I geyser

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I Geyser Introduzione Vorrei prima di tutto chiarire che la storia che sto per raccontarvi parla di come sarebbe stato il nostro mondo se l’unica fonte di energia conosciuta fossero stati gli idrocarburi. Vorrei poi ringraziare la persona che mi ha più di altre avvicinato al mondo dell’ambientalismo (a cui è anche ispirato un personaggio) e ovviamente “Dragoncello e Mirtillo”.

Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 1 Dicembre Era il primo anno in assoluto che il liceo Ogólnokształcące di Reykjavik rimaneva aperto nel mese di Dicembre. In questo periodo generalmente ci si rintanava in casa, nascondendosi sotto le coperte sorseggiando bevande calde, a vedere dalle finestre lievemente appannate, la neve cadere copiosamente e rivestire tutto di un candido manto bianco fino a dove giungeva l’occhio. Almeno questo era quello che succedeva qualche anno fa, a poco a poco, con il passare del tempo c’era sempre stato meno bisogno di coperte e bevande calde, e la neve cadeva sempre meno. Quest’anno addirittura vi era stata una sola nevicata che si era esaurita nel giro di tre giorni permettendo alla scuola di rimanere aperta. I residui di quella breve tormenta si potevano ancora vedere sui bordi della strada, che mischiandosi con la terra, la polvere e lo smog si trasformavano in poltiglia grigiastra. Al contrario della neve, le macchine erano aumentate vertiginosamente, il problema era il grande incremento della popolazione, dovuto al trasferimento in Islanda di molte persone che sfuggivano all’avanzamento del deserto. Alcuni sostenevano che fossero proprio le macchine a causare questo “avanzamento del deserto”, ma la stragrande maggioranza riteneva che fosse tutta una bufala diffusa dai migranti che volevano trasferirsi nel nord Europa in cerca di migliori opportunità economiche (legate alla grande quantità di petrolio nel mare del nord). Rag era semplicemente agnostico nei confronti del problema; certo non era felice di dover andare a scuola in Dicembre, e riteneva strano che il numero di alunni nella sua classe fosse così aumentato nel corso degli anni, ma in realtà il problema non lo toccava più di tanto. Come la maggior parte dei ragazzi della sua età studiava scienze applicate, indirizzo che lo avrebbe quasi sicuramente portato a lavorare in un’azienda petrolifera locale che gli avrebbe portato un buon stipendio. Da quando anche l’Islanda si era lanciata in quella che era stata definita la conquista del mare del Nord, la sua economia era cresciuta, portandola a diventare una delle maggiori venditrici di petrolio nel mondo intero, la Scandinavia competeva con gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi. Nel giro di cinque anni la corona islandese era diventata più forte dell’euro e l’Islanda si presentava come una terra promessa per gli abitanti del centro e sud Europa, dove le risorse petrolifere scarseggiavano. Tutta l’economia nord europea si basava sul petrolio, fonte di energia apparentemente perfetta, che diventava pericoloso solo nel caso in cui le petrolifere fossero affondate, ma rispetto a questo la gente preferiva chiudere un occhio e godere della ricchezza che il petrolio aveva portato. Rag non era un ragazzo stupido, ma gli era stato insegnato a non porsi domande qualora esse fossero state scomode e ciò aveva fatto, in questo modo la sua vita era trascorsa serena, senza problemi, fino a quel dicembre, quando cominciò a farsi domande. Era lunedì, come al solito si era alzato, aveva indossato la sua divisa e si era diretto alla sua scuola, evitando le pozzanghere di poltiglia nevosa ai lati della strada. Era stata con sua grande gioia che aveva scoperto che per il resto dell’anno il professore di scienze sarebbe cambiato a causa di un misterioso viaggio nel mare del nord di tipo puramente scientifico intrapreso dal suo vecchio professore. In realtà Rag non avrebbe provato alcun che per quel professore che conduceva la sua esistenza come tutti gli altri, se non fosse stato che palesava in modo assurdo la sua vicinanza alle compagnie petrolifere (che sembrava finanziassero in parte la scuola). Fu per questo che Rag fu molto deluso quando vide la nuova professoressa scrivere a caratteri chiari sulla lavagna “le energie”. Era rimasto molto colpito dalla supplente che si presentava come una donna decisa e Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


appassionata al suo lavoro, ma appena lesse la scritta in gesso si abbatté molto, lo aspettava un’altra ramanzina su come tutte le comodità a cui abbiamo accesso nei nostri giorni siano in realtà frutto del petrolio, a noi gentilmente offerto da per un esiguo prezzo dalle benevole compagnie petrolifere. Già aveva temperato la matita per creare una delle sue grandiose opere d’arte da banco quando, tendendo l’orecchio, non sentì elogi sulla generosità dell’industria del petrolio, anzi, in breve capì che la professoressa era una di quegli esaltati che credeva il mondo stesse per finire a causa dello smog … Forse però non era un’esaltata … Anzi era molto convincente, tanto che Rag posò la matita e prestò ascolto alla lezione, per una volta . Scoprì che la professoressa non era per niente dalla parte delle compagnie petrolifere e per qualche ragione questo lo rasserenò. Ultimamente giravano voci sull’industria del petrolio che corrompeva professori, pubblici ufficiali, cariche politiche, e Rag si sentì molto rassicurato nello scoprire che la supplente, oltre ad essere determinata era anche integra. Nei giorni seguenti attendeva con gioia le lezioni di scienze, amava ascoltare le parole appassionate dell’insegnante, ma era ancora passivo, ancora una volta stava prendendo per giuste a priori le parole che gli venivano dette e per questo rimase sbigottito nello scoprire quali erano i compiti per il fine settimana: una relazione in cui si proponevano soluzioni per la grave situazione ambientale. Sul momento non gli sembrò un gran problema, annotò le istruzioni sul diario e aspettò il trillo della campanella. Quando fu a casa però, la situazione cambiò drasticamente. Il foglio bianco sulla sua scrivania sembrava un oceano e lui non aveva nulla a cui aggrapparsi. Non sapeva che pesci prendere, nessuno gli aveva mai detto nulla su come risolvere un problema che per lui, fino a una settimana e mezzo fa, non esisteva. Si arrabbiò con la professoressa, per avergli assegnato un compito che non avrebbe potuto svolgere in nessun modo, come poteva senza conoscere alcuna risposta al problema?! Continuava a osservare il foglio che non gli diceva nulla, continuò a spremersi le meningi invano, fino a che non lasciò stare. Il giorno seguente era deciso ad affrontare l’insegnante, era forse la prima volta che parlava ad un professore senza essere separati da un banco o da una cattedra, non voleva neanche aspettare l’inizio delle lezioni; si diresse a gran passi alla sala dei professori e trovò la supplente a bere un caffè. Quando incrociò lo sguardo della professoressa, tutta la sua determinazione sembrò svanire, era impaurito, si vergognava, mai si era comportato in questo modo… Forse era giusto tornare indietro, si, la porta non era neanche distante, magari non lo aveva neanche riconosciuto e quell’evento sarebbe svanito nella memoria di tutti. Stava per girarsi quando la professoressa lo chiamò. Si sentì agitare moltissimo e rimase paralizzato per alcuni istanti, poi ritrovò un briciolo di coraggio e riuscì a tirar fuori qualche parola: ‐Buon giorno … Mi chiedevo … Mi chiedevo come potevamo svolgere un compito come quello che lei ci ha assegnato … Intendo dire che nessuno ci ha mai parlato di cose del genere … Come possiamo trovare soluzioni? ‐ probabilmente la professoressa non capì immediatamente il problema, rimase con un’espressione perplessa per un tempo che a Rag sembrò infinito e poi rispose con il suo normale tono : ‐ forse ti stai ponendo le domande sbagliate‐ e tornò a bere il suo caffè. Rag allora capì che la conversazione era terminata e in realtà non si sentiva affatto soddisfatto. Cosa intendeva dire la professoressa? Il resto della giornata trascorse normalmente e Rag fu a casa prima che se ne accorgesse. Entrò in camera sua e il foglio era ancora lì ad aspettarlo. La mattina seguente decise di andare a vedere i geyser. Lo aiutava sempre starsene la da solo a vedere le colonne di vapore esplodere dalla terra e sparire ad intervalli regolari. Lo aiutava a sfogarsi, era Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


