverso punti di vista molto diversi tra loro e per questo virtuosamente complementari.