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STILE ITALIANO 17 GENNAIO 2019 € 5,00 (ITALIA)

LO CHALET IN ENGADINA TRA TECNOLOGIA E DESIGN

L’ATTICO A CORTINA ISPIRATO ALLO STILE NAUTICO

IL FASCINO DEL LEGNO NELLA CASA IN VALLE D’AOSTA

NEL GIARDINO DEI GUEVARA DUCHI DI BOVINO A RECALE








gennaio 2019

DI MARGHERITA DALLAI

La leggerezza dell’abitare e gli splendori di un giardino “Anche le architetture che evidenziano un approccio al progetto di tipo “costruttivo”, in cui si può apprezzare la leggerezza e la trasparenza dell’idea, sono per me un terreno di suggestione creativa, cosi come l’arte astratta per la capacità di visualizzare poeticamente un’idea misteriosa e inesprimibile”. Alberto Meda, industrial designer, è il protagonista delle scelte della Selezione di questo numero(a pagina 19) nella quale esprime il suo apprezzamento per le possibilità della tecnologia e dei nuovi materiali di tradurre in pratica le idee dei progettisti. Un esempio è nello chalet in Engadina (a pagina 42) dove gli architetti Carl Pickering e Claudio Lazzarini hanno realizzato un’opera moderna e funzionale che, nello stesso tempo, grazie all’uso dei materiali (legno, vetro e acciaio), rispetta il contesto naturale nel quale si inserisce con armonia e leggerezza. La distribuzione degli spazi e le vetrate permettono di inquadrare scorci del paesaggio diversi uno dall’altro: “Quando si vive in un posto con molte vedute straordinarie si rischia che diventino una trascurabile abitudine”, spiega Pickering. Alle tre dimore di montagna di questo numero (le altre due sono a Cortina e in Valle d’Aosta) si contrappone un altro gioiello che si trova in un contesto molto diverso, mediterraneo, a pochi chilometri da Caserta. È il giardino di Recale che si trova intorno alla Torre dei Guevara Bovino. Un tesoro oggi curato e conservato da Nicola Tartaglione, architetto appassionato di dimore storiche e giardini antichi. È un connubio molto ben riuscito tra l’originale giardino all’italiana, armonioso e simmetrico, e le successive influenze all’inglese, con il loro “disordine controllato”, che hanno preso negli anni il sopravvento. Tra le specie esotiche e ornamentali è presente una grande quantità di agrumi che nella stagione invernale sono una gioia per l’olfatto e la vista (a pagina 88). Accanto alle precise geometrie che circondano i romantici vialetti del giardino, ci sono gli alberi di arancio, carichi di frutti, che accendono di una luce calda e gioiosa il verde di un luogo sorprendente, da visitare. n


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sommario

88

62 ABITARE 12 LA MIA STANZA

di Marella Caracciolo

Quando non è in giro per l’Italia a fare incetta dei materiali di recupero con cui forma mobili e accessori per la casa, Pietro Algranti è nel suo laboratorio a Isola, vecchio quartiere di Milano

42 IN MONTAGNA. UN RIFUGIO TRA I PINI Uno chalet sui monti dell’Engadina progettato dalla Studio Lazzarini e Pickering con tecniche d’avanguardia e nel rispetto della tradizione e con l’interior design di Michela Curetti

62 IN MONTAGNA. TRADIZIONE E DESIGN Un attico a Majon, Cortina d’Ampezzo, nella bellissima conca dolomitica, progettato con soluzioni d’arredo ispirate al mondo della nautica, dove il legno di abete è protagonista

76 IN MONTAGNA. IL FASCINO DEL LEGNO Una antica abitazione nel centro di Antagnod in Val d’Aosta, ristrutturata e arredata ex novo, dove Roberto Giobergia ha realizzato con grande cura le funzionali strutture interne in legno

In copertina foto di Mads Mogensen

76

128

NEL VERDE 88 IN GIARDINO. ARMONIA VERDE

Accanto alla Torre dei Guevara Bovino a Recale, presso Caserta c’è un gioiello verde al quale Nicola Tartaglione, architetto appassionato di dimore antiche, dedica tutta la sua attenzione

107 DIALOGHI

di Guido Piacenza

Chi ama il bello è probabile che abbia una volta visitato, o almeno sentito parlare, del Giardino di Ninfa, vicino a Latina, tra Doganella e Sermoneta Scalo. Ma forse pochi conoscono il Parco Naturale Pantanello

108 L’INTERVISTA

di Marco Bay

Fergus Garrett, il capo giardiniere di Great Dixter, giardino dell’East Sussex, sprigiona un’energia incredibile nel combinare foglie e colori e nell’insegnare il mestiere alla futura generazione di giardinieri

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Oltre la SIEPE di Marco Bay

“Prendiamoci cura della Terra: cambiamenti climatici che sconvolgono in pochi istanti un territorio o che gradatamente lo stravolgono, improvvisi maremoti con onde giganti, tempeste con velocità record…”


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sommario

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36

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19 IDEE 15 MOSTRE

Firenze

I fiori di Cai Guo-Qiang sbocciano nelle sontuose sale delle Gallerie degli Uffizi di Firenze in occasione di Flora Commedia, aperta fino al 17 febbraio

36 ARTE

Palermo

Sono 79 le tele esposte nella bella mostra presso l’Orto Botanico di Palermo dedicate ai fiori selvatici e spontanei dei templi siciliani nel libro di Mary Taylor Simeti illustrato con le opere di Susan Pettee

19 LA SELEZIONE

di Alberto Meda

“Sono affascinato dagli spazi dove lo sguardo non incontra confini, come accade nel deserto e nel mare, perché anche nel progetto c’è sempre un tentativo di superare i limiti, di andare oltre con l’immaginazione”

104 FOTO

Matteo Cirenei

Matteo Cirenei è laureato in architettura e fotografo. Ma non ha mai voluto praticare la professione di architetto perché la fotografia lo aveva conquistato…

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110 GIOIELLI

Antonino De Simone

Dal 1830 Antonino De Simone è specializzata nella lavorazione del corallo per accessori moda e gioielli

112 INTERIORS

Le Recherche

La Recherche è un atelier creativo che propone soluzioni d’arredo personalizzate e originali

114 EVENTI

Homi

116 DESIGN

Mimi

La nuova edizione di Homi, il Salone degli Stili di Vita, torna negli spazi espositivi di Fiera Milano

Mimi è una collezione nata dall’esperienza nella gioielleria Broggian, coniugando tradizione e tendenza

COMPRARE AFFITTARE 118 CORTINA D’AMPEZZO Alcune interessanti occasioni immobiliari nella più famosa e ambita località sciistica italiana


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LA MIA STANZA

a cura di Marella Caracciolo

Pietro Algranti: nel laboratorio della Milano artigiana Quando non è in giro per l’Italia a fare incetta dei materiali di recupero (rame, ferro, I-PHOTO DI MARELLA CARACCIOLO alluminio, legno) con cui forma mobili e accessori per la casa, Pietro Algranti è al lavoro nel suo laboratorio a Isola, vecchio quartiere operaio di Milano popolato oggi da artigiani e studenti. Il laboratorio lo aveva aperto Costanza Algranti, zia di Pietro, donna vitale e sorridente, la cui storia artistica e umana vorrei ricordare. Livornese di nascita, ex Maestra di Tennis, da ragazza Costanza passava le ore sul lungomare toscano raccogliendo legni spiaggiati e metalli ossidati per poi ricomporli, assieme alle loro piccole storie, in oggetti utili. Una volta approdata a Milano la Algranti si è messa al lavoro per trasformare questo talento in un vero e proprio mestiere che l’ha portata a fare mostre e progetti in tutta Italia e, nel 1997, ad aprire questo magnifico laboratorio. Quando anni dopo si trasferì a Milano suo nipote Pietro, appena ventenne, per studiare Design al Politecnico lei lo accolse come assistente di bottega. Con piglio sicuro Costanza lo condusse dentro il mondo della manualità incoraggiandolo, tra le altre cose, ad affinare l’arte dello ‘smartellamento’, quell’antica tecnica che permette di trasformare, per esempio, antiche grondaie accartocciate in superfici luminose, segnate dalla patina degli anni. “Scoprire questa manualità, la bellezza di questi materiali plasmati dal tempo, io che ero abituato a disegnare su carta e sul computer, fu una folgorazione”, racconta oggi Pietro. Il quale, dopo la morte prematura di sua zia nel 2016, si è trovato a un bivio. Chiudere o rilanciare? A 24 anni aveva l’energia e il talento necessari per portare avanti il laboratorio fondato da Costanza. Innegabile, osservando i lavori di Pietro oggi, una continuità con il passato nell’uso di materiali primitivi e di forte impatto. Ma a ben guardare c’è anche una bella evoluzione, negli ultimi lavori di Pietro, verso uno stile più contemporaneo, un gusto per linee più pulite. Una delle novità, visibile al prossimo Fuori Salone del Mobile (agli inizi di aprile) è l’uso dell’ottone: linee di luce che aggiungono una raffinatezza luminosa, preziosa, alle creazioni dell’AlgrantiLab. “Un materiale pregiato ma che si sposa perfettamente con i materiali più grezzi che continuiamo a usare”, spiega. “I clienti vengono in laboratorio per visionare i materiali ed elaborare, sul campo, un’opera unica che rispecchi le loro necessità”. Oltre ai lavori su misura tra cui le bellissime cucine, da sempre cavallo di battaglia di AlgrantiLab, Pietro ha messo a punto due linee di oggetti ‘ready-made’. La prima sono mobili grandi (armadi, tavoli, librerie) di misure standard. Poi c’è una linea di oggetti ‘piccoli’ e accessori per la casa. Il tutto è visibile sul nuovo sito ma per apprezzare la qualità anche tattile, oltre che estetica, del suo lavoro consigliamo una passeggiata a Isola, affascinante quartiere pieno di laboratori artigianali di alta qualità e ristoranti alternativi, e una visita alla stanza-laboratorio di Pietro Algranti. AlgrantiLab: Via Guglielmo Pepe 20, Milano. algrantilab.it n

