Reach #02: Il Magazine di Richmond Italia

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Powered by B.LIVE I B.Livers raccontano Richmond Italia Luglio 2019 Anno II #02

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Powered by B.LIVE I B.Livers raccontano Richmond Italia I B.Livers sono ragazzi affetti da gravi patologie croniche

HUMAN 2 HUMAN MAG

00 Powered by B.LIVE I B.Livers raccontano Richmond Italia I B.Livers sono ragazzi che lottano contro la malattia e hanno deciso di dire sì, per andare oltre i propri limiti

Dicembre 2018 Anno I #01

La vita è troppo bella per avere paura LOG IN

Luglio 2018, Anno 1, numero 00

leggi il numero #00 di REACH su issuu.com/richmonditalia

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REACH - HUMAN 2 HUMAN MAGAZINE powered by B.LIVE Richmond Italia Via Guglielmo Silva, 22 Milano 20149 info@richmonditalia.it  richmonditalia.it    @richmonditalia B.LIVE è un progetto di Fondazione Near Onlus Via Voghera, 11 Milano 20144 info@bliveworld.org  bliveworld.org    @bliveworld

REACH è stato ideato e realizzato da B.LIVE Luglio 2019 - Anno II - Numero 02 Distribuzione gratuita

In copertina: Andrea Loreni, foto di Davide Papagni Concept: B.LIVE Impaginazione e grafica: Elisa Legramandi, Freepik Video e foto: Davide Papagni, Stefania Spadoni, Elisa Legramandi Redazione: Ada Baldovin, Silvia Cappellini, Maria Antonietta D’Onghia, Francesca Filardi, Elisa Legramandi, Davide Papagni, Eleonora Prinelli, Sandra Riva, Stefania Spadoni


indice Perché Reach?

This is Richmond Italia

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Perché Reach?

Meet the Founder 6

Claudio Honegger

Richmond Italia

10 46 98 124

Terenzio Traisci Andrea Loreni Menny Barzilay Somi Arian

Libero Professionista Libero Professionista Cytactic Smart Cookie Media

Picture of You 14 16 22 24 32 34 36 52 58 62 74 102 108 112 128 136

Camilla Toso Cosimo Papini Veronica Bonanomi Ivano Labruna Stefano Massera

EDF Findomestic Banca BCL - Salute e Sicurezza Helpcode.life Informa - Formazione e Consulenza Fondazione LHS Davide Scotti Treeffe Simona De Vecchis Lovemark Luca Catellani myHARA Simona Santiani Niccolò Tucceri Cimini Daw Italia Emme Anna Lisa Micci ed Emma Bove Corrado Malgioglio Melchioni S.p.A. Tommaso Bucci Axitea Azimut Benetti Ivan Serra Universal Mccann Simone Tolomelli Johannes Vittorio Castelli e Matteo Vignanelli

Claudio Vetica Tullia Isgrò

Johnson & Johnson Tamura Magnetic Engineering S.r.l. 60 Elena Scandurra Cosmer Italia S.r.l. 64 Girolamo Chiaramonte CNP Partners 70 Maurizio Catellani Ranking Road Italia 122 Enrico Benzoni The Cybersecurity Club 130 Valeria Zicchetti Edenred Italia 138 Francesco Muratore Selligent

Fashion & Forum 26 40

Gloria Mazzoni Filippo Coletti

Airbank S.r.l. Carron Cav. Angelo S.p.A. 56 Matteo Bonavitacola Wami S.r.l. 68 Vittoria Ropini Influse 106 Claudio Terlizzi Atinet S.r.l. 118 Claudia Marradi Axitea 132 Marta Donati Nestlè 142 Cristian Voltolini Zuegg

Letters to Marina 66

Massimo Bustreo

116 Fedele Pizzetti

78

B.Live Workshop

Never Without

18 30 42 50 72 76 114 120

82

Antonio Messina

84 86

Vincenzo Ponzo Vito Schiavone

88

Alessandro Mastropasqua Anna Taddei Simone Rosa Stefano Orlando

Iplom S.p.A. Lucefin S.p.A. SI&T Ranking Road Italia INtono Comunicazione Wellnet Valmex Group Cons. Operativo Gruppo MPS 134 Stefano Morelli Europa Service S.r.l. 140 Alessandro Angilella Prénatal

Docente IULM e Libero Professionista Segema S.p.A.

B.Live Workshop

A Better World Gianfranco Peiretti Giuseppe Pe Alessandro Pavone Antonio Borri Barbara Boni Daniele Marconetto Stefano Zannini David Cecchi

Richmond Italia Richmond Italia Richmond Italia Richmond Italia

Roadtrip 20 38

Special Guest

Benedetta Favara Gabriele Tedoldi Jacopo Honegger Carla Parisi

90 92 94

B.Live

I.R.C.C.S. - Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza” AGCO Agenzia Spaziale Italiana Custom AGSM Inblu Tavola S.p.A.


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Perché Reach? La vita è fatta di incontri alcuni dei quali hanno il potere di portarti in luoghi dove da solo non saresti mai potuto arrivare. Credo talmente tanto nelle potenzialità di una stretta di mano, che intorno a quello che per alcuni è un semplice gesto, Richmond Italia organizza ben 14 eventi, fatti e pensati proprio affinchè le persone, i manager, la domanda e l’offerta si incontrino. Per me, ad esempio, uno degli incontri più preziosi è stato quello con Bill prima e con i B.livers dopo. Bill è un imprenditore illuminato che, in seguito a un’esperienza personale, ha deciso di dedicare le proprie capacità imprenditoriali a quei giovani che, a causa di gravi patologie croniche, si trovano davanti a un percorso di studi, di lavoro o di vita interrotto da cure e ricoveri in ospedale con cui dovranno per forza convivere. Come una lente che diffraziona la luce, Bill ha cercato di essere per questi ragazzi il punto in cui i loro progetti e sogni non si interrompono ma semplicemente cambiano prospettiva e direzione. E così, insieme, hanno fatto progetti meravigliosi, portando alle aziende un nuovo e diverso punto di vista per renderle un luogo dove persone e finalità si prendano cura anche di un bene comune: e non solo di un “bene” economico. È grazie a loro se oggi esiste Reach, il nostro Human2Human Magazine, lo strumento che ci permette di rimanere in contatto e di raggiungere (to reach) le persone che partecipano ai Richmond Business Forum. Reach, oltre ad essere un magazine confezionato benissimo e prodotto al 100% dai B.livers è un progetto di cui sono molto orgoglioso: è un modo per mettere ancora una volta le persone al centro e dare voce alle storie personali di ognuno attraverso narrazioni un po’ diverse da quelle che si leggono di solito nelle interviste. Spero che abbiate voglia di scoprirlo, leggerlo, sfogliarlo e soprattutto raccontarlo a chi potrebbe creare nuove opportunità per i B.livers di mettersi alla prova e lasciare il segno.

Claudio Honegger Amministratore Unico di Richmond Italia

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Meet the Founder


“Prima di aiutare gli altri, devi essere in grado di aiutare te stesso” Cosa vuol dire per un’azienda essere sostenibile? Una società sostenibile è una società che si sostiene, quindi fa profitto; una società sostenibile a livello umano è una società che ha delle relazioni con i propri clienti. Oggi l’aspetto della sostenibilità è associato al mondo della comunicazione. Greta Thunberg ha detto: “Il mondo è da conservare”. È una cosa che dicono tante persone da tanto tempo, probabilmente l’ha detto meglio degli altri o ha semplicemente fatto più scalpore, quindi le aziende vogliono impegnarsi di più e mostrare il loro impegno.La sostenibilità o è radicata o è semplicemente un mezzo di marketing. Io credo che arriverà la vera svolta quando si troverà un nuovo sistema alternativo di energia. Ognuno dovrebbe chiedersi se sta facendo abbastanza per essere sostenibile questo perché credo che l’essere umano, in quanto animale, sia un parassita. Ha distrutto tantissime specie per la sua sopravvivenza ed è l’unico animale che cambia l’ambiente nel quale vive. È estremamente arrogante, avendo il pollice opponibile ed essendo un po’ più intelligente degli altri è convinto che il mondo sia suo.

sul curriculum a causa delle cure che hanno dovuto seguire. E voi come li gestite i buchi sul curriculum? Te la faccio io una domanda.

Dal punto di vista delle problematiche sociali, come può un’azienda dare un suo contributo? Una società è una struttura sociale: quando un imprenditore costruisce qualcosa, fa automaticamente qualcosa di positivo in termini sociali. Di per sé è insito nella società. Poi ci sono delle società o degli imprenditori che hanno il piacere di farlo anche in altri modi, quindi facendo dei progetti con fine sociale.

C’è ancora tanto lavoro da fare eh? Voglio dire, non c’è ancora la stessa inclusione per tutti. Penso che tutto si muova, prima o poi l’uomo ci arriva. Con questo non è che non si debba fare niente, bisogna cercare di fare qualcosa per andare in quella direzione. Però prima di aiutare gli altri devi essere in grado di aiutare te stesso. L’aiutare gli altri deriva dall’essere capaci di aiutare sé stessi.

Anche Reach è un progetto sociale. Sì, Reach incontra due necessità: quella di Richmond Italia di comunicare e quella di B.LIVE di avere dei progetti. È un modello di business sociale, che dà dei ritorni di marketing. Se si può fare qualcosa che aiuta, è bello farlo.

Se fossi un albero, che albero saresti? Una quercia. È un classico, perché è forte e resistente. Potrei dirti anche pioppo, ulivo, salice piangente… E poi ho finito le conoscenze del mondo vegetale! Però “quercia” è proprio arrogante come risposta… Credo che sceglierò l’ulivo, è una pianta che mi piace davvero tanto.

Cosa ne pensi dei buchi nel curriculum? Io non guardo i curricula. A me piace parlare con una persona e capire com’è. Le persone che arrivano in Richmond Italia ci stanno per tanto tempo. Prima di tutto mi piace capire se mi stanno simpatiche e se mi piacerebbe lavorare con loro, dal momento che trascorro più tempo con loro che con la mia famiglia. Ti ho fatto questa domanda perché a noi è un po’ cara, noi abbiamo alcuni ragazzi che hanno dei buchi

Guarda il video dell’intervista sul canale YouTube di Richmond Italia

Secondo me bisognerebbe trovare un modo affinché il curriculum trasmetta che il buco è dato da una necessità. Magari un ragazzo non vuole mettere sul curriculum il fatto di avere seguito delle cure. Perché? Perché non metterlo? Perché alcuni ragazzi non se la sentono. Hanno paura che questo possa essere discriminante, ed è qui che torniamo all’inclusione. Questa è una paura del ragazzo. Potrebbe anche essere un plus. Certo. Però in un mondo performante come il nostro, ammettere di avere avuto un problema che ti ha tolto tanto tempo può creare un timore. Vero. Non mi è capitato personalmente, però penso che così il ragazzo stia raccontando a qualcuno un’esperienza importante, che potrebbe essere un plus nella valutazione.

Che cos’è l’amore? Domanda difficile… Volere bene agli altri con diverse intensità, nei confronti della donna che si ama, nei confronti dei propri figli, degli amici. È una voglia di donarsi senza avere tanto indietro. Un po’ banale come risposta, però penso che a volte le risposte più semplici siano le più vere e autentiche. Per me l’amore è volere bene agli altri senza aspettarsi più di tanto in cambio… Però se ti danno indietro è meglio!

Claudio Honegger Amministratore Unico di Richmond Italia

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DAL 1994 EVENTI B2B CON LA PERSONA AL CENTRO Richmond Italia è il leader italiano nell'organizzazione di eventi di business matching, dove i veri protagonisti sono le persone, uomini e donne d’azienda. 25 anni di esperienza. Un consolidato network internazionale (Milano, Londra, Basilea, New York). 50 forum organizzati ogni anno nel mondo. 46.108 aziende coinvolte. 100.117 partecipanti. 1.304.057 meeting organizzati. 1.009.037 tematiche trattate nei programmi conferenze. Business, aggiornamento, relazioni, confronto. La cornice formale e il clima disteso dei forum, firmati Richmond, permettono di vivere un’esperienza unica, che riesce a lasciare il segno, ad arricchire i rapporti umani e a favorire il nascere di vere opportunità di business.

ENERGY BUSINESS FORUM

DIGITAL COMMUNICATION FORUM

CYBER RESILIENCE FORUM

RETAIL BUSINESS FORUM

LOGISTICS FORUM

MARKETING FORUM

Dedicato a: tutta la community dell'energy management. Energy manager ed aziende di servizi e prodotti, insieme per condividere tutte le novità e le best practice del settore.

Dedicato a: una visione completa, per i Digital Marketing manager, del panorama della comunicazione digitale grazie alle conferenze e seminari e agli incontri tra le società fornitrici presenti.

Dedicato a: i nuovi trend dal mondo cyber e le soluzioni più innovative legate alla sicurezza informatica per i professionisti del mondo della sicurezza informatica e cyber risk.

Dedicato a: un evento rivolto ai responsabili e manager dell’area retail per confrontarsi con i temi più caldi del settore ed i fornitori più innovativi.

Dedicato a: Direttori della Logistica e Supply Chain, e ai fornitori di prodotti, soluzioni e servizi del mercato logistico.

Dedicato a: nato nel 1996, con una crescita costante è divenuto l'appuntamento irrinunciabile per chi si occupa di marketing e comunicazione.


HSE FORUM

IT DIRECTOR FORUM

FINANCE DIRECTOR FORUM

SECURITY DIRECTOR FORUM

E-COMMERCE FORUM

PROCUREMENT DIRECTOR FORUM

HUMAN RESOURCES FORUM

Dedicato a: HSE Manager, RSPP, Responsabili Ambiente e alle aziende che forniscono servizi in area Health, Safety ed Environment.

Dedicato a: tutto il network dell’area Information technology, CIO, Manager IT e aziende che si occupano della realizzazione, governo, sviluppo e gestione dell'IT aziendale.

Dedicato a: la community italiana dei CFO e fornitori di soluzioni specifiche dell’area finanziaria per un appuntamento che guarda al futuro del settore AFC.

Dedicato a: l’evento per chi si occupa della sicurezza e tutela del sito aziendale, Security manager e aziende di servizi e prodotti in materia di sicurezza sul lavoro.

Dedicato a: i principali temi e le migliori strategie per incrementare le performance degli eCommerce per questo evento d e d i c a t o a tutti i player del commercio elettronico.

Dedicato a: Manager dell’area Acquisti e a tutto il ricco mondo di fornitori che ruota intorno agli acquisti indiretti aziendali.

Dedicato a: un evento sulle innovazioni di prodotto e di processo per la community d e l s e t t o re H R : Capi del Personale e fornitori di servizi e prodotti per la gestione delle risorse umane.

INFO@RICHMONDITALIA.IT - TEL. +39 02 312009


Terenzio Traisci Psicologo, formatore e speaker aziendale

LIBERO PROFESSIONISTA 10


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L’intervista a Terenzio inizia con una sfida, è una gara a tempo, anche se lui non ne è proprio consapevole: 5 salti della corda, corsa, recupero del ciak, corsa, ciak. Ora si può iniziare con il fiatone e con una domanda a bruciapelo: “Dacci il primo consiglio che ti viene in mente“. “Ovviamente allenarsi a saltare la corda, così se i B.livers ti intervistano, sei performante”. Come è nato l’incontro tra la psicologia e la comicità? Fin da bambino mi è sempre piaciuto far ridere le persone, per un po’ di tempo ho fatto l’animatore nei villaggi turistici. Poco dopo ho cominciato a fare il comico professionista e nel frattempo studiavo psicologia. Dopo la laurea, ho svolto il tirocinio presso l’azienda di teatro d’impresa dello psicologo Paolo Vergnani, il mio primo Maestro. Qual è il tuo obiettivo? Far comprendere a più persone possibili che si possono gestire i propri pensieri e il proprio umore. Certo, non è così semplice. È come quando impari un mestiere, come quando acquisisci una competenza, ci vuole tempo, ma è la stessa cosa, perché di fatto gestire umore e pensieri è una competenza indispensabile oggigiorno. Se ti chiedessimo un consiglio per vincere le paure, che consiglio ci daresti? Non volerle vincere ma gestire, perché la paura è un’emozione che aumenta se cerchi di combatterla. È un po’ come dire ad una persona arrabbiata - stai calma - che succede di solito? Durante i miei corsi insegno come gestire il proprio stato psico fisico seguendo il funzionamento del cervello, più antico (paleoencefalo) che “comanda” le nostre reazioni, pensieri ed azioni per l’80%. Ci parleresti di una tua vulnerabilità? Mi fa senso il sangue. Io volevo fare il medico, solo che facendomi impressione il sangue ho ripiegato sulla psicologia. Ci sto lavorando comunque :) Cos’è per te l’amore? È un sentimento che muove un po’ tutto. Anche nel lavoro. Si può fare un lavoro con amore così come provare amore nei confronti delle persone. L’amore fa da collante a tante altre emozioni. Se non c’è amore, è molto più probabile che ci siano emozioni limitanti. Anche l’amore per se stessi è utile nelle relazioni così come al lavoro, perché se non sto bene con me stesso, quello che penso sia amore verso l’esterno cela in realtà un bisogno e rappresenta egoismo. Se potessi essere un albero, quale albero sceglieresti? Mi piace un sacco l’acero nano verde. Hai la possibilità di risolvere ogni problema della tua vita: hai a disposizione un elastico, uno zaino e una banconota da cento euro. Cosa faresti? Con questi devo risolvere ogni problema della mia vita? Beh per ora l’elastico lo potrei usare per chiudere la busta delle mandorle rimasta aperta. Zaino e cento euro li metto da parte, per ora non ci faccio molto. Se potessi esaudire un solo desiderio, cosa chiederesti al genio della lampada? Non lo so … Sono talmente abituato a cercare di risolvere da solo i miei problemi che non saprei cosa chiedere. Piacerebbe a chiunque avere qualcuno che sia in grado di risolverli. Però quando è così facile, perde il valore. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? Toglierei a molte persone quella nebbia che non fa vedere loro le cose davvero importanti, di modo che poi possano agire diversamente. Qual è la tua rivoluzione? Aiutare le persone ad avere un po’ più di amor proprio. L’amore lega tante belle emozioni e se le persone cominciassero ad amarsi di più, rispetterebbero l’ambiente e gli altri. È in questo che consiste la rivoluzione, perché l’amore per se’ e per gli altri permette di vedere il mondo in modo diverso e vedendo con occhi diversi, si vivrà in modo diverso.

Terenzio Traisci Psicologo, formatore e speaker aziendale Libero Professionista terenzio.net

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“L’amore cambia la visione del mondo”

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Camilla Toso HSE Manager

EDF EN Italia 14


L’UOMO

SENZA IL SUO PIANETA NON È

NESSUNO È una fresca giornata primaverile quando accogliamo Camilla sulla splendida terrazza del Gran Hotel di Rimini e le chiediamo di raccontarci di sé. Parleremo assieme del suo lavoro, dell’importanza della salvaguardia ambientale e di cosa voglia dire essere donna oggi e fare un lavoro prettamente maschile.

Quali sono i paesi più rinnovabili in Europa? In Europa lo sono di certo i paesi nordici (come Svezia e Finlandia) e la Francia, che si è data importanti obiettivi. Il Gruppo EDF, primo operatore del settore rinnovabile in Europa, ha lanciato il “Plan Solaire”: un progetto che porterà a quadruplicare la capacità di produzione di energia fotovoltaica installata in Francia entro il 2030. E la situazione italiana com’è? Nel nostro Paese il settore delle rinnovabili è da alcuni anni in una situazione di stallo, poiché gli incentivi statali sono bloccati da anni.Oggi sta pian piano tornando la speranza che si utilizzino maggiormente le rinnovabili in Italia, grazie soprattutto alle richieste della comunità europea e alla sensibilizzazione della popolazione. A livello di sostenibilità, in quale paese andresti a vivere? Io ho una particolare passione per la Nuova Zelanda, ma temo sia un po’ troppo lontano. Se devo scegliere

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Camilla Toso HSE Manager EDF EN Italia edf-re.it

in termini di eco sostenibilità, ci sarebbero la Danimarca e i paesi nordici, dove però farei fatica a vivere per via del clima poco favorevole. Altrimenti potrebbe piacermi anche il Sud America, dove però la politica ambientale è ancora diversa. C’è mai stato un evento nella tua vita che ti ha portato a fare un viaggio interiore? Subito dopo la laurea ho viaggiato per un mese in Argentina e mi è servito moltissimo per decidere cosa fare della mia vita. Durante questa esperienza scoprì di avere tante potenzialità, che andavano oltre alla mia facoltà di studi, e che mi hanno permesso di capire ciò di cui sono veramente capace.

Qual è la tua rivoluzione? Dal punto di vista personale, la mia rivoluzione è essere donna in un ambiente lavorativo totalmente maschile, guadagnandomi credibilità e fiducia. Più in generale è riuscire a capire di poter fare davvero quello che desidero. Se avessi un super potere come lo utilizzeresti per costruire un mondo migliore? Lo userei per cambiare la mentalità delle persone per quanto riguarda l’ambiente e il rispetto delle diversità. Vorrei cambiare le idee di qualche politico, per far sì che diventi normale prestare attenzione all’ambiente e all’uomo stesso, che senza il suo pianeta non è nulla.

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi nella vita? Mi occupo di energie rinnovabili, di salute, sicurezza e ambiente nella filiale di EDF Renewables Italia. Si tratta di un’azienda che produce energia da fonti rinnovabili quali impianti eolici e fotovoltaici. Noi gestiamo l’energia prodotta attraverso di essi e la vendiamo alla rete in tutta Italia. Oggi produrre energia in modo sostenibile sta diventando una necessità al fine di salvaguardare il pianeta. Ti senti orgogliosa di far parte di questo settore? Sì sicuramente, dato che sono un’attivista ambientale per scelta: non come l’ ”ambientalista della domenica”, che protesta perché il fiume è sporco, ma come quello che si butta nel fiume per pulirlo con le sue mani. Come sei arrivata fin qua? Ci sono arrivata un po’ per caso, dal momento che avevo una formazione prettamente umanistica. Poi a causa di un incidente sul lavoro, sono stata costretta a fermarmi per un po’ e ho avuto modo di riflettere. Mi sono resa conto che ciò di cui mi occupavo in realtà non mi dava soddisfazione; e proprio in quel momento mi è capitata una proposta da parte di EDF Renewables, dove cercavano una persona che parlasse francese e avesse competenze organizzative. Ho accettato e pian piano mi sono fatta strada come donna in un ambiente prevalentemente maschile. Adesso sono molto orgogliosa di essere arrivata dove sono, adoro questo lavoro e mi piace l’idea di lavorare per evitare che ciò che è capitato a me anni fa accada a qualcun altro. 15


Cosimo Papini Prevenzione e protezione

Findomestic Banca 16


L’ IMPORTANZA DI

OSARE

E ANDARE OLTRE I

PROPRI LIMITI Comodamente seduti sul sofà della bellissima hall del Grand Hotel di Rimini, Cosimo si racconta ai B.Livers. Ci parla di sé, del proprio lavoro e dell’importanza di adattarsi al cambiamento, proprio come un salice piangente. Ma per scoprirne di più, leggete la sua intervista! Se tu adesso avessi un super potere cosa faresti per costruire un mondo migliore? Il mio sogno sarebbe pensare che ragazzi e giovani adulti non debbano più far fronte alle malattie di cui voi vi occupate, ma questo forse sarebbe un super potere troppo grande. Credo che sarebbe bello poter regalare un po’ più di leggerezza e serenità alle persone. Tanta gente si prende troppo sul serio e dà importanza ad aspetti poco rilevanti, a differenza invece di ciò che fate voi in questo progetto, con uno scopo ben più nobile. Ci dai un consiglio per vincere le paure? Osare e cercare di andare oltre il proprio limite. A mio avviso, un bellissimo esempio di ciò lo abbiamo visto mercoledì sera, quando durante gli speech di “Italia Loves Sicurezza” un collega, che era visibilmente più emozionato degli altri, si è bloccato e poi ha ripreso a parlare dopo un applauso di incoraggiamento. Bisogna affrontare le

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Cosimo Papini Prevenzione e protezione Findomestic Banca findomestic.it

paure e andare avanti. A volte va bene anche fare finta di nulla, perché pensare troppo rischia di frenarti, mentre un po’ di incoscienza ti aiuta ad andare avanti! Hai la possibilità di risolvere qualunque problema della tua vita. Hai a disposizione solo un elastico, uno zaino e una banconota da cento euro. Cosa faresti? Parto e non ci penso...! Magari trovo qualcosa da fare con l’elastico mentre sono in viaggio. Adoro camminare e mi piace molto la montagna, quindi credo che sceglierei quella meta. Mi piacerebbe anche prendere una direzione che mi porta a rischiare un po’, ma senza pensarci troppo! Tu prima parlavi di leggerezza, cosa ti aiuta a ritrovarla dopo una lunga giornata? È abbastanza facile: i miei figli e casa mia.

