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LA DIFESA ALBANESE NEL 1939
2. Lo sbarco del Corpo di spedizione.
Alle 4 ,50 del ì le navi della seconda colonna davano alla fonda nella rada di Durazzo con un ritardo di circa mezz'ora sul previsto a causa della forte nebbia che aveva rallentato la na'v•igazione. Benché la completa illuminazione della città c dei servizi di segnalazione portuali facessero ritenere molro probabile la presenza dei parlamentari, fu subito iniziato lo scarico delle truppe nelle imbarcazioni acl evitare che, qualora i messaggeri fossero invece assenti, il già consistente ritardo diventasse notevole. Poiché nessuna notizia perveniva dal caccia «Lupo>>, cmraro in porto con altri due, alle 5,25 il gcn. Guzzoni diramò a tutti i convogli l'ordine di iniziare lo sbarco. I primi inconvenienti riguardarono lo scarico dei reparti, che non poté avere In successione prevista interferendo nella vapidità dell'operazione e costringendo ad utilizzare il fanteria per la costituzione della testa di sbarco. Infatti:
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- il piroscafo « Pa1arino », sul quale era imbarcato il XVII btg. ciclisti, destinato all'occupazione di Durazzo, era in ritardo;
- il piroscafo « Toscana », destinato ad attl'accare con la prima mandata, non poteva entrare in porro avendo un pescaggio superiore ai fondali;
- la nave « Miraglia », sulla quale si trovavano i carri leggeri, non poteva attraccare subito perché in sua vece era entrato in porro il piroscafo « Aquitania », che faceva parte dell'ultima mandata. Non appena i marinai misero piede sulla banchina, violente raffiche di fucileria e di mitragliatrici li invesrirono . La reazione immediata dei caccia, specia1mente contro i fabbricati dove erano annidati i nuclei avversari, ed il subito intervento del X btg. bersaglieri costringevano i difensori di Durazzo a ripiegare. Alle 9 la città era occupata. Verso le 10 , mentre continuava lo scarico delle navi, arrivava l'Addetto militare italiano a Tirana , col. Gabrielli , con due delegati di Zog - che per sopravvenut'i contrattempi non avevano poturo rispettare l'appuntamen Lo previ sto - incaricati di negoziare un accordo militare concernente la collaborazione delle truppe italiane con quelle albanesi. Il gen. Guzzoni, nel fr attempo sceso a terra, rimase un po ' incerto ma ascoltò i plenipotenziari in quanto:
- il col. Gabrielli asseriva che la Legazione a Tirana aveva ricevuto istruzioni da Mussolini di cercare un componimento;
- se a questi parlamentari il Capo del governo attribuiva tanta importanza da sospendere lo sbarco, appariva logico che le proposte presentate rivestissero tanta importanza anche se offerte cinque ore dopo.
Tutravia rifiutò di arrestarsi sulle posizioni raggiunte in attesa della conclusione dell'accordo e solo dopo le ·insistenze dell'Addetto militare ·accettò di sostare alla periferia di Durazzo fino alle 16 , purché le truppe albanesi si ritirassero olt-re il fiume Arzen. Naturalmente non consentì, invece, di fermare ai porti di sbarco le altre colonne - come chiesto dai delegati del re, che avevano appreso la novità solo allora - perché l'occupazione degli altri obiettivi avrebbe comunque creata una situazione a tutto nostro favore (e anche perché era tuttora privo di collegamento con i tre comandanti).
A parte l'attcnd]bilità del contatto con i due parlamentari, il gen . Guzzoni decise ili accettare la temporanea sospensione delle operazioni, e quindi il ritardo nell'attuazione del piano, anche perché si ·era reso ben conto di come .Je cose non procedessero affatto con la desiderata regolarità. Un solo battaglione era completo e pronto a muovere, gli altri stavano ancor>a riordinandosi e finendo di scaricare; nel porto regnava una notevole cohfusione per i movimenti convulsi ed affrettati resi necessari per l'improvvisa sensibile modifica alla pianificazione degli sbarchi ; la cambiata successione di attracco aveva determinato frazionamenti, disguidi ed :ingombro sulla banchina; il ritardo della << Miraglia », sulla quale si trovavano i carri, aveva fatto mancare l'i ntervento di questi mezzi che avrebbero dovuto facilitare l'avanzata, al punto che il loro scarico era comi'l1ciato solo verso le 13 (l) quando ormai le resistenze erano state superate. Inoltre, 11 col. Gabrielli informava che una forte formazione di 4-5.000 uomini al comando dello stesso re Zog era concentrata nella zona di Kavaja ed -accennava alla possibilità di un attacco sul fianco destro, non appena la colonna si fosse messa in movimento per Tirana , in modo da tagliare ogni comunicazione con Durazzo. A tale informazione, per la verità, il gen. Guzzoni oppose un cerro scetticismo.
