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AZIONE DEll ' OSTROVICA
il Comando del XVI corpo italiano, riferì che il gen. Ferrero era prontissimo a collaborare pex la parte iniziale, ma per il prosieguo delle operazioni aveva formulato « riserve estremamente nette riguardo il nostro eventuale futuro ingresso in Elbasan >> (1). Ora, il gen. Franchct d'Espèrey reputava possibile che si verificasse l'op· portunità di un'avanzata su Elbasan e su Dibra- Kalkendelen (Tetovo). Però p<:r rendere attuabile questa manovra «bisognerebbe che ad un certo momento le tmppe operanti in questa regione potessero essere rifornite via Duraz::.o ed Elbasan ». Perciò il 27 chiese al Governo francese «fino a che punto dovesse tispettare, all'occorrenza, le esigen::.e italiane in Albania». Clemenceau fu molto esplicito e rispose ( 9 luglio) di conformarsi in Albania « all'atteggiamento di prudenza » già in precedenza raccomandaro e di << non porre ostacoli all 'iniziativa italiana nei territori albanesi occupati dal nemico » .
D'altronde considerava un'offensiva su EJbasan e Dibra- Kalkendelen « eccentrica, ad obiettivo lontano la cui esecuzione si presentava delicata ed i risultati aleatori» (l). A-nche Parigi, come Roma, autorizzava in Albania solo operazioni ad obiettivi limitati. Intanto il gen. Ferrere aveva dato un preavviso ai comandanti dipendenti per l'operazione. Egli intendeva impegnare essenzialmenre col fuoco di artiglieria tutta la parte centrale del fronte e procedere all'attacco per le ali: su Ciafa Giava- Berat sulla destra, e su Fieri sulla sinistra, gravitando con le forze ad oriente. In relazione al preavviso, anche il dispositivo logìstico venne predisposto per l'avanzata. Dopo di che il gen. Ferrere scrisse al Comando Supremo di aver preso accordi con il gen. Henrys per Ciafa Devris e di pronto all ' azione su Berat e Fieri nello spirito delle direttive ricevute (2). L'affermazione di agire nell'ordine di idee di Diaz era piutrosto azzardata, infatt i questi replicò immediatament<.::
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« ( ) Per quanto riguarda operazione su Berat et Fieri faccio che tale operazione non est stata da me autorizzata et non rientra nelle dirct· tive fissate con i miei tele 16488 et 16733 direttive che pienamente confermo stop .Ma anche ?Cr quanto riguarda entro limiti da me acconsentiti sono tuttora in atcesa ricevere assicurazione che eventuali operazioni avanzate siano compiute d mantenute senza richiedere nuove forze né nuoYi mezzi stop Gradirò ricevere esplicita comunicazione su qucsro pumo prima che V.E. intraprenda qualsiasi operazione >> ( 3 ).
Il geo. Ferrero rispose assicurando che non gli occorrevano rinforzi di alcun genere per occupare la Malakastra ed il nodo di Ciafa
(l) i{elaziom: ufficial e mmo VIII, , •ol. JIT, pag. 73.
(2) Tde +:31 data 26 giugno 1918.
{3) Tele 18133 data 29 giugno 1918.
Glava, giacché la siruazione si presentava molto favorevole. Spiegava inoltre che, poiché l'occupazione dei suddetti passi avrebb e provocato con ogni probabilità la ritirata austriaca a nord del Semeni, intendeva spingere qualche colonna leggera a Fieri cd a Berat, che praticamente sarebbero state occupate senza lotta. Ad operazione ultimata avrebbe lasciato oltre Vojussa la brigata Tanaro a Ciafa Giava, qualche distaccamento sulla Malakastra, qualche squadrone sul Se meni e bande e milizie albanes i a Berat (l}. Allora Diaz acconsentì « entro i limi/ i che mi sono stati indicati » ( 2 ). Era il 2 luglio e la battaglia del Piave stava spengendosi con la nostra vittoria. Dopo ulteriori ripetuti accordi con il gen. Henrys ed il superamemo di talune difficoltà, l'attacco fu stabilito per il 6 luglio su Ciafa Devris c per il giorno successivo per Fieri- Berat.
11 quadro di battaglia del XVI corpo d\u·mata a fine giugno era il seguente:
Comandante del corpo d'armata: ten. gen. Ferrero; Capo di Stato Maggiore: col. La Racinc; Comandante dell'aniglieria: magg. gen. Bondi;
- Comandante del genio: col. Giuliano;
38" divisione (magg. gen. Nigra): brigata Savona (magg. gen. Oneto): 15° e 16o fanteria; brigata Verona (brig. gen. Pavia): 85" e 86° fanteria (3); 23" brigata di marcia (4) (magg. gen. Barbiani): 67 ° e 68° fanteria di marcia; 22 o cavalleggeri di Catania; l o e 2 • raggruppamento artiglieria misto; 40° raggruppamento artiglieria d'assedio; unità varie di supporto e servizi; Settore Himara (col. Arista): . 38° fanter ia M.T.; Settore sud (magg. gen. Albertazzi): . l oo bersaglieri; Comando XlX brigata M.T. (magg. gen. Roversi) e reparti dd 36a e 38° rgt. M.T.;
(l) Tele 447 data .30 giugno 1918.
( 2 ) Tele 18615 data 2 luglio 1918.
{.3 l La XX brigata M .T.. dopo un «ringiovanimento., d i quadri e di truppa, il 22 maggio si era trasformata in brigata Verona.
( -1) Giunta il 13 aprile 1918.
L'ultimo anno di guerra
Truppe Albania meridionale (magg. gen. Rossi): brigata Tanaro (brig. gen. Cerrina): 20Y e 204" fanteria;
I brigata M.T. (magg. geo. Dalmasso) con u·nità varie; 30o cavalleggeri di PaJ.ermo ; 101 o rgt. di marcia; cinque battaglioni Guardia di Finanza;
1• legione albanese;
3° e 4 • raggruppamento artiglieria misto; unità varie di supporto e
L'operazione su Fieri · Bera t inizia il 7 luglio (schizzo 21 ).
Sulla sinistra la colonna del gen . Nigra, con le brigate Verona e Savona, che già nella notte precedente aveva passato la Vojussa, si schiera e raggiunge inosservata ti piede delle col1ine della Malakastra davanti ai trinceramenti austriaci. Alle 4 l'artiglieria e due mo· nitori inglesi dal mare aprono il fuoco sugli obiewivi. Tre quarti d'ora dopo le fanterie lasciano la base di partenza e muovono all'assalto su un fronte di sei chilometri, fra Poiani e Levani, all'estremità occidentale delle colline . Il combattimento s·i impegna subito viv.issimo con il concorso aereo e navale, ma la cavalleria - II gruppo cavalleggeri di Palermo, quattro squadroni cavalleggeri di Catania e lo squadrone sardo - con ampio movimento avvolgente supera sulla sinistra le posizioni nemiche e giunge di sorpresa sul campo di aviazione di Fieri, catturandovi cinque aerei (uno dei quali sta atterrando) e rendendoli inu tilizzabili ed abbattendone uno in volo. Poi in parte prosegue al galoppo verso il Semeni per impadronirsi del ponte di Metali, dove però è respi11ta da i ntenso fuoco di artigiieria e di mitragliatrici; in parte irrompe nell'abitato di Fieri attaccandone i difensori e desistendo solo dopo lotta accanita. A sera le posizioni di Poiani cadono , mentre la cavalleria, non sostenuta , deve ripiegare portando seco numerosi prigionieri. Il giorno seguente tutto il tratto di fronte sul m. Likovun è occupato, ma Fieri è conquistata e superata solo il 9 luglio. Il nemico si ritira oltre il Semeni, facendo s:ùtare 11 ponte di Metali.