Basta questo. Sul numero de “Il Bullone” che sta per uscire, abbiamo messo un albero su ogni pagina e ognuno di noi si è immaginato che albero sarebbe. Tu che albero saresti se potessi sceglierne uno? Credo un salice piangente, perché è particolarmente flessibile nonostante abbia un tronco forte. È flessibile sotto al vento e quindi al cambiamento. Ha la capacità di “seguire” e adattarsi, ma non per questo non ha una sua forza e una sua stabilità. Se tu avessi un solo desiderio a disposizione da poter chiedere al genio della lampada, quale sarebbe? In questo momento non so dirtelo, non ho desideri particolari, sto bene con me stesso e quindi non desidero nulla di più di quello che ho! In che epoca avrei voluto vivere? Questa è facile, da fiorentino... direi il Rinascimento!

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi nel tuo lavoro? Io mi occupo di sicurezza in Findomestic. Sono il coordinatore delle attività afferenti al mondo della sicurezza sul luogo di lavoro, in una azienda dove fortunatamente non si corrono grossi rischi. Cerco quando e come posso di spingere il più possibile sulla formazione, perché penso possa dare un valore aggiunto in questo settore, unendo le richieste del decreto a qualcosa di più innovativo come ad esempio il network “Italia Loves Sicurezza”. Quella è la direzione verso la quale ci stiamo muovendo. Come sei arrivato fino a qui e quale è stato il tuo percorso? Ci sono capitato un po’ per caso. Io prima facevo il geometra e mi occupavo della manutenzione degli immobili, ma a un certo punto ho iniziato a sentire la necessità di cambiare perché non amavo il lavoro tecnico. E così sono entrato in Findomestic nel lontano 2002. In seguito ho cominciato a lavorare con un amico nell’ambito della sicurezza e mi è piaciuto molto, tanto che mi sono appassionato particolarmente alla parte di formazione e ho fatto dei corsi con l’idea di lasciare Findomestic. Una volta ottenuta l’abilitazione per ricoprire il ruolo di RSPP la fortuna ha voluto che in azienda ci fosse bisogno di questa nuova figura. 17


Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Restaurare piuttosto che rivoluzionare Se avessi un superpotere, come lo useresti per costruire un mondo migliore? Bella domanda! Un superpotere per un mondo migliore? Riuscire a renderlo più oggettivo e culturalmente più omogeneo, perché viviamo in un mondo troppo massimizzato e in cui si sono persi di vista i veri valori. Bisognerebbe fermarsi un attimo e ristabilire dei valori comuni per tutti.

Pensi che sia una cosa presente anche nel mondo del lavoro? Sicuramente, perché il lavoro discende direttamente dal contesto culturale. In particolare noi, in Italia, abbiamo bisogno di ridefinire un punto zero. Ma questo è un discorso applicabile in generale; abbiamo creato un mondo in cui spesso non riusciamo più ad identificarci.

Se potessi scegliere di essere un albero, quale sarebbe? Una quercia: stabile, robusta e da sicurezza; altrimenti un giunco, l’estremo opposto, perché flessibile: si piega ma non si spezza. 18


GIANFRANCO PEIRETTI

HEALTHSAFETYENVIRONMENTQUALITYMANAGER

IPLOM S.P.A. Gianfranco Peiretti Health Safety Environment Quality Manager Iplom S.p.A. iplom.it

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Qual è la tua rivoluzione? Più che una rivoluzione, io proporrei un restauro perché tutto questo cambiamento lo sto vivendo in maniera preoccupante, perché non stiamo lasciando valori ai nostri figli e stiamo togliendo loro le certezze che avevo quando ho iniziato a lavorare. Viviamo in una società che interpreta le regole in maniera casuale e questo ci ha portato alla perdita di comportamenti comuni. Come dicevo prima, è necessario restaurare piuttosto che rivoluzionare, fare un passo indietro per poi ripartire ed andare più avanti. E’ quello che sto cercando di insegnare ai colleghi più giovani, ma vedo in loro una certa difficoltà perché non hanno più dei punti fermi: questo è un problema molto grande. Forse è complice anche la tendenza ad interpretare le regole in modo soggettivo? Sì, e non solo: anche questa tendenza a standardizzare ed omologare, piuttosto che premiare l’inventiva, è penalizzante. Questo succede perché omologando banalizzi tutto e perdi degli spunti interessanti; bisognerebbe invece cercare di mettere qualcosa di proprio e “combattere” il sistema per riuscire a cambiarlo. 19


Claudio Vetica EHS Director

JOHNSON & JOHNSON Abbiamo chiesto a Claudio Vetica di indicarci un luogo nel mondo che gli è rimasto nel cuore attraverso l’alfabeto muto. La sua risposta è stata “Stromboli”. Perché hai scelto proprio quest’isola? Stromboli, un’isola nera, viva, lampeggiante. Un’isola che ci ricorda ogni quindici minuti che il Pianeta è in attività. Che sbuffa colore, luce, lampi di fuoco. Ma allo stesso tempo un’isola vissuta, dove la gente del posto convive con un vulcano attivo e nonostante ciò, si sente serena. Lì per la prima volta ho camminato scalzo, non l‘avevo mai fatto prima. È un’isola in cui sei davvero in contatto con la natura. Questa è Stromboli. Esiste un viaggio interiore che ti ha cambiato la vita o che ti ha reso la persona che sei adesso? Non un viaggio interiore, ma delle pratiche di concentrazione. Da un paio d’anni faccio Yoga e meditazione, e mi hanno cambiato l’umore. Adesso riesco a sopportare meglio lo stress, a reagire in modo diverso davanti alle difficoltà. In cosa consistono queste pratiche? È semplicissimo. Si tratta di 10 minuti di concentrazione e di ascolto interiore. Arrivo in ufficio, apro una finestra, apro un’app sul cellulare, mi metto gli auricolari e sto per 10 minuti in ascolto delle musiche e di una guida vocale che mi aiuta nella meditazione. Sono dei micro-viaggi di concentrazione, nei quali in realtà non penso a nulla. Hai un consiglio per sconfiggere le paure? Riconoscerle ed affrontarle. Non esistono paure che non possono essere sconfitte. 20


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Stromboli

“L ‘ ascolto di sè come viaggio interiore” Claudio Vetica EHS Director Johnson & Johnson jnj.com

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Veronica Bonanomi Owner

BCL - Salute e Sicurezza 22


ESSERE

DONNA

È UNA FRAGILITÀ DA

COMBATTERE Incontriamo Veronica, che si ferma a chiacchierare con noi su un comodo divano. Ci colpisce molto la sua abitudine di raccogliersi i capelli come gesto per “raccogliere le idee”. Ed è proprio facendoci uno chignon immaginario che la ascoltiamo mentre ci parla di lei, tra sogni, fragilità e consigli. In che epoca avresti voluto vivere? Verso la fine dell’Ottocento. Che consiglio daresti quando ci si sente a disagio? Respira, chiudi gli occhi e rilassati. Visualizza un’immagine che ti riorganizzi i pensieri e riparti. Hai la possibilità di risolvere qualsiasi problema della tua vita e per farlo hai a disposizione tre elementi diversi: un elastico, uno zaino e una banconota da cento euro. Cosa fai? Per prima cosa, mi raccolgo i capelli, così raccolgo le idee. Poi

metto la banconota da cento euro in tasca, lo zaino sulle spalle e inizio a camminare. Camminando decido come progettare il mio piano d’azione per risolvere il problema. Se avessi la possibilità di esprimere un desiderio durante il viaggio intrapreso precedentemente, quale sarebbe? Il mio desiderio sarebbe avere dieci anni in meno, ma con la consapevolezza di oggi. Se dovessi cambiare qualcosa nella tua vita, cosa cambieresti? C’è stato un momento, in cui non ero convita di quello che facevo per lavoro e avevo in mente una seconda scelta, quella di organizzare feste anziché corsi. Successivamente mi resi conto che entrambe le opzioni avevano in comune un unico obiettivo, quello di rendere le persone felici e “vive”. Te la senti di raccontarci una tua fragilità?

Credo di avere due fragilità: la prima non dipende da me ed è oggettiva, per il lavoro e per il mondo in cui viviamo, il fatto di essere donna è una fragilità da combattere, ma che riesco a gestire; la seconda fragilità è “che non ci credo abbastanza”, la fiducia in me stessa ha bisogno di essere coltivata sia per il lavoro che svolgo, sia perché viviamo in un mondo dove è l’uomo che tende a minare l’autostima della donna, e credo che sia questa la fragilità che devo tenere lontana.

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Veronica Bonanomi Owner BCL - Salute e Sicurezza corsisicurezzalavoro.eu

BUSINESS FOCUS Di che cosa ti occupi nel lavoro? Ho una società di consulenza e formazione, che si dirama in diversi campi, in particolar modo in quelli di salute e sicurezza. Esiste per te un mentore che in qualche modo ti ispira, ad esempio uno scrittore, un musicista…? Nel nostro campo, ultimamente, sono diventati tanti i mentori, perché ognuno dice qualcosa che ti colpisce. Una delle persone che ha inciso sul mio modo di vedere ciò che facciamo è Julio Velasco, che è “gettonatissimo” nel nostro campo. Ho avuto modo di incontrarlo dal vivo e di fatto ha confermato ciò che si riscontrava nei video riguardo alla sua persona e al suo essere. Qual è la strada che ti ha portato a scegliere il tuo lavoro? A dirti la verità è stato il frutto del caso, non è stata una scelta consapevole. Ad oggi sono molto soddisfatta di quello che faccio, nonostante sia il risultato di una situazione molto “altalenante”. Pensi che con il tuo lavoro tu stia costruendo un mondo migliore? Sono sicura di fare la differenza. Noi per lavoro dobbiamo “accendere” le menti delle persone e infiammare i cuori, “appiccare il fuoco” per la passione e per la sicurezza, la quale è vita. Essere salvi è la più bella missione della vita intera.


Ivano Labruna CEO

Helpcode.life 24


LA

TECNOLOGIA CHE SALVA LA

VITA

Salvare le persone senza conoscerle e intervenire in maniera tempestiva nei casi di emergenza, questo è il progetto di Helpcode.Life. Ivano Labruna, CEO dell’azienda, ci ha raccontato del rivoluzionario braccialetto salvavita da loro ideato e dei progetti futuri. Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Se tu avessi un superpotere, come lo useresti per costruire un mondo migliore? Cercherei in tutti i modi di finanziare programmi di prevenzione. Recentemente sono stati sviluppati software applicativi e dispositivi medici che sono in grado di prevenire e curare. Per esempio: tra i nostri prodotti ve ne è uno che consente di tracciare e analizzare i tre tipi di caduta di una persona anziana, come lo svenimento o la caduta accidentale o la fase pre-infarto, importanti per poter determinare l’immediatezza dei soccorsi. Se fossi un albero, che albero saresti? Io mi sento molto quercia, perché nella vita privata come in azienda mi piace mettere radici solide. Cosa consiglieresti per superare le paure? Credere che le paure non esistano. La paura è solo uno stato di coscienza, e per affrontarla per me è importante credere che non esista. Se avessi la possibilità di realizzare un solo desiderio, cosa chiederesti al genio della lampada? Devo dire che la vita mi ha dato tanto, sono davvero contento. Vorrei dedicare i prossimi anni un po’ più a me stesso, vorrei essere un egoista positivo. E vorrei vedere crescere i miei figli e viaggiare un po’ con mia moglie.

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Ivano Labruna CEO Helpcode.life helpcodelife.com

BUSINESS FOCUS Ci racconti di cosa ti occupi, in particolare con riferimento alla sicurezza? Sono amministratore di un’azienda svizzera che si chiama SalusBank nata nel 2004, che si occupa di servizi di telemedicina. Nel 2015 abbiamo lanciato in Europa e da poco in Asia quelli che noi chiamiamo i “bracciali salvavita”, bracciali con cui siamo spesso riusciti ad aiutare i soccorritori a curare i nostri utenti. Abbiamo inoltre ideato il “box della salute”, indicato per le farmacie, ma già presente in alcune banche e pensato soprattutto per le aziende. Si tratta di una vera e propria scatola della salute dedicata al dipendente, in cui in totale autonomia è possibile fare alcuni controlli di base (come pressione, ossigenazione, elettrocardiogramma) e collegandosi alla nostra centrale operativa, ricevere suggerimenti su eventuali ulteriori accertamenti da parte di uno staff medico, che analizza i dati 24 ore su 24. Come funziona il braccialetto salvavita? Ogni bracciale contiene stampato al proprio interno o all’esterno un codice QR, la cui scansione permette al soccorritore di accedere a tutte le informazioni sanitarie della persona in difficoltà. Per alcune aziende produttrici di moto e caschi, abbiamo invece ideato un adesivo con codice QR da applicare sul casco, che contiene i contatti di emergenza, da allertare in caso di incidente.


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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit piÚ interessanti incontrati ai Forum.

Gloria Mazzoni Direttore Generale

Airbank S.r.l.

Gloria, sopra una camicia chaira dalle maniche volant, indossa un abito dal taglio originale ed elegante, che combina in modo armonico differenti fantasie. La parte bassa del capo, con un pattern a pois bianchi su fondo nero, è arricchita da un drappeggio sul fianco. Gli accessori scelti da Gloria sono molto delicati e ben si sposano con l’outfit. Un bellissimo tocco di colore, quasi magico, viene dato dalle calzette rosse, dolcemente indossate sotto ad un sandalo nero a tacco alto.

Gloria Mazzoni Direttore Generale Airbank S.r.l. airbank.it

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I Forum sono fatti di persone, così come lo è Richmond Italia. Abbiamo deciso di dedicare uno spazio di interviste ai suoi dipendenti, al fine di raccontare coloro che stanno “dietro le quinte” e che lavorano ogni giorno con passione per dare vita agli eventi di Richmond Italia.

“RICHMOND ITALIA È SCAMBIO DI IDEE” Qual é l’epoca in cui avresti voluto vivere? Il momento attuale mi fa un po’ paura, ma di base sono contenta di essere nata nel 1970, a cavallo tra i due secoli. Se proprio mi obbligassero a cambiare, tornerei indietro di poco… all’epoca dei miei genitori. Sono per il qui e ora. Non so immaginare diversamente. Dammi il primo consiglio che ti passa per la mente. Quello che do ai miei figli, anche se ancora non lo capiscono. Dare un nome alle cose. Dare il nome alle sensazioni ti permette di conoscerle, magari di accettarle, di confrontarle, di perdonarle. Se poi un nome giusto proprio non lo trovi, allora basta crearsi una parola! Hai la possibilità di risolvere ogni problema della tua vita. Hai a disposizione solo: un elastico, uno zaino e una banconota da cento euro, cosa faresti? Prendo l’elastico e mi lego i capelli, dato che mi mancano sempre gli elastici e di solito raccolgo i capelli con penne e matite. Con i capelli legati, esco e vado all’edicola di Via Silva, a Milano, a portare lo zaino e i cento euro a un uomo africano che è sempre lì e chiede l’elemosina, con il sorriso. Ho insegnato a mio figlio Nico a rinunciare a qualche pacchetto di Adrenalin e dare a lui qualche moneta. Lo sguardo di quest’uomo quando ci riconosce arrivare e vede mio figlio scendere dal motorino è dolcissimo. Non gli interessano le monete, credo abbia forte tenerezza per Nico. Chissà quale situazione gli porta alla mente della sua vita prima di arrivare qui. Non gli cambierò certo la vita con lo zaino e i 100 euro, ne risolverò i miei problemi (che faccio fatica al momento ad individuare) ma ripeto – in questo momento storico un po’ “cattivo” – dobbiamo far sentire che non siamo tutti così! Hai solo un desiderio. Cosa chiederesti al genio della lampada? Banale... la salute per i miei figli e la mia famiglia. Se il genio accettasse, la chiederei per tutti. Ho conosciuto molto da vicino la malattia, quella brutta, e non la auguro a nessuno. Qual è il tuo job title in Richmond Italia e chi è il tuo mentore nel lavoro? Questa è una domanda davvero difficile. Operation? Sono tante cose in Richmond Italia. Lavoro qui da vent’anni e credo di aver ricoperto un po’ tutti i ruoli. Oggi forse sono “l’arcigna censitrice”, la memoria storica, la rompiscatole, l’emisfero sinistro, metto becco dappertutto e controllo parecchio… ma sono anche quella che sa. E che ci mette tanta passione, ogni giorno. I miei mentori sono mio papà, per il senso del dovere che non mi fa mai tralasciare o rinviare; Claudio, perché tante cose le abbiamo create insieme; Marina Carnevale perché quando sono arrivata – completamente inetta (io) – mi ha insegnato un bel po’ di cose. Come sei arrivata a fare questo lavoro? Conosco Claudio Honegger da quando avevamo otto anni. Da ragazzi ci incontravamo ogni estate al mare, a Panarea. Anni dopo, quando vivevo a Milano per amore (io sono di Napoli), e il mio ragazzo mi aveva appena “messo alla porta”, scoprii che Claudio stava cercando qualcuno. Io non avevo nessuna esperienza, ed ero assolutamente inetta… eppure mi ha presa! Era il lontano XX secolo, il 1999. Hai qualche consiglio per vincere le paure? 28


BENEDETTA FAVARA RICHMOND ITALIA

Verbalizzare. Che vuol dire anche dare un nome alle cose. Quando non metti le cose nelle proprie caselle, quest’ultime sembrano più grandi, difficili, fumose e inaffrontabili. Io faccio tantissime liste. Spesso se verbalizzi le cose accadono davvero. In ufficio i miei colleghi lo sanno, perché lo dico spesso: “Visto? Bastava verbalizzare, risolto!” Noi siamo i B.Livers e vogliamo costruire un mondo migliore. Adesso hai un super potere, cosa faresti per migliorare il mondo? Se avessi un super potere darei a tutti dello “S.C.A.L.”: Salute, Cibo, Acqua, e Lavoro. Ho scelto un acronimo per farlo sembrare un solo desiderio. Per cosa cambieresti la tua vita? Posso rispondere per nulla? Perché dovrei? In fondo ho vissuto da poco un grosso cambiamento, ho cambiato marito. Va bene così. Hai voglia di parlarci di una tua fragilità? Essenzialmente ho paura delle malattie. Le immagino continuamente e dietro ad ogni sintomo. E poi ho paura degli incidenti. Ma ho imparato a conviverci. Cos’é l’amore? Una cosa che si scrive, che si sogna, che si disegna e che si canta. “Ahi, permette signorina, sono il re della cantina”. Qual é la tua rivoluzione? Cerco di essere giusta e obiettiva, con me stessa, con gli altri e con le cose. Non so se sia una rivoluzione però. Guarda il video dell’intervista sul canale YouTube di Richmond Italia

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Accettare i cambiamenti I B.Livers vogliono costruire un mondo migliore. Se tu avessi un super potere, come lo useresti per rendere il mondo un posto migliore? È difficile rispondere a questa domanda, perché non è scontato. Se avessi questo super potere lo utilizzerei per stravolgere alcune cose che non mi piacciono nella quotidianità e portare un po’ più di serenità e di sorriso, anche là dove la vita pone delle difficoltà. A volte vi sono degli imprevisti di vario genere, sia a lavoro sia nelle relazioni extra lavorative, che necessiterebbero di maggiore calma e libertà per essere gestiti.

Sul nostro giornale questo mese parliamo di alberi. Ognuno di noi si è immaginato quale albero sarebbe se potesse sceglierne uno. Tu quale albero saresti? Io preferirei essere un fiore. Mi piacerebbe essere un girasole perché mi dà un senso di serenità, di calore e di gioia!

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GIUSEPPE PE

HEALTH SAFETY & ENVIRONMENT - RSPP

LUCEFIN S.P.A. Giuseppe Pe Health Safety & Environment - RSPP LUCEFIN S.p.A. lucefin.it

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Cosa manca alla nostra società in questo momento? Quando mi confronto con colleghi, collaboratori o consulenti vedo sempre un po’ di incertezza nell’andare avanti, perché si ragiona molto a breve termine e non con una visione ad ampio raggio. Questo non mi piace. Cerco di essere una persona lungimirante e di trovare sempre l’aspetto positivo nei cambiamenti. Ovviamente quest’ultimi non possono portare sempre aspetti positivi con sé, ma affrontarli in maniera serena ed essere preparati ad essi ci porterebbe a migliorarci sempre di più.

Qual è la tua rivoluzione? La mia rivoluzione è saper accettare con consapevolezza ogni tipo di cambiamento e saper fare una scelta in totale libertà: perché indipendentemente da cosa si sceglie, questo porta con sé una piccola rivoluzione.

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Stefano Massera Direttore tecnico

Informa - Formazione e Consulenza 32


VORREI

CONOSCERE PIÙ

PERSONE POSSIBILI

Nella stupenda hall del Grand Hotel di Rimini, conosciamo Stefano che, contagiandoci con il suo sorriso, ci racconta di come sul lavoro non si sia mai annoiato e ci confessa il suo desiderio sempre vivo di conoscenza. Cosa ti aiuta a ritrovare la leggerezza a fine giornata? Mi aiuta vedere il lavoro come un qualcosa di relativo, non farlo diventare l’unico motivo di vita. Mi piace ritagliarmi degli spazi per me, andare a correre, fotografare. Se potessi essere un albero, quale albero sceglieresti e perché? A primo impatto tutti pensiamo alla quercia, perché è solida, è piantata sul terreno. Io invece sceglierei un albero colorato, come un prugno. Un albero da frutto, un po’ più esile, ma con infiorescenze colorate stupende. Opterei per un albero che dà frutti, che perde le foglie e ogni anno si rinnova con un esplosione di colore. Se avessi un solo desiderio, cosa chiederesti al genio della lampada? Conoscere più persone possibili. Credo che l’arricchimento derivi dall’interazione con le persone. Mi piacerebbe poter interagire con un milione di persone tutte in un giorno, il tempo passa e non ci si rende conto che si perde l’occasione di studiarle, di conoscerle a fondo.

