Il gioiello della valle del cervaro 3

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REDAZIONE “PAROLA NOSTRA” ISTITUTO COMPRENSIVO DI BOVINO-PANNICASTELLUCCIO DEI SAURI”

IL GIOIELLO DELLA VALLE DEL CERVARO CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII Codice elaborato: 1518804415052


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IL GIOIELLO DELLA VALLE DEL CERVARO

IL GIOIELLO DELLA VALLE DEL CERVARO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ DEL “MOLENO D’ACQUA DEL PONTE” DI BOVINO (FG)

Bovino. Siamo qui per parlare di animali? No, piuttosto per parlare di sostenibilità partendo dal nostro territorio! Siamo nei Monti Dauni, territorio delimitato a sud dalla Valle dell’Ofanto, a ovest dallo spartiacque appenninico, a est dal Tavoliere delle Puglie e a nord dalla Valle del Fortore. Fisicamente il terreno è argilloso e sono presenti tanti brevi corsi d’acqua e boschetti. Il territorio è occupato da piccoli borghi nei quali si respira una calorosa atmosfera familiare e l’aria fresca libera i polmoni. Dei torrenti presenti nel Subappennino Dauno, il più vicino a Bovino è il Cervaro con la sua valle che occupa il confine tra Campania e Puglia. Nel corso dei secoli l’attività prevalente nel territorio è stata la coltura di cereali e l’allevamento ovino e bovino; oggi gli abitanti sono

occupati soprattutto nel settore dei servizi, nel quale sta assumendo un certo rilievo il turismo. Infatti Bovino ha conquistato diverse attestazioni, come la Bandiera arancione, un attestato di qualità turisticoambientale, assegnato dal Touring Club Italiano a piccoli comuni italiani che abbiano una popolazione al massimo di 15.000 abitanti, distintisi per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità, secondo criteri stabiliti dal Modello di Analisi Territoriale o MAT, per individuare le piccole località d'eccellenza in ogni regione. Dei tredici comuni pugliesi ad ottenere questo marchio di qualità, sette appartengono alla provincia di Foggia e sono: Alberona, Bovino, Orsara di Puglia, Pietramontecorvino, Rocchetta S. Antonio, Sant'Agata di Puglia e Troia. Ma Bovino è stata anche inserita tra i Borghi più belli d’Italia, grazie al pregio del suo centro storico ed all’interesse storico e artistico dei suoi monumenti.

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LA SOSTENIBILITÀ… IN BREVE

Tutti ci chiediamo che cos’è questa famosa sostenibilità: adesso finalmente ne sappiamo qualcosa in più! La sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. È un evento storico, sotto diversi punti di vista.

significa che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs (obiettivi di sviluppo sostenibile). Infine, l’Agenda per continuare il suo percorso ha bisogno dell’aiuto di tutte le componenti della società. L’obiettivo sul quale vogliamo soffermarci è il goal 12, “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”, che contiene altri sottoobiettivi tra cui: - raggiungere la gestione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse naturali entro il 2030; - dimezzare lo spreco pro capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori;

Infatti dimostra che la sostenibilità è ormai un problema che riguarda tutto il mondo e non solo sul piano ambientale ma anche su quello economico e sociale. Tutti i Paesi, inoltre, sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò

- ottenere la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita e ridurre il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l'ambiente entro il 2020; - incoraggiare le imprese, soprattutto le aziende di grandi dimensioni, ad adottare pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibilità nelle loro relazioni periodiche;

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- razionalizzare i sussidi ai combustibili fossili inefficienti che incoraggiano lo spreco. Proprio approfondendo questa tematica abbiamo pensato di analizzare un “caso” presente nel nostro territorio: il “Moleno d’acqua del Ponte” di Bovino. Prima, però, parliamo di impronte… QUANTO COSTA AL PIANETA IL NOSTRO STILE DI VITA? L’IMPRONTA ECOLOGICA

Avete mai pensato che un domani lasceremo questo mondo ad altre persone? Non vorreste che i vostri figli fossero fieri di voi e di come avete pensato al loro futuro? Se tutti vivessero secondo il nostro stile di vita, quanti “pianeta Terra” servirebbero? Possiamo misurarlo concretamente con l’impronta ecologica, un indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità del Pianeta di rigenerarle.

