I giornalisti del DaisyNews dell’Istituto Margherita di Bari presentano…
Niente è più come prima…
! e r a r e p u c e r ò u p i s O T T U T Ma
Storia di Amatrice Le origini della città risalgono al Medioevo; l’area circostante, detta Conca di Amatrice, si trovava in una posizione geografica favorevole, lungo la via Salaria. Nel VI secolo queste terre vennero annesse al Ducato di Spoleto, che ne mantenne il possesso fino al 961. Alcuni documenti medievali citano per la prima volta nel 1012 la località di Amatrice (Matrice); verso la metà del XIII secolo, al tempo del re Manfredi di Sicilia, Amatrice entrò a far parte del Regno di Napoli. Nelle lotte tra Svevi e Angioini la città rimase fedele ai primi e, quando passò sotto il dominio francese, mostrò una tendenza all’autonomia: nel 1271 e nel 1274 Carlo d’Angiò dovette fermare la resistenza degli Amatriciani. Successivamente nacque il comune di Amatrice, autonomo dal potere centrale, che nello stesso periodo estese il proprio dominio nell’area e sui castelli circostanti. Durante la lotta tra Angioini e Aragonesi la città sostenne gli Spagnoli, ma nel 1529, dopo un’eroica resistenza, venne riconquistata da Carlo V. Nel 1693 Amatrice fu acquisita per 28.000 ducati da Vittoria Montefeltro della Rovere, pronipote di Isabella Vitelli, vedova del Granduca Ferdinando II de' Medici di Firenze, che la conservarono fino al 1737. Verso la fine del XVIII secolo e per tutto l’Ottocento il territorio fu soggetto al brigantaggio, che andò aumentando con l’Unità d’Italia, quando Amatrice fu inserita nell’Abruzzo aquilano; più tardi, nel 1927, essa entrò a far parte del Lazio.
Le Tradizioni : i Ma-Trù
Il gruppo folkloristico Ma-Trù nasce ad Amatrice nel 1989 per proporre forme espressive vere e vive della tradizione. I balli, le musiche ed i canti sono autenticamente folcloristici, nel senso che vengono riproposti nelle loro forme originali grazie alla continuità della tradizione. Gli strumenti usati sono la zampogna, l’organetto a due bassi e il tamburello; gli abiti usati sono una fedele ricostruzione di quelli dipinti dal pittore Bartolomeo Pinelli tra il 1820 e il 1830. Oggi il gruppo Ma-Trù è membro del CIOFF (Conseil International des Organisations de Festivals de Folklore et d’Arts Traditionnels); inoltre ha preso parte ad alcune trasmissioni televisive.
Monumenti Amatrice è sempre stata conosciuta, oltre che per il piatto tipico, l’Amatriciana, per alcuni monumenti quali le chiese di S. Agostino e di S. Francesco, la Torre Civica e il cinema-teatro Garibaldi. Dopo i recenti terremoti, su tutto il territorio nazionale si contano più di 290 edifici storici distrutti o danneggiati; gran parte di essi si trovano, o trovavano, presso Amatrice. I danni più rilevanti hanno interessato soprattutto le chiese di S. Agostino e di S. Francesco, le cui facciate si sono spezzate. Sono completamente crollati il Museo Civico e la Porta Carbonara. Per quanto riguarda i comuni limitrofi sono andate distrutte le porte di Accumoli e Arquata del Tronto; nell’intera provincia di Macerata chiese e monasteri hanno subito danni. Ancora, la Basilica di Norcia ha subito ingenti danni e ad Urbino sono state notate crepe nel Duomo.
Sant’Agostino La chiesa di Sant’Agostino fu edificata nel 1428 da monaci agostiniani. Inizialmente intitolata a San Nicola da Bari, fu dedicata all’attuale Santo Patrono solo nel XVIII secolo. Nel corso della sua storia ha subito diversi danni: nel 1580 e nel 1781 alcuni incendi rovinarono l’abside e gli interni; inoltre nel 1845 la volta della chiesa, a rischio crollo, venne abbattuta e per ben tre volte (nel 1825, nel 1854 e nel XX secolo) la torre campanaria fu ricostruita dopo diverse devastazioni.
San Francesco
La chiesa di San Francesco fu costruita fra il XIV ed il XV da monaci francescani. Inizialmente dedicata alla Santa Maria Vergine, fu edificata secondo le forme e le caratteristiche del Trecento.
