Mattia Della Libera (RD1)

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a Fabrizio Martire per averci seguito, ascoltato e consigliato per l’intero percorso, indirizzandoci con attenzione e interesse; a tutte le persone che hanno risposto alle nostre domande e che si sono rese disponibili per raccontarci la loro esperienza; alle nostre famiglie e soprattutto alla loro pazienza.


Social-spiritualitĂ

Un indagine esplorativa delle community spirituali minoritarie su territorio italiano

Mattia Della Libera, Claudia Garrone (a cura di) Fabrizio Martire (sotto la guida di) Master Relational Design Abadir, Accademia di Design e Arti Visive Questo testo è stato composto in carattere Adobe Devanagari e Avenir su Machintosh 112 pagine stamperia: Progetto Immagine allestimento: Bottega Fagnola Torino, 2015


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1.0  / Introduzione Territorio e confini della ricerca

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1.1 / Vivere online ed offline A cavallo tra reale e virtuale

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1.2 / Una mappa dell’ambiente online Internet/web/surfaceweb/social media

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1.3 / Entrando nello specifico La scelta del tema e l’intinseca difficoltà di analisi

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1.4 / Una distinzione importante Religion online vs online religion

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2.0 / Prima strategia di ricerca Data scraping + email marketing

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2.1 / Seconda strategia Guidati dall’algoritmo di Facebook

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2.2 / Analisi dei dati Pulizia e concentrazione delle energie

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2.3 / Terza strategia Intervista diretta alle top community

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3.0 / Riassumendo Un’analisi comparata tra le community

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3.1 / Conclusione

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4.0 / Postfazione Cinque consigli per una Facebook community


Immagine tratta dal sito cybercatechesi.blogspot.com


1.0 Introduzione Territorio e confini della ricerca Iniziamo sin da ora col dire cosa non è questo testo: non è una ricerca sociologica, né storica, né antropologica; non ha alcuna pretesa di scientificità, cosa che da un lato può far perder interesse nel proseguire la lettura, ma dall’altro da a noi la possibilità di fare e dire ciò che ci pare1. Se volessimo però cercare di inquadrare questo lavoro potremmo dire che si avvicina molto ad una esplorazione etnografica nell’ambiente dei social media, una ricerca di come le religioni professate su territorio italiano decidono di comunicare, di costruire una community online partendo da una comunità “reale” o viceversa.  1 ci prendiamo la licenza di usare terminologie proprie di una cultura digitale come “combo”, “top” e altre espressioni simili, per sentirci più a nostro agio nella scrittura, per dare più colore e divertire durante l’intera lettura

Detto ciò possiamo immaginare che i lettori di questo testo possano essere divisi in tre gruppi: chi fa ricerca in campo umanistico, a cui possiamo offrire dati inediti ed una strategia di indagine di successo, chi si occupa di social media poiché può trovare una lista di casi studio di community spirituali molto attive, e tutte quelle persone che hanno risposto ai nostri questionari, senza le quali questo lavoro non sarebbe stato possibile, che possono avere un primo parzialissimo punto di vista sull’ecosistema social-spirituale italiano.

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Verrà spontaneo chiedersi, come mai questa ricerca? Risposta: semplice curiosità; assistiamo ormai da diversi anni ad un travaso della nostra vita dall’analogico al digitale, il papa sta avendo molto successo su Twitter2 e a Torino organizzano corsi formativi in Cybercatechesi3; tutto ciò ha fatto si che l’interesse nei confronti della combo religione + internet ci incuriosisse particolarmente.  2 http://www.downloadblog.it/post/91853/ papa-francesco-su-twitter-e-il-piu-ritwittato-almondo-il-social-network-conferma  3 http://www.diocesi.torino.it/diocesi_di_torino/diocesi/00050799__Cybercatechesi__la_catechesi_e_i_nuovi_media___all_ISSR_corso_per_ catechisti_e_operatori_pastorali.html

Quello che troverete in questo testo sarà dunque un dettagliato racconto del nostro percorso di ricerca, durato all’incirca due mesi, che andrà a toccare la fase iniziale di scelta del tema, preparazione della strategia di analisi, esecuzione della strategia e archiviazione dei dati. Incontreremo community che hanno più di cinquantamila fan e community che ne hanno meno di quaranta, dai Soka Gakkai all’Unione Satanisti Italiani, da chi utilizza WhatsApp in modo geniale, a chi riesce ad allestire un canale su Youtube seguitissimo. A causa del breve tempo a disposizione e del nostro tipo di competenze, non abbiamo voluto realizzare una sintesi elaborata, capace di individuare il senso di questo fenomeno social-spirituale; ma abbiamo preferito focalizzarci sulla narrazione di quello che è stato il nostro ricco e articolato percorso, così da poter offrire un’esperienza altrettanto interessante. Buona lettura. :)


1.1 Vivere online ed offline A cavallo tra reale e virtuale La netta distinzione tra reale e virtuale sta svanendo: oggi, è come se vivessimo alla foce di un fiume4, con alle spalle le solide montagne del reale e di fronte il cangiante mare aperto del digitale; in queste acque che non sono né salate né dolci spendiamo la nostra quotidianità. Mettiamo in soffitta il termine cyberspace - ormai legato agli anni novanta - ma non lo facciamo arbitrariamente. Questa dicotomia, conseguenza della differenza tecnica che vi è tra analogico e digitale, è venuta meno a causa dello svilupparsi di prodotti e servizi digitali che, anno dopo anno, mettono in discussione il modo in cui lavoriamo, comunichiamo, viviamo e percepiamo il mondo che ci circonda. A causa di ciò, secondo il filosofo dell’informazione Luciano Floridi, stiamo vivendo una rivoluzione che sta ri-ontologizzando il concetto di esistenza, «che non è più l’essere immutabile nella propria realtà o l’essere potenzialmente soggetto di percezione, ma l’essere potenzialmente soggetto a interazione, seppur intangibile.»5  4 metafora utilizzata da Luciano Floridi, filosofo dell’informazione, durante un evento del festival Biennale Democrazia 2015  5 Luciano Floridi, La rivoluzione dell’informazione, Codice Edizioni, Torino, 2012

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Copertina de La rivoluzione dell’informazione, Codice Edizioni

brevemente, ci fa notare come l’estetica digitale, fatta di pixel e composizioni di colori inediti, stia influenzando anche il mondo analogico, “an eruption of the digital into the phisical”.7  7 http://www.wired.com/2012/04/an-essay-onthe-new-aesthetic/v

Ci rendiamo conto che sarebbe necessario spendere più parole per questo passaggio molto importante, ma il tempo stringe e offriamo al lettore l’opportunità di approfondire i testi presenti in nota. ;)

Copertina de La religione ai tempi del web, Laterza

Altro punto di vista molto molto interessante è quello di Fabrizio Vecoli che ci suggerisce come non sia più «legittimo opporre, come si fa spesso, virtuale a reale, quasi che il primo appartenesse alla sfera dell’illusione e del falso: in realtà, il concetto di virtuale si coglie meglio se inteso come “potenziale”, da confrontarsi quindi - come suggerisce Gilles Deleuze - con “l’attuale” invece che con il “reale”. [...] In breve, il virtuale si può intendere come un bacino di potenzialità che “tendono” a manifestarsi.»6 6 Fabrizio Vecoli, La religione ai tempi del web, Laterza 2013, Roma - Bari

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Immagine esempio di new aesthetic tratta da newmuseum.org

Come ultimo contributo a supporto del punto che stiamo cercando di fissare, Bruce Sterling, che rese popolare il termine cyberspace di cui sopra, ha scritto un saggio dove mette in luce un nuovo movimento artistico chiamato New Aesthetics, con il quale, riassumendo


1.2 Una mappa dell’ambiente online Internet/web/ surfaceweb/ social media Prima di partire per un viaggio è necessario orientarsi, aprire una mappa e avere chiaro dove vogliamo arrivare. Rinfreschiamoci dunque la mente, ricapitolando come funzionano le cose. Molto spesso c’è chi confonde internet con il web, e già da qui si capisce che non arriverà molto distante. Internet è un infrastruttura, fatta di cavi, computer e software, che permette il funzionamento del web. Questo - attenzione! - è diviso in due parti, la più grande viene chiamata deep web8 e contiene il 99,75% dell’intero web, mentre la porzione restante è il surface web, che coincide con tutto ciò a cui è possibile accedere attraverso motori di ricerca come Google, Yahoo e simili. Quello che comunemente viene inteso come web, propriamente chiamato surface web9, è in realtà una percentuale irrisoria, circa il 0,25%10, di ciò che potremmo raggiungere grazie all’infrastruttura di internet. Questa ridotta porzione di web è un ambiente digitale nel quale sono presenti servizi tra cui i social network come Facebook, Twitter, Instagram, ed è questo il campo in cui la ricerca si concentra.

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8 http://www.nytimes.com/2009/02/23/technology/internet/23search.html?th&emc=th&_r=0 Logo in bianco e nero di Gummy Industries

9 http://brightplanet.com/wp-content/uploads/2012/03/12550176481-deepwebwhitepaper1.pdf  10 http://brightplanet.com/wp-content/uploads/2012/03/12550176481-deepwebwhitepaper1.pdf

Questa veloce panoramica, che da internet si stringe sino ai social network, permette di dare un’idea chiara di quanto sia ridotto il campo di analisi rispetto a ciò che l’intero web può offrire. Ora la domanda può sorgere spontanea: perché concentrarsi solo su questo trascurabile spazio? In primo luogo perchè la dimensione del deep web, così grande ed in continuo mutamento, non rende ipotizzabile una ricerca in questo ambiente senza le adatte competenze informatiche, secondo perché nel surface web, essendo accessibile alla stragrande maggioranza delle persone, è dove avvengono i fenomeni sociali più diffusi e, di conseguenza, potenzialmente più interessanti, terzo ed ultimo è che i social media permettono una comunicazione tra le persone tale da permettere di instaurare e coltivare rapporti online con molta più facilità rispetto al passato. Prima di procedere è opportuno sottolineare il fatto che non tutto ciò che passa attraverso i social media può essere indagato: comunicazioni private, gruppi chiusi e profili oscurati ci impediscono l’utilizzo delle informazioni che contengono. Risulta dunque chiaro che questa ricerca si focalizzerà su ciò che è reso pubblico attraverso i social network, servizi accessibili in un ambiente digitale chiamato surface web, ridotta frazione di un ambiente chiamato web, contenu-

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to all’interno di internet. Ancora non l’abbiamo detto, ma abbiamo un compagno di viaggio. Si chiama Fabrizio Martire, è il nostro relatore e CEO di Gummy Industries.11  11 http://gummyindustries.com