Se gli indicatori del passato cercavano di misurare quante persone potessero insediarsi in una determinata porzione di territorio, l’impronta ecologica misura quanto territorio serve per mantenere quella popolazione secondo il suo stile di vita. Questo indicatore è stato introdotto nel 1996 da M.Wackernagel e W. Rees. Come si calcola l’impronta ecologica? Abbiamo preso in considerazione il test proposto dal WWF (http://www.improntawwf.it/main.ph p) Le prime domande riguardano innanzitutto il tipo di edificio in cui si vive, le dimensioni dell’appartamento e il numero di persone che ci abitano. Successivamente si passa agli aspetti più tecnici come ad esempio il numero di rubinetti presenti e al tipo di riscaldamento che si utilizza. In seguito si passa ad aspetti personali: il tipo di alimentazione che si utilizza, il numero di pasti che vengono consumati durante una settimana, l’acquisto di prodotti locali, le automobili che si possiedono e il modo in cui si arriva a scuola o al lavoro. Un ulteriore passaggio riguarda le attività del tempo libero che si svolgono in famiglia: il luogo in cui si trascorrono le vacanze e il numero di CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII


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fine settimana passati al mare o in montagna. Poi si passa agli acquisti di prodotti che comportano un consumo o un risparmio di energia. Le ultime domande del test sono inerenti la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti. Ora potremmo chiederci: che senso ha parlare di questo indicatore se non ci proponiamo delle regole per ridurre la nostra impronta?

Ecco quindi cosa possiamo fare: a livello individuale dobbiamo agire pensando che le risorse non sono illimitate e che si rigenerano lentamente; poi dobbiamo assumere abitudini corrette come ridurre gli sprechi e i consumi, riciclare e utilizzare l’energia in modo razionale, preferendo quella rinnovabile; a livello locale bisogna pensare ad un sistema economico che rispetti natura e uomini.

STUDIO DI UN CASO: IL “MOLENO AD ACQUA DEL PONTE”

hanno fatto in febbraio, visitando lo storico “Moleno ad acqua del Ponte”, accolti dalla famiglia Grasso che ha raccontato loro la storia del mulino di famiglia.

Siamo nel Vallo di Bovino, territorio che in passato era attraversato dalla via Traiana ed è diventato famoso per i briganti che assalivano i viandanti che, dopo lunghi viaggi, sostavano nella vicina stazione di posta dei Guevara.

Cosa c’è di meglio che trasformare una normale lezione svolgendola all’aperto? È proprio quello che i giovani corsisti del Modulo PON “Giornalino a Bovino-Parola Nostra”

Il mulino è diviso in due parti: quella superiore risale al 1810 circa e quella inferiore, non ancora ristrutturata, al 1600. Le macine sono particolari perché sono fatte in pietra di selce, molto dura e pertanto anche molto pregiata, proveniente dalla cava della CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII


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Fertè, in Francia. Queste hanno bisogno di molto lavoro di manutenzione: ad esempio un’operazione frequente è la rabbigliatura.

Il mulino è stato ristrutturato con materiali naturali quali i ciottoli del Cervaro e il legno dei pioppi. Il gruppo è stato guidato nella visita, apprendendo la differenza tra la macina bianca, utilizzata per macinare il grano per i signori, e quella “roscia”, utilizzata per gli animali, dato che non frantuma il grano alla perfezione.

È stata poi data una dimostrazione della macinatura del grano Senatore Cappelli che contiene poco glutine ed ha un alto contenuto proteico. Dopo aver macinato il frumento, questo è stato setacciato in setacci di varie misure per ottenere tre sfarinati: la crusca, il semolino e la semola. Un’altra caratteristica che rende qualitativamente buona la farina prodotta qui è che il grano non viene surriscaldato nelle macine. Al termine della visita, i proprietari hanno offerto una degustazione dei prodotti fatti in casa con le farine macinate e la magnifica giornata si è conclusa con le interviste ai titolari.

