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CAPITOLO QCARTO

L'ULTIMO ANNO DI GUERRA

I. La conquista di Berat.

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I primi di gennaio 1918 il col. Vitale, nuovo addetto militare ad Atene, segnalava che da Parigi, dove si manifestava un certo al· larme per la possibilità di un'offensiva ausu·iaca in Albania - vi erano giunti rinforzi provcn ienti dal fronte russo, per effetto dell'armistizio di Brest Litowsk -, erano state fatte premure affinché la Grecia procedesse alla mobilitazione della 9e div-isione di Janina ( l ). La divisione doveva, nelle intenzioni francesi, cooperare con il XVI corpo d'armata italiano nell'eventualità del temuto attacco nemico per impedire che questo potesse giungere alla frontiera epirota, il che avrebbe potuto avere pericolose ripercussioni in Grecia. In realtà la missione francese in posto calcolò che detta divisione non potesse essere approntata prima di quattro mesi ( 2 ), ma il valore politico della mossa era tale da meritare un intervento da parte nostra. Il gen. Diaz, chiamato alla carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito 1'8 novembre 1917, si rivolse dunque al Ministro della Guerra, gen. Alfier-i, rilevando come la eventuale cooperazione di truppe greche con le nostre unità d'Albania era da considerare in senso non favorevole a noi, e soggiungendo:

« ( ) Anche per ciò, ed in attesa dello svolgimento che tale questione potrà avere, riterrei opportuno che si addivenisse al più presto alla sistema· zione definitiva della nostra fronte, spostando la 35' divisione in modo che qualunque successiva conclusione circa truppe greche o altro, si trovi per quanto riguarda sistemazione ital i ana di fronte ad un btto compiuto d inesorabilmente deciso» (3 ).

La voce veniva raccolta anche dal gen. Ferrera, con la precisazione che la 9" divisione greca sarebbe stata destinata al fronte

(l) Stato Maggiore Esercito Francese. Servizio Storico, Les Années fra111;aises dans /a grande guerre (Relazione ufficia le francese) wmo VI Il, vol. II, p::tg. '5';)4.

(2) Fu mobilitata il 15 febbraio, ma non richiamati sino a ll a scconJa metà di mar7o.

(3) F. 7360 data 9 gennaio 1918.

126 Le truppe italtanc in Albania (1914- 20 e 1939) - - --- di Ktisura, settore indubbiamente debole, per il quale g1a m dicembre si era ipotizzata l'eventualità dell'impiego di unità elleniche a sosregn o della linea. Il quadro deve essere completato dalla recrudescenza della propaganda ellenica contro l'occupazione italiana nell'Albania meridionale , mentre gli Austriaci facevano addirittura spargere la diceria che l'Italia preparava il ritorno del principe di Wied. Voci di nostre crudeltà furono persino portate aHa Camera di Atene e sottolineate a Korça, dove Essad pascià attizzava il fuoco per mezzo di suoi emissari. Peggi.o ancora, improvvisamente veniva data divulgazione del Patto di Londra. cosa che provocò fra gli Albanesi stupore ed ostilità contro di noi, a causa dello stridente contrasto con il proclama di Argirocastro.

E proprio a Korça la situazione stava m odificandosi rapidamente. Poco dopo la conquista di Pogradec, T<:mistocle Germenj, il capobanda che era passato dalla parte francese e che era stato nominato prefetto di polizia della città, veniva arrestato sotto l'imputazione di intesa con il nemico e fucilato ( 12 novembre 1917) ed il suo 1ncarico era stato affidato ad un ufficiale francese. Il l O dicembre la Repubblica di Korça veniva abolita e sostituita col « Kazà autonomo di Korça », di colore ancora albanese ma con larghe concessioni, da parte francese, alla libertà di propaganda panellenica, compresa la riaperrura delle scuole greche chiuse l'anno precedente per ragioni di tranquillità pubblica e per le quali i notabili avevano espresso pa rerc contrario . Il 16 febbraio 1918 anche il Kazà veniva soppresso, il protocollo del l O dicembre 191 6 abroga w ed i l t erritorio posto i n regime di occupazione militare. L'ordinanza emanata dal gen. Salle, comandante del raggruppamento del Maliq, ed intesa a « far regnare la concordia nel Paese , dare nuovo impulso all'amministrazione e far partecipare le popolazioni in mimra più larga ai benefici dell'appoggio dell ' Autorità militare francese >>, si esprimeva in sette articoli:

« JO. li Protocollo del l O dicembre 1916 è abrogato.