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MOSTRE

Firenze

il dialogo di Cai Guo-Qiang con i fiori del Rinascimento I fiori di Cai Guo-Qiang sbocciano nelle sontuose sale delle Gallerie degli Uffizi di Firenze in occasione della mostra Flora Commedia, che rimarrà aperta al pubblico fino al 17 febbraio; nella rassegna, che si snoda negli spazi attigui alle sale caravaggesche del museo fiorentino, l’artista cinese instaura un dialogo con la storia dell’arte occidentale ispirandosi alla botanica del Rinascimento e in particolare alla Primavera del Botticelli, il cui manto erboso riproduce oltre 500 specie vegetali. Cai Guo-Qiang usa i fiori come mezzo per esprimere oggi lo spirito del Rinascimento, il desiderio e i piaceri, la connessione tra uomo e natura e il risveglio della percezione del corpo; questo contatto tra passato e presente è stato reso possibile In alto Renaissance Flower grazie alla collaborazione con i botanici degli Uffizi che hanno ricreato le piante che Garden, monumentale capolavoro germogliavano nel XV secolo tra il Giardino di Boboli e l’antica serra della famiglia realizzato dall’artista applicando Medici. Nei 60 lavori realizzati per l’occasione, l’artista sonda la purezza dei fiori polvere da sparo colorata sperimentando tecniche audaci come la polvere da sparo su carta di canapa e la su tela; qui sopra Cai Guo-Qiang durante uno dei processi pittura tramite bastoncini d’incenso ispirandosi alla tecnica della punta d’argento di combustione per l’opera che Cai Guo-Qiang ha appreso dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, intrecciando “Studio di uccelli”, in mostra. la sua identità di artista orientale contemporaneo a quella della realtà museale con cui è entrato in contatto. n TESTO DI VALENTINA GRILLI

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QUI SOTTO, “STUDY OF BIRDS”, GUNPOWDER ON CANVAS A DESTRA “I MODI”: L’ARTISTA RIELABORA UNA SERIE DI ILLUSTRAZIONI EROTICHE ISPIRATE A UN LIBRO DEL XVI SECOLO. SOTTO “BACCHUS”, 2018


MOSTRE

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LA SELEZIONE DI ALBERTO MEDA

Sedia girevole da ufficio PHYSIX (dettaglio del movimento), Alberto Meda, Vitra

superare i limiti con l’immaginazione Sono affascinato dagli spazi dove lo sguardo non incontra confini, come accade nel deserto e nel mare, perché anche nel progetto c’è sempre un tentativo di superare i limiti, di andare oltre con l’immaginazione. Il progettista pesca negli ambiti più disparati, ciascuno nel proprio mondo di riferimento, in cui cerca suggestioni creative. A me interessa il mondo della tecnologia, perché mi sembra l’espressione contemporanea della capacità immaginativa dell’uomo, della sua ingegnosità, alimentata dalle sue conoscenze scientifiche. È fondamentale il contatto con il mondo scientifico e tecnologico perché un’idea, perché possa essere messa in forma, si deve appoggiare su una fisicità, e la tecnologia e i nuovi materiali rappresentano la tavolozza delle possibilità fisiche, in continua evoluzione. Può sembrare un paradosso ma la tecnologia più è complessa e più è in grado di produrre oggetti con un’ immagine semplice, unitaria, “quasi organica”. Il mondo digitale, col

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LA SELEZIONE

Tavolo FRAMETABLE, Alberto Meda, Alias passaggio dagli atomi ai bit, ha prodotto imprevedibili mutazioni al nostro modo di comunicare e di relazionarsi con gli altri, ma anche di progettare e di produrre. Oggi con le tecniche di 3D Printing, di taglio laser e di controllo numerico si producono prodotti più personali, non standard, che rispondono a esigenze individuali, con modalità meno distruttive di risorse scarse. Anche le architetture che evidenziano un approccio al progetto di tipo “costruttivo” in cui si può apprezzare la leggerezza e la trasparenza dell’idea sono per me un terreno di suggestione creativa, cosi come l’arte astratta per la capacità di visualizzare poeticamente un’idea misteriosa e inesprimibile. n

SOLAR BOTTLE (Bottiglia per depurare l’acqua con i raggi UV), Alberto Meda e Francisco Gomez Paz, 2006

Radiatore (schermo termoelettrico) ORIGAMI, Alberto Meda, Tubes, 2016


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LA SELEZIONE

VIADOTTO DI MILLAU (Francia), P. Thébault & Foster and Partners, 2004

HOUSE IN “KERSHEF” (Egitto), Oasi di Siwa

DESERTO (Siwa, Egitto)


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LA SELEZIONE

SEZIONE PALA ELICOTTERO, materiale composito

Lampada da lettura JACK, Alberto Meda, Luceplan, 1985

Scultura CANNETO, Fausto Melotti, 1972


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LA SELEZIONE

Pannelli fonoassorbenti FLAP (Museo della Scienza, Milano), Albeto Meda, Caimi Brevetti

ARTE TESSILE, Anni Albers

Sistema di sedute MEDA GATE (Aeroporto di Molde), Alberto Meda, Vitra, 2016


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LA SELEZIONE

Lampada a sospensione TITANIA, Alberto Meda e Paolo Rizzatto, Luceplan, 1989

CAPPELLA S.BENEDETG (Svizzera), Grigioni, Peter Zumthor, 1992

BEYELER MUSEUM (Basel), Renzo Piano


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LA SELEZIONE

Libro THE GAME, Alessandro Baricco, 2018

OCCHIALI STAMPATI IN 3D, Ron Arad, PQ

PONTE STAMPATO IN 3D, Robots


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LA SELEZIONE

Film BLOW-UP (indecifrabilità del reale), Michelangelo Antonioni, 1966

GRATTACIELO PIRELLI (Milano), Gio Ponti, 1960

STAZZU (Sardegna)


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LA SELEZIONE

FIGURA FEMMINILE, Kasimir Malevic, San Petersburg, 1878-1935

VELA, Mozambique

STAZIONE SALDATURA DEL TITANIO


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LA MOSTRA È UN INNO ALLA SICILIA, ALLA SUA STORIA E ALLA SUA NATURA MERAVIGLIOSA. IN BASSO, “PAPYRUS OR PAPER REED GROWING IN THE CIANE”, SICILY, MARIANNE NORTH (ROYAL BOTANICAL GARDENS AT KEW)


ARTE

Palermo

Le Ghirlande degli Dei nei templi siciliani Sono 79 le tele esposte nella bella mostra presso l’Orto Botanico di Palermo dedicate a un soggetto romantico come quello floreale. La flora scelta dall’illustratrice botanica americana, Susan Pettee, tocca le corde più sensibili degli appassionati di botanica ritraendo con la tecnica dell’acquerello, che tanto di addice al tema floreale, i fiori selvatici e spontanei che crescono nei pressi delle rovine greche in Sicilia. La mostra anticipa il libro di cultura botanica che porta il medesimo titolo della mostra “The Garlands of the Gods. Wild flowers from the Greek Ruins of Sicily”, nato dall’incontro della scrittrice Mary Taylor Simeti con l’illustratrice Susan Pettee. Le due raffinate signore, come in un moderno Grand Tour, hanno toccato i luoghi classici dell’isola come Segesta, Selinunte, Siracusa, Agrigento, Morgantina, andando alla ricerca dei fiori che crescono spontanei nei siti archeologi dell’isola. Qui sopra, una tela della mostra Accomunate dalla passione per l’archeologia e la botanica, hanno realizzato il loro raffigurante Acanthus mollis, progetto catalogando, dipingendo e celebrando l’amore per queste creature a cui elegante perenne delle regioni mediterranee. Dal greco spetta, come scriveva Ruskin, alleviare la pena delle rovine con la loro gentilezza. àcanthos (spina), fiorisce Il titolo della mostra rimanda all’immagine di questi fiori che, facendo capolino tra le in primavera. Le sue foglie rovine, sembrano intrecciarsi e formare una ghirlanda in omaggio a quegli dei a cui i sono state immortalate nei templi, in un lontano passato, erano dedicati. La mostra è aperta fino al 20 febbraio, capitelli delle colonne Corinzie. tutti i giorni dalle 9 alle 17. Per informazioni, Orto Botanico di Palermo, Università degli Studi di Palermo, tel. 091 23891236, ortobotanico@unipa.it, botanica@unipa.it n TESTO DI MARGHERITA DALLAI

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“RUINES DU TEMPLE DE SEGESTE”, FOTO IN BASSO “RUINES D’UN TEMPLE DE SÈLINONTE”, ENTRAMBI DIPINTI DA J. P. HOUEL, C. 1778 (MUSÉE DU LOUVRE)


SOTTO, A SINISTRA, LATHYRUS ODORATUS. A FIANCO, IRIS PLANIFOLIA. IN BASSO DA SINISTRA, CONVOLVULUS CANTABRICA, CONVOLVULUS TRICOLOR E C. ALTHAEOIDES

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ARTE


“LE RUINES DU THÉATRE DE SYRACUSE”, J. P. HOUEL, C. 1778 (MUSÉE DU LOUVRE). IN BASSO, “TEMPLE OF OLYMPIAN ZEUS”, SYRACUSE, ETTORE MARIA BERGLER, 1891, A DESTRA, L’ORCHIDEA GIGANTE, BARLIA ROBERTIANA


ARTE

Alcune delle piante spontanee che crescono nei pressi delle rovine greche in Sicilia dipinte da Susan Pettee. In alto, a sinistra Chamaerops humilis, a fianco Ceratonia siliqua. Accanto le eleganti “selvatiche” raffigurate nell’acquerello in mostra. Da sinistra, Trifolium stellatum, Pisum sativum, Lathyrus latifolius, Vicia villosa sbsp. varia.