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LE PREZIOSE PROPRIETÀ DEL GRANO SENATORE CAPPELLI

È strano pensare che il grano Senatore Cappelli, che ha origini nordafricane, sia diventato nell’Italia meridionale il “padre del grano duro”! È tutto merito del genetista Nazareno Strampelli che ha selezionato questo cereale e lo ha adattato alle condizioni dei terreni meridionali, prediligendo terreni poveri e argillosi, attribuendogli il nome in onore del marchese senatore Raffaele Capelli che, a fine Ottocento, mise a disposizioni campi e laboratori. Il grano Senatore Cappelli era molto ricercato e spesso veniva scambiato con grani meno pregiati. La pianta è alta quasi 1,80 metri; macinare questo grano significa produrre una qualità di semola che ha un’alta digeribilità per la presenza di elevate percentuali di lipidi, vitamine, minerali e aminoacidi e pertanto permette la produzione di prodotti biologici di qualità superiore. Adesso provate ad immaginare un chicco di grano. Tutti riteniamo che il grano sia il seme del frumento ma in realtà è il suo frutto. Un chicco di grano è formato da tre parti distinte che svolgono importanti funzioni come la produzione di vitamine e proteine: endosperma, crusca e germe. L’endosperma rappresenta gran parte del peso del chicco e da esso si ricava la farina

bianca. Contiene proteine, carboidrati, ferro e vitamina B, oltre a parti di fibra solubile. La crusca contiene anch’essa vitamine, sali minerali e grandi quantità di fibra alimentare che agiscono sul funzionamento digestivo, ritardando lo svuotamento dello stomaco e migliorando l’assorbimento di zuccheri e grassi contenuti nel pasto, contribuendo così al controllo del livello di glucosio e di colesterolo nel sangue. Il germe è l’embrione del chicco, ricco di oli profumati e gustosi: nelle farine raffinate è totalmente assente per evitare fenomeni di ammuffimento nella conservazione in tempi lunghi. Il germe contiene vitamine di altissima qualità e vitamine del complesso B. CRUSCA

ENDOSPERMA GERME CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII


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L’ENERGIA PULITA DELL’ACQUA

Quella del mulino ad acqua è una tecnologia antichissima che utilizza l’energia meccanica prodotta da un corso d’acqua. In genere, l'acqua viene deviata da un fiume e condotta alla turbina attraverso un canale. La forza del movimento dell'acqua, insieme all'effetto delle pale di una ruota o turbina, provoca la rotazione dell'asse che mette in funzione gli altri macchinari del mulino. L'acqua, lasciando la ruota, viene drenata attraverso un canale di coda. In alcuni impianti (come nel Moleno ad acqua del Ponte, che abbiamo visitato) l'acqua è trasportata da un canale e conservata in un serbatoio adiacente al mulino. I mulini ad acqua possono essere suddivisi in due tipi: uno con una ruota idraulica orizzontale, su un asse verticale, e l'altro con una ruota verticale su un asse orizzontale. I più antichi sono mulini orizzontali in cui la forza dell'acqua, colpendo una ruota a pale semplice posta orizzontalmente in linea con il flusso della corrente, fa ruotare la pietra della macina che è collegata direttamente all'asse di rotazione attraverso un ingranaggio. Il problema di questo tipo di mulino è dato dall'impossibilità di regolare la velocità di rotazione, che dipende direttamente dalla velocità del flusso d'acqua. Nella maggior parte dei casi la ruota idraulica è posta verticalmente, con l'asse di rotazione orizzontale.

In un mulino a filo d'acqua è l'acqua che, passando sotto la ruota, ne comporta la rotazione. Se l'acqua giunge alla ruota dall’alto, la caduta verso il basso ne provoca la rotazione. L'acqua, infine, può anche passare sotto la ruota, trasmettendo parte della sua energia cinetica. I mulini ad acqua sono stati impiegati per molteplici usi prima dell'era industriale: per la macinatura dei cereali, l'utilizzo più antico; per il funzionamento delle segherie, nel settore forestale; per azionare telai, nell'industria tessile; nella lavorazione dei metalli, per azionare macine, forge e martelli per forgiatura; per azionare delle pompe idrauliche; per la lavorazione della carta, per sfibrare gli stracci e la pasta di legno con l'utilizzo di mazze e martelli dotati di punte; per la produzione dell'elettricità con l'utilizzo di un generatore.

