20 minute read

di Damiano Iacobone pag

Parte IV StorIa moderna 245

Le difese costiere delle Marche nel 1626 Le difese costiere delle Marche nel 1626

Advertisement

di Damiano Iacobone di Damiano Iacobone (Politecnico di Milano)

La Relatione di tutta la spiaggia dello Stato nel Mare Adriatico, con la specificatione de siti dove sarebbe commodo lo sbarco ai legni nemici (ca.1626)

Una prerogativa importante dello Stato Pontificio nell’affrontare il problema della difesa è quella della conoscenza, che avviene tramite il sopralluogo di valenti ingegneri.

Il primo itinerario noto è quello compiuto da Pierfrancesco da Viterbo, Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli nel 15261 per volontà di Clemente VII per valutare lo stato delle difese su un fronte cruciale ma distante.

Altro architetto militare incaricato di visitare le fortezze dello Stato Pontificio è il Laparelli (1521-1570)2, inviato a più riprese da Pio IV tra

1 C. Ravioli, Intorno alla relazione sulle rocche della Romagna fatta nel 1526 da A. Picconi da San Gallo e da M. Sanmicheli, in “Giornale Arcadico di Scienze Lettere ed Arti”, CXXXVII (1854), pp. 126-139; L. Beltrami, Relazione sullo stato delle rocche di Romagna stesa nel 1526 per ordine di Clemente VII da Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli: manoscritto e disegni inediti, Milano 1902. Più in generale, si vedano: L. Puppi, Un viaggio per il Veneto di Antonio da Sangallo e di Michele Sanmicheli nella primavera del 1526, un progetto per i Grimani e qualche riflessione a margine, pp. 101-107 e B. Adorni, Progetti e interventi di Pier Francesco da Viterbo, Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi per le fortificazioni di Piacenza e Parma, pp. 349-372, in Antonio da Sangallo il Giovane. La vita e l’opera. Atti del XXII Congresso di Storia dell’Architettura, Roma 19-21 febbraio 1986, Roma 1986; B. Adorni, Le fortificazioni di Parma e Piacenza nel Cinquecento. Architettura militare, espropri e disagi, in C. De Seta, J. Le Goff (a cura di), La città e le mura, Roma-Bari, 1989, pp.128-165, ivi pp. 135-137; G. Villa (a cura di), Pier Francesco da Viterbo e l’architettura militare del primo Cinquecento, Roma 2009. 2 P. Marconi, Visita e progetti di miglior difesa in varie fortezze ed altri luoghi dello Stato pontificio. Trascrizione di un manoscritto di Francesco Laparelli architetto cortonese (1521-1570), Cortona 1970. Su Laparelli v. Pier Ludovico Occhini, Un grande italiano del cinquecento: Francesco Laparelli a Malta. «Atti e memorie della R.

246

Naval History

il 1562 e il 1565, a valutare la consistenza dei confini centro-orientali dello Stato. In questa linea di successione si inserisce Gabrio Serbelloni (1508-1580)3 al quale viene affidata la conoscenza e la strategia della difesa all’interno di equilibri più vasti.

Fig. 1 Porto di Fermo (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico …(da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 155) Fig. 1 Porto di Fermo (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico … (da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 155)

Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze», Nuova Serie, Vol. XX – XXI, Arezzo 1936 (ivi pure Regesto Codice Autografo). Filippo De Venuti, Vita del capitano Francesco Laparelli da Cortona, Cortona, Accademia Etrusca, 1979. Roger Vella Bonavita, Francesco Laparelli Architetto Militare A Malta, in Francesco Laparelli: Cortonese architect at Malta, Tiphys Editoria E Multimedia , Cortona, 2009; 'Capitano Francesco Laparelli and Valletta', History Week 2011, Malta, 2011, pp. 1-28. Mirri E.(ed.), catalogo della mostra "Francesco Laparelli architetto cortonese a Malta", (con scritti di Giovannangelo Camporeale, Liletta Fornasari, Bruno Gialluca, Aura GnerucciMaria Teresa Idone-Dania Marzo, Pietro Matracchi, Edoardo Mirri, Giacomo Pirazzoli, Patrizia Rocchini, Giovanni Scarabelli, Roger Vella Bonavita, Andrea Vignini), Cortona 2009. 3 D. Iacobone, Città e fortificazioni della costa pugliese: un itinerario militare di Gabrio Serbelloni (1566), in A. Marino (a cura di), L’architettura degli ingegneri. Fortificazioni in Italia tra ‘500 e ‘600, Roma 2005, pp. 229-251.