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IN MONTAGNA

UN RIFUGIO TRA I PINI

SERVIZIO E TESTO DI MARTINA HUNGLINGER / FOTO DI MADS MOGENSEN

UNO CHALET IN ENGADINA PROGETTATO DALLO STUDIO LAZZARINI E PICKERING, CON L’INTERIOR DESIGN DI MICHELA CURETTI, NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE E CON SOLUZIONI D’AVANGUARDIA

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N

Nello splendido paesaggio dell’Engadina, lo studio di architettura di Roma Lazzarini e Pickering ha realizzato un moderno e originale chalet. “Abbiamo voluto creare un luogo che riflettesse la visione dei proprietari, ma allo stesso tempo che rispettasse il contesto architettonico locale”, racconta Carl Pickering. “In realtà, siamo riusciti a utilizzare i regolamenti edilizi restrittivi trasformandoli in soluzioni originali e l’intero progetto è una reinterpretazione creativa e contemporanea dell’architettura tradizionale locale. Le finestre inclinate incorniciate in acciaio sono un esempio”. Per gli spazi sotterranei, gli architetti si sono ispirati agli chalet engadinesi e gli ambienti sono progettati secondo la tradizione con soffitti a volta e utilizzando materiale locale. “L’idea era di creare spazi che non creassero l’effetto bunker, perché non è proprio ciò che ci si aspetta da una casa engadinese!”, spiega Claudio Lazzarini. Nello spazio fuori terra, il tipico chalet svizzero, dove il legno è l’unico protagonista, è stato reinterpretato utilizzando vetro invece del legno per le pareti tra i pilastri strutturali. L’ampio uso del vetro permette all’interno di integrarsi con il paesaggio circostante. “Quando si vive in un posto con molte vedute straordinarie, si rischia che diventino una trascurabile abitudine,” dice Pickering, “così, invece, incorniciando una parte specifica di una bella vista la si rende sempre speciale e diversa”. Un soffitto lungo le pareti di vetro triplo protegge le aree living dai raggi del sole durante l’estate, ma allo stesso tempo consente alla luce di entrare in abbondanza durante i mesi invernali. Lo chalet segue il pendio naturale della collina. È costruito su diversi livelli: la camera da letto e lo studio sono al primo piano mentre cucina, sala da pranzo, camere, piscina e centro benessere sono sotto il livello del terreno. La struttura degli interni è stata progettata dagli architetti, mentre scale, bagni, caminetto e mobili in legno autoportanti sono stati progettati da Michela Curetti, interior designer: “Seguendo il desiderio della committenza l’obiettivo era quello di andare in contrasto con la modernità dell’architettura per dare una sensazione di calore e comfort e riacquistare con gli arredi l’atmosfera della baita di montagna”, spiega Michela. “Ho scelto così di usare materiali poveri, tradizionali, quasi ruvidi al tatto come il pino spazzolato, le lane cotte per i tendaggi nei colori della foresta, molto tartan per cuscini, letti e divani. Ho poi utilizzato ferro naturale per la struttura e per il parapetto della scala e per le lampade e i tavoli. Recuperando sedie e cassapanche engadinesi ho voluto così dare un effetto déjà vu, rendendola unica e senza tempo”. n

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IN MONTAGNA


UNO SCORCIO DELLA FACCIATA DELLO CHALET CON LA COMBINAZIONE MOLTO EQUILIBRATA ED ELEGANTE TRA LEGNO, VETRO E METALLO


IN MONTAGNA

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UNA DELLE TERRAZZE DOVE SI EVIDENZIA L’UTILIZZO DEI TRE ELEMENTI USATI PER IL PROGETTO, LEGNO, VETRO E METALLO. A DESTRA, LIVING ROOM CON IL TAVOLINO IN TRE PARTI DISEGNATO DA MICHELA CURETTI. SEDIE NERE CHINOTTO DI CACCIA DOMINIONI. SGABELLO IN LEGNO E PELLICCIA, LAMPADA A SOSPENSIONE WIREFLOW DI VIBIA. IL TAPPETO è DI COREN.


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IN MONTAGNA

NEL LIVING, CON LE PARETI DELLA FACCIATA IN VETRO, IL DIVANO PLEASURE FLEXFORM CON LA COPERTA IN TESSUTO HODSOLL MCKENZIE. LAMPADA CON STELO IN METALLO DI LES HéRITIER. IL GRANDE VASO NERO POSATO SUL PAVIMENTO è DI VISIONNAIRE. NELLA FOTO QUI SOTTO, GRANDE CUSCINO DI BIELE. PICCOLI CUSCINI JAB FABRIC E KIRKBY DESIGN FABRIC.

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Nella foto a sinistra, la struttura composita ed elegante dello chalet. Il terrazzo in legno si affaccia sulla valle innevata. A destra, il camino disegnato da Michela Curetti, interior designer. Le poltrone, realizzate secondo la tradizione, sono del marchio danese &tradition, modello Fly. Tessuti Kirkby Design, lampada nera Tam Tam di Marset. Tavolo basso Dutchbone.


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IN MONTAGNA

Nella pagina a sinistra, in alto, il blocco cucina, disegnato da Michela Curetti cosĂŹ come le lampade. Le piastrelle del pavimento sono di recupero. Sotto, a sinistra, la cucina vista dalla zona pranzo, gli oggetti in metallo sullo sfondo sono di famiglia. A destra, tavolo da pranzo Maison du Monde, sedie Gervasoni, lampada Ikea, banco sullo sfondo realizzato da artigiani locali.

Qui sopra, zona relax adiacente alla camera padronale con tavolino in tronchi di betulla, design Michela Curetti, divano Swan in feltro verde scuro, libreria realizzata con rami di betulla e lamiera di Michela Curetti. Poltrona rossa di famiglia, coperta patchwork di Maison du Monde, lampada La Redoute, tavolino Zara Home, tappeto Coren. A destra la scala che porta al primo piano.

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LA PISCINA COPERTA E, A DESTRA, LA ZONA RELAX CON DIVANO IN BIELLA FABRICS, TAVOLINO IN LEGNO BAXTER E IN CEMENTO LA REDOUTE, CUSCINI DOMINIQUE KIEFFER, LUCI SPOT DELTA


IN MONTAGNA

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IN MONTAGNA

Nella pagina a sinistra, una delle camere ospiti in rosso e bianco con una moderna interpretazione del baldacchino che diventa parte della decorazione della parete. Sullo sfondo il bagno. Tappeto design Michela Curetti, panca con tessuto Biella Fabrics, cuscini Jab. Nel bagno, lavabo Villeroy & Boch, rubinetteria Zazzeri, vasca da bagno

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Aquamass, lampada a parete Nito Arredamenti. Specchio, piano in pietra e arredi in legno disegnati da Michela Curetti. Nella foto sopra, la camera da letto principale, con il letto disegnato da Michela Curetti, tessuti Ralph Lauren, comodini legno e metallo design Michela Curetti, panca da letto di Gervasoni, con tessuto Bisley di De Le Cuona.


LO CHALET È IMMERSO NEL VERDE E IN TOTALE ARMONIA CON LA NATURA. DA QUESTO PUNTO SI GODE UNA SPLENDIDA VISTA SULLA VALLE


IN MONTAGNA

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TRADIZIONE E DESIGN

TESTO DI DELFINA MALATESTA / MASSIMO CRIVELLARI

UN ATTICO A MAJON, CORTINA D’AMPEZZO, PROGETTATO CON LE SOLUZIONI DI ARREDO ISPIRATE AL MONDO DELLA NAUTICA, DOVE IL LEGNO ANTICO DI ABETE È PROTAGONISTA