Al centro la colonna Rossi, con il grosso della brigata Tanaro, un gruppo di cavalleggeri di Pal.ermo ed uno di Lucca, passata la Vojussa e raggiunta nella notte sul 7 la base di partenza GlavaVocopola (una venti n a di chilometri a nord di T epeleni), con il 10° bersaglieri in secondo scaglione, attacca verso le 4 -le posizioni di Ciafa Glava e Paraboar. L'8 .luglio queste alture cadono ed il nemico arretra lasciando prigionieri ed abbandonando materiali: ormai la porta per Berat è apertél. Superando il contrasto opposto da formazioni di retroguardia, verso sera il gen. Rossi entra 1n Berat, sede del Comando della 47• divisione a.u. SuHa destra opera il gen. Treboldi con una colonna mista: due battaglioni di Guardia di Finanza, una compagnia mitraglieri eJ una di zappatori, due batterie, la legione della milizia albanese ed alcune bande albanesi, ed infine con il [/ 204° fanteria in riserva. Ha iniziato l'azione alle ore zero del 6 luglio, passando il Cerovoda e ben presto urtando contro forti resistenze alla spalla occidentale del Ciafa Devris. Il concorso francese previsto da Ciafa Bccir non ha luogo perché il distaccamento incaricaro di ciò è stato violentemente contrattaccato e respinto. La lotta dura tenace nella nebbia e sotto Ia pioggia ed alfine 1'8 il Ciafa Devris è occupato.
Il 1O .luglio la temperatura quasi tropicale e le fatiche di quattro giorni di combattimenti inducono ad arrestarsi sulla linea Semeni- Berat - Ciafa Devris. Perdite nostre: ufficiali, 20 morti e 20 feriti; sonufficiali e truppa, 114 morti e 572 feriti; albanesi, 26 morti, 7 3 feriti e l4 dispersi. Catturati 1.500 prigionieri e molto materiale bellico. Nei giorni successivi il gen. Treboldi si spinge lungo l'aspro Tomori facendo altri prigionieri e raggiungendo la confluenza della Tomorica con il Devoli. I Francesi, dal canto loro, si erano fermati a Gramshi (schizzo 22). In sostanza, le operazioni sino al 13 luglio avevano condotto praticamente al termine della seconda fase del disegno operativo del gen. Franchet d'Espèrey, il quale, considerato il successo riportato dal XVI corpo italiano, ritenne possibile passare all'ultima fase: l'avanzata sino allo Skumbi. Non potendo esercitare uno sforzo cospicuo su Elbasan per le difficoltà che sarebbero derivate dall'allungamento eccessivo delle linee di rifornimento, era propenso ad agire lungo i contrafforti che dal Gora Top scendono verso Elbasan, il Mali PolisiL ed il Mali Sparir, in modo da raggiungere la fronte Ohrida- ponte di Hadji Bekjar (est di Elbasan), ove sarebbe srato preso il collegamento con le forze italiane. Di conseguenza inviò a Valona un ufficiale in aereo, latore di una lettera personale per il Comandante del XVI corpo.
Il gen. Fe r rero stava p r ocedendo ad un riordinamento delle sue truppe, attestate al Semen i sino alla confluenza con l'Osum, poi alle alture di Cuhava- Polovin, poi a Ciafa Darz. Ciafa Darz doveva perciò restare posto di estrema destra ed ivi fu fermato il gen. Treboldi, col compito di tenere collegamento a vista con i Francesi, cosa di cui fu data comunicazione al gen. Henrys. Il 12 chiese al
Comando Supremo un alrro reggimento di cavalleria ed una squadriglia di autoblindo nonché l'autorizzazione a [rasformare Ja 23" brigata di marcia in brigata dell'esercito permanente e rappresentò:
« ( ) situazione attuale ripieghi acrohatici per sfrurtarc al massi simo mezzi logistici allu:Jlmente a mia disposizione nel nu ovo esteso teatro, dove non esistono che nmlattiere ( ... ) » (l).
Lo stesso giorno scrisse che la situazione si presentava eccezionalmente favorevole per la prosecuzione delle operazioni verso nord « ma per questo mi accorrerebbero, come est noto codesto Comando, altri me:::zi ». Considerata la situazione generale.. dunque, aveva disposto affinché sulla linea raggiunta rimanessero i reggimenti di cavalleria (a sinistra) e gli albanesi del gen. Trcboldi (a destra). Le brigate dovevano raccogliersi p1ù indietro, grosso modo sulle posizioni iniziali, lasciando però ciascuna due battaglioni sulla Malakastra e sulle sue propaggini orientali: era, in tal modo, un dispositivo di sei battaglioni schieraro dalla strada per Fieri a quella per Berat. Quando, il 14 luglio, ricevette la proposta del generale Franchet d ' Espèrey dì proseguire l'azione per ricacciare gli Austriaci oltre lo Skumbi col concorso francese, dovette rispondere:
« ( ... ) debbo con mio grande rincrescimento dichiarare come l'impresa non sia possibile dati i mezzi di cui dispongo: non tanto per le forze, che pure sono limitate rispetto alla fronte ed all'operazione; ma essenzialmente perché mi mancano i logistici dei quali ho sfruttato l'estrema elasticità giu nger e al Semeni.
«( i dovendo rivo lgere ogni disponibilità del Paese ad affrontare sulla fronte italica una situazione tuttora grave, il Comando Supremo mi autorizzò all'operazione testé compiuta a sola condizione di non esigere per questo un qualsiasi concorso né presente, né in prossimo a\'\lenire ( ) » t2).
Promise tuttavia di riferire al Comando Supremo, anche senza molte speranze di rinforzi, ed assicurò che avrebbe tenuto oltre Semeni un'occupazione avanzata sulla dorsale del monastero di Ardenica ed avrebbe spinto le bande a'lbanesi sull'nlto Devoli ad occupare Gostima. Inoltre prese atto del riconoscimento oirca l'appartenenza di Elbasan alla zona di influenza italiana. Poi informò il Comando Supremo, concludendo che qualora la situazione generale avesse giustificato il passaggio dal programma min-imo - realizzato ad abundantiam - di mig liorate le condizioni di difesa del campo trincerato, ad altro più vasto, avrebbe avuto assoluto bisogno dì al -
(l) Tele .3906ì d ara l2 lu!llio 1918
(2) F. 482 data 1-1 luglio 1918 - ;t]legaro .3-1 meno un'altra divis ione provvista di tale do\'izia di supporto logi· stico da consentire di passare dalla dipendenza logisrica di Valona ad altra imperniata su Durazzo:
« ( ... ) qualunque :,ioao che pervenisse soltanto a progresso intermedio esigerebbe mezzi logistici identici, allungando l:l linea di operazione con disagio delle trupp.:, pNlandoci ad una situazione tattica meno fa\·orevole per le ragioni topografiche già dette e per il fatto della maggiore resistenza che il nemico acquisterebbe neiravvicinamenco alle sue basi ( ... ) » (l). Comunque, per soddisfare - come si è dettO - in parte il desiderio espresso dagli alleati, ordinò la prosecuzione dello sforzo da parte del gen. Treboldi lungo il contrafforte del Mali Siloves, a nord di Ciafa Darz. Il provvedimento nelle sue conseguenze ebbe ripercussioni spiacevoli sia nei confronti del Comando Supremo sia tn quelli del Comando A.A.O.