Parte IV StorIa moderna 247

Sempre restando nell’ambito della costa adriatica, per il XVII secolo possiamo riferirci ad almeno due ispezioni importanti: la prima, Sempre restando nell’ambito della costa adriatica, per il XVII secolo realizzata nel 1607 da Pompeo Targone (1575-1630)4, sovrintendente alle possiamo riferirci ad almeno due ispezioni importanti: la prima, realizzata nel 1607 da Pompeo Targone (1575-1630)4, sovrintendente alle fortificazioni dello Stato Pontificio, che concentra le sue valutazioni su Ancona, Fano, Rimini, Cervia e Ravenna, dimostrando un atteggiamento fortificazioni dello Stato Pontificio, che concentra le sue valutazioni su cauto, più diretto alla buona manutenzione che alla realizzazione di Ancona, Fano, Rimini, Cervia e Ravenna, dimostrando un atteggiamento ulteriori opere; la seconda, più conosciuta, è quella dell’ingegnere cauto, più diretto alla buona manutenzione che alla realizzazione di militare Giulio Buratti (1577-1652), che nel 1623 viene incaricato da ulteriori opere; la seconda, più conosciuta, è quella dell’ingegnere Urbano VIII di valutare lo stato delle difese delle principali città costiere militare Giulio Buratti (1577-1652), che nel 1623 viene incaricato da adriatiche, anche in riferimento alle armi e munizioni a disposizione, ma Urbano VIII di valutare lo stato delle difese delle principali città costiere con allegate le piante delle fortificazioni di Pesaro, Senigallia, Ancona, adriatiche, anche in riferimento alle armi e munizi Loreto, Rimini5 . oni a disposizione, ma con allegate le piante delle fortificazioni di Pesaro, Senigallia, Ancona, Loreto, Rimini5 . Ecco, quindi, che noti ingegneri militari vengono chiamati a compiere estenuanti viaggi di ricognizione per un problema così rilevante.

Ecco, quindi, che noti ingegneri militari vengono chiamati a compiere estenuanti viaggi di ricognizione per un problema così rilevante. La presa visione non è fine a se stessa; serve a indicare non solo i problemi materici di conservazione delle varie opere difensive, ma anche La presa visione non è fine a se stessa; serve a indicare non solo i i punti vulnerabili a livello strategico delle varie città e dei loro problemi materici di conservazione delle varie oper collegamenti. e difensive, ma anche i punti vulnerabili a livello strategico delle varie città e dei loro collegamenti. In questo filone si inserisce la valutazione seicentesca della costa adriatica, che si presenta in questo saggio.

