Consumando più energia se ne deve produrre di più, generando quindi più calore. Il calore sprigionato dai climatizzatori causa inoltre un aumento della temperatura esterna che è trascurabile nel corso del giorno, ma di notte arriva a sfiorare il grado centigrado. Proprio per cercare di evitare, o almeno attutire, gli svantaggi, come per esempio l’aumento dei consumi elettrici per far fronte a temperature più alte, si consiglia di impiegare il calore di scarto per gli usi domestici, a partire dal riscaldamento dell’acqua: tale provvedimento ridurrebbe l’emissione di calore all’esterno, i consumi elettrici e (indirettamente) l’emissione di gas serra. Sarebbe inoltre opportuno seguire alcune semplici indicazioni per un uso corretto dei climatizzatori: - la temperatura della stanza deve essere compresa tra i 25 e i 27 gradi. - la differenza termica tra esterno e interno non deve mai superare i 6 gradi. - nel corso delle ore in cui è in funzione il climatizzatore andrebbero spenti gli altri elettrodomestici (scaldabagno, lavatrice ecc.). - non accendere elettrodomestici che producono calore, come il ferro da stiro, nelle ore più calde.
Il riscaldamento globale porta a una variazione delle abitudini e dei ritmi delle specie animali e vegetali che vivono in un determinato habitat. Ad esempio ogni anno, a causa dell’aumento della temperatura del pianeta, le migrazioni degli uccelli hanno luogo sempre prima: infatti il caldo determina un anticipo della nidificazione e quindi della schiusa delle uova, e gli uccelli nati prima raggiungono più in fretta la “forma fisica” giusta per volare rispetto alle generazioni precedenti, così che sono già pronti a spiccare il volo per migrare. Ciò implica un cambiamento dell’ecosistema che, a lungo andare, avrà ripercussioni a catena sugli equilibri del pianeta.
Artide, Antartide, ghiacciai alpini: il 40% del pianeta è coperto da ghiacci e manti nevosi, un sistema di raffreddamento che si sta rompendo a causa del riscaldamento globale, con conseguenze molto pesanti per le risorse idriche di vaste aree. In Artide, nel 2012, i ghiacci estivi marini hanno raggiunto una posizione minima - quasi il 50% - e la calotta artica si sta riducendo in maniera drastica. Il tasso di decrescita dell’estensione
della
superficie
ghiacciata
marina
nell’Artico,
secondo
il
V
Rapporto
dell’IPCC
(Intergovernmental Panel on Climate Change), si aggira tra il 3,5 e il 4,1% per ogni decennio; la massima estensione raggiunta nel marzo 2015 è stata la più bassa delle estensioni invernali mai registrate dalle rilevazioni satellitari. Anche il continente di ghiaccio, l’Antartide, si è riscaldato di circa 3 gradi negli ultimi 50 anni: in questo arco di tempo l’87% dei suoi ghiacci si è ritirato e ben 9 piattaforme di ghiaccio hanno subito un significativo collasso. Il “terzo polo” freddo della Terra, ovvero i ghiacciai alpini come l’Himalaya o le Alpi, vede una riduzione fino al 75%, soprattutto sotto i 3.000 metri: sulle nostre Alpi si è passati dai 519 kmq del 1962 agli attuali 368, il 40% in meno! In altre parole si forma sempre meno ghiaccio e sempre meno velocemente a causa dell’aumento delle temperature. Inoltre la riduzione della banchisa artica spinge i grandi carnivori come gli orsi polari ad allontanarsi dal loro ambiente naturale per avvicinarsi ai centri abitati in cerca di cibo: senza ghiaccio, nel 2050 i due terzi degli orsi polari potrebbero scomparire.
L’allagamento delle città è dovuto a diversi fattori: innalzamento del livello del mare …che dipende da… scioglimento dei ghiacciai …dovuto a… aumento della temperatura e dei gas serra (gas che assorbono calore)… …che provoca… riscaldamento globale …che porta a… scioglimento dei ghiacciai e quindi all’innalzamento del livello del mare… L’innalzamento globale della temperatura, dovuto all’aumento di gas serra nell’atmosfera, provoca il graduale scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide con il conseguente aumento del volume degli oceani (espansione termica). Il livello del mare troppo elevato potrebbe causare la scomparsa di interi tratti di costa e delle isole più basse; l’ecosistema, l’economia e il turismo di alcune regioni ne risentirebbero. Diversi studi scientifici affermano che nei prossimi 100 anni il livello delle acque potrebbe aumentare ulteriormente. Inoltre l’aumento delle acque salate oceaniche può “inquinare” le riserve di acqua dolce ed erodere le coste più velocemente, alterando flora e fauna.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca sull’Ambiente) ha preso in considerazione tre diversi bio-indicatori, tre “termometri”, per fotografare e seguire nel tempo i cambiamenti della fauna: l’avifauna, i coralli e l’ecosistema vegetale. Uno dei tanti risultati ottenuti è stato scoprire il peso che i cambiamenti climatici hanno sulle foreste: queste hanno un ruolo importante nel ciclo globale del carbonio e nell’accumulo dei gas serra nell’atmosfera. Durante lo scorso decennio la deforestazione e la ricrescita delle foreste, nelle zone temperate e in parte in quelle boreali, rimangono rispettivamente il principale fattore delle emissioni e il protagonista della loro eliminazione; si crea così un infinito concatenamento tra le piante e le emissioni che variano l’attività dell’ambiente circostante. Le piante aiutano a tenere i parametri ambientali costanti; la variazione nella quantità e nella qualità degli esemplari dell’ecosistema vegetale altera diversi aspetti: aumento o diminuzione delle radiazioni solari, maggiore o minore acidificazione del terreno…
Il M ondo sta subendo in modo drastico tutti i danni cau sati dall’uomo con l’inquinamento,
sin
troppo.
Stiamo
esagerando.
Il
nostro
pianeta
sta
letteralmente collassando, come messo in evidenza al congresso di Parigi qualche mese fa. Un incontro molto importante, che ha fatto capire a molte persone che il probl ema è serio e molto più vicino di quanto, a volte, ci capita di pensare. È arrivato il momento di agire sul serio, rimboccandosi le maniche nel cercare soluzioni per contrastare il nemico : un mostro che noi stessi abbiamo creato.
Hanno collaborato al progetto gli alunni della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto “Margherita” di Bari: Berardi Maria Loreta
Falcone Flavio
Cappitelli Enrico
Mazzone Marco
Contursi Arcangelo
Nitti Fabrizio
Contursi Cosimo
Petrera Adriana
Danisi Giovanni
Sorge Elisabetta
Driouech Luisa
Zonno Greta
Docenti responsabili: Prof.ssa Antonella Daniela Agostinelli e Prof.ssa Valentina Simone Dirigente Scolastico: Prof. Giuseppe D’Addosio Codice iscrizione: 1457513257508