come se la natura partecipasse alla sua agitazione. Era una bella giornata, il cielo era limpido, il sole brillava anche se sembrava lontano; a Rag piaceva passare le poche ore di sole che l’inverno concedeva li, quel posto lo faceva sempre sentire a suo agio. Si sdraiò sul terreno roccioso, a distanza di sicurezza ma non troppo da non poter più ammirare la maestosità dei geyser. Iniziò a pensare, a quello che la professoressa gli aveva chiesto, a che scrivere sul suo foglio bianco che rimaneva a casa. Poi un geyser eruttò e la colonna di vapore che si alzò era così alta che forse era uno di quegli eventi che capitava una volta ogni cinque anni, ma per Rag fu meraviglioso, unico. Quell’eruzione lo ispirò, capì che il suo problema non era che si poneva le domande sbagliate, ma proprio che non si poneva domande! Capì che ciò che gli stava chiedendo la professoressa non era come salvare direttamente il mondo, ma come sostituire il petrolio, e in quello il geyser fu più utile di quanto lo stesso Rag si aspettasse. Al liceo aveva studiato come funzionavano le centrali elettriche, praticamente veniva bruciato il petrolio (con un grandissimo spreco di materiali) e veniva fatta bollire l’acqua che evaporando faceva funzionare turbine elettriche che producevano elettricità. Cosa c’era di diverso se il vapore invece di provenire da un pentolone gigante nasceva dalla terra? Certo, non si poteva alimentare un’automobile con il vapore dei geyser, ma sicuramente era meglio che consegnare un foglio bianco e quindi si diresse a casa che era già l’imbrunire, e aveva cominciato a porsi nuove domande. Il foglio non gli faceva più paura e in breve si riempì di parole. Il giorno della consegna si sentiva molto agitato, aveva paura che avesse scritto una sciocchezza, ma aveva dato uno sguardo a quelle degli altri e alcune erano addirittura peggiori della sua, la maggior parte proponeva un ritorno alla vita senza elettricità o ad abbandonare le macchine, altri addirittura negavano l’esistenza di un problema del genere; risposte che non convincevano affatto Rag, infondo la sua relazione era almeno verosimile anche se forse troppo originale … Tutto ciò però non alleviò la sua agitazione, e quando consegnò il suo lavoro pensò che tutti lo avrebbero ritenuto pazzo. Quando tornò a casa però la sua idea continuava ad assillarlo e non poteva non fare a meno di pensare che in fondo non era una soluzione tanto male, anche se forse molto innovativa … Cominciò a chiedersi se le centrali alimentate dai geyser sarebbero mai esistite e se avessero funzionato. L’unico modo per scoprirlo era quello di sperimentarlo, ma come sarebbe mai riuscito ad avere il permesso di posizionare una turbina su un geyser? E anche se ci fosse riuscito, dove si sarebbe procurato una turbina, se i fabbricatori traevano più guadagno nel mandare avanti l’industria petrolifera? Eppure era così curioso … Non aveva mai provato tanto interesse per qualcosa come in quel momento, e anche se gli ostacoli erano molti voleva provarci lo stesso. E si sarebbe costruito una turbina da solo se fosse stato necessario! Poi contenne il suo entusiasmo e realizzò che ciò che stava pensando era impossibile. Però non poteva lasciar perdere … Si sentiva molto combattuto, e decise che avrebbe aspettato la restituzione delle relazioni e il parere della professoressa. Era ormai metà dicembre e Rag si era convinto che quello che aveva pensato un paio di settimane prima erano tutte stupidaggini quando la supplente tornò con le relazioni. Si disse stupita di quanto fossero sciocche la maggior parte delle relazioni e che non era soddisfatta per niente. Rag si vergognò molto mentre la professoressa parlava ed era sicuro che la professoressa si riferisse al suo lavoro, come aveva fatto a consegnare una simile relazione? Aspettava con angoscia il suo nome e quando lo sentì pronunciare si diresse a capo chino alla Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


cattedra pronto a sentirsi deridere dalla professoressa e da tutti i suoi compagni. Quando lesse il voto sulla sua scheda non poteva crederci, era fantastico! Forse nessuno avrebbe pensato che fosse pazzo, aveva preso un buon voto e il commento della professoressa era ancora migliore. Si sentì molto rincuorato e rivalutò le sue idee di qualche settimana fa. Era felice che fosse andato bene e seguì con interesse la lezione. Quando suonò la campanella la supplente lo trattene qualche minuto prima di uscire e gli disse che le sue idee erano davvero buone e che non doveva arrendersi. Questo commento lo soddisfò di più del voto in sé. Significava che qualcuno non solo non lo pensava pazzo, ma che credeva nelle sue soluzioni! Tornato a casa comunicò ai suoi genitori solo il voto, non voleva farli partecipi dei suoi pensieri dato che lavoravano entrambi nel settore petrolifero e avrebbero semplicemente pensato che era l’euforia da adolescente a farlo parlare. Si diresse in camera, prese la matita, un foglio bianco cercando di immaginare come fosse fatta una turbina. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 2 gennaio Passarono le vacanze invernali che Rag aveva passato progettando turbine di ogni tipo e forma che avrebbero dovuto teoricamente produrre energia elettrica dal vapore dei geyser. Álfdís e Costa erano secondo Rag i ragazzi migliori della scuola, sicuramente erano quelli che lui stimava di più ed erano i suoi migliori amici: la prima era un’islandese pura, deducibile dal suo aspetto molto scandinavo e dal suo stesso nome, i suoi genitori erano i pezzi grossi di una compagnia petrolifera ed erano quindi molto ricca, praticamente li detestava, pensava che fossero degli sciocchi con la testa troppo chiusa sui soldi per vedere i veri problemi, in particolare non riusciva a sopportare l’idea che i suoi genitori avessero già deciso la sua strada senza considerarla minimamente, volevano che diventasse un’imprenditrice (o qualcosa del genere), e per questo non aveva esitato nel rinnegare il petrolio che le dava la possibilità di avere scarpe firmate (anche se cercava in ogni modo di non ostentare la sua ricchezza) accogliendo l’idea della professoressa; Costa invece era figlio di due immigrati greci, suo padre lavorava in una fabbrica e la madre insegnava in un asilo, lui aveva sicuramente un rapporto molto più sereno con i suoi genitori che lo incoraggiavano molto nelle sue ambizioni e per sostenerlo compievano sacrifici davvero importanti. Rag aveva un rapporto speciale con loro, non era amicizia, era di più, molto di più. Condividevano tutto, nel bene e nel male. Era la prima volta che Rag gli nascondeva qualcosa, si sentiva ancora molto insicuro rispetto alla sua idea e non voleva deluderli, non voleva che pensassero che era fuori di testa a voler realizzare una turbina e sperimentarla su un geyser … Magari avrebbero anche condiviso la sua idea ma se non l’avessero fatto lo avrebbero ritenuto un tipo impulsivo, senza ragione e che si era lasciato trasportare dalle parole di una professoressa con idee un po’ troppo innovative. In più Costa non era molto sicuro che il petrolio fosse la vera causa dei cambiamenti climatici e sentendolo avrebbe pensato che la storia dei geyser fosse tutta una complicazione rispetto alle classiche centrali. Per queste ragioni decise di non condividere con loro il suo progetto, almeno fin quando non avesse avuto delle risposte concrete. L’inizio della scuola comunque lo distrasse dal suo progetto che rimase nel cassetto fino alla metà di gennaio, quando gli si presentò un’opportunità che non poteva in alcun modo sprecare. La visita annuale alla centrale elettrica di Akureyri. Era una gita che avveniva normalmente ogni anno: una classe per volta faceva un giro guidato del museo annesso alla centrale, vedevano un video su “quanto fosse bello lavorare in centrale” (probabilmente il nome era un altro ma Rag e i suoi compagni di classe lo ricordavano così) e poi si tornava a scuola a fare una relazione uguale tutti gli anni. Non era mai stato entusiasmato da questo tipo di gita e aveva anche finto di sentirsi male una volta, ma nulla aveva impedito che la visita fosse interrotta in alcun modo. Quest’anno però era diverso, aveva una ragione vera per dirigersi in quella centrale e la visita scolastica era il suo biglietto di entrata. In realtà agli alunni non era permesso accedere all’impianto turbine o al centro di controllo, ma forse quest’anno sarebbe stato diverso dato che erano più grandi e i professori erano cambiati … Rag non si illudeva che tutto ciò sarebbe mai accaduto ma lo sperava con tutto il cuore. Venne così il giorno della visita, era molto agitato dentro di se ma cercava di non mostrarlo agli altri dato che voleva sembrare il più normale possibile. Molto fortunatamente gli assenti erano meno del previsto e quindi magari nessuno si sarebbe accorto che si era allontanato. Il piano Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