Le condizioni dell'accordo proposto .furono trasmesse a Roma per le decisioni:
<< ( ) alt Lettera a firma ministro affari esteri Libohova consegnatami da colonnello Gabrielli presenta a me S.E. Rrok Gera ministro economia nazio nale ed r. colonnello S.E. Semith Koka incaricati negoziare con me le basi di un accordo militare concernente la coijaborazione dell e truppe italiane e delle ttuppe albanesi in Albania alt
( 1l La relazi one uffici:1le (f. 1000 del 15 maggio) indica «il! ore 9,30 ». ma è più attendibile la le ttera personale ( f. 265 del 12 aprile) de l gen. Guzzoni al gen. Pariani che, appunto. precisa « verso le ore 13 ».
<< Ho risposto che avrei sottoposto loro proposte al Duce che solo può decidere in materia ma che non potevo aderire alla loro richiesta di arrestare movimento nostre truppe sulle posizioni raggiunte colline a nord di Durazzo · Rasbulla- Sasso Bianco in quanto esse avrebbero dovuto raggiungere linea che offrisse maggiore s icurezza militare alt
« Per dar tempo reparti albanesi ricevere ordini accetta to sospendere movimemo sino alle ore 16 per raggiungere poi riva sinisrra Arzen - testa ponte Shijak fino ai tornanti della strada Tirana- q 62 sulla strada di Kavaja alt tale linea sarà raggiunta oggi ore 18 alt
<< Re Zog desidera che reparti italiani entrino in Tirana come amtcl et non come conquistatori et vorrebbe che presidio militare tisultasse desiderato da lui come da richiesta in data 7 aprile et della forza non superiore ad una divisione di fanteria alt Inoltre che predetta divisione italiana fosse agli ordini suoi alt
<< Re Zog consente che se accettato accordo domani 8 aprile forze non superiori ad una divisiOl1e si rechino a Tirana alt Parlamentari nulla sapevano delle altre co.lonne operanti al t Saputolo chiedono che esse si fermino nei porti di sbarco alt Sono di avviso che poiché i parlamentari presentarisi ad operazioni in corso colonne raggiungano rispettivamente Scutari , Fieri, Argirocastro » (l) .
I testi proposti dai plenipotenziari erano i seguenti:
<< ( ) Primo alr Tra Sua Maestiì Vittorio Emanuele III Re d'Italia Imperatore d'Etiopia e S M Zog l Re degli A lba nesi, allo scopo di assicurare una più pronta e proficua collaborazione tra i due paesi nel campo militare si conviene:
<< l. - S.M. il Re Imperatore di Etiopia e Re d'Italia metterà a disposizione di S.M. Zog I Re degli Albanesi, a richiesta di questi, una divisione di fanteria la cui costituzione sarà fissata d'accordo fra ]e due parti contraenti.
<< 2. - La predetta divisione italiana risiederà in A lbania e sarà agli ordini del Re degli Albanesi.
« Secondo alt A Sua Maestà Vittorio Emanuele III Re d'Italia Imperatore d'Etiopia a.lt In relazione a quanto stabilitO di comune accordo nella convenzione militare tra no i concordata il sette aprile 1939 preghiamo la Maestà Vostra voler destinare subito in Albania una divisione di fanteria italiana del Vostro Esercito alt».
In relazione a quanto riportato, il gen . Guzzoni chiese istruzioni, e precisamente;
- se poteva annunciare l'accettazione di massima da parte del Governo italiano dell'accordo militare in argomento. In tal caso, però, richiamava l'attenzione sulla dipendenza della divis ione da Zog;
- se doveva arrestare le altre colonne ai porti di sbarco, oppure farle arrivare sugli obiettivi stabiliti; se poteva, subordinatamente all'accettazione dell'accordo, nella giornata dell'8 oppure, preferibilmente, del 9 , trasferire truppe corrispondenti ad una divisione a Tirana. In questo caso chiedeva l'effettuazione dell'aviotrasporto del reggimento granatieri (l).
(l) Tele .33 da ta 7 apri le 19.39, ore 12,30.
Il gen . Guzzoni non era evidentemente favorevole ad accettare le clausole dell'accordo, specialmente per quanto concerneva la dipendenza di unità italiane dal re Zog . Nelle trattative intercorse era stato convenuto che entro le 15 -i parlamentari si sarebbero ripresentati e che, in ogni caso, alle 16 le truppe italiane avrebbero ripreso l'avanzata ed occupata la linea deH'Arzen e la testa di ponl'e di Shijak. All'Ol'a fissata i plenipotenziari non s-i fecero vivi e cinque minuti prima delle 16 gli Albanesi facevano saltare il ponte di Shijak. La cosa non era molto grave, pur apparendo esclusa ogni possibilità di riattamento con i mezzi disponibili, perché veniva subito occupatO un secondo ponte più a valle. Comunqlle fu chiaro che l'abboccamento, la richiesta di sosta operativa, le false notizie circa la minaccia di un forte contrattacco da Kavaja avallate - ovviamente in buona fede - dal nostro Addetto militare, tutto era da considerare espediente per guadagnare tempo a favore delia fuga di Zog .