Il gen. Diaz ,j nfarti t·ibadì che la situazione sul Piave era tale da esigere tutto lo sforzo che il Paese poteva dare e
« ( ) di ciò prego V .E. volersi bene rendere conco. tanto più che tali difficoltà furono in tempo segnalate come quelle da tener ben presenti nel programma da S\"olgersi in Albania stop Rinno\'O tale raccomandazione come base assoluta di ogni suo progetto ( ... ) Voglia V.E. considerare in rutto il loro valore la diversità di importanza dci vari teatri di guerra onde contenere le operazioni nei limiti dd realizzabile et considerare altresì i vantaggi rispetto a mezzi et forze che derivano dal notevole accorciamento della sua fronte (. ) » ( 2 ), e promise di inviare un reggimento di cavalleria « sole truppe eli cui posso disporre » (3). Poi, dopo qualche giorno, riferendosi alle proposte fatte dal gen . Franchet d'Espèrey, ritenne opportuno evitare equi voci:
- gli obiettivi stabiliti per il recente sforzo dovevano essere considerati conseguiti ed ogni ulteriore progresso a nord del Semeni esulava dal nostro compito militare in Albania e quindi dalle forze, proporzionate appunto a tale compito;
- la sistemazione difensiva doveva prevedere: sul Semeni una semplice linea di osservazione; sulle posizioni MalakastraGiava - Paraboar · Ciafa Devris un a linea di dHesa avanza ta; il campo trincerato di Valona costituiva il ridotto per la difesa ad oltranza (4).
( l) F. 485 15 luglio 1918.
(2) Tele 20399 O.G. data 19 luglio 1918.
(3) Si trattava del reggimento cavalleggeri Umberto l, che il 26 luglio.
!4) F. 20692 ùat11 24 lul!Jio 19-18.
Senonché turte queste che in fondo concot-davano perfettamente con la linea di condotta adottata dal gen_ Ferrera e comunicata al gen. Franche t d 'Espèrey, si trovarono superate dagli avvenimenti. L'azione sul Siloves incontrava resistenze impreviste c, mentre i Francesi, avuta notizia di spostamenti di truppe bulgare sul loro fronte, chiaro segno quanto meno di un irrigidimento della difesa, furono d'avviso di sospendere l'azione , il gen. Ferrero non volle tirarsi indietro c, rivolgendosi al geo. de Lobit, comandante del 3° gruppo di divisioni, sottolineava che l 'operazione era stata iniziata su richiesta del geo. IIenrys allo scopo di raggiungere Gostima, sulle pendici settentrionali del Siloves, e tagliare la ritirata agli Austriaci barruri in Val Tomorica. Soggiungeva inoltre:
<< ( .) Data situazione attuale ritengo necessario spinge da a fondo per liberare dal nemico zona a sud dell'arco del Devoti, donde esso porrebbe esercitare continua minaccia contro nostre ali stop pertanto miei ordini a gen. Treboldi sono di continuare energicamente operazione intrupresa fino a raggiungere suddetto scopo stop conro su vostro concorso » ( l).
Di fronte alla segnalazione di difficoltà del terreno, del caldo eccessivo e della resistenza opposta dagli Austriaci, rinnovò «l'ordine categorico imprimere massimo impulso operazioni saliente Devoli sgomberando/o senza ritardo da truppe nemiche». Evidentemente cercava con uno sforzo energico di chiudere la questione, che cominciava a profilarsi più pesante di quanto previsto. Anche sul basso Semeni vi erano scontri: i reparti a nord del corso d'acqua erano aHe prese col nemico al convento di Ardenica. E il risultato della lotta era che truppe retrostanci venivano in tutta fretta avviate verso l'avanti per risolvere b partita. Il 24 il gen. Perrero scriveva al gen. Franchet d'Espèrey riconfermando l'impossibilità di ulteriori sforzi tendenti a raggiungere lo Skumbi e chiedendo uno scambio di idee per il caso che prima o poi si verificassero le auspicate circostanze favorevoli per la ripresa delle operazioni (2).
Purtroppo, malgrado la lotta tenace, non soltanto non si conseguivano risulrati apprezzabili ma il nemico si era ripreso. L'offensiva italiana aveva daro uno scossone tale alla fronte austriaca da
(l) Ferrero a de Lobit. !dc: 39769 data 21 luglio 1918. (2l F. 495 data 24 luglio lql8 - allegato 35 impensierire il Comando Supremo a.u. Esso temeva sbarchi a Durazzo ed Alessio; dubitava di poter arrestare la spinta sulle posizioni collinose a nord del Semeni e sul Mali Spatit; la flotta non usciva da Canaro temendo uno scontro in condizioni di inferiorità; le truppe erano depresse. Il l O luglio l' I mperatore decise di sostituire il gen. Koennen- Horak, ammalato, con il gen. Pflanzer- Balrin. Questi arrivò in aereo il 13 a Tirana e si rese subito conto delle cause tattiche che avevano condotto alla ritirata: schieramento a cordone, mancata costituzione di riserve, una certa rilassatezza tipica dei fronti statici. Immediatamente, con i primi ordini modifi cò tali inconvenienti e preparò il primo contrattacco, che ebbe luogo il 24 fra Ardenica e Kuci e che condusse alla formazione di una testa di ponte a sud del Semeni. Per cinque giorni infuriarono in quel settore i combattimenti forse più accaniti di tutta la campagna di Albania (l), ma il 29 il gen. Ferrera riconobbe insostenibile il possesso del saliente di Kuci e comunicò al gen. Henrys che per la pressione nemica, nonostante il lungo contrasto e le rilevanti perdi te, non poteva mantenere più a lungo le alture del salien te e che il conseguente ripiegamento su Berat lo costringeva ad arrestare l 'ala destra su Ciafa Darz (schizzo 23 ), con l'estrema destra a Krpica in val Tomorica (2). Ma il gen. Pflanzer- Baltin, avuto notizie degli intendimenti italiani e ricevuti notevoli rinforz i, cercò di sfruttare la situazione vantaggiosa al centro con la tattica di infiltrazione. Il 31 il gen. Perrero telegrafò ancora al gen. Henrys:
« Avanzata nemica in forze contro mio centro a\\'olgendo per valli risa· lenti verso Giava mi costringe ripiegare questa notte stessa su Malakasua stop pertanto con dolore debbo altresì ripiegare la mia estrema destra fino a Kapinova Glumaka stop non restamì altra via di uscita» (3).
Contemporaneamente segnalò gli avvenimenti al Comando Supremo, ammettendo che - ove non avesse potuto reggere facendo perno su Fieri, ed a coprire Berat appoggiandosi. a m. Sinja ed a Ciafa Darz - era orientato a rompere il contatto e ritirarsi per disporsi a difesa sulla Malakastra- Ciafa Giava. Avrebbe tenutO, se e finché possibile, anche Ciafa Darz. Qualora fosse stato costretto ad abbandonare anche quelle posizioni avrebbe avvertito in tempo il Comando 3 o gruppo di di vision .i francesi (4).