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Stefano Massera Direttore tecnico Informa Formazione e Consulenza istitutoinforma.it

BUSINESS FOCUS Raccontaci un po’ di te, di cosa ti occupi? Mi occupo di sicurezza sul lavoro da 25 anni, sono il direttore di una società di formazione e consulenza. Come hai deciso di fare questo lavoro? Appena laureato ho cominciato a lavorare in una società che si occupava di igiene industriale. Da lì ho iniziato ad appassionarmi a questo lavoro e non mi sono mai annoiato, perché ha continuato a cambiare in 25 anni. È un mestiere dinamico, sempre diverso. Quale traguardo bisogna raggiungere per rendere le persone consapevoli della necessità della sicurezza sul lavoro? Bisogna semplificare le leggi. Ho avuto la fortuna durante il mio percorso di scrivere alcune delle leggi che si applicano in questo settore e vi è senz’altro la necessità di riformularle.


Davide Scotti Segretario Generale

Fondazione LHS 34


ATTENTI!

FOCALIZZIAMOCI! Abbiamo conosciuto Davide la sera prima di quest’intervista. Siamo appena arrivati a Rimini e Richmond Italia ci accoglie con il consueto aperitivo di benvenuto, ma questa volta a rendere tutto speciale c’è la presenza di Davide Scotti e di alcuni dei suoi “uomini” che insieme a lui creano una rete in tutta Italia che ha come obiettivo la sicurezza. Davide li presenta uno ad uno e ognuno di loro ci racconta una storia che fa pensare. Oggi è il suo turno... Qual è il primo consiglio che ti viene in mente? Il primo consiglio che mi viene in mente è “Focus”, perché oggi viviamo in un’epoca piena di stimoli, di distrazioni belle e interessanti ma la capacità di essere “focalizzati”, del vivere nel qui e ora quando si lavora e in qualunque contesto, è proprio ciò che ci manca. È importante essere consapevoli dell’ambiente che ci circonda e attenti a tutto ciò che ci accade. In che epoca avresti voluto vivere? Per rispondere mi piacerebbe vedere com’è la situazione tra

cent’anni, o magari tra cinquecento anni. Vorrei andare nel futuro. Immagino che l’essere umano diventerà un mix tecnologico, più di quanto non sia già oggi.

differenza. Vorrei vedere un Paese in cui la fiducia è un valore radicato, dove c’è collaborazione e apertura, in cui ci si aiuta a vicenda e si sta bene.

Per cosa cambieresti la tua vita? No, non credo che la cambierei. Vado orgoglioso sia dei momenti buoni sia di quelli brutti. Non rinnego nulla.

Qual è la tua rivoluzione? Sicuramente è legata a creare una rete sociale, dove il prendersi cura dell’altro è un valore radicato che sopprime arroganza e cattiveria.

Come B.Livers, crediamo in un mondo migliore. Se in questo momento avessi un superpotere come lo utilizzeresti per cambiare il mondo? Mi trovo molto in sintonia con questa linea di pensiero anche perché con il movimento di Italia Loves Sicurezza vogliamo fare una rivoluzione culturale e rendere il mondo e l’Italia un posto migliore. Quindi se avessi una bacchetta magica cercherei di eliminare quell’individualismo becero che caratterizza noi italiani, che abbiamo dei bellissimi valori, ma purtroppo siamo anche egoisti e poco attenti alle persone che abbiamo vicino, cosa che non ci permette di fare la

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Davide Scotti Segretario Generale Fondazione LHS fondlhs.org

BUSINESS FOCUS Di cosa si occupa la Fondazione LHS? Innanzitutto LHS sta per “Leadership in Health and Safety” e la Fondazione è stata costituita da Saipem, azienda leader nelle attività di ingegneria, di perforazione e di realizzazione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture. E’ nata con una missione ambiziosa, quella di accrescere la cultura della salute e sicurezza sia all’interno dell’industria che nella società in cui viviamo. Dati statistici affermano che oggi, durante questa intervista, da qualche parte in Italia, 3 persone perdono la vita lavorando, mentre 9 in incidenti stradali di vario tipo. Questi dati sono i più alti di tutta Europa, e dietro questi numeri ci sono famiglie che perdono o perderanno persone a loro più care. E questo per noi è moralmente inaccettabile, perché incidenti del tutto evitabili. Il responsabile di queste statistiche ha un nome: cultura, intesa come insieme di conoscenze e credenze condivise, che si traducono poi in modi di fare e comportamenti. Qual è una delle principali cause di incidenti in Italia? Oggi, le cause principali sono la distrazione e le violazioni intenzionali. Un esempio di violazione intenzionale è il non mettere la cintura di sicurezza se seduti sui sedili posteriori, oppure il non chiedere da parte del guidatore che venga allacciata per paura di risultare noioso. Questa è un’attitudine “tossica” da neutralizzare prendendo esempio dai Paesi nord europei dove allacciare le cinture di sicurezza sui posteriori, come anche in un autobus extraurbano è del tutto normale.


Simona De Vecchis Formatore

Treeffe 36


CREDENDO IN SE STESSI SI RAGGIUNGONO TANTI

OBIETTIVI! “How to save a life” una canzone dei Fray di quasi quindici anni fa diceva: «Io so come salvare una vita», in questo caso non potrebbe essere più vero. Simona De Vecchis, di Treeffe, ogni giorno si impegna per formare e istruire sulle tecniche di rianimazione con l’ausilio del defibrillatore in casi d’emergenza all’interno delle aziende. Che cos’è per te l’amore? L’amore in generale è un sentimento importantissimo, per me rappresenta il centro dell’essere umano: l’amore non è soltanto nei confronti di un’altra persona ma anche per il proprio lavoro, la propria vita, le proprie passioni e se stessi. Se poi hai la fortuna di incontrare l’anima gemella, ben venga. Altrimenti l’amore si può manifestare in molte altre maniere. Che consiglio ti senti di dare per superare le proprie paure? Le paure vanno affrontate e non bisogna mollare mai. Non bisogna avere né rimpianti, né rimorsi. Ho sempre creduto che bisognasse superare le paure che la vita ti pone davanti, con coraggio. Quando ci provi, può capitare di sbagliare, o di trovarti davanti a dei no, ma l’importate è crederci! In quale epoca avresti voluto vivere? Ho sempre detto che se fossi stata un personaggio animato, avrei voluto essere Lady Oscar: lei è una rivoluzionaria, una combattente, mi ci rivedo molto. Diciamo che mi affascina di più essere Lady Oscar che una principessa! Qual è la tua rivoluzione? Sono partita col fare una rivoluzio-

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Simona De Vecchis Formatore Treeffe 3F Centro Formazione Corsi Blsd-Pblsd

ne su me stessa che mi ha portato a cambiare molti modi di vedere la vita. Ho iniziato a credere molto di più in me stessa. Come fai a credere così tanto in te stessa? Sono diventata una subacquea, ho iniziato facendo un corso con le bombole. Facendo apnea, capisci che raggiungere 10 m, poi 20 m e poi oltre, senza respirare, è un obiettivo che ti poni con te stessa. Per me fare apnea è stata una sfida, perché ti porta a pensare che si possono superare con tranquillità anche altri ostacoli della vita. E’ una rivoluzione. Un’altra mia rivoluzione è stata quella di non dare peso ai pregiudizi della gente. Anche con gli insegnamenti della disostruzione, mi sono trovata spesso davanti persone a cui non interessavano; ora invece mi chiamano per fare i corsi. Quando ti arriva la mail da parte di un genitore che ti dice che, grazie alle istruzioni ricevute, ha salvato la vita del figlio, vengo ripagata

di tutto quello che ho fatto. Se potessi esaudire un desiderio, cosa chiederesti? Mi piacerebbe rivedere molte persone che non ci sono più, come mio papà che ho perso a 25 anni e mia nonna di 99 anni che invece è mancata la settimana scorsa. La morte fa parte della vita e l’accetto, però a volte ci sono quei vuoti che non si colmeranno mai. Se dovessi esprimere un secondo desiderio, chiederei che la pace si diffonda un po’ in tutti, perché stiamo vivendo un periodo un po’ difficile. Ti va di parlarci di una tua fragilità? La delusione delle persone nelle quali ho creduto, sia dal punto di vista sentimentale, ma ancor di più dal punto di vista dell’amicizia. Io credo moltissimo nel valore dell’amicizia, nonostante ne sia rimasta delusa molte volte. L’errore che commetto, forse, è che pretendo di ricevere dagli altri le stesse attenzioni che dedico io.

BUSINESS FOCUS Simona, di cosa ti occupi? Sono una consulente aziendale e lavoro nel settore della sicurezza. Sono una formatrice e istruttrice nell’ambito del BLSD: sono tecniche di rianimazione in caso di arresto cardiaco con l’utilizzo del defibrillatore. Inoltre sono la titolare di un centro di formazione accreditato all’area 618, principalmente nel Lazio, con sede a Frosinone. Cosa ci puoi mostrare per darci dei consigli? Vi mostro come si disostruisce un lattante. Per prima cosa, bisogna dire che i lattanti non si ostruiscono con cibo liquido, per questo bisogna sempre porre attenzione a ciò che viene ingerito. Definiamo lattante colui che va da 0 a 12 mesi, e i bambini a questa età non ingeriscono ancora cibo solido. Può succedere però che il bambino ingerisca un giocattolino, quindi si tratta di ostruzione da corpo solido. In questo caso vanno effettuate le seguenti manovre (guarda il video). Da cosa ci si accorge che il lattante ha un’insufficienza respiratoria? Il bambino non emette alcun suono e fatica a respirare, e lì che ci si accorge che l’ostruzione è diventata totale. Se invece l’ostruzione è parziale il piccolo inizia ad emettere dei suoni e inizia a tossire. La tosse è la naturale tecnica di disostruzione, e in questo caso non bisogna attuare alcun tipo di “falso mito”, come per esempio porre il bimbo a testa in giù e battere con la mano sulla schiena, perché si potrebbe peggiorare la situazione. 37


Tullia Isgrò RLS

TAMURA MAGNETIC ENGINEERING SRL

Hai un posto del cuore, in cui sogni di andare e dove portarci? Andiamo indietro nel tempo, a qualche anno fa. Vi porto a Malta. In questo luogo ho trascorso quattro mesi, iniziati come una vacanza per imparare la lingua inglese e poi trasformati in un viaggio di vita. Da quel momento sono successe diverse cose, che mi hanno chiarito cosa volessi fare nella vita e mi hanno spinta a godermi ogni momento senza rimpianti. Quanto tempo è passato da questo viaggio rivoluzionario? E’ passato tanto tempo. Bisogna tornare a dodici anni fa. Quel viaggio è stato davvero una rivoluzione. Due settimane di vacanza si sono trasformate in quattro mesi fondamentali per la mia vita, nei quali ho imparato a lavorare e dai quali sono tornata come mamma. C’è un viaggio interiore che hai fatto nel corso della tua vita? Ce ne sono svariati, ma uno dei principali, ed è anche il motivo per cui mi sono fatta intervistare, l’ho vissuto grazie a voi. L’anno scorso, a Gubbio, ho partecipato al workshop sulle Cicatrici che avete organizzato. Lì ho fatto parte di un viaggio, in cui ho capito che tutto ciò che ci succede e affrontiamo deve essere sfruttato positivamente, perché tutte le cose hanno risultati sia negativi che positivi, ma dobbiamo cercare di guardare ai suoi aspetti migliori. 38


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Malta

“Un viaggio , una rivoluzione” Tullia Isgrò RLS Tamura Magnetic Engineering Srl tamuracorp.com

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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Filippo Coletti ASPP

CARRON CAV. ANGELO S.p.A.

Filippo indossa con stile un completo bordeaux dal taglio lineare e con dettagli ricercati che lo arricchiscono, come ad esempio il bottone nell’occhiello del rever della giacca. Le scarpe stringate nere in stile classico, si sposano perfettamente con questo look moderno. Completano l’outfit degli occhiali dalla montatura spessa: molto glamour e dal carattere forte.

Filippo Coletti ASPP Carron Cav. Angel S.p.A. www.carron.it

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Trasferire modi di agire per fare una rivoluzione Qual è la tua rivoluzione? Trasferire modi di agire che influenzano comportamenti virtuosi.

Se fossi un albero che albero saresti e perché? Un ulivo, perché dà buoni frutti e poi perché è della mia terra: l’Abruzzo! Sei orgoglioso di essere abruzzese? Frèechete!! Sai cosa vuol dire frèechete? Good, very good, excellent e poi frèechete! Così l’ho tradotto una volta ad un americano!

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ALESSANDRO PAVONE

CEO

SI&T S.R.L.

Alessandro Pavone CEO SI&T S.r.l. si-t.eu

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Se tu avessi un super potere adesso, come lo useresti per costruire un mondo migliore? È difficile. Inizierei dalle piccole cose, soprattutto impegnandomi nel lavoro, perché quando si fa una cosa e ci si crede allora si riesce a trasferire anche un po’ di serietà e di cultura. Si può anche sbagliare, però noi dell’HSE siamo soliti dire: “trasferire modi di agire che influenzano comportamenti virtuosi”. Nel nostro campo si chiacchiera molto, invece è necessario parlare di modi di agire e rendere credibile il comportamento. Se trasferisci un comportamento credibile, con gli strumenti adeguati, allora crei una piccola rivoluzione. Una rivoluzione culturale, cambiando il modo di fare le cose.

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B.LIVE è il progetto di Fondazione Near Onlus che coinvolge i ragazzi malati in attività creative e percorsi professionalizzanti, sviluppati insieme a professionisti e aziende, per andare insieme oltre la malattia, per dare loro il coraggio di continuare a vivere sperando e costruendo un futuro e un mondo migliore.

Il nostro simbolo in quanto B.Livers è il bullone. Lo abbiamo scelto per portare nel mondo il nostro messaggio di forza, coesione e coraggio!

bliveworld.org

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E bliveworld

Q bliveworld


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Andrea Loreni Funambolo, filosofo, speaker, formatore

LIBERO PROFESSIONISTA

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“Lo zen e l’arte della manutenzione dell’equilibrio”

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Cosa ci fanno un funambolo, i B.Livers e alcuni marketing manager al Coconuts di Rimini? Parlano di paure, accettazione, possibilità, amore, di zen e persino del Dalai Lama.

Come mai hai scelto di fare il funambolo, quando hai deciso di convivere con la paura? La volontà di convivere con la paura è stata una conseguenza che non immaginavo. Ho iniziato a camminare sul cavo, prima basso, poi sempre più alto, per fare spettacoli di strada e tra le varie discipline quella dell’equilibrio mi ha da subito affascinato. All’inizio non avevo nemmeno pensato di dovermi relazionare con la paura, è stata una bella sorpresa. Dovevo imparare a convivere con questo sentimento per poter camminare sul cavo, così ho iniziato a lavorare sul principio del corpo rilassato e dell’accettazione. Mi sono dato la possibilità di aver paura. Ci dai un consiglio per affrontare le paure? Respirare ed accettare la paura come un aspetto della nostra esistenza. Non dobbiamo per forza cercare la paura o il martirio o il sacrificio o in generale le situazioni pericolose, però viverla ci dà la possibilità di conoscere qualcosa in più di noi. Abituarsi a essa ci permette di andare un pochino oltre e scoprire cose interessanti. L’equilibrio è una cosa con cui abbiamo a che fare tutti i giorni nelle cose della vita. Come ti ha aiutato il tuo lavoro a mantenere un equilibrio nella vita di tutti i giorni? Io riesco a camminare sul cavo in perfetto equilibrio, ma mi incasino molto di più nelle cose della vita. Immaginiamo sempre che esista un equilibrio fra due cose, come se non esistesse nient’altro oltre ad esse, ma la divisione è un concetto molto mentale, molto occidentale. In realtà possono esistere entrambe contemporaneamente. Siamo una cosa che include tutte le cose. Non si tratta di ragione o sentimento, ma di ragione e sentimento. La divisione oppositiva è un limite che dobbiamo superare. Chi è stato il tuo mentore sul lavoro e nella vita? Un amico con cui ho cominciato ad allestire i cavi, è stata una persona molto importante per me, mi ha aperto al mondo della meditazione. Poi ricordo un episodio con Marco, un altro caro amico: stavamo viaggiando in autostrada, era notte e c’era molto traffico. Marco mi disse: “Sarebbe bello se potessi tendere un cavo tra un ponte e l’altro dell’autostrada per camminarci sopra”. Lui è un uomo visionario, che ha aperto la mia mente alla possibilità di immaginarmi su dei cavi molto alti. Se, invece, dovessi citare un personaggio famoso direi sicuramente Philippe Petit, non lo conosco personalmente, ma ho letto i suoi libri e visto i suoi film e mi sono lasciato ispirare molto. Nella mia vita personale, faccio sicuramente riferimento a mia figlia. I bambini sono delle fonti d’ispirazione molto importanti e poi mi piacciono le persone serene, sempre più rare da trovare oggi. Se avessi un solo desiderio a disposizione, cosa chiederesti al genio della lampada? Riuscire ad amare tutti, ma soprattutto riuscire ad amare me stesso. Accogliere e accettare qualsiasi cosa esattamente per quella che è, e questo implica il perdono. Diceva il Dalai Lama: “Non devi perdonare perché l’altro merita il perdono, devi perdonare perché tu meriti la pace”. Che consiglio ci dai per costruire un mondo migliore? Lo Zen sostiene che il mondo sia perfetto così com’è, chiunque direbbe il contrario. E invece è bello proprio così, se impariamo a viverlo senza il giudizio. Sta a noi poter stare in questo mondo amando, portando il nostro essere al meglio. Da lì succede quel che deve succedere.

Andrea Loreni Funambolo, filosofo, speaker, formatore Libero Professionista ilfunambolo.com

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

La mia rivoluzione e tenere testa a me stesso Se avessi un superpotere, quale sarebbe e come lo useresti per costruire un mondo migliore? Mi piacerebbe avere dei poteri in grado di migliorare alcune situazioni difficili, insopportabili, che stanno prendendo piede nella nostra società.

Se fossi un albero che albero saresti? Se fossi un albero sarei una sequoia, perché la considero un albero raro. Mi dà l’impressione di essere qualcosa destinato a durare per molto tempo. Io ho quasi sessant’anni e sono un papà giovane: ho una figlia di quattro anni e mezzo, alla quale vorrei restare vicino il più a lungo possibile. È la mia grande missione, la più importante!

Hai dei consigli da darci per superare le paure? La paura è una componente costante della vita e della nostra giornata. Io sono pieno di paure, però non mi lascio sopraffare da esse. Le difficoltà le tengo bene a mente, ma una volta che le ho riconosciute ed accettate, non ci penso più e vado avanti a testa alta. 50


ANTONIO BORRI SALES DIRECTOR

RANKING ROAD ITALIA Antonio Borri Sales Director Ranking Road Italia rankingroad.it

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Cosa fa la vostra azienda per il mondo a livello sociale o di sostenibilità? Per il futuro non abbiamo previsto nulla, però in passato abbiamo sempre cercato di fare qualcosa di utile per il sociale. Ad esempio, per tanti anni fino allo scorso, in accordo con l’Università di Reggio Emilia e di Modena abbiamo offerto una borsa di studio ad uno studente meritevole che presentava una tesi innovativa. Noi ci occupavamo di dargli visibilità con eventi e tramite i nostri mezzi di comunicazione, oltre che un premio in denaro. Abbiamo anche lavorato con alcune scuole superiori di Parma, organizzando dei seminari di approfondimento per studenti e genitori sulle tematiche relative all’utilizzo dei social, con il supporto di psicologi ed esperti del settore. Cosa non sopporti? L’ingiustizia. Io non sopporto che una persona meritevole non ottenga il risultato che gli spetta solo perché non appartiene ad una determinata casta o un certo entourage. Qual è la tua rivoluzione? La mia rivoluzione è tenere testa a me stesso. Ossia, combattere e ostacolare il mio modo di essere e di pensare, che mi dà molto da fare. È anche per quello che gioco a golf, è uno sport competitivo ma ancor di più una sfida contro sé stessi! 51


Luca Catellani CEO

Lovemark 52


LA

DETERMINAZIONE È IL VERO FATTORE CHE CONTRADDISTINGUE UNA

SCELTA IMPRENDITORIALE Nella splendida cornice del Grand Hotel di Rimini intervistiamo Luca Catellani, CEO di Lovemark ed esperto di marketing digitale. Parliamo di scelte imprenditoriali e scelte di vita, in un’epoca moderna dove tutto corre in fretta. E infine, dato che la sua agenzia si chiama Lovemark, parliamo anche di amore, con il quale “costruiamo dalle fondamenta un’emozione che va al di là di tutto”. A te piace vivere in questa epoca? Oppure ti sarebbe piaciuto vivere in un’altra era? È una domanda davvero complessa. Sicuramente ogni epoca ha degli aspetti che mi affascinano molto, e quindi mi è capitato di chiedermi cosa sarebbe successo se fossi vissuto in un altro momento storico. Restando sul tema del lavoro e pensando semplicemente a dieci, venti, trent’anni fa, il mondo del marketing era completamente diverso. Chissà se io stesso sarei stato la persona adatta a questo ruolo. Il mondo del lavoro attuale ha

cambiato tantissimo le dinamiche, le ha accelerate. È imprescindibile. Forse mi basterebbe tornare indietro di qualche anno, quando c’erano delle dinamiche di relazione tra le persone un po’ più lente. Hai la possibilità di risolvere ogni problema della tua vita. Hai a disposizione un elastico, uno zaino e una banconota da cento euro. Cosa fai? Con i cento euro comprerei le cose che mi mancano e di cui ho bisogno, le legherei tutte con l’elastico e le metterei nello zaino. E poi le porto con me. Che cos’è l’amore? È uno dei sentimenti più forti della vita, che contraddistingue il rapporto con una persona con la quale si costruisce dalle fondamenta un’emozione che va al di là di tutto. Ma può essere applicato in generale con tutte le persone, nell’essere semplicemente trasparenti e sinceri.

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Luca Catellani CEO Lovemark lvmk.it

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi e perché hai deciso di partecipare al Forum di Richmond Italia? Noi siamo un’agenzia di marketing digitale, che si chiama Lovemark, di cui sono amministratore e socio da dieci anni. Questo è il terzo Forum di Richmond Italia a cui partecipiamo molto volentieri, dal momento che pensiamo sia un evento molto interessante e motivante. Come sei arrivato a fare questo lavoro? Qual è stato il tuo percorso professionale? Penso che nella vita vi siano sempre delle dinamiche un po’ casuali che ci portano a fare alcune scelte. Io ero socio di un’agenzia che si occupava di marketing su altre tematiche. Ero molto giovane, laureato solo da qualche anno. Lavoravo con una persona di grande esperienza che mi ha fatto amare il lavoro di imprenditore. E così, dieci anni fa io e la mia attuale socia abbiamo dato il via ad un nuovo progetto che pian piano è cresciuto nel tempo. È stato un percorso molto motivante, positivo e anche inaspettato: all’inizio non ci eravamo neanche resi conto della strada che avevamo intrapreso. Oggi, guardandomi indietro, penso che la determinazione sia il fattore che contraddistingue una scelta imprenditoriale.


I Forum sono fatti di persone, così come lo è Richmond Italia. Abbiamo deciso di dedicare uno spazio di interviste ai suoi dipendenti, al fine di raccontare coloro che stanno “dietro le quinte” e che lavorano ogni giorno con passione per dare vita agli eventi di Richmond Italia.