All'lmbnmire la testa di sbarco potev-a considerarsi sufficientemente consolidata, ma la colonna non era -in grado di continuare perché tuttora incompleta . Infatti, nel porto continuava -e continuerà per tutta la notte sia pur con le aumentate diffkoltà dovute alla scarsa illuminazione - lo sbarco degli automezzi , dei materiali e del carburante, reso laborioso dal fatto che alcuni piroscafi scaricavano a considerevole distanza dalla banchina mediante trasbordo su barche .
Nel frattempo, le operazioni d elle altre colonne non avevano incontrato intoppi di rilievo .
La colonna giunta a destinazione alle 5,30, in meno di un'ora eliminava le poche resistenze e si impadroniva di S . Giovanni di Medua. Quindi spingeva il XXVIII btg bersagheri su Alessio, superando ·le nuove resistenze opposte prima a pochi chilometri dalla cittadina e poi sulle alture della sinistra del Drin. Alle 14,30 occupava l'intero abitato di Alessio dove autorità e popolazione facevano atto di sottomissione. Da quel momento cessava ogni azione di fuoco da parte dell'avversario, che si ritirava verso la Mirdizia. Il col. Scattini poteva dunque proseguire con il III ed il VI btg. ciclisti verso Scutarì, arrestandosi all'imbrunire a circa metà strada.
Maggiori ostacoli incontrava la colonna di Va.lona, che alle 6,.30 iniziava lo sbarco Le prime reazioni si manifestarono sul molo da parte della gendarmeria alb<1nese , presto stroncate da:l fuoco di un nostt•o caccia e dei bersaglieri. Questi, non appena sostituiti nella testa di sbarco dalle camicie nere, procedettero verso Fieri. Inta nto un battaglione albanese, proveniente da Elbasan su automezzi, non essendo giunto in tempo per contrastare la presa di terra della nostra colonna, si schierò sulle altllre di Bestrova, a circa 7 chilometri dalla città. Il combattimentO, iniziato verso le 14, si protrasse -per oltre tre ore, sia a -causa della buona sistemazione dei difensori sia per difficoltà nei collegamenti che resero poco ader en te e t empes tivo il fuoco .della -corazzata «Cavour». Sopraggiunta la sera, la colonna era .costretta a sostare, a stretto contatto col nemico.
A Santi Q uaranta, la già scarsa azione di cont rasto opposta dalla gendarmeria veniva prontamente travolta dalle compagnie del battaglione « S. Marco». All'imbrunire la colonna raggiungeva Delvino.
La sera del 7, dunque, la situazione era la seguente (schizzo 39 ):
- Comando del Corpo di spedizione a Durazzo;
- colonna Messe: aveva superato l'Arzen ed era a contatto con elementi nemici;
- colonna Scattini : aveva raggiunto Alessio e, verso nord, le zone di Gjadri e Barbu-lush;
- colonna Bernardi: teneva saldamente V alona ed era a contatto col nemico sulle -alture di l3esrrova;
- colonna Carasi : aveva raggiunto Delvino.
In serata il gen . Guzzoni emanò l'ordine di operazione n . 2, riguardante la sola colonna Messe, per la prosec uzione dell'avanzata su Tirana. All'alba, mentre li grosso passava l'Arzen, aerei da bombardamento - come richiesto sin dal giorno precedente - eseguivano azione di ·spezzonamento e bombardamento sulle posizioni del b ivio eli Vorra. Ma subito 1.a marcia della colonna subiva due contrattempi. Il primo •era presto risolto: nuclei armati albanesi che cercavano di ostacolare la progressione rapidamente messi in fuga. Il secondo era l'ennesimo incidente organizzativo : durante la nottata, per errore, dalla base di D urazzo erano stati inviati fusti di gasolio im'ece di benzina, cosicché ·la quasi t otalità dei mezzi ruotati ed i carri si trovarono nella impossibilità di proseguire e dovettero rimanere in attesa della sostituzione del carburante. Allora il geo. Guzzoni dispose personalmente che un battaglione ciclisti si spingesse avanti senza perdere più tempo. Una mezz'ora dopo, una compagnia motociclisti ed un battaglione card, superavano i ciclisti e riprendevano la testa del movimento. Tuttavia, avendo ormai -chiara la situazione dell'avversario, il Comandante del corpo di spedizione decise di accelerare i rempi dell'occupazione della capitale. Alle 8,45 veniva lanciato su Tirana un nucleo meccanizzaro I reparti albanesi, prevalentemente della gendarmeria, scaglionati ed appostati lungo Ja strada fra ·la stretta di Vorra e Kashari, sorpresi da:Wirruenza del nucleo e dal sopraggiungere da nord di una compagnia morodclisti inviata , da Alessio, dal XXVI II btg. bers. su preciso ordine del gen. Guzzoni, non ebbero neppure il tempo di reagire con qualche intensità : quasi tutti gettarono le armi . Alle 9,30 il nucleo meccanizzato entrava in Tirana, seguito, dopo qu-aranta minuti, dall 'avanguardia. Quasi contemporaneamente atterravano all'aeroporto .i primi reparti granatieri.