1.3 Entrando nello specifico La scelta del tema e l’intrinseca difficoltà di analisi Per qualche settimana abbiamo girato in tondo: non sapevamo dove concentrare i nostri sforzi, per questo abbiamo fatto una lista delle opportunità che avremmo potuto sfruttare. Un tema molto popolare e molto interessante era quello delle NMR (acronimo di Nuovi Movimenti Religiosi) «espressione utilizzata per indicare fedi religiose o movimenti etici, spirituali o filosofici di origine recente e che non appartengono a una chiesa o a un’istituzione religiosa più antica, quasi tutti apparsi a partire dagli anni Cinquanta del Novecento.»12  12 Eileen Barker, I nuovi movimenti religiosi. Un’inrtoduzione pratica, Mondadori, Milano, 1992

I più interessanti tra questi erano i Kopisti13, congregazione di fedeli che ha come gesto più sacro quello della copia delle informazioni, i Pastafariani14, adoratori di un dio che si manifesta assumendo le sembianze di un gigantesco spaghetto volante accopagnato da due polpette, ed infine i seguaci dello Jedismo15, ordine cavalleresco nato dalla saga di Star Wars. Altro tema attualissimo ed altrettanto

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interessante era quello della comunicazione su Twitter utilizzata dallo Stato Islamico16, senza parlare dell’esposizione della Sindone a Torino, raccolta attorno all’hastag #AmorePiùGrande.17  13 http://kopimistsamfundet.se/english/  14  http://pastafariani.weebly.com  15 http://www.jedichurch.org  16 http://www.theatlantic.com/international/ archive/2014/06/isis-iraq-twitter-social-media-strategy/372856/

prossimi paragrafi, che ci hanno permesso di avere un’idea di base del come e del perché le religioni hanno iniziato ad apparire online, approfondendone comportamenti e analizzandone casi studio emblematici a livello globale. In questo modo abbiamo potuto constatare che non solo non è mai stata realizzata una mappatura italiana delle realtà religiose presenti sui social network, ma anche che viene raramente preso in con-

17 https://twitter.com/search?q=%23amorepiùgrande%20%23sindone&src=typd

1 8   h t t p : / / s r m o. s a g e p u b. c o m / v i e w / m e t h ods-case-studies-2014/n219.xml

Contemporaneamente ci siamo resi conto che esistono numerose ricerche che parlano di come i diversi movimenti religiosi si relazionano al web: abbiamo letto due testi, riassunti brevemente nei

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Uno dei molti poster votivi in nome del mostro volante a forma di spaghetti

Un’esplorazione ben fatta va però circoscritta, altrimenti si rischia di fare uno di quei viaggi all’americana dove in una settimana si visita Parigi, Venezia, Napoli, Amsterdam e Londra. Perciò, per una questione linguistica, ed anche per meglio comprendere ciò che ci circonda, abbiamo deciso di concentrarci sul territorio Italiano: una ricerca sull’aspetto social delle NMR ci è parsa poco interessante, essendo queste non molto seguite in un paese conservatore come l’italia, mentre per quanto riguarda ISIS e Sindone ci siamo resi conto che la nostra ricerca non poteva avere nulla di diverso da un’analisi social di un qualsiasi evento importante, come già fatto in molti casi, uno su tutti quello delle olimpiadi di Londra del 2012.18

siderazione il rapporto in generale tra spiritualità e socialmedia. Per poter colmare il vuoto individuato e sfruttare al meglio le competenze relazionali sviluppate anche grazie al master19, abbiamo deciso di muoverci proprio in questa direzione.  19 http://www.relationaldesign.org


1.4 Una distinzione importante Religion online vs online religion Grazie al suggerimento di una nostra amica siamo venuti a conoscenza di un libro di Enzo Pace intitolato La comunicazione invisibile e durante l’acquisto su Amazon ci è anche stato consigliato di comprarne un secondo, La religione ai tempi del web di Fabrizio Vecoli. Grazie a questi due testi abbiamo capito come il tema social-spirituale sia ancora poco discusso e di quanto sia difficile effettuare una ricerca in questo ambiente. Consigliamo caldamente la lettura di questi due testi, e di seguito riassumiamo brevemente le conclusioni di entrambi. Enzo Pace parla di un «senso di smarrimento persistente»20 dovuto alla difficoltà di definire l’oggetto di studio utilizzando categorie classiche degli scienziati sociali. Tuttavia vi sono alcuni punti fermi molto interessanti proposti dall’autore; uno di questi è il vigore che il web dona alla comunicazione religiosa grazie alla possibilità di «far immaginare altri mondi possibili» ricchi «di significati da attribuire all’agire umano e alla speranza di immortalità»21. La possibilità di raggiungere con pochi click informazioni su un’infinità di attività spirituali sta aiutando a rafforzare l’idea moderna secondo cui oggi «si crede per scelta e non solo o non più per tradizio-

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20 21 22 24 25 Enzo Pace, La comunicazione invisibile. Le religioni in internet, Edizoni SanPaolo, Milano, 2013  23 La vita nell’era spaziale, Lorenzo 1999 - Capo Horn, Jovanotti, 1999

Anche le conclusioni di Fabrizio Vecoli mettono in luce come vi sia un «problema serio di riconoscimento - prima ancora che di definizione - dell’oggetto di studio»26, che richiede di «adottare definizioni di religione più inclusive»27, parole molto forti che fanno intuire come vi sia un terremoto in atto che sta sconquassando l’idea di fede o di appartenenza ad una religione. Allo stesso modo di Pace, Vecoli riconosce la potenza immaginifica di internet, la capacità di questo ambiente digitale di ospitare infiniti mondi ed allo stesso tempo di leggitimarli, di renderli vivibi-

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Copertina de La comunicazione invisibile, edizioni SAn Paolo

ne»22. Il web diventa dunque un megastore delle religioni al quale è possibile accedere da ovunque e prendere ciò che più ci piace, come già cantava Jovanotti in una canzone del ‘99 «posso pregare Dio un Dio a mia immagine e somiglianza / collegato col computer dentro la mia stanza.»23 Questa possibilità di scelta, sempre secondo Pace, fa si che le religioni tradizionali non possano più fare affidamento sulla loro «rendita di posizione»24, spingendole ad investire in questo nuovo ambiente digitale, che, loro malgrado, non ha lo stesso sistema comunicativo emittente-ricevente degli old media. Le religioni tradizionali devono oggi rispondere agli utenti che abitano la rete e che esprimono un «bisogno del tutto soggettivo di interagire, di dire la propria, di poter constatare una certa interpretazione di un testo sacro.»25

li, fruibili. Uno dei punti più interessanti di Vecoli è come internet stia assumento sempre più un carattere mistico in quanto presenta «alcune delle caratteristiche attribuite all’universo nelle moderne cosmologie scientifiche: assenza di un centro, relatività di ogni riferimento spazio-temporale, multidimensionalità, complessità e caos, irriducibilità ad una comprensione umana irrimediabilmente compromessa da principio antropico»28; internet come «nuovo luogo della 26 27 28 29 Fabrizio Vecoli, La religione ai tempi del web, Laterza 2013, Roma - Bari

trascendenza»29. L’elemento più interessante per la nostra ricerca, presente in entrambi i testi, è la distinzione tra online religion e religion online. Questa interpretazione dei fenomeni religiosi online è frutto del lavoro del sociologo delle religioni Christopher


Helland il quale fa giustamente notare come vi siano delle religioni, soprattutto quelle tradizionali, che sono nate quando ancora internet non esisteva, e che hanno deciso di utilizzarlo principalmente come mezzo di comunicazione. Vi sono poi invece un gruppo di religioni nate in un momento successivo alla diffusione di internet e che devono a questa infrastruttura di comunicazione buona parte della ragione per cui esistono. Le religioni che vivono nel mondo reale e utilizzano internet come mezzo di supporto e comunicazione vengono chiamate religion online, mentre quelle che hanno fatto del web parte fondamentale della loro esistenza, perchè la loro comunità esiste e si sviluppa in esso, sono chiamate online religion. Al lettore che non ha ancora affrontato tematiche di questo tipo potrà sembrare una riflessione da poco, ma nel nostro percorso di ricerca è stato molto utile avere un framework mentale che ci aiutasse nell’orientamento. Giunti a questo punto però non abbiamo ancora risolto la nostra necessità di avere una chiara direzione per orientare la nostra ricerca, ma siamo un poco più preparati sul lato teorico e consapevoli delle difficoltà che potremmo incontrare.

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2.0 Prima strategia di ricerca Data scraping + email marketing Come ogni ricerca che giunge in un vicolo cieco, o che come la nostra, non è ancora partita, abbiamo deciso di rivolgerci nuovamente a Google, nella speranza di trovare qualcuno che avesse già effettuato una mappatura delle realtà religiose su territorio italiano. Grazie a una veloce ricerca basata su quattro parole chiave, troviamo tra i link suggeriti dal motore di ricerca un collegamento al libro Enciclopedia delle religioni in italia30, testo di Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, edito nel 2013, che, per nostra grande fortuna, ha anche una versione completa digitale online31:

Schermata del foglio excel con il quale abbiamo organizzato i contatti

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punto di svolta della nostra ricerca. Ciò che la digitalizzazione dell’enciclopedia fornisce in più rispetto alla versione cartacea è la possibilità di manipolarne il contenuto, copiandolo e incollandolo a nostro piacimento. Abbiamo notato che ogni paragrafo dedicato a una realtà religiosa inizia fornendo alcune indicazioni come indirizzo, numero di telefono e mail, e proprio quest’ultimo è stato per noi fondamentale. Ci siamo chiesti: perché non realizzare un form digitale con Google Form32 da inviare a tutti gli indirizzi mail delle varie realtà religiose? E così abbiamo fatto. Nonostante l’aiuto dato da uno script costruito con il software Automator33 che permette di scaricare tutte le mail presenti da una pagina web aperta tramite browser, ci sono voluti due intensi giorni per scaricare oltre seicento mail dal sito. Avessimo avuto un background informatico avremmo di sicuro ridotto il tempo di raccolta. Il risultato di questa collezione è stato inserito in un file Google Spreadsheet34, dove la terza colonna


contiene tutti gli indirizzi mail, mentre nella prima e seconda vi sono capitoli e paragrafi nei quali le abbiamo trovate.  30 Massimo

Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Enciclopedia delle religioni, Elledici,Torino, 2013  31 http://www.cesnur.com/  32 https://www.google.com/forms/about/  33 http://it.wikipedia.org/wiki/Automator  34 https://docs.google.com/spreadsheets/u/0/