“RICHMOND ITALIA, UNA GRANDE FAMIGLIA” Da quanti anni lavori in Richmond Italia e di cosa ti occupi? Lavoro in Richmond Italia da circa sette anni e mi occupo di coinvolgere i delegates, i manager che rappresentano la domanda di un relativo mercato. Questi ultimi partecipano all’evento per seguire un ricco programma di conferenze e incontrare potenziali fornitori per la loro azienda. Se ti chiedessi una parola per descrivere questa “azienda- famiglia”, che è Richmond Italia, quale sceglieresti? Coesione e amicizia. Come hai detto tu si tratta di una grande famiglia, un ambiente fatto di persone piacevoli pronte ad aiutarsi per raggiungere obiettivi comuni. Che cosa cambia da Forum a Forum? Cambiano i protagonisti, ma la formula è la stessa: far incontrare le persone, mettere in contatto le loro aziende al fine di creare maggior valore. Dov’eri a vent’anni? In Richmond Italia! Appena ho iniziato a studiare economia in università, ho cominciato a lavorare in azienda. Mi sono laureato circa due mesi fa. Ci dai qualche consiglio per superare le paure? È difficile rispondere a questa domanda perché tutti abbiamo paura di qualcosa. Il mio consiglio è di vivere giorno per giorno, senza dare troppo peso a paure e preoccupazioni. Vivere nel presente, nel “qui e ora”. È importante realizzarsi, ma senza farsi ostacolare dalle paure. Per cosa cambieresti la tua vita? Penso che si possa cambiare la propria vita per lo più per amore. L’aspetto sentimentale e gli affetti possono farti cambiare progetti e percorsi di vita. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? Penso che il segreto per costruire un mondo migliore sia essere meno egoisti e più solidali l’un l’altro, dal momento che siamo tutti di passaggio sulla Terra. Riservare uno sguardo verso i bisogni dell’altro può risultare difficile, ma è più bello aiutare gli altri piuttosto che guardare solo sè stessi.

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GABRIELE TEDOLDI Delegate Manager

RICHMOND ITALIA 55


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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Matteo Bonavitacola Marketing Manager

WAMI SRL

Matteo indossa un completo composto da un blazer bordeaux, panciotto blu in stile vintage anni’80, camicia a righe e jeans tutto rigorosamente made in Italy. Completa l’outfit l’orologio made in Svizzera, un marchio usato dai ferrovieri. Il tutto è acquistato nei mercati rionali perché più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. Matteo sostiene che se acquisti una maglia a tre euro, inevitabilmente c’è uno sfruttamento nel sistema di produzione, lui non compra abiti del fast fashion.

Matteo Bonavitacola Marketing Manager Wami S.r.l. wa-mi.org

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Simona Santiani Imprenditrice

myHARA 58


CORPO E

MENTE Prendersi una pausa dal “Tran Tran” ed entrare in contatto con sé stessi. Una voce pacata si racconta attraverso la sua attività di formatrice all’interno delle aziende. Simona Santiani, fondatrice di myHARA, ci spiega l’importanza dell’allineamento mente-corpo per gli impiegati di un’azienda. La sveglia suona presto per lei e per i partecipanti al suo workshop, una corsa all’alba, poi meditazione e la giornata è pronta per partire. Come si affronta la paura, secondo te? La paura è una delle emozioni che più “ci tiene in pugno” nella nostra vita e che determina maggiormente le scelte e le non scelte. Negli anni ho imparato tre inevitabili passaggi per trasformarla: prima di tutto osservarla, riconoscerla e sentirla. In primis nel corpo, facendo attenzione a dove la sento: nello stomaco, nelle spalle, ovunque. Mi sono “allenata” e continuo ad approfondire la mia ricerca, per imparare per prima cosa ad accogliere la paura senza creare conflit-

to, accettandola e dichiarando a me stessa che ho paura. Tutte le volte che riesco a fare questi passaggi, la paura perde intensità. E’ come se la “prendessi un po’ a braccetto”. Sicuramente giocano i nostri vissuti nella disponibilità ad accogliere la paura, ma sono convinta che sia la strada migliore. Parlando dei nostri vissuti, potresti parlarci di una tua fragilità? La mia più grande fragilità è chiedere aiuto. Sto finalmente scoprendo che è rilassantissimo chiedere aiuto e che fuori molto più spesso di quanto si possa immaginare, le persone sono disposte ad offrirlo. Mi ha aiutato il pensiero opposto: tutte le volte che ho sperimentato la richiesta di aiuto da parte di qualcuno, si è attivato in me l’istintivo desiderio di poterlo fare, senza pensarci proprio. Se qualcuno ci chiede aiuto, dal passante per strada a qualcosa di più impegnativo, la natura umana normalmente si prodiga per “dare una mano”. Da lì ho iniziato a pensare che Super Simo

non esiste e che se è esistita ha fatto il suo tempo. Ora c’è una donna più sana, a volte forte e a volte fragile e che va bene così! Per cosa cambieresti la tua vita? Oggi cambierei per andare sempre di più nella direzione del mio sentire più profondo, di quella verità essenziale che mi fa sentire vitale, leggera e innamorata della vita. Secondo me non c’è viaggio più appagante dell’esplorazione di Sè. Non si può cambiare nulla fuori se non si parte da dentro. Quindi per questo potrei anche cambiare casa, lavoro ecc.

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Simona Santiani Imprenditrice myHARA myhara.it

BUSINESS FOCUS Parlaci un po’ di te. Sono Simona Santiani, 53 anni, 2 figli che sono ogni giorno una meravigliosa sfida: Matteo di 23 e Marta di 20 anni. Ho lavorato per oltre vent’anni come sales & marketing manager, prima in un’azienda di proprietà e poi, come responsabile, in un’agenzia milanese di circa 70 persone, dove tutt’ora collaboro. Dai tempi dell’università (mi sono laureata in pedagogia ad indirizzo psicologico) ho sempre fatto percorsi di crescita personale e successivamente li ho anche organizzati a fianco e insieme ad altri formatori. Sono estremamente curiosa, sportiva e amo gli spazi grandi e stare a contatto con la natura. Mi piace praticare yoga perché mi fa “toccare” spazi di libertà fisici, emozionali e spirituali. Nel 2014 ho creato “myHARA”, che si occupa di Wellbeing e/o Work Life Balance della persona all’interno delle aziende. myHARA ha sviluppato un metodo, concreto e misurabile, che si chiama ENERGYOGANT, che ha come obiettivo la miglior gestione dell’energia personale, anche nei momenti di alto impatto lavorativo. Il risultato è essere più vitali, motivati, concentrati e in maggior stato di salute e benessere nella vita personale e professionale. Hai avuto qualche mentore nella tua vita, qualcuno che ti ha ispirato in particolare per fare quello che fai oggi? Penso di averne avuti molti, anche se a volte le persone più ispirazionali non sono quelle con la nomea di grande mentore o di guru. Penso che siano le persone o le situazioni che incontri a darti i messaggi più profondi e giusti per te in quel determinato momento della tua vita; persone fuori dai tradizionali percorsi formativi. Da quando avevo diciotto anni ho sempre fatto percorsi di crescita personale e spirituale, formazione nel business e coaching seguendo, in momenti alterni della mia vita, figure differenti. Pertanto nei diversi ambiti, ho avuto diverse figure ispirazionali, dalla scuola americana della Dale Carnegie a Pier Giorgio Caselli, fisico e maestro spirituale e molti altri.


Elena Scandurra Responsabile Marketing e Comunicazione

COSMER ITALIA SRL

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Portaci in un posto importante per te nel mondo e raccontaci qual è la tua idea di viaggio. La mia tipologia di viaggio ideale passa per il mare. Viaggio da anni in nave, il che mi ha permesso di visitare gran parte dell’Europa e dei Caraibi. Io sono molto curiosa di natura, quindi amo svegliarmi ogni giorno in un posto diverso e avere un assaggio di luoghi e culture sempre nuovi. Ci si trova in un ambiente chiuso, di fatto, dove tutte le tue energie e il tuo tempo sono dedicati alla conoscenza di nuove persone, anche molto diverse da te. Il viaggio è un’esperienza di vita, serve per apprendere, indipendentemente dal mezzo di trasporto su cui ci si muove.

mente diverso rispetto alla mentalità con cui sono stata cresciuta. Penso sia molto utile anche dal punto di vista lavorativo, perché ci si rende conto di come relazionarsi con le altre persone a livello comunicativo e gestuale, rispetto ai loro costumi e abitudini. Anche in azienda sono state introdotte nuove culture: la collega con cui lavoro più a stretto contatto è marocchina, e le è stato permesso di mantenere la sua cultura identitaria sul luogo di lavoro. All’inizio c’è stata un po’ di diffidenza da parte dei clienti, ma con il tempo le cose sono cambiate e oggi la vedono sempre più come un valore aggiunto, perché oltre ad essere poliglotta può portare nuovi spunti e visioni.

C’è stato un viaggio in particolare che ti ha permesso di crescere come persona? La prima crociera, che mi ha permesso di visitare la Spagna, il Portogallo e il Marocco. Era la prima volta che mi interfacciavo con il mondo arabo, completa-

Hai mai compiuto un “viaggio interiore” durante un tuo viaggio? Si, sicuramente. Mi è capitato entrando in contatto con popolazioni del Centro America che hanno molto meno di noi.


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Marocco

“Il viaggio è un’esperienza di vita” Ad esempio: nel porto di Guadalupe si passa dall’opulenza della nave da crociera a zone veramente povere, dove le persone vedono un semplice orologio di plastica come una grande conquista. È banale, ma noi non ci rendiamo conto di quello che abbiamo. La stessa cosa mi è successa anni prima in Marocco, dove un cappellino gadget della Coca Cola rappresentava per loro qualcosa di eccezionale. La prima volta che ho visitato questi paesi mi sono resa conto di come questi popoli ci vedano come una grandissima possibilità di crescita. Ci sono regioni italiane più aperte all’ospitalità, altre meno, ma in generale penso che abbiamo molto da imparare da loro, alla luce del nostro consumismo sfrenato. Un banale gadget da pochi euro in quei paesi diventa quasi il simbolo di un’occidentalizzazione che loro ricercano e vedono come un miraggio. Magari se poi la conoscessero davvero, si renderebbero conto che non si tratta di un qualcosa da invidiare.

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Elena Scandurra Respondabile Marketing e Comunicazione Cosmer Italia srl cosmer.eu 61


Niccolò Tucceri Cimini Communication & Digital Marketing Manager

Daw Italia 62


PIÙ

CUORE NEI GIORNI

Per rompere il ghiaccio, chiediamo a Niccolò di cantarci la base di una canzone, sceglie la prima cosa che gli viene in mente: Happy Birthday, perché sarà il suo compleanno fra pochissimo e così ci facciamo quattro risate e iniziamo l’intervista con il sorriso.

Vorrei avere il potere di dare più empatia alle persone, perchè possano capire e sentire meglio gli altri. Questo significherebbe più possibilità di capirsi, supportarsi e sostenere le persone che ne hanno bisogno, un mondo migliore insomma.

Se in questo momento avessi la possibilità di esprimere un desiderio, cosa chiederesti? Ieri durante un workshop, molto bello, ci è stato chiesto di scrivere su un foglietto una frase, che poi poteva essere pescata da qualcun altro. Il mio messaggio, o desiderio, è un po’ un augurio e l’ho scritto sul mio foglio: più cuore nei giorni. Perché oggi siamo tutti presi da molte cose, dal lavoro e tanti aspetti concreti e materiali che rischiano di farci perdere di vista la dimensione più umana dei nostri giorni, quindi più cuore è una cosa di cui ricordarsi che non è poi così male.

Hai un consiglio da darci per superare o affrontare le paure? In generale abbiamo paura quando ci stiamo preoccupando. La preoccupazione se ci pensi bene, se guardi l’etimologia della parola, pre - occupazione, vuol dire che ti stai occupando di qualcosa prima del suo tempo, quindi in realtà stai pensando ma non stai facendo niente e così lasci spazio alla paura. Vale la pena occuparsi di ciò che hai davanti, e quando lo fai, credimi non hai tempo di aver paura.

Se tu avessi un superpotere cosa faresti per costruire un mondo migliore?

Qual è la tua rivoluzione? Credo di doverla ancora attuare la mia rivoluzione e penso che stia nelle parole che ho detto prima: più cuore nei giorni. Venerdì faccio quarant’anni: in questi anni ho dato la priorità a tante cose e cre-

do che ora sia il momento di dare spazio a questa rivoluzione. Forse è un po’ una rivoluzione copernicana, il mio centro ora deve diventare qualcos’altro. Dunque cosa faresti per mettere “più cuore nei giorni”? È una rivoluzione che inizia e procede a piccoli passi nelle piccole cose di ogni giorno, più cuore con chi mi circonda, famiglia, amici e persone e perché no, magari anche in azienda. In fondo anche le aziende hanno un cuore, devono solo scegliere di portarlo avanti.

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Niccolò Tucceri Cimini Communication & Digital Marketing Manager Daw Italia dawitalia.it

BUSINESS FOCUS Niccolò ti va di raccontarci perché sei qua al Forum e di che cosa ti occupi all’interno della tua azienda? Nella mia azienda sono responsabile della comunicazione e del digital marketing. È una multinazionale tedesca, e noi rappresentiamo la filiale italiana. Dov’eri quando avevi vent’anni? A vent’anni studiavo international business con specializzazione marketing. Ero soddisfatto della mia scelta, il marketing era veramente la mia passione. Il mio pensiero era in sostanza quello di studiare ciò che mi appassionava e di divertirmi. Sono felice di aver fatto la scelta giusta visto che ancora oggi porto avanti questa mia passione. Hai mai avuto un mentore, o una persona che ti abbia fatto cambiare prospettiva, nel tuo lavoro o nella tua vita, che ti ha segnato? Ne ho avuti diversi, chiaramente il primo è stata la mia mamma: a lei il merito di avermi aiutato a costruirmi come persona e avermi insegnato i valori che oggi mi permettono di perseguire le mie prospettive con etica, carattere ed educazione. Poi è arrivata l’università con il preside di allora, una figura significativa per l’avanzamento del mio percorso interiore e per i miei valori personali. Sono poi arrivate le prime esperienze lavorative e qui l’altro mentore, Simona, la mia direttrice. Con lei ho capito quanto fossero importanti le competenze accompagnate dalla dimensione umana nella figura di un responsabile. Ha saputo darmi fiducia e con lei sono cresciuto, oggi parte di quello che sono professionalmente lo devo a lei.


Girolamo Chiaramonte Head of Marketing&Communication

CNP PARTNERS

Qual è un posto importante per te nel mondo? La città di un paese che si ripresenta sempre nella mia vita e che amo molto: Malaga. La Spagna mi ha sempre affascinato, sin da quando ero al liceo e pensavo a cosa fare da grande. All’epoca avevo deciso di studiare economia all’università e in seguito fare un anno sabbatico in Spagna. Questo era il mio obiettivo. In realtà l’anno sabbatico non c’è mai stato, perché ho avuto la fortuna (o sfortuna) di iniziare a lavorare prima di laurearmi. Però durante il mio primo lavoro, in una compagnia assicurativa, ho conosciuto colei che è poi diventata mia moglie. Il nostro primo viaggio lo abbiamo fatto a Malaga. Da lì è iniziato il nostro “viaggio di vita” insieme, che ci ha portati ad avere due figli. Hai mai compiuto un “viaggio interiore” durante un tuo viaggio? Questo viaggio forse non è mai finito. Io mi metto sempre in gioco, cerco sempre di scoprirmi e di sco64

prire. Questa mattina ad esempio ho fatto yoga, per me è stata la prima volta. Ho voluto farlo perché ne ho sempre sentito parlare; tutti dicono sia un’esperienza in cui si riesce ad ascoltare sé stessi. Effettivamente oggi ho ascoltato me stesso. Forse non per la prima volta, ma ho cercato di capire meglio come ascoltarmi. Questo è un qualcosa che faccio da tempo e che continuo a fare tutt’oggi. C’è stata una svolta nella tua vita? Ci sono stati sicuramente tanti momenti di cambiamento ed evoluzione. A me piace uscire dalla comfort zone, quindi cerco sempre di inventarmi qualcosa di diverso da fare. E ho la fortuna di avere una compagna che mi dà la possibilità di farlo perché anche a lei, come a me, piace cambiare. Una svolta importante è stata l’università, per la quale ho lasciato la Sicilia trasferendomi a Milano; un’altra è stata il lavoro. Ogni cambiamento della mia vita è stato una svolta che mi ha permesso di conoscere


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Malaga

“Il mio viaggio interiore non è mai finito: cerco sempre di scoprirmi e di scoprire” persone nuove, esperienze nuove e instaurare nuove relazioni. Hai qualche consiglio per superare le paure? Mi sento di dire “Hich et nunc”, ovvero “Qui ed ora”. Affrontiamo le paure nel momento in cui ci si presentano, e tutto andrà avanti più facilmente. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? È una bellissima domanda! Mi piacerebbe dare alle persone la consapevolezza di loro stesse e la possibilità di affrontare i loro problemi. Spesso e volentieri si perdono delle occasioni e delle opportunità perché non si ha il coraggio di osare. E osare, visto che la vita è una, è molto importante. Voi non potreste fare cosa più bella! La vostra fondazione insegna ai ragazzi a osare e godere appieno della propria vita.

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Girolamo Chiaramonte Head of Marketing &Communication CNP Partners cnppartners.it 65


Letters to Marina A chi non è mai capitato di avere un problema di cuore o qualche preoccupazione? Confidarsi con qualcuno è il primo passo per vedere le cose da un altro punto di vista e sentirsi rincuorato. La posta di Marina è proprio questo: una panchina sulla quale l’ospite può sfogarsi e ascoltare i buoni consigli di Super-Marina!

Marina Carnevale Conference Manager

Richmond Italia

Massimo Bustreo

Umanista, consulente in psicologia del lavo formatore e coach, pianista

Docente IULM e Libero Professi

“Il quinto quarto”

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Massimo Bustreo umanista, consulente in psicologia del lavoro, formatore e coach, pianista Docente IULM e Libero Professionista massimobustreo.it

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Marina: “Buongiorno Max.” Massimo: “Buongiorno, dottoressa.” Marina: “Bentornato!” Massimo: “Grazie.” Marina: “Cosa mi racconti oggi? Che c’è che non va?” Massimo: “Tu che mi conosci da un po’… Sai che nei modelli di presentazione di me stesso parlo sempre delle mie tre metà. Poi quando mi chiedono: «Bustreo! Me lo dà un biglietto da visita?» Mi rendo conto che…” *Max tira fuori dal taschino della giacca dei biglietti da visita* “Uno… Due… Tre... Quattro... Le giuro dottoressa, sono tutti miei! Che devo fare? Non vorrei che mi prendessero per uno schizofrenico!” Marina: “Questo mai! Questo mai. Non saresti qui se lo fossi. Saresti da qualche altro collega più esperto. Che dire… È un problema, capisco. *Riferendosi ai biglietti da visita* Però, hai delle preferenze? Oggi quale di questi pensi di essere?” Massimo: *Indicando i biglietti da visita* “Oggi comincerei da qua…” *Indicando il biglietto da visita da libero professionista*

“Poi passerei là…” *Indicando il biglietto da visita docente* “E se la situazione butta bene… Be’, andrei qua. “ *Indicando i due biglietti da visita da pianista* Marina: “Quattro parti. Ma quattro parti fanno un intero?” Massimo: “Beh, una volta i vecchi dicevano che per fare un intero serviva il quinto quarto, no?” Marina: “Forse per te Massimo il quinto quarto potrebbe essere il più interessante, che ne dici? Il mio consiglio è quello di farti fare un quinto biglietto da visita. Secondo me, troverai te stesso!” Massimo: “Senza sembrare schizofrenico…” Marina: “Assolutamente no! Sembrerai completo!” Massimo: “Ok, allora vado dal ...macellaio e mi faccio fare il quinto quarto biglietto da visita!” Marina: “Perfetto, ti aspetto la prossima settimana, stessa ora.” Massimo: “Grazie dottoressa.” Marina: “Ciao, a presto!”

oro,

ionista

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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Vittoria Ropini Sales Assistant

INFLUSE

Vittoria indossa un blazer di lino beige, camicetta bianca con scollo all’americana, jeans a zampa per stare comoda, scarpa décolleté di velluto azzurro. Un paio di splendidi orecchini a cerchio dorati presi in prestito dalla sorella. L’anello d’argento con pietra verde della bisnonna, che porta sempre con sé.

Vittoria Ropini Sales Assistant Influse influse.com

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Maurizio Catellani CEO

RANKING ROAD ITALIA

Qual è un posto importante per te nel mondo? Il viaggio è una componente essenziale della mia vita. Ho sempre pensato che la più grande eredità che mi ha lasciato mio padre sia stata la possibilità di viaggiare, in tempi in cui era un lusso. Prendere un aereo e andare a studiare negli Stati Uniti è stato un enorme valore aggiunto. Ho cercato di trasferire ai miei figli la passione per il viaggio, perché è un momento che arricchisce, indipendentemente dalla meta. Devo dire che di viaggi belli ne ho fatti tanti, però uno in particolare mi è rimasto impresso: ho vissuto un anno e mezzo in Texas perché dovevo occuparmi della sede americana dell’azienda. Non posso neanche dire di averlo vissuto come un viaggio, Houston per me è stata una seconda casa. La mia famiglia veniva a trovarmi durante le vacanze, quelli sono 70

stati i momenti più belli. E` stato un momento che ha segnato un cambiamento nella mia vita. Hai mai compiuto un “viaggio interiore” durante un tuo viaggio? Si assolutamente. Ho sempre avuto un desiderio: una volta finiti gli studi negli Stati Uniti mi era stato proposto di diventare professore associato, ma mio padre ebbe dei problemi di salute e quindi tornai in Italia. Mi era sempre rimasta la voglia di tornare a vivere negli Stati Uniti. Con il viaggio e la mia permanenza in Texas ho finito un percorso che avevo iniziato. In realtà non so se sia stata la fine del percorso o se sarà un nuovo inizio; sicuramente è stato un momento in cui ho compreso che sarei stato disposto a


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Texas

“Il viaggio arricchisce, indipendentemente dalla meta” tornare negli Stati Uniti e a stabilirmi definitivamente là. C’è un posto nel mondo che ancora non conosci e in cui vorresti andare? Tanti! Ho fatto viaggiare tanto la mia famiglia. Avendo una moglie che fa la consulente viaggi, il viaggio è una costante nella mia vita. Ho avuto la fortuna di visitare, per piacere e per lavoro, diversi posti nel mondo. Mi piacerebbe fare ancora diversi viaggi, in particolare ritornare in California con le mie figlie, fintanto che sono ancora giovani. E poi vorrei andare in Australia perché mio padre mi regalò un biglietto aperto per l’Australia quando iniziai a lavorare per lui, una trentina di anni fa. Non ne ho mai usufruito per mancanza di tempo e quindi vorrei trovare adesso l’occasione per andarci!

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Maurizio Catellani CEO Ranking Road Italia rankingroad.it 71


Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Vorrei che le donne valessero quanto gli uomini nella societa Di cosa ti occupi e come sei arrivata qui? Sono amministratore delegato di una società di comunicazione di Modena quindi un po’ fuori dalle linee guida della comunicazione Milanese o delle grandi città. Vengo da venticinque anni di esperienza nel mondo della comunicazione, prima come responsabile comunicazione marketing in azienda. Poi sono passata ad una agenzia “generalista” e attualmente seguo “INtono”. Si tratta di una società di comunicazione social media, pubbliche relazioni, press ed eventi, specializzata nel mondo del B2B delle tecnologie e delle superfici. Questi sono i due macro settori di cui ci occupiamo. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? Io ho una laurea in giurisprudenza che purtroppo ho messo nel cassetto, perché gli ideali che pensavo ci fossero dietro alla legge e alla giustizia in pratica erano molto lontani. Per questo ho deciso di mollare tutto e reinventarmi professionalmente alla veneranda età di ventiquattro anni, quando pensavo che le mie scelte di vita fossero già state fatte e segnate. Se potessi cambiare qualcosa vorrei maggiore giustizia ed equità.

