Il profilo di un antico portale e una fondamenta con la sue scene di vita: una gondola con felze che ha appena imbarcato una dama; il passeggio di alcuni nobiluomini con il classico tricorno; due mendicanti accostati ai muri. Sulla destra, purtroppo escluso dal taglio che ci impone il nostro formato, ma visibile nell’immagine qui sopra, la fervida attività di uno squero, tradizionale cantiere di ricovero per imbarcazioni leggere.
Su tutto, un cielo luminoso, forse di primavera, che si riflette sulle lievi increspature dell’acqua, accennate da sapienti tocchi di pennello.
Da quell’istante, immortalato in maniera magistrale da Antonio Canal, più noto come il Canaletto – era il 1723 - sono passati quasi esattamente tre secoli.
Perché l’abbiamo scelto? Per due motivi. Innanzitutto per far capire la straordinarietà di una città come Venezia che, intimamente legata nel suo essere ad una storia che l’ha resa famosa, riesce ancora a trasmettere immagini e sensazioni che nemmeno il tempo può scalfire.