(l l Cfr. Relazione u fficiale austriaca, vol. VI I.
(-2) T 40468 data 29 luglio 1918.
(3 J Tele S.I. 502 dara 31 luglio l 918.
{4 ) F. 20692 data 31 luglio 1918.
I Francesi avevano anch'essi le loro preoccupazioni. Non sapevano dei rinforzi arrivati al XIX corpo austriaco, ma conoscevano il porenziamento della destra bulgara. Il geo. Franchet d'Espèrey invitò dunque il gcn. Henrys a non lasciarsi trascinare verso Elbasan, perché rischiava di esporsi ad un grosso contrattacco. Il comandante dcll'A.F.O. dispose che il gen. de Lobit desse una pausa alle sue operazioni, per lasciare riposare le truppe ed organizzare le linee di comunicazione, e stabilisse una difesa in profondità sulle posizioni raggiunte Era evidente il disaccordo di vedute con il Comando del l'VI corpo italiano. Se questo si lamentò del mancatO concorso su cui contava per l'azione del gen. Trcboldi, l'A.F.O. fu colro quasi di sorpresa dalla notizia del ripiegamemo sino a Ciafa Darz. Al riguardo è da tener presente che in un simile ambiente naturale, ove non esistev<l una linea continua di posizioni bensì una serie di capisaldi più o meno largamente inter vallati, il rapido movimento retrogrado di un reparto poteva provocare una pericolosa soluzione di conlinuità nella difesa di un tratto di fronte, tanto più grave poi se in corrispondenza di un limite di settore. Ciò spiega la comunicazione fatta da Clemencea u, tramite ad d etto militare, al Comando Supremo italiano circa «la situazione delicata nella quale il ripiegamento delle truppe italiane d'Albania ha posto ùzopinatamente l'ala sinistra francese » (l).
D al canto suo, i l gen. Diaz er a intervenuto piurtosro seccamente indirizzando al geo. Fenero un telegramma d.i biasjmo :
«Sono qui pervenuti i telegrammi di V.E 504 et 505 R.P stop Rilevo Ja essi con vero rammarico che azione diretta da V.E. ha assumo proporzioni non assolutamente consone alle precise direttive fissate da questo Comando stop Ho chiaramente confermato a V.E. prima et durante che nessun rinforzo avrei potuto inviare a V.E. et tale condizione avevo posto esplicitamente et ripetutamente prima di :uuorizzare operazione medesima stop Pongo ora ca· tegorico quesilO a V.E. se può con forze attuali ridursi et mantenersi nei precisi limiti più volte tracciati da questO Comando et cioè occupazione Malakasrra- Ciafa Giava con semplice osservazione a nord stop Confermo che forze in patria sono molto inadeguate ai compiti da assolvt:re et non consentono sottrazioni» (2).
(l) Cfr. Relazione ufficiale francese. torno VIII, vol. llL Sulla questione ,·i fu uno scambio di fra Valona c Salonicco che chiuse il breve contrasto. Vds. f. 40929 data 4 agosto del gen Perrero - allegato 36. Inoltre, nel rispondere al Comando Supremo che gli domandava chiarimenti, fer. rero replicò dimostrando di aver avvisato il Comandante A.F.O. con !litta la ccmpesti\•ità concessagli dagli av,·enimenti.
(2) Tele 12531 G M. data 3 agosro 1918.
Poi aveva fatto conoscere al Governo francese, sempre tramite addetto militare, cbe il gen. Ferrera non aveva ricevuto l'ordine di portarsi così avanti come aveva fatto e che. in caso di controffensiva austriaca, doveva arretrare sulle posizioni Malakastra - Cìafa GiavaCiafa Devris, qui srabilendo il conratto con 'l'A.F.O., e precisato altresì che il XVI corpo d 'armata doveva addirittura retrocedere sino a Valona se fortemente incalzato e che non era assolutamente possibile inviargli rinforzi (1). Mentre gli Alleati tendevano a considerare il XVI corpo come l'ala sinistra delle Armare alleate in Balcania, Diaz, come prima Cadorna, intendeva attenersi al compito inizialmente deciso come principale. Ciò almeno sinché la situazione generale non fosse mutata in modo decisivo.
Tuttavia per effetto delle gravi perdite subite da entrambe le parti - il XIX corpo austriaco aveva perduto circa 6.000 uomini ed il 1.'VI corpo italiano quasi un terzo de gli effettivi., anche e soprattutto per la malaria -- era subentrata una stasi pur se ravvivata da continui scontri locali sui rilievi del Sinja e del Siloves, taiché la linea rimase ancora al Semeni - Berat- Ciafa Darz. In questo quadro il gen. Fer rera manifestò il proposito di conservare Berat. Il generale Diaz volle parlare della cosa con i membri del Governo rinteressati, i quali tutti si dichiararono concordi con il Comando Supremo nell'attribuire agli obiettivi di Berat e di Fieri un valore del tutto secondario in rapporto agli eventi del fronte principale, così da subordinare la di loro even tuale conservazione aHa necessità di non distogliere dall 'Italia truppe, delle quali v'era assoluto bisogno in vista di prevedibili avvenimenti che soli potevano risolvere la guerra. Per tale motivo invitò Ferrera ad attenersi alle direttive ripetutamente inviategli, considerando la linea Malakastra- Ciafa Glava come difesa -avanzata del campo trincerato di Valona e tenendo solo se possibile il terreno antistante con bande e cavalleria. Aggiunse che sarebbe stato grave errore attendere 1'aumento delle forze avversarie per effettuare un movimento retrogrado che sarebbe stato certamente ostacolato. La linea Malakastra- Ciafa Giava, più corta di una trentina di chilometri rispetto alla Vojussa, permetteva una certa economia di forze e quindi la costituzione di un'adeguata riserva, e vi doveva essere esercitata una difesa avanzata fi-nché possibile. Gli diss e anche che avrebbe avvertito il Comando A.A.O. della necessità nella quale il XVI corpo si trovava di evitare di tenere una linea troppo onerosa per le sue disponibilità e di impegnarsi in operazioni che non potevano essere alimentate, mentre il suo compito era di difendere Valona. Concluse severamente:
«Voglia pertanto V.E. conformarsi alle istruzioni s tabilite così recisamente da questo Comando e che d'accordo con Governo confermo ancora, onde evit:tre possibili complicazioni qualora il nemico si addensasse. tenendo presente bene che ogni richiesra di forze alla madre Patria rappresenta in questo momento decisivo per noi una soluzione molto grave e t<lle da porsi solo quando V .E. non ne possa fare assolutamente a meno per la difesa del campo trincerato di Valona» (1).