infatti era quello di aspettare il momento adatto in cui il professore si fosse distratto e solo in quel momento sarebbe tornato molto cautamente indietro fino a che non avesse trovato l’ingresso alla centrale vera e propria. Se qualcuno all’interno della centrale si fosse accorto che era un semplice studente per lui sarebbe stata la fine, ma sperava che lo scambiassero per una giovane guida o per un tirocinante, e se tutto fosse andato come doveva avrebbe visitato la turbina e sarebbe tornato al suo gruppo per la metà del video. Una volta varcati i cancelli della centrale e sceso dall’autobus sentì una voce chiamarlo. Era Costa, lo salutava da lontano muovendo freneticamente il braccio. Per un attimo aveva temuto che qualche professore fosse in qualche modo oscuro venuto a coscienza dei suoi piani e che volesse sospenderlo per sempre dalla scuola. Questo lo fece tornare con i piedi per terra, cosa sarebbe successo se fosse stato scoperto? D’un tratto il suo piano gli sembrò una pazzia, troppo rischioso, tremava solo al pensiero che mai qualcuno avesse scoperto cosa aveva intenzione di fare. Seguì quindi normalmente la visita senza provare ad allontanarsi neanche per un istante dalla classe, anche quando la placidità e la vecchiaia del professore di italiano glielo avrebbero permesso in più di un’occasione. La visita al museo fu terribile, Rag non vedeva l’ora che tutto ciò finisse, si sentiva quasi osservato, voleva solo tornare in classe e scrivere la sua relazione come aveva fatto normalmente tutti gli anni. La sua angoscia durò fino a quando la guida non disse delle parole che cambiarono radicalmente la sua situazione : ‐ … Pensate che ai giorni d’oggi c’è chi sostiene che il petrolio, da cui ricaviamo l’energia con cui si possono fare così tante cose buone, sia causa del riscaldamento globale! Cosa che come tutti noi sappiamo non esiste.‐ Tutta la sua angoscia si tramutò improvvisamente in un misto di determinazione e coraggio, forse era impazzito veramente, ma si era sentito talmente offeso da quell’affermazione che non gli importava più se gli altri pensavano o meno che fosse folle. Sapeva che aveva ragione, tutto combaciava e se solo fossero stati compiuti studi più approfonditi sarebbe stato lampante che gli idrocarburi erano la causa del riscaldamento globale, come lo chiamava quella sciocca guida. Era quindi suo dovere lottare perché crollasse l’egemonia energetica del petrolio, causa di tanti mali, e se la sua nuova idea di centrale poteva in qualche modo aiutare era suo dovere portarla avanti. Tutte queste idee scoppiarono nella testa di Rag e subito dopo si rese conto che tutta quell’ansia gli aveva fatto perdere un sacco di tempo e che doveva agire in fretta: di allontanarsi in una sala grande come quella in cui si trovavano non se ne parlava, doveva inventarsi qualcosa, e doveva farlo velocemente, fece mente locale e quello che gli saltò in mente fu quando un paio di anni fa aveva finto di sentirsi male. Si avvicinò al professore con espressione mesta :‐ scusi professore, non mi sento proprio in forma, dovrei andare al bagno… Molto urgentemente.‐ il nuovo professore, che non sapeva della storia di due anni fa esclamò preoccupato :‐ Ovviamente! Va e sbrigati che altrimenti ti perderai il video, sarebbe un vero peccato … ‐ e lo congedò una pacca sulla schiena –Certamente … Un vero peccato … ‐ disse Rag che in breve si trovava già nell’altra stanza. Qui tirò un sospiro di sollievo, ma si poneva già un nuovo problema: come avrebbe trovato le turbine? Aveva un’idea in realtà, entrando aveva notato una porta con la scritta “solo per gli addetti” e si diresse subito li. Forzò un po’ la porta, ma scoprì che era aperta e che nascondeva un semplice sgabuzzino per le scope. Si sentì molto demoralizzato, come se fosse privato di qualcosa di cui aveva davvero bisogno, entrò nello sgabuzzino e guardò fuori dalla finestra, unica fonte di Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