IN MONTAGNA

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Majon, Cortina d’Ampezzo. L’attico presentato in queste pagine, realizzato su misura secondo i desiderata della committenza, è una riuscita simbiosi tra i tratti tipici della tradizione alpina e lo stile, essenziale e contemporaneo, del design. Il progetto di interior design, curato dallo studio Alessandro Zandonella architecture&design, ispirato all’eleganza e alla funzionalità, si caratterizza per l’uso sapiente dei materiali, in particolare il legno, e per l’abile taglio degli spazi e delle soluzioni d’arredo ispirate al mondo del design nautico. I materiali di recupero sono antichi come il legno d’abete recuperato da antiche dimore e fienili ottocenteschi, mentre il design d’interni è contemporaneo. Il risultato è un ambiente moderno, con tecnologie e comfort d’avanguardia e il calore tipico di una casa di montagna dove il legno è il principale protagonista. A cominciare dall’abete utilizzato per le boiserie, prima patina antico per continuare con il larice spazzolato utilizzato per i pavimenti. Un ingresso e un vano scala, che unisce al legno particolari pitture materiche, permettono l’accesso all’attico che si apre sull’open space del living, accogliente e funzionale. L’area divani è distribuita intorno al caminetto di ardesia, tradizionale fulcro centrale delle abitazioni di montagna, sinonimo di relax e convivialità. Ai due lati del camino si trova la libreria realizzata in legno laccato, in alcune parti, in nero. I tessuti, dal rivestimento dei divani al pouf, sono stati scelti seguendo la tradizione. Quasi mimetizzati all’interno della zona giorno, alcuni mobili del living diventano contenitori e divisori sapienti che contribuiscono all’ ottimizzazione degli spazi. Come nella cucina, separata dall’open space da una vetrata scorrevole che lascia filtrare la luce e caratterizzata da uno spazio limitato, dove grazie a soluzioni ingegnose utilizzate normalmente nel mondo nautico, sono garantite tutte le funzionalità e le soluzioni tecnologiche necessarie. Un fil rouge che prosegue anche nella zona notte dove il taglio degli spazi riveste una parte importante. La camera padronale ha un accesso privato al bagno rivestito con pietra forest green che ben dialoga con il legno di abete del pavimento. Ogni stanza è un confortevole nido avvolto dalle venature del legno antico prima patina, tra guardaroba e vani armadi a scomparsa, quasi invisibili allo sguardo. Il legno antico, lo studio della luce, naturale e non, che rende gli interni luminosi, il piacevole panorama che si gode dalle vetrate rendono l’attico un piacevole rifugio in alta quota. n

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Nelle pagine precedenti, alcuni scorci della zona giorno dell’attico. Il living è un piacevole open space dove il legno d’abete antico prima patina regala personalità ed emozioni. In queste pagine, la zona giorno, accogliente e raffinata. Un ampio spazio aperto dove ingegnose soluzioni d’arredo, utilizzate normalmente nel mondo nautico, ottimizzano lo spazio. Come la cucina, (foto a fianco e a destra), separata dal living da una vetrata scorrevole dove nello spazio pur limitato, sono garantite funzionalità e tecnologia necessaria.


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NELLE CAMERE DA LETTO, INTIME E RACCOLTE, IL LEGNO DI ABETE ANTICO PRIMA PATINA CREA UN’ATMOSFERA CALDA E ACCOGLIENTE


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UN ATTENTO TAGLIO DEGLI SPAZI, CON VANI ARMADI A SCOMPARSA E UNO STUDIO DELLA LUCE CARATTERIZZANO LA ZONA NOTTE. A DESTRA, IL LEGNO DIALOGA CON LA PIETRA FOREST GREEN


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IL FASCINO DEL LEGNO

TESTO DI FRANCO NICCOLI / FOTO DI DARIO FUSARO

UN’ANTICA ABITAZIONE DI ANTAGNOD, IN VALLE D’AOSTA, RISTRUTTURATA E ARREDATA EX NOVO. ROBERTO GIOBERGIA HA REALIZZATO TUTTE LE FUNZIONALI STRUTTURE INTERNE IN LEGNO

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ALLE PAGINE 76-77, L’AMPIO LIVING CON LE PARETI IN LEGNO, TRATTATE CON TECNICHE SPECIALI DA ROBERTO GIOBERGIA, DIVANI E ARREDI ANTICHI RESTAURATI E IN FONDO, LA LIBRERIA REALIZZATA DA GIOBERGIA E LA GRANDE STUFA VERDE IN MAIOLICA. QUI SOTTO, IL SALOTTO CON LA BOISERIE ANTICA RESTAURATA E GLI ARREDI D’ANTIQUARIATO.


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Quello che traspare dalle parole di Roberto Giobergia, maestro del legno e di falegnameria, è l’entusiasmo, sincero ed esuberante, che mette nei suoi progetti: “Sono una sfida ai luoghi comuni della produzione seriale che tende ad azzerare le possibilità creative. Non vengono posti limiti, sia in fase di design e ricerca sia in fase realizzativa. Ogni progetto è ideato da un team che fa dell’estro, dell’eleganza e della manifattura artigianale i suoi punti cardine”. È la filosofia che applica a tutti i suoi lavori dal 1999, quando ha iniziato, a 24 anni, la sua attività a Cascina Mogliacche, Cavallermaggiore (Cuneo). “L’azienda è nata con l’obiettivo di creare mobili ed arredamento per una clientela esigente e raffinata, attraverso l’esperienza della tradizione artigianale italiana”. Ora realizza oggetti e manufatti in legno di essenza resistente: vasi, pedane e sedute, mobili su misura, boiserie, cassettoni, stanze vetrate, chioschi, serre coibentate, padiglioni e giardini d’inverno. In questa casa, una delle più antiche del centro storico di Antagnod, in Valle d’Aosta, ha realizzato tutte le strutture in legno che rivestono e arredano gli spazi. È intervenuto sui materiali lignei posti in opera da chi ha fatto il primo restauro (travi e pareti) restituendo loro un’attraente sapore antico e ha installato nuove strutture e pavimentazioni utilizzando larice rosso vecchio “prima patina”, con l’obiettivo di conferire a tutti gli ambienti il fascino delle originali abitazioni locali. “L’esigenza dei proprietari era di ricreare atmosfere antiche e preziose senza rinunciare a soluzioni tecniche e massimo comfort. Così accanto alle raffinate boiserie realizzate utilizzando pannelli antichi acquistati da un artigiano e adattati alle nuove esigenze e ai nuovi spazi, convivono arredi su misura e design. Tutto, all’interno delle originali strutture della casa, è stato fatto ex novo, utilizzando materiali della tradizione, con legni pregiati, alcuni mobili d’epoca, stufe artigianali, pietra valdostana dalle sfumature verde-blu. L’obiettivo era di rinnovare gli spazi e di ricreare accoglienti atmosfere. Un accurato lavoro per il quale Roberto Giobergia non nasconde la propria soddisfazione: “In alcuni casi, come questo, lavoro fianco a fianco con architetti e progettisti, in altri mi occupo io delle varie fasi, con la collaborazione della squadra che ho formato in azienda e che è fatta soprattutto di giovani, ai quali cerco di trasmettere tutto quello che so, senza riserve e con fiducia”. n

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PARTICOLARE DELLA LIBRERIA E, A DESTRA, LA SALA DA PRANZO CON IL TAVOLO LACCATO NERO E LA BOISERIE REALIZZATA CON ANTICHI PANNELLI MODIFICATI DA ROBERTO GIOBERGIA


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CUCINA LA CORNUE E CAPPA IN RAME RESTART. SUL TAVOLO PIETRA VALDOSTANA BLU-VERDE E, A DESTRA, INGRESSO NELLA SALA DA PRANZO


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QUI SOTTO, SCORCIO DELLA SPA CON SPAZIO DOCCIA IN PIETRA VALDOSTANA. PAVIMENTI E PARETI SONO IN DOGHE DI LEGNO TEAK BURMA. LE LUCI SONO DISEGNATE E REALIZZATE SU MISURA. NELLA PAGINA A DESTRA, LA CAMERA DA LETTO PADRONALE CON LA POLTRONA FRAU E IL LETTO CON LA BASE IMBOTTITA E ARREDI ESEGUITI SU MISURA, CON LA CLASSICA POLTRONA FRAU ROSSA.


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Nella camera da letto, riscaldata con la stufa in maiolica bianca, sono evidenti le caratteristiche del lavoro di Roberto Giobergia sia nel recupero delle antiche porte che chiudono gli armadi, sia nella posa dei pavimenti in larice rosso e nei soffitti con le travi a vista. Molta attenzione nella scelta dei materiali e accurate rifiniture rientrano nella strategia dell’azienda di Roberto Giobergia, alla ricerca dell’eccellenza nell’uso del legno.

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ARMONIA VERDE

TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI DARIO FUSARO

ACCANTO ALLA TORRE DEI GUEVARA DUCHI DI BOVINO, A RECALE, C’È UNO SPLENDIDO GIARDINO STORICO CREATO DA DONNA ANNA MARIA SUARDO GUEVARA NEL 700 E CURATO CON PERIZIA DA NICOLA TARTAGLIONE