Il gen. Ferrero si rendeva conto delle circostanze, ma ritenne di poter insistere perché non gli sembrava conveniente ripiegare le truppe finché i lavori che stava accelerando sulle posizioni retrostanri della Malakastra non fossero a buon punto. Ed anche perché una ritirata non appariva giust-ificat-a dallo stato di (atto. Tuttavia assicurò che avrebbe dato corso al movimento retrogrado ai primi sintomi di addensamento di truppe austriache (2). E il giorno seguente comunicò al gen. Franchet d'Espèrey la risposta definitiva ricevuta dal Comando Supremo , in relazione alla quale egli avrebbe cercato di mantenere la linea attuale davanti a Berat e Ciafa Darz finché non fosse intervenuta una seria minaccia nemica e finché consentitogli dai mezzi di trasporto disponibili ai fini dei rifornimenti Lo avvisò che ove non gli fosse stato più possibile rimanere sulle posizioni 'in causa senza compromettere il mandato imperativo commessogli dal Comando Supremo, avrebbe sgomberato Fieri, Berat e Ciafa D arz ripiegando sulla destra deli'Osum, con l'estrema destra non oltre Ciafa Glumaka. Nel dichiararsi dolente di tale comunicazione si riservò di segnalare tempestivamenre l'eventuale ripicgamento accennato (3) .
Il mantenimento di Berat però era considerato molto imp<rrtante da Clemenceau, il quale, informato della questione, scrisse ad Orlando facendogli notare che una decisione del genere avrebbe avuto come effetto di obbligare il Comandante dell' A.F.O. a rinforzate la propria sinistra a spese dei preparativi per la dlvisata offensiva generale . Nel pregare Orlando di intervenire per far modificare le direttive impartite dal Comando Supremo al gen. Perrero, prospettava addirittura l'eventual-ità che Berat potesse passare in mano francese: f2J Tele 517 data 12 agosto 1918.
{ Il Tele personale per ge n. Fcrrero data 10 ago::.ro 1918.
{3) Tele S.I. 518 dma 12 agosto 1918.
«l ... ) J'ajoute qu ' il i t indispensable, pour érayer solidcment la gauche française. de lui faire tenir le massif momagneux du J\lali Siloves, ce qui entrainerait ipso facto l'occupation de Bérat par troupcs françaises. Il semble donc plus avantageux, pour écarter certe évenrualiré, que les troupes italienncs continuent à couvrir la région de Bérar ( ) » (l).
Inoltre si rivolse al Capo di Stato Maggiore Imperiale britannico affinché compisse analogo passo presso il gen. Diaz, per evitare quello che da un lato poteva esse re considerato uno scacco per gli Alleati e dall'altro la perdita del raggiunto miglioramento del fronte albanese Evidentemente il problema era visto dalle parti interessate da punti di vista differenti, ma è innegabile la continuità di pensiero del Comando Supremo italiano nel reputare l'Albania scacchiere -assolutamente secondario e non tale da poter influire, neanche indirettamente, sulla battaglia al fronte italiano . Diaz non modificò il suo convincimento e confermò a Ferrera le dir ettive precedentiper l'ennesima volta - sottolineando che non era possibile prevedere quando sarebbe stata risolta la crisi degli effettivi, comunque certamente non in breve tempo. Perciò lo invitava ad informare la sua condotta alla linea che aveva tracciato d'accordo con il Governo (2). Nel frattempo, fin dal 18 agosto il gen. Pflanzer- Baltin aveva deciso di sferrare l'offensiva, sfondando la linea del Semeni all'altezza di Jagodina e poi dilagando verso est e verso ovest, in modo da conseguire H successo con avvolgimenti anziché con attacchi frontali. Il 22 agosto cominciò l'azione con grande violenza contro lo schermo difensivo italiano ed il giorno seguente il gen. Perrero era costretto ad avvisare Franchet d'Espèrey ed Henrys che le notevoli perdite subite e l'impossibi li tà di contenere l 'urto austriaco, esercitato su tutto il fronte con forze rilevanti e sostenuto da numerosa artiglieria, era costretto a sgo mberare Ber-at ed a ripiegare con la destra a Ciafa Glumaka ( 3). Il 2 4 la sinistra italiana piegava su Fieri. Il 25 Berat veniva abbandonata, mentre l'A.F.O. prendeva per parte propria le misure del caso.
Il 28 le truppe austriache si ar res tavano per aver raggiunto, a loro volta, l'estremo limite dell'avanzata concessa dal. braccio logistico, dalle perdite e dalla resistenza del difensore. La linea tenuta dal XVI corpo italiano era la seguente: pendici settentrionali delia Malakastra - posizioni a nord di Ciafa Glava - Paraboar - Gjeres. A
{l) Relazione ufficiale francese, romo V III \'OL Ili. allcgaro 678 (f. 11.153BS/3 data 16 agosto 1918).
(2) Tele 244ì2 del 22 agosr.o 1918.
(3 l Tele 424.31 data 2.3 agosto 1918.
Gjeres (nord-est di Ciafa Glumab) era fissato il contatto con il 3° gruppo di divisioni francesi, che aveva occupato jl retrostante Ciafa Devris (schizzo 24 ).
Il XIX corpo d'armata a.u. assumeva la denominazione di Distaccamento d'armata Albania, anche se constava di due sole divisioni - la 47" su due brigate e la 81• (giiì l/XIX Gruppenkommando) anch'essa su due brigate - ed una brigata autonoma landsrurm, oltre alle truppe nel settore costiero albanese. Stavano per arrivare quattro battaglioni deli'Orient Korps con alcune batterie da campagna ed il gen . Pflanzer - Baltin attendeva ancora la 9• div·isione di cavalleria promessagli. Con questi rinforzi si riprometteva di sferrare l'offensiva decisiva su Valona verso l:a fine di settembre o l 'inizio di ottobre. Non fece in tempo.
La situazione italiana appariva più preoccupante da lontano che da vicino . Parigi e Salonicco erano seriamente inquiete (l). Il Governo francese, colpito sfavorevolmente dalla notizia dell'abbandono di Berat, -aveva incaricato i'l proprio ambasciatore a Roma di premere sul Governo italiano , e quindi sul Comando Supremo, affinché il gen. Perrero fosse « invitato a non cedere il terreno conquistato che in caso di assoluta necessità ( ... ) ed a mantenere il collegamento con la sinistra francese >>. Il gen. Franchet d'Espèrey, pur non giudicando indispensabile lo spostamento di riserve deli'A.A.O. verso il fronte albanese, insistette perché rinforzi italiani ponessero il geo. Perrero in condizioni di difendersi bene sulle posizioni della Malakastra. A dire il vero, la sua preoccupazione non era tanto per Valona, che non reputava veramente minacciata, quanto per il possibile verificarsi di una situazione tale dn influire negativamente sulla grande offensiva che stava progettando in Macedonia. Perciò invitò il gen. Henrys ·a predisporre la sua divisione di viserva per un eventuale intervenro sul fianco sinistro austriaco e considerò per qualche giorno perfino l'ipotesi deU'impiego della 9• divisione greca di Janina, che doveva essere trasportata via mare da Preveza a Salonicco. Ma il fronte albanese si era già stabilizzato e la situazione gradatamente migliorava, anche se durante il mese di settembre i ricoverati in ospedale per malaria salirono dai 13.000 alla ci fra enorme di 19.000. Pur senza drammatizzare il gen . Perrero si trovava in difficoltà .