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PICCOLO GLOSSARIO DEL MUGNAIO

INTERVISTA A LUANA GRASSO: IL SOGNO DI

Abbiamo imparato tanti termini tecnici legati al

UN MONDO PIÙ SANO

mulino! AGUZZATURA (O RABBIGLIATURA): operazione con cui si scavano o si ripristinano, rendendole profonde e "aguzze", le facce delle macine, divenute lisce per l’utilizzo. ALBERO DELLA MACINA: legno assiale, cilindrico, che sostiene la macina superiore (o coperchio) e la fa girare. CERCHIATURA: viene effettuata prima dell’assemblaggio delle pietre molari, stringendo la macina con un cerchio di ferro a caldo. LAMINATOIO: macchina formata da due rulli a superfici lisce o rigate che, accostati, girano in senso contrario e riducono i cereali nella granulazione richiesta. MOLITURA A MACINA: particolare macinazione che avviene con l'uso di mulini a pietra. Gli elementi macinanti sono due macine sovrapposte, quella superiore ruota ed è dotata di un foro centrale per l'ingresso del prodotto, mentre la ruota sottostante non gira. PALA: uno degli elementi posti sulla ruota del mulino: al passaggio dell’acqua tra le pale, esse provocano il movimento della ruota e quindi della macina. RITRECINE: ruota disposta orizzontalmente e munita di palette o cucchiai, per favorire il movimento della macina. TRAMOGGIA : cassa a forma di piramide tronca con le due basi, maggiore e minore, aperte e posta capovolta sopra la macina per versarvi granaglie.

Luana Grasso, insieme alle sorelle e ai rispettivi mariti, è la proprietaria del “Moleno ad Acqua del Ponte”. Le abbiamo rivolto alcune domande. Vuole parlarci della sua attività? Sono Luana e sono una delle quattro sorelle che si occupa di questo antico mulino, situato sulla sponda destra del torrente Cervaro. Nato nel 1810 circa, ha delle macine di pietra in selce, provenienti da una regione della Francia (la Ferté), funzionanti grazie alla pressione dell’acqua. In questo mulino, in cui adesso è allestito un CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII


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“piccolo museo”, vi sono vari tipi di grano tipici delle nostre zone, andati in disuso nel tempo perché nella produzione industriale non trovavano spazio. In questo mulino però noi abbiamo recuperato questi grani antichi: un esempio è il grano Cappelli che prende il nome dal senatore Cappelli e ha un bassissimo contenuto di glutine e un’alta quantità di proteine.

I suoi studi hanno contributo allo sviluppo della sua attività?

Da quanto tempo svolge questa attività?

Voi dovete pensare a quello che lascerete ai vostri figli. Viaggiate e scoprite ciò che meno inquina per avere sempre una natura e un ambiente sano.

Questo mulino è andato in disuso nel 1965, è stato riaperto circa dieci anni fa da mio padre, che lo ha interamente ristrutturato e rimesso in funzione. Da due anni, dopo la scomparsa di mio padre, il mulino è nelle mie mani e in quelle delle mie sorelle, insieme ai nostri mariti.

Sì, perché io sono una economo-dietista e ho conoscenze di Scienza dell’Alimentazione e Chimica e Trasformazione degli alimenti; quindi la scuola ha influito sulla mia preparazione e sulla mia attività attuale. Un consiglio che darebbe a noi ragazzi?

Come immagina l’evoluzione di questa attività tra dieci anni? Vorremmo che tutti i ragazzi andassero alla ricerca di prodotti che non provochino malattie e quindi il meno possibile inquinati e manipolati. Noi abbiamo due semplici pietre che schiacciano il grano e lo macinano utilizzando una tecnologia idraulica naturale che sfrutta l’acqua del Cervaro; l’acqua utilizzata non viene sprecata perché poi viene restituita al Cervaro. Mi piacerebbe che in futuro ci fossero tanti mulini come questo e che producessero prodotti per un largo consumo.

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INTERVISTA A MASSIMO ZAMBRI: IL BILANCIO di SOSTENIBILITÀ DEL MULINO

Lo scopo principale del mulino non è quello dell’utile economico, ma piuttosto di tramandare una pratica e una attività. Il mulino non ha dipendenti esterni, ma è una piccola azienda a conduzione familiare. Non abbiamo fornitori perché tutto ciò che abbiamo o che ci serve lo ricaviamo dal nostro lavoro. Il grano che trasformiamo lo coltiviamo noi in un campo vicino alla struttura del mulino. Non abbiamo ancora clienti perché l’utile non è la nostra priorità. La sostenibilità ambientale è una delle vostre priorità?