« 2°. L'Amministraziom: del territorio attualmente occupato dal Kazà di Koritza è affidata alla Autorità militare francese , rappresentata dal Comandante dd Raggruppamento del Maliq.

<• 3° . Il Comandante dd Raggruppamento del l\laliq è incaricatO: a. di ordinare tutte le misure d 'amminisml?ione, di finanza e di polizia; b. di nominare i funzionari; c. di controllare i serv iz i pubblici.

« 4 r' . Egli è assistito da un Consiglio Consultivo di l 2 membri notabili, metà cristiani e metà mussulmani. nominati da lui. al quale egli può chiedere pareri sulle decisioni da prendere per la buona amministrazione del Paese.

«5°. L'esecuzione delle decisioni del Comandante del territorio è assit.:unua da un ufficiale che porta il titolo di Amministratore delegato, e che- ha la direzione dell'insieme dei servizi. I funzionari di ogni grado, che sono reclutati fra la popolazione del Paese, sono sotto la sua diretta autorità.

« 6°. La giustizia ,·iene secondo le consu etudini locali da giudici indigeni, nominati dal Comandame del territorio.

<< r. Una gendarmeria di polizia, sotto gli ordini dell'AmministratOre delegato, è incaricata di mantenere l'ordine e la sicureZ7:l del Paese».

Gli edifici pubblici dovevano esporre la bandiera francese, le poste albanesi erano sostituire con poste francesi, la «gendarmeria mobile albanese » s.i trasformava in un corpo di volontari al servizio francese. In complesso, il nuovo ordinamento non innovava molto nell'andamento pratico delle cose, ma mentre prima la Francia nei momenti difficili era stata quasi obbligata a riconoscere il carattere albanese della regione, ora, pur non disconoscendolo, faceva mostra di non volersi più occupare degli aspetti politici e delle competizioni di parte. Assumeva, in alrre parole, il ruolo di semplice amministratrice per necessità di vita ai fini delle operazioni militari, e di spettatrice neutrale per il resto.

Il 6 marzo il gen. Fcrrcro si recò a Korça per conferire col generale Guillaumat, successore del geo. Sarrail nel comando delle Armare Alleate d'Oriente {A.A.O.) . Il gen. Guillaumat era giunto ::.t Salonicco il 22 dicembre con direttive ben precise:

« l. Le armate alleate d 'oriente, poste sotto il comando del gen. Guillaumat. assumeranno come retrovie non soltanto Salonicco ma l'intera Grecia;

« 2. Compito delle armate alleate è anzitutto interdire al nemico la con· quisra della Grecia. A tale scopo, esse debbono in primo luogo conservare l'in· tcgrità del territOrio conquistato, dal mare ai laghi albanesi, collegandosi, per quanto possibile, con le truppe italiane della regione di Valona. Poscia, ove fossero costrette a cedere terreno, ]e forze alleate dovranno continuare a sbarrare al nemico gli accessi alla Grecia, specialmente ad est del Pindo, conser· vando, quanto più a lungo possibile, il possesso del campo trincerato di Saloniceo e combinando la loro azione con le forze italiane.; d'Albania;

« 3.

« 4. In previsione dell'entrata in campo dell 'esercito greco. il generale comandante in capo dO\·rà:

- determinare il ruolo assegnato a questa armata , prima nella difensiva e poi nell'offensi\'a;

- definire il :.uo sctrorc d'impiego;

« 5. E ' egualmeme suo compito, per mezzo dì misure cautelative prese d'inres:1 co l gcn. Ferrero o con il Governo greco, assicurare la protezione:: della base navale di Corfù, il cui possesso garantisc"' le noscte comunicazioni attra\'erso l'Adriatico».