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Un gioiello verde. Il giardino impiantato da Donna Anna Maria Suardo Guevara duchessa di Bovino nella metà del Settecento a Recale, a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta progettata da Luigi Vanvitelli nel 1752. La nobildonna, dama di compagnia della Regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena, aveva seguito l’invito dei Reali, (unica ad accettarlo tra le famiglie nobiliari partenopee), a trasferirsi nei pressi della Reggia di Caserta e dopo aver abbandonato il magnifico Palazzo napoletano aveva stabilito la sua dimora a Recale. E lì, accanto alla Torre dei Guevara Bovino, aveva impiantato un giardino di quasi due ettari. In segno di riconoscimento, Ferdinando IV di Borbone le concesse, con Real Dispaccio del 1781 un carlino d’acqua (misura di captazione dell’acqua dalle fonti e dagli acquedotti reali) per l’irrigazione. “Mi è stata affidata la conservazione del giardino venticinque anni fa dagli attuali proprietari. Da allora ho operato con progetti di restauro e, soprattutto, con opere di manutenzione ragionata: un’analisi delle specie vegetali, un censimento accurato delle essenze presenti e dell’età degli alberi antichi”, racconta Nicola Tartaglione, architetto appassionato di dimore storiche e giardini antichi. “L’acquedotto borbonico è stato interrotto in età repubblicana, nel 1945 per l’esattezza, e quindi si è provveduto allo scavo di un pozzo artesiano per alimentare nuovamente le condotte e garantire l’acqua alle peschiere e alle fontane”. Il giardino fu disegnato secondo il modello dei giardini all’italiana. Dopo alcuni anni, complice la moda per i giardini informali all’inglese, (dovuta anche all’influenza a Napoli dell’ambasciatore inglese Sir William Hamilton e della sua fascinosa moglie, Lady Emma Hart) il giardino di Recale fu ripensato. Nel giardino dei duchi di Guevara vennero piantati, all’interno delle stanze geometriche, l’albero della canfora, Cinnamon camphora, e l’albero dei tulipani, Liriodendron tulipifera, con l’ordine perentorio di lasciarli crescere liberi, senza alcuna potatura. “La mescolanza tra il rigore geometrico e l’informalità inglese continuò con l’introduzione della camelia, Camellia japonica, e della sensitiva, Mimosa pudica, realizzando l’aspetto attuale di giardino del dubbio, indeciso cioè tra armoniosa simmetria e disordine controllato”, continua Tartaglione. “In seguito, prevarrà il giardino all’inglese, con la trasformazione dell’antico boschetto, attiguo al giardino ornamentale, da terreno per

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le battute di caccia a luogo adibito a passeggiate romantiche dove contemplare la natura “selvatica” e le monumentali querce”. Al giardino si accede dalla Corte del Palazzo con Torre dei Guevara. Oltre il cancello si apre un corridoio verde delimitato da filari di Agapanthus con i muri coperti di rose e limoni. Una sfrondatura apre un passaggio in un topiario di Taxus baccata oltre il quale appare il giardino all’italiana. Il viale centrale interseca sentieri laterali bordati da Buxus sempervirens potati ad arte. A segnare gli incroci i grandi vasi di terracotta con le imponenti Cycas. Sullo sfondo, l’architettura semplice di un padiglione del 700, una peschiera con ninfee e papiri. Parallelo al viale centrale si trova il “viale degli ombrellini”, uno dei più significativi esempi di arte topiaria settecentesca. Trenta panchine in pietra vesuviana, disposte in fila e modellate con una sapiente topiaria di Buxus sempervirens che, piantato alle spalle di ognuna, forma la spalliera e i braccioli. L’arredo verde è completato da tre Buxus sempervirens alti due metri e mezzo potati a forma di ombrellini. La visione d’insieme del viale e delle coltivazioni di arance e mandarini che fanno da sfondo al topiario, è insolita e spettacolare. Nel giardino sono presenti una gran quantità di agrumi, che nella stagione invernale, sono una gioia per l’olfatto e per la vista. Molti anche gli alberi centenari, tra questi, oltre all’albero della Canfora e all’Albero dei Tulipani, un Tasso (Taxus baccata), una sequoia (Sequoiadendron giganteum), l’Albero delle Vedove (Araucaria Bidwilii Hook), una Magnolia grandiflora che sovrasta un gruppo di camelie antiche: japonica, sacio, anemoniflora rosea, general pescetto, atroviolacea, alba pena warrata rubra, duchessa d’Orléans, vergine di Collebeato. Anche la loro fioritura è uno dei momenti magici del giardino di Recale. Che, al fascino antico, aggiunge una forma originale e una personalità unica. Da visitare. n

Nelle pagine precedenti, in apertura, l’antica Torretta (XVII sec) situata nella parte del giardino all’italiana al termine del viale degli ombrellini con cupola in pietra di lapillo vulcanico. A pag 91, la torretta si erge a ridosso del muro di

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cinta interamente ricoperto di Ficus pumila, che racchiude un antico orto giardino. In questa pagina, il doppio filare di panche in pietra vulcanica circondate da una antica e sapiente topiaria di bosso che forma la spalliera e braccioli.



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Nelle pagine precedenti, il viale degli ombrellini. Arance e mandarini sono lo sfondo del bosso in forma. Pagina a sinistra, in alto, uno scorcio dell’insolito artificio vegetale con i tre alberelli di bosso potati a forma di ombrellino; in basso, ai piedi degli agrumi cespugli di agapanthus. In questa pagina, in alto, agli incroci del viale centrale, asse di simmetria del giardino all’italiana, le Cycas revoluta coltivate in vaso situate agli angoli delle aiuole di bosso. A fianco, la peschiera con le ninfee e i pesci rossi.

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Nelle pagine precedenti, la fontanella dell’ombrellino, una piccola scultura in terracotta posta su uno scoglio di roccia al centro di una peschiera che raffigura una coppia di bambini che si riparano sotto un ombrellino di latta su cui piove lo zampillo. Come cornice, i bellissimi aranci coltivati a fruttificazione bassa. A sinistra, la Torre di Guardia dei duchi di Guevara di Bovino. In alto, uno scorcio della porta del padiglione neoclassico.

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Alcuni scorci del giardino dei duchi di Guevara visti dall’alto che ne mettono in risalto la topiaria e gli alberi di agrumi. Il giardino è aperto tutto l’anno e si può visitare su prenotazione. L’Associazione GIA.D.A. (Giardini e Dimore dell’Armonia) fondata da Nicola Tartaglione si occupa di promuovere la conoscenza del giardino con l’apertura al pubblico grazie a visite guidate che ne raccontano storia e botanica. Per informazioni, info@nicolatartaglione.it Mobile +39 335 6099462

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FOTO

Matteo Cirenei

istinto e passione Laureato in architettura e fotografo. Ma non ha mai voluto praticare la professione di architetto perché la fotografia lo ha conquistato in giovane età. Le due “specializzazioni”, comunque, hanno finito per marciare insieme: “Il mio approccio alla fotografia non è stato né accademico né canonico bensì espressivo: utilizzavo l’architettura come materia da plasmare a mio piacimento per creare immagini dinamiche, prospettiche, dai forti contrasti”. In seguito, la collaborazione con alcune riviste di architettura e design ha modificato il suo approccio rendendolo più “morbido”. Così è stato fino alla seconda decade del 2000, quando ha dato il via ai più recenti progetti, dalla descrizione dell’ambiente urbano milanese, all’arte pubblica, dall’architettura strutturale in Italia ai cantieri di Expo, dall’archeologia industriale In alto, la foto “Torre Unicredit al paesaggio naturale dei corsi d’acqua, utilizzando una macchina grande formato – Bosco Verticale”, Milano. e scattando in pellicola. “La lentezza delle operazioni fa sì che le immagini siano Qui sopra “Complesso abitativo assai più meditate, e la fase di ripresa vera e propria è ridotta al minimo. Credo che Torre Amiata”, Milano. Nella pagina a sinistra, in questo modo si riesca più facilmente a sentire nascere in sé una fotografia, la cui in alto Children’s Park” Expo cattura con la fotocamera è poi solo una conseguenza meccanica, al contrario di Milano 2015. Sotto “Piazza quello che succede andando in giro con una fotocamera digitale al collo e scattando della Repubblica”, Milano. a destra e a manca lasciandosi guidare dallo strumento, anziché usarlo solo come prolungamento del nostro pensiero”. Le opere di Matteo Cirenei sono esposte in numerose mostre e hanno una quotazione importante. photoarch.com n TESTO DI FRANCO NICCOLI

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DIALOGHI in giardino Pantanello: da un campo d’erba medica a un’oasi verde Chi ama il bello è probabile che abbia una volta visitato, o almeno sentito parlare del DI GUIDO PIACENZA Giardino di Ninfa non distante da Roma, vicino a Latina, tra Doganella e Sermoneta Scalo. Io intendo invece raccontarvi una storia, un’idea nata proprio durante una passeggiata fuori dai confini del giardino. “Nella tarda estate del 1991”, racconta il direttore (e autentico Angelo Custode di Ninfa con la moglie Stella) Lauro Marchetti, ”mostravo agli amici e ai consiglieri della Fondazione Caetani, Fulco Pratesi e Arturo Osio, l’azienda agricola che in quel momento presentava una monocoltura a erba medica e nient’altro. Da naturalisti commentavamo come dovesse essere quell’area 70 anni prima, paludi, boschi e tantissima fauna. Fu un lampo, il Genius Loci, lo spirito del luogo si stava spostando all’esterno per dirci che un’utopia era possibile. Perché non ricreare in quei 100 ettari anonimi, ma con un nome trainante come il Pantanello, la bellezza e la ricchezza del passato? Riproporre su scala ridotta l’ambiente prima della bonifica della terra pontina. La Fondazione non dispone dei mezzi finanziari per realizzare il sogno di riportare la natura in terre a essa espropriate. Intanto in tutta la provincia il pensiero comune era: ‘Ma come, ci son voluti anni di micidiale lavoro per sconfiggere la malaria che ha mietuto non poche vite umane, al fine di realizzare una rigogliosa agricoltura e ora che si fa? La si ricrea?’. La strampalata iniziativa approdò in Regione Lazio e dopo qualche anno un gruppetto di assessori e consiglieri fecero visita al luogo divenuto oggetto di dibattito che viaggiava tra l’entusiasmo e la condanna. Poi passarono mesi, era il tempo delle migrazioni autunnali, tra gli stormi di acquatici migrò anche una lettera della Regione alla Fondazione. Il progetto era stato approvato con un finanziamento di un miliardo di lire per realizzarlo. Nell’agosto 2003 terminati gli ampi scavi a quote differenziate per adeguare le esigenze ai suoi prossimi abitanti, fu aperta la saracinesca per far entrare la preziosa acqua che alimenta il giardino”. Poi ecco che la vita prorompe. Le brulle sponde si rinverdiscono, rondini e balestrucci volano a pelo d’acqua per bere e per predare insetti mentre la comunità locale infuriava timorosa per il ritorno della malaria. Il 5 ottobre il primo ’apripista’. Al calar del sole un maschio di alzavola appare d’improvviso, ampia virata e poi scivola giù sull’acqua; collo teso a osservare in varie direzioni. Dopo alcuni minuti decollo quasi verticale e sparisce. Col binocolo fu possibile notare che aveva la seconda remigante destra spezzata. Mattino seguente, ore 8,15. Il sole era già alto, all’orizzonte una decina di uccelli dal volo rapido viene in direzione del Pantanello, sono anatre selvatiche, alzavole, il capofila è lui, quello dell’ala spezzata. Non si può dire che non ci sia stata comunicazione. Durante i mesi invernali potrete avvistare germani reali, moriglioni, codoni, morette tabaccate, mestoloni, beccaccini e beccacce nei boschetti, varie specie di falchi, succiacapre e pendolini, tartarughe e tanto altro, compreso i vegetali. Info: fondazionecaetani.org n