A Tirana tutto era stato predisposto su orchestrazione del ministro Jacomoni: dai giorna1ì, alla stazione radio, alle manifestazioni popolari, ·alle fuma te all'aeroporto per segnalare la direzione del vento. E ra già pronto perfino il Governo provvisorio {l). L'atmosfera era strana . Da un lato 'la consapevole zza che la spedizione non avrebbe trovato ostacoli di sostanziale rilievo; dall ' al tro qualche motivo di tono allarmistico. L'impazienza era, comunqu e, l'elemento dominante a Rom a (2). La seguente successione oraria, al riguardo, è profondamente significativa:
- fra le 8 e le 8,30 (ora non precisata , tuttavia ptima delle 8,30, secondo quanto si desume dalle memorie de'l ministro Jacomoni) (3), arrivavano, uno dopo l'altro, in aereo, il gen . Ranza ed il gen . Valle: due generali di squadra, uno d ei quali sottosegretario di Stato e capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica . Le truppe i ta-
(l) F Jacomoni, op citata, pag 128
(2) I numerosi inconvenienti del giorno 7, ed il ritardo che ne era conseguito , avevano innervosito Mussolini al punto da inviare addiriuura il gen. Valle a solle· citare (questi peraltro arrivò a cose fatte) II Diario di Ciano è eloquente in proposito Ci furono, comunque, degl i strascichi , t aato che il gen. Guzzoni - dopo aver riferito 1'8 aprile (f. 79 al Capo dd Governo e, per conoscenza, al gen Pariani)il 12 aprile r itenne opportuno scrivere nuovamente a Pariani:
« Mi sono aste nuto dall'inviarti nei giorni scorsi una documentazione particolareggia t a degli avvenimenti del giorno 7 a Durazzo per non disturbarti e perché ritenevo che la questione fosse ormai superata e chi2rita sotto ogni punto di visra.
«Avendo però appreso che il Colonnello Gabrielli è stato invitato a riferire al riguardo, sento il dovere di esporti con tutta serenità, ma con altrettanta comprovabile obiettività, l 'origine ed i successivi svi luppi di quella che a Roma è stata giud icata una "perdita di tempo" od un ingius t ificato tempo di arresto » ( f. 265 di prot. data 12 aprile).
(3) F. Jacomoni, op. citata , pag. 128 liane più vicine non 3\'evano ancora raggiunto il bi\"io di Vorra (un 2 5 chilometri di pessima strada);
- alle 8,30 pet:vcniva a Jacomoni un telegramma da annunciante l'imminente arrivo, sempre in aereo, d i Ciano, ministro degli Esteri. A quell'ora le prime unità avevano ripreso il movimento, dopo il rifornimento di carburante;
- alle 8,50 il sottosegretario Pariani, pur non avendo ancora comunicazione della sicura disponib-ilità dell'aeroporto di Tir.ma, stimando la calma tornata nella capitale e ormai prossimo l'arrivo delle truppe, ordinava- verbalmente- che si attuasse senz'altro l'aviotrasporto del reggimento granatieri. Alle 9,05 partiva il primo scaglione, preceduto dall'aviazione da caccia;
- alle 9,30 Ja como ni (l) spediva il seguente telegramma:
« Grande adunara popolo piazza Skanderbeg accoglierà truppe a1 loro ingresso in città. Segretario Generale questo Ministero Interni telefona però pregando vivamente accelerare massimo possibile arrivo a Tirana primo contingente timore che elementi turbolenti ancora circolami città provochino nuovi disordini ».
Quasi nello stesso momento arrivava alla Legazione il nucleo meccanizzato (alle 9,38 secondo Jacomoni, alle 9,30 secondo la relazione del gen. Guzzoni);
- alle 10,10 arrivava ·l'avanguardia della colonna Messe;
--alle 10,30 circa arrivava in aereo Ciano
Ad ogni modo, per predisposte che fossero state le cose, << le accoglienze tributate alle nostre truppe dalle autorità civili di Tiran a e dal popolo sorprendo11o veramente - per la loro intensità - noi lutti» (2). Subito dopo l'entrata in Tirana, il col. D'Antoni approntò una colonna celere , co!>tituita dal XVIII btg. bers. mot , dal X btg. carri e dal XIV btg. bers. autotrasportato per proseguire su Elbasan La colonna, partita verso le 16, raggiungeva dopo poco più di due ore Qafa Krrabes, incontrandovi militari che, sorpresi, non opposero resistenza. Appartenevano alle truppe del principe Hjssein Dolshisti, nipote di Zog, da questi lasciato a proteggere la sua fuga. Abbandonare lungo la strada furono rinvenute due batterie someggiate al completo, armi portatili, cofani munizioni ed altro materiale. Avviari su Tirana gli sbandati, la colonna scendeva rapidamente nella valle dello Skumbi e, benché ostacolata dalla notte sopraggiungente, entra,·a alle 20,30 in Elbasan, anche qui accolta en tusias ricamente.