San Benedetto da Norcia
Fu costruita sulle case dei Santi Benedetto e Scolastica. Nell’impianto, risalente al XIII secolo, si notava la struttura romana soprattutto nell’area della cripta; è crollata a seguito del terremoto che ha travolto il Centro Italia il 24 Agosto scorso.
Il Terremoto Il 24 Agosto scorso Amatrice è stata colpita da un terremoto molto forte, che ha coinvolto il Centro Italia. Il sisma è iniziato alle 3.36 del mattino, con magnitudo 6; la notte esso ha raggiunto una magnitudo variabile tra 5.1 e 5.3. Già il giorno dopo si contavano più di 240 vittime solo tra Accumoli, Amatrice e Pescara del Tronto. Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha dichiarato che il terremoto che si è verificato ad Amatrice e nei paesi vicini è paragonabile al terremoto che colpì l’Aquila sette anni fa. Le cause del terremoto non sono certe, ma si è pensato che le scosse della notte del 24 Agosto siano state l’apice di uno sciame sismico che aveva colpito diverse zone nel nostro Paese, dall’Emilia Romagna alla Sicilia. La zona colpita dalle scosse rientra nella fascia che corre lungo l’asse della catena appenninica. Queste zone presentano montagne costruite da rocce di origine torbidica, cioè composte da materiale simile alla sabbia.
Le scale Mercalli e Richter La scala Mercalli, dal nome dell’omonimo sismologo italiano, classifica l’intensità di un terremoto in base ai suoi effetti visibili sulle costruzioni. Il grado massimo, il 12° in base agli aggiornamenti fatti da due studiosi americani per adattare la scala ai sistemi californiani, prevede la totale distruzione di ogni opera umana. La scala Richter, ideata dal fisico e sismologo statunitense Charles Francis Richter, classifica la magnitudo dei terremoti. A differenza della scala Mercalli consente di conoscere la quantità di energia liberata dalla scossa e la sua distruttività e misura la magnitudo locale, ottenuta dall’ampiezza massima delle oscillazioni registrate. Ha come punto di partenza il grado zero e il massimo valore registrato è stato di magnitudo 8.6 (9 Marzo 1957, Isole Andreanof, tra Russia e Stati Uniti).
Le cause dei terremoti nel Centro-Italia
Il territorio italiano si trova su una micro-placca tettonica chiamata “adriatica” che coincide a Ovest con la dorsale appenninica, si spinge a Nord sulle Alpi Orientali e poi ridiscende verso Sud, lungo i Balcani e la Grecia Occidentale. La placca adriatica e la placca tirrenica si stanno allontanando lentamente a causa della rotazione di blocchi geologici, con una velocità di 3-5 mm per anno: potrebbe sembrare un dato di scarsa importanza ma, se teniamo conto dei tempi geologici, dopo 100 o 200 anni i millimetri sono diventati metri. C’è abbastanza energia lungo le faglie dell’Appennino per farle muovere: queste resistono fino a che possono e poi devono sbloccarsi, scattano e provocano un terremoto. Il terremoto che ha distrutto l’Italia centrale il 24 Agosto 2016 è stato di tipo ESTENSIONALE, cioè dovuto allo stiramento della crosta terrestre nella zona dell’Appennino. A causa delle caratteristiche geologiche della crosta terrestre, che sono molto eterogenee nelle aree interessate dal sisma, anziché rompersi per tratti lunghi in un momento unico, la crosta si rompe periodicamente in segmenti di faglia differenti. Ma un terremoto è prevedibile?
La faglia In seguito ai movimenti cui sono stati sottoposti gli Appennini, in particolare in seguito all’innalzamento del gruppo del Gran Sasso a sud, si è venuta a formare una lunga frattura, ossia una faglia.
Il terremoto è prevedibile? L’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) dispone di 350 stazioni sismiche dislocate su tutto il territorio italiano; esse costituiscono la Rete Sismica Nazionale. Le stazioni monitorano i movimenti del suolo in maniera molto precisa. Oltre al monitoraggio con le stazioni sul territorio, altri dati vengono raccolti dai satelliti e dalle postazioni GPS. Questi satelliti usano la tecnica dell’Interferometria Differenziale, che permette di confrontare le immagini radar prima e dopo il sisma; grazie ai satelliti COSMO-SKYMED è possibile individuare fenomeni come frane o faglie.