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L’INTERVISTA

a cura di Marco Bay

Fergus Garret: capire i microclimi all’interno del giardino Fergus Garrett, ‘ispirato’ capo giardiniere di Great Dixter, giardino di culto immerso nella campagna inglese dell’East Sussex , sprigiona un’energia incredibile nel combinare foglie e colori e nell’insegnare il mestiere alla futura generazione. Quando ti sei reso conto che la tua professione aveva una forte ed intima relazione con la natura? Quando ho visto per la prima volta le piante da giardino allo stato spontaneo in Turchia. Prima di allora, ho sempre fatto una distinzione tra giardino e natura. Le lezioni di Cristopher Lloyd sono per te una priorità o segui anche le tue emozioni? Entrambi. Considero ogni cosa. Come rinnovi i mix borders a Great Dixter? Cerchi nuove piante viaggiando o visitando vivai? Un po’ di tutto: a volte ci si innamora di una pianta e finisce nel ‘Long Border’, a volte una pianta entra in gioco per migliorare un angolo del giardino, a volte qualcosa muore e lo si sostituisce con qualcosa di diverso, a volte si sogna un’idea e poi la si mette in pratica. Nel giardino hai un mese preferito? Novembre perché sta per iniziare il nuovo anno e anche il momento in cui i colori estivi incontrano l’autunno e l’inverno è dietro l’angolo per portar tranquillità. La fantastica stanza “Exotic garden” è unica per la collezione di piante subtropicali che sopravvivono all’aria aperta. Pensi che tale successo sia dovuto dal cambiamento climatico? No, perché il cambiamento climatico potrebbe significare che abbiamo inverni rigidi altalenanti. Ma abbiamo anche degli estremi, quindi invece di un’estate calda, potremmo avere un clima freddo e umido. Quello che sta accadendo al tempo è che diventa sempre più irregolare. Quindi nell’”Exotic garden” ci deve essere il controllo da parte nostra nel trapiantare le piante e metterle nella protezione di una serra in inverno. Sperimentare con condizioni meteorologiche irregolari rende questo processo difficile poiché si

utilizzano piante che preferiscono estati calde e alcune preferiscono estati fresche, alcune le vogliono umide, altre le vogliono più secche e quindi è davvero necessario capire i microclimi all’interno del giardino. Che cosa mi puoi dire della nuova generazione di giardinieri? I ‘millennials’ sono sensibili ai temi della natura? Pensi che abbiano un approccio diverso nei confronti del giardinaggio? I ‘millennials’ sono più vicini alla natura perché hanno una forte personalità e sanno pensare da soli, ma hanno comunque bisogno di buone lezioni e buoni maestri. Il futuro sembra luminoso fino a quando le persone avranno i loro giusti principi. Purtroppo oggi la gente pensa solo ai soldi e non alla bellezza e alla qualità della vita. Nel giardinaggio, sei più interessato a sperimentare i colori in contrasto o a scegliere una texture diversa per fogliame? Entrambe le cose, variando di anno in anno. Troppe e sole foglie danno un risultato monodimensionale; il colore senza texture è troppo ‘grezzo’. Qual è il libro che stai leggendo ora? “The Flora of Turkey”. Mi fa addormentare, non perché non sia eccitante, ma è scritto da un botanico. Dopo un temporale, in autunno, quali sono le tue sensazioni camminando in giardino? Penso quanto sia bello ma sono sempre, comunque, concentrato sul lavoro. Quei momenti in cui mi rilasso, guardo e ammiro sono rari ma importanti. Qual è il futuro dei giardini inglesi? Le persone sono il futuro dei giardini inglesi. Se non investi sulle persone, non avrai nulla. Qual è un sogno che ti piacerebbe realizzare nel giardino? Avere Christopher, mia nonna e gli amici assenti qui, una sera d’estate, per godersi il giardino con tutte le persone che sono ancora vive. Per me, il loro spirito è molto importante.

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il corallo è protagonista di raffinate collezioni dal design contemporaneo


GIOIELLI

Antonino De Simone

IL FASCINO SOFISTICATO DEL CORALLO Dal 1830 la Antonino De Simone è specializzata nella lavorazione del corallo per la realizzazione di accessori moda e gioielli. Nel laboratorio artigianale di Torre del Greco, 25 abili maestri sono gli artefici di un’esclusiva produzione di semilavorati, incisioni, dettagli di precisione per marchi del lusso, che si affianca a una vasta produzione di gioielli dal design contemporaneo. Le collezioni firmate Antonino De Simone sono caratterizzate dal connubio tra il fascino naturale del corallo, abbinato a materiali preziosi come oro, argento, diamanti, pelle, e un design fatto di linee pulite e volumi essenziali. Il tutto lavorato rigorosamente a mano secondo le tecniche di una tradizione. ultracentenaria. L’offerta si articola su un’ampia gamma di collezioni, in grado di rispondere a diverse preferenze estetiche e gusti personali. Per gli amanti di un’eleganza classica e raffinata, l’azienda propone, tra le ultime novità, i collier e gli orecchini della linea Spose, realizzati in corallo bianco, diamanti e oro 18 carati (qui sopra). Spazio anche al corallo rosso del Mediterraneo, con la linea Trame

di Corallo, caratterizzata da un design ricercato e informale (pagina sinistra, in basso), e la collezione Regali Preziosi, con montatura di ispirazione floreale, in oro e diamanti (pagina sinistra, in alto). L’eccellenza di questa produzione è stata riconosciuta da Unioncamere di Roma, che nel 2011 ha incluso l’azienda tra le 150 Imprese Storiche d’Italia, in occasione delle celebrazioni dell’Unita d’Italia. “L’azienda, espressione del bello e del ben fatto italiano, affianca al laboratorio, una collezione museale di oltre 300 monili antichi, provenienti da paesi lontani lungo le vie del corallo” spiega Gioia De Simone, alla guida dell’azienda dal 2010. “La missione sociale dell’azienda consiste in un impegno orientato alla diffusione della conoscenza dell’arte del corallo, della sua storia e dei popoli che lo amano. Naturale conseguenza dell’orientamento alla divulgazione è l’offerta di visite guidate gratuite ai visitatori, che possono, in seguito ad una lezione introduttiva sulle varie specie di corallo, ammirare il laboratorio, la collezione privata di gioielli etnici antichi e lo showroom”.

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IL DIRETTORE CREATIVO DI LA RECHERCHE SPIEGA LA FILOSOFIA E LO STILE DELL’AZIENDA ISPIRATI ALLA ”BELLEZZA DELLA SEMPLICITÀ”


INTERIORS

ALLA RICERCA DI UNA BELLEZZA SENZA TEMPO La Recherche è uno studio di interior design con showroom a Firenze e Sassari, che crea ambienti caldi ed eleganti, semplici e sofisticati. Giovanni, avvocato e direttore creativo del brand, spiega la filosofia dell’azienda. Come è nata La Recherche? Da una lunga tradizione di una famiglia di imprenditori, attiva in vari campi sin dagli anni 40, nasce, a Firenze, da 25 anni città d’adozione di parte della famiglia, il nuovo progetto La Recherche. L’idea è stata di mia madre, Giacomina, che decise di iniziare l’avventura in un nuovo settore, trasformando in lavoro la propria passione per l’arredamento, ispirandosi e fondendo insieme le esperienze del casale piemontese e della cascina toscana del 700 con il gusto provenzale e la lunga tradizione dei lini lavorati rigorosamente sul telaio a mano della sua terra, la Sardegna. Come si è evoluta l’attività dell’azienda? Oggi, con la nuova generazione, La Recherche è un concept che si evolve costantemente con nuove idee e nuove esperienze, che si aggiungono a completare, pur non stravolgendola, l’idea iniziale. Nascono, così, le collaborazioni con le più importanti aziende del design. La vostra produzione è rigorosamente artigianale. Si, realizziamo mobili su misura con le tradizionali tecniche di costruzione degli antichi maestri, rigorosamente in legno massello. La scelta delle essenze, castagno, rovere, abete, pioppo, noce, pero dipende dalla finitura e dagli effetti che vogliamo ottenere secondo

La Recherche

l’idea di casa studiata per il cliente. Il ferro battuto è rigorosamente lavorato a caldo usando forgia incudine martello e poco altro... il gusto e la sensibilità dell’artigiano ispirati alla bellezza della semplicità. I tessuti, lana, cotone e misto lino, lavorati sul telaio a mano per confezionare tende, tappeti, copricuscini, tovaglie, biancheria per il letto, sono esclusivamente bianchi o écru per dare un’idea rigorosa di semplice eleganza. Distintivo è, poi, il recupero di vecchi legni, porte, travi di soffitto, correnti, pavimenti, pareti di fienili per dare alle nostre creazioni il fascino e il sapore inconfondibile e non riproducibile del tempo.