Particolarmente sensibile era la carenza di informazioni dirette sul nemico che gli stava di fronte. La sua aviazione era praticamente ridotta a zero per avarie di vario tipo al materiale c per la malaria che aveva colpito gli equipaggi. Le notizie ricevute da altre fonti erano contraddittorie. Non poteva escludere la ripresa dell'offensiva avversaria date le voci relative all'afflusso di nuove unità, ed in questa ipotesi intendeva tenere il più a lungo possibile la Malakastra, che però comportava Ja pericolosa presenza alle spalle deloht Vojussa , fìume dai limitati punti di passaggio a mezzo equipaggi da pome che dovevano essere ritirati in caso di piena. Tutto sommato, pensava di poter guadagnare ancora tempo e di poterlo mettere a profitto, pur sentendosi in serio statO di in fatto di materiale di artiglieria, vecchio e logoro.
Il Comando Supremo , vedendo superata la prova del Piave, stava comunque correndo ai ripari. Il 31 agosto era sbarcata la brigata Puglie (71° e n • fanteria) (l), ed il gen. Franchet d'Espèrey , nel dare notizia delle misure cautelative ordinate all'A.F.O., modi apprezzare significato del rinforzo. Il 6 settembre H generale Badoglio, Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, comunicava che era stato disposto l'imbarco della 13" divisione (brigate Barletta e Palermo) e di quattro batterie da 149, già radunate a Brindisi. Si e ra giunti ad una concezione difensiva che, per qua nto su bordinatamente al compito principale della conservazione di Valana, considerava rilevante il collegamento con l ' A.F.O. Perciò, mentre il settore occidentale (dal mare al Ciafa Glava) doveva garantire Valona , quello orientale aveva essenzialmente funzione di saldatura con l'ala sinistra del 3° gruppo di divisioni francesi e. di conseguenza, le forze ivi schier are << in caso di difesa manovrata ( ... )avranno linee di movimento eccen tr;cbe rispetto a Valona » (2).
D'altronde, l'importanza di tenere ]e posizioni di Ciafa Giava era evidente anche ai fìni di evitare l'investimento da est e da sud est del campo trincerato. Per inciso, l 'offerta d isponibilità di una divisione francese nel nostro setrore aveva provocato un rimarco da parte del gen. Diaz, il quale aveva rilevato << non senza meraviglia » come il gen. Ferrera avesse indicato e confermato IGisura come località di concentramento, pur sapendo che ciò avrebbe comportato da parte nostra un onere insostenibile, motivo per cui era necessario che la G.U . in questione rimanesse sulla destra dell'Osum , in modo da poter essere alimentata da Korça anziché da Santi Quaran ta (.3). Ad ogni modo, l'afflusso ùi nuove unità e di complementi poneva il XVI corpo su basi assai più salde e perciò il concorso francese non
(l) Con l'ordine specifico di non impiegarla fuori del campo trincerato di Yal ona.
(2 ) Diaz a Perrero tele 1328 data 9 settembre 1918.
0) Diaz a Ferrero. tdc 13448 dara 15 settembre 19>18 ebbe più motivo di essere. Alla data del 25 settembre il quadro di battaglia era il seguente: u
• divisione (magg. gen. Baronis): brigata Palermo (magg. gen. De Negri): 67° e 68 o fanteria; brigata Barletta (magg. gen. Carbone ) : 13r e 138" fanteria;
.36' divisione ( ten. gen. Chionetti): brigata Tanaro (brig. gen. Cerrina): 203° c 204" fanteria; brigata Puglie (brig. gen. Taruffi): 71" e fanteria;
38' divisione ( magg. gen. Nigra):
. brigata Savona (brig. gen. Oneto): 15° e 16 ° fanteria; brigata Verona (col. Vanzetti): 8Y e 86" fanteria;
IX brigata di cavalleria (magg. gen. La nfranco): reggimento cavaJleggeri di Catania; reggimento cavalleggeri di Palerm o; reggimento cavalleggeri Umberto l;
II gruppo squadroni cavalleggeri di Lucca;
IV gruppo squadroni appiedato cavalleggeri Lodi;
19° squadrone sardo;
XXIII brigata di marcia (magg. gen. Badiani): 67', e 68 fanteria di marcia;
- Truppe suppletive di corpo d'armata: 10" bersaglieri;
101 o fanteria di marcia; unità diverse.
Intan t o giunge va a Valona una lettera del comandante delle Armate alleate di O riente, il quale, ricevuta l' 11 settembre l'autorizzazione del Consiglio Supremo di Guerra interalleato all'offensiva balcanica, aveva iniziato l'attacco il 14. Il gen. Franchet d'Espèrey, premesso di aver separato la l P armata tedesca da quella bulgara ed impartito gli ordini per l'avanzata della l n armata serba e dell"A.F.O., con la sinistra in avanti, invitava il gen. Perrero a cooperare procedendo subito verso lo Skumbi o, quanto meno, ad intensificare l'atrività su tutta la fronte del XVI corpo per impc- dire spostamenti di truppe austriache contro rarmata francese di oriente (l). Il gen . Ferreto informò il Comando Supremo che per mancanza di mezzi di trasporto era costretto ad artenerst alla seconda alternativa. Poi soggiLJnse:
« ( ) Qualora Comando Supremo reputi utile mio risoluto concorso per giovarmi situazione.: favorevole potrei procedere fra due o tre settimane riso· lutamente stop Azione svolgerebbesi in primo tempo per le ali stop Da Poiani su Lushnja et Skumbi con una divisione stop Da Giava et Bargllgliasi su Elbasan con altra divisione srop Divisione ultima ìn appoggio ala destra fino Skumbi smp Occorrcrebbcro seguenti mezzi stop Ouocemo camions Fiat 15 rer che ad ultimata potrebbero essere in buona parte restituiti stop Salmeria di 20.000 quadrupedi srop Insieme a quesri mezzi dovr.::bbero intensificarsi trasporti dotazioni rifornimenti et materiale rafforzamento stop Operazione una volta iniziatn dovrebbe svolgersi fino raggiungimento nuova base marittima Durazzo con adeguato concorso a..:ione da mare nell'ultima fase( ... ) Durante prima fase nostra operazione armata francese dovrebbe puntare con forze adeguare da Pogradec et Struga verso ponte Hadji Bekjar stop Dila2ione inizio opera2ione servirebbe altresì attendere migliori condizioni temperatura er .ristabilimento condizioni sanitarie ora preoccupanti ( ) » (2).
Meno di una settimana dopo il gen. Henrys, da Monastir, avvisava il gen. Perrero che le sue truppe avevano occupare Struga e procedevano su Lin ed Elbasan. In effetti egli aveva ricevuto ordine di «iniziare il più presto possibile un'operazione avente per scopo di mettere fuori causa l'armata austriaca d'Albania» (3) e, più precisamente:
« { ) l'operazione comprenderà ùue azioni di$ rime: una effcrtuata dalla flotta italiana contro la base di Dura2zo: l'altra condotta da unità dell'A.F.O ., \·erosimilmente senza l'appoggio del corpo d'armata del gen. Ferrera.
« In ogni caso, l'operazione da svolgere deve rendere a tagliare le comunicazioni dd XIX corpo d'armata austriaco per impedirgli la ritirata verso nord e portare alla sua resa o, quanto meno, al suo investimento in Durazzo ( ... ) » ( 4 ).