Tecniche antisismiche Sin dai tempi antichi l’Italia è sempre stata un paese poco attento alla prevenzione sismica così da riuscire ad evitare le catastrofi ambientali, nella speranza di una vita più tranquilla e serena. Questo lo possiamo capire anche dai danni provocati dai recenti terremoti verificatisi nel Centro Italia, zona con una pericolosità sismica molto elevata. Le soluzioni più efficaci per risolvere o diminuire i danni sono le regole antisismiche, di cui un esempio è il Regolamento antisismico Borbonico del XVIII secolo ; in Italia il patrimonio storico architettonico non è stato costruito secondo queste norme.
La prevenzione antisismica
La prevenzione edilizia antisismica consiste nella realizzazione di misure precauzionali in previsione di un eventuale terremoto: •
verifica della stabilità delle vie di comunicazione usando nuove tecniche di isolamento sismico (controllo passivo delle vibrazioni);
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controllo della completa operatività dei soccorsi. In passato questo controllo non è stato fatto, come nel caso dei terremoti di Assam-Tibet nel 1950 e in Cile nel 1960: nel primo caso il sisma ha causato gravi frane e inondazioni; nel secondo caso uno tsunami. Il controllo dell’operatività dei soccorsi viene effettuata attraverso la simulazione di un terremoto di magnitudo 6.4; sul nostro territorio sono previste diverse scene di operatività, in cui intervengono vigili del fuoco ed è coinvolta la popolazione, coordinata dalla Protezione Civile;
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ricostruzione degli edifici distrutti dal terremoto secondo misure antisismiche. In tal caso il criterio costruttivo più efficace per assicurare la resistenza alle scosse ondulatorie è quello di formare un telaio in cemento armato, che offre maggiore resistenza al fuoco: nel caso di un terremoto, infatti, possono scoppiare incendi, come a San Francisco nel 1906 e a Tokyo nel 1924; inoltre va limitata l’altezza delle strutture, si costruiscono strade più ampie, si isolano le condutture;
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Le nuove costruzioni devono garantire la sicurezza dei loro occupanti, incrementando la resistenza e la flessibilità della struttura: ad esempio si installa nelle fondamenta un “isolatore sismico”, come intermediario tra suolo e struttura, per contrastare gli effetti del terremoto.
La terra cruda: un materiale antisismico
Le tecniche “antisismiche" del passato potrebbero fornire una risposta al tentativo di progettare costruzioni antisismiche utilizzando i materiali offerti dalla terra cruda. L’idea, ora ancora in fase di sviluppo esplorativo e a livello di ricerca universitaria (Milano, Brescia, Trento e Firenze), è realizzare strutture di tamponamento “massive" con materiale a basso impatto ambientale. Esse, grazie alla maggiore duttilità, avrebbero un comportamento adeguato in caso di sollecitazioni sismiche. Con quest’obiettivo si è deciso di mettere a punto tecniche innovative che impiegano la terra cruda come materiale per la realizzazione di murature di tamponamento dei sistemi intelaiati primari. La scelta di utilizzare mattoni in terra cruda in edilizia assieme a materiali da costruzione ritenuti più idonei e nobili cui affidare l’azione resistente primaria (acciaio, cemento armato, legno), è indicata dalla debolezza meccanica del materiale che, di fatto, consentirebbe solo la realizzazione di strutture in terra “non stabilizzata” fino a uno o due piani al massimo, per le quali la problematica sismica non causerebbe grossi danni. Nonostante la terra cruda rappresenti un materiale da costruzione sostenibile e di tradizione antichissima, è spesso associata a un’idea di arretratezza e di provvisorietà. Al contrario, fa parte del patrimonio architettonico di gran parte delle costruzioni in Europa e nel mondo. Nel rispetto del principio di eco-sostenibilità, la terra cruda potrebbe rappresentare una risposta interessante alla richiesta di soluzioni per tamponamenti con funzione antisismica.
Il regolamento antisismico Borbonico
Le prime norme antisismiche furono scritte nel regolamento europeo del 1785, adottato nel regno di Ferdinando IV di Borbone dopo il sisma del 1783 che distrusse intere città tra Sicilia e Calabria. Tra le regole principali : 1) conoscere la sismicità di un territorio per poter adattare le costruzioni; 2) costruire delle strade molto larghe (10-13 metri per le strade principali e 6-8 metri per le strade secondarie); 3) costruire piazze maggiori, per i mercati, e piazze minori. Numero e dimensioni delle piazze dovevano essere calcolate in base al numero degli abitanti della città ed essere pensate per fungere da rifugio in caso di emergenza; 4) i fabbricati, per sicurezza, non potevano essere più alti di due piani: 5) costruire una gabbia in legno (casa baraccata) in tutte le strutture portanti degli edifici, in modo tale da collegare i mattoni e fungere da armatura interna in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche. Soluzioni simili alla “casa baraccata” sono state adottate anche in Turchia: le “himis”, tipiche costruzioni locali in terra argillosa e struttura lignea, nel terremoto del 1999 rimasero in piedi a differenza di molte costruzioni in cemento armato. Il CNR, nel 2013, al convegno H.Ea.R.T. (Historic Earthquake-Resistant Timber Frames in the Mediterranean Area), ha dimostrato che il sistema costruttivo della casa baraccata può resistere a terremoti di una certa rilevanza mediante la realizzazione di una muratura rinforzata da un’intelaiatura lignea, secondo il sistema costruttivo settecentesco. Dopo una serie di test e fatte le dovute verifiche è stato decretato che questa tecnologia, con dettagli costruttivi moderni, può essere applicata alle nuove costruzioni.
