IV MONACO
Nell'estate del 1912 andai a Monaco. Una città Tedesca! Quanto era diversa da Vienna! Mi sono sentito male pensando a quella Babilonia di razze. Il dialetto era praticamente uguale al mio e mi ricordava della mia giovinezza con il suo collegamento alla Bassa Baviera. In mille modi diversi, mi era caro oppure lo diventò. Appartengo a quella città più di qualsiasi altro luogo al mondo, e questo è dovuto al fatto che è legata in maniera inseparabile al mio sviluppo. In Austria gli unici aderenti all'idea dell'alleanza erano gli Asburgo ed I Tedeschi. Per i primi era dovuto alla pulsione ed al calcolo, e per i secondi alla facile credulità, perché immaginavano che avrebbero reso un grande servizio all'Impero Tedesco per mezzo della Triplice Alleanza che lo avrebbe rinforzato e lo avrebbe messo in sicurezza; alla stupidità politica, poiché le loro fantasie non combaciavano con i fatti, perché essi stavano realmente aiutando ad incatenare l'Impero alla carcassa morta di uno Stato che era destinato a trascinarlo nel profondo degli abissi; in maniera più particolare, tuttavia, perché tale alleanza stava contribuendo sempre più a de-Germanizzare la stessa Austria. Perché sin da quando gli Asburgo credevano che un'alleanza con l'Impero li avrebbe assicurati contro ogni interferenza da parte di quest'ultimo - e purtroppo in questo avevano ragione - erano in grado di continuare la loro politica di liberarsi gradualmente dell'influenza Tedesca nel paese con più facilità e meno rischi. Non avevano alcuna necessità di avere paura delle proteste da parte del Governo Tedesco, che era noto per 'l'obiettività' del suo punto di vista, ed inoltre quando avevano a che fare con i Tedeschi Austriaci potevano sempre zittire ogni voce insistente che si sarebbe potuta sollevare contro qualche particolarmente disgraziata istanza di favoritismo mostrata verso gli Slavi, mediante un riferimento alla Triplice Alleanza. Se si fosse fatto uno studio maggiormente illuminato della storia e della psicologia razziale in Germania, nessuno potrebbe mai aver creduto per un istante che il Quirinale di Roma e gli Hofburg di Vienna avrebbero combattuto fianco a fianco su un fronte comune. L'Italia si sarebbe trasformata in un vulcano prima che ogni Governo avesse mai osato inviare un singolo Italiano sul campo, eccetto come nemico, per conto del così fanaticamente odiato Stato degli Asburgo. Ho visto più di una volta infiammarsi a Vienna il passionale disdegno ed il profondo odio che ossessionava gli Italiani contro lo Stato Austriaco. Gli errori della Casa degli Asburgo nel corso dei secoli contro la libertà e l'indipendenza Italiane erano troppo grossi per essere dimenticati, anche supponendo che ci fosse desiderio di farlo. Non c'era tale volontà né tra il popolo né nel Governo Italiano. Per l'Italia, quindi, c'erano soltanto due maniere possibili di avere a che fare con l'Austria - l'alleanza o la guerra. Avendo scelto la prima, potevano prepararsi con calma per la seconda. 38