La notizia era troppo importante perché non suscitasse allarme. Il gen. Perrero scrisse dunque im m ediatamente al Comando Supremo ed al .Ministero degli Esteri che il nemico sembrava opporre debole resistenza e che esisteva il pericolo che 1 Francesi, avanzando con Serbi e genti di Essad pascià, si spingessero ad ovest di Elbasan tagliandoci la strada e pregiudicando la situazione po- li tica italiana in Albania (l). Lo sresso giorno Franchet d 'Espèrey si rivolgeva all'ambasciatore di Francia a Roma, dandogli notizia dell'avvenuto armistizio con la Bulgaria e, nel contempo, prega ndolo di informare il Governo italiano che:
(l) Relazione uffi ciale francese, tomo VIII, vol. III, ali. 1093 (f. 5167/3 data 22 s<:ttembrc 1918).
(2) Tele 59ì R.P. data 24 setrembre 1918.
(3) Relazione ufficiale francese. tomo VIII. vol. Ili, aU. 1254 (f. 5272/3 data 30 sertembrc 1918!.
(4) Ibidem. ali. 12.55 (f. 527ì/3 data 30 settembre 1918 ).
<< ( ) le géneral Ferrero me f.usant connaitre qu il ne peut se porter en avant. camme je ne peux pas laisser des forces autricbiennes importautes Stlr mon flanc gaucbe. je serai obligé d'envisager des opérations très prochaines en Albanie » (2).
Nel pomeriggio, appena ricevuto il messaggio, l'ambasciatore si recò da Sonnino e rappresentò che se il XVI corpo italiano non poreva avanzare verso lo Skumbi e Durazzo, come lo chiedevano Foch e Franchet d'Espèrey, quest'ultimo, per la propria sicurezza sarebbe stato costretto ad agire contro gli Austriaci, in Albania. Immediatamente Sonnino ù1 tervcnne col Presidente del Consiglio e con il gcn. Diaz, al quale scrisse:
{< Per mio como, come ho telegrafaro al Presidente del Consiglio. ritengo una gravissima ianura nostra inazione in Alban1a, la quale inazione può irreparabilmente pregiudicare o annullare sacrifici da noi fatti durante anni di guerra » ( 3).
La situazione appariva in tutta ev.idenza ed urgenza anche al geo . Perrero, cui il nostro ufficiale di collegamento con l'A.A.O., ten. Villari, aveva telegrafato che Franchec d'Espèrey desiderava conoscere:
« ( ) quale azione offensiva codestO Comando imenda svolgere Albania in vista conclusione armistizio con la Bulgaria stop Egli aggiunge che qualora V.E. non ritenga poter attaccare forze austriache egli sarà costretto inviare truppe in Albania via Elbasan ·Durazzo, non potendo proseguire verso nord senza assicurare fianco sinistro ( ... ) » ( 4).
E dava anche un'altra notizia che meritava considerazione: le truppe di Essad pasdà (un battaglione ) disertavano, approfittando del vuoto creatosi fra Austriaci e Bulgari, e si dirigevano verso Elbasan · Tirana. Ferrero decise, allora, di avanzare con parte delle sue forze ( 36a divisione e brigata cavalleria) su Lushnja e Berat · Elbasan, e chiese al Comando Supremo l'autorizzazione a concordare con la Marina il trasporto via mare di truppe a Durazzo o
(l) Tele 45697 data 30 settembre 1918.
(2) Rdazionc ufficiale francese, tomo VIII, vol. III all. 1252 (tele data 30 set· rembre 1918).
(3) Tele 22897/1421/22 data l ottobre 1918.
(4) Tele 2.598 S.I. data 30 settembre 1918.
Capo Laghi (grosso modo a metà strada fra lo Skumbi e Durazzo ). ed a chiedere all'A F.O. il suo possibile concorso in automezzi. Anche Sonnino sollecitaya Ferrero: « ( ) Non ho bi sogno di far rilevare a V E. le conseguenze delt'occupaziOile eli territori albanesi da parte di elementi dell'esercito d'oriente. oggi france si et dornani greci et serbi » {l). Il comandante del XVI corpo, che sapeva dell'offensiva alleara in Balcania e dell'inizio del ripiegamcnto austriaco, ma che vedeva davanti a sé mancanza di S'trade pe.r automezzi ed intorno a sé deficienza di salmerie per superare profonde f.ascic montagnose alternantisi a piane .impraticabili per il maltempo, non poté che ribattere di aver già da fine settembre chiesto rinforzi logistici e « con truppe et mezzi ,/i cui dispongo /cirÒ quanto potrò , ma pur con mio vivo dolore mi sarà forse impossibile impedire che francesi, essadici et serbi arrivino prima di noi ad Elbasan et forse anche a Durazzo» (2).
Ma ormai tutto era in mo\'imento . Lo stesso giorno il gen. Badoglio ordinava all' I ntendenza Generale di spedire immediatamente in Albania duecento automezzi, oltre ai centocinquanta già riuniti a Taranto in accoglimento delle precedenti richieste, cosa che superaYa l'intenzione di chiedere -aiuto all'A.F .O.; inoltre il gen. Diaz approvava lo sbarco a Durazzo o Capo Laghi, sbarco al quale, già d'iniziat1va, aveva ·interessato lo Stato Maggiore della Marina . Il 2 ottobre, il gen. Perrero dette il via all'avanzata. Il dispositivo adottato era il seguente: la 9.. brigata cavalleria doveva procedere su tutto il fronte Lushnja - Elbasan, gravitando verso la costa; la 38a divisione, a sinistra, lungo la direttrice Kavaja- Durazzo; la 13• divisione, al centro, doveva muovere su Kuci - Lushnja- Durazzo/Tirana; la 36", sulla destra, doveva puntare su Elbasan e poi dirigersi verso i rilievi ad oriente di Tirana (presso Kraba) In rise rva il 10° bersaglieri e tre ba t taglioni di Guardie di finanza. La progressione doveva essere cadenzata in quatrro tempi , agevolata da uno sbarco di truppe a Durazzo e dalla successiva costituzione di una base logistica in quella località, da rifornirsi via mare. Due erano i problemi da risolvere: arrivare per primi ad Elbasan ed effettuare lo sbarco di almeno una brigata a Durazzo. Entrambi si mostrarono di soluzione molto laboriosa . Dando inizio all'azione della 36" d i visione su Be rat e Ciafa Darz, il gen. Ferrera aveva chiesto al gen. Franche t d'Espèrey di cooperare spingendo tre o quattro battaglioni verso il ponte di Ha-
( l) Tele 22082 da ta 1 ottobre 19t18.
(2 ) Tele 608 data l o ttob re 1918 dji Bekjar , posto che contava di essere in vista di Elbasan verso il 6. Franchet d'Espèrcy, i cui ordini prevedevano un'azione a fondo in Albania (schizzo 25), d isse al gen. Henrys di rispondere che il limite di Hadji Bekjar adesso non a\'eva più motivo di esistere:
« Considerate dunque le operazioni in Albania ispirandovi solo alle considerazioni militari. Scopo esclusivo è di infliggere possibilmente una disfatta agli Austriaci » (l). Ormai si trattava. infatti, dell'ultimo avversario: dopo l'armistizio con la Bulgaria, il 2 ottobre anche 1'11' armata tedesco-bulgara aveva capitolato. Il gen. Henrys rispose dunque:
« l. Ho ordinato al generale comandante .3n gruppo di divisioni di spingere immediatamente divisione in direzione di Elbasan quanto più lontano glielo consentiranno i suoi mezzi di rifornimento ( ).
