Il cibo per il mondo fra eccessi e privazioni

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IL CIBO PER IL MONDO FRA ECCESSI E PRIVAZIONI

Nonostante nel mondo ci sia cibo per l’intera popolazione, oltre 900 milioni di persone vivono di

stenti e non riescono a nutrirsi adeguatamente. La causa principale di questo problema è indiscutibilmente legato alla povertà. A ciò si aggiungono però anche altri problemi come l’impoverimento dei terreni, la diminuzione delle risorse idriche e l’annullamento delle biodiversità. Occorrerebbe una riorganizzazione mondiale dei sistemi agricoli e alimentari. Il 98% degli uomini che ha difficoltà a nutrirsi vive nei paesi in via di sviluppo. Il 25 giugno 2011, nel discorso di apertura della 37° Conferenza della FAO, Kofi Annan, ex Segretario delle Nazioni Unite e Presidente dell’Alleanza per una Green Alliance for Africa, ha affermato che, insieme al problema del cambiamento climatico, garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale a livello mondiale è la sfida del nostro tempo. La crisi alimentare potrebbe trasformarsi in un disastro permanente . Al contrario, nelle aree più ricche del Pianeta, una persona su dieci è obesa. Solo in Italia, un milione di bambini, tra i sei e gli undici anni, hanno problemi di obesità, dovuti da una cattiva alimentazione associata ad attività sportiva inadeguata.

Risolvere il problema della fame del mondo non è semplice, ma non sarebbe neanche impossibile.

Basterebbe pensare ad una migliore distribuzione delle risorse, a un riequilibrio delle realtà e ad un consumo più etico. Se la parte ricca del mondo non buttasse il cibo nella spazzatura si riuscirebbe a nutrire anche l’altra parte povera.

Lo spreco alimentare è un’inaccettabile contraddizione dei nostri tempi, da una parte troviamo la

necessità di aumentare la produzione alimentare di oltre il 60%, d’altra parte più di un terzo del cibo prodotto finisce nelle pattumiere e di questo ben l’80% è ancora commestibile. Più la dissipazione alimentare aumenta, più cresce la produzione di rifiuti. Se fosse possibile recuperare gli sprechi, si potrebbero sfamare circa 2 miliardi di persone al mondo. Secondo la FAO su 3,9 miliardi di tonnellate di alimenti, 1,3 finisce nella spazzatura, con una perdita economica di circa 1.000 miliardi di dollari ad anno.

I punti critici dello sperpero degli alimenti sono tre: 1. Il Food losses: le perdite durante la coltivazione, il trattamento delle materie prime e l’allevamento. 2. Il Food waste: si riferisce agli sprechi che si presentano durante la trasformazione industriale, la distribuzione e ai prodotti invenduti . 3. Gli sprechi domestici: ossia gli alimenti comprati, non vengono consumati e poi buttati perché sono scaduti.

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Tabella 1 -­‐ La distribuzione delle FLW (Food Losses and Waste) lungo i diversi anelli della filiera alimentare globale Prodotto perso durante la produzione

32% 510 milioni di tonnellate

Prodotto perso dopo la raccolta

22% 355 milioni di tonnellate

Prodotto perso con la trasformazione industriale

11% 180 milioni di tonnellate

Prodotto perso durante la distribuzione

13% 200 milioni di tonnellate

Prodotto buttato dopo l'acquisto

22% 345 milioni di tonnellate

Complessivamente circa il 56% delle perdite alimentari, Food Losses and Waste (FLW), si hanno nei Paesi sviluppati. Il restante 44% nei Paesi in Via di Sviluppo.

Sprechi alimentari globali per regioni del mondo

Asia industrializzata Sud e Sud Est Asiatico Nord America e Oceania Europa Africa Sub-sahariana Nord Africa Asia Centrale e Occidentale

I prodotti maggior mente soggetti

a perdite e sprechi nel mondo sono i seguenti: Frutta e verdura

45%

Tuberi

45%

2


Cereali

30%

Pesce e derivati

30%

Latte e derivati

20%

Carne e derivati

20%

Legumi e semi

20%

Ridurre lo spreco significa anche salvare il pianeta. Infatti, con il cibo buttato vengono consumati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti, il petrolio usati per la sua produzione, con un notevole costo in termini di impatto ambientale: •

L'acqua: il quantitativo necessario per produrre il cibo che viene sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 250.000 miliardi di litri

Il suolo: l'estensione di suolo agricolo richiesto per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 1,4 miliardi di ettari, circa il 30% della superficie agricola disponibile al mondo

I cambiamenti climatici: per la produzione del cibo sprecato ogni anno vi è un'immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2.