luce nella stanza. Da lì vide non troppo distanti delle colonne di vapore sbucare da dietro una struttura distante una ventina di metri dal museo, dovevano essere le turbine! E cosa ancora migliore, sull’altro palazzo si poteva vedere una finestra aperta! Rag uscì dalla finestra dello sgabuzzino, percorse velocemente la distanza che c’era fra lui e l’altra finestra e con un salto abbastanza goffo si introdusse in quello che era effettivamente un bagno. Da lì fu facile orientarsi, vi erano vari cartelli che indicavano la strada per raggiungere il cuore della centrale ed erano praticamente vuoti, un paio di volte incontrò qualche operaio che passava, ma sembravano piuttosto indaffarati e nessuno gli diede problemi. Un uomo alto e dalla barba scura lo fermò e gli iniziò a parlare in modo alquanto brusco sul fatto che non dovesse gironzolare lì intorno, e per un attimo temette il peggio, ma quando gli disse di tornare nel suo ufficio capì che l’uomo lo aveva scambiato per un tirocinante, si scusò molto e continuò in fretta per la sua strada. Finalmente raggiunse il suo obiettivo, il corridoio si concludeva con una grande porta di vetro molto spesso e dall’aspetto stranamente resistente. Bisognava avere un badge per aprirla, ma per lo scopo di Rag era sufficiente osservare da dietro la porta di vetro. Come aveva studiato il vapore azionava delle turbine, ma mai nessuno gli aveva spiegato cosa fossero le turbine o come funzionassero in realtà. Ora era evidente: sostanzialmente la pressione del vapore faceva girare una gigantesca ruota di metallo (che probabilmente era la turbina) che era collegata all’alternatore e che trasformava l’energia cinetica delle ruote in energia elettrica. Nulla di così complicato se non fosse stato per il fatto che si trattava di apparecchiature estremamente sofisticate,che un ragazzo come lui non si sarebbe mai potuto procurare in alcun modo. Ma adesso aveva altro a cui pensare: doveva trovare un modo molto veloce per riunirsi al suo gruppo, decise di ripercorrere la strada al contrario, l’unico ostacolo concreto sarebbe stato che qualcuno si fosse accorto che la finestra nello sgabuzzino era aperta e che quindi l’avesse chiusa. Pensò che era stato uno sprovveduto a non chiudere la porta dello sgabuzzino, e mentre percorreva il corridoio imprecava contro il suo stesso nome. Raggiunse il bagno, la cui finestra era stata chiusa, ma non era un grande problema, e una volta aperta si accorse con suo grande sollievo che nessuno si era accorto dello sgabuzzino. Saltò di nuovo e si ritrovò nel piccolo cortile che aveva attraversato prima, e proprio mentre stava scavalcando la finestra nella stanzetta delle scope qualcuno gli bussò sulla spalla. Per lo spavento scivolò a terra e rimase lì, ad occhi chiusi sulla neve. Poi qualcuno disse :‐ Hei sei ancora vivo?‐ e questa volta Rag lo riconobbe subito, era ancora Costa! Aprì gli occhi e si rialzò –Che ci fai qui, Costa?‐ e allora il ragazzo rispose scherzosamente –Sai, potrei farti la stessa domanda‐ e si mise a sghignazzare, intanto Rag si era arrampicato nuovamente e con voce affannata disse :‐ Costa, non è il momento adatto, riparliamo dopo, ok? Per un secondo mi hai fatto pensare di essere in un mare di guai … ‐ ‐Ho capito, se me lo chiedono io non ho visto nulla, non vedo l’ora di parlare!‐ e se ne andò ridendo. Questo si che era un bel guaio, cosa avrebbe raccontato a Costa? Mentire al suo migliore amico gli sembrava davvero brutto, ma dirgli la verità avrebbe significato rivelargli il suo segreto, e sempre a causa di quel segreto lo avrebbe ritenuto un inetto. Forse avrebbe preferito che fosse un professore ad avergli bussato sulla spalla invece che Costa. Si sentiva amareggiato e aveva i sensi di colpa. Comunque si ricongiunse in breve con il suo gruppo, e con grande gioia del professore, appena in tempo per il video.

Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Una volta a casa dovette costringersi a chiamare Costa. Mentire a Costa era per lui molto più dura che fingersi malato come aveva fatto con il professore, si sentiva come se lo stesse tradendo, ed effettivamente stava tradendo la sua fiducia: Costa non avrebbe mai fatto nulla del genere. Compose il numero e rispose Penelope, la madre del suo amico, che rispose con il suo eccentrico accento greco e la sua voce dolce, lo salutò gentilmente e gli passò il figlio: ‐Hei! Come va?‐ ‐Bene grazie, allora, vuoi dirmi cosa stavi facendo oggi al museo?‐ A quel punto Rag avrebbe dovuto dirgli che stava provando a scappare dalla visita o qualcosa del genere … Ma tutto ciò che gli veniva in mente erano stupidaggini assurde, non gli avrebbe mai creduto, in più non riusciva a mentire a Costa come aveva fatto con il professore o come avrebbe fatto con chiunque altro. Sicuramente subito dopo avergli parlato il suo amico avrebbe capito che gli stava mentendo e quindi avrebbe comunque dovuto dirgli la verità, ma come fare? Come avrebbe reagito Costa scoprendo che non solo sosteneva che i problemi climatici fossero causati dal petrolio ma che stava anche cercando un modo diverso per produrre energia elettrica? Per lui era come un fratello, cosa avrebbe pensato di lui? Sarebbe riuscito a capire le sue azioni del giorno precedente? Mentre rifletteva intanto Costa stava aspettando una risposta e ruppe il silenzio imbarazzante con qualche colpo di tosse fina e aggiunse ‐Quindi?‐ ‐ Si ecco … Vedi, Costa ti ricordi quando circa un mese fa abbiamo consegnato quella ricerca per la supplente di scienze?‐ ‐ Ah si, quella stupidaggine sull’ambiente‐ ‐Già, beh ecco io non penso che siano tutte stupidaggini … ‐ ‐Tu e Álfdís vi state facendo fare il lavaggio del cervello da quella professoressa, ti rendi conto di quanto poco senso abbiano le sue lezioni? Come può il petrolio causare quei danni di cui lei lo accusa? Il riscaldamento globale non esiste … ‐ Questa reazione lo sorprendeva in parte, i suoi genitori erano venuti in Islanda a causa della desertificazione della Grecia, e lui sosteneva che il riscaldamento globale non esisteva … Cercò comunque di restare tranquillo, non era colpa sua se era stato educato così, doveva provare a farlo capire: ‐ Vedi, secondo te è possibile che il fatto che usiamo sempre più petrolio e che d’inverno nevichi sempre di meno siano semplici coincidenze? È sotto gli occhi di tutti che l’estate fa sempre più caldo e che stiamo raggiungendo picchi di calore sempre maggiori … ‐ e venne nuovamente interrotto ‐ Rag, il riscaldamento globale non esiste, e vuoi spiegarmi cosa centra con quello che stavi facendo oggi?‐ ‐La verità è che io credo molto nel riscaldamento globale e dovresti anche tu! Anzi dovresti tu in particolare considerando la storia dei tuoi genitori!‐ ‐Ma si può sapere cosa ti prende!? Prima ti comporti in modo strano al museo, poi fai questi discorsi sul riscaldamento globale e ti azzardi a parlare del passato dei miei genitori! Sai, sei diverso, non riesco neanche più a parlarti.‐ Stava succedendo esattamente quello che Rag temeva ed era confuso, non voleva perdere il suo amico, ma si stava comportando come un ipocrita e ancor peggio non accettava le sue idee. –Se mi ritieni tanto strano allora perché stai ancora parlando con me?!‐ ‐Infatti ho detto che non riesco a parlarti‐ e attaccò il telefono. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 3 Febbraio Le cose non potevano andare peggio. Rag non aveva nessuna idea di come procurarsi una turbina e un trasformatore e in realtà non gli interessava neanche così tanto, aveva problemi peggiori a cui pensare. Costa non gli parlava più e quasi sicuramente aveva messo in giro la voce che Rag fosse impazzito dato che anche gli altri ragazzi lo evitavano. L’unica che gli stava vicina era Álfdís che, anche se si era sentita un po’ offesa per non aver potuto conoscere subito i suoi progetti, aveva capito i suoi timori che effettivamente si erano avverati. Aveva provato più volte a parlare con Costa ma lui si allontanava subito e andava con i suoi nuovi “amici”, i quali non vedevano l’ora di farsi beffe di Rag che era diventato il nuovo zimbello della scuola. Tutto ciò si rifletteva sul rendimento scolastico di quest’ultimo, sempre più stanco e stressato; in realtà ormai non gli importava più nulla dei suoi compagni, ma era terribile sentirsi preso in giro per le sue idee e vedere quello che era stato il suo migliore amico non agire in alcun modo per difenderlo. Álfdís lo aiutava molto, lo sosteneva e lo lasciava sfogare, l’aveva anche portata ai geyser una volta, era stato bellissimo, nell’ultimo periodo stavano legando molto. Forse era anche qualcosa oltre l’amicizia … Ma tutti i suoi vaghi sentimenti vennero bruscamente infranti il giorno di San Valentino, quando lei trovò un biglietto di Costa. In realtà la sua reazione fu quella di strappare il biglietto dato che anche lei era molto arrabbiata con il mittente, dato che non sopportava coloro che non accettavano le idee altrui. Comunque Rag non si sentì di rivelarle i suoi sentimenti, ora più che mai dato che non voleva perdere anche la sua amicizia e dato che Costa aveva una cotta per lei. Era vero che avevano litigato ma Rag aveva deciso di comportarsi con lui come se fosse ancora il suo amico, e magari così avrebbero fatto pace, ma questo al contrario non sembrava curarsi di lui. A poco a poco però la situazione si stabilizzò, dell’amicizia con Costa non restava quasi più nulla, ma il rapporto con Álfdís gli bastava, si sostenevano a vicenda, e una volta rassegnato al fatto che il suo rapporto con quello che era stato il suo migliore amico non sarebbe mai stato più lo stesso, i problemi si risolsero da soli l’uno dopo l’altro. La scuola andava sicuramente meglio, e adesso che poteva vedere le cose con maggiore razionalità, capiva che i suoi sentimenti per Álfdís non andavano oltre l’amicizia e andava più che bene così, non voleva che anche il loro rapporto si rovinasse. Questo non significava assolutamente che non provasse affetto per la ragazza, solo che erano sentimenti diversi. L’unico ostacolo che rimaneva era la turbina, e il sostegno della sua amica si era rivelato fondamentale ancora una volta. Quasi tutti i giorni si barricavano in camera di Rag e pensavano a come avrebbero potuto sperimentare la sua idea, e lui era felicissimo di poter parlare liberamente del suo progetto con lei, dato che tenerle un segreto era stato davvero pesate e lei sembrava essere ancora più convinta di lui nel progetto. Così avevano progettato una turbina che resistesse alle improvvise scariche dei geyser, e se tutto avesse funzionato come doveva avrebbe raccolto addirittura più energia di una normale centrale. La falla nel progetto di Rag era che per sperimentare la sua idea voleva realizzare una vera e propria centrale elettrica, cosa evidentemente impossibile per due ragazzi di diciassette anni. L’idea di Álfdís invece era sicuramente più realizzabile: avrebbero dovuto soltanto realizzare delle animazioni al computer e dei piccoli esperimenti in scala, e proporre ad una grande compagnia elettrica di sponsorizzare la loro idea. In quest’ultimo punto del piano sarebbero stati aiutati indirettamente dai genitori di lei, Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