« 2. Appena saranno sufficienti, a meno che Voi non mi abbiate supera t o, marcia su Elbasan - Tirana sarà ripresa più rapidamente possibile allo scopo di tagliare comunicazioni 19° corpo et :1ccercbiarlo fra vostre er mie truppe per cos1ringerlo alla resa.
« 3. Un distaccamento serbo sarà domani Dibra per marciare su Tirana et cercare sollevare paese sul tergo austriaci et tagliare loro comunicazioni.
«
4. Nelle circostanze attuali impossibile limitare mia azione a Tladji Bekjar come era stato deciso per aderire \'Ostro desiderio et quando era sufficiente proteggere ad O\'est prevista marcia mie truppe verso nord. Si tratta oggi di distruggere qualsiasi costo J 9° corpo d'armata austriaco che costituirebbe minaccia per armate alleate che nvanzano ogni giorno a grandi passi in Serbia ( ) (2).
Ma i cavalleggeri, seguui dai battaglioni di avanguardia, si erano lanciati senza più pensare -a collegamenti laterali e presi solo dal pensiero di avanzare quanto più rapidamente possibile, e lo stesso Henrvs , avvisato che il 4 orrobre la cavalleria era entrata in Lushnja .e che la 36• divisione sta\'a rapidamente dal Siloves, commentava con il Comando A.A.O . : « ( ... ) in queste condizioni !>operazione da Lin per Elbasan su Durazzo mi sembra perdere importanza» e proponeva, una volta preso contatto con il XVI corpo italiano ad Elbasan, di lasciare sulla sua sinistra solo elementi leggel'i , recuperando cosl la sua 57" divisione (3) . Il gen. Franchet d'Espèrey aderì subito: «Propo ste approvate», rispose (4), poi, saputo che il Devoli era stato superato a sud di Gostima, soggiunse che la presenza di distaccamenti francesi in valle Devoli t4) Ibidem, al i. 1361 (tele 53.56/3 claut 6 ottobre 1918). non gl i sembrava piLl necessaria (l). L '8 ottobre, però, il gen. Henrys chiede\·a a Salonicco come comportarsi nel caso in cui i Fran· cesi fossero entrar i in EJbasan per primi: se gli I raliani non volevano continuare su Tirana, era oriemalo a proseguire per proprio conto, in caso contrario si sarebbe ritirato. Non vi fLl motivo di dubbio: alle 14,30 dell'8, due ore prima dei Francesi, Ja brigata Tanaro emra\·a in Elbasan ed iJ gen. Perrero comunicava al Comando A.F.O. che intendeva proseguire su Tirana e Durazzo. Nel frattempo il Consiglio Supremo di Guerra interalleato aveva disposto che le forze .francesi e di altre nazionaHtà arrestassero la loro eventuale marcia su Elbasan - Durazzo ed Alessio e Scutari, dichiarando che « questi territori sono sotto tutti i rapporti riservati alta avanzata delle truppe italiane d'Albania». In relazione a questa decisione, il 10 ottobre il gen. Franchet d'Espèrey emanò nuove direttive, nelle quali sul fronte albanese erano previsti semplice· mente elementi francesi, serbi e greci agli ordini del Comandante dell'A.F.O. (schizzo 26).
(l\ Relazione ufficiale francese, tomo VIII, \'ol. III , ali 129ì (tele 5316/3 clara 2 ottobre 1918).
(2) lbid.:m, ali. 1320 (tele 4039 /3 data 3 ottobn: 1918).
(3) lbido:m, ali. 1358 ( te le 40ì4/3 data 5 ottobre 1918).
Per la prosecuzione verso il nord si rendeva necessario un rimaneggiamento del. dispositivo italiano. Il gen. Ferrero decise di ridurre radicalmente le unità in prima schiera, considerati il maltempo e la stagione avanzata nella quale prima o poi le piogge e l'impraticabilità del terreno sarebbero state le condizion i normali, ed altresì data la penuria estrema di automezzi e quadrupedi:
- la brigata Palermo ( 13" divisione), con salmeric raccolte in tutto il corpo d'armata, doveva puntare su Kavaja- Durazzo;
- la brigata Barletta, con il resto delle truppe e dei servizi della 13a divisione, doveva raggiungere anch'essa Durazzo o per via mare (possibilmente) o per via terra, come meglio avrebbe potuto;
- la brigata Tanaro (36" divisione), con le salmerie della intera divisione, doveva puntare su Tirana- Durazzo.
Tutti gli altri repani sarebbero stati impiegati per il ripristino od il miglioramento delle comunicazioni per via ordinaria o per decauville.
Come st e accennato, era intenzione del Comando Supremo e del gen. Perrero di occupare Durazzo con uno sbarco dal mare. La prima richiesta fatta al Comando Superiore Navale d'Albania concerneva una intera divisione su 14 .500 u., 2.000 quadrupedi,
100 automezzi e 32 pezzi, nonché 2.500 tOnnellate di mtlteriale (10 giornate di viveri e munizioni). Difficoltà di ordine vario prospettate da detto Comando Navale indussero poi a rinunciare alla spedizione ed a limitare il trasporto via mare a rifornimenti ed a piccole unità, dopo che una colonna di cavalleria con otto squadroni di Catania, Umberto 1 , Palermo, Lucca e sardo, seguita da un battaglione deH'86° fanteria. aveva occupato Durazzo ( 14 ottobre). Nel contempo anche la Tanaro era entrata in Tinma (15 ottobre), superando resistenze di retroguardie (schizzo 27). Il 27, all'alba, era raggiunta Ale ss io. il 28 S. Giovanni di Medua, il 3 l Scutari. (città vecchia). Da Scutari un esiguo distaccamento dl cavalleria italiana, con più ufficiali che soldati, si dirigeva su Antivad, Dulcigno e Virpazar, seguito da presso da unhà di fanteria (schizzo 28 ).
Mentre l'avanzata verso l'Albania settenltìonale proseguiva con un'avanguardia sempre più stremata, il Comando Supremo era venuto nella determinazione dl costituire in Albania un Comando Superiore delle Forze Italiane nei Balcani, in grado di regolare la azione di. tutte le truppe dislocate nella penisola ed eventualmente assumerne il comando diretto. I morivi del provvedimento erano parecchi: l'aumento delle truppe in Albania, lo sviluppo e l'impronta assunta dalle operazioni mditari, la necessità di alleggerire il comandante delle unità operanti dalle mansioni -inerenti H possesso dei territori occupati - per i quali Sonnino si preoccupava di evitare qualunque arto che potesse dare alla nostra occupazione carattere coloniale -e l'organizzazione dei servizi di seconda linea. Perciò in data l novembre l'ordinamento delle nostre forze in Balcania era il seguente (schizzo 29): a Comando Superiore Forze Italiane in Balcania , a Valona:
- Comandante: ten. gen . Piacentinl;
- Capo di S.M.: brig gen. Barbarich; b. Truppe d'Albania:
(l) XVI corpo d'armata (ten. gen. Ferrera) a Durazzo:
13' divisione ( magg. gen. Baronis ): brigate Palermo e Barletta;
36a divisione ( ten. gen. Chionetri): brigate Tanaro e Savona;
38" divisione (magg. gen. Nigra): brigate Verona c Puglie;