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BARBARA BONI

AD – STRATEGIC PLANNING DIRECTOR

INTONO COMUNICAZIONE Barbara Boni AD – Strategic Planning Director INtono Comunicazione intono.it

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Se fossi un albero che albero vorresti essere? L’ulivo, forse perché ho fatto studi classici e fin dall’antichità è considerato l’albero della vita e della virtù, che ha le radici ben piantate e sopravvive anche in condizioni estreme. È stato probabilmente una delle piante principali della culla della civiltà. Qual è la tua rivoluzione? Vorrei che le donne valessero tanto quanto gli uomini nella società. Sei riuscita a trovare un equilibrio nel tuo lavoro tra la tua parte impulsiva e quella razionale? Si, l’ho trovato nella forma “pubblica”: nel quotidiano, nella gestione dei rapporti con i clienti e con i colleghi, ma con il tempo ho perso l’equilibrio del mio privato. Negli ultimi anni ho smesso di respirare, c’è qualcosa che devo risistemare da questo punto di vista. Cercare di essere sempre equilibrati, razionali e istintivi o più precisamente reattivi quanto basta ti porta ad accumulare. Penso di aver perso qualcosa “per me” mettendomi sempre dopo tutto il resto. Mi ero ripromessa che dopo i cinquant’anni mi sarei presa il mio spazio, ma è passato un anno e non l’ho ancora fatto, quindi sarà il mio obbiettivo per il futuro. 73


Anna Lisa Micci Co-Founder

Emma Bove Co-Founder

EMME 74


POTENZIALE E

TALENTO Quando la voglia di incontrarsi e conoscersi è tanta e la motivazione è forte succede che si decida di prendere un treno da Roma e venire fin da noi in ufficio a Milano, più precisamente presso il Connection Lab di Vibram che ci ospita per poter chiacchierare insieme.

che ho fatto con il tempo scoprendo i miei talenti. C’è sempre tempo per scoprire quali talenti abbiamo, è importante continuare ad apprendere ed esplorare.

Curiosando sul vostro sito abbiamo trovato parole chiave molto belle come “potenziale” e “talento”. Perchè proprio queste parole e che rapporto hanno con le vostre esperienze personali? Anna Lisa: La parola “potenziale” è una parola che mi ha accompagnato per tutta la vita, fin dalla nascita. Avevo solo 30 giorni quando mi sono trasferita in Kuwait con la mia famiglia giocando con il mio potenziale, era il mese di luglio e faceva un caldo terrificante. Così ho iniziato a vivere in modo alternativo, cambiando paese, cultura e lingua ogni tre anni circa. Le mie origini professionali sono apparentemente molto lontane dal mondo aziendale; faccio outing: sono una psicoterapeuta e quando sono approdata in questo mondo creando la mia azienda con Emma, ho portato con me tutto questo potenziale. L’adattamento, l’apertura mentale, la flessibilità nei momenti critici sono solo alcune componenti del potenziale che ognuno ha e che andrebbero sempre sollecitate per affrontare le sfide professionali e non. Emma: Io scelgo la parola “talento” perché arrivati ad una certa età, siamo convinti di avere un’immagine ben definita di noi stessi, invece la scoperta del talento è una scoperta continua. A differenza di Anna Lisa, vengo da un percorso molto tecnico: ho una laurea in economia, ho iniziato a fare consulenza di marketing sull’innovazione e nel tempo ho scoperto di avere altri talenti, ma soprattutto di poterli allenare. Per esempio non pensavo di avere una parte creativa così spiccata, eppure dipingo. Ho imparato a sciare a ventisette anni, ho imparato ad andare a cavallo a trenta, sono insegnante di arti marziali e yoga. Sono tutte cose

Che cos’è l’amore? Emma: Questa è una bella domanda! Credo che sia la relazione più profonda che possiamo sperimentare, è sicuramente un ambito che se non si ha l’occasione di sperimentare toglie un qualcosa alla vita, è parte fondante di essa. Io ho molte paure, ma ho deciso di non difendermi e di sperimentare.

Che cosa ti rende felice? Anna Lisa: Il sorriso di mia figlia!

Tu che consiglio ci dai per affrontare le paure? Anna Lisa: Penso che la paura debba essere affrontata. È un po’ un paradosso, se si ha paura di qualcosa è difficile che la si affronti. Ma sperimentarsi permette alle paure di essere sempre più contestualizzate fino a diventare addirittura dei punti di forza. Con B.LIVE abbiamo fatto un progetto molto importante e materico lavorando sulle nostre cicatrici attraverso la stampa 3D. Ci parleresti di una tua fragilità, come entri in contatto con lei? Emma: La mia più grande fragilità era non ammettere di avere delle fragilità. Sembra paradossale, ma quando si hanno delle certezze si perde l’occasione di vedersi come persone in evoluzione; ciò che oggi è una nostra fragilità può diventare una grande risorsa. Quando ho imparato ad ammettere le mie fragilità sono diventata molto più capace di ascoltare e creare concretamente una relazione con l’altro. Cosa fate per far sì che questo diventi un mondo migliore, anche con piccoli e semplici gesti? Anna Lisa: Evitare le mail durante il weekend! Rispettare i criteri di qualità che abbiamo per far sì che anche gli altri li rispettino e rispettare le per-

sone. Credo che queste tre azioni siano fondamentali per noi. Emma: Cinque anni fa abbiamo iniziato a pensare che fosse importante lavorare sulle nuove generazioni. Pensavamo fosse giusto dar loro la possibilità di formarsi e sviluppare il potenziale, partendo dalle scuole. Così è nata la nostra associazione culturale, che lavora sullo sviluppo del potenziale del talento dei bambini con dei formati particolari per allenare le competenze di cittadinanza europea a partire dalla creatività, la capacità di lavorare in team, la capacità di comunicazione, quella di accettare il fallimento. Sono tutte competenze che permetteranno loro di esprimere ancor di più il loro potenziale in futuro. Qual è la vostra rivoluzione? Emma: La rivoluzione parte da ognuno di noi, non è un qualcosa di esterno; la rivoluzione che tento di mettere in atto ogni giorno è prendermi la responsabilità di tutto quello che succede a me e nel mio lavoro. Anna Lisa: Credo che la rivoluzione sia la capacità di cogliere quello che può far nascere in te la rivoluzione. A volte determinati eventi possono stravolgere il tuo modo di pensare e vivere, bisogna essere aperti nella quotidianità e non solo nei momenti importanti della vita per imparare a riflettere e pensare. La vera rivoluzione sta proprio nell’originalità del pensiero e del vissuto di ognuno di noi.

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Anna Lisa Micci Co-Founder Emma Bove Co-Founder Emme emme-online.it 75


Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

La tecnologia non rappresenta un male Ciao Daniele, di cosa ti occupi? Mi occupo di digitale a trecentosessanta gradi. Quando avevo cinque anni ho visto un film intitolato “War Games” e ricordo di aver detto ai miei genitori che da grande avrei fatto il “computerista”, senza avere la più pallida idea di cosa significasse! Crescendo ho fondato la mia azienda, che attualmente fa parte di un grande gruppo e partecipo a progetti innovativi che mi piacciono molto. Sono arrivato qui per curiosità e per i commenti positivi che ho sentito e, dopo la prima giornata, posso confermare: il Forum è parecchio interessante. Faticoso, ma interessante.

Cosa faresti per costruire un mondo migliore? Hai qualche esperienza di lavoro o di vita che vuoi condividere con noi? In azienda collaboriamo con diverse ONLUS. Quello che ho notato e di cui sono fermamente convinto è che questa rivoluzione digitale in corso, se usata a fin di bene, sarà in grado di migliorare la vita delle persone. Naturalmente in questo mondo tecnologico bisognerà cambiare mentalità e diventare più umani. Sembra un paradosso, ma fa la differenza perché andando avanti questa cosa risulterà sempre più permeante e necessaria. 76


DANIELE MARCONETTO

CHIEFCOMMERCIALOFFICER&DIGITALENABLER

WELLNET Daniele Marconetto Chief Commercial Officer & Digital Enabler Wellnet wellnet.it

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Secondo te la paura va sfidata o bisogna conviverci, abituarci? Non credo esista una risposta univoca. Ci sono paure e paure, alcune possono essere sfidate e diventare opportunità, con altre bisogna imparare a convivere, perché impossibili da sfidare.

Qual è la tua rivoluzione personale? Credo che la mia rivoluzione sia far capire che digitale e tecnologia non rappresentano un male in assoluto, ma possono rappresentare un bene. Partecipando ad un summit sono rimasto entusiasta, ho visto persone con diverse patologie e handicap riacquisire le capacità perse grazie alla tecnologia. Ad esempio, ciechi tornare a vedere tramite un’applicazione e paraplegici camminare grazie a un esoscheletro.

Che albero vorresti essere? Penso una quercia perché mi fa pensare alla sicurezza, alla forza e alla protezione. 77


Workshop


Da idee bizzarre a best seller passando per la responsabilità sociale d’impresa

Chi non ha mai avuto dubbi sulla propria vita e sulle proprie decisioni è un folle. Dubitare è giusto ma appoggiarsi sempre all’alibi del “forse” è deleterio. Quante volte nell’arco di una giornata ci si mette a pensare “No, questo non si può fare”, magari avete per le mani un pensiero bizzarro capace di rivoluzionare il mondo e, per paura, rimane solo tale: un pensiero. In B.LIVE i “forse” sono all’ordine del giorno, tra ragazzi alle prese con la chemio e visite in ospedale, tutto è messo continuamente in discussione, ma le idee, quelle non mancano. Le nostre attività, i nostri progetti e i nostri prodotti nascono dal fatto che, per i ragazzi, l’idea di “irrealizzabile” non esiste. Partendo da ispirazioni che sembravano a tutti irrealizzabili e mettendo insieme il lavoro dei professionisti e le idee dei ragazzi, siamo riusciti ad abbattere le barriere dell’alibi del “forse” creando prodotti Best Seller per le aziende con cui siamo venuti in contatto. I ragazzi coinvolti nei progetti hanno avuto modo di comprendere meglio un mestiere e di farne tesoro, mentre le aziende si sono aperte a nuovi modi di pensare fuori dagli schemi, associando aspetti molto tecnici a proposte innovative.

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Never without Abbiamo ideato una mini intervista per raccontare il valore aggiunto che ogni Forum lascia ai propri partecipanti. Un valore fatto non solo di incontri business tra aziende, ma soprattutto di relazioni tra persone. Al termine delle quali ognuno torna a casa arricchito, anche a livello umano.


Antonio Messina Dirigente Ingegnere e Responsabile Tecnico Antincendio I.R.C.C.S. Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza” operapadrepio.it/it

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ANTONIO MESSINA

DIRIGENTE INGEGNERE E RESPONSABILE TECNICO ANTINCENDIO

I.R.C.C.S. FONDAZIONE “CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA” 82


Never without

“La diffusione della cultura della sicurezza dalle piccole/medie realtà sino a quelle complesse. Focus: le strutture ospedaliere in Italia” Come descriveresti questo Forum? Direi formativo e interessante, anche se a tratti un po’ autoreferenziale. Si tratta di persone che lavorano tutte nello stesso settore, e ho notato che sono vari anni che ci raccontiamo ciò che facciamo sempre all’interno dello stesso ambito. Penso che dovremmo guardare di più al di fuori dalla nostra cerchia per diffondere tramite varie iniziative la cultura della sicurezza, che soprattutto in alcune zone d’Italia e nelle piccole medie imprese è ancora piuttosto carente. Qui ci sono tante grandi realtà, compresa la mia, nelle quali è presente del personale ultra-dedicato alla sicurezza sul lavoro ed è noto che i tassi di infortunio all’interno di queste aziende sono più bassi. I casi più frequenti e gravi avvengono invece nelle piccole medie imprese dove non c’è gente dedicata e la sicurezza è spesso un mero adempimento formale. Proprio pochi giorni fa vi è stato l’undicesimo anniversario della tragedia della Truck Center nella mia città, Molfetta, dove morirono cinque persone sul lavoro. Vi fu un vero e proprio effetto domino: un operaio scese in una cisterna per pulirla e rimase intossicato, quindi scesero altre persone per salvarlo e furono intossicate a loro volta, compreso il datore di lavoro. Nelle piccole imprese infatti il datore di lavoro è anche colui che si sporca le mani e che rischia la vita, poiché la sicurezza viene vista come una semplice formalità. Qual è la cosa più bella del Forum? Il conforto dato dal fatto che non sei solo e i problemi che affronti tu nella tua azienda sono comuni a tutti. È bello anche staccare dalla routine quotidiana. Cosa ti porti a casa da questo Forum? Esperienze e spunti positivi, in quanto vedendo altre realtà prendi ispirazione dalle loro idee, per averne di nuove. Nel mio settore, quello della sanità privata convenzionata, vi sono delle eccellenze, ma se pensiamo ad alcune strutture pubbliche la situazione è più critica. Inoltre in certe aree d’Italia alcuni concetti arrivano con anni di ritardo, quindi è bene venire qui e confrontarsi.

BUSINESS FOCUS La sicurezza ha costi alti? Ha dei costi sì, ma se fai una buona sicurezza il ritorno è di gran lunga superiore ai costi che affronti giornalmente. Io lavoro in una grossa realtà ospedaliera, dove un piccolo incendio, anche se non procura danni o morti, ci porterebbe comunque a delle richieste di risarcimento, per intossicazione ad esempio, da parte dei pazienti. Ne basterebbe una per creare un danno enorme. Ci sarebbero delle difficoltà anche con gli organismi di vigilanza per l’accreditamento o con le compagnie assicurative che potrebbero rifiutarsi di assicurare l’ospedale poiché i premi diventerebbero troppo alti. Gli ospedali negli ultimi anni stanno incontrando serie difficoltà ad assicurarsi in questo senso, perché a volte basta una sola richiesta, anche se falsa o pretenziosa, per far sì che ne risenta l’intera azienda. Com’è la situazione a livello di sicurezza nelle strutture ospedaliere? È critica, soprattutto per quanto riguarda le strutture e gli impianti. Abbiamo molte infrastrutture vecchie, costruite a mio parere in uno dei periodi più nefasti dell’ingegneria e dell’architettura italiana: gli anni ‘60 e ‘70. Sarebbe necessario un piano di investimenti importante. Purtroppo, tranne in alcune realtà, gli edifici degli ospedali sono così degradati che sarebbe più facile e conveniente ricostruirli da zero, piuttosto che ristrutturare quelli arrivati alla fine del loro ciclo di vita. 83


Vincenzo Ponzo Safety and Maintenance Manager AGCO harvestingbreganze.com

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VINCENZO PONZO

SAFETY AND MAINTENANCE MANAGER

AGCO 84


Never without

“Mi rende felice fare felici” Hai già partecipato a questo tipo di format? Sì, ho già partecipato ad altre sessioni, fin da quelle di Gubbio. Dopo un periodo di pausa, l’anno scorso ho richiesto di poter partecipare perché ritengo interessante questo tipo di evento che dà sempre delle buone opportunità di crescita professionale. Cosa ne pensi degli eventi di Richmond Italia? Sicuramente sono molto coinvolgenti; conosci persone mosse dalla stessa passione, e motivazione, che alla fine ti lasciano degli spunti di riflessione. Mi piace tornare a casa “arricchito” con delle idee da mettere in pratica già a partire dal giorno seguente. Qual è la cosa più bella di questi Forum, secondo te? Le persone che incontri, perché ti trasmettono sempre qualcosa: ognuno ha un’esperienza di tipo diverso e ovviamente ti racconta il suo passato, la sua storia, quindi ti dà la possibilità di confrontarti e riflettere sulle dinamiche che si vivono nelle altre realtà, e questo è molto importante per la professione che svolgo. Per non parlare degli incontri che avvengono con i fornitori; tante aziende diverse che possono veicolare informazione, suggerimenti importanti. Personalmente, quando è fattibile mi piace stabilire una collaborazione con loro. Usando l’alfabeto muto, descrivi con una parola questi Forum. C-U-O-R-E Perché proprio questa parola? Perché il cuore è l’organo che sviluppa la passione nelle cose. Infatti trovo azzeccatissimo lo slogan “ITALIA LOVES SICUREZZA”. Vorrei riuscire a portare questo messaggio anche nella mia azienda; esso è un segnale che sottolinea quanto sia importante prendersi cura di sé stessi e degli altri, all’interno dell’ambiente di lavoro. Spesso questo valore manca nella frenesia quotidiana degli operatori, che sono molto orientati alla produzione e tendono a dimenticare gli aspetti legati alla sicurezza. Qual è la tua rivoluzione? Non sono una persona che sorride spesso: dal momento in cui arrivo a lavoro sono assorbito fin da subito a risolvere le diverse problematiche. Riuscire ad avere un approccio e uno spirito diverso per trasferire qualcosa di nuovo agli altri sarà la mia rivoluzione. Se oggi avessi un super potere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? “Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”. Per avere un mondo migliore non dovrebbero esistere gli interessi individuali e le invidie, ma al loro posto tante collaborazioni per portare avanti il benessere di tutte le persone. Non mi riferisco al benessere inteso come ricchezza, ma come benessere interiore. Bisognerebbe aiutare gli altri a gestire le difficoltà quotidiane ed evitare le sofferenze, attraverso piccole azioni e semplici attività. Per quel che mi riguarda, se all’interno della giornata riesco a risolvere un problema di sicurezza che coinvolge un mio lavoratore, questo mi rende felice e appagato.

BUSINESS FOCUS Di che cosa ti occupi all’interno della tua azienda? Da tre anni rivesto il ruolo di “HSE” Manager all’interno dello stabilimento europeo del gruppo americano AGCO. L’azienda si trova a Breganze (VI) e produce mietitrebbie. È difficile svolgere un lavoro come il tuo? È sicuramente un ruolo complesso, ma che regala anche molta soddisfazione. Ogni giorno dà la possibilità di mettersi alla prova e cogliere spunti per migliorare la sicurezza all’interno dello stabilimento. 85


Vito Schiavone Responsabile Unità Servizio Prevenzione e Protezione Agenzia Spaziale Italiana asi.it

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VITO SCHIAVONE

RESPONSABILE UNITÀ SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE

AGENZIA SPAZIALE ITALIANA 86


Never without

“Serenità” Cosa ti ha lasciato l’esperienza di questo Forum? Mi ha lasciato una sensazione di tranquillità e benessere in termini di condivisione di belle idee relative alle tematiche della salute e della sicurezza, generalmente associate a situazioni più drammatiche e talvolta noiose. C’è una parola che, secondo te, riassume questo Forum? Serenità. Ci fai un esempio di nuove opportunità nate dai Forum di Richmond Italia? È un Forum dove oltre ad assistere ad importanti sessioni formative ed informative, hai la possibilità di convivere con tanti operatori del settore e professionisti. In questi anni sono nate nuove collaborazioni e soprattutto nuovi “rapporti umani”. Se avessi un super potere, cosa faresti per migliorare il mondo? Inizierei migliorando la capacità di ascolto di tutte le persone.

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi nel tuo lavoro? Mi occupo di Salute e Sicurezza praticamente da sempre; in passato mi sono occupato di progettazione, di controlli di qualità e di logistica, ma per salute e sicurezza è nata una vera e propria passione. E’ difficile svolgere un lavoro come il tuo? Più che difficile direi impegnativo, stante la grossa responsabilità che ricade sulle nostre spalle. Il rapporto con le persone è parte predominante di questo ruolo e come si può immaginare non è sempre agevole comunicare e far comprendere l’importanza di valori come salute e sicurezza.

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Alessandro Mastropasqua Communications Manager Custom custom.biz

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ALESSANDRO MASTROPASQUA COMMUNICATION MANAGER

CUSTOM 88


Never without

“È molto più bello dare che ricevere” Cosa ti ha spinto a venire al Forum? Ho deciso di venire al Forum per mettermi a confronto, in funzione dell’esigenza di questo momento: sviluppare nuovi progetti di comunicazione con un ampio respiro internazionale e con un valore a livello di CSR. Il mio obiettivo è quello di incontrare persone di riferimento del mondo multinazionale e di agenzia. Il Forum è il posto giusto per farlo. Sei soddisfatto di questa esperienza? Assolutamente sì. Trovo estremamente interessanti i workshop che si susseguono durante la giornata. I relatori sono dei veri e propri guru a livello internazionale, trasmettono con entusiasmo il loro punto divista e metodo di lavoro, e sono di grande ispirazione per chi, come me, lavora nel mondo del marketing e della comunicazione. Qual è stata la cosa più stravagante che ti è capitata qui al Forum? Penso sia stato parlare con uno dei relatori: un importante psicologo che ha avuto un approccio molto forte in termini comunicativi. Ci ha fatto riflettere su come l’obiettivo e l’ambizione che ci muovono rimangono gli stessi anche se cambia il contesto in cui lavoriamo. Se avessi un superpotere, come lo useresti per costruire un mondo migliore? Mi piacerebbe avere la possibilità di spiegare a tutte le persone che mi circondano, in ambito lavorativo e non, che è molto più bello dare che ricevere. Girando il mondo ho avuto la possibilità di constatare quanto un piccolo gesto o un sorriso possano arricchire le persone sotto diversi aspetti. Qual è la tua rivoluzione? Bella domanda… La mia rivoluzione è quella di riuscire, nella vita personale come in quella lavorativa, ad alzare l’asticella e non accontentarmi mai. Cercare sempre di crescere sia come persona, sia come manager. Credo che tutte le persone debbano tendere verso un’evoluzione personale e professionale per cercare di migliorarsi continuamente.

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi? Sono responsabile comunicazione Worldwide del Gruppo CUSTOM, una società multinazionale presente in settantuno paesi nel mondo che si occupa di tecnologia di stampa e di scansione. Noi siamo presenti nella quotidianità delle persone: quando una persona si sveglia al mattino e va a fare colazione al bar, molto probabilmente riceverà uno scontrino realizzato proprio grazie alla nostra tecnologia, allo stesso modo alla cassa del supermercato, al bancomat per un prelievo, al parcometro mentre si paga il parcheggio dell’auto, il biglietto del treno, una ricevuta di gioco, il pagamento di un bollettino, un biglietto del cinema, del teatro, di un museo, eccetera. In tutti questi casi c’è dietro il Gruppo Custom che offre soluzioni hardware, software e service. Abbiamo un’unità di ricerca e sviluppo composta da duecento ingegneri e cento softweristi, che lavorano per sviluppare soluzioni di facile utilizzo per il mondo B2B, ma soprattutto per l’ hand End-user. 89


Anna Taddei Responsabile Brand Management AGSM agsm.it

ANNA TADDEI

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RESPONSABILE BRAND MANAGEMENT

AGSM 90


Never without

“È bello poter contribuire al miglioramento della vita dei cittadini” Perché hai deciso di partecipare al Forum? Da molti anni partecipo perché trovo sia un’ottima occasione di stimolo e relazione, oltre che di apprendimento nel mio campo di formazione. Il Forum mi dà inoltre la possibilità di incontrare tantissimi colleghi, fornitori e partner interessanti e di qualità. Hai partecipato a qualche workshop? Questa mattina ho partecipato al workshop “balance”, è stata un’esperienza piacevole e utile, aiuta molto a rilassarsi e lasciarsi andare. Ci voleva dopo un primo giorno intenso al Marketing Forum! La cosa più divertente e stravagante che ti è capitata qui al Forum? La serata iniziale, mi sono offerta volontaria con altre sei donne e abbiamo camminato in gruppo ad occhi chiusi, per la prima volta ho camminato al buio senza alcun riferimento. Inizialmente ero persa, avevo paura e mi sentivo tesa, poi però mi sono lasciata andare ed è stata un’esperienza molto piacevole. Fa riflettere, ti fa capire quanto si è fortunati a poter vedere e quanto le persone che non hanno questa possibilità fatichino a relazionarsi con le persone e gli spazi circostanti. Mi sento di consigliare a tutti di provare. Cosa porti a casa da questo Forum? Un sacco di entusiasmo e di energia positiva. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? È una bella domanda… vorrei che tutte le persone potessero stare bene e vivere in armonia e felicità.