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ALLA FIERA DI MILANO TORNA HOMI CON UNA SELEZIONE DI INTERESSANTI NOVITÀ PER LA CASA CONTEMPORANEA E IL LIFESTYLE


EVENTI

Homi

ALLA SCOPERTA DEI NUOVI MODI DI ABITARE La nuova edizione di Homi, il Salone degli Stili di Vita, torna negli spazi espositivi di Fiera Milano dal 25 al 29 gennaio con un’ampia panoramica sulle ultime novità per l’interior design e il lifestyle. Quest’anno l’evento dedica una particolare attenzione all’evoluzione dei modi di abitare. Come dimostra un recente sondaggio di Casa Doxa, la casa desiderata dagli italiani è un luogo sempre più dinamico che, accanto alle funzioni tradizionali, accoglie nuove attività legate al relax, allo studio e al lavoro. Per raccontare queste trasformazioni, Homi presenta una proposta ampia e trasversale, con accessori e decorazioni d’arredo, oggetti per la tavola, tessuti e tessili per la casa, essenze, profumazioni per ambienti, ma anche articoli promozionali, oggettistica da regalo, da cerimonia e ufficio. Accanto alle nuove collezioni di alcune tra le più prestigiose aziende italiane e internazionali, la manifestazione offre uno spaccato sul design sperimentale, con i prodotti realizzati da start-up innovative e progettisti emergenti, che animano gli spazi di Creazioni e Sperimenta. Confermata anche la presenza di due aree espositive che presentano a visitatori e operatori specializzati alcune tra le più attuali tendenze del design: Homi Hibryd Lounge, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, che esplora il tema dei materiali innovativi e Homi Fashion&Jewels, che propone le nuove idee creative nei settori del bijoux, dell’accessorio moda e dei fashion jewels.

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uno stile contemporaneo che esprime una preziosa essenzialità

Qui sopra, anello della collezione FreeVola in oro rosa, onice e pavé di diamanti. Qui a destra, tre anelli FreeVola. In senso orario, i modelli in oro rosa e pasta di corallo rosa, oro giallo e pasta di corallo rosso, oro giallo e pasta kogolong.

In alto a sinistra, due tra le molteplici possibilità di personalizzazione Scelgo Io. In alto a destra, le fedi FreeVola; dall’alto al basso, la versione in oro bianco e diamanti, oro giallo e pavé diamanti, oro bianco e pavé diamanti.


DESIGN

MIMI

CREAZIONI DELICATAMENTE FEMMINILI “Autentica, spontanea, spiritosa. MIMI è così, semplicemente femminile”, racconta Marco Broggian, Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia. Nata dall’esperienza nel mondo della gioielleria della famiglia Broggian, MIMI tramanda i valori della tradizione orafa italiana con uno stile contemporaneo ed essenziale. “Vogliamo dare vita a gioielli con un carattere unico, come unica è l’essenza di una donna: sentimentale e sensuale, tenera e ribelle, classica e rock”. Le creazioni di MIMI, realizzate in oro 18 carati, diamanti e pietre preziose, lasciano ampio spazio alla creatività e ai gusti personali della clientela, che può scegliere tra molti stili, materiali e abbinamenti cromatici. I pendenti, gli anelli e gli orecchini della collezione Giulietta e Romeo, per esempio, sono realizzati in oro bianco, rosa e giallo, con cuore in pavé di diamanti, oppure in quarzite di diversi colori, pasta di corallo rosso e onice nera (qui sopra la versione in oro rosa e quarzite viola, e qui a destra l’anello in oro bianco con pavé in diamanti). “Il cuore gira, gli si può affidare un messaggio segreto, racconta diverse emozioni”, spiega Marco Broggian. Ancora più ampie le possibilità di personalizzazione di Scelgo Io, i gioiosi ear-jacket con le pietre taglio cabochon abbinati agli iconici orecchini di FreeVola. I molteplici abbinamenti possono essere visualizzati dal configuratore sul sito mimimilano.com. (pagina sinistra, in alto). La collezione FreeVola, con il suo simbolo iconico,

rivela l’essenza di MIMI. Forme morbide e delicate, valorizzate dal contrasto tra l’oro e i vivaci colori della palette oppure l’intenso nero dell’onice, perchè “black is always perfect”. Il grande anello della collezione ha il gambo doppio solo su un lato e la parte centrale in pavé di diamanti o in oro (pagina sinistra, in basso a sinistra). “Le nostre collezioni sono un mix di creatività, competenze, artigianalità italiana e sensibilità femminile per la bellezza”, spiega Marco Broggian. Il cuore pulsante dell’azienda è infatti un team composto principalmente da donne. MIMI ha un’anima delicata e raffinata, di cui essere orgogliosi.

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FOTO DI MADS MOGENSEN


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CORTINA D’AMPEZZO CHALET E VILLE DI FASCINO CON VISTA SULLE DOLOMITI

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Dolomiti

L

Le Dolomiti sono da anni per l’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Un simile riconoscimento non ha fermato la continua offerta di attività per godere sia in estate, sia in inverno della bellezza di queste montagne. Dai sentieri agli adrenalinici trail del Bike Galaxy, alle piste da discesa e fondo serviti da impianti avveniristici. Questo inverno il Dolomiti Superski festeggia la 45esima stagione. Uno dei comprensori più grandi del mondo, con oltre 1.200 chilometri di piste, nel 2018 ha investito 90 milioni di euro in nuovi impianti di risalita, piste, innevamento programmato e attrazioni in quota. I nuovi impianti automatici vanno a sostituire i vecchi senza impatto ambientale e garantendo agli sciatori collegamenti più veloci, confortevoli e sicuri. Qui è garantita anche la neve. Quest’anno sono stati investiti circa 25 milioni di euro solo per l’innevamento programmato. Generatori di neve, reti di tubature, torri di refrigerazione, pompe e bacini di raccolta idrica sono estremamente efficienti e a impatto zero. Le innovative tecnologie permettono un impiego più razionale delle risorse, e cioè: acqua di fonte, aria compressa ed energia elettrica. L’attenzione alla tutela ambientale è sempre primaria, anche nelle località come Cortina d’Ampezzo che ospiterà i Campionati Mondiali di Sci Alpino nel 2021 ed è candidata con Milano ai Giochi Olimpici del 2026. Se il comitato olimpico sceglierà l’Italia, anche il Trentino sarà coinvolto probabilmente con la Val di Fiemme per le discipline di combinata nordica e salto, ma non si esclude un allargamento ad altre location dolomitiche. Intanto per godersi il panorama, nel Dolomiti Superski sono pronte nuove piste e attrazioni in quota aperte tutto l’anno. come il museo internazionale della fotografia di montagna Lumen con ristorante gourmet a Plan de Corones o il nuovo rifugio Busabella all’Alpe Cermis in Val di Fiemme. n


Cortina d’Ampezzo

COMPRARE AFFITTARE

CHALET ROCCA con piscina indoor A due passi dalla zona pedonale, salotto buono di Cortina d’Ampezzo, lo Chalet Rocca è una raffinata dimora con nove camere da letto e altrettanti bagni, ideale per le vacanze di 14 adulti e quattro bambini. La posizione è invidiabile: con un solo colpo d’occhio si abbracciano il borgo e le cime dolomitiche più famose. L’edificio riprende l’architettura tipica ampezzana e si sviluppa su cinque piani, arredati con gusto e funzionalità, abbinando legno anticato con accessori di moderno design. Gli spazi comuni sono ampi, scaldati da caminetti e arredati da salotti comodi. La sala da pranzo si conferma, come da tradizione, lo spazio conviviale per eccellenza con un tavolone di larice grezzo per 14 commensali. A disposizione degli ospiti, ci sono chef, maggiordomo e una cantina degna di un sommelier. Anche il dopo-sci è degno di un hotel di lusso con una vera spa riservata composta da piscina interna riscaldata, l’hammam e la sala fitness. Italy Sotheby’s International Realty Retreats, Firenze, info@retreats-sothebysrealty.com, retreats.italy-sothebysrealty.com n

POSTI LETTO 18 SUPERFICIE TERRENO LOCALI ACCESSORI Piscina indoor, spa, cantina, garage, ascensore STATO ATTUALE Ottimo PREZZO AFFITTO Su richiesta

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Cortina d’Ampezzo

CHALET PRISCO lungo l’ex ferrovia

Acquabona di Sotto è una delle più belle borgate di Cortina d’Ampezzo, nei pressi della ciclabile lungo la Ferrovia Vecchia, un percorso nella natura che porta fino al centro paese. Qui è stato ultimata nel 2017 Chalet Prisco, una tradizionale casa ampezzana composta da alcune unità abitative progettate con tecniche costruttive rivolte al risparmio energetico ed al comfort, tutte servite dall’ascensore. L’appartamento in affitto è dotato di due grandi terrazze, affacciate sulla carrellata di cime più spettacolari: dal Becco di Mezzodì alle Tofane, dal Faloria e al Sorapiss. Gli interni sono curati in ogni dettaglio, offrendo un ambiente caldo e tradizionale, ma sempre luminoso grazie alle ampie finestre. Legno anticato e pietra caratterizzano sia il living, sia la zona pranzo che comunica con la cucina completamente accessoriata. Nella zona notte, si trovano due camere da letto matrimoniali, una camera da letto doppia e due bagni. L’ascensore sale direttamente all’appartamento. Engel & Voelkers Italia, Cortina d’Ampezzo (Belluno), tel. 0436 861451, engelvoelkers.com/ cortinadampezzo. n

SUPERFICIE mq 100 SUPERFICIE TERRENO LOCALI ACCESSORI Garage, ripostiglio STATO ATTUALE Ottimo PREZZO AFFITTO Su richiesta


Cortina d’Ampezzo

CHALET ROSAZZA tra i cerbiatti Basta allontanarsi un paio di chilometri dal centro di Cortina d’Ampezzo per ritrovarsi immersi nella natura e nel silenzio. In località Sompiei, infatti, è facile imbattersi in cerbiatti e scoiattoli che fanno capolino per nulla intimiditi dagli abitanti. Qui proprio al margine del bosco sorge lo Chalet Rosazza, una solida costruzione in stile ampezzano affacciata su un ampio prato con sullo sfondo la corona delle cime dolomitiche. L’appartamento in vendita si sviluppa su due livelli ed è rifinito nei minimi dettagli, impreziosito da travi risalenti al ‘700 e mobili dipinti, tutti originali tirolesi. Al primo piano si trova un ampio e luminoso living aperto sulle terrazze panoramiche e sulla cucina completamente attrezzata. La zona notte comprende una camera matrimoniale con bagno en-suite, una camera con letto a castello e un ulteriore bagno. Al piano inferiore ci sono la taverna arredata, dotata di zona living con cucina, una camera da letto matrimoniale e un bagno. Engel & Voelkers Italia, Cortina d’Ampezzo (Belluno), tel. 0436 861451, engelvoelkers.com/ cortinadampezzo. n

SUPERFICIE mq 120 SUPERFICIE TERRENO LOCALI ACCESSORI Garage, ski-room, cantina STATO ATTUALE Ottimo PREZZO DI VENDITA 2.100.000 euro

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Nova Levante

VILLA EUGENIA sul lago arcobaleno

La strada che porta da Nova Levante al Passo Carezza passa per lo scenografico lago Carezza, nel quale si rispecchiano le cime del Catinaccio e del Latemar. Il lago è famoso per i suoi colori e per questo viene chiamato anche: il lago dell’arcobaleno. In posizione dominante nella parte alta dell’abitato di Carezza, è stata costruita Villa Eugenia. La vista dalle terrazze è grandiosa. A piedi si raggiungono le piste da sci dello Ski Area Carezza, con 41 chilometri di discese e nella bella stagione, il Golf Club Carezza a 9 buche La villa su tre piani unisce confort e tipico stile tradizionale. Parquet in larice e marmo rosso caratterizzano i pavimenti delle due unità indipendenti. Dall’ingresso del piano terra si accede all’appartamento principale composto da soggiorno con vista sul Latemar, angolo cottura con la tipica stube, due stanze da letto e un bagno.Il piano superiore è una grande area notte per sei posti letto con un bagno.Dal giardino, si accede all’unità del piano seminterrato dotata di soggiorno, spaziosa cucina, due stanze da letto e un bagno. Engel & Voelkers, Bolzano, Tel. 0471 979510, engelvoelkers.com/bolzano. n

SUPERFICIE mq 250 SUPERFICIE TERRENO mq 400 LOCALI ACCESSORI Garage, due posti auto STATO ATTUALE Ottimo PREZZO DI VENDITA 1.100.000 euro


Renon

VILLA MARA sull’altopiano Auna di Sopra è fra le località più soleggiate dell’Altopiano di Renon. Si trova ad un’altitudine di 1.300 metri, a poca distanza dagli impianti sciistici e la vista spazia dalle cime della Val Gardena, all’Alpe di Siusi fino allo Sciliar. Ma il panorama è ancora più ampio da Villa Mara che sorge in posizione sopraelevata rispetto al borgo tra prati e pascoli. Questa massiccia casa altoatesina rinnovata di recente ha mantenuto il fascino tradizionale con le facciate rivestite in legno, il tetto in scandole di larice, così come le grondaie in legno e gli interni rivesti di boiserie tirate a cera. La proprietà si sviluppa su quattro livelli: dall’ingresso al piano terra si accede ad un corridoio centrale sul quale si affacciano la cucina, la stube del 1400, una camera, un bagno di servizio e un salotto. La scala sale al primo piano occupato da quattro camere da letto e un bagno, tutte affacciate sulla terrazza panoramica. Nel sottotetto abitabile è possibile ricavare ulteriori camere. Nel giardino, inoltre, si trova un piccolo edificio ora destinato a deposito. Engel & Voelkers, Bolzano, Tel. 0471 979510, engelvoelkers.com/ bolzano. n

SUPERFICIE mq 398 SUPERFICIE TERRENO mq 12.000 LOCALI ACCESSORI Garage, cantina, soffitta, annesso STATO ATTUALE Ottimo PREZZO DI VENDITA 2.200.000 euro

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SARDEGNA - Alghero

VG PROMOTION

VILLA LIBERTY la belle époque in Sardegna

Alghero, detta anche “la piccola Barcellona”, è il capoluogo della Riviera del Corallo, nota per le sue ampie spiagge bianche con acque cristalline e i tramonti mozzafiato sul Golfo di Capo Caccia. In questo suggestivo contesto paesaggistico, a 100 metri dal porto turistico e a cinque minuti dall’aeroporto internazionale Città di Alghero, sorge un’elegante Villa Liberty di inizio Novecento. L’edificio, caratterizzato da proporzioni armoniose e regolarità compositiva, è rilevante anche dal punto di vista storico in quanto, nel corso degli anni non sono state realizzate modifiche rispetto al progetto originale, ma solo interventi di restauro conservativo. La villa, posizionata ad angolo, è suddivisa in 11 vani su due livelli, con tre ingressi: due accessi da Via Mazzini e uno da Via Lo Frasso. Gli interni sono impreziositi da una vetrata policroma e dalle pitture floreali delle pareti, in stile Liberty, che esprimono un gusto per il decoro che si ritrova anche nei pavimenti e nei dettagli degli interni. Le due facciate che danno sull’interno della proprietà sono caratterizzate da un elegante doppio loggiato e si affacciano sul giardino di 300 metri quadrati. La villa gode dell’approvazione del Ministero dei Beni Culturali per l’adeguamento a norma ed eventuale cambio nella destinazione d’uso. villalibertyalghero@gmail.com, tel. 346/10.69.404 n SUPERFICIE mq 400 SUPERFICIE TERRENO mq 300 LOCALI ACCESSORI Cantina STATO ATTUALE Ottimo PREZZO DI VENDITA 880.000 euro


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MIMI mimimilano.com

Susan Pettee Ivy-leaved Cyclamen, 2015 acquerello su carta, 31 x 23 cm

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SIEPE MARCO BAY

Oltre la

Prendiamoci cura della Terra DI MARCO BAY

Cambiamenti climatici che sconvolgono in pochi istanti un territorio o che gradatamente lo stravolgono: l’istantaneità di maremoti con onde giganti, tempeste con velocità record e l’avanzare della desertificazione. Indubbio che è il progresso il colpevole di questi fenomeni. Olafur Eliasson artista sensibile e impegnato nei temi ecologici, ha portato a Londra davanti alla Tate Modern, il suo “Orologio di ghiaccio”, un potente messaggio mediatico per ricordarci che ci resta ben poco tempo per provare a ridurre i tragici effetti del riscaldamento globale. Notevole è anche “Albatross”, film documentario di Chris Jordan, che più mi ha emozionato all’ultimo “Design Film Festival”. Il tema centrale è come l’inquinamento del pianeta, in particolare quello dei mari, incida sulla sopravvivenza della specie millenaria del volatile che titola l’opera. Immagini forti, che colpiscono il cuore; ogni volta che tocco un pezzo di plastica mi chiedo: dove andrà a finire? Vedere il film per capire il messaggio. La Triennale di Milano sta preparando per marzo un’esposizione internazionale dal titolo “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”: artisti e designer si esprimeranno sui temi legati alla fragilità del pianeta, ovvero opere in grado di riparare e di ricostruire i legami della nostra specie con i complessi sistemi del mondo intorno a noi e dentro di noi. E per il giardino, come ci si comporta? Penso che anche nell’hortus conclusus si debba avere più rispetto nei confronti della natura. Il tema principale è garantire il benessere delle piante, selezionandole per l’adattabilità all’ambiente. Bisogna suggerire la varietà della vita in tutte le forme presenti sulla terra, in modo da preservare vari tipi di natura e di paesaggi. La manutenzione deve essere minima. La costruzione di un giardino sostenibile in totale continuità con l’ecosistema del luogo si ottiene con piante che attecchiscano facilmente. Sarebbe bello poi che le aziende di utensili di giardinaggio avviassero una produzione di oggetti biodegradabili. n




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