In Europa la quantità di cibo sprecato ammonta a 89 milioni di tonnellate annue (2014), con una

media di 180 kg pro capite. In Inghilterra lo spreco domestico pro capite è tra i più elevati, 110 kg. Seguono poi gli Stati Uniti, 109 kg, l’Italia, 108 kg, la Francia, 99 kg, la Germania, 82 kg e la Svezia, 12 kg. Tra le mura di casa avviene circa il 42% degli sprechi alimentari. Tabella n. 2: Sprechi annui dei prodotti alimentari in Europa espressi in chilogrammi

Inghilterra

110

Italia

108

Francia

99

Germania

82

Svezia

12

3


Sprechi alimentari in Europa 120 100 80 60 40 20 0 ITALIA INGHILTERRA

Grafico n. 1: Sprechi annui alimentari in Europa

GERMANIA FRANCIA SVEZIA

In Italia, secondo il Barilla Center For Food And Nutrition, ogni anno si buttano dai 10 ai 20 milioni

di tonnellate di alimenti, cibo che riuscirebbe a sfamare circa 44 milioni di persone. Il rapporto Waste Watcher, della terza Giornata nazionale di prevenzione dello spreco, rivela che in Italia finiscono nella pattumiera circa 6,7 euro settimanali a famiglia, circa 8,1 miliardi di euro. Finiscono nella pattumiera il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Per una famiglia italiana, ciò significa una perdita di 1.693 euro l’anno.

A Castelluccio dei Sauri, in provincia di Foggia, per analizzare il problema dello spreco del cibo

abbiamo intervistato un campione di 62 cittadini di cui 7 maschi e 55 femmine, compresi in una fascia d’età che va dai 18 agli oltre 70 anni. Maggiormente disponibili all’intervista sono state le donne, quasi l’89%, collocate nella fascia d’età tra i 26 e i 60 anni. Oggetto dell'indagine sono stati gli stili di acquisto dei prodotti al supermercato e al mercato e le eventuali presenze di sperpero degli alimenti. Le famiglie della cittadina sono costituite prevalentemente dai 2 ai 4 componenti. In casa, gli animali domestici sono poco presenti.

Ai nostri intervistati abbiamo chiesto se per decidere gli acquisti al supermercato utilizzano i

volantini promozionali e se prima di comprare un prodotto controllano la data di scadenza. Inoltre, se acquistano più volentieri prodotti già pronti, come surgelati, cibi precotti e scatolame, o prodotti freschi da preparare in casa. Per decidere cosa comprare, il 46% dei consumatori intervistati utilizza i volantini promozionali e si lascia tentare dalle offerte; ben l’87% controlla sempre la data di scadenza. La maggior parte, 84%, preferisce comprare prodotti freschi, da preparare in casa. Una parte dell'intervista è stata dedicata a scoprire se parte dei prodotti comprati finisce nella spazzatura. Il 59% dichiara che non gli è mai capitato di buttare via prodotti acquistati in offerta e scaduti; mentre il 39% dice che a volte è capitato. Solo al 2% accade spesso. 4


I prodotti che vengono prevalentemente buttati via sono Formaggi e latticini

26%

Yogurt, latte e panna

27%

Prodotti in scatola e conserve e succhi di frutta

13%

Affettati e carne

11%

Pane, farina, prodotti da forno

15%

Altro

8%

Abbiamo visto come le verdure, gli ortaggi e la frutta siano i prodotti che maggiormente vengono buttati nel mondo, perché facilmente deperibili. I nostri intervistati hanno dichiarato che a volte gli capita di gettar via la frutta, il 63%, ma mai le verdure e ortaggi, 63%. Tabella n. 3 – Frequenza con cui i prodotti freschi vengono buttati a Castelluccio dei Sauri

Spesso

A volte

Mai

Frutta

5%

63%

32%

26%

63%

Verdura e ortaggi 11%

Abbiamo voluto capire con quale frequenza, dopo aver consumato i pasti principali, avanza del cibo e in quale occasione. La maggior parte ha risposte che capita in modo poco frequente, soprattutto dopo pranzo. Tabella n. 4 – Frequenza con cui avanza cibo, dopo i pasti