…dunque πάντα ῥεῖ, “tutto scorre”: niente può tornare esattamente come prima, ma tutto si può riportare a nuova vita. Il terremoto dell’agosto 2016 ha portato alla luce anche un aspetto umano fondamentale: la solidarietà. Vi lasciamo ora al video “La macchina della solidarietà”: per goderne appieno, cliccate sul tasto del volume in basso a destra per interrompere la riproduzione audio della presentazione… La musica cambierà!
La macchina della solidarietĂ
Sitografia www.architetturaecosostenibile.it/materiali/laterizi-terra-cruda/edilizia-antisismica-terra-cruda-tamponamenti-490/ http://www.edilportale.com/news/2016/08/sicurezza/antisismica-la-casa-baraccata-di-epoca-borbonica-può-ancora-salvare-molte-vite_53539_22.h tml http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/italia/836847/terremoto-di-magnitudo-3-8-ad-amatrice.html http://aulascienze.scuola.zanichelli.it/come-te-lo-spiego/2016/09/12/terremoto-di-amatrice-cosa-sappiamo-dalla-scienza/ http://www.focus.it/scienza/scienze/terremoto-rieti-peugia-centro-italia http://www.treccani.it/enciclopedia/costruzioni-antisismiche/ http://www.lastampa.it/2017/01/26/italia/cronache/dodici-scosse-di-terremoto-nella-notte-colpiscono-ancora-amatrice-e-labruzzo-JG4bNUALAD0EG TyXBFaEqO/pagina.html http://www.lastampa.it/2016/08/24/italia/cronache/terremoto-nel-reatino-la-diretta-5oqtK5GbOeWxjcMyk9cN3J/pagina.html http://www.comune.amatrice.rieti.it/chiesa-di-s-francesco/ http://www.amatriceturismo.it/la-citta-in-virtual-tour/luoghi-di-culto/chiesa-di-sant-agostino/ https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Benedetto http://www.amatricenews.it/storia.asp http://www.comune.amatrice.rieti.it/folclore-e-tradizioni/ http://www.ilpost.it/2016/08/24/terremoto-amatrice-accumoli-foto-2/ http://www.corriere.it/reportages/cronache/2016/prima-dopo-terremoto-amatrice/ http://www.scinardo.it/terremoto-croce-rossa-presente-territorio-colpito/ http://cripr.weebly.com/news/terremoto-centro-italia-voglio-aiutare-posso-aiutare http://www.meteoweb.eu/2016/09/terremoto-un-mese-fa-la-distruzione-oggi-via-le-tende-ad-amatrice/751281/ https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_del_Centro_Italia_del_2016 http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/terremoto-soccorsi-1.2454620 Â
Ringraziamenti
Il lavoro qui svolto nasce dall’attività di ricerca di noi giornalisti del DaisyNews dell’Istituto Margherita di Bari, supervisionati dalle Professoresse Daniela Agostinelli, Katia Colosimo e Valentina Simone. Dobbiamo ringraziare il Prof. Giuseppe D’Addosio, che abbiamo potuto intervistare e che ci ha illustrato i numerosi aspetti storici e tecnici legati all’edilizia antisismica, e la Preside dell’Istituto, Prof.ssa Sr. Francesca Bortolazzo, per aver permesso che tutto ciò si realizzasse. Ma soprattutto grazie a Giornalisti Nell’Erba per questa nuova avventura!
Hanno collaborato: Bahadoor Bryan Cardone Marila Carmosino Roberto Ciani Sofia Contursi Cosimo Di Leo Elisabetta Dipalo Maria Cristina Ficarella Noemi Lamonaca Federico Montaruli Jelena Rubino Claudia Sgaramella Dario Sorge Elisabetta Vernoia Annamaria