Fatto ciò abbiamo iniziato a costruire il questionario utilizzando il servizio Google Form. Per avere un alto tasso di risposta abbiamo deciso di non fare più di cinque domande importanti, in modo da non scoraggiare con una lunga lista e di conseguenza un tempo per la risposta troppo lungo. Al di là degli scopi che possono spingere o meno una comunità ad utilizzare i social media, ciò che ci interessa è riuscire ad avere delle indicazioni precise sul come raggiungere le community da

indagare. Abbiamo scoperto con il tempo che una delle regole della ricerca in rete è avere un’idea chiarissima di ciò che si sta cercando: è molto facile ed estremamente frustrante perdersi tra le miriadi di link che ogni click ci presenta, con la grande possibilità di trovare tutto, ma anche il contrario di tutto. Riuscire invece ad avere l’esatta ubicazione sul web di una community, attraverso la mail ufficiale di una riconosciuta realtà religiosa, è ciò che ci ha permesso di non disperdere le nostre energie. A questo punto abbiamo una mailing list, ricavata attraverso una rudimentale tecnica di web scraping35, e le domande con le quali vogliamo iniziare la nostra ricerca. Manca solo lo strumento che permette di veicolare il nostro messaggio. Dopo una rapida ricerca su Google con query email marketing abbiamo trovato che il miglior servizio sulla piazza è ancora MailChimp36. Abbiamo creato un account e iniziato a costruire una mailing list con le mail raccolte, per poi confezionare un messaggio da invia-

Schermata del questionario inviato a più di quattrocento realtà spirituali

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Screenshot del messaggio inviato con richiesta di compilazio

re che contenesse una breve descrizione dei nostri intenti e, cosa fondamentale, il link alla pagina del nostro form.37  35 http://it.wikipedia.org/wiki/Web_scraping

36 http://mailchimp.com  37 http://goo.gl/LqvdvI

Tra i vari motivi che ci hanno convinto a utilizzare il servizio di Mailchimp, oltre alla straordinaria rapidità e facilità d’uso, è l’evoluto sistema di tracking delle mail. C’è infatti una sezione chiamata reports nella quale possiamo trovare una serie di informazioni molto importanti che indicano quante persone hanno aperto la mail, chi l’ha aperta, chi ha cliccato sui link presenti nella mail e da quale area geografica. Queste informazioni si sono rese fondamentali per la nostra ricerca, perché, come vedremo più avanti, ci hanno permesso di determinare il successo o meno di questa strategia. Noi però, non contenti di volerci affi-

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dare ad un solo servizio di tracking, in modo tale da avere più dati da utilizzare, abbiamo deciso di utilizzare anche il servizio di shortinening chiamato Google Shortner38, il quale permette, dato un url qualsiasi, di trasformarlo in un url più breve, che abbiamo embeddato nel pulsante rosa presente nel messaggio della mail da inviare. Anche questo servizio offerto da Google permette di monitorare quante volte, quando e da quale area geografica le persone hanno cliccato sull’url accorciato.  38 https://goo.gl

Ad un certo punto, ricontrollando le mail raccolte, ci siamo resi conto che non tutte erano riconducibili a una realtà italiana, perché molte di queste terminavano con una siglia diversa dal riconoscibile it. Per questo abbiamo diviso le mail di sicura provenienza italiana da quelle incerte, per poi analizzarle e determinare una provenienza a quelle segnalate come dubbie.


A questo punto abbiamo due mailing list, a cui inviare un messaggio di presentazione del progetto e formulazione della richiesta di informazioni, in cui c’è un pulsante/link da premere che indirizza al Google Form con le nostre domande. Durante tutto questo processo abbiamo piazzato due servizi in ascolto, il primo Mailchimp, che monitora quante persone aprono la mail, ed il secondo Google Shortner, che ci permette di sapere quante persone cliccano sul pulsante/link. Prima di effettuare l’invio ci siamo resi conto che Mailchimp non riteneva valide alcune delle nostre mail, e siamo dunque stati costretti a ripulire la mailing list da tutte quelle inutilizzabili.39 Ci è venuto in aiuto un servizio chiamato Data Validation40 che ci ha permesso di individuare le duecentoquaranta mail non utili e di procedere con l’invio e la richiesta di compilazione del form. Mailchimp ci avvisa che il nostro invio è avenuto con successo.

39 nel blog di mailchimp c’è una sezione che racconta delle mail che non vanno. linkare qui  40 http://www.datavalidation.com

Dall’undici marzo al nove aprile abbiamo ricevuto risposta da quasi un centinaio di realtà spirituali, la maggior parte di queste hanno completato per intero il form, mentre una buona parte, circa il 40%41, ha risposto che non utilizza i social o che non si ritiene una realtà spirituale o religiosa. Già al primo invio abbiamo avuto una felice sorpresa: Paolo Bettoncelli, responsabile della comunicazione della pagina Facebook Templari Oggi42, ci ha invitato a scambiare due parole di persona perché incuriosito dalla ricerca. Abbiamo felicemente accettato l’invito e raggiunto Paolo in un pub torinese, esperienza decisiva sia per ciò che ci è stato raccontato, ma soprattutto per la modalità con cui abbiamo interagito (l’intervista) che, come vedremo più avanti, ha influenzato la nostra ricerca. È doversoso dire che il risultato ottenuto attraverso la strategia di mailing è dovu-

Schermata di conferma invio campagna di mailing

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Screenshot excel con la racoclta delle risposte al questionario

to anche grazie ad una certa dose di insistenza da parte nostra. In questi ventinove giorni abbiamo mandato più volte la richiesta di partecipare al sondaggio a quei contatti che non avevano aperto la mail o che l’avevano aperta ma non avevano cliccato sul pulsante: sempre attraverso il servizio Mailchimp, abbiamo potuto creare delle frazioni di mailing list basate sulle interazioni del ricevente. Abbiamo realizzato in tutto tre invii, monitorando il passaggio dal nostro messaggio al form attraverso un grafico fornitoci dal servizio Google Shortner.  41 nei prossimi capitolo affronteremo il nostro punto di vista sul tema

42 https://www.facebook.com/templarioggi

Schermata del numero di click effettuati sul link presente nella mail

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È molto interessante notare come, ad ogni nostro invio (11, 23 e 30 aprile), vi sono sempre meno risposte. Questo è dovuto al fatto che inviamo sempre a meno persone, escludendo dal nuovo invio chi ha già risposto al form. Procedendo in questo modo, e monitorando la situazione, possiamo dire di aver spremuto fino in fondo questo metodo di ricerca. :) Ricapitoliamo brevemente, aggiungendo anche qualche dato. Abbiamo raccolto 669 mail, di queste 240 non erano valide, abbiamo inviato la richiesta di compliazione del form alle restanti 429, ripetendo altre due volte l’invio a chi


non avesse ancora risposto al questionario. 69 esponenti di altrettante realtà spirituali hanno compilato il form, la maggior parte dichiarando che utilizzano i social media mentre in 10 segnalano che non utilizzano questi canali per motivi di origine varia: mancanza di tempo o personale, incapacità di comprendere il funzionamento delle piattaforme o, come nel caso dei monaci di Santacittarama, perché non «in linea con la nostra disciplina monastica». Altre 32 realtà non hanno risposto al questionario, ma con un messaggio testuale, nel quale indicavano espressamente che non facevano utilizzo di social, o che non ritenevano di essere una religione o realtà spirituale. Quest’ultimo punto per noi è poco importante, non siamo interessati al dibattito sulla definizione più adatta di spiritualità; scegliendo come punto di partenza di questa ricerca il testo Enclopedia delle religioni, abbracciamo per convenzione la sua linea di pensiero

nell’intendere e limitare il concetto di spiritualità. A noi interessa vedere come i movimenti spirituali e religiosi - segnalati in quanto tali nel testo sopracitato - utilizzano e interagiscono con i social network. A un secondo livello, il nostro obiettivo è anche quello di delinare una strategia di ricerca neutra, che possa essere riutilizzata sostituendo le informazioni di partenza, come fosse un processo esplorativo da poter replicare. Per ogni community individuata, piccola o grande che fosse, abbiamo realizzato un file .txt dove poter raccogliere sia dati quantitativi (numeri oggettivi relativi alla quantità totale di like o membri e media di like e condivisioni per post), sia qualitativi (un nostro giudizio soggettivo sul grado di vitalità di una data community). In questo modo abbiamo realizzato un primo archivio di community sulle quali più avanti torneremo. Di seguito riportiamo le comunità pre-

Schedatura delle community

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senti online che abbiamo individuato attraverso l’utilizzo del questionario online. Ogni realtà è qui accompagnata dalla risposta che ha dato compilando la domanda “Che cosa vi ha convinto ad utilizzare questi strumenti? Con quale obbiettivo?”

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“L’evangelizzazione corre dove sono anche le persone. E oggi le persone sono anche presenti nei social media, spendendo in Italia una media di almeno 2.3 ore al giorno�

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“Oggigiorno le persone comunicano attraverso questi strumenti e quindi noi ci siamo adeguati con l’obiettivo di raggiungere più persone possibile per diffondere la filosofia vaisnava e per promuovere i nostri eventi.”

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“Far conoscere la storia del movimento anabattista e le sue istanze. Approfondimenti e dialoghi.�

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“Il volere essere il piĂš visibili possibile e allo stesso tempo poter comunicare in tempo reale.â€?

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“il motivo principale è la mancanza di un punto di riferimento ufficiale, che permettesse a chi si avvicinava al nostro movimento attraverso l’utilizzo di questi strumenti di conoscerci al meglio. Non abbiamo tuttavia una preferenza per i social network, perché riteniamo che la nostra pratica vada possa esistere solo sulla base di un contatto umano, personale e diretto. Tuttavia, riteniamo che tutti i canali vadano comunque utilizzati per promuovere la conoscenza corretta della nostra pratica, e soprattutto del sito istituzionale (www.sgi-italia.org), che rimane l’unica fonte ufficiale.”

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“La possibilità di condividere con gli altri LA VERITA BIBBLICA.”

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“La loro immediatezza nel mettere in contatto diverse persone con interessi comuni.�

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“Informare delle iniziative e comunicare con e tra membri della nostra associazione�

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“L’immediatezza e la rapidità con le quali si può diffondere il messaggio della Scienza Cristiana, raggiungendo un numero maggiore di ascoltatori ovunque.”

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“Sono strumenti molto utili per raggiungere e comunicare tra credenti, ed anche per evangelizzare.�

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“Obiettivo pubblicitario degli eventi. Obiettivo di comunicare messaggi di incoraggiamento quotidiani.�

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“Più persone, più visibili.”

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“Farci conoscere per incrementare le iscrizioni alla nostra scuola�

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“Immediatezza semplicità e popolarità fra le generazioni più giovani”

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“Sono dinamici e facili da aggiornare, molto meno statici rispetto ad un sito web. Permettono la partecipazione diretta e condivisione con gli utenti.�

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“Per comunicare velocemente con gli amici del centro�

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“Aggiornamenti delle attività, segnalazione eventi e iniziative.”

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“Come comunità on-line necessitiamo di uno strumento “smart”, più a contatto con la gente, più immediato e accessibile, che sia di supporto comunicativo al nostro sito internet, vero “patrimonio” culturale della nostra testimonianza.”