Mai

A volte

Spesso

16%

64%

20%

tabella n. 5 – Pranzo principale dopo il quale avanza cibo

A pranzo

90%

A cena

10%

5


Tra le pietanze che avanzano più spesso ci sono: Pasta

66%

Condimenti

5%

Verdure

8%

Secondi

14%

Legumi

1%

Pane

6%

La pasta è la pietanza che più spesso viene preparata in quantità maggiori del necessario. Inoltre, fra i secondi piatti, quello che più frequentemente non viene consumato del tutto è il pesce. Cosa fanno le famiglie di Castelluccio dei Sauri delle pietanze non consumate a pranzo o a cena? Il cibo avanzato viene: Mangiato il giorno dopo o la sera

41%

Dato agli animali domestici

35%

Buttato via

24%

Le abitudini riscontrate nella nostra cittadina non sono molto diverse dalle tendenze registrate a livello nazionale ed europeo. Troppi alimenti finiscono nella pattumiera. Occorre diffondere uno stile di vita più consapevole.

Da un sondaggio eseguito dal Center For Food And Nutrition è emerso che negli italiani cresce la

consapevolezza rispetto al problema. Il 67% degli intervistati ritiene che dovrebbero essere emanate leggi che contrastino il problema. Oggi in Francia buttare via il cibo è reato. Il 3 febbraio 2016 è entrata in vigore la legge del “gaspillage alimentaire”, ovvero una legge contro lo spreco di prodotti ancora commestibili. I grandi supermercati, se non vogliono pagare sanzioni, sono obbligati a stipulare convenzioni con enti benefici e a distribuire cibo ancora commestibile a chi ne ha bisogno. La legge prevede anche una sensibilizzazione capillare, portando il tema nell’educazione scolastica.

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Nonostante gli italiani abbiano diminuito gli sprechi domestici, ancora oggi ogni cittadino butta

nella spazzatura 76 chili di prodotti alimentari. Secondo un’indagine della Coldiretti, divulgata in occasione della Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, istituita dal Ministero dell'Ambiente, il 60% degli italiani lo scorso anno ha sprecato di meno. Anche a causa della crisi, il 75% ha fatto la spesa più attentamente; il 56% ha utilizzato gli avanzi nel pasto successivo; il 37% ha ridotto le quantità acquistate; il 34% ha guardato con più attenzione la data di scadenza e l'11% ha donato in beneficenza prodotti alimentari.

Secondo l'Unione Nazionale dei Consumatori “La lotta allo spreco inizia al supermercato, quando si

fa la spesa, e prosegue a casa, stando attenti a conservare i cibi nel modo più adeguato”. Ecco il decalogo per non sprecare il cibo: 1) Prima di andare al supermercato, preparare la lista della spesa, pianificando i pasti della settimana. 2) Scegliere gli alimenti con una vita residua più lunga (spesso sono quelli meno in vista negli scaffali del supermercato). 3) Non fare la spesa a stomaco vuoto: il carrello si riempirà più facilmente di prodotti inutili. 4) Occhio ai formati convenienza: il 3X2 conviene solo se si consuma effettivamente il prodotto, altrimenti aumenta solo il rischio che finisca nella spazzatura. 5) Una volta a casa, riporre con attenzione la spesa: gli alimenti più “nuovi” con una data di scadenza più lontana vanno dietro, mentre avanti vanno riposti quelli più vecchi per consumarli prima. 6) La temperatura ideale per il frigorifero è di 4 gradi. 7) Riporre, in frigo, ogni alimento nel posto giusto (frutta e verdura nei cassetti: pece e carne cruda al primo piano; carne cotta al secondo; affettati e formaggi più in alto; conserve aperte e uova ancora più su): in questo modo gli alimenti si conserveranno più a lungo. 8) Congelare gli alimenti che avanzano scrivendo sul contenitore la data. 9) Ricordare che gli alimenti scongelati e poi cotti possono essere ricongelati. 10) Consiglio della nonna: prima di buttare, aprire, odorare, assaggiare e poi decidere. L'obiettivo comune deve essere l'abbattimento del 50% degli sprechi alimentari entro il 2025.

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