già famosi nell’industria dell’energia, e quindi anche solo il fatto che Álfdís fosse loro figlia gli avrebbe dato qualche opportunità in più. Ovviamente però non avrebbero avuto altri aiuti che quello da loro, dato che la ragazza non gli aveva ancora rivelato nulla sul progetto che seguiva con Rag. Concordarono che la prima persona che avesse dovuto venirne a conoscenza sarebbe stata la professoressa di Scienze grazie alla quale era cominciato tutto e che secondo l’opinione di entrambi sarebbe stata una dei pochi a dargli retta. Prima di ciò però dovevano condurre ancora molte sperimentazioni e progetti, quindi decisero di aspettare.

Non pensavano però che gli sarebbe a breve arrivata una grandissima delusione dalla persona in cui avevano proprio riposto più speranze. Proprio la supplente infatti per circa una settimana tenne lezioni che sembravano uguali a quelle del professore precedente che parlavano di tutti i lati positivi del petrolio, di tutto questo ne godette molto Costa, che da loro migliore amico era diventato la loro nemesi. Egli infatti non perdeva occasione per fargli notare che anche la donna che aveva dato ispirazione alle loro idee, di cui era probabilmente venuto a conoscenza in un modo a entrambi oscuro, aveva cambiato opinione. Questo li abbatté molto, ma gli scherni causarono in loro nuova rabbia che usarono per portare avanti il loro piano. Rag però, che era rimasto decisamente atterrito e quasi sgomentato dall’improvviso nuovo comportamento dell’insegnante decise che voleva capire la ragione di questo cambio di bandiera, e contro tutti gli avvertimenti di Álfdís, che sosteneva che non erano fatti sui se la professoressa avesse cambiato idea, andò direttamente da quest’ultima per chiarirsi le idee. In più secondo lui era giusto indagare un po’, dato che era stata lei a donargli quegli ideali, e per quanto non volesse dare ragione a Costa, le sue convinzioni erano più tosto a rischio. Alla fine della lezione del lunedì quindi si diresse da lei, molto in vergogna, ma più sicuro dell’ultima volta che avevano avuto un colloquio privato: ‐Buna sera professoressa … Volevo chiederle, cioè intendevo dire … Insomma, me e alcuni miei compagni abbiamo notato un cambiamento nel suo metodo di insegnamento … ‐ E la professoressa lo fermò subito: ‐ Sono felice che sia così, ma adesso non possiamo parlarne, arrivederci‐ E così si concluse la loro conversazione. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 4 Marzo Rag era sempre più confuso. Cosa intendeva dire la professoressa? Perché non potevano parlarne a scuola? Tutte queste domande lo turbavano molto e almeno questa volta non fece l’errore di non parlarne con la sua amica, la quale fu molto sorpresa a sua volta. Dato che l’insegnante non aveva dato alcun segno di voler continuare la conversazione, i due ragazzi furono d’accordo di continuare semplicemente sulla loro strada dato che restavano comunque convinti nelle loro idee. A breve conclusero i loro progetti, e li aspettava il passo finale, rivolgersi alle agenzie dell’industria dell’energia. Per primi si rivolsero alla “New Energy”, un gruppo di origine americana che ne aveva inglobato uno islandese. Scelsero proprio quella perché il capo di quell’agenzia era il più giovane in tutto il mondo, e pensarono che sarebbe stato più facile convince un giovane che stava aspettando l’occasione giusta per sfondare nel modo energetico che un anziano ormai attaccato ai suoi ideali. Non avevano considerato che però, se il capo era giovane, non tutti i suoi subordinati dovevano obbligatoriamente esserlo, infatti si trovarono a parlare con un vecchio uomo che si fece una bella risata sui loro progetti, e li cacciò via. Quasi uguale fu il comportamento di tutti i rappresentanti delle altre agenzie, alcuni addirittura non gli concessero neanche un colloquio; solo uno gli diede speranza, prese una copia dei loro progetti, ma comunque poi li fece uscire senza una notizia certa. Avevano visitato tutte le principali aziende, ma avevano lasciato appositamente fuori quella dei genitori di Álfdís, dato che era opinione di Rag che avrebbero potuto rischiare il posto di lavoro, lei voleva assolutamente tentare anche con quell’ultima, ma lui fu irremovibile, non voleva che nessuno perdesse il proprio lavoro a causa loro.

