La seconda vita del cibo: Last minute market Ci credete che ogni anno 1,5 tonnellate di cibo (pari a 4 miliardi di euro) finiscono nella spazzatura ? Se siamo fortunati, nei bidoni dell’organico della raccolta differenziata . Mi sono chiesta: perché avviene questo? Dato che sprecare cibo è un vero e proprio crimine contro l’umanità! Ci sono persone anche in Italia, secondo i dati del Banco alimentare italiano, 4 milioni di persone, che vivono sotto la soglia di indigenza alimentare. Dunque, anche senza rivolgere l’attenzione ai dati drammatici del Terzo mondo, ci bastano gli agghiaccianti dati italiani … Attualmente oltre allo spreco domestico, attuato dalle famiglie italiane; si unisce anche quello dei mercati ortofrutticoli; in cui per fare un esempio: si opera una selezione assurda sulla frutta, come le mele: per cui arrivano ai banchi del supermercato, solo quelle di una determinata pezzatura e anche se questi frutti hanno una piccola ammaccatura o una piccola macchietta sulla buccia, vengono scartati, perché non ritenuti “conformi”; per calibro e caratteristiche esteriori, agli standard richiesti dal mercato. Per non parlare della gestione degli alimenti scaduti o invenduti, da parte dei grandi gruppi commerciali; anch’essa produce grandissimi sprechi. Per questo ho deciso di indagare e ho scoperto che esiste un progetto chiamato Last Minute Market, nato nel 1998 e attivo sul territorio italiano dal 2003, che ha come obiettivo, il recupero di questo enorme spreco. L’ inventore di questo progetto si chiama Andrea Segrè, un agronomo ed economista italiano che insegna alla facoltà di agraria dell’ università di Bologna, così mi sono decisa ad incontrarlo per rivolgergli alcune domande: 1\Come le è venuta l’idea di creare Last Minute Market ? A.S.Un giorno un mio studente mi ha invitato nel supermercato in cui lavorava e dopo una breve visita nel reparto vendita, mi ha portato nel magazzino; dove c’era un grande ammasso di cibo. Yogurt con scadenza imminente, sacchi di arance con la buccia avvizzita. Così sono rimasto molto colpito e ho pensato come usare nuovamente questo cibo che appariva ancora in ottime condizioni. 2\Qual era il suo obiettivo iniziale ? A.S. L’obiettivo iniziale era di recuperare tutto. Mi piaceva anche pensare il fatto che le persone potessero relazionarsi attraverso il cibo. Inoltre, bisogna fare prevenzione e arrivare prima che avvenga uno spreco, poichè buttiamo via non solo lo yogurt, ma le risorse naturali : terra, acqua ed energia, utilizzate per produrre quello yogurt. 3\Qual è secondo Lei un comportamento sostenibile per un ragazzo della mia età, per avere un’ impronta ecologica minima? A.S.“Il cibo è importante” questo è il presupposto … Il cibo significa stare bene come persona … Ma il cibo vale ????? Quanto vale ??? Usiamo energie, spendiamo soldi, graviamo sulla spesa familiare. Abbiamo un impatto su noi stessi e sull’ ambiente. Pensiamo al percorso che fa il cibo per noi …. Quanto sia sostenibile il nostro comportamento, lo sappiamo noi, a seconda dell’ importanza che gli diamo!