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“Il fatto che, piaccia o meno, sempre piĂš persone sono collegate con questo strumento e li utilizzano in maniera prioritaria per comunicare! Non utilizziamo Whatsapp in quanto a parere nostro troppo invasivo. Le email rimangono il nostro strumento preferito di comunicazione nonostante la crescita dei social media.â€?

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“Possibilità di raggiungere più persone, soprattutto giovani, che usano poco le email”

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“Raggiungere le persone interessate�

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“Che va più veloce e non costa niente. :-)”

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“Per raggiungere persone che altrimenti non avremmo potuto raggungere, ma anche per comunicare con i membri della nostra fede religiosa.�

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“Usiamo Whatsapp per comunicare all’interno della nostra comunità. Siamo una comunità molto unita e attiva, ma viviamo sparsi per la città. Whatsapp ci dà modo di scambiare veloci comunicazioni dagli auguri per un compleanno a una richiesta di preghiera. Facebook e Twitter, invece sono principalmente per metterci in contatto con chi fosse alla ricerca di una comunità dove si creda, legga e predichi la Bibbia. Gesù è venuto nel mondo a cercare le persone. È andato dove le persone comuni stavano. Noi cerchiamo di fare la stessa cosa, in un certo senso, mettendo la parola di Gesù sui social network.“

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“La Chiesa ha sempre usato ogni tecnologia disponibile per diffondere il proprio messaggio e raggiungere il più velocemente e facilmente possibile tutti i membri ovunque si trovassero nel mondo (può trovare informazioni su i “mormoni” e i media seguendo questo link http://goo.gl/AyVNI6). I Social Media non hanno fatto eccezione e pagine facebook e account twitter sono presenti in sempre più lingue. In inglese sono attivi anche account Google+, Instagram, e Pinterest; il dipartimento risorse umane della Chiesa ha anche un account su Linkedin. Molto popolari sono anche i canali Youtube del “Mormon Channel” con video tradotti o sottotitolati circa dieci lingue.”

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“L’obiettivo è quello di raccontare di noi e di quello che facciamo ad un maggior numero di persone”

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“Raggiungere nuovi sostenitori. Fidelizzare e informare i sostenitori giĂ attiviâ€?

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“La possibilità di essere visibili a più persone possibile”

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“Facilità d’uso, veloce e diffusa”

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“Obbiettivi pastorali e missionari�

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“La possibilità di comunicare velocemente con le persone”

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“Dipende dal network usato. Facebook è usato per pubblicizzare eventi e per collegare tra di loro le persone coinvolte nel nostro movimiento visto che sono dislocate in tutta l’Italia. Twitter è usato per pubblicizzare eventi e per inoltrare informazione da movimenti a cui siamo collegati. Whatsapp è usato per la comunicazione interna tra le persone che lavorano con il movimento”

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“Lo usano in molti”

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“Aggiornare gli utenti quando necessario (seminari, chiusure, etc.)�

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“La grande diffusione - anche in ambiti spirituali…”

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“Abbiamo iniziato presto, inizialmente con solo un gruppo segreto per mantenere un contatto frequente fra i partecipanti, solo successivamente ci siamo aperti a finalitĂ di propagandaâ€?

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“È uno strumento di comunicazione gratuito, che consente di espandere la comunicazione a effetto domino”

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“Essere presenti nella realtà sociale, pur senza esagerare e assolutamente senza scopi di profitto o di proselitismo, per offrire a chi è interessato un accesso alla Via del Buddha”

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“La facilità di utilizzo e la capacità di poter raggiungere in poco tempo un grandissimo numero di persone. L’obiettivo è semplicemente quello di informare le persone sulle nostre attività e contribuire alla diffusione di una cultura cristiana”

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“Restare in contatto fra di noi�

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“Comunicazione veloce e facile. Si raggiungono con un messaggio tutti i membri�

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“Possibilità di conoscere più persone anche distanti dalla tua città“

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2.1 Seconda strategia Guidati dall’algoritmo di Facebook Se vogliamo riuscire a pescare qualcosa da questo mare digitale dobbiamo avere una rete da pesca che si rispetti, composta quindi da due direzioni di fili che si intrecciano regolarmente in modo da irrobustirsi a vicenda. Abbiamo dunque sentito la necessità di un secondo punto di vista per la nostra ricerca, da mettere in relazione con quello appena descritto in modo tale da individuare solidi punti in comune. Per questo, abbiamo deciso di utilizzare il motore di ricerca di Facebook come strumento guida per una seconda esplorazione, impostando come query parole tipo musulmani o ebrei con lo scopo di vedere quali gruppi, pagine, o profili compaiono tra i primi risultati. Al lettore verrà spontaneo chiedersi, per quale motivo concentrarsi su Facebook? Dopo aver velocemente analizzato i risultati della ricerca precedente, ci siamo accorti che la stragrande maggioranza delle community digitali vivono su Facebook, e perciò non possiamo che andare in quella direzione. Anche questa ricerca però necessita di una minima preparazione. Innanzitutto il profilo Facebook che effettua la ricerca deve essere vergine: non deve essere associato ad alcun tipo di amicizia, né aver partecipato ad eventi, cliccato mi piace o aver interagito in aclun modo. Questo

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per far si che i risultati del motore di ricerca non siano viziati da interessi personali che Facebook possa intercettare, influenzando così i risultati della ricerca. In secondo luogo le query non possono essere scelte a casaccio. Ci ricordiamo che nell’ampia introduzione, dell’Enciclopedia delle Religioni, compaiono una serie di dati statistici sulla diffusione di tutte le religioni minoritarie presenti su territorio italiano, per cui torniamo a questo testo, raccogliamo i dati e iniziamo la ricerca inserendo come query musulmani, buddisti, ortodossi, testimoni di geova, mormoni, neo-templari, wicca, ecc. Ad ogni risposta dell’algoritmo abbiamo aperto i link delle prime cinque risposte alla ricerca di quella che nascondeva la community più viva, che meglio potesse rappresentare il gruppo

Minoranze religiose fra i cittadini italiani (stima CESNUR 2012)

36.000 25.000 110.000 435.000 415.000 25.000 5.000 115.000 4.000 26.000 135.000 4.000 6.000 2.000 3.000 15.000 30.000 20.000 6.000

religioso della query. Di seguito la lista completa delle religioni suggerite dal testo di Introvigne e Zoccatelli con le stime, in valore assoluto, della dimensione di ogni gruppo. Come per la strategia precedente, è stato realizzato un file .txt per ogni gruppo spirituale individuato, in modo tale da avere un secondo archivio. Durante questa ricerca “sul campo” è stato necessario resistere alla sirenica tentazione di cliccare sui link suggeritici a latere, per evitare di uscire dal nostro percorso. Se l’avessimo fatto, avremmo aperto la porta ad uno tsunami di possibilità che ci avrebbe di sicuro stordito. A differenza di quello precedente, questo metodo ha presentato maggiori criticità, ad esempio non tutte le query

Ebrei Cattolici “di frangia“ e dissidenti Ortodossi Protestanti Testimoni di Geova (a sssimilati) Mormoni Altri gruppi di origine cristiana Musulmani Bahá’í e altri gruppi di matrice islamica Induisti e neo-induisti Buddhisti Gruppi di Osho e derivati Sikh, radhasoami e derivazioni Altri gruppi di origine orientale Nuove religioni giapponesi Area esoterica e della “antica sapienza“ Movvimenti del potenziale umano Movimenti organizzati New Age e Next Age Altri

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Area esoterica e “dell’antica sapienza” (stima CESNUR 2012)

3.000 2.000 900 800 3.000 700 1.000 1.000 1.500 300 800

Protestanti “storici“ Movimento di Restaurazione Movimento dei Fratelli Chiese libere (non pentecostali), holiness Pentecostali Avventisti Altri

Neo-pagani, neo-sciamani, Wicca Rosacroce Martinisti, kremmerziani, magia cerimoniale Neo-Templari Gruppi teosofici e derivati Fraternità universali Spiritismo organizzato Movimenti dei dischi volanti Chiese e movimenti gnostici Satanismo organizzato Altri

inserite hanno restituito risultati utili, come esempio rappresentativo prendiamo quello dei protestanti, realtà religiosa con quasi mezzo milione di credenti residenti in italia, ma che non compare nei risultati di ricerca suggeriti. Inoltre non crediamo di aver sfruttato fino in fondo questo percorso di ricerca. Ci siamo resi conto che utilizzando query lievemente diverse come ebrei, ebreo, buddismo o buddista i risultati di ricerca erano diversi, e questo ci lascia immaginare quante altre infinite keyword avremmo dovuto scandagliare per sfruttare appieno l’approccio. Percorso, forse, più fruttuoso sarebbe stato quello di utilizzare il motore di

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ricerca Google con una frase tipo facebook italia + nome gruppo spirituale, proprio perché, dopo una prima veloce ricerca per testare questo metodo, ci è parso restituisse risultati più interessanti. Abbiamo però preferito fermarci qui perché i dati raccolti ci sembravano sufficienti per giungere a ragionamenti tali da permetterci di fare il passo successivo. Come per il paragrafo precedente, ricapitoliamo ed aggiungiamo qualche dato. Abbiamo seguito le indicazioni di Enciclopedia delle religioni riguardo alla diffusione delle religioni in Italia non a livello microscopico, come per la ricerca tramite mail, ma a livello macroscopico,

Distribuzione dei protestanti cittadini italiani (stima CESNUR 2012)

65.000 5.000 21.000 9.000 313.000 20.000 2.000


Screenshot risultati di ricerca alla query “protestanti“

utilizzando come strumento il motore di ricerca di Facebook e come query sostantivi che descrivessero gruppi religiosi nella loro globalità, con l’auspicio che i risultati potessero mettere in luce le community più rilevanti all’interno di ogni macro gruppo religioso. Ci aspettavamo che Facebook fosse fornito di un algoritmo di PageRank simile a quello di Google, ma in realtà ci è parso che i risultati seguissero una logica differente. Abbiamo comunque individuato una serie di community interessanti, raccolte in un archivio. Di seguito riportiamo le comunità presenti online che abbiamo individuato attraverso l’utilizzo del motore di ricerca di Facebook. Ogni realtà è qui accompagnata dalla keyword con cui è stata effettuata la ricerca.