A nord, il col. Scattini, ripreso all'alba il movimento e superare ulteriori resistenze con il III ed il Vl btg. bersaglieri, veniva arrestato in corrispondenza della Drinassa da una forte d(fesa ben sistemata sul terreno. Tuttavia, dopo qualche ora di fuoco, il console d'Italia a Scutllri si presentava alle nostre linee comunicando che il nemico a\·eva deciso di ritirarsi e che la popolazione era pronta a ricevere festosamente le truppe iraliane. Alle 16,30 la colonna faceva il suo ingresso in Scutari.
A Valona, sul far del giorno, anche la colonna Bernardi attaccava decisamente le retroguardie albanesi rimaste in posto ed in un'ora aveva ragione di esse. Alle 18 entrava in Fieri. La colonna Carasi, dal canto suo, da Dclvino riprendeva l'avanzata su Argirocastro. Solo ostacdlo alla sua marcia erano le pessime condizioni delia strada. Il giorno seguente anche Argirocastro era occupata fra vive dimost razioni di simpatia da parte della popolazione.
Così, in tre giorni tutti gli obiettivi erano stati raggiunti. La sera del l O aprile la dislocazione delle truppe era quale indicata nello schizzo 40 e poco dopo l'occupazione si estendeva a rutta l'Albania, sulla base delle di retrive mandate il 9 aprile dal Ministero (l).
B 12 aprile, sempre su pressione di Mussolini, l'Assemblea Costituente si 'riunì e votò la seguente risoluzione:
« l) Il regime giit esistente in Albania è decaduto; la cosù tuzione, emanazione di questo regime è abrogata.
« 2) E' costituito un Governo nominato dall'Assemblea, investiw di pieni poteri.
« 3) L'Assemblea dichiara che il popolo albanese. mcmore e riconoscente dell'opera costruttiva data dall'Italia per lo sviluppo e la prosperità dell'Albania, decide di associare più intimamente la vita e i destini dell'Albania stabilendo con l'Italia vincoli di una sempre più stretta solidarietà.
«Accordi ispirati a questa solidarietà saranno stipulati fra l'Italia e l'Albania.
<< 4) L"Assemblea Nazionale Costi tuente, interprete.: della unanime vo· lontà di rinnovamento d el popolo albanese e quale pegno solenne per la sua realizzazione, decide di offrire. nella forma di Unione Personale, la corona di Albania a Sua MaestÌl Vittorio Emanuele III Re d'Italia c Imperatore d'Etiopia. per Sua Maestà e per i Suoi successori ».
Nel frattempo, lo Stato Maggiore pro\'vedeva al potenziamento del corpo di spedizione:
( l ) F.T. }18 data 9 .1prilc 1939 :-.llegato 61.
-- il 15 aveva inizio a Bari l'·ìmbarco della divisione alpina
Julia, destinata a presidiare ]a zona di Scutari ; il 18, a Brindisi. quello della divisione eli fanteria Lupi di Toscana , destinata a portarsi nella zona di Korça- Pogradec, e dell'Intendenza che dov eva im pìanrarsi a Tirana; il 25 quello della divisione Venezia, destinata ad andare al confine nord - orientale; mentre la Murge si spostava da Valona alla zona dì Argirocastro- Premcti -Santi Quaranta e la divisione corazzata Centauro iniziava il suo concentramento ai porti di imbarco per trasferirsi a sua volta in Albania.
3· Considerazioni sull'operazione O.M.T.
Il gen. Guzzoni con lettere personali prima al Capo del Governo (l) e poi al gen. Pari ani (2) e più tardi con la relazione uffici-ale al Ministero della Guerra ( 3) mise in evidenza senza molte perifrasi i numerosi inconvenienti riscontrati, alcuni dei quaU già in precedenza accennati. Prima dì tutto occorre sottolineare che dal punto di vista strertamente operativo la spedizione si è dimostrata di assoluta facili tà, come d'alrra parre più o meno previsto, sia pure con le cautele del caso. L'aspetto più pericoloso di una resistenza, se mai, era legato alla eventualità di una guerriglia spossante, ma questa evenienza assai difficilmente poteva temersi sin dallo sbarco. Le perdite complessive nei tre giorni 7, 8 e 9 aprile ammontt.lrono a 93 uomini, e precisamente: ufficiali: l morto e 9 feriti;
-- sottufficiali: l morro e 8 feriri ;
- truppe : 10 mort i e 64 feriti; di cui il 60% apparteneme alla Marina.