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi? Mi occupo di Brand Management, sponsorizzazioni, ricerche di mercato e rapporto di sostenibilità per il Gruppo AGSM, l’azienda multiutility energetica e di igiene ambientale quindi energia elettrica, gas, teleriscaldamento, illuminazione pubblica ecc. Ti piace? Si, mi piace molto. È un’azienda storica fondata nel 1898, è nata con la città di Verona e con essa è cresciuta oltre ad averla fatta crescere. È bello poter contribuire con il lavoro di ogni giorno al miglioramento della vita dei cittadini.

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Simone Rosa Infrastructure Manager Inblu inblu.com

SIMONE ROSA

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INFRASTRUCTURE MANAGER

INBLU 92


Never without

“La tecnologia rende la nostra vita migliore, ma non deve schiavizzarci” È la prima volta che vieni a un Forum di Richmond Italia? No, non è la prima volta, penso questa sia la quinta o sesta volta. Ed è veramente interessante la possibilità di avere con voi un confronto su diverse tematiche. Cosa pensi di questi Forum? E’ bello potersi confrontare con colleghi, vendor di altre aziende, capire come stanno evolvendo prodotti e tecnologie anche dei concorrenti, per rimanere aggiornati e poter migliorare la qualità del lavoro all’interno della propria azienda. Cosa aggiungeresti? Il format è veramente completo. I Forum sono una grande opportunità per fare nuovi incontri e alimentare relazioni già consolidate. Le occasioni non mancano, dagli aperitivi ai momenti di confronto, dai momenti conviviali agli incontri, c’è persino la piscina, meglio di così! Ci fai un esempio di nuove opportunità nate dai Forum? Spesso si sente parlare di nuovi prodotti, ma poi non si ha il tempo o la possibilità di approfondire e conoscere queste novità. In questi Forum invece è possibile vedere da vicino queste realtà, comprendere le loro funzionalità e come eventualmente adottarle e adattarle all’interno del proprio sistema. Il network funziona. Una parola per descrivere questi Forum? Eccezionale. E lo dico d’istinto. Altrimenti non sarei qui per la quinta o sesta volta. Qual è la tua rivoluzione personale o nel lavoro? C’è qualcosa per cui combatti? Vedo sempre più persone che impiegano il loro tempo libero davanti ai cellulari. Vorrei convincerle a non perderci troppo tempo, a vivere momenti sociali e non solo social. La tecnologia ci aiuta e ci dà una qualità di vita migliore, ma non deve schiavizzarci. Se avessi un superpotere, cosa faresti per rendere il mondo migliore? Aiuterei chi ne ha bisogno anche a livello economico, aiuterei gli animali… è difficile pensare ad una cosa sola. C’è così tanto da fare. Cos’è l’amore per te? L’amore è fatto di tante sfaccettature. Amare è ciò che ci circonda, ciò che costruiamo e ciò che ci permette di vivere. Sorridere a una persona che incontriamo è amore, e farlo permette di donare all’altro e a se stessi un piccolo momento, un secondo di felicità.

BUSINESS FOCUS Come vedi il futuro del tuo settore? Ho iniziato il mio lavoro nella security, la parte più alta della tecnologia, molti anni fa quando ancora nessuno ci pensava, credeva o sapeva cosa fosse. Mi è sempre piaciuto guardare dietro le quinte delle tecnologie. E’ un mondo in crescita. Oggigiorno è un lavoro fondamentale per far funzionare i sistemi. 93


Stefano Orlando Marketing & Online Specialist Tavola S.p.A. tavolaspa.com

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STEFANO ORLANDO MARKETING & ONLINE SPECIALIST

TAVOLA S.P.A. 94


Never without

“I discorsi che a tavola non finiscono mai” Questa è la prima volta che vieni ad un Forum di Richmond Italia? É la prima volta e sono molto felice di essere qui. Ho accettato con entusiasmo questa intervista, perché conoscendo il vostro progetto, mi sono trovato molto in sintonia con i valori che contribuite a diffondere. Inoltre mi piace il luogo dell’evento, le persone interessanti che incontri, il network che si crea e i discorsi che a tavola non finiscono mai. Come descriveresti Richmond Italia in una parola? Interazione con bellezza. Sono due in realtà! Ada gli canta una canzone senza usare le parole. Ci vuole un po’, ma Stefano indovina. È “La canzone del sole” di Battisti. Partecipare al Forum vuol dire anche mettersi alla prova.

BUSINESS FOCUS Raccontaci un po’ chi sei e cosa fai. Dopo un’esperienza in startup innovative digitali e qualche anno all’estero per formazione e passi di carriera in alcune realtà multinazionali, ho intrapreso una nuova sfida a Milano in Tavola S.p.A, azienda italiana di prodotti di largo consumo, conosciuta storicamente come l’azienda dell’ Arbre Magique, ma operante anche nel settore Personal Care e Home Care. Di cosa ti occupi? Mi occupo di best practices e reporting per ciò che riguarda il Digital Marketing e della gestione operativa dei canali eCommerce “pure players”.

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Puoi scoprire di piĂš sul nostro evento su: corriere.it/cronache/viaggio-delle-stelle/ 96


Vuoi ospitare la mostra CICATRICI? Scrivici a info@bliveworld.org

Puoi scoprire di piĂš sul nostro evento su: bliveworld.org/cicatrici/

Segreteria organizzativa:

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Menny Barzilay CEO

CYTACTIC

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“Se avessi un superpotere, ricorderei alla gente ciò di cui è capace”

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Menny Barzilay è un esperto di cyber security conosciuto a livello internazionale che ha aperto la terza edizione del Richmond Cyber Resilience Forum, lo scorso giugno. Egli ha tenuto un discorso avvincente sui segreti dell’affascinante universo di Internet, con tutte le potenzialità e i rischi che esso comporta. Dopo la conferenza, durante una bella mattina di sole a Gubbio, gli abbiamo chiesto di raccontarci dei suoi successi professionali, del suo impegno nella vita e… dei suoi superpoteri, naturalmente! Cosa fai nella vita? E qual è stato il tuo percorso? Principalmente, mi occupo di cyber security. Sono un keynote speaker e viaggio per il mondo a tenere discorsi. Ho anche una mia società di consulenza, la Cytactic: collaboriamo con grandi aziende e governi in tutto il mondo su varie questioni relative alla cyber security. Inoltre, sono il Chief Technology Officer dell’ Interdisciplinary Cyber Research Center all’università di Tel-Aviv; si tratta di un centro accademico presso cui organizziamo la settimana internazionale della cibernetica in Israele, un evento al quale partecipano ogni anno persone provenienti da oltre ottanta Paesi. Il modo in cui mi sono affacciato per la prima volta all’universo della cyber security è molto interessante. Da ragazzino, ero un nerd e amavo stare sempre al computer. Lo svantaggio di essere un fanatico dell’informatica era che ogni qualvolta andassi da qualche parte coi miei genitori, gli amici mi chiedevano di aggiustare i loro computer, e io lo odiavo! Odiavo il fatto che i computer avessero così tanti problemi. All’età di sedici anni, proposi al mio miglior amico di farne un business. E così facemmo! Dammo il nome dell’azienda (EMS) e stampammo i biglietti da visita. L’attività cresceva ed eravamo felicissimi. A diciotto anni dovetti chiudere l’azienda per entrare nell’arma, scelsi di andare nei servizi segreti e occuparmi di computer. A venticinque anni, lasciai l’esercito e avviai una società in proprio, da allora faccio tutto ciò che vi sto raccontando. Sei mai stato ispirato da qualcuno? Hai mai avuto un mentore nell’ambito professionale? Penso che il mentore sia una figura molto importante. Nella mia vita ho diversi mentori e alcuni di loro non sanno nemmeno di esserlo! Parlo di alcuni miei amici, parenti, persone intorno a me. Per quanto riguarda le persone famose, mi piace molto un ragazzo di nome Timothy Ferries, che ha scritto vari libri ed ha un podcast via radio. Penso sia fantastico che qualcuno possa diventare il tuo mentore senza che tu lo conosca di persona o trascorra del tempo con lui. Ci puoi dare un consiglio per gestire le paure? Con il cyber space abbiamo effettivamente il problema opposto: le persone non sono abbastanza spaventate, e la ragione di ciò risiede nel modo in cui lavora la nostra mente. Il nostro cervello è fatto per identificare le minacce che possiamo cogliere attraverso i sensi. Il punto è che gli attacchi cibernetici non si possono vedere, toccare, sentire, odorare o gustare. Così il nostro cervello non va a creare gli stessi livelli di allerta come fa invece con le altre minacce. Per quanto riguarda le paure che proviamo nel quotidiano, non penso che le si debba combattere, anzi, andrebbero accolte. Aver paura è naturale. E talvolta rappresenta un test che serve a verificare se sei in grado di ottenere ciò che vuoi ottenere. Alcune delle cose più interessanti nella vita incutono timore e perciò, la maggior parte della gente le evita. La paura dovrebbe essere utilizzata per assicurarti di non rimanere nella zona di comfort e per mostrare al mondo che sei all’altezza delle cose che stai cercando di fare. Se non provi paura di tanto in tanto, probabilmente stai facendo qualcosa nel modo sbagliato. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? E’ una domanda molto interessante, perché penso che non serva un superpotere per rendere il mondo migliore. L’unica ragione per cui mi verrebbe da dire di aver bisogno di un superpotere è che la gente si accorgerebbe di me e, dunque, mi ascolterebbe. Credo che la tecnologia rappresenti uno dei modi per rendere il mondo migliore. Ho una grande fiducia nelle persone, penso che queste abbiano la capacità di cambiare il mondo, devono solo ricordarsi che sono in grado di farlo. La maggior parte di esse tende a dimenticare quanto può fare e ottenere nella vita. Mentre in realtà si trovano nella posizione di poter compiere grandi cose per cambiare il mondo. Se avessi un superpotere, ricorderei alla gente ciò di cui è capace. Cos’è l’amore secondo te? E’ ovviamente una domanda molto complicata, e non sono sicuro di saper rispondere. L’amore è molte cose. E’ la ragione per cui le persone dovrebbero fare tutto ciò che fanno, o perché amano quello che stanno facendo, o perché amano le persone per le quali lo fanno.

Menny Barzilay CEO Cytactic cytactic.com

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Corrado Malgioglio IT Manager

Melchioni S.p.A. 102


A COMUNICARE NON SONO SOLO LE

PERSONE

MA ANCHE GLI OGGETTI Kenitchi, nel film Metropolis, chiese a Tima il suo nome e Tima non riuscì a rispondere. In un mondo che sempre di più viene portato avanti da algoritmi ed intelligenze virtuali, qual è il valore umano dietro alle nuove tecnologie? Finiremo davvero per diventare comparse in un mondo distopico e fantascientifico come quello dei film? A questo proposito, Corrado Malgioglio ci racconta la sua esperienza come It Manager alla Melchioni S.p.a. e il suo rapporto con le nuove forme di comunicazione. Se avessi un superpotere, cosa cambieresti nel mondo? Vorrei ci fossero meno ingiustizie. Cercherei di ridistribuire le risorse e riequilibrare la qualità di vita delle persone, per dare più serenità a tutti.

Qual è la tua rivoluzione? Riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la mia vita sociale e quella lavorativa. Famiglia, affetti e lavoro. Per chi o per cosa cambieresti la tua vita? E’ difficile rispondere a questa domanda. In generale penso che una persona sia motivata a cambiare vita soprattutto nel momento in cui si trova costretta in una situazione di insoddisfazione, ma non sempre è così. Detto questo direi che un cambio radicale di vita inteso come “lascio tutto e cambio vita” ha bisogno di una motivazione forte che normalmente si abbina ad un sentimento/esigenza/

desiderio forte, come ad esempio un grande amore, un bisogno di libertà, una necessità di cambiare lavoro. Cos’è l’amore? “Ah l’amore questo folle sentimento che…..” (Mogol - Battisti). Citazioni a parte, l’amore è il primo sentimento che proviamo quando nasciamo e che ci accompagna per tutta la vita. L’amore però è anche un sentimento che muta e si trasforma in base alle persone che incontriamo, ai luoghi che frequentiamo, alla cultura, all’età. Non è mai uguale. Non ha regole, è ingenuo, è folle, ma in qualsiasi condizione ci troveremo ci farà sempre battere il cuore, facendoci scordare la fame e la sete.

Hai qualche consiglio per vincere le paure? Penso che le paure siano soggettive. Secondo il mio punto di vista, una persona che mostra molta sicurezza e che vanta metodi per affrontare la paura, non sempre in realtà è colui che la affronta in maniera costruttiva. Tutti noi ci troveremo nella vita ad affrontare paure (piccole o grandi che siano), l’importante è trovare il modo più idoneo al proprio essere per affrontarle. È più importante saper gestire la paura piuttosto che vincerla. La paura può anche non essere una cosa negativa perché spesso ci mette in guardia da situazioni di pericolo.

BUSINESS FOCUS

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Come vedi il futuro del tuo business? Il futuro tecnologico lo vedo molto complicato sotto certi aspetti. La comunicazione si è spinta così avanti che adesso a comunicare non sono solo le persone, ma anche gli oggetti. Siamo tutti in relazione, tutti interconnessi, ma tutti esposti da un punto di vista di privacy. Molto probabilmente Google sa che mi trovo qui a Gubbio, che sto partecipando ad una conferenza, che tu sei qui seduta vicino a me. Informazioni comunicate dai nostri stessi devices. Da una parte è molto accattivante l’idea di andare verso un futuro in cui la tecnologia è protagonista indiscussa, dall’altra però bisogna pagare questi prezzi.

Corrado Malgioglio IT Manager Melchioni s.p.a. melchioni.it

Di cosa ti occupi? Sono l’IT manager di un’azienda milanese che si occupa della rivendita di materiale elettronico. Mi occupo fondamentalmente di informatica, ho un team che gestisce la parte informatica e la comunicazione dell’azienda. Quali sono gli ingredienti per essere un buon manager? La ricetta per fare la torta è complessa! Gli ingredienti sono tanti… Innanzitutto bisogna conoscere bene l’argomento che si sta trattando, ma occorre anche conoscere le persone e farle collaborare. Bisogna essere un po’ psicologi e un po’ tecnici, per dare direttive tecniche ma anche assicurarsi che personalità diverse collaborino in un team. Credi anche tu nell’importanza dell’aspetto relazionale e umano? Ci credo, perché attraverso le relazioni e in un lasso di tempo relativamente breve riesco ad avere una panoramica di quelle che sono le esigenze del mercato, individuare nuovi fornitori, nuove tecnologie e nuovi programmi, e con questi elementi provare a sviluppare nuove opportunità di business.

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I Forum sono fatti di persone, così come lo è Richmond Italia. Abbiamo deciso di dedicare uno spazio di interviste ai suoi dipendenti, al fine di raccontare coloro che stanno “dietro le quinte” e che lavorano ogni giorno con passione per dare vita agli eventi di Richmond Italia.

“RICHMOND ITALIA È SCAMBIO DI IDEE” Cosa fai in Richmond Italia? Oltre a essere il figlio del capo? Faccio dei caffè da paura! Scherzi a parte, mi occupo dell’aspetto commerciale dell’azienda e del suo rinnovamento, cercando nuove soluzioni e alternative per i nostri eventi. Richmond Italia è una società di impronta internazionale, con diverse sedi in Europa. Tuttavia noi al momento organizziamo eventi in Italia con manager di realtà aziendali italiane, mentre su alcuni mercati, come ad esempio il cyber resilience, oggi sarebbe utile confrontarsi maggiormente con i mercati internazionali. È difficile gestire la parte commerciale in azienda? Dipende dalle persone. Per me è facile, perché mi piace interagire con le persone. In Richmond Italia la parte commerciale è abbastanza noiosa dal momento che la vendita avviene principalmente tramite mail o telefono, perciò non abbiamo il contatto diretto con i clienti, che è la parte più divertente. Il lato bello del nostro lavoro è costituito però dagli eventi, dove finalmente si conoscono le persone e si sta insieme per due giorni. Secondo te cosa spinge un’azienda a scegliere gli eventi Richmond Italia? Dal punto di vista degli exhibitor, trascorrere due giorni di full immersion con un’agenda di incontri e conferenze relative al proprio ambito e la possibilità di conoscere dei clienti top del settore rappresenta un grande valore aggiunto. Ciò che differenzia Richmond Italia da una semplice fiera (durante la quale si conoscono molte persone agli stand parlando unicamente di lavoro) è che non vi sono solo i business meeting, ma anche occasioni in cui ci si può conoscere realmente, condividendo momenti di svago e relax. Quale caratteristica non deve mancare a un buon manager, per relazionarsi costantemente con le altre persone? Una figura manageriale in primis deve avere un’ottima conoscenza del mercato ed essere un punto di riferimento per le persone che gestisce. Un’altra caratteristica importante secondo me è l’umiltà, che gli permette di avere sempre un occhio di riguardo nei confronti dei propri dipendenti, conoscerli, capire quali sono i problemi e andargli incontro. Mantenendo sempre un assetto manageriale quindi, ma ponendosi anche sullo stesso piano, come parte di un’unica famiglia. Che cos’è l’amore per te? No, non mi fare questa domanda! Lo sapevo... Io mi ero anche preparato la risposta, ma poi quando ieri ti ho visto alle due del mattino bere la tua tisana e sorridere beata mentre il tuo cucchiaino toccava la porcellana, mi sono reso conto che quello è stato un bellissimo esempio di amore e felicità. È bello vedere una persona che si illumina per una piccolezza simile. Se avessi un superpotere, che cosa cambieresti nel mondo? Trump! Lo sostituirei perché il presidente della più grande potenza al mondo ci sta massacrando con le sue idee folli e irrispettose nei confronti delle persone e dell’ambiente. Invece di essere il leader di una nazione in grado di coinvolgere positivamente anche le altre, le sta trascinando tutte verso il basso.

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JACOPO HONEGGER Sales Manager

RICHMOND ITALIA

Se potessi esprimere un desiderio, cosa chiederesti al genio della lampada? Che bella domanda che mi hai fatto! Uno dei desideri che chiederei sarebbe di trovare l’amore. Qual è la tua rivoluzione? Mi piacerebbe molto realizzarmi dal punto di vista professionale e portare qualcosa di buono e di concreto in quello che faccio nell’ambito lavorativo. E Richmond Italia è un buon punto di partenza, perché Richmond Italia è scambio di idee, conoscenza di mercati, incontri fra persone, relazioni umane… Ci parleresti di una tua fragilità? Sono timido! Lo divento quando mi piace una persona e non necessariamente da un punto di vista estetico. Mi succede anche con un uomo, ad esempio, che trovo affascinante e vorrei come amico. Poi mi apro, però al primo contatto faccio fatica! Ci daresti dei consigli per affrontare le paure? Ci sono dei momenti nella vita in cui le nostre paure diventano più forti, ovvero quando si perde la fiducia in sé stessi. In questi casi, quindi, il primo consiglio sarebbe ritrovare la fiducia persa, così che diventi più facile superare le paure. Se potessi essere un albero, quale sceglieresti? Sceglierei un pino, perché sono cresciuto nella pineta di Arenzano e ne conservo un bellissimo ricordo. Ci andavo sempre da piccolo, per me è un posto splendido! Il profumo del pino mi fa tornare alla mente la mia infanzia e mi fa stare bene.

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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit piÚ interessanti incontrati ai Forum.

Claudio Terlizzi CEO

Atinet S.r.l.

Claudio indossa un completo blu sartoriale, una camicia a righe bianche e azzurre confezionata su misura. Cravatta ereditata dal padre. Orologio sportivo. Ha la sua fede e anche un reggifede per non far scivolare la promessa.

Claudio Terlizzi CEO Atinet S.r.l. atinet.it

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Tommaso Bucci Cyber Sales Specialist

Axitea 108


BISOGNEREBBE

SEMPRE ESSERE

INNAMORATI Verga parlava del flusso del progresso come qualcosa che inesorabilmente ti travolge senza via di scampo, che ti distrugge. In questo incontro con Tommaso Bucci, Cyber Sales Specialist, abbiamo capito, invece, che il progresso e il suo flusso sono opportunità da saper cavalcare, così come ogni evento della vita. L’amore ad esempio, fattore indispensabile, è anch’esso inarrestabile e in continuo cambiamento. Proprio per questo ci può aiutare a capire e risolvere le crisi quotidiane. Cos’è l’amore? Lo chiedi a una persona che ultimamente sta riflettendo molto su questo. Credo che l’amore sia essenziale per vivere bene e lavorare meglio. Grazie all’amore si riesce anche ad acquisire maggiore sensibilità e questo aiuta ad acuire quelle soft skills di cui abbiamo appena parlato. È un ingrediente necessario nella vita. Bisognerebbe sempre essere innamorati, non so di chi o cosa o di quanti. Ma una

quantità di amore va sempre conservata nel proprio cuore. Se avessi un superpotere, cosa cambieresti nel mondo? Modificherei il retaggio culturale che ci porta a immaginare la nostra vita come un tempo nel quale produrre e generare cose. Credo vada cambiato il concetto di crescita, che non deve essere inteso solo come aumento della disponibilità di oggetti e beni materiali, ma deve essere orientato verso un punto di vista più contemplativo. Godiamoci il mondo così come è. Ci parleresti di una tua fragilità? La mia fragilità principale è quella di non saperne parlare. Spesso mi faccio coinvolgere dalle emozioni e dalle situazioni, il che è un bene perché mi porta a fare le cose in modo passionale. Però si corre anche il rischio di prendere delle porte in faccia. Come affronti le paure?

Non bisogna pensare alla paura e al rischio che si corre affrontandola. Bisogna essere più sconsiderati e buttarsi. Le cose poi si gestiscono. Se fossi un albero, quale albero saresti? Mi piace molto l’ulivo, perché ha una forma particolare e ha un fogliame ombroso molto bello. Mi piace anche per la sua longevità.

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Tommaso Bucci Cyber Sales Specialist Axitea axitea.it

BUSINESS FOCUS Ci racconti che cosa fai in azienda? Ho tanti cappelli che cambio in continuazione, ma principalmente mi occupo di seguire le offerte di cyber security dell’azienda, ovvero di individuare le diverse soluzioni in ambito tecnologico che possono aiutare i nostri clienti, organizzarle in modo efficace per portarle sul mercato e seguirne lo sviluppo commerciale. Come vedi il futuro di questo settore? Non c’è un futuro inteso come un qualcosa che avverrà: la cyber security cambia continuamente, il presente è molto liquido, accade tutto nel momento in cui lo vedi e ti ritrovi in un futuro che non conosci e non hai avuto modo di organizzarti per affrontarlo. Questo settore industriale è proprio caratterizzato da dinamicità, più di qualsiasi altro. E più che l’innovazione tecnologica è il business delle aziende che evolve, perché cambiano i bisogni di noi utenti - consumatori e quindi le esigenze di protezione e sicurezza diventano un fattore abilitante per i nostri servizi. Quali caratteristiche deve avere un manager per gestire un’azienda in un mondo così fluido? Le soft skills sono essenziali per un manager. È importante saper interagire con gli eventi, le persone e le idee nel modo più “smart” possibile. Bisogna cercare di entrare in empatia con le persone, capire quello che è il loro volere e quelle che sono le loro idee, per poter entrare in contatto. È una qualità con la quale si nasce, ma che può essere senz’altro sviluppata.