Nel colloquio con il gen. Perrero, il gcn. Guillaumat assicurò la propria buona \'olontà ed il proprio clisinteresse politico, ma ravvisò per ragioni logistiche e di situazione miUta1·e sulla fronrc macedone la impossibilità di spostare la 35• divisione. Nell'escludere anche qualsiasi eventualità di contrasto fra la politica francese e gli interessi italiani in Albania, chiese notizie su presunti nostri accordi con Venizelos circa un concordato impiego della 9' divisione ellenica in territorio albanese. Ferrero oppose recisa smentita, significando che la comparsa di truppe greche in AHY<mia meridionale, dopo le rovine c gli eccidi perpetrati nel 1914 avrebbero suscitato ovunque la rivolta delle popolazioni, alle nostre spalle. In seguito alla conversazione il gen. Guillaumat impartì disposizioni al gen. Hcnrys, comandante dell'Armée /rançaise d'Orient (A.F.O.) per la costituzione di una riserva mobile, composta da un btg. chasseurs, dagli spahis marocchini, da un gruppo da montagna, elementi del tabor albanese ed eventualmente un reggimento del .3° gruppo di divisioni. Questa riserva, dislocata con il grosso a Korça, aveva il doppio compito di assicurare il collegamento con il XVI corpo d'armata italiano e di garantire la sinistra dell'Armée française d'Orient. Era previsto anche qualche cosa di più: nel caso di una violenta offensiva austriaca su Valona, la riserva mobile poteva esercitare uno sforzo sul fianco dell'avversario lungo la valle del Devoli, oppure verso sudovest sul tergo austriaco, in concomitanza con un'azione frontale difensiva della 9" divisione greca. L'impiego di quest'ultima veniva perciò ridotto all'ipotesi che il campo trincerato di Valona fosse «caduto o investito tanto strettamente da consentire un movimento di sufficiente ampiez::.a verso l'E piro » (l). Dal canto suo il Consiglio Supremo di guerra - organo interalleato costituito su decisione presa alla Conferenza di Rap allo (5-7 novembre 1917 )accantonò definitivamente la questione della 35" divisione, giacc hé i vantaggi che potevano derivare dal suo spostamento non sembravano sufficienti « per giustificare una decisione da partecipare al Generale comandante in capo delle armate alleate d'oriente, il quale deve restare sempre libero in fatto di schieramento delle truppe ai suoi ordini sul fronte a lui assegnato» (2).

(l) Relazione ufficiale francese, tomo VIII, vol. li, pag. 597.

(2) Ibidem, pag. 599.

Il mese successivo , il gen. Bordeau, incaricato della riorganizzazione dell'esercitO greco del quale era stato nomina[o maggior generale. si recò a Valona tentando di fare accogliere la proposta di una cooperazione con la divisione greca, ma onenuto ancora un preciso diniego terminò raccomandando, anche da pane di Venizelos, una più palese cordialità di rapporti nell'interesse di tutti.

La primavera vide profilarsi nuovamente la minaccia austriaca con la ripresa di piccoli scontri locali e col rafforzamento delle posizioni nemiche sulla Malakastra.

Gli Austriaci avevano mutato l'ordinamento delle forze. Il XIX corpo d'armata (gen. Koennen-Horak) adesso aveva in linea la 47" divisione a.u. ed il l/XIX Gruppenkommando, unità al livello di divisione, composta dalla 20• brigata da montagna e da reparti vari. Entrambe le grandi unità disponevano di diversi battaglioni e bande albanesi . Ad oriente era schierata la 11• Armata tedesca (schizzo 19). Fino da gennaio si era manifestata l'intenzione di. preparare e sviluppare un piano offensivo metodico contro Valona. Senonché la situazione logistica si era fatta difficile per l'insulfìcienza dei riforn imenti e la carenza di mezzi di trasporto. Perciò l'esecuzione del disegno fu rimandata all'autunno, iniziandone tutta\ria i preparativi in primavera, cosa che fece attribuire al Comando austriaco intenzioni offensive a scadenza molto più ravvicinata.