Il signor Alfar Akison aveva cominciato la sua giornata come al solito. Aveva fatto colazione con la moglie e la figlia, che amava entrambe moltissimo. Si era poi vestito con la sua camicia preferita, aveva salutato la famiglia, e nella sua nuova auto che poteva essere definita davvero lussuosa, si era diretto al suo ufficio e aveva cominciato a sbrigare varie pratiche per l’agenzia petrolifera per cui lavorava. Si prometteva una buona giornata, e la sua routine che tanto amava sembrava non potesse essere intaccata da nulla. Nel complesso poteva ritenersi un uomo felice: aveva avuto grande successo nel lavoro, aveva sposato la donna che amava, e anche se ogni tanto si scontravano, riteneva sua figlia il miglior dono che la vita gli avesse mai fatto. Tutto andava come doveva andare, presto sua figlia si sarebbe diplomata e avrebbe potuto ereditare il lavoro dei genitori, che anche se forse non era esattamente quello che voleva fare, le avrebbe garantito una buona stabilità finanziaria, e anche se non credeva che i soldi facessero la ricchezza, pensava che avrebbero comunque potuto aiutarla. Tutto procedeva normalmente fin quando non ricevette una chiamata dalla sua segretaria: lo avvertiva che nel giro di circa un’ora sarebbe arrivato il rappresentante di una agenzia concorrente che aveva richiesto un colloqui con lui. Questa si che era una bella sorpresa! Generalmente quando venivano rappresentanti di altre agenzie facevano proposte per acquistare pozzi sotto il controllo del suo gruppo o cose simili, e generalmente si prenotavano con settimane di preavviso. Aspettò quindi il colloquio e quando entrò l’interlocutore si fece portare due caffè dalla sua segretaria. L’uomo si accomodò sulla sedia di fronte alla sua scrivania, e dopo che la segretaria ebbe lasciato le bevande, iniziò a parlare: ‐Buon giorno signor Alfar … Questa mattina ho ricevuto una visita molto interessante, due ragazzi, sui diciotto anni, sa cosa erano venuti a fare? Mi volevano proporre un nuovo progetto per Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


produrre energia pulita. Insomma, dei ragazzi forse neanche maggiorenni che proponevano un progetto a me?!‐ fece una risata e riprese:‐ Il problema e che io, dato che sono un uomo buono, non volevo infrangere i sogni di quei poveri ragazzi, e ho preso una copia dei progetti, e sorprendentemente ho scoperto che potrebbero funzionare. Soltanto che tutto il processo non prevede l’utilizzo di petrolio, e come ben saprai, nessuno può e nessuno deve produrre energia senza petrolio‐ qui Alfar lo interruppe:‐ conosco gli accordi che abbiamo preso anni fa. Vuoi spiegarmi in che modo questo rappresenta un problema mio? I ragazzi sono venuti da te, sei tu che devi preoccuparti di loro. – E allora l’uomo disse quello che avrebbe rovinato la giornata e molte altre giornate di Alfar :‐Il problema è tuo più di chiunque altro, dato che una dei due ragazzi è Álfdís Alfardottir, tua figlia. Pensaci tu o dovremo pensarci noi.‐ E così se ne andò. Alfar stava seduto sulla sua sedia, le mani gli tremavano così tanto, che il caffè che teneva nella destra gli si versò su tutta la camicia.

Il giorno seguente i due ragazzi si incontrarono come al solito a scuola, ma Álfdís aveva un comportamento strano, aveva le occhiaie ed era evidentemente stanca, i suoi occhi erano arrossati e i capelli spettinati. Appena poté Rag andò a parlarle: ‐ Hei, che succede? Sembri così stanca oggi … Se è per il progetto non devi scoraggiarti, troveremo un altro modo … ‐ Ma lei lo fermò subito:‐ In effetti il problema è proprio il progetto … Rag, dobbiamo fermarci, ci sono poteri più grandi in movimento … Noi non possiamo fare nulla, ci stiamo solo condannando da soli‐ e cominciò quindi a piangere:‐ Non possiamo fare nulla, loro sanno già chi siamo … Rag dobbiamo fermarci‐ allora lui la abbracciò e le disse:‐ Qualunque sia il problema lo affronteremo insieme‐. In quel momento voleva mostrarsi forte per sostenerla, ma la verità è che aveva molta paura, non sapeva a chi si riferisse Álfdís, ma se lei era stata così turbata significava che effettivamente qualcosa non andava e che avevano bisogno di aiuto. Dopo scuola andarono ai geyser, lontani da occhi indiscreti, e Rag si fece spiegare quello che lei gli aveva provato a dire quella mattina. Lei gli spiegò che in realtà non sapeva molto, ma che il padre il giorno prima era tornato a casa su tutte le furie, e le aveva detto che sapeva quello che stavano facendo e che dovevano assolutamente fermarsi dato che anche molti altri erano a conoscenza dei loro progetti e che per fermarli erano disposti ad usare anche la forza. Rag intuì che forse le stesse persone che stavano minacciando loro magari tenevano sotto pugno anche la professoressa, dato che era lei che in qualche modo spingeva i ragazzi a pensare con un punto di vista diverso da quello che queste misteriose figure ritenevano giusto. I due ragazzi erano sia impauriti che arrabbiati, si sentivano oppressi, decisero quindi di continuare a lottare; nei giorni seguenti però si sentivano seguiti, quasi tenuti sotto sorveglianza. Anche se avessero voluto però non avrebbero potuto proseguire con il loro piano; se in tutto ciò erano coinvolte le aziende che avevano visitato non potevano rivolgersi a nessuno, e tutto quello stress stava cominciando ad avere effetti negativi su entrambi. Spesso gli capitava di discutere, certo riuscivano sempre a fare pace ricordandosi che il problema non era fra loro due, ma tutti quegli insensati litigi rischiavano di far crollare la loro amicizia che era tutto quello che loro non volevano. La situazione esplose quando arrivò il compleanno di lei, perché i suoi genitori non volevano che lo invitasse: ‐Rag lo sai che è per il bene di tutti e due! Che pensi che solo perché non abbiamo più fatto nulla per due settimane non ci stiano più osservando? Dobbiamo fargli credere che non ci frequentiamo Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


praticamente più, devono pensare che è tutto finito …‐ ‐Ma non è tutto finito! Álfdís tu sei la mia migliore amica e praticamente ci vediamo solo in classe! Adesso non possiamo festeggiare neanche più insieme?! Io non posso farcela senza di te, ho bisogno del tuo sostegno!‐ ‐Anche io ho bisogno di te … E ti giuro che vorrei passare con te più tempo possibile, ma non possiamo adesso … Ti prego di perdonarmi … ‐ Così non si parlarono più per circa una settimana. Finché, il giorno del suo compleanno, alle otto di sera lei lo chiamò, implorandolo di andare ai geyser. Rag non ci pensò due volte, prese la giacca, e arrivò li in bicicletta. Li si incontrarono, lei era bellissima, vestita con un abito da festa nero come la notte e i capelli biondi raccolti che facevano vedere il suo viso rigato dalle lacrime. Si abbracciarono, lei gli disse che aveva fatto annullare la festa e che voleva festeggiare solo con lui e con nessun altro. Passarono li buona parte della notte, fra le colonne di vapore, lontani da tutti, solo loro due in quell’universo isolato in cui nessuno, neanche i peggiori potevano entrare. Nulla poteva opporsi a loro. Poi però la realtà tornò come un tuono fra loro. Il cellulare di lei squillò e dovette tornare dai suoi genitori che stavano per chiamare la polizia dato che era uscita senza permesso. Prima di andarsene lei lo baciò sulle labbra, e lui capì che tutto quello che si era detto in precedenza era falso, lui la amava e non c’era nulla da aggiungere.