In questo filone si inserisce la valutazione seicentesca della costa adriatica, che si presenta in questo saggio. “La Spiaggia della Provincia della Marca è quasi tutta generalmente parlando assai comoda per lo sbarco ad ogni vassello; potendovi dar “La Spiaggia della Provincia della Marca è quasi tutta generalmente parlando assai comoda per lo sbarco ad ogni vassello; potendovi dar 4 P. Targone, Relatione sopra le città, fortezze e porti da lui visitati d’Ancona, Fano, Rimini, Cervia e Ferrara, in Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV), Barb. Lat. 4340; G. 4 P. Targone, Relatione sopra le città, fortezze e porti da lui visitati d’Ancona, Fano, Baglione, Le vite de’ pittori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in Rimini, Cervia e Ferrara, in Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV), Barb. Lat. 4340; G. fino à tempi di Papa Urbano VIII nel 1642, Roma 1649 (rist. anast. 1986), pp. 327, 329Baglione, Le vite de’ pittori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in 331; M.L. De Nicolò, La Costa Difesa. Fortificazioni e disegno del litorale adriatico fino à tempi di Papa Urbano VIII nel 1642 pontificio, Fano 1998, p. 33. , Roma 1649 (rist. anast. 1986), pp. 327, 329331; M.L. De Nicolò, La Costa Difesa. Fortificazioni e disegno del litorale adriatico pontificio, Fano 1998, p. 33. 5 G. Buratti, Relatione di Giulio Buratti per gratia della Santità Sua Sopraintendente e Revisore generale delle fortezze dello Stato Ecclesiastico, 1623, in BAV, Barb. Lat. 5 G. Buratti, Relatione di Giulio Buratti per gratia della Santità Sua Sopraintendente e 6333. Su Giulio Buratti: Lodovico Siena, Storia della città di Sinigaglia, S. Calvani, Revisore generale delle fortezze dello Stato Ecclesiastico, 1623, in BAV, Barb. Lat. 1746, p. 310; C. Promis, Gl’ingegneri militari della Marca d’Ancona, Torino 1865, pp. 6333. Su Giulio Buratti: Lodovico Siena, Storia della città di Sinigaglia, S. Calvani, 110-115; T. Scalesse, Strategia difensiva e fortificazioni nello Stato Pontificio da 1746, p. 310; C. Promis, Gl’ingegneri militari della Marca d’Ancona, Torino 1865, pp. Clemente VII (1523) a Urbano VIII (1644), in Il Territorio e la guerra, “L’Ambiente 110-115; T. Scalesse, Strategia difensiva e fortificazioni nello Stato PoStorico”, n. 10-11, pp. 93-94. ntificio da Clemente VII (1523) a Urbano VIII (1644), in Il Territorio e la guerra, “L’Ambiente Storico”, n. 10-11, pp. 93-94.

248

Naval History

fondo un miglio da terra lontani i vasselli grossi come le galere e le marsiliane accostarsi per mezo miglio, e tal volta ancora più avvanti. Mà considerandola più particolarmente e cominciando dal fiume Tronto sino a tutta la spiaggia di fano, si troveranno di molti luoghi, i quali danno comodissima facilità di sbarco, et vicinissimo à terra.

Poiché lasciando il fiume Tronto, che è spiaggia sottile per ispazio di quattro miglia Marano castello discosto un tiro di moschetto dal mare; dodici miglia lontano da fermo; con buonissima strada: hà mezzo miglio di spiaggia, dove possono le galere, le marsiliane et anco i vasselli grossi venire con la para in terra.

Et venendo verso il porto di fermo, che è lontano trè miglia dalla città; con tirare avvanti presso il fiume Potenza, non ci è per questa distanza di venti miglia di spiaggia la comodità di sbarco, la quale si è detto ritrovarsi a Marano: essendo tutta spiaggia sottile come è quella del Tronto.

Mà dal fiume Potenza fino a Umana, che sono trè miglia di spiaggia, possono sbarcar gente con la prua in terra i vasselli quadri e latini: sendo questi due luoghi trè miglia da Loreto lontani, intra li quali si ritrova il Porto di Ricanati et la torre dell’Aspio; chi danno la medesima comodità ad ogni vassello di mettere in terra la gente, con opportunità di sito per farla assai bene marciare in isquadrone; et distanti solamente da Loreto due miglia. La strada non faticosa.

Da Umana girando il monte verso Ancona è spiaggia di facilissimo sbarco per mezzo miglio; comodo alle galere et alle marsiliane di mettere in terra ad ogni vassello per avvicinarsi à mezo miglio et è questa spiaggia à Porto Nuovo, lontano cinque miglia da Ancona, con istrade se ben montuose in alcuni luoghi, non però difficili.

Da Porto Nuovo giù verso Ancona è il travo, lontano da Ancona miglia tre: dove i vasselli sono sicuri per maestro e per tramontana sbarcandosi con la prua sul travo simile a un molo e spezie di porto.

Dal travo fino al rivellino di Ancona ci sono tre miglia di paese; può con facilità sbarcare da chi è pratico mà è sito difficile a chi non lo conosca; altissimo di ripe, con li suoi scogli in avanti.

Et passando Ancona, per andare verso case brugiate e fano; ci sono le torrette lontane da Ancona tre miglia; dove le galere si accosteranno à un quarto di miglio come anco le marsigliane; et i vasselli per un miglio essendo la strada comodissima.

‘A fiumicino nove miglia da Ancona dalle torrette sei le galere e le marsiliane metteranno a terra la prua: i vasselli a largo per mezzo miglio con la medesima comodità della strada questo fiume è presso a case brugiate un miglio, due a monte Marciano et dodici lontano da Jesi.