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Zoroastriani

Rosacroce

Buddisti

Next Age

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Ebrei

Avventisti

Amici di Amma

Bahá’í

Associazione la missione

Fraternità universali

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Chiesa di Scientology

Congreagazione cristiana dei testimoni di Geova

Damanhur Chiesa neo-apostolica

Christian Science

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Gnostici

Holiness

Il potenziale umano

Induisti

Kremmerziani

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Martinisti

Musulmani

Mormoni New Age

Neo-templari

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Ortodossi

Osho

Protestanti Pentacostali

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Radhasoami

Satanismo

Scientology

Sathya sai baba

Spiritismo organizzato

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Sikh

Soka Gakkai

Templari

Sukyo mahikari

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Testimoni di Geova

The Family

Unione buddista italiana

Vita universale

Wicca

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2.2 Analisi dei dati Pulizia e concentrazione delle energie Terminata tutta questa fase di archiviazione possiamo iniziare ad analizzare i responsi. Issiamo la rete a bordo e distribuiamo il pescato in modo tale da poterlo avere tutto sott’occhio. Abbiamo trovato tanti pesci blu tipo Facebook, alcuni belli grossi, altri piccolini e morenti, diversi pesci rossi tipo Youtube che non ci aspettavamo di trovare in tal numero, e qualche vispo pesce verde tipo Whatsapp. Poca roba sia tra quelli Twitter che Instagram. Il lettore più attento si accorgerà a questo punto che nel paragrafo precedente avevamo detto che ci saremo concentrati per la ricerca solamente su Facebook, come mai abbiamo deciso di aprire un poco lo spettro d’analisi? In primo luogo perché questa ricerca ha l’obiettivo di offrire uno sguardo generale sul panorama social-spirituale italiano: la strategia di mailing e Facebook sono le due direzioni di navigazione che abbiamo deciso di intraprendere, ma ciò non toglie che possiamo guardarci attorno, senza però perdere di vista la rotta principale. Abbiamo così deciso di prendere in considerazione prima le community su Facebook, perché presenti in maggior numero, e solo in un secondo momento abbiamo visitato anche gli account Twitter, Whatsapp e Youtube sia se segnalati nel form, sia se linkati

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all’interno delle singole community di Facebook. Detto ciò, abbiamo deciso di tenere le community più numerose e attive, selezionate in base a requisiti quantitativi e qualitativi, e ributtato a’mmare le restanti. Da una prima occhiata ci siamo resi conto che, al di là di community vivaci in modo manifesto, come per i Soka Gakkai43 con più di 50.000 mila fan o come nel caso del gruppo Sapere Occulto44 che presenta centinaia di post da autori diversi, le altre erano tutte più o meno omogenee in termini di attività, ma dovevamo trovare comunque un modo per selezionarle. Fissare un numero minimo di like o iscritti ci è parso limitante perché avrebbe arbitrariamente escluso dalla ricerca alcune realtà molto piccole ma magari attive, come ad esempio quelle dell’ area esoterica. Di conseguenza, abbiamo preferito concentrarci sul tipo di interazione: in questi casi è opportuno ragionare per percentuale piuttosto che per valori assoluti. Abbiamo preferito fissare un minimo di 15 interazioni (like, commenti e condivisioni) in media per post pubblicati in pagine o gruppi fino ai 3000 membri (in community con un numero superiore o inferiore le interazioni avrebbero dovuto indicativamente rispettare questo tipo di rapporto). Non abbiamo preso in considerazione la frequenza dei post, che possono dunque essere mensili, settimanali o giornalieri, ma sono state escluse community inattive da più di sei mesi. 43 https://www.facebook.com/sgi.italia?ref=br_rs  44 https://www.facebook.com/ groups/172294186182519/?fref=ts

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Con nostro stupore notiamo che vi sono poche community che si ripetono sia nel primo archivio che nel secondo, tra le quali i Soka Gakkai, i Damanhur, i Mormoni ed i Testimoni di Geova. Da un lato siamo soddisfatti che la ricerca tramite Facebook abbia dato risultati diversi rispetto a quelli ottenuti attraverso il questionario, permettendoci di ampliare il bacino di ricerca; dall’altro mette in luce come questo strumento di ricerca non sia totalmente completo. Di seguito il risultato della nostra selezione, una lista delle community sulle quali abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi. Soka Gakkai Templari Catotlici d’Italia Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni Chiesa Cristiana Evangelica di Palermo Sikh Centro Islamico Culturale d’Italia La Comunità Dzogchen Merigar Damanhur La chiesa Gesù Vive L’ordo Templi Orientis “del Califfato”


Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahà ì d’Italia La comunità messianica di Trapani Osho L’istituto Lama Tzong Khapa Unione Satanisti Italiani Rosacroce Giovani Musulmani Italiani Giunti a questo punto abbiamo individuato un gruppo di community di valore, in un numero sufficiente (in relazione anche alle nostre risorse e tempo a disposizione) per poter iniziare una prima analisi comparata. Dopo una mezza giornata passata di pagina in gruppo non siamo riuciti a trovare a trovare una chiave di lettura interessante, capace di svelare un pattern comune, sia perché la comunicazione tramite Facebook è ridotta a pochissimi elementi (immagine, testo, like, condivisione, commento) sia perché non abbiamo chiare le motivazioni o i contesti all’interno delle quali queste comunicazioni avvengono.

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2.3 Terza strategia Intervista diretta alle top community Il passo successivo è stato determinato da un felice incontro fatto durante la prima fase di ricerca, come già accennato in precedenza. Quando avevamo inviato il Google Form ai contatti raccolti attraverso l’Enciclopedia delle religioni, il responsabile della comunicazione dei Templari, dopo aver compilato il questionario, ci ha contattato tramite mail per invitarci a scambiare due parole e noi, felicissimi, lo abbiamo raggiunto in un pub torinese. Al di là di ciò che ci ha raccontato, cosa che approfondiremo più avanti, ci siamo resi conto che ciò che avevamo dedotto osservando la community dei Templari su Facebook era poco rilevante rispetto al valore di un racconto fatto di scopi, intenzioni, obiettivi e numeri che si celano dietro allo sviluppo di una comunità online. Abbiamo dunque deciso di spendere ancora un po’ di tempo per approfondire questo aspetto, contattando telefonicamente le venti community che all’interno della nostra classifica erano state segnalate come più interessanti, sempre in relazione ai paramentri quantitativi e qulitativi presentati precedentemente. Entrare in contatto con queste realtà non è stato difficile. Per quel che riguarda le community che avevano risposto al questionario abbiamo scritto alla mail che ci avevano lasciato, mentre per quelle trovate tramite Facebook siamo

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andati a cercare il relativo numero di telefono sulle pagine web ufficiali. A causa della limitata disponibilità al confronto o per il limitato tempo a disposizione, non siamo riusciti ad intervistare un referente per tutte le venti community selezionate; di seguito i gruppi con i quali abbiamo avuto la possibilità di entrare in contatto telefonicamente. Chiesa Cristiana Evangelica di Palermo Unione Satanisti Italiani Damanhur Osho Giovani Musulmani Italiani A questi vanno aggiunti i Templari Cattolici d’Italia e la Comunità Messianica di Trapani. Con i primi, come già accennato, abbiamo avuto la possbilità di intervistarli di persone, i secondi hanno preferito ricevere le domande via mail. Di seguito riassumiamo ciò che ci hanno raccontato ed iniziamo a fare una prima analisi di queste community.


Templari Cattolici Italiani45 (intervista a Paolo Bettoncelli) Utilizzano alcuni gruppi chiusi locali Whatsapp, nei quali si scambiano informazioni importanti, coordinano spostamenti e organizzano eventi. La comunicazione è ridotta al minimo necessario, spesso gestita da chi ha un grado di rilievo.46 Per fare un esempio, è molto sconsigliato salutare all’inizio di una conversazione: in un gruppo di cento persone vi sarebbero cento “ciao”, “buongiorno a tutti!”, “ciao ragazzi”, etc, senza contare chi potrebbe scrivere “ciao, come va?” dando il via ad comprensibili, ma ingenue ed inutili, risposte a catena. Facebook è invece il canale aperto al pubblico, attraverso una pagina chiamata Templari Oggi, che ha come obiettivo la comunicazione trasparente di tutto ciò che l’ordine compie. In questo modo cercano di affrancarsi da un immagine negativa dei templari (massoneria, casi di omicidio) informando e facendo chiarezza sulle proprie idee e missioni. Anche in questo caso la comunicazione è ridotta al minimo necessario, album di foto e qualche didascalia, per rispettare le indicazioni dell’ordine: essendo questo di origine cavalleresco monastico tendono al silenzio se non opportunamente interpellati; infatti rispondono volentieri ai commenti di chi cerca informazioni o approfondimenti, evitando discussioni con detrattori ed escludendo millantatori. Non è possibile alcun atto di fede online, di fronte al computer o in casa propria. La dimostrazione di appartenenza si realizza nella partecipazione alle veglie notturne, ai raduni e varie altre attività rispettando la regola che prescrive l’azione alla base dell’essere cavaliere. L’online dunque è solo uno strumento di comunicazione e coordinamento. L’ordine oggi conta circa milleduecento seguaci, ed è molto importante sottolineare che quasi l’80% di questi sono venuti a conoscenza delle attività grazie al sito47 e alla pagina Facebook, segno che un maggiore investimento in questi canali porterebbe ad un esponenziale aumento del gruppo. Il web per i templari è dunque uno spazio che permette di far emergere questa nicchia48 che si raduna grazie a diversi servizi digitali, senza i quali sarebbe molto più impegnativo far crescere il numero di appartentnti all’ordine. 45 https://www.facebook.com/templarioggi?fref=ts

47 http://www.templarioggi.it

46 sono internamente strutturati secondo gerarchia cavalleresca

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Unione Satanisti Italiani49 (intervista a Jennifer Crepuscolo) La presenza online di USI nasce nel 2010 grazie agli sforzi di Jennifer Crepuscolo50, che insoddisfatta del satanismo italiano, ha deciso di costruire uno spazio a sua misura, dove poter comunicare nei modi e tempi che riteneva più adatti. Jennifer ha iniziato il suo percorso aprendo prima un blog, poi un forum51, un sito52, un canale Youtube53 e svariati profili su diversi social media, tra i quali anche Ask54. Col tempo USI è cresciuto di numero sino ad avere la necessità di un gruppo amministrativo, oggi composto da dieci membri. Questo ha lo scopo di difendere la comunità da sfruttatori o detrattori, preservando l’apertura al confronto; infatti chiunque può unirsi ad USI, postare i propri contenuti, scrivere articoli per il sito, indistintamente da sesso ed età. Daltrocanto è proibito realizzare incontri pubblici a nome di USI (marchio registrato) così come è vietato l’utilizzo del logo in modo improprio. Frequenti invece gli incontri privati. Jennifer, per ora, sconsiglia di organizzare eventi aperti a tutti, consapevole che vi sono molti mitomani e malintenzionati. A tal proposito, sul sito vi è una sezione “anti-sette” dove poter denunciare gruppi che ritengono pericolosi. USI non fa alcuna distinzione tra tipi di media o piattaforme, cercando di utilizzare tutti gli strumenti possibili per comunicare la loro appartenenza. Molte persone si sono scagliate contro il gruppo, come altri satanisti, studiosi, giornalisti, ma la costanza e l’impegno dei membri hanno mantenuto intera la community. Inoltre, da quel che abbiamo potuto comprendere, pare che ogni articolo o video realizzato per discriminare questa realtà, non abbia fatto altro che aiutarne l’espansione, dando la possibilità a chi non ne aveva mai sentito parlare non solo di conoscerla, ma anche di approfondirne i caratteri e le peculiarità, fino a scegliere se partecipare o meno. USI nel tempo infatti è cresciuto molto, in modo graduale e costante, con tre forti momenti di espansione dovuti ad un articolo sul Corriere55, uno su Vice56 ed un video su Youtube (ad oggi quasi 140.000 visualizzazioni) con il quale Jennifer ha inaugurato il nuovo canale. USI non esisterebbe senza interent, come dichiarato dalla stessa Jennifer, e si adatta perfettamente a questo ambiente: ha una struttura decentrata e distribuita, dove chiunque può accedere, trovare informazioni e creare a sua volta contenuti. Jennifer ed i suoi “fratelli” sono riusciti a mettere in moto un sistema generativo caratterizzato da un feedback loop positivo: ad ogni nuovo contributo da parte dei membri della community USI assume più voce ed importanza, diventando sempre più appetibile a chi la vede da fuori, spingendo così all’ingresso di nuovi interessati. Jennifer ci tiene