Con il passare del tempo i genitori ammorbidirono la presa e Rag e Álfdís poterono rivedersi liberamente. Non sapevano bene cosa dovevano fare, perché tutti e due volevano portare avanti il progetto, anche se il rischio era alto, ma adesso più che mai che il loro legame era così forte dovevano lottare, insieme. Così cominciarono a pensare a chi rivolgersi e come fare per non farsi trovare da coloro che li avevano minacciati prima. Decisero che dovevano affidarsi al piano originale e che quindi avrebbero dovuto parlare con la professoressa, che secondo entrambi era stata probabilmente costretta ad insegnare come tutti gli altri. Magari lei sapeva di più di queste figure misteriose, e li avrebbe potuti aiutare, e anche se non avesse potuto quasi sicuramente gli avrebbe dato sostegno, dato che anche lei aveva detto all’inizio dell’anno che era un’idea molto interessante. Si decisero quindi a parlarle, ma prima successe qualcosa di molto strano. Tornando a casa da scuola Rag si accorse che qualcuno lo stava seguendo. Adesso che però non aveva più paura, si girò di scatto e acciuffò l’inseguitore che scoprì essere Costa. Tutto ciò lo scioccò molto, che costa fosse al servizio di qualche industria petrolifera? Ma come era possibile? Nei due giorni dopo Costa non venne a scuola così Rag e Álfdís andarono a casa sua a chiedergli spiegazioni, ma Penelope non voleva farli entrare. Così dovettero aspettare che tornasse a scuola, e quando questo avvenne, lo chiusero con loro nello sgabuzzino e lo interrogarono: ‐Costa ma cosa diavolo stavi facendo l’alto giorno? Mi seguivi per conto di qualcuno? Per chi lavori?‐ Chiese immediatamente Rag, al che il ragazzo greco rispose sgomentato ‐Io per nessuno! Ma quelli che ti seguivano circa una settimana fa, e che per tua informazione ho depistato io, sicuramente lavoravano per una qualche agenzia del petrolio dato che quando hanno perso le tue tracce (grazie a me) se ne sono tornati nel palazzo della “Petroil and Energy”. Adesso vorrei sapere cosa potete aver mai combinato per farvi mai seguire dagli scagnozzi di qualche ricco estrattore di petrolio.‐ Rag e Álfdís si guardarono e gli spiegarono tutta la storia. Poi gli chiesero:‐ Come facevi a sapere del progetto qualche settimana fa?‐ allora Costa arrossì Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


palesemente e gli rivelò che in realtà li seguiva già da un po’ ma non volle rivelare la ragione … In seguito a quell’informazione Rag e Álfdís decisero di non parlargli del compleanno di lei. Non poterono fare a meno però di ringraziarlo per aver ostacolato i loro inseguitori e alla fine si riappacificarono, tanto che Costa decise di aiutarli con il loro progetto. Una volta che ebbero deciso come rivolgersi alla professoressa, lei li anticipò e lasciò un messaggio a Rag in uno dei suoi compiti. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 5 Aprile

Praticamente quando Rag aprì il suo compito con le correzioni un bigliettino scritto con lettere di foglie di giornale svolazzò sul suo banco. Sul momento pensò che fosse uno scherzo dei suoi compagni, ma non potevano essere stati loro dato che nessuno oltre a lui e alla professoressa aveva toccato il compito quindi prese il biglietto e senza neanche leggerlo lo infilò repentinamente in tasca. Per tutto il giorno tormentò la tasca con le dita per controllare se il biglietto fosse ancora al suo interno, e anche se la tentazione era grande aspettò di essere completamente solo per leggerlo. Tornato a casa si chiuse in camera quasi il biglietto contenesse una bomba pronta ad esplodere. Lo aprì e lesse quei pochi caratteri incollati. Sul momento rimase molto deluso, era forse il nome di una strada, nulla di tutto quello che si era aspettato. Si rilassò e appoggiò il biglietto sulla scrivania. Chiamò quindi Álfdís per fare rapporto: ‐ Pronto? Sono Rag, volevo dirti che oggi ho ricevuto un biglietto dalla professoressa … Ma sopra c’è scritto solo un indirizzo … ‐ ‐Scherzi?! Scommetto che c’è anche un orario, sicuramente vuole incontrarti fuori da scuola,ti devo lasciare però, ne riparliamo dopo ok?‐ E la conversazione si concluse così. Allora Rag esaminò il biglietto con maggiore perizia e scoprì che la ragazza aveva ragione, vi era un orario, e doveva anche sbrigarsi se voleva essere in tempo. Così si diresse all’indirizzo, che non si rivelò troppo difficile da raggiungere, si trattava di un ospedale nella periferia di Reykjavík, un luogo strano per un incontro “segreto”; entrò e trovò la professoressa seduta vicino all’accettazione, appena lo vide lo salutò con un discreto gesto della mano e gli fece segno di seguirla. Così arrivarono in un lungo corridoio finché non entrò in una stanza sulla sinistra. Allora entrò anche Rag con un po’ di esitazione e si ritrovò in una modesta stanzetta con un letto sul quale era distesa una ragazza bellissima dai capelli molto lunghi poco più grande di lui che sembrava dormire profondamente. La professoressa si sedette al fianco della ragazza e disse a Rag di sedersi sull’unica sedia della stanza. Così la professoressa disse: –Rag, volevo prima di tutto scusarmi con te per averti arrecato tutto questo disturbo, ma dopo quello che mi hai detto un po’ di tempo fa ho sentito la necessita di doverti parlare … Vedi, lei è mia figlia‐ e accarezzò i capelli biondi della ragazza – è in coma da circa tre anni, è bellissima non trovi? Per colpa mia le sono stati portati via gli anni migliori della sua vita – e le venne un nodo alla gola – C’era un tempo in cui la mia vita era felice: io, mio marito, mia figlia, stavamo bene. Facevo un lavoro che amavo e tutto filava liscio. Questo fin quando si affermò a poco a poco fra alcuni scienziati che la causa di tutti i problemi ambientali fosse il petrolio; io divenni una delle maggiori sostenitrici di quest’idea, scrissi degli articoli per giornali importanti, e l’idea si stava diffondendo a macchia d’olio. Cominciai però a ricevere delle minacce. Pensavo che fossero solo per intimorirmi, finché un giorno non successe qualcosa … Mio marito doveva andare a prendere mia figlia a scuola, ma quella stessa mattina la gomma della sua macchine si era bucata quindi prese la mia. Qualche ora dopo mi fecero sapere che aveva avuto un incidente “causato dal mancato intervento dei freni” dissero. Lui non ce la fece, e lei è ancora qui …‐ fece un sospiro profondo e riprese:‐ Quando tornai in possesso della macchina scoprii che i freni erano stati proprio tagliati … Capisci cosa significa? Sarei dovuta essere io al loro posto … Un giorno poi venne un uomo a casa mia, completamente vestito di nero, con degli occhi grigi come il cielo invernale, freddi, gelidi. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Disse che se avessi fatto un passo in dietro non mi avrebbero dato mai più nessun problema. Per questo mi ritirai dal mondo della scienza e entrai nell’insegnamento. Quest’anno pensavo che dopo tanto tempo avessero smesso di osservarmi, per questo le lezioni del primo periodo sono state le migliori che abbia mai svolto in tutta la mia carriera da insegnante. Ma si sono rifatti vivi. E questa volta non hanno minacciato me, ma che avrebbero tolto l’elettricità all’intero ospedale.‐ Ci fu una lunga pausa che sembrò durare secoli, Rag era molto scosso da quel racconto … Improvvisamente non si sentì più molto sicuro. Poi la donna riprese:‐ Rag so cosa stai facendo con i tuoi amici, ho delle conoscenze che mi hanno informato … Da parte vostra è molto onorevole quello che state facendo, ma guardami, io ho cominciato questa guerra, e dove sono ora? Che fine hanno fatto le persone che amavo? Ti trovi di fronte ad una decisione che probabilmente cambierà la tua vita e quelle delle persone che ti stanno vicino. Non ti sto dicendo di ritirarti, ma scegli con coscienza. Qualunque sarà la tua decisione ti auguro buna fortuna.‐ Rag rispose :‐ Professoressa, sono molto dispiaciuto per le sue perdite, e in questo momento ho molta più paura di quello che potrebbe sembrare, ma penso che sia io che i miei amici abbiamo intenzione di continuare a lottare, perché l’unico modo per fermare coloro che hanno commesso tutte queste atroci azioni.‐ La donna sorrise con un espressione che era un misto fra la nostalgia e la stanchezza. Si salutarono e Rag tornò a casa. Appena fu a casa chiamò gli amici e gli disse di incontrarsi ai geyser. Quello che ebbe più difficoltà a raggiungere il posto fu Costa che non vi era ancora mai stato. Una volta li gli riferì quello che gli aveva raccontato la professoressa, e se in un primo momento furono un po’ sgomentati poi apparve sui loro volti la stessa determinazione che aveva provato Rag. Così decisero di continuare per la loro strada, senza temere il rischio, perché era giusto, per tutti coloro che erano stati oppressi dall’egemonia del petrolio. Il problema che si poneva in quel momento era che non sapevano come agire. Di andare a parlare con le agenzie energetiche non se ne parlava. L’idea che condivisero unanimemente fu quella di cercare aiuto in qualcuno che almeno condividesse le loro stesse idee, e quindi di rivolgersi alle vecchie conoscenze della professoressa. Così, la prima cosa che cercarono fu con chi aveva collaborato in passato e chi le aveva pubblicato gli articoli e simili. Scoprirono che quella che era al momento una semplice supplente era stata un tempo una vera e propria autorità scientifica e che aveva lavorato a fianco di grandi personaggi che poi avevano vinto premi prestigiosi e che si erano affermati come i migliori scienziati dei nostri decenni, era probabilmente proprio per l’importanza che aveva in campo scientifico che la professoressa era stata costretta a essere una semplice insegnante. Purtroppo scoprirono che il giornale che aveva pubblicato i suoi articoli era stato chiuso, ma che il direttore viveva ancora in Islanda e che era stato ridotto allo stesso stato della loro professoressa. Decisero che sarebbero partiti da lui, ma ciò che trovarono era molto diverso da quello che si aspettavano. L’uomo viveva solo in una piccola casa, aveva gravi problemi con l’alcol e non era più in grado di aiutarli dato che dopo la campagna di diffamazione che era stata indetta nei suoi confronti nessuno credeva più nel valore delle sue parole e comunque non aveva alcuna intenzione di rimettersi in gioco. I servi del petrolio (così avevano cominciato a chiamarli Rag e i suoi amici) avevano inventato storie terribili su di lui, fino a che i suoi stessi parenti avevano smesso di sostenerlo e uno per uno lo avevano abbandonato. Quell’incontro scosse molto i ragazzi che si figurarono nei panni di quel poveruomo, ma ormai non Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