Parte IV StorIa moderna 249

Case brugiate parimente ha lo sbarco per le galere Case brugiate parimente ha lo sbarco per le galere et per le marsiliane et per le marsiliane comodissimo; et poco meno per li vasselli vicino a comodissimo; et poco meno per li vasselli vicino a monte Marciano da monte Marciano da Ancona lontane dieci miglia et altrettanti da Jesi, Ancona lontane dieci miglia et altrettanti da Jesi, anzi dodici miglia con la anzi dodici miglia con la strada ordinaria. strada ordinaria.

Et lasciando Sinigaglia vi è buonissimo sbarco di spazio di dodici miglia di spiaggia fino à fano, et buonissima strada.

Ma al meno un miglio e mezzo presso fano lo sbarco è migliore, potendo le galere e le marsiliane mettere la prua in terra, i vasselli a largo mezo miglio con la strada per la marina.

Di là da fano all’Argilla un quarto di miglio lontano dalla città è comodissimo parimente lo sbarco per le galere, et le marsiliane et per vasselli à mezo miglio”6 .

Et lasciando Sinigaglia vi è buonissimo sbarco di spazio di dodici miglia di spiaggia fino à fano, et buonissima strada.

Ma al meno un miglio e mezzo presso fano lo sbarco è migliore, potendo le galere e le marsiliane mettere la prua in terra, i vasselli a largo mezo miglio con la strada per la marina.

Di là da fano all’Argilla un quarto di miglio lontano dalla città è comodissimo parimente lo sbarco per le galere, et le marsiliane et per vasselli à mezo miglio”6 .

Fig. 2 Santa Casa di Loreto (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, Fig. 2 Santa Casa di Loreto (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, Fig. 2 Santa Casa di Loreto (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato EcclesiastiEcclesiastico … Ecclesiastico …(da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 170) (da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 170) co … (da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 170)

In questa sintetica In questa sintetica Relatione di tutta la spiaggia dello Stato nel Mare Relatione di tutta la spiaggia dello Stato nel Mare Adriatico, con la specificatione de siti dove sarebbe commodo lo sbarco Adriatico, con la specificatione de siti dove sarebbe commodo lo sbarco ai legni nemici ai legni nemici, rimasta anonima, che si può riferire al primo per , rimasta anonima, che si può riferire al primo periodo del iodo del

6 6 Archivio Segreto Vaticano (ASV), Archivium Arcis ( Archivio Segreto Vaticano (ASV), Archivium Arcis (A.A.), 4758, c. 148 r – 149 r. A.A.), 4758, c. 148 r – 149 r.

250

Naval History

papato di Urbano VIII, presumibilmente al 16267, viene delineata una situazione storico-geografica molto interessante.

Lo Stato Pontificio adriatico viene valutato nella sua componente primaria: l’estensione della costa, con le problematiche che questa pone per il timore costante di sbarchi nemici. Ecco, quindi, che la descrizione adotta un solo ma fondamentale punto di vista: la possibilità di sbarco da parte delle forze nemiche, nello specifico ottomane, con la valutazione dei luoghi, delle condizioni di un eventuale sbarco, e della distanza tra punti di approdo e centri urbani principali.

Del resto la comodità di approdo anche per grosse imbarcazioni, come le galee e le marsiliane, è riscontrabile in quasi tutto il litorale, dal fiume Tronto sino a Fano.

Partendo da sud, un approdo assai insidioso è quello della spiaggia di Marano, dove possono giungere sin quasi a terra tutti i tipi di vascelli. Sino al successivo fiume Potenza non c’è molta comodità di sbarco, che ritroviamo invece nel tratto di costa immediatamente superiore sino a Numana, con alcune miglia di spiaggia praticabili.

In questo caso Loreto è alla distanza di sole due miglia, raggiungibile tramite una strada “non faticosa”. Porto Nuovo è spiaggia di facilissimo sbarco e in collegamento diretto con Ancona, da questo fronte facilmente minacciabile. Anche il territorio tra Senigallia e Fano presenta circa dodici miglia comode per uno sbarco, soprattutto nei pressi di Fano.