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a sottolineare che non vi è alcuna richiesta di denaro per entrare nel gruppo. Gli amministratori non si occupano di costruire una linea editoriale precisa, che selezioni contenuti e tempi di pubblicazione, ma si dedicano alla gestione del costante flusso di informazioni. Jennifer invita i nuovi membri ad avere una loro individualità in nome di Satana, ed in questo spazio ognuno può trovare la dimensione che gli è più propria. Altro aspetto fondamentale da prendere in considerazione è la formula di partecipazione, non è infatti necessario, come per i Templari, frequentare luoghi di culto o svolgere attività di gruppo, ma ognuno può decidere ciò che sia più adatto al proprio percorso di crescita spirituale. Questo fa si che tecnicamente si possa essere parte di USI stando in qualsiasi luogo, senza avere alcuna esperienza fisica degli altri membri. Jennifer ha innescato un sistema generativo di contenuti, che ha risposto ad un vuoto nell’offerta italiana: uno spazio per il satanismo che non fosse gestito in modo verticale e geograficamente circoscritto. Infatti, dai dati forniti dal Facebook Analitycs, vi è una buona parte di seguaci che provengono dal Canton Ticino. Concludiamo questa descrizione con le parole di Jennifer “l’importante è trasmettere un’idea, tutto il resto è forma”.  48 inteso come nell’interpretazione di Chris Anderson nel testo La coda lunga. Da un mercato di massa ad una massa di mercati 49 https://www.facebook.com/pages/Unione-Satanisti-Italiani/328033860540491?ref=br_rs  50 https://www.facebook.com/jennifer.crepuscolo666?fref=ts  51 http://jennifercrepuscolodiary.forumfree.it  52 http://www.unionesatanistiitaliani.it

54 http://ask.fm/JenniferCrepuscolo  55 http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_11/satanisti-web_561468b0-54a4-11e1-b05f5be01557028e.shtml  56 http://www.vice.com/it/read/inter vista-a-jennifer-crepuscolo  57 https://www.facebook.com/groups/regnomessianico/?fref=ts

53 https://www.youtube.com/user/UnioneSatanisti

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La comunità messianica di Trapani 57 (intervista ad Angelo Ficara) Nasce nel 2009 come punto di incontro tra due persone che cercavano di dare nuovo slancio alla loro fede cristiana attraverso lo studio dell’ebraismo. Scopo del gruppo è la condivisione degli sforzi di ricerca e la necessità di confronto. La comunità, come per USI e i Templari Cattolici Italiani, è cresciuta costantemente nel tempo, con stupore da parte di entrambi i fondatori che non immaginavano tale rispota. Prima del gruppo Facebook utilizzavano Messenger di Windows, consapevoli di tutti i limiti dello strumento. “La comunità di Trapani non sarebbe mai nata se prima non fosse nata quella virtuale nella rete”, è infatti grazie al gruppo Facebook che i due fondatori si sono resi conto di non essere gli unici a pensarla in un certo modo. In molti oggi, grazie ad internet, riescono a sentirsi parte di una comunità anche se geograficamente distanti. “La comunità delle Marche ad esempio, organizza dei culti in streaming per lo shabbat proprio per venire incontro a queste persone che altrimenti sarebbero sole nel loro cammino di fede.” Inoltre “Il gruppo (Facebook) ha permesso la conoscenza di alcune persone con le quali si è consolidato poi un rapporto di amicizia e di collaborazione”. Ancora una volta, dunque, internet come strumento che permette l’emergere e l’affermarsi di nicchie di interesse. La cosa stupefacente è che prima del gruppo Facebook, nessuno dei componenti si era mai incontrato prima. Internet come dimensione atemporale e onnipresente, capace di offrire un terreno comune per comunicazione e confronto.  57 https://www.facebook.com/groups/regnomessianico/?fref=ts

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Osho Italia58 (intervista ad Anand Videha59) Obiettivo del gruppo che gestisce la pagina Facebook di Osho Italia è l’allestimento di un ambiente digitale che stimoli “processi di comprensione” alla ricerca di un rapporto più intimo e profondo con sè stessi. Non vi è una linea editoriale precisa, pubblicano spontaneamente, anche in base a ciò che viene sollecitato da chi la frequenta, oltre a promuovere libri ed attività meditative. Il loro scopo è far evolvere una comunità di meditatori e cercano di raggiungere ciò attraverso una continua sollecitazione che induca a prendersi cura di sé, a meditare e a cogliere prospettive nuove e diverse sulla vita, proponendo citazioni che possano incentivare la riflessione e la comprensione, alcune accompagnate da link che rimandano al sito osho.com/it per approfondire quanto introdotto, alla ricerca di “più spessore”. I numeri raggiunti dalla community, sia in termini di like che di condivisioni non sono viziati in alcun modo da strategie di marketing sorrette da budget. Può capitare che vi siano persone che costruiscano autonomamente pagine dedicate ad Osho, ma quando ciò diventa un abuso, Osho International, depositaria legale del nome, procede con una richiesta formale di cancellazione. Come è accaduto quella volta in cui una persona, dopo aver creato una pagina indipendente, ha iniziato a copiare sistematicamente ogni post pubblicato da Osho Italia, reindirizzando il lettore non al sito ufficiale ma al proprio, con l’intento di distogliere l’attenzione per i propri interessi. Su territorio italiano esistono circa quindici pagine Facebook declinate tematicamente60, una pagina (circa) per ognuno dei sessantacinque centri autorizzati e alcuni gruppi Facebook per la coordinazione tra amministratori. La visione di Osho è un processo virale iniziato circa quarant’anni fa che non ha mai disdegnato alcun tipo di media, dalla radio, ai video, ai libri, ai corsi online. Ogni anno infatti i testi di Osho vendono tra le 150.000 e le 180.000 copie e un mini E-book creato da uno di questi titoli, venduto a 0,99 cents in formato digitale su Google, Amazon e altri 12 digital stores, ha raggiunto 35.000 acquisti. È da queste vendite che, secondo la persona che abbiamo intervistato, ha preso vita la community online, una solida base di lettori che decidono di approfondire la visione di Osho anche attraverso il digitale. La pagina Facebook non ha alcun scopo di fidelizzazione del cliente, ma viene intesa

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come strumento per “preservare uno spazio quotidiano di introspezione” volto a innescare “un processo di comprensione che possa inserirsi nel quotidiano”. Infatti, nello stesso modo in cui per Osho la meditazione deve essere qualcosa di frequente come il respiro, alla ricerca di una piena consapevolazza di ogni nostro gesto, così il gruppo che amministra la pagina cerca di offrire spunti quotidiani che richiamino l’attenzione alla meditazione, approccio che ben si adatta alla pervasività delle tecnologie digitali odierne. Sebbene l’intervistato mostri un particolare fastidio nei confronti di pagine goliardiche quali “Le più belle frasi di Osho”,61 a nostro avviso, queste sono indicatori di valore: se online qualcuno costruisce una parodia su di un personaggio pubblico, significa che questo ha una discreta importanza. Vi sono due elementi particolarmente interessanti per la nostra ricerca. Il primo è un corso online di meditazione della durata di ventuno giorni organizzato su Mentorschannel, piattaforma di e-learning specializzata in corsi con finalità spirituale, al quale il gruppo Osho Italia ha fornito i contenuti, il secondo è un evento che si svolgerà a Torino, introdotto da una serie di attività da svolgere a casa, comunicate tramite il sito ufficiale. Sono due esempi di come tematiche spirituali stiano giorno dopo giorno prendendo sempre più spazio in un ambiente digitale. Non possiamo purtroppo soffermarci su queste due attività decisamente interessanti, poiché richiederebbero molto tempo per essere descritte, e porterebbero il nostro discorso fuori direzione. Ci teniamo comunque a sottolineare che il corso di meditazione con Osho fornito da mentorschannel.com nell’estate del 2014 ha avuto un riscontro positivo molto ampio, con più di 190.000 iscritti a livello mondiale di cui 10.000 italiani.  58 https://w w w.faceb o ok.com/osho.italy?ref=br_rs  59 curatore delle Opere di Osho in italiano e rappresentante in Italia di Osho Foundation International  60 https://www.facebook.com/OshoTimes?fref=ts, https://www.facebook.com/oshoba. org?ref=br_rs, https://www.facebook.com/oshoexperience?ref=br_rs, https://www.facebook.com/ oshofestival?fref=ts, https://www.facebook.com/ OshoLibri?ref=br_rs, ecc.  61 https://www.facebook.com/lepiubellefrasidiosho?fref=ts  62 http://www.mentorschannel.com

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63 https://www.facebook.com/ pages/Giovani-Musulmani-dItalia-GMI/242786899124274  64 dottoressa in “Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’ Africa Mediterranea” Ca Foscari, Venezia https://it.linkedin.com/in/martadellalibera  65 https://www.facebook.com/Damanhur.ms  66 Online Community Manager di Damanhur, Federazione di Comunità  67 per una lista completa delle piattaforme utilizzate http://damanhur.org/en/share-experiences/social-networks