I principali rimarchi riguardano l'efficienza del corpo di spedizione e l'organizzazione dei trasporti via mare c via aerea: a. Le truppe. Necessità contingenti imposero, o meglio consigliarono, una spiccata caratteristica di leggerezza nella costituzione del corpo di spedizione, tuttavia l ' applicazione del concetto in qu esto caso fu spinta oltre il minimo di potenzialità e di efficienza richiesti: la mancanza di artiglieria nel primo scaglione si fece gravosamente sentire, perché costrinse a ricorrere - e per la sola fase sbarcDal fuoco delle navi da guerra, fra l'altro più difficilmente ottenibiJ.e con tempestività c po<;O agevole da dirigere per mancanza di idonei collegamenti. pari dicasi per la carenza di me'LZÌ per il passaggio dei corsi d'acqua, cui si sopperì fortunosamente e con perdita di tempo.
(1} F. 79 dara 8 aprile 1939.
(2) F. 265 data 1-2 apri[e 1939.
(3) F. 1000 data 15 ma ggio 1939.
Ma, costituzione a parte, l'aspetro che maggiormente è apparso sotto una luce negativa è il grado di approntamento delle unità. «L'efficienza dei reparti in conseguenza della forte aliquota di richiamati, della mancata possibilità di allenarli e del loro insufficiente addestramento, si è dimostrata alquanto scarsa - scrisse il gen. Guzzoni - .Ad esempio, una sensibile percmtuale di bersaglieri del1901, 1902, 1903, 1904 affluiti ai reparti non sapeva usare la bicicletta o la motocicletta e non conosceva le nuove armi ( ... ) >>. Peggio ancora nel campo delle trasmissioni, il cui personale richiamato dimostrò una pratica insufficiente delle stazioni r .t. allora in dotazione a comandi e reparti. Da notare che l'imperizia di detto personale spinse ad un'esasperata richiesta di rinforzi già alla sera del primo giorno: b. Collegamenti. Oltre il mancato addestramento dei richiamati, due deficienze organizzative hanno pesanti riflessi nella condotta delle operazioni:
«N. 49 - Guerra Gabinetto - Informo che collegllmc:nti non hanno regolare funzionamento per limitata capacità personale et operatori stazioni lllt Occorrerebbe fare affluire al pii:1 presro nel porto eli Dw·azzo 12 sottufficiali capi radio telegrafisti operai specializzati pratici sta7.ionc R.F.O.S. et 2 radio monrarori et 4 sottufficiali pratici stazione R.4 ah generale Guzzoni ».
- necessità di d ipendenza dai mezzi della Marina, sino a sbarco effettuato, per le comunicazioni radiotelegrafiche; c. La fase sbarco. Che in circostanze del genere sorgano imprevisti è da ritenersi normale e proprio per questo occorre che la pia- nificazione relativa abbia una ce.Na elasticità, sì da assorbire senza molte difficoltà le ripercusslon:i di incidenti vari. Tuttavia, quanto emerso nel caso in esame sembra da ascriversi solo a frettolosità organizzativa e ad inesperienza.
- ritardo nella distribuzione ed avviamento del materiale radiotelegrafico. Questo, infatti, che dDvcva assicurare il co:llegamento fra il comando del corpo e le singole colonne, è giunto ai porri di partenza soltanto poco prima dell'imbarco (da 6 a l ora), sì da rendere impossibile perfino il controllo del loro stato di funzionamento; operazione che non poté esser compiuta neanche in navigazione a causa del silenzio radio per tutte le stazioni non della Marina.
Non si può accettare, ad esempio, una frammentarietà dei carichi ( 1), dovuta alla Iimitata capacità dei piroscafi, tale da frazionare i reparti su pitt navi con i] persona:le sepavato dai mezzi e distruggendo la unità organica finanche di compagnia>> . Non è giustificabile che una nave come la « M-iragha », unica ne!l suo genere perché la sola trasportante i carri armati - primi a dover essere scarica:t!iabbia potuto effettuare lo scarico solo parecchie ore più tardi del previsto non per un'avaria o per una causa bellica, ma perché il suo posto alla banchina era stato occupato da un caccia. Non è giustificabile che una nave come la « Toscana » sia dovuta rimanere al largo perché ·il suo pese-aggio era superiore ai fondali del porto di Durazzo. Non è giustificabile che per sbarcare i 30 autocarri di un battaglione autotrasportato l'« Aquitania » abbi·a impiegato circa 12 ore, frustrando ogni possibilità di impiego del reparto. Nulla invece da dire sull'aerotrasporto, tr·anne che, una volta atterrati, i battaglioni granatieri si sono trovati semiparalizzati per mancanza di mezzi di trasporto .