Si configura, quindi, una situazione sufficientemente pericolosa, per quanto descritta con molta lucidità e senza enfasi; si valuta anche il collegamento tra punti di approdo e luoghi principali, come Fermo, Loreto, Ancona e Fano.

Ma, al di là dei centri più rappresentativi, grazie agli Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico fatte caminando sopra li medesimi luoghi nella visita che io fecci dell’anno

7 La filza infatti è presentata come Civitatum et Castrorum Volumen Additum ad capsulam v. Armarii XV. Scritture consegnate di ordine di Urbano VIII, 1626.

Parte IV StorIa moderna 251

1677 per ordine di S. S. Papa Innocentio XI 8 , conservati presso la British Library di Londra (ms. Add 15757), riusciamo a configurare lo stato dei luoghi indicati. In questo caso manca del tutto una relazione esplicativa, che può essere sostituita dalla Relatione del 1626 proprio per la corrispondenza dei luoghi visitati.

Fig. 3 Sinigalia (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e Fig. 3 Sinigalia (1677), in Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico … (da M.L. …(da M.L. De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 175) De Nicolò, La Costa Difesa.., p. 175)

Marano Castello, in prossimità di Cupra Marittima, viene raffigurato come un piccolo borgo arroccato su un costone, ma con ampia spiaggia; il porto di Fermo si presenta come una cittadina interamente murata, con

8 M.L. De Nicolò, La Costa Difesa, op. cit., in particolar modo gli “Schizzi et abbozzi de tutte le fortezze, torre, città, castelli e porti che sono in tutta la spiaggia del mare Adriatico di tutto il Stato Ecclesiastico fatte caminando sopra li medesimi luoghi nella visita che io fecci dell’anno 1677 per ordine di S. S. Papa Innocentio XI ”, (p. 143 et seg.), ci permettono di visualizzare i luoghi citati: Marano, il Porto di Fermo, Porto Recanati, la torre di Mossone, Loreto, Ancona, Case Brugiate, Senigallia e Fano. Per quanto riguarda in generale le difese delle città marchigiane, si rimanda ai vari volumi di M. Mauro (a cura di), Castelli rocche torri cinte fortificate delle Marche, con varie edizioni.

252

Naval History

planimetria rettangolare e numerose torri, controllata dalla rocca in posizione elevata. Anche il Porto di Recanati ha una fortezza quadrangolare, con alto mastio di vedetta, ma anche in questo caso con ampie possibilità di approdo. Nelle vedute di Ancona si evidenzia l’ampiezza dell’area portuale, accuratamente difesa; Case Brugiate, prima di Senigallia, è un complesso di case-torri, con struttura scarpata e apparato a sporgere, che presumiamo sia stato soggetto a diverse incursioni e distruzioni; sino alle Torrette, in particolare quella di Esino, o Fiumicino, anche questa su più livelli con apparati a sporgere.

Senigallia è raffigurata anch’essa come cittadina completamente chiusa dalla cinta bastionata e un lungo porto in palificata lignea di collegamento tra la costa e la città.

Il sopralluogo oggetto della Relatione del 1626 si conclude a Fano, particolarmente vulnerabile.

Per quanto riguarda quest’ultima città, nel marzo 1664 il castellano della fortezza, Rinolfo Galassi, viene invitato a redigere un rilievo che possa permettere in tempi brevi di valutare lo stato delle difese9. Una tale urgenza è sottolineata dalla richiesta fatta allo stesso castellano, senza attendere “qualcuno che possa colle regole delle scienze matematiche adoperarsi per ciò farlo colle finezze dovute”.

Questo disegno10, pur schematico ed elementare, fornisce indicazioni funzionali e dimensionali importanti: il mastio, per esempio, è indicato nella sua altezza composta da una struttura a scarpa di 37 piedi e altri 35 piedi di muratura verticale; sono indicati i locali dei soldati, le preesistenze di tratti di mura, il pozzo e le piattaforme aggiunte per ulteriore difesa. Lo stesso castellano cerca di ricostruire la storia della fortezza, composta inizialmente da una torre, che divenne il nucleo della fortezza malatestiana dal 1452:

“la fortezza della città di Fano era anticamente composta di una sol torre onde fu ridotta nella forma che oggidì si ritrova da Sigismondo Pandolfo Malatesta il quale con titolo di vicario perpetuo per la Santa Romana Chiesa ne aveva il dominio, e questo fu l’anno 1452. / ma perche

9 ASV, Commissariato alle Armi, 57, c. 252, 3 marzo 1664. 10 ASV, Piante e Carte Geografiche, 54, Pianta della Fortezza di Fano, Rinolfo Galassi Castellano, 9 marzo 1664.