Da parte alleata i contatt i fra Valona e Salonicco si fecero frequenti e condussero ad accordi per un'avanzata ne l settore dell'alto Osum, al duplke scopo di ridurre un pronunciato saliente avversario, formatosi per effetto della conquista di Pogradec, e di occupare posizioni che avrebbero notevolmente facilitato un'azione lungo il Devoli sul fianco dello sforzo che gli Austriaci minacciavano su Valana. Al riguardo il gen. Perrero giudicava che le forze nemiche poste a sbarramento delle valli della Tomorica e del Devoli non fossero tali da ostacolare fortemente l'operazione progettata, se questa fosse stata effettuata di sorp r esa ed in contemporaneità di sforzi. Il 3 maggio il col. E xpert -Bczançon, capo di S.M. dell'Armée française d'Orient, si recò il Valona c definì con Io Stato Maggiore del XVI corpo d'aTmata le linee generali dell'azione: gli Traliani avrebbero agito sulla destra dell'Osum ed i Francesi si sarebbero impadroniti dell'Ostrovica (schizzo 20). I combattimenti durarono tre giorni, dal 15 al 18 maggio, trovarono qualche difficoltà ma si conclusero ributtando il nemico oltre il vallone di Cerovoda sulle falde del Tomori ed occupando l ' Ostrovica. Il risultato fu la riduzione della fronte di una quarantina di chilometri. Ormai la strada Santi Quaranta-Korça era al sicuro. Una seconda operazione, rutta da parte francese, venne compiuta il mese successivo, 10 - 14 giugno, sul Kamia, region e particolannente aspra, e si risolse anch'essa con un ulteriore migliora· mento della situazione tattica.

Nel contempo, però, il gcn. Henrys proponeva al gen. Perrero di studiare insieme un'avan:.r.ara fino allo Skumbi. Il gen. Perrero, che già aveva questo proposito, rinnovò subito al Cùmando Supremo le sue proposte nei confronti dell'obiettivo Fieri - Berat. I morivi che adduceva a sostegno di esse erano tre: adeguare lo schieramento sulla sinistra , giacché la linea della Vojussa risulrava ormai troppo arretrata rispetto al rimanente del fronte; cacciare gli Austriaci dalla Malakastra, posizione fortissima e magnifico osservatorio da cui era possibile addirittura comare le navi che entravano ed uscivano dal porto di Valona; evitare che un'ulteriore spinta francese verso Elbasan aprisse le strade deH'Adriarico ai Greci, ma specialmente ai Serbi. Attendendo il consenso superiore, il gen. Perrero aderì intanto al proposi t o francese di occupare il Giafa Devris sul Tomori, via di accesso alla valle della Tomorica. Il gen. Diaz non fu molto convinto, tanto da rispondere precisando che l'unico compito militare della nostra occupazione in Albania era il manrenimemo del possesso di Valona; che «né per ora né per un tempo di du rata imprevedibile mi sarà possibile inviare costà qualsiasi rinforzo di truppe aut mezzi » (il 15 giugno era cominciata la battaglia del Piave) ; che poteva autor.izzare la cooperazio ne con i Francesi ne i limi ti indicati e con le sole forze disponibili (l).

Ottenuto sia pure con due fermi vincoli il nulla osta per l'azione principale, il gen. Perrero dichiarò al gen. Henrys di esser pronto per la fine del mese. Il disegno operativo dell'A .P .O. prevedeva: in un primo tempo occupazione del m. Bofnia (questione francese ) e del Ciafa Devris (questione italiana); in un secondo tempo raggiungimento della destra del Devoti, a Gramshi (francese) e della linea f. Semeni- Berat - confluenza Tomorica con Devoli (italiana); in un terzo tempo raggiungimento dello Skumbi. Anche il gen. Pranchet d'Espèrey, che 1'8 giugno aveva sostituito i l gen. Guillaumat quale comandante delle Armate Alleate d' Oriente, aveva chiesto il placet a Parigi. Nessuna difficoltà esisteva per il primo tempo del progetto, Ciafa Devris- Bofnia, ma molte ve n'erano per gli sviluppi successivi. Il col. Dosse, Sottocapo di S.M. dell'A.F.O., tornato da Valona ove il 21 si era recato a discutere il p iano ed a prendere accordi con { Il Tele 16733 data 17 t-tiugno 1918.

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