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Partigiani italiani in Bielorussia, di Tatiana Polomochnykh “
Noi credevamo
Partigiani italiani in Bielorussia
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di Tatiana Polomochnykh 463
Poco noto è che nella resistenza polacca e bielorussa combatterono anche alcuni dei seicentomila militari italiani catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre e deportati nel Reich e nei territori occupati. Si può stimare che circa 40 o 50 mila si trovassero nei campi della Bielorussia raggiunti dalla controffensiva sovietica del 1943-44, e si può ipotizzare che la maggior parte sia perita durante il trasferimento, avvenuto presumibilmente a piedi, nei campi oltre gli Urali in cui si trovavano i prigionieri dell’Armir. In questi campi, dove furono regolarmente registrati, ne giunsero infatti almeno 13.208, di cui 837 morti in seguito e 12.371 rimpatriati insieme a 9.411 superstiti dell’Armir.1 Vi è peraltro un indizio che un numero imprecisato di costoro sia stato incorporato, volente o nolente, nell’Armata rossa, e addetto a compiti di manovalanza. In merito esiste infatti, presso l’Archivio dell’USSME, la relazione, redatta nel 1952, di un sottotenente che aveva comandato la «2a compagnia del 65° battaglione del genio militare incorporato nell’Armata Rossa», reparto inquadrato nella categoria «Volontari italiani» dell’esercito sovietico, che contava oltre mille italiani in maggioranza ex-prigionieri dei tedeschi, ma anche lavoratori civili (tra cui alcune decine di donne) e personale probabilmente proveniente dalla contraerea tedesca (in cui erano state inquadrate decine di migliaia di italiani)2 .
Inoltre, da testimonianze di cittadini bielorussi3 e documenti raccolti nel 196465 dal KGB4 e trasmessi nel 2009 dal presidente bielorusso Lukashenko al presidente del consiglio italiano Berlusconi (ora versati all’Archivio Centrale dello Stato), risulta che circa 132 IMI fuggirono da uno dei campi di concentramento tedeschi in Bielorussia e almeno una trentina combatterono con la 2a Brigata partigiana di Minsk «Suvorov». Tre furono anche decorati e uno (il calabrese Andrea Iannello, morto il 14 giugno 1944) fu proposto per la Stella rossa.
1 Elenco ufficiale dei prigionieri italiani deceduti nei lager russi traslitterati dai tabulati dell’archivio storico dell’ex URSS, a cura del Commissariato generale onoranze ai caduti, Milano, UNIRR, 1993. Cfr. Caduti e dispersi in Russia, s. l., s. e. s. i. d.; Ministero della Difesa - Commissariato generale onoranze caduti in guerra, Ricerche effettuate sul territorio della comunità di stati indipendenti (ex URSS) per la localizzazione delle fosse comuni e dei campi di concentramento: dati di interesse, Gaeta, Stabilimento Grafico Militare, 1996. 2 AUSSME, Diari Storici, Diario 2271c, Fasc. 10 3 Valery Mikhailov, Basil Romanovsky, Non si può dimenticare, Minsk, 1967. Jacek Wilczur, Le tombe dell’Armir, Milano, Sugar, 1964. 4 Stefania Elena Carnemolla, «Crimini nazisti e prigionieri di guerra italiani in Bielorussia. Una relazione del Kgb», Contemporanea, 57 (2012), N. 2, pp. 281-306.
Nella pagina seguente: attuali distintivi del Comfoter (Comando Forze Terrestri) do Verona e del Comfolog (Comando Supporti FOT)i di Verona, con Cangrande della Scala a cavallo della Rotta di Suez, e Titano che sorregge Intermarium e Mediterraneo Ristretto.