Sulla spedizione niente è stato taciuto e tutto è stato riferito. Purtroppo, la conoscenza di tutti gH errori ed inconvenienti sembra sia rimasta circoscritta alle ahe ·sfere politico-militari ( 2). Probabilmente, se avessero formato oggetto di -aperto e chiaro commento s·ino al livello almeno divisionale un concetto sarebbe stato completamente assimilato: 'Ìn una operazione di guerr-a effettuata d>iniziativ-a e senza alcuna impellente motivazione politica né militare non è lecito impiegare reparti insufficientemente preparati al compito. E' perfino superfluo domandarsi il grado di capacità offensiva di reparti celeri, e per questo ridotti all'essenzi·ale, in cui una «sensibile percentuale » di uomini non sapeva adoperare H me-Lzo celere (bicicletta o motocicletta) del quale erano dotati dieci battaglioni betsaglieri su dodici.
Come si vedrà- e peggio ancora- nell'anno seguente, il Capo del Govemo e Ministro deHa Guerra, deUa Marina e dell'Aeronaut·ica non capì che la mobHitazione delle unità non si esaurisce con la
(l) L'errore del r ifornimenro di gasolio invece di benzina è da imputare anche e soprattutto a questo fatto.
(2) Unica circolare diramata risulta il f 28430 del 9 aprile del Ministero della Guerra · Gabinetto (ali. 62).
276 Le truppe italiane in Albania ( 1914-20 e 1939) vestizione e l'equipaggiamento dei richiamati, ma comprende - ed esige - anche una fase che si chiama di addestramento e di amalgama. In altri termini: ha bisogno di rempo.
Infine, a dimostrare con quali << redini corte >> sia stata guidata la spedizione, si ritiene significativo il diario storico << O.M.T. >>, tenuto dal Gabinetto del Ministero della Guerra dal 6 al 9 maggio (1).
Il maresciallo Badoglio, inviato in Albania per un giro di ispezione nella seconda metà del successivo giugno 19.3 9, al rientro presentò una dettagliata relazione a Musso lini (2). In essa, premesso che « l'instabilità della situazione politica intemazionale consiglia di affrontare e risolvere nel più breve tempo possibile » l numerosi problemi sollevati datl'-occupazione recentissima dell'Albania, sottolineava la necessità che l'acguisàione di qudle posizioni strategiche « vera porta di chiusura dell'Adriatico e porta di sbocco nei Balcani, sia verso Salonicco- Costantinopoli, sia verso Atene, sia infine verso il litorale dalmatico e il cuore della Jugoslavia» venisse potenziata adeguatamente in campo economico e militare in modo da rispondere « ad ogni eventuale evenienza >>.
Passando poi al rapporto specifico, H mar. Badoglio così si esprimeva:
«L'occupazione militare dell'Albania ha avuto luogo mediante lo sbarco contemporaneo in quattro punti della costa albanese, distanti fra loro, in media, 70 km, di uno scaglione di circa 22.000 uomini.
«Tutto è andato nel modo migliore , grazie all'avveduta preparazione poli tic a. Sarebbe , però, assai dannoso nascondere gli errori compiuti, per il solo fatto che essi non hanno avuto conseguenze apprezzabili : devono essere, bens1, studiati attentamente per trarne ammaestramenti per il futuro.
« Anzitutto, il primo scaglione del corpo di spedizione, forse per meglio mantenere il segreto, è stato organizzato affrettatamente e solo all'ultimo momento sono stati presi accordi diretti fra .le singole forze armate. Le truppe celeri ne hanno formato il grosso; esse, tratte un po' da tutti i reggimenti, non avevano una fis io nomia organica e, nello stesso tempo, con la loro partenza, hanno messo in crisi tutte le grandi unità celeri e motorizzate. Crisi ora risolta con il rientro, già disposto, di dette truppe. Ciò senza dire che, in un terreno come guelfo albanese, monmoso, privo di buone strade, le truppe celeri (specie i ciclisti) hanno finito col perdere la loro caratteristica di celerità, tanto più che gli automezzi erano ridotti al minimo per difficoltà di pronto scarico dai piroscafi
« Il reggimento granatieri, pure, era costituito con elementi tratti dai 3 reggimenti e in prevalenza con richiamati.
( l) Stralcio jn allegato 63.
(2) F. 4533/Segr. data 29 giugno :1939 . allegato 64 .
<< La dotazione di artiglieria era minima, se non addirittura nulla (la colonna di Durazzo aveva solo una batteria da 20; niente lè altre colonne) cosicché . di fronte alla pur modesta resistenza albanese, non poré farsi assegnamento che sulle artiglierie delle navi. Il tiro di qw:ste non poteva riuscire tempestivo ed efficace. dato che l'unico mezzo rapid{> di collegamento finiva per essere la motOcicletta, non essendo i radiotelegrafisti dell'Eserci to in grado di far bene funzionare le radio , per difetto di addestramento.