Giovani Musulmani d’Italia63 (Intervista a Raisa Labaran) L’associazione nasce nel 2001 con lo scopo di creare un punto di incontro per i musulmani italiani di seconda generazione. La comunicazione tramite la pagina Facebook ha due scopi, il primo è di creare un ambiente digitale familiare online dove i giovani musulmani possano sentirsi maggiormente coinvolti, il secondo è la necessità di comunicare a chi non professa la loro fede ciò che fanno, cercando di essere il più trasparenti possibili ed allontanare le molte accuse che negli ultimi anni vengono rivolte al mondo musulmano. Oltre alla pagina Facebook ufficiale - Giovani Musulmani d’Italia - ne esistono molte altre declinate geograficamente, come ad esempio Giovani Musulmani d’Italia Brescia. La possibilità di libero scambio di opinioni e critiche postate sulla pagina da parte di qualsiasi fedele musulmano non preoccupa. Per meglio comprendere questo aspetto abbiamo chiesto un parere a Marta Della Libera64, di seguito il suo contributo. — L’estrema democratizzazione del pensiero e la libertà di parola che è ivi possibile riscontrare danno, infatti, un’idea chiara di quanto mal fondato sia il cliché che vedrebbe il musulmano (e la musulmana) impossibilitato e quasi “incapace” di esprimere la propria opinione. Qui invece troviamo uno spazio virtuale vibrante e attivo, dove gli utenti si scambiano consigli su come vivere appieno la propria religiosità, postando articoli di giornale riguardanti il loro mondo, e condividendo sure del Corano affiancate da immagini di ameni paesaggi. Attraverso un’analisi più approfondita risulta come, tramite la piattaforma on-line, il fedele non abbia solo la possibilità di esprimere le proprie idee ed emozioni, ma sia addirittura incoraggiato a farlo. Una constatazione a parte va fatta, invece, se si considera l’ambito più prettamente dottrinale dell’argomento. Chi infatti si aspetterebbe dibattiti teologici e discussioni riguardanti l’interpretazione del testo sacro, non potrà che rimanere deluso. Nella società musulmana esse sono infatti riservate ad un nugolo ristretto di dotti e giuresperiti (laddove essere esperti in materia di testo coranico significa al contempo occuparsi della pratica del diritto) particolarmente influenti, che a loro volta si rifanno in maniera molto rigida alle prescrizioni degli antichi compagni (ashab) del Profeta, ovvero coloro che hanno vissuto con lui, e a poche generazioni successive. — A breve verrà creato anche un profilo Instagram per cercare di coinvolgere sempre più la porzione di comunità giovane. Hanno un gruppo chiuso per responsabili per uno scambio di idee ed opinioni anche se ultimamente si stanno spostando su Whatsapp perché più pratico. Infatti, nascono spontaneamente gruppi in quest’ultima paittaforma per scambiarsi la “parola spirituale del giorno” e gruppi Facebook didattici in cui vengono postati versetti del corano o detti del profeta.

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Damanhur65 (intervista a Tigrilla66) Dal 2011 la comunità decide di utilizzare social media, prima di allora spesso comunicavano tramite sito e blog, quest’ultimo aperto nel 2009. L’utilizo di questi strumenti ha due obiettivi fondamentali, il primo è informare sulle attività del gruppo, il secondo è di essere trasparenti su finalità e mezzi con cui raggiungono i loro scopi. “Aprire, condividere, scambiare” sono le tre parole d’ordine che spingono nella direzione sopracitata. Damanhur può essere definito un progetto di ricerca sociale, oltre che spirituale ed artistico, dove ogni momento della giornata, ogni tipo di lavoro o rapporto personale, sono coerenti con la missione della comunità. Questo complesso sistema di vita necessita dunque di essere raccontato da più punti di vista, è così hanno deciso di utilizzare più social media possibili, in modo da sfruttarne le peculiarità comunicative di ognuno; “non c’è un tipo di descrizione che dice: questo è damanhur” e così hanno deciso di aprire decine di pagine Facebook, profilo Twitter, Pinterest, Tumblr, Quora, Tripadvisor,... con contenuti che mediamente sono tradotti dalle quattro alle otto lingue. I social media sono stati straordinari strumenti di promozione per le loro attività e gli hanno permesso di raggiungere moltissime persone. Vivono la comunicazione online come un grande invito a braccia aperte che possa raggiungere persone che hanno bisogno di sapere che è possibile vivere in una società diversa, “le persone hanno bisogno di vedere che ci sono altre opzioni”. Tra le varie attività che organizzano vi sono anche visitie turistiche presso le loro sedi; queste vengono già narrate attraverso i canali social in modo tale rendere più consapevoli le persone di ciò che incontreranno, con l’augurio che qualche visitatore decida di unirsi a loro. Nel caso vi fosse questo desiderio, è possibile partecipare ad un percorso della durata di tre mesi, chiamato New Life. La comunicazione sui social viene intesa anche come primo passo verso questo percorso di cambiamento, così che vi possa essere un passaggio graduale tra stili di vita diversi. Tigrilla ha inoltre raccontato che i membri della comunità hanno tratto vantaggio dai social media sia perché aiutano la comunicazione per l’organizzazione interna, sia perché “la necessità di condividere vuol dire organizzare un po’ il pensiero”, elevando così la condivisione, elemento fondante della loro comunità, ad un nuovo livello: la comunicazione delle attività di vario genere svolte nella comunità, impone uno sforzo di osservazione su ciò che va fotografato, scritto e condiviso tale da rafforzare i legami del gruppo, come fosse una sorta di attività riflessiva. Altri elementi interessanti sono un progetto di e-learning che verrà presentato in futuro, edizioni di libri in formato digitale ed un canale su Livestream dove è possibile seguire le gli incontri comunitari del giovedì.

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63 https://www.facebook.com/ pages/Giovani-Musulmani-dItalia-GMI/242786899124274  64 dottoressa in “Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’ Africa Mediterranea” Ca Foscari, Venezia https://it.linkedin.com/in/martadellalibera  65 https://www.facebook.com/Damanhur.ms

66 Online Community Manager di Damanhur, Federazione di Comunità  67 per una lista completa delle piattaforme utilizzate http://damanhur.org/en/share-experiences/social-networks 68 https://www.facebook.com/PdgPalermo?fref=ts

Chiesa Cristiana Evangelica di Palermo68 (intervista ad Antonio Settecase) Come molte delle realtà incontrate sino ad ora, il gruppo evangelico di Palermo utilizza i social media per informare persone appartenenti alla loro comunità e anche con finalità evangelica. Gli aspetti positivi segnalati sono la possibilità di comunicare con rapidità, anche se sono diversi i casi di chi, pensandola diversamente, si scaglia contro la loro realtà lasciando messaggi poco desiderati che, tendenzialmente, vengono ignorati. Con l’avvento dei social non vi è stata alcuna crescita da parte della comunità, probabilmente perché già ampiamente conosciuta: la pagina Facebook infatti non ha alcun scopo promozionale ne spirituale in quanto “Chiese virtuali non ne devono esistere, la vera Chiesa deve essere materiale”. Non fanno alcuna distinzione tra i diversi media perchè la parola di Dio “più si può espandere meglio è”. Whatsapp è uno dei canali più interessanti, viene infatti fornito un servizio di messaggistica chiamato Uzziel pensato per chi vuole ricevere sul proprio smartphone il salmo della giornata e, settimanalmente, il link allo streaming del culto. Questo servizio, attivo da qualche mese, ha già raggiunto i novecento iscritti e giornalmente riceve nuove richieste di partecipazione. Questa modalità di comunicazione però non è nuova: già venticinque anni fa esisteva un sistema simile che funzionava tramite SMS. Grazie alla parola di Dio trasmessa attraverso il servizio Uzziel, alcune persone sono riuscite a guarire le proprie malattie. Antonio ci fa notare come ci sia stata una sostanziale differenza da quando i social media si sono diffusi: “adesso la gente ti scrive, gli devi rispondere, richiedono consulti telefonici”, un “bisogno del tutto soggettivo di interagire, di dire la propria”, a conferma di ciò che abbiamo già affontato in un precedente paragrafo.

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3.0 Riassumendo Un’analisi comparata tra le community Ci pare opportuno, arrivati a questo punto, proporre una prima sintesi di questa ricerca, con l’obiettivo di individuare elementi comuni o manifeste differenze. Procederemo per punti, in modo tale da rendere più netti i concetti che abbozziamo, dopo un breve riassunto numerico.

429 questionari inviati 97 risposte ricevute 84 community individuate 6 interviste telefoniche 1 intervista di persona Community emergenti o tradizionali Ciò che caratterizza alcune delle community che abbiamo incontrato, come USI, Templari Cattolici Italiani, comunità messianica di Trapani o Damanhur è l’elevato numero di persone che si sono unite a questi gruppi, grazie alla diffusione di internet e, soprattutto, dei social media. Le tre realtà citate hanno dichiarato una crescita alle volte espo-

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nenziale, inaspettata, supportata con motivazioni spirituali ma che, a nostro avviso, e dovuta in parte a ciò che abbiamo già accennato in precedenza: oggi «si crede per scelta e non solo o non più per tradizione»69, ed il web è ciò che permette a queste comunità di rendersi evidenti, fruibili al mondo. Al di là della facile reperibilità delle informazioni sulle infinite realtà spirituali che popolano il nostro pianeta, il web ed i social media operano un sostanziale appiattimento dell’esperienza del messaggio, riducendolo ad un minimo comun denominatore: testi, immagini e qualche video. In questo modo, tutto il potere evocativo, emotivo e sensoriale (come per esempio quello di una sacra architettura secolare) non hanno più importanza perché la comunicazione mediata da uno schermo porta tutte le realtà spirituali sullo stesso livello.  69 Enzo Pace, La comunicazione invisibile. Le religioni in internet, Edizoni SanPaolo, Milano, 2013

Per i gruppi più storicamente diffusi, come comunità messianica di Trapani, Osho e Giovani Musulmani Italiani, quest’aumento di seguaci non si è realizzato, ma possiamo dire che la comunità offline si è replicata in quella online. In questo ambiente digitale, come già messo in luce da Enzo Pace, le religioni tradizionali devono oggi rispondere agli utenti che abitano la rete e che esprimono un “bisogno del tutto soggettivo di interagire, di dire la propria, di poter constatare una una certa interpretazione di un testo sacro”. Questo passaggio è già stato intercettato da Antonio Settecase, come illustrato nel paragrafo precedente, ma è anche vero che vi sono realtà musulmane, come ha già messo in luce

Marta Della Libera, che hanno una intrinseca limitazione di ciò di cui si può. È inoltre emersa con forza, sia per USI, Templari Cattolici Itlaiain e Damanhur, ovvero per buona parte delle community emergenti, la necessità di essere il più trasparenti possibili riguardo le proprie attività, per allontanare maldicenze e falsi miti. Il lettore più attendo noterà come questa distinzione che abbiamo operato tra community emergenti e tradizionali, ben si adatta al concetto di online religion / religion online già affrontato in precedenza. Struttura gerarchica o distribuita Uno degli aspetti che caratterizza una community e il suo funzionamento è la struttura sociale interna; abbiamo indiviudato tre realtà che ben rappresentano lo spettro di possibilità organizzative che abbiamo incontrato. Il gruppo più rigido e gerarchico è quello dei Tempalri Cattolici Italiani: una sola pagina che funge da hub ricca di foto che documentano le attività dell’ordine, la pagina è priva di altri tipi di contributi, se non ringraziamenti, auguri, apprezzamenti. Una struttura meno gerarchica e verticale è invece quella di Osho Italia, caratterizzata da una miriade di pagine Facebook ufficiali, nelle quali vengono pubblicati contenuti decisi da un gruppo di amministratori che, alle volte, seguono i consigli di alcuni seguaci. Questi rispondono ai post ringraziando e, raramente, ponendo quesiti o aprendo discussioni. Il terzo ed ultimo esempio è quello di Unione Satanisti Italiani