potevano tornare indietro. Tornarono quindi sui loro passi e cercarono fra le figure che avevano mai mostrato di sostenere l’idea che il petrolio fosse la causa dei problemi ambientali, e in questo campo ebbero più successo. Scoprirono che vi erano una decina di scienziati che avevano addirittura costituito una specie di movimento contro il petrolio e che tre di loro vivevano ancora a Reykjavík. Il primo che andarono a visitare era il leader del gruppo ed era molto lontano dall’idea che avevano i ragazzi da scienziato. Sicuramente non era il tipo di scienziato che indossava il camice e si metteva in laboratorio a osservare le fiale, era più il tipo che scalava un vulcano per raccogliere un campione raro di lava. Era anziano, ma meno di quello che sembrava, era molto alto e aveva un’incolta barba grigia e pochi capelli. Effettivamente sembrava un po’ uno psicopatico, ma era l’unico a cui aggrapparsi e quindi non si fecero ingannare dalle apparenze e scoprirono che effettivamente era una delle menti più brillanti che avessero mai incontrato. Studiò molto attentamente i loro progetti e disse che erano veramente fantastici e che li avrebbe aiutati in ogni modo a lui possibile. Non era esattamente quello che cercavano ma era sicuramente un inizio. Visitarono anche gli altri due del gruppo, e si dissero molto sorpresi del fatto che Holgeir si fosse fatto vivo dopo tanto tempo in cui praticamente non aveva contatti con nessuno che non fosse il suo coniglio. Questo li sorprese non poco, ma gli diede anche molto coraggio, dato che si sentivano molto onorati ad aver parlato per primi ad un uomo così intelligente dopo tanto tempo. In più trovarono gli altri componenti molto entusiasti di ricreare la vecchia lega, e anche se il più giovane di loro aveva sessanta anni i ragazzi si sentirono molto contenti. A poco a poco stavano ricostruendo una rete di ambientalisti e anche se non risolveva il problema sicuramente era meglio sapere di avere anche dei seguaci oltre che nemici. Dopo circa una settimana si riunirono a casa di Holgeir che era un po’ agitato a causa della presenza di così tante persone, anche se in realtà erano circa una ventina di persone. Alcuni avevano contattato la loro professoressa, che aveva detto che avrebbe voluto con tutto il cuore essere presente ma che sapeva di avere i servi del petrolio alle calcagna e che presentarsi a quella piccola riunione avrebbe potuto significare la morte di moltissime persone, fra cui sua figlia. I tre ragazzi si sentirono rincuorati dal fatto di non essere i soli ad aver voglia di combattere, e capivano che era il momento di tornare allo scoperto, costasse quel che costasse. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


Capitolo 6 Maggio Ormai le giornate cominciavano a farsi più calde, e per quanto fosse strano per un paese freddo come l’Islanda,venivano raggiunte vette di calore che mai vi erano state prima. Rag e i suoi compagni avevano finalmente ottenuto qualche vittoria ed erano addirittura riusciti a pubblicare un articolo sul quotidiano di Reykjavík che aveva scatenato molto clamore. Ormai a scuola li conoscevano tutti, e sicuramente molti pensavano che fossero degli sciocchi, ma altri sostenevano le loro idee, tanto che alcuni si unirono alla lega, la cui età media era molto scesa, e che adesso aveva anche un nome: “gruppo Mirto” che faceva riferimento al nome della vecchia lega di scienziati chiamata “gruppo Verde”, il mirto era un colore più scuro del semplice verde e doveva rappresentare la crescita del gruppo. In breve però anche coloro che erano scettici vennero convinti da un segno che nessuno poteva ignorare. Il giorno 11 maggio crollò parte della parete di ghiaccio del vatnajokull, il maggiore ghiacciaio islandese, e causò l’insurrezione di tutti gli ambientalisti del mondo, che contestarono profondamente il comportamento che tutti avevano assunto nei confronti di quello che veniva ufficialmente chiamato surriscaldamento globale, che stava sconvolgendo l’equilibrio climatico e ambientale del pianeta con danni irreparabili. A questo punto anche chi voleva essere cieco non poteva ed era costretto a vedere cosa stavano causando i comportamenti scorretti di tutti i cittadini del mondo. L’evento causò talmente tanto l’indignazione generale che ci furono proteste con sfilate a Reykjavík come anche in tutto il resto del mondo. La gente cominciava a svegliarsi e togliersi dopo tanto tempo il nero del petrolio dagli occhi. Le compagnie petrolifere si difesero però strenuamente sostenendo che il petrolio era l’unico modo di ottenere energia conosciuto, ma ad una ad una cominciarono a chiudere. Questo causò però carenze energetiche in tutto il globo che causarono quasi un ritorno alla primitività. Nel frattempo però un ricco Islandese che aveva lavorato per una compagnia energetica si era messo in proprio e aveva iniziato a costruire un nuovo tipo di centrali elettriche che traevano energia dai geyser, e attribuiva l’invenzione di quella centrale alla figlia e ad i suoi amici. Marco Zuaro (concorrente 2702163353)


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