Mari e Focu nun ci Pigliari Mbrisi

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MARI E FOCU NUN CI PIGLIARI MBRISI

Antonio Fretto: n. 05003091526


Quando inizia l’estate io lo percepisco nell’animo, non so spiegarlo bene ma è come se in me tutto prendesse colore, i profumi si accendono e prendono vita. Il mare mi affascina per i suoi enormi misteri, non voglio essere colui che svela i segreti del mare, ma io lo conosco perché vivevo in un paesino sul mare e questo enorme recipiente fa parte di me.

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Il mare rende gli uomini uguali e per questo non ho mai preteso nulla da lui. Non ho mai provato a violarne le parti più segrete, è come prendere una donna e spogliarla delle sue parti più belle. Lo rispetto come lui rispetta me: mia nonna mi diceva sempre “mari e focu nun ci pigliari mbrisi1”. In questo mondo sconosciuto tutto è uguale a come noi lo vediamo fuori, il mare è un enorme specchio dove tutti vorrebbero specchiarsi ma pochi riescono a comprendere e sentire la meravigliosa forza che racchiude.

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Con il mare e con il fuoco non si scherza

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Forse nei sogni che si fanno da bambini si può riconoscere il desiderio di comunicare con qualsiasi forma di essere vivente senza i limiti imposti dall’educazione che ci viene impartita fin da quando nasciamo, perchĂŠ questo limita la nostra fantasia e in un certo senso ci fa chiudere nei canoni a noi conosciuti.

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La figura mitologica della sirena accompagna tutte le civiltà fin dai tempi più remoti ed è parte dell’animo umano. Fin da piccolo sono stato affascinato dalla figura della sirena e ho sempre sperato che, mentre stavo sulla scogliera, sarebbe affiorata una bellissima creatura metà donna e metà pesce; crescendo ho capito che era una finzione ma mi capita ancora oggi di fantasticare e immaginare che esista…

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Iniziai a pescare a 7 anni e ricordo che mia madre mi comprò una canna da pesca che costava 35.000 lire, di colore rosso con il mulinello nero: ero felicissimo nel mostrarla ai miei amici. Stavo dalla mattina alla sera in spiaggia: scendevo da casa e, una volta arrivato al mare, iniziavo ad alzare gli scogli e con le mie manine prendevo l’arinicula2.

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Vermi da sabbia

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Dopo aver fatto scorta di vermi che si trovavano molto facilmente, mi mettevo su uno scoglio con la mia amata canna. Ricordo che i pesci che prendevo erano spigole e burlisi che non superavano

i

10 cm; adesso lo so che erano troppo piccoli ma anche io ero piccolo e molte cose non le capivo, e cosĂŹ tornavo a casa con una quindicina di pesciolini.

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Un giorno, con il mare calmo, scoprii che sotto l’acqua c’erano dei pezzettini di porcellana e dentro vi trovai un polipo, credetemi fu la scoperta più grande che potevo fare. Iniziai a prendere pezzi di tubo bianco, tappavo un’estremità e li buttavo a mare: tutte le mattine andavo a controllare e trovavo sempre uno o due polipi. Ricordo che uno dei primi polipi che presi, con le sue ventose mi si attaccò al braccio: scappai verso riva “implorandolo” di lasciarmi ma non ci fu nulla da fare! La mia fortuna fu che con le mie grida attirai l’attenzione di un pescatore che gli girò la testa e il polipo così mi lasciò. Da questa brutta avventura imparai che una volta presi, se non volevo che mi attaccassero, dovevo girargli la testa. Più crescevo e più mi veniva la voglia di provare altri metodi di pesca: nel mese di maggio, quando il mare era calmissimo, andavo con la

lampara

e

con

delle

lunghe

mazze

con

all’estremità un grosso forchettone in cerca di pesci; questi venivano attirati dalla luce e io li infilzavo. Pescavo così molto polipi e seppie. 7


Con gli anni mi presi una barca a remi. Ricordo che mia madre si spaventava e, per l’amore che solo una madre può dare, veniva anche lei con me. Mi portavo dietro 200 m di Rizza Fantasmina3, lo so che è un tipo di rete proibita, comunque la buttavo, i pesci scappavano e rimanevano impigliati nella mia rete. Riuscivo a pescare 2-3 Kg di diverso pesce e tra questi un giorno pescai anche due razze, u scorfano e andraggina.

