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L'ITTIOLO

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VARIETÀ

VARIETÀ

E I Su Oi Usi Terapeutici

e) Sull'azione anLiparassitaria dell'illiolo fu ampiamente diseusso dal dott. Unna se verame nte es~a sia diretta, ossia che il rimedio abbia un reale poLere parassiticida, o se I' effetto terapeu~ico conseiua ad una necrosi dell'epitelio superfieiale dermico, ad una esfoliazione dell'epidermide, e quindi sia un'azione indiretta, parassitifuga. secondo la teoria del Be,n ier.

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Il primo di questi due autori non disconosce l'inlluenza della desquamazione epidermica nella cura delle dermatosi parassitarie, avendo egli messo in evidenza, per il primo, la particolare proprietà dell'acido salicilico, un parassitifugo di prim'ordine (Eine besonrlere Ei!Jenschaft der SnliciLsiiure, )lonatsbefte f. prakt. Dermatologie, 1882, pag. 128), ma, oppostamente alle idee assoluti ste del Besnier, per il quale l'elfeuo cll1'8.livo ottenuto con mezzi meccanici (pietra pomice, sabbia, polvere di marmo) o con mezzi chimici {acido salicilico), è la conseguema indiretta della desguamazior.e, il doll. Unna sostenne che nell'ittiolo si debba riconoscere il doppio potere, parassiticida e parassitifngo, sodisfacendo esso alla doppia indicazione, causale e sintomatica, nella cura della pityriasis versicolor, la più superficiale ed innocente dermatofitosi dello strato corneo, da entrambi gli autori àddoWt per esempio. Il potere riducente del rimedio e la proprietà che po.,;siede di aumentare la compallezza dello strato corneo, per la più rigogliosa cheratoplasia che induce sull'epidermide, furono a 11rio1·i additati dal dottor Unna, l'uno come bastevoli:! a compromettere la vitalità del fungo parassita, in grazia alla sottrazione di ossigeno che gli è necessario, l'altra come efficace ad impedire la desquamazione: donde la spiccala virtù antiparassitaria ed antidesquamativa dell 'i ttiolo.

Che il dott. Unna are3se ben anisato, lo provarono le ricerche sperimentali e le ulteriori osservazioni di autori diversi. Il potere anti.~ettico dell'ittiolo, benchè negato dal Nussbaum nella sua prima comunicazione (1887), fu poi accertalo, in batteriolo~ia, dal dotl. Fessler 5:Ugli strepto· cocchi dell'eresipela, palesandosi efficace perfino alla debole dose dell' I :4000. Se un silfallo risultato ·sia piuttosto da ascriversi all'azione rid).lcenle sui tessuti, anzichè a quella immediata sui microrganismi p·1togeni aerobi od all'una e ,all'altra insieme, importa poco per la pratica: il fatto sta che anche il doti. l\l ei n ~iud1cò doversi I' iuiolo riconoscere quasi come uno specifico contro l'eresipela.

Gli sperimenti Jel ·c1ou. Lau~ux su nove specie microbiche, cioè 5 diversi stafilococchi e streptococchi, il bacillo tifoso, il diplococco pneumooi tico, il micrococco gonorroico e il tricophyton lonsura11,S, provarono che, e~cezi0ne fatta

<I.elio streptococco piogeno che sembra il più resistente, esigendo per iscomparire una proporzione d' ittiolo dal 6 al 7 p. I00, le altre specie non resistono a solazio ni del 3 al t. p. t 00 . .11 medesimo sperimentatore, perciò, venne alla con-elusione che l'uso dell'iuiolo al 5 ed anche al 10 p. I00, non

· presentan do, io pratica, inconvenienti di sorta ed assicn-rando largamente una buona anti sepsi, possa preslare utile servizio. Anche i! dott. Colombini, presso noi, istituì ac-curale ricerche su l gonococco del ~eisser e trovò che una -,.oluzione di i1tiolo· al 3 p. I00, fatta. agire per 5 minuti, impedisce nel piiL chiaro modo lo sviluppo delle colonie, mentre quella al 2 p. 100 le ritarda grandemente: inoltre, -eguali ricerche sullo stafilococco piogeno aureo ed albo gli diedero per risultato che l'ittiolo al 3 p. 100 ri1arda

·.ed al .i- p. 100 rende decisamente sterili le colonie. Sul po1ere antisellico dell'ittiolo si hanno, però, ricerche · batteriologiche più recenti (se~tembre ultimo) e sono del dottore Abel, che le eseguì, nell'istituto igienico dell' [ni-versità di Greifs\\ald, su diversi altri microrganismi. Rispetto alla sensibi lità di essi vers~ l'ittiolo, l'autore li di · vide in due gruppi: nel primo comprende lo streptococco piogeno, lo strept. dell'eresipela ed il ba,::illo della difterite, che sono i più sen5ibili; nel secondo, lo stafilococco piogeno aureo (o ttenuto da un foruncolo), lo staf. piog. bianco (da un ascesso\, il bacillo piocianico (da una gangrena senile), il bacillo tifogeno, lo spirillo colerigeno, il bacillo mucoso dell'ozena, che :ippartiene al gruppo del bacillo di Friedlander, ed il bacillo anlracogeoo ..I microrganismi del primo gruppo si mosLrano ememaroente sensibili alle so- • lozioni deboli di iLtiolo (5-6 p. l 00 ), che spiega la sua diretta ...,zione battericida in breve tempo (pochi minuti): donde

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l'indicazione del rimedio contro le malattie da essi provocate, come già in pratica si usa con successo. C'è peì·ò da rilevare che il bacillo difteritico, in colonie bene sviluppate, appalesa una discreta resistenza e quindi se l'ittiolo non è appropriato alla cura della difterite - il che sarebbe sempre da ricercare - è peraltro indicato nella profil.assi di questa infezione (pe r gargarismi e per uso intèrno). I microrganismi del secondo gruppo oppongono una resistenza all'ittiolo più o meno pronunziata, occorrendo soluzioni fort; (50p. ,100) o addirittura,l'uso del rimedio puro, per arrestarne o impedirne lo sviluppo io coltura, ed anche un tempo relativamente lungo lda 4 à 30 ore, secondo le diverse specie). li limite di sviluppo nel brodo ittiolato è del 3 p. 1100 per il bacillo piocianico, che è però ancora vitale dopo 5 giorni, del 4 p . I00 per il bacili~ dell'ozena, del 5 p.'100 per gli stafilococchi piogeni e per lo spirillo colerigeno. Nel medesimo brodo al 3 p.rno i bacilli tifogeni periscono dopo due giornì e quelli del carbonchio dopo tre : le spore poi di quest'ultimo, disseccate su fili di seta, conservano, come era da aspettarsi, la loro proprietà di sviluppo, anche dopo H,1 giorni, nel brodo ittiolato al 50 p. I 00. Dopo ciò non si potrebbe raccomandare l'ittiolo nel trattamento antisettico delle malattie, i cui provocatori sono appunto microrganismi che i:esistono alla sua azione: nondimeno, si è visto cb e nel tifo e nell'ozena esso ha prestato buoai servizi, che il dott. Abel attribuisce piuttosto all'influenza che i