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che ha struttura decentrata e contenuti caotici: hanno alcune pagine e gruppi facebook ufficiali e permettono ad altri membri di costruire il proprio ambiente spirituale personale online; questi spazi indipendenti possono ospitare contenuti originali o di altri con il solo divieto di presentarsi come voce ufficiale di USI. Viene così incentivato un discorso corale, frammentato e distribuito, che si sviluppa prevalentemente nei gruppi Facebook, dove tutti possono chiedere consigli e dare risposte con l’idea che “l’informazione deve essere libera”. Ricapitolando, ai due estremi troviamo Templari Cattolici Italiani e Unione Satanisti Italiani, i primi verticali e gerarchici con amminstratori che decidono cosa e quando pubblicare, i secondi con una precisa pagina ufficiale, ma anche con un ricco paesaggio di pagine indipendenti, in quest’ultimo caso gli amministratori hanno come compito quello di occuparsi del flusso di informazioni, dell’ecologia del sistema. A metà tra queste due modalità troviamo Osho Italia, dove i contenuti sono decisi da un gruppo di amminstrtori, che però li declinano in un ecosistema di pagine. Esperienza spirituale autonoma o di gruppo Le community incontrate fino ad ora possono essere inoltre distinte in due gruppi molto netti: quelle in cui è possibile avere un esperienza spirituale completa anche se mediata attarverso il computer, come per le Osho e USI, o quelle in cui è necessario incontrarsi di persona per partecipare ad eventi ed attività, come è richiesto in gruppi come Giovani Musulmani Italiani, Templari Cattolici Italiani e Cristiani Evangelici di Palermo.

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3.1 Conclusione Il nostro viaggio si conclude con questo capitolo. Abbiamo avuto la possibilità di esplorare il panorama social-spirituale italiano e abbiamo incontrato realtà che neppure immaginavamo esistessero, ciò significa che la ricerca è andata a buon fine. Sono state individuate più di cinquanta community spirituali e molte altre mancano all’appello. Per questo abbiamo deciso di realizzare un sito che raccolga gli esiti di questa prima mappatura, augurandoci che qualcuno sia disponibile a continuare ciò che abbiamo iniziato. Crediamo infatti che che questo tipo di lavoro possa essere portato a termine in modo efficace solo se venisse adottato un approccio di ricerca crowdsourced, progettando una community che abbia come obiettivo quello di scovare community spirituali.

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4.0 Postfazione Cinque consigli per una Facebook community Giunti a questo punto ci siamo chiesti: come poter rissumere tutto ciò che abbiamo incontrato, cercando di dare dei consigli a chi vorrebbe gestire o sta gestendo una communità spirituale? Di seguito una raccolta di cinque consigli da prendere assolutamente in considerazione. Sii presente online Facebook è diventato uno spazio sociale, una piazza digitale dove tutti parlano con tutti e sentono tutto. Non riempire questo ambiente con i propri contenuti

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significa lasciare campo aperto a detrattori e millantatori, come è successo per i Testimoni di Geova. Questo gruppo religioso ha gentilmente risposto al nostro questionario informandoci della loro decisione di non utilizzare i social media ma, purtroppo per loro, questa non è stata una buona scelta. Durante la seconda strategia di ricerca abbiamo incontrato diversi gruppi dichiaratamente contro i geoviani che occupano la maggior parte dei risultati offerti dal motore di ricerca di Facebook. Il gruppo più numeroso tra questi, con più di settemila membri, si chima Testimoni di Geova -- watchtower.org -- e dalla descrizione che offre si dichiara gruppo ufficiale, offrendo anche il link alla pagina web jw.org/it. Ad un primo sguardo pareva una community genuina, ma dopo un breve scambio di mail con uno dei referenti ufficiali di Testimonei di Geova, abbiamo scoperto che nessuno dell’amministrazione era a conoscenza di questo cospicuo gruppo. Se proprio non si vuole essere online, come per i monaci


di Santacittarama citati in precedenza, è almeno necessario essere consapevoli, stare in ascolto, per capire che cosa sta accadendo in rete. Frammenta la tua offerta di fede Il gruppo Unione Satanisti Italiani è guidato da una decina di amministratori, alcuni di questi hanno in gestione altre pagine o gruppi nati più o meno spontaneamente, come Satanismo, Sapere Occulto, etc. In questo modo USI offre un panorama di possibilità omologhe, che amplificano la voce della community, offrendo più porte d’accesso a questa realtà. La frammentazione dell’offerta permette di declinare ogni ambiente in modo tale che ospiti solamente determinati argomenti, così da evitare un unico luogo-bazar senza funzione precisa. Gli interessati a questo tipo di pratiche potranno così avvicinarsi, passando di gruppo in pagina, come fossero punti di vista diversi che trattano dello stesso argomento.

Per fare un esempio, una persona curiosa nei confronti del satanismo in genere potrebbe mettere mi piace alla pagina Satanismo, nella quale potrebbero venir pubblicati alcune interessanti discussioni del gruppo Sapere Occulto, nel quale si possono trovare numerosi riferimenti ad USI e alle sue attività. È bene dunque, frammentare l’offerta per dare il giusto spazio ad ogni argomento, moltiplicando la propria presenza online e permettendo un ingresso graduale a chi fosse interessato. Vi possono essere anche altre forme di frammentazione, che non andremo ad approfondire perché di facile comprensione: sono quelle declinate per geografia ed età. È ovvio che più alto è il grado informativo di un messaggio, maggior sarà il suo valore percepito, ed è per questo che le pagine Giovani Musulmani Italiani e Parola Della Grazie Palermo hanno deciso di targhetizzare i loro messaggi, i primi in base all’età e i secondi geograficmaente.

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Alcune foto del Culto dalla pagina Parola della Grazia

Organizza attività di gruppo La forte presenza dei Templari Cattolici Italiani è data dalla loro precisa strategia di comunicazione, volta a esprimere tramite immagini tutte le attività dell’ordine. Anche se il loro scopo è quello di essere più trasparenti possibili riguardo ai loro intenti ed opere, obiettivo difficile da ottenere con le sole immagini narrative/evocative, riescono però ad esprimere un senso di appartenenza attraverso il gesto della condivisione delle foto, come a voler dire a voce alta “c’ero anche io” o “questo sono io”, corale testimonanza di fede. Lo stesso discorso è valido per Sikh e Parola della Grazia Palermo, come risulta evidente nelle seguenti immagini. Emblematico anche il caso del video di Unione Satanisti Italiani intitolato “Satanisti senza maschera”, un collage di video amatoriali della durata di due ore e quaranta dove alcuni membri di USI si presentano, raccontando la propria esperienza personale all’interno del-

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la comunità. Riescono così a creare un evento di gruppo che ha la stessa valenza simbolica delle attività dei templari, ma senza la necessità di trovarsi tutti nello stesso luogo. Facilita la partecipazione autonoma Una community solida e vivace necessita di un alto numero di persone che la compongono, ed è molto più probabile che ciò accada sè è possibile seguire il proprio credo anche in modo autonomo. Le attività meditative proposte da Osho o la ricerca di se incentivata da USI sono operazioni che è possibile svolgere anche in a casa propria, abbassando drasticamente la soglia di impegno necessario per entrare in una di queste realtà: poter professare il proprio credo ognuno a suo modo e in assenza di altri membi fa si che molte più persone si trovino nella condizione di poter impiegare il proprio tempo a seguire uno di questi percorsi spirituali.


Un frame dal video “Satanisti senza maschera“

Sperimenta nuove abitudini

Screenshot dell’applicazione Whatsapp con messaggio di Uzziel

Con il passare del tempo ci rendiamo conto che le nostre abitudini quotidiane non sono più scandite in modo netto come cinquant’anni fa, per molte persone non esiste una chiara separazione tra orario lavorativo ed il riposo. Stiamo assistendo a una riconfigurazione delle dinamiche sociali nella quale il digitale sta assumendo una posizione importante. Infatti tendiamo a risolvere questa asincronicità sociale comunicando incessantemente con amici e familiari: lasciamo messaggi, chiediamo dove sei e che fai stasera, cercando di capire quando e dove sia possibile incontrarsi. La comunicazione digitale come strumento per trovare momenti di sincronia in un mondo caotico. Dopo quest’ampia premessa possiamo introdurre Uzziel, servizio di messaggistica del gruppo PDG di Palermo che tramite Whatsapp invia quotidianamente passi di testi sacri, permettendo così alla chiesa di entrare nella

quotidianità del singolo, adattandosi alla necessità contemporanee di cui sopra. Uzziel non è un servizio che si sostituisce in nessun modo a forme di appar-

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tenenza più canoniche, ma è un layer di fede aggiuntivo, perfettamente calato nelle esigenze sociali contemporanee e che fa un uso eccellente della tecnologia disponibile oggi. Tra le varie citazioni di testi sacri, è inoltre possibile rivecere il link allo streaming della messa, per un’esperienza immersiva maggiore. Altro esempio molto interessante è quello della comunità di Osho che nelle prossime settimane organizzerà un evento di tre giorni a Torino, introdotto da una serie di esercizi meditativi da portare a termine nei giorni precedenti, indicati giorno per giorno nel sito http://www. osho.it/radicieali-nell-amore.html

Il messaggio, per metà rigorosamente in caps lock, recita ciò che comunemente viene inteso come formula esorcizzante: “Nel nome di GESù TI BENE DICO E PREGO LA MADONNA DI SCIOLGIERE QUEL NODO CHE TI TIENE LEGATA ALLA MADONNA SAN MICHELE ARCANGELO LIBERA GENNIFER DALLE INSIDIE DEL DEMONIO E NEL NOME DI GESù SCACCIA VIA SATANA AMEN.”. Purtroppo non è stato possibile risalire all’autore del messaggio in quanto ha deciso di impedire l’accesso al suo profilo, cancellandolo. È così svanito nel nulla, come il più codardo dei troll.

Come ultimo esempio, queste nuove possibilità di relazione e comunicazione digitale hanno spinto ignoti ad inviare tramite il servizio di messaggistica offerto da Facebook un esorcismo rivolto a Jennifer Crepuscolo, esponente di USI.

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