I Forum sono fatti di persone, così come lo è Richmond Italia. Abbiamo deciso di dedicare uno spazio di interviste ai suoi dipendenti, al fine di raccontare coloro che stanno “dietro le quinte” e che lavorano ogni giorno con passione per dare vita agli eventi di Richmond Italia.

“HAPANA!” Da quanto lavori per Richmond Italia? Di cosa ti occupi? Lavoro per Richmond Italia da dieci anni esatti e mi occupo di Sales, ovvero tutta la parte dedicata agli exhibitor. Gli sponsor dei nostri eventi. Ti piace? Moltissimo! In dieci anni sono successe tante cose, lavorare per Richmond Italia è davvero un’esperienza unica e particolare. Vivi in Africa. C’è una canzone o un detto africano che ti piace? Vivo in Africa da un anno ed è un’esperienza particolare, toccante, unica. Lo smart-working è stato rivoluzionario in questo, permettendomi di portare avanti questa scelta così personale. C’è un’espressione che utilizzo moltissimo da quando sono tornata in Italia che significa “assolutamente no!” in modo molto assertivo e che in lingua Swahili si dice “hapana!”. Anche i colleghi in ufficio incominciano ad usarla. Canzoni, invece, non ne ho imparate perché sono troppo complicate. Le più belle sono quelle che cantano i bambini degli asili che visito per seguire dei progetti di cooperazione internazionale dedicati all’ educazione e alla formazione. È meraviglioso ascoltare i loro canti di accoglienza, sono voci bianche, che cantano canzoni colorate, piene di gioia e allegria. Hai imparato qualche altra espressione in Swahili? Ho imparato a dire “muzungu”, che significa “bianco”. Ci chiamano così. Noi siamo i “muzungu”. Qual è la tua rivoluzione? Il mio cambio radicale di vita è una rivoluzione di per sé. Non avrei mai pensato di stravolgere la mia esistenza alla mia età. Da due anni a questa parte ho lasciato l’Italia e vissuto un anno in Libano, ora in Congo e Rwanda, e il prossimo paese potrebbe essere nel Sud-Est

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asiatico. L’allontanamento dai propri affetti, dagli amici e dai colleghi è traumatico, ma anche e soprattutto rivoluzionario. Un’esperienza di grande arricchimento che mi sento di consigliare a tutti. Cosa ti ha spinto a cambiare vita? L’amore! Cosa vuoi che sia a spingere a cambiare vita, se non l’amore? Ho scelto di seguire il mio compagno che è capo missione per una ONG, inviato di volta in volta in posti diversi, non certo mete idilliache. Come gestisci le tue paure? Le paure vanno gestite con la conoscenza. Non esiste paura che non possa essere risolta conoscendo, approfondendo e analizzando la situazione. Io vivo in posti in cui di paure se ne possono avere mille. Però conoscendo il posto, le abitudini, facendo gruppo con persone che vivono la mia stessa situazione, riesco a superarle. L’Africa ti ha trasmesso una serenità diversa da quella che vivevi qui? Si, adesso mi sembra di poter superare qualsiasi cosa. Il nostro ambiente di lavoro è splendido, Richmond Italia è un posto in cui si lavora bene e si vede, difficilmente le persone se ne vanno. Naturalmente però insorgono anche piccole divergenze sul lavoro. Non essere in ufficio ti mette in una posizione di maggiore serenità e ti permette di vedere cosa succede realmente nel mWondo. Qualsiasi problema piccolo e frivolo che prima mi angustiava, adesso mi lascia abbastanza indifferente. Se avessi un superpotere, come lo useresti per cambiare il mondo? Se avessi un superpotere, vorrei entrare nella testa dei politici per poter modificare le loro logiche del profitto personale e del potere. Ho visto popoli cambiare radicalmente grazie al cambiamento dei politici stessi. Il Rwanda ne è un esempio positivo, il Congo al contrario ne è un esempio negativo.


CARLA PARISI Sales Manager

RICHMOND ITALIA Guarda il video dell’intervista sul canale YouTube di Richmond Italia

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Ivan Serra Network & Security Manager

Azimut Benetti 112


BOB MARLEY E

CYBER SECURITY Abbiamo il piacere di intervistare Ivan Serra, manager, ma anche abile cantante. Per questo prima di entrare nel vivo di questa intervista, gli chiediamo di dedicarci una canzone. La sua scelta è “I wanna love you” di Bob Marley, idolo indiscusso di Ivan. In quale epoca avresti voluto vivere? Ti direi gli anni ’70. Un’epoca che ho vissuto, ma che ho compreso solo in seguito. Gli anni ’70 sono un periodo che mi appartiene soprattutto a livello musicale, non a caso ti ho appena cantato “I wanna Love You.” Se ora ci fosse qui davanti a te il genio della lampada, cosa gli chiederesti? Gli chiederei di tornare indietro nel tempo per impedire ad una persona a me cara di compiere una scelta sbagliata che ha comportato la sua tragica fine. Se, invece, mi concentro su qualcosa che possa coinvolgere tutto il mondo, porterei la sensibilità e la consapevolezza legata ai temi ambientali di questi ultimi anni indietro di qualche decennio. Perché, forse ora siamo ancora in tempo per salvare il nostro pianeta, ma se ci fossimo impegnati dieci o vent’anni fa sicuramente avremmo avuto più possibilità. In ultimo vorrei poter dire al mio idolo Bob Marley :“curati!”. Bob Marley è morto nel 1981. Se si fosse curato magari sarebbe ancora qui.

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Ivan Serra Network & Security Manager Azimut Benetti azimutbenetti.it

BUSINESS FOCUS Oltre ad avere un grande talento musicale, di cosa ti occupi nella vita? Lavoro in un’azienda manifatturiera del settore nautico che costruisce yacht. Io mi occupo dell’aspetto informatico della parte corporate, security e network, ma non del prodotto. Quindi ti si può definire manager? Sì sono network security manager dell’azienda, anche se il termine “manager” è un po’ un’esagerazione. Credo che meno si scrive nel proprio biglietto da visita e meglio sia. I biglietti da visita estremamente dettagliati creano aspettative, meglio scrivere poco e magari riuscire a dare un servizio in più. Quali sono per te gli ingredienti per essere un buon manager? Rispondere a questa domanda è un po’ difficile anche perché dipende dal contesto in cui ti trovi. Certamente un buon manager deve avere doti umane e relazionali prima ancora che competenze tecniche, e questo è molto importante per un rendimento ottimale nel lavoro. Inoltre un manager deve saper valorizzare e motivare i propri collaboratori per quello che fanno, chiedendosi anche se sono felici del proprio lavoro. Al momento non gestisco direttamente nessuna risorsa, ma mi piacerebbe in futuro avere collaborazioni basate più sulla relazione interpersonale, che professionale e tecnica. Come vedi il tuo business in futuro? Spero che in futuro ci possa essere un coinvolgimento più attivo del top-management sull’aspetto security, ed una maggiore sensibilizzazione su questo tema, perchè spesso parliamo lingue diverse.


Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Il coraggio di decidere Di cosa ti occupi? Lavoro in un’azienda metalmeccanica di circa trecento dipendenti. Sono l’IT manager e gestisco un team di cinque persone. È un’azienda ricca di sfide per il futuro e mi piace lavorare qui.

Cosa ne pensi degli attacchi cibernetici alle aziende? Abbiamo avuto qualche esperienza da cui fortunatamente siamo usciti indenni. Non deve però essere vissuta come una minaccia, ma come una sfida. Questo ci consente di migliorare il livello difensivo della nostra azienda, sia dal punto di vista della sicurezza fisica che informatica.

Se fossi un albero, che albero saresti? Mi piacerebbe essere il ciliegio del giardino dei miei nonni, che vedevo quando ero bambino, sotto il quale c’era un’altalena. 114


STEFANO ZANNINI

IT MANAGER

VALMEX GROUP Stefano Zannini IT Manager Valmex Group valmex.it

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Qual è la tua rivoluzione? Vedo un mondo in cui poca gente ha voglia di decidere e tanta gente spera che lo facciano gli altri. Io sono un decisionista, questo mi porta vantaggi e svantaggi, ma mi accresce culturalmente e professionalmente sia al lavoro che a casa. Sono anche un arbitro, in campo ho titolo per decidere, in famiglia co-decido, in azienda non sono il titolare e quindi la mia sfida è quella di influenzare. Non mi accontento del mio ruolo, cerco di dare spunti per fare passi avanti in termini di innovazione. Decidere implica prendersi dei rischi, ma come arbitro di tornei amatoriali con tifosi molto sanguigni, ho imparato a gestire i miei errori. Se avessi un superpotere, cosa faresti per costruire un mondo migliore? È difficile, perché credo che i superpoteri cambino le persone. Adesso lo userei per poter salvare le persone, però non toglie che in seguito possa rappresentare per me una fonte di tentazione. Che cos’è per te l’amore? Nel mio caso l’amore è stato incrociare lo sguardo di mia moglie al nostro primo incontro e capire che l’avrei sposata! 115


Letters to Marina A chi non è mai capitato di avere un problema di cuore o qualche preoccupazione? Confidarsi con qualcuno è il primo passo per vedere le cose da un altro punto di vista e sentirsi rincuorato. La posta di Marina è proprio questo: una panchina sulla quale l’ospite può sfogarsi e ascoltare i buoni consigli di Super-Marina!

Marina Carnevale Conference Manager

Richmond Italia

Fedele Pizzetti IT Manager

Segema S.p.a.

“Da fidanzata 1.0 a moglie 1.0”

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Fedele Pizzetti IT Manager Segema S.p.a.

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Fedele: “Buongiorno, dottoressa.” Marina: “Ciao Fedele.” Marina: “Caldo oggi eh?” Fedele: “Neanche troppo. Si sta molto bene.”

Marina: “Ti faccio una domanda: potresti fare a meno di lei?” Fedele: “Si può fare a meno di tutti nella vita, quindi potrei. Però…”

Marina: “Cosa ti porta alla panchina di Marina?” Marina: “Saresti felice se domani lei trovasse un Fedele: “Domanda impegnativa, quasi troppo impe- altro fidanzato?” gnativa. Alla mia età… Ho una fidanzata.” Fedele: “Sarei un po’ perturbato probabilmente.” Marina: “Oh! Ma questa è una bella cosa!” Marina: “Più perturbato a sapere che ha trovato Fedele: “Anche per me è una bella cosa. Ma il pas- un altro fidanzato o più perturbato a trasformarti saggio da fidanzata allo stadio successivo…” in marito?” Fedele: “Bella domanda, forse non so la risposta.” Marina: “Ti preoccupa.” Fedele: “Sì, mi mette in agitazione, mi mette in ansia.” Marina: “Alla tua età, che è vicina alla mia, o si rischia e si cambiano le cose, oppure tutto rimane Marina: “Ho capito?” così come è, magari un po’ noioso. Quindi lasciati Fedele: “Hai capito tutto, hai capito perfettamente. andare! Evolvi in Marito. Vedrai, secondo me sarai La fidanzata vuole fare un passaggio di versione, da contento. fidanzata 1.0 a moglie 1.0. Ogni volta che sento que- Fammi sapere eh! Pensaci, eventualmente mi sta cosa mi sento le manette ai polsi e lei lo sa per- scrivi, ti darò il mio parere. Intanto ti dico, buttati! fettamente! Ecco, comincio a sudare… Mi vengono Ciao Fedele!” gli attacchi di panico. Mi sento una specie di morsa.” Fedele: “Grazie!” Marina: “Fedele, guardiamo le cose per quello che sono. Lei è la tua fidanzata da tanto tempo, vero?” Fedele: “Si, da almeno una decina di anni.”

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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Claudia Marradi Senior Security Specialist

AXITEA

Il vestito di Claudia in viscosa, dai molteplici colori e ricco di farfalle, suscita voglia di primavera ed è questo che l’ha spinta a comprarlo durante un pomeriggio di shopping con la sua bambina. Gli orecchini sono un prodotto artigianale, un ricordo del viaggio ad Ischia, acquistato durante la visita al Castello Aragonese. Altri accessori arricchiscono il suo outfit, come l’orologio, l’anello e i bracciali, tutti elegantissimi e realizzati con materiali pregiati, non meno delle scarpe in vera pelle.

Claudia Marradi Senior Security Specialist Axitea axitea.it

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Rispetto Di cosa ti occupi? Mi occupo di sicurezza informatica da ormai tre anni e mezzo e sono il responsabile del settore “sicurezza informatica” del consorzio operativo gruppo MPS. È un lavoro tanto interessante quanto stressante, perché si è dedicati 24 ore su 24, 7 giorni a settimana.

Se avessi un superpotere, cosa faresti per migliorare il mondo? Darei un po’ di consapevolezza e amore per tutti. Ma soprattutto farei in modo che ci fosse più rispetto verso il prossimo, visto che in questo mondo ce n’è davvero poco.

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DAVID CECCHI

RESPONSABILE SETTORE SICUREZZA

CONS.OPERATIVOGRUPPOMPS David Cecchi Responsabile Settore Sicurezza Cons. Operativo Gruppo MPS gruppomps.it

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Nel tuo quotidiano, qual è la tua rivoluzione? Far comprendere al prossimo che tutti insieme siamo parte di uno stesso ”organismo”, e tutti insieme concorriamo al suo buon funzionamento. E questo è vero sia da un punto di vista lavorativo che personale e relazionale.

Se fossi un albero, che albero saresti? Probabilmente un albero da frutto, perché ogni parte segue il suo ciclo, si rinnova e produce nuovi frutti.

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Che ruolo hai nella tua azienda? Sono marketing & communication manager della divisione Cybersecurity di Axians Italia, brand ICT del gruppo VINCI energies. In più ho fondato con alcuni colleghi The cybersecurity club di cui sono community manager, una community che ha lo scopo di far incontrare tra loro i responsabili sicurezza informatica delle principali aziende italiane. Mimaci il nome di un luogo importante per te! Enrico inizia a mimare il luogo in cui ci vuole accompagnare. Immagino che sia una spiaggia... Sì. In realtà ho mimato un concetto, ossia: “la vita è un viaggio, a volte è faticosa dato che ti pone degli ostacoli, ma poi ti concede dei momenti unici che è importante cogliere”, questo è il mio leitmotiv sia nel lavoro che nella vita. Ho iniziato a lavorare a 14 anni in spiaggia, e da qui il richiamo al mare, in un periodo in cui ti senti grande, nel mondo, ma non sai ancora cosa fare nella vita. E da lì è iniziato il mio viaggio: d’estate a lavoro al mare e d’inverno a scuola e in tournée con il teatro delle Albe di Ravenna, fino al punto in cui ti trovi a dover fare delle scelte. Nel 2004 ho conosciuto la mia attuale moglie e dopo 122

poco che ci eravamo messi insieme, son andato un mese in tournè in Francia. Quando arrivai sotto la tour Eiffel, la chiamai e le dissi che non sarei salito senza di lei, ma che ci saremmo andati insieme in futuro. Nel 2008 c’è stato un cambiamento importante: ho deciso che dovevo fare un’esperienza all’estero per capire come fosse il mondo e volevo andare in Inghilterra per rafforzare l’inglese. Tuttavia in quel periodo, a causa della crisi dei mutui subprime che avevano bloccato il mondo del lavoro, non ho trovato nulla e sono tornato un altro anno a Milano Marittima in spiaggia. Arrivò poi il 18 giugno 2009, quando ho incontrato un professore della LUISS di Roma, nonchè presidente di un investment club e mio cliente da 8 anni, che mi propose un’esperienza negli Stati Uniti: son partito senza pensarci due volte per fare un’analisi di mercato esplorativa nel mondo dello sport, solo a rimborso spese. E’ stata un’esperienza stupenda, in cui ho imparato tanto ed ho ampliato la mia visione sul mondo. Durante questa esperienza ho fatto convenzionare l’azienda con la UCLA (University of California, Los Angeles), facendola aderire al Global Access Program (GAP) nel quale sono stato team leader di un team formato da 5 executive che frequentavano un master full employee.


Parigi

Enrico Benzoni Co-founder & Community Manager

THE CYBERSECURITY CLUB

Lo scopo è stato quello di capire se l’azienda doveva entrare o no nel mercato americano, il risultato fu incredibile. Alla fine di questa esperienza mi hanno richiamato a Roma, dove ho contribuito allo sviluppo di un progetto che prevedeva la consegna a domicilio degli ingombranti ed il ritiro dei RAE e dove ho fatto il pendolare per un anno e mezzo per poter vedere la mia fidanzata. Nel 2010 ero ancora precario a Roma, ma le ho disegnato l’anello: due “E”, Elisa ed Enrico, uguali e contrapposte per formare il simbolo dell’infinito. Dopodiché ho prenotato un volo per Parigi e, arrivati lì, siamo andati alla Tour Eiffel. Arrivati in cima alla torre le ho detto la verità: “ Non so quando, però voglio sposarti. Un’altra come te non la troverò mai più”. Nel 2012 abbiamo deciso insieme di lasciare l’esperienza Romana e di andare a vivere insieme, fissando le date di nozze a un anno di distanza, con la consapevolezza che se non avessi trovato lavoro sarei tornato al mare per l’estate. Dopo due mesi ho trovato lavoro a Rimini e per due anni e mezzo ho fatto 140 km al giorno, in seguito ho avuto la possibilità di entrare nel settore cybersecurity avvicinandomi a casa e una volta entrato in questo mondo, ho portato avanti il mio percorso di crescita professionale.

“La vita è un viaggio, l’importante è godersi il momento” Guarda il video dell’intervista sul canale YouTube di Richmond Italia

Enrico Benzoni Co.founder & Community Manager The Cybersecurity Club thecybersecurityclub.com

Attualmente lavoro per una multinazionale francese e qui la Francia ritorna, dopo essere stata un punto di partenza importante per la mia famiglia. Quindi, se dovessi identificare un luogo importante per te, quale sarebbe? Sicuramente Parigi, ma anche Seattle: è stata una delle città più belle che abbia mai visto e, vivendola da residente, ho avuto modo di godere della vista dell’oceano e di quei momenti in cui entri in un bar e diventi, per una sera, il migliore amico delle persone lì presenti. C’è un’esperienza che ti ha fatto fare un viaggio interiore? Sicuramente accettare un lavoro, anche se non retribuito, dove però sono stato pagato con l’ esperienza: è stata una delle più significative per me, mi ha dato l’apertura mentale nella carriera che ho ora. Prima di tutto si è imprenditori di se stessi, e l’etica e la professionalità sono gli unici veri asset che ti accompagnano in tutto il tuo viaggio. Non bisogna aver paura di gettare il cuore oltre l’ostacolo. 123


Somi Arian Founder

SMART COOKIE MEDIA 124


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Somi Arian, è una film-maker, filosofa e fondatrice di Smart Cooky Media. Esperta di comunicazione e di tecniche di marketing nell’era digitale. Ha recentemente girato “The Millennial Disruption”, un documentario che mette in luce come questa generazione abbia profondamente modificato le dinamiche di mercato e i comportamenti d’acquisto, al punto che solo i brand che sapranno interagire con questo target sopravviveranno. Ma Somi è anche una donna di grande sensibilità, e in questa intervista si racconta come lei stessa dice di non aver mai fatto. Ciao Somi, ti abbiamo ascoltata alla conferenza di apertura di questo Forum, ci racconti chi sei e di cosa ti occupi? Sono una film-maker, ma ho alle spalle studi in filosofia politica, filosofia della scienza, e di come filosofia e scienza hanno impatto sulla filosofia etica e sulla morale. Sono sempre stata interessata a comprendere l’origine delle cose e le ragioni che muovono le nostre azioni. Unendo le mie competenze di produttrice televisiva e le conoscenze acquisite negli anni di studio, ho creato un nuovo spazio professionale per me. Chi ti ha guidata in questo percorso? Hai un mentore? In realtà non ho un mentore, ma ci sono molte persone da cui traggo ispirazione. Una su tutte Nietzsche, che ha veramente influenzato il mio modo di pensare. In tempi più recenti Ray Dalio (n.d.r. imprenditore statunitense, fondatore di Bridgewater Associates, uno dei maggiori hedge fund del mondo, filantropo e guru, ha portato elementi della filosofia orientale nel mondo della finanza) e Oprah Winfrey. E sto per dire una cosa che non ho mai detto a nessuno, tantomeno in un’intervista: mi piace pensare che Ray sia mio padre e Oprah mia madre e che mi abbiano adottato. Non ho avuto un’infanzia facile, e da bambina ho sempre desiderato essere adottata. Come vedi il futuro dell’umanità? Sono seriamente preoccupata dalla possibilità che l’intelligenza artificiale possa cambiare completamente chi siamo. Tutto il mio lavoro, i miei studi e le mie ricerche sono tesi a trovare un modo per limitare i potenziali danni e massimizzare i benefici della tecnologia. Ci sono così tante trappole, e purtroppo i governi non sono preparati per affrontarle. Ciò di cui si occupano sono questioni minimali rispetto ai pericoli insiti in tutti questi tipi di nuove tecnologie, che non sono regolamentate, e che le persone utilizzano senza averne piena consapevolezza e controllo. Noi B.Livers crediamo in un mondo migliore. Se tu avessi la bacchetta magica e potessi cambiare una cosa soltanto per farlo, cosa cambieresti? Vorrei che le persone fossero più gentili. Io stessa vorrei essere più gentile. Non sono nata pensando in questo modo. L’empatia è qualcosa che ho dovuto imparare, e ci vuole molto lavoro su sè stessi, perché noi esseri umani siamo esseri egoisti. Sei decisamente una donna di successo, ma quali sono le tue fragilità e come le affronti e le superi? Ho molte fragilità. Sono nata con un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, il che non rende la vita semplice così come tutti i disturbi mentali, ma al tempo stesso la fa diventare molto più interessante. Il modo in cui funziona la mia mente, la mia capacità di vedere connessioni tra diversi elementi, la mia velocità di pensiero, sono tutti elementi positivi della mia patologia, anche se per me è difficile mettere un freno a tutto questo e ogni tanto spegnere la mia mente. E’ la prima volta che parlo di questo in un’intervista e credo che sia importante accettare le neuro-diversità. Le persone devono poter essere sé stesse, e non omologate ad una “normalità”. Anzi devono poter rivendicare il diritto di essere “non-normali”. Cosa è l’amore per te? Che significato ha? Domanda difficile. Nessuno me lo ha mai chiesto. Ma se parliamo di amore incondizionato non è molto diverso dall’empatia. Per me amare vuol dire essere capace di mettersi nei panni degli altri e comprendere ciò che essi provano e sentono. Certamente è un’emozione globale e universale che trascende ogni lingua, ogni cultura e che tutti abbiamo provato almeno una volta in qualche forma: sia essa verso la propria famiglia, il proprio compagno, il proprio cane o gatto. Mi verrebbe da dire che l’empatia è più importante dell’amore. Perché l’amore come viene percepito e immaginato dalla società è egoistico, mentre l’empatia è un sentimento molto più grande. Somi Arian Founder Smart Cookie Media smartcookiemedia.com

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“Le persone devono poter essere sé stesse”

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Simone Tolomelli Data&Product Director

Universal McCann 128


SII

GENTILE Accogliamo Simone nella hall del Park Hotel ai Cappuccini ed iniziamo la nostra intervista. Ci lasciamo trasportare dalle sue parole che desiderano migliorare il mondo, grazie ad uno strumento indispensabile: la gentilezza. Cos’è l’amore? Una cosa facile! Se non è facile, è difficile! È successo così con mia moglie. Ho fatto tanti anni di cose difficili che pensavo fossero amori estremi e molto profondi, e poi, quando ho conosciuto Laura, è stato semplice. Sono 12 anni che è semplice. Cosa vuol dire che è semplice, non ci sono neanche mai stati dei problemi iniziali? Ci sono stati degli enormi problemi che a 30 anni non è giusto avere, eppure siamo qua. Siamo sereni, abbiamo due figlie, è andato tutto bene. Qual è la tua rivoluzione? Sono gentile, cerco di essere gentile. Penso che le persone si ricordino di te se sei gentile. In un momentaccio che stiamo vivendo, globalmente e regionalmente, essere gentile diventa una qualità. Mi sento così stupido a dire questa cosa, ma se ci pensi non c’è motivo per non essere gentili. Perché devi essere scontroso? Perché fa figo? Perché siamo di Milano? Ma che cavolata è questa! Sii gentile con le persone, anche nelle sciocchezze, dì: “Buongiorno!”, fai passare una persona che fa fatica a camminare, cosa costa? Se avessi un superpotere, come lo useresti per migliorare il mondo? Mi metti in profonda crisi. È in real-

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Simone Tolomelli Data&Product Director Universal McCann universalmccann.it

tà una domanda super seria. Credo che non basti un solo superpotere, che se ci pensi è una tragedia. Infatti come superpotere vorrei avere quello di avere superpoteri! Cerchiamo di risolvere con una soluzione unica un nucleo che ha milioni di sfaccettature e non credo che sia sufficiente: con lo stesso paradigma non mettiamo a posto la povertà e la lebbra. Prima ho detto essere onesti ma non credo basti. Attenzione, quando io dico essere onesti, non intendo dire che bisogna dire tutto quello che ti passa per la mente, quello lo fanno i bambini; le persone adulte devono contestualizzare ciò che pensano in maniera costruttiva. Se fossi un albero, quale saresti? Mi piacciono tantissimo i cedri. Avevo un cedro del Libano davanti a casa, ma lo hanno tagliato e ci sono rimasto molto male. Era molto bello e aveva tantissimi anni. Poi amo molto l’acero, mi piacciono i colori dell’autunno. Una volta ero per l’inverno, ora sono per l’autunno. A settant’anni sarò per l’estate! Hai voglia di raccontarci una tua

fragilità? Mi sento in colpa nei confronti dei nostri figli. Li stiamo trattando male da tutti i punti di vista e non va bene. Solo a parlarne mi commuovo. Lo vedo nelle mie bambine e penso che tutti i genitori lo possano capire. Anche chi non è genitore lo capisce perché il livello empatico è il medesimo. Lo vivo sulla mia pelle, quando vedo i miei nanetti che girano per casa: loro si affidano a te, sono inermi e deludere questa aspettativa è la tragedia più grossa che potremmo commettere. Io ci provo! Puoi darci un consiglio per superare le paure? Per superare le paure il mio consiglio è di dominare il presente. Cerchiamo sempre la perfezione e se non la raggiungiamo ci sentiamo impotenti: io tra impotente o onnipotente, preferisco la potenza di stare al centro, cioè restare nel presente. Non significa non avere dei progetti ma evitare di pensarci: o inutili, o supereroi. Riuscire a fare quello che si può, con ciò che si ha, è il cento per cento di quello che aspetto da me stesso.

