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1200 a.C. una nuova arma tenta gli animi: il ferro 1184 – 1153 a.C. – regna sul trono d'Egitto Ramsete
from SICULI
lo di rilievo nella vita militare della teocrazia egiziana, ed anche dei privilegi, come il possesso di una casa e di terra coltivabile. Molte altre sono le terre di origine dei mercenari, al soldo dei faraoni, oltre agli stessi Leku citiamo gli Shasu, nomadi asiatici, ed i Nubiani.
Leggiamo ancora sui Serden che: "Dopo che la Maestà (Ramses II) aveva aizzato la sua fanteria, i carri e gli Shardana che la Maestà aveva preso durante le sue vittoriose campagne, fornì loro le armi e gli ordini per la conduzione della lotta".
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Ricordiamo brevemente la difficoltà insormontabile che i Romani e non solo loro sempre incontrano in Sardegna per garantire la presenza dello stato e delle sue leggi, terra da loro appellata Barbagia.
1200 a.C. una nuova arma tenta gli animi: il ferro
L'Età del ferro in Europa centrale genera la cultura di La Tène: la produzione e l'uso del nuovo metallo anche per fini bellici si ritrova dalle isole britanniche all'Italia del nord, dall'Ungheria alla Francia. Le terre dei Germani e Scandinave sembrano però ancora distanti da uno scambievole inserimento tra le nazioni che raggiungono elevati livelli socio-culturali, mentre le Eolie perdono via via mercato per la loro produzione, tecnologicamente sorpassata, di pietra utensile.
Occorre, tornando al nord, attendere il dissolvimento celtico in una età già cristiana per riscontrare tracce cul-
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turali notabili dall'Elba alla Moravia, dal Weser al Reno.
La pressione esercitata dagli uomini della facies di La Tène, corroborata dalla nuova arma, forse è tra le motivazioni indicate dalla migrazione dei Dori e dei Traci. Si innesta così una nuova reazione che agisce ancora una volta sul perenne pendolarismo di molte stirpi sui Dardanelli.
Approssimativamente è del 1200 (come quella di Pylos) la distruzione di Sidone (viene probabilmente pagata col saccheggio un'altra millenaria e redditizia sudditanza all'Egitto) ancora ad opera dei Popoli del Mare: i suoi profughi raggiungono un'altra città stato e sede di depositi di cereali, olio, bestiame: Tiro. Tiro è un altro centro fenicio ben noto agli Egizi ed ai vari paesi mediterranei che con esso commerciano sin dal XIX secolo a.C. (i "Testi di esecrazione" la definiscono, forse per la loro usuale vanagloria, "vassalla": era certamente una loro ricca referente commerciale).
Sidone, la odierna Saida nel Libano, è una fiorentissima città nelle mani di quei mercanti fenici che da secoli portano merci varie tra l'Asia mediterranea, l'Egitto, la Sicania, Creta e l'Iberia. Anche la suddetta, micenea, Pilo in Messenia ci suggerisce di sconvolgimenti politico sociali, con la sua distruzione tramite incendio da parte di "ignoti nemici" del XIII secolo a.C.
Azzardando una ennesima ipotesi non documentabile se non dal buon senso e da insufficienti riferimenti archeologici, Iberi Fenici Egizi Ittiti Sicani Eoli Cretesi costituiscono a lungo una sorta di comunità commercia-
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le esclusiva (dominata poi solo dal vertice egizio ed ittita), nella quale entrano guastando ogni meccanismo le nuove emergenti compagini, greche nel loro insieme e sicule tirrene sarde filistee libiche, ecc.
Approfittando tutti costoro delle richieste dei Libi (sicuramente vieppiù penalizzati dalle caratteristiche geofisiche sahariane sempre in evoluzione), confidando sulle debolezze generati da malumori interni al sistema politico degli Ittiti in Siria, del periodo di crisi subito dai Cretesi ad opera degli Achei Micenei, contrastando l'intesa di Kadesh che avrebbe potuto rappresentare un nuovo pericolo con più estese imprese imperialistiche verso nord dei due paesi alleati.
Consegue a quanto sopra descritto il periodo detto Medioevo Greco: cioè si hanno degli stanziamenti ellenici nelle coste mediterranee in Asia Minore ed in tutte le isole dell'Egeo. La manovra antiegiziana pian piano riesce, e già il regno di Ramesse VII (nel 1130 a.C.) deve privarsi di ogni supremazia in Asia. Se però l'Egitto piange, gli alleati "desistenti" Ittiti, non ridono affatto: è in atto la fase ultima della loro discendente parabola storica. Gli avi degli odierni Palestinesi riescono a ricavarsi a loro spese una patria in quella terra area di confine, cuscinetto tra i due maggiori imperi del tempo.
La successiva disfatta della impostazione politica dell'impero e, poi, del regno stesso ittita, non viene – da qualche ricercatore – attribuita alla persistente azione dei Popoli del Mare. Appare naturale che il repentino di-
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