<< I richiamati non avevano un minimo Ji addestramento per un 'eventuale campagna di guerra: specie i più anziani non conosct·vano le armi, i mezzi di collegamento , i mezzi di t rasporto. E' occorso un periodo intenso di addestramento di 2 mesi per poterli, alfine, amalgamare con gli ahri. Bisogna aggiornare con più frequenza l'addestramento delle classi in congedo; in ogni caso mettere, però, in prima linea le truppe più giovani se si vuole ottenere rapidamente una decisione
<<L'inquadramento. per metà di ufficiali di <.'omplemenw. lasciava molto a desiderare.
« Il concetto di sbarcare in 4 punti della costa assai disranri fra loro, sparpagliando le forze disponibili. ha messo queste alla mercé di un'eventuale reazione in forze albanese. non prevedibile, forse, ma da non escludersi ; e ciò doveva consigliare la scelta di un solo punto per uno sbarco n massa Si sarebbe. forse , così e\ itato anche il piccolo spargimento di sangue di Durazzo (e il sangue dei soldati è prezioso) perché, manovrando successivamente a massa , si sarebbe frustrata ogni velleità di resistenza albanese.
«Le operazioni di requisi zione di piroscafi e, specie, quelle di imbarco e di sbarco hanno presentato non pochi gravi difetti: reparti destinati a sbarcan.: per primi, imbarcati sul piroscafo più lento; invio di piroscafi di pescaggio superiore ai fondali del porto di destinazione; piroscafi non adatti al carico di automezzi e consegue nte ritardo dello sbarco eli un btg. autotrasportato; frazionamento dei reparti nel carico; ritardo nello scarico dei carri armati perché occupata la banchina da altra unità
« Notevole. altresì. il gravissimo errore dell'invi o, dalla base di Durazzo, di fusti di gasolio invece di benzina, cosicché la quasi totalità dei mezzi motorizzati e meccanizzati rimase immobilizzata proprio nel momento in cui occorreva avanzare rapidamente.
« Data la scarsa e disorganizzata resistenza albanese. i lamentati inconvenienti non hanno avuto come conseguenza niente altro che disordine. ritardi, sperpero di materiali, disagio di truppe.
«Però, soprattutto gli tlfficiali di stato maggiore hanno bisogno di me· dimre su tali inconvenienti, per evitare assolutamente il ripcrersi di essi in eventuali contingenze avvenire .
« Le operazioni eli sbarco sono complesse: il dedicato a prepararle non è perduto e dà la ga ranzia di un successo pronto cd economico.
« S.E. Guzzoni mi ha consegnaro copia della relazione fatta al Ministero della Guerra La uni sco alla presente per il caso che V.E. non ne ab· bia avuta Yisione integrale •>.
Concludeva poi evidenzi ando la necessità di provvedere alla sistemazione delle truppe in Albania, considerate numericamente sufficienti sino a quando realizzata la organizzazione difensiva; di mi- gliorare la rete stradale; ampliare le possibiJ.irà portuali di Durazzo e di Valona; approntare numerosi campi di avi·azìone; procedere a lavori di bonifica e di colonizzazione agricola; ed ammonendo:
<<- l'alta importanza strategica dell'Albania - che si accrescerà se la Jugoslavia dovesse dimosmu·si infida o addirittura ostile - impone di provvedere ad un immediato porenziamento del territorio. perché l'orizzonte internazionale è incerto e sarebbe inqualificabile errore farsi sorprendere da cven · tuali complicazioni non in grado di dominare la situazione e di sfruttarne a pieno i vantaggi:
<< -- la maggioranza della popolazione è con noi. sia pure man· in israto di attesa, più o meno diffidente, in riguardo dei vantaggi da ritrarre dal nuovo regime: ma non mancano correnti a noi contrarie, specie queUc intellettuali, da una intensa ed avveduta propaganda degli Stati ostili, i quali abilmente :.fruttano il fanatismo religioso, l'auaccamento al vecchio regime, ecc. Non sarebbe quindi da stupirsi si verificassero arti di terrorismo propri deila Balcania, in tempo di pace, o insurrezioni con atti di guerriglia al primo manifestarsi di complicazioni internazionali >>.
L'operazione O.M.T. non poteva fallire anche se emersero errori di organizzazione e di esecuzione, di cui gli esecutori ebbero minima responsabilità. D'altronde non poteva, obiettivamente, servire da cartina di tornasole perché con un approntamento meno raffazzonato gli elementi negativi non sarebbero esistiti. Era tuttavia sufficiente, quanto meno, per potersi opporre in epoca successiva ad imprese non adeguatamente preparate . Torna utile il ricordo dell'aspra insistenza di Cadorna sulle deficienze della impresa di Libia, sia pure in altro ambiente storico.