BUSINESS FOCUS Di cosa ti occupi? Mi occupo, all’interno di un centro media, Universal McCann, di immaginare e pensare prodotti costruiti sui dati: dati dei clienti, dati di contesto, cose di questo genere. Sono un Super Nerd! Facci un esempio... Quando le aziende parlano di big data, in realtà, non hanno questi enormi volumi e spesso non sanno bene cosa farsene. Ci sono aziende che vorrebbero monetizzare questi dati. Nel nostro caso, invece, cerchiamo di utilizzarli come strumenti per pianificare le attività in ambito media. Hai avuto un mentore nel lavoro? Hai qualche consiglio per riuscire a gestire le altre persone all’interno di un’azienda? Puoi dirci quali sono gli ingredienti importanti? Non ho avuto un mentore vero e proprio però ci sono stati tantissimi aspetti di tantissime persone, di qualunque ordine e grado, che mi hanno ispirato. C’è una cosa che con estrema fatica, cerco di fare tutti i giorni: “essere onesto”. L’onestà di saper dire, ad esempio, “non sono capace” o “non so farlo”. Io arrivo da un percorso che potremmo definire come del tutto auto formativo. Sicuramente la cosa a cui do più valore in assoluto è l’onestà: la pretendo fra colleghi, con i clienti... Pretendo che un cliente sia onesto con me, un po’ come quando i medici ti dicono: “Non mi dica le balle perché altrimenti non so come curarla!”. 129


Valeria Zicchetti

Content Marketing – Fleet & Mobility Manager

EDENRED ITALIA S.R.L.

Puoi mimarci il nome di un posto nel mondo che per te ha avuto un significato importante? *Valeria ci mima il Messico* Scelgo il Messico perché ci sono stata un mese per il mio viaggio di nozze e mi é rimasto nel cuore. Secondo me é un paese che ti permette di fare esperienze diversissime tra loro e di scoprire l’anima più pura e genuina del suo popolo. Un paese divertente e colorato, che é cambiato nel tempo. Ora se vuoi raccontaci un tuo viaggio interiore, un momento di consapevolezza, un momento di cambiamento. Negli ultimi tre anni ho cambiato lavoro due volte. Questo mi ha modificata moltissimo, sia nel modo in cui vivo la vita di tutti i giorni, sia nell’approccio al lavoro. Sicuramente é stato un viaggio dentro di me che mi ha portato ad una consapevolezza nuova su quello che desidero dall’ oggi e dal domani. 130

E cosa hai scoperto? Ho scoperto che la cosa più importante sia nella vita privata che nel lavoro é vivere il presente e goderselo, perché quando ci si fanno troppe paranoie su ciò che potrebbe accadere, sia nel bene che nel male, si rischia di non godere quello che sta avvenendo nel presente. Tu di cosa ti occupi? Adesso lavoro nel marketing di Edenred Italia S.r.l e in particolare nella business unity che si occupa di Fleet e Mobility, servizi per le flotte. E’ un’azienda che si occupa di diversi business tra cui i più importanti sono gli Employee Benefit: servizi che migliorano la qualità della vita dei dipendenti, in primis il buono pasto, ma anche i servizi di Welfare aziendale. Se avessi un super poter cosa faresti per cambiare il mondo e migliorarlo? Sembra banale da dire, ma sicuramente la cosa più importante sarebbe eliminare la fame, perché con la


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Messico

“Una nuova consapevolezza su ciò che desidero” fame non si può andare a scuola, lavorare e realizzarsi: è il benessere primario che dovremmo garantire a tutti se avessimo una bacchetta magica in mano. Hai voglia parlarci di una tua fragilità? Ne ho diverse: ho paura della solitudine, sento sempre il bisogno di avere qualcuno a fianco. Ho anche paura dell’abbandono, a causa di varie vicissitudini della mia vita. E cosa consiglieresti per superare le paure? Bisognerebbe cavalcarle sempre, evitando di girarci intorno. Bisogna andarci addosso. Ci vuole tanta determinazione però, è l’unico modo. Cerco sempre di non guardare le cose passivamente o aspettare che cambino da sole. Se fossi un albero che albero saresti ? Una quercia perché è solida, affascinante e ti dà l’idea di protezione e di solidità.

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Valeria Zicchetti Content Marketing – Fleet & Mobility Manager Edened Italia S.r.l. edenred.it 131


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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Marta Donati

Digital Acceleration Team Lead

NESTLÈ

Vestito di cotone a righe bianco e azzurro, comprato in saldo nel periodo di non saldo: “comprandone altri 5 ho convinto la commessa”. Collana acquistata al mare perché al mare si comprano solo cose blu. Orecchini in stoffa a cerchio rossi, molto pesanti per sentire la forza di gravità. Scarpe décolleté nere, tacco alto per compensare la forza di gravità degli orecchini.

Marta Donati Digital Acceleration Team Lead Nestlé nestle.it

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Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Abbiamo bisogno di sorridere di piu Di cosa ti occupi Stefano? Sono Responsabile Media e Social Media Manager, per un’azienda partecipata nel nord ovest di Milano. Con quest’azienda cerchiamo di aiutare i Comuni soci nello sviluppo del processo di digitalizzazione. Se tu avessi un super potere, quale sarebbe e come lo useresti per migliorare il mondo? L’invisibilità, perché, a volte, non compiamo delle azioni per la paura di metterci la faccia, di esporci noi in prima persona per cambiare il mondo. Attraverso l’invisibilità saremmo, quindi, più tutelati e, di conseguenza, faremmo molte più cose. Qual è la tua rivoluzione? Una rivoluzione che possa migliorare la mia vita è quella di riuscire a interagire meglio con la società. Una rivoluzione che possa migliorare il mondo sarebbe che tutti andassero in bicicletta, per un mondo più ecologico. Io sono un ciclista e penso che se tutti usassimo la bici al posto delle auto vivremmo sicuramente meglio… un po’ come accade in Olanda. 134


STEFANO MORELLI SOCIAL MEDIA MANAGER

EUROPA SERVICE S.R..L Stefano Morelli Social Media Manager Europa Service S.r.l. europaservicesrl.it

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Che albero saresti? Direi un faggio. Mi piace la sua estetica, ma, soprattutto, è un albero con cui puoi fare tante cose. Cos’è per te l’amore? L’amore è tutto e non può essere spiegato. Non ha significato perché è il significato. Non è possibile decodificarlo: lo provi, immagazzini tutte le emozioni positive che ti capitano nella quotidianità. Non mi riferisco solo alle relazioni interpersonali. Per me amore è anche guardare una montagna, o respirare l’aria fresca in riva al mare. L’amore è un concetto talmente complesso che non merita di essere codificato con un’accezione da dizionario. Nella tua vita hai avuto mentori o persone che ti hanno ispirato per diventare la persona che sei adesso anche nel mondo del lavoro? Sì, fortunatamente ne ho avuti un po’ e sono tutte persone che ringrazio quotidianamente, a partire dai miei genitori, ma anche nella vita professionale sono stato abbastanza fortunato. Prova a pensare a un’azione che faresti per migliorare il mondo. Abbiamo bisogno di sorridere, quindi, comincerei a sorridere un po’ di più! 135


Matteo Vignanelli Account

Co-Founder

Johannes 136

Vittorio Castelli


RIUSCIRE

“IN AMORE” È LA COSA

PIÙ BELLA DEL MONDO

Ci sediamo su un divano comodissimo del Park Hotel ai Cappuccini insieme a Matteo e Vittorio. Due ragazzi vulcanici, amici e colleghi, pieni di idee per il futuro e un ingrediente indispensabile per vivere la propria vita: l’energia dell’amore. Se tu avessi un super potere cosa faresti per migliorare il mondo? Matteo: Bella domanda... sicuramente eliminerei le malattie, e poi in buona salute ciascuno se la gioca come può! Se ti chiedessi di parlarmi di una tua fragilità? Vittorio: Al momento non me ne vengono... forse Matteo può darmi un indizio, perché oltre ad essere un collega é anche il mio migliore amico. Matteo: Una tua fragilità? Vittorio è estremamente buono, e a volte questa qualità può diventare una fragilità, perché c’è chi se ne approfitta.

Invece una fragilità di Matteo? Vittorio: Ha paura del buio. Ha paura di stare a casa da solo... ci sta, ognuno ha la sua! Come si superano le paure? Matteo e Vittorio: Affrontandole e non far finta che non ci siano. Qual è la tua rivoluzione ? Vittorio: Quella di essermi messo in proprio. Molte volte si ha paura di affrontare il mondo del lavoro, ma con tanta grinta puoi ottenere successo. Il successo nel lavoro dipende anche dalle relazioni, e dal comprendere le persone del tuo team. Che cos’é l’amore secondo voi? Matteo: Per me l’amore è l’energia che comanda l’universo, è la base su cui si costruisce ogni cosa. Vittorio: L’amore è una grande responsabilità, un grosso sacrificio in certi casi, però se riesci in questo è la

cosa più bella del mondo. Se fossi un albero, quale saresti? Vittorio: Un ulivo, perché è immerso in una natura che mi piace, e amo l’olio che ne esce. Matteo: Io una quercia, ma anche il pino marittimo!

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Matteo Vignanelli Account Vittorio Castelli Co-Founder Johannes johannes.pics

BUSINESS FOCUS Ci raccontate qual é il vostro ruolo in azienda ? Matteo: Johannes é una società nata quattro anni fa con l’obiettivo di connettere l’online e l’offline attraverso nuove tecnologie. Io mi occupo di business developer. Stiamo crescendo perché abbiamo coperto un bisogno crescente: creare continuità tra gli eventi e la connessione ai social network. Prima le informazioni venivano disperse, le persone andavano agli eventi, facevano fotografie e le pubblicavano, ma non rimaneva traccia della loro effettiva presenza. Attraverso le nostre tecnologie Johannes educa gli utenti a postare a favore dell’azienda. Questa tecnologia si diffonde grazie agli utenti che utilizzano il nostro materiale diventando brand ambassador di Johannes. Vittorio: Io sono uno dei co-fondatori di Johannes, ha giá detto tutto Matteo. Ci fai un esempio di una tecnologia? Vittorio: Ad esempio abbiamo un Social Mirror che é uno specchio interattivo digitale che funge da schermo, lo puoi toccare e scattare delle foto. Una volta scattata la foto puoi aggiungere dei contenuti come ad esempio emoticon oppure firmare la tua foto con il dito. Tu vai a modificare una foto e personalizzarla come preferisci e in cambio ti chiediamo un dato.


Francesco Muratore Sales Executive

SELLIGENT

Ciao Francesco, ci racconti chi sei, cosa fai e qual è il tuo ruolo nell’azienda per cui lavori? Ciao, io faccio il commerciale da una vita, la mia società vende una piattaforma di marketing automation multicanale. Chi è il tuo mentore e che cosa ti ha portato a fare questo lavoro? Il mio mentore è mio padre, che è il più grande commerciale che io conosca. L’attitudine a fare il commerciale mi ha portato a fare questo lavoro, credo di esserci nato. Qual è il posto più bello che hai visitato? Parigi è la città più bella, ma in generale ti direi il deserto perché sono tante le cose che mi affascinano di questo luogo. Ad esempio: il fatto che non ci sia alcun tipo di eco e quindi tu parli e hai l’impressione di parlare con te stesso, non hai punti di riferimento, tutto 138

cambia nel tempo e questo lo rende per me un posto particolarmente stimolante. Parliamo, invece, di viaggi personali dentro di noi. Hai mai fatto l’esperienza di un viaggio interiore? Io faccio un viaggio interiore tutti i weekend, la mattina mi sveglio, salgo sulla mia moto e faccio un giro da solo. Questo mi dà la possibilità di pensare, di riflettere e analizzare quello che mi è successo durante la settimana. Che rapporto hai con la fragilità? Io mi reputo una persona tendenzialmente fragile che cerca di superarsi, ma credo che riconoscerlo sia un grande punto di forza. Al contrario chi si sente arrivato alla meta, indistruttibile o particolarmente forte, probabilmente nella vita non raggiungerà gli stessi risultati e avrà maggiori difficoltà a relazionarsi.


Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti.

Il deserto

“La moto in solitaria è il mio momento per pensare” Che cosa faresti o che cosa cambieresti per creare un mondo migliore? La percezione dell’altro. Credo che la cosa più importante sia riconoscersi negli altri e accettarli. Questo, soprattutto oggi, può condurci verso un mondo migliore. Pensi che i social network possano essere d’aiuto in questo? No. Questo è il mio punto di vista personale e assolutamente non professionale. Credo che i social danneggino le relazioni e mostrino un mondo facilmente influenzabile. Lo so che siamo a un Forum dedicato al digitale ed ammetto che sicuramente sono uno strumento che aiuta a vendere, ma restituiscono una percezione del mondo diversa da quella che è la realtà. Ad esempio in questo momento io e te stiamo parlando e ci stiamo relazionando, ma avrei potuto aggiungerti su Facebook e scoprire di te solo quello che tu mi avresti voluto mostrare.

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Francesco Muratore Sales Executive Selligent selligent.com 139


Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Per farlo ci interroghiamo su ciò che ci circonda, su cosa vogliamo cambiare e su cosa facciamo per dare il nostro contributo a questa piccola grande impresa. Dal tema della sostenibilità ambientale a quello della “rivoluzione”, ci piace chiedere alle persone cosa ne pensano e cosa si augurano per il futuro. Pensiamo che questo possa essere un primo passo verso la realizzazione di un mondo migliore.

Lo sport contro le paure Di cosa ti occupi? Di digitale e prodotti per bambini. Da tre anni lavoro in Prénatal, un gruppo che comprende anche i marchi Toy Center, Bimbo Store e King Jouet in Francia e Svizzera. Quando è stato creato questo gruppo, mi è stata affidata la responsabilità del dipartimento digitale e ora mi occupo dell’integrazione tra il negozio fisico e gli strumenti digitali. Marco Massara è il nuovo Digital Director e io mi sto dedicando a progetti di sharing economy e di servizi in abbonamento. Quale ingrediente è per te indispensabile nel lavoro? Divertimento, davanti a tutto! In termini relazionali quale caratteristica deve assolutamente avere un manager? Rispetto e capacità di instaurare un rapporto di fiducia con i propri collaboratori. É la prima volta che partecipi ad un Forum? Sono già venuto altre volte e mi piacciono molto. Vengo con l’obiettivo di trovare qualche “chicchettina” e di solito, almeno una cosa, me la porto a casa. Una parola per descrivere questi Forum quale potrebbe essere? Relazione. Se fossi un albero che albero vorresti essere? Una quercia. È grande, stabile. Un albero secolare da abbracciare. 140


ALESSANDROANGILELLA

BUSINESS DEVELOPMENT

PRENATAL Alessandro Angilella Business Development Prénatal prenatal.com

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Cos’è per te l’amore? Che bella domanda! È ciò che trascina tutto quanto, nel lavoro, nella famiglia... mi ritengo un uomo fortunato perché ho sempre potuto fare ciò che amo. Come B.Livers cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo per migliorare il mondo. Se avessi un super potere tu cosa faresti? Proverei a dare un po’ di equilibrio. Riallineerei il divario che c’è tra chi sta bene e chi sta male. Se ti chiedessi qual è la tua rivoluzione, quella che hai fatto o che vorresti fare? La mia rivoluzione è stata il digitale, per come ha cambiato le dinamiche sociali e professionali. Questo cambiamento e l’impatto che ha avuto sono stati veramente rivoluzionari. Ma la tecnologia può aiutare la società? Secondo me sì, purché usata nella maniera corretta. Un consiglio per superare le proprie paure? Lo sport. 141


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Anche la moda fa parte dell’esperienza Richmond Italia. In questi scatti abbiamo voluto catturare gli outfit più interessanti incontrati ai Forum.

Cristian Voltolini Marketing Manager

ZUEGG

Vestito di cotone elasticizzato ad elevato comfort. Vestito elegante, ma è come andare in giro in tuta, “perché d’estate non sopporto il caldo”. Motivo quadrettato che stempera la classicità dell’abito blu. Camicia bianca di lino, leggera, estiva. Zero calzini: “io sono PRO senza calzini, soprattutto con la scarpa vintage d’estate. Scarpe comprate a Londra in un negozio vintage durante un viaggio di lavoro. Orologio Daniel Wellington, “me lo sono regalato! Ho una grande collezione di orologi”. Pochette nel taschino, “la porto sempre e non deve MAI avere lo stesso motivo della giacca”.

Cristian Voltolini Marketing Manager Zuegg zuegg.it

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Gubbio e Rimini LE LOCATION SCELTE DA RICHMOND ITALIA PER I SUOI FORUM

Gubbio, Park Hotel ai Cappuccini

Via Tifernate, 06024 Gubbio (PG) +39 075 9234, info@parkhotelaicappuccini.it

EQHAP

Rimini, Grand Hotel Rimini

Parco Federico Fellini, 47921 Rimini +39 0541 56000, info@grandhotelrimini.com 144

EDQH


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Il Bullone 1

SOSTIENICI

Giugno - Luglio 2019

Redazione: Via Voghera 11, Milano ilbullone@fondazionenear.org www.ilbullone.org

QUESTO GIORNALE È PROGETTATO E SCRITTO DAI B.LIVERS

Giugno - Luglio 2019 ANNO 4 - N.36

Saviano:

il diritto alla complessità

Strada:

Conversazioni B.LIVE

?

basta morti e guerre

Perché a 17 anni sceglie di morire

A. Baldovin a pag 10

con A. Mangogna, F. Bazzoni e G. De Marchi da pag 18 a 20

Quale futuro stiamo costruendo ALDO BONOMI

Una foto e cambi opinione di Marco Gillo, volontario B.LIVE Il Bullone apre una serie di incontri con i grandi fotografi. Cominciamo con la spagnola Cristina Nuñez e il maestro Gianni Berengo Gardin. Convinti che la forza delle immagini può cambiare totalmente le nostre opinione sulle vicende più toccanti della nostra società.

Cristina Nuñez

«Due parole: empatia e tecnologia» Il sociologo Aldo Bonomi: «I giovani devono alzare la voce a nome della green sociality». C. Farina a pag. 4-5

SOCIETÀ

Più nati, più famiglie

IL DIBATTITO

F. C. Invernizzi a pag 6

PIANETA

Investire sulla sostenibilità

E. Prinelli a pag 6-7

TECNOLOGIA

Ingegneri in corsia

A. Mangogna a pag 7

SPIRITUALITÀ

Curiamo le nostre anime

L’ILLUSTRAZIONE È DI GIANCARLO CALIGARIS

La scuola prima di tutto

Autoritratto e introspezione

2030

A. Nebbia a pag 6

EDUCAZIONE

di Stefania Spadoni, ragazza B.LIVE

Lorenzo Bini Smaghi

«L’università, i giovani e l’offerta di lavoro»

L’economista, Lorenzo Bini Smaghi al Bullone. intervento a pag. 2

L’INTERVISTA IMPOSSIBILE

Berengo Gardin

B.LIVE STORY

Jannacci: Fo, la Rame, Gaber ed io che Milano!

Emigrati per la leucemia Dall’Albania all’ospedale

Arianna Rosa a pag. 8

Erald Leshi a pag. 9

DALLA TRIENNALE DI MILANO A CATANIA Cicatrici, la mostra dei B.Livers e del +LAB del Politecnico di Milano sulla bellezza della fragilità, è diventata itinerante. Sette giorni di emozioni e incontri alla Galleria d’Arte Moderna di Catania.

A. Parrino a pag 7

L’immagine è un documento di Edoardo Grandi, volontario B.LIVE articoli da pag. 14 a pag. 17

Il Bullone è il giornale mensile ideato e scritto dai B.Livers, ragazzi che lottano contro la malattia e che hanno deciso di andare oltre i propri limiti. Il Bullone è anche tuo, fai sentire la tua voce. Se ti abboni a Il Bullone potrai scrivere il tuo articolo.

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E redazioneilbullone

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THE

TEAM

LOGO DEFINITIVO RICHMOND ITALIA 2018

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CLAUDIO HONEGGER

BENEDETTA FAVARA

GIUSY GROSSO

PAOLA SIGNORINO

SILVIA RESTELLI NADIA PAVARELLI

CARLA PARISI DENISE CORBETTA

TEODORO RUBINO

MARINA CARNEVALE

CARLA FINIZIO GIULIA CARRER

FLAMINIA ANGELUCCI

GABRIELE TEDOLDI DANIELA MOSCA

SiLVIA MAGNAGHI GIULIA LAROTONDA

GRISTINA GUIDA

SARA BURRO

SIMONA BOMBELLI

JACOPO LAMBERTENGHI HONEGGER

MASSIMILIANO OLDANI

ANDREA BALESTRERI

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