Parte IV StorIa moderna 253

forse in quei tempi non vi era la perfezione del arte del fortificare si scorgono in essa alcune imperfectioni le quali colla peritia del suolo facilmente potrebbero ricevere aggiustamenti e rendersi come più perfetta così meno inespugnabile”11 .

Fig. 4 Archivio Segreto Vaticano, Piante e Carte Geografiche, 54, Pianta della Fortezza di Fano, Rinolfo Galassi Castellano, 9 marzo 1664.

Fig. 4 Archivio Segreto Vaticano, Piante e Carte Geografiche, 54, Pianta della Fortezza di Fano, Rinolfo Galassi Castellano, 9 marzo 1664.

Per la sicurezza della fortezza, e della città, “per lo sospetto de legni turcheschi”, il castellano Galassi richiede nel successivo mese di maggio (1664)12 ben 25 soldati, per poter sostenere i 25 già presenti. Allega, inoltre, un elenco di artiglierie e lavori di manutenzione necessari per la conservazione della fortezza (rifacimenti di una sala col suo Acciarino, del tetto e delle aperture di una loggia, per complessive quattro giornate lavorative)13 .

11 La breve descrizione è indicata nel retro del disegno. 12 ASV, Commissariato alle Armi, 57, c. 254, 6 maggio 1664. 13 Ibidem, cc. 256-7, 14 ottobre 1664.

254

Naval History

Questo caso molto specifico è però utile per comprendere uno stato sociale di tensione, sia di singoli che di intere comunità, per una costante paura di sbarchi turchi. Il disegno e le istruzioni di riparazioni costituiscono un ulteriore tassello delle recenti acquisizioni14 .

Anche Loreto15 è un centro vulnerabile, a poche miglia dalla costa, facilmente raggiungibile e, soprattutto, luogo caro alla cristianità che può essere minacciato dalle truppe ottomane. E, inoltre, è “nel cuore della medesima provincia, ed è luogo di più pericolo e gelosia di qualcun altro della provincia”. Nel 1620, nell’ultimo scorcio del pontificato di Paolo V, vengono effettuati alcuni sopralluoghi per valutare i lavori necessari alla messa in difesa “reale” di questa città. Il problema principale è che il recinto delle mura è troppo basso, senza fossato e fiancheggiamento quasi nullo, di conseguenza lascia indifesa la città.

Per ciò che concerne la necessità alle opere, si preferisce puntare – come prevedibile – su quelle urgenti e in economia. Il primo passo è la pulitura del fossato, perché “con nettarlo, cavarlo, et profondarlo sarà rimediato alla scalata senza far spesa di alzare la muraglia, poiché in questo modo verrà alzata a sufficienza”. In secondo luogo, poiché la muraglia verso il lato di Roma non è fiancheggiata, si prevedono “con la terra che si caverà dallo scavo de fossi si faccino le due piattaforme ..”.

Grazie all’analisi incrociata di varie fonti, a partire dalla Relatione del 1626, integrata dai disegni della raccolta londinese, con i dettagli relativi ad alcuni luoghi decisivi dell’Archivio Segreto Vaticano, è stato possibile delineare – sia pure in modo sintetico - un quadro della situazione costiera dello Stato Pontificio a metà del XVII secolo.

14 Si veda il recente saggio di G. Cuppini, D. Palloni, La Rocca malatestiana di Fano, in “Castella Marchiae”, n. 6/7 (2002/3), pp. 75-93, e il rimando a G. Petrini, Documenti per la storia della rocca malatestiana di Fano, in F. Milesi (a cura di), Fano medievale, Fano 1997. Sulle difese della città di Fano si rimanda agli altri saggi della medesima rivista. 15 Si rimanda a: Loreto nel secolo XVI. Sviluppo edilizio e architettonico, in F. Grimaldi, K. Sordi (a cura di), L’ornamento marmoreo della Santa Cappella di Loreto, Loreto 1999.

This article is from: