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lA SITUAZIONE IN AlBANIA

a fine luglio 1916 sgombero di Valona era assolutamente da escludersi « in conformità del concorde pensiero del Governo che portai a conoscenza di V S >> e soggiunse:

« ( ) fra il Governo e V.E. non si è ancora giunti ad una completa un iformit à di ved ute circa le di rettive ed i mezzi delle operazioni militar i in Albania, tuttav ia è indispensabile raggiunge re tale uniformità di vedute alla quale soltanto può seguire una azione efficace e concorde quale richiede l'interesse del Paese . Confido che una conferenza fra V.E. e i membr i del Governo più direttamente interessati e competenri possa menare a tale accordo meglio e più rapida mente che non lo scambio di lettere e dì telegrammi ( ... ) » (l) .

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La riunione ebbe luogo a Roma pochi giorni dopo ed il Ministro de.lla Marina offrì tre batterie da 152 e due da 120 , tutto quello che poteva dare. Nel frattempo sfumava il pericolo austriaco.

Fra i primi provvedimenti presi dal gen. C adorna circa l'Albania vi furono le nuove direttive al gen. Bertotti (2):

- solo compito del corpo speciale italiano: assicurare il possesso di Valona;

- linea di difesa principale: sul contrafforte immediatamente ad est della baia, col concorso delle navi da guerra;

- linea di difesa avanzata: quella della Vojussa, da tenere ad opera di forze mobi li finché possibile, senza pregiudizio per il loro ripiegamento sulla linea principale;

- operazioni nell'interno: facoltà di azione di colonne mobili a distanza non eccessiva, per creare oltre la linea avanzata u na zona di sicurezza; esclusa qualunque occupazione stabile di località dell'interno.

Quindi fu definito l'aumento delle forze, portandol.e al livello di corpo d'armata ed affidandole al gen. Settimio Piacentini, la cui nomina fu sottolineata con un comunicato stampa, anche per rendere pubblica l'intenzione di garantire i l possesso di Valona (3) Il corpo speciale italiano risultò così composto: a Comandante: tenente generale Piacentini; Capo di S.-M.: col. s . SM. Guglielmotti;

Comandante dell' artig lieria: magg. gen. Novelli; Comandante del genio: magg. Giuliano; Intendente : ten. col. s . SM. Bolla ti ;

Le truppe italiane in Albania (1914- 20 e 1939) b. .38• divisione (magg . gen. Bandini) : brigata Savona (magg . gen . F e rrere) : 15° e 16(' fanteria; brigata Puglie (magg . gen . Quaglia) : 71° e 72 (' fanteria; l 0 raggr . misto artiglieria;

2 2• compagnia M .T . zappa tori; unità dei servizi; c. 4 .3" divisione ( magg. gen Farisoglio) : brigata Marche (magg. ge n. Amadei) : 55l' e 56° fanteria; brigata Arno (col. Bassin e): 21.3° e 2 14° fameroia; 2° e }0 raggr . misto artiglieria; 39• compagrùa zappatori; unità dei servizi; d. 44• divisione ( ten. gen. Benotti) : brigata Verona (magg. gen . Roversi) : 85° e 86° fanteria; brigata Tanaro {magg . gen. Rizza): 20.3° e 204° fanteria; 4° raggr. misto artiglieria;

41• compagnia zappa tori; unità dei servizi; · e. Unità alle dire tte dipendenze:

10° bersaglieri;

.38°, 4r e 48" rgt. M .T .; rgt . cavalleggeri Lodi; squadrone sardo;

5 v raggr . misto ar t iglieria; 75" gruppo d'assedio; sette com pagnie genio delle vane specialità ; u· squadrigJia aviazione; f. Servizi d'intendenza:

- sei ospedaletti da campo (50 letti)_; due ospedali da campo (l 00 e 150 letti); un magazzino avanzato materiale sanitario; una sezione sussistenza; magazzi no avanzato viveri; magazzino avanzato vestiario ed equipaggiamento; alcune sezioni panettieri; un parco buoi ; un magazzino ava nzato artiglieria; magazzino avanzato genio; parco genio; reparto automobilistico.

Il l 3 marzo il corpo speciale assunse la denominazione di XVI corpo d'armata. In totale disponeva di:

12 reggimenti fanteria di linea; l reggimento bersaglieri;

3 reggimenti fanteria M.T.; l reggimento cavalleria;

26 batterie someggiate;

11 batterie da 7 5;

10 batterie da da 87-B; l batteria da 120;

8 batterie da 120-B;

3 batterie da 149.

Più tardi affluirono, nel giro di due mesi, i reggimenti cavalleggeri di Catania e di Palermo, ed il 15° e 36" rgt. M.T.

Il terzo punto consisteva nell'organizzazione difensiva di Vatona, già tratteggiata nelle direttive citate, ma al cui riguardo il gen. Cadorna si mostrò incline a modifiche dopo aver ricevuto una dettagliata memoria che il gen. Bertotti inviò immediatamente a mezzo del ten. col. Mola, suo capo di stato maggiore, colla quale insisteva sull'opportunità di non gravita re con la difesa ad oltranza sul contrafforte ad oriente di Valona, perché in certo modo controllato dalle colline della Malacastra, e di non dare agli Albanesi la sensazione di un nuovo ripiegamento. Perciò Cadorna invitò il gcn. Piacentini a formarsi, sul posto, un concetto esatto delle possibilità difensive e poi di indicare al Comando Supremo quali erano le posizioni che, a suo avviso. dovevano essere tenute ad ogni costo se attaccati da forze superiori, nonché quante forze accorrevano per garantirne il possesso contro i soli Austriaci o contro Austriaci e Bulgari contemporaneamente. Lo studio su quello che prese il nome di « campo trincerato di Valona » - è bene parlarne, in ragione delle critiche che poi saranno rivo l te alla sistemazione nel 1920 esaminava le due possibili linee principali di difesa (schizzo 10): a. LINEA DELLA VOJUSSA (l).

Si tranava di una linea che disegnava un arco convesso ad est, avente come centro la baia di Valona. Comprende va una zona di pianura paludosa lungo la Vojussa, dalla foce alle colline di Trevlazeri,

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