Massimo Zambri dedica tutto il suo tempo libero dal lavoro alla cura e tutela del “Moleno ad Acqua del Ponte”, delle sorelle Grasso. A lui abbiamo rivolto domande più tecniche sul bilancio di sostenibilità del mulino, rispetto ai criteri economici, ambientali e sociali. Vuole parlarci della economica del mulino?

sostenibilità

Coltivare per conservare e tramandare specie cerealicole come il grano Senatore Cappelli, effettuare la molitura del raccolto attraverso la forza idrica del Mulino ad acqua, avere cura del fiume Cervaro, bonificare il suo letto e utilizzare e restituire per caduta l’acqua al fiume sono sicuramente i nostri obiettivi per la tutela dell’ambiente. La Valle del Cervaro viene, così, protetta e si potrebbe usare l’energia idrica anche per altri scopi, oltre la molitura. La presenza del Mulino dà forza a tutto l’ambiente poiché la tutela delle condizioni di “benessere” del fiume è garanzia per tutti gli altri aspetti naturalistici dei Monti Dauni, della Valle del Cervaro e del Comune di Bovino, dopo i danni delle alluvioni dell’ultimo decennio. Da luglio scorso, abbiamo ottenuto l’allargamento del letto del fiume e la pulizia degli argini per CONCORSO GIORNALISTI NELL’ERBA XII


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scongiurare gli effetti devastanti delle esondazioni. L’ultimo aspetto è quello della sostenibilità sociale del Mulino. Ce ne parli un po’. Il nostro rapporto con le Autorità non è ancora codificato, siamo indipendenti e operiamo secondo gli obiettivi della nostra missione: tramandare una storia, quella dei nostri avi, farla conoscere, stabilire le basi della buona alimentazione e della tutela delle specie cerealicole che preservano dalle malattie moderne, come la celiachia o le intolleranze al glutine. Con la stampa abbiamo molti contatti, i giornalisti si occupano di noi per “un tuffo nel passato”, entusiasti di trovare nel XXI secolo una struttura così bella e incantevole. Con le associazioni del territorio abbiamo rapporti cordiali ma ancora non “protocollati”: i borghi dei Monti Dauni potrebbero consociarsi in attività a favore dell’intero comprensorio, con reciproco giovamento delle attività turistiche in loco, offerte dalla presenza, per esempio, di strutture ricettive o della “Stazione di Posta” di Bovino. Il F.A.I. ha ospitato una giornata presso il nostro Mulino, ripagandoci del tanto lavoro e passione che riversiamo nella nostra attività. Il nostro obiettivo è far conoscere il Mulino ad acqua, struttura più unica che rara nel centro-sud, tutelare la memoria e le tradizioni, l’ambiente e il contesto

sociale in cui le attività del Mulino si realizzano.

SOMMARIO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ DEL “MOLENO D’ACQUA DEL PONTE” DI BOVINO (fg) ................................................................................................ 1 LA SOSTENIBILITÀ… IN BREVE .................................................................... 2 QUANTO COSTA AL PIANETA IL NOSTRO STILE DI VITA? L’IMPRONTA ECOLOGICA .................................................................................................3 STUDIO DI UN CASO: IL “MOLENO AD ACQUA DEL PONTE” .................. 4 Le preziose proprietÀ del grano senatore cappelli .................................. 6 L’ENERGIA PULITA DELL’ACQUA ...............................................................7 PICCOLO GLOSSARIO DEL MUGNAIO ....................................................... 8 INTERVISTA A LUANA GRASSO: IL SOGNO DI UN MONDO PIÙ SANO .... 8 INTERVISTA A MASSIMO ZAMBRI: IL BILANCIO di sostenibilitÀ del MULINO..................................................................................................... 10

Il dossier è stato realizzato dalla REDAZIONE del giornalino d’Istituto “Parola nostra” nell’ambito del progetto PONScuola aperta, officina dei saperi. Dirigente scolastico prof. G. De Masi Docente esperta: prof.ssa M.G. Tibollo Docente tutor: prof.ssa S. Russo

Si ringraziano Luana Grasso e Massimo Zambri per la collaborazione e la calorosa ospitalità.

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