A volte andavo a pescare con il mio amico Zichinu e il suo peschereccio: ricordo ancora il sapore di mare del pesce appena pescato. 3

rete trasparente

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Un’altra tecnica di pesca che mi piaceva molto era quella praticata con lo sciabbicuni. Mi regalarono una rete come quella che usavano i pescherecci che pescavano a strascico solo che la rete che usavo io era molto più piccola. La mettevo dentro ad una bagnarola4 da bucato di quelle azzurre, lasciavo un’estremità alla riva e nuotavo a largo facendo una cinta, una volta tornato con l’altra estremità a riva tiravo entrambe le estremità finché questa enorme cinta iniziava a chiudersi sempre di più intrappolando i pesci (qualche pesciolino più intelligente con un salto riusciva a scapparmi!); in questo modo pescavo qualche triglia ed ero molto fiero di me perché pescavo più degli altri ragazzini.

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Tinozza

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Ricordo che una notte, mentre pescavo con le lampare, vidi da lontano un’enorme sagoma muoversi con le onde a riva; in un primo tempo mi spaventai ma la curiosità ebbe il sopravvento: mi avvicinai e vidi un delfino morto, ucciso dalle mani di un pescatore senza scrupoli. Rimasi folgorato nel vedere quell’enorme pesce morto solo perché colpevole di essersi fidato dell’uomo.

Prima di questo incontro tutto il pesce che pescavo, grande o piccolo, lo portavo a casa per mangiarlo, dopo iniziai a fare la selezione e i pesci piccoli li liberavo, così ho iniziato a rispettare la natura. 10


Un’estate lavorai con mio padre e con i primi soldi guadagnati duramente mi comprai un fucile subacqueo. Contro ogni volere di mia madre iniziai a praticare la pesca subacquea. Stare anche per pochi minuti sott’acqua, vedere creature meravigliose e nuotare con loro mi faceva sentire uno spirito libero.

Rimanevo affascinato dal pesce re che con i suoi meravigliosi colori accesi mi sembrava un arcobaleno! 11


Ogni volta che penso al mare risento il forte profumo delle alghe.

Tutti i miei pensieri e i miei ricordi si rispecchiano in lui. 12


La cosa che mi consola è che il mare c’è e ci sarà sempre anche quando non ci sarà più l’uomo sulla terra e non si stancherà mai di far battere le sue onde sugli scogli.

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Ho ventotto anni e sono un fine pena mai. 14


La prima cosa che farò quando uscirò da questo posto sarà un tuffo ed una bella nuotata nel mio splendido mare5.

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Per l'accesso alla liberazione condizionale in caso di ergastolo, occorre espiare 26 anni; la liberazione anticipata vale come pena espiata, quindi di regola dopo 22 anni circa vi si può accedere. La sottoposizione alla libertà vigilata, che consegue alla concessione della libertà condizionale poi durerà cinque anni. Se tutto andrà bene, decorsi i 5 anni, la pena si estingue e il condannato tornerà completamente libero.

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I miei più sinceri ringraziamenti a tutti coloro che mi hanno aiutato nella realizzazione di questo progetto senza i quali tutto ciò sarebbe stato impossibile, per il coinvolgimento che hanno creato stimolando i miei ricordi, valorizzando le sensazioni e facendomi sentire la libertà nell’anima. Vorrei ringraziare soprattutto i bambini che hanno dato un valore aggiunto con i colori dei loro disegni: Mattia, Benedetta, Francesco, Sofia, Federico e Nicolò. Un grazie anche al mio amico Mollo che mi ha regalato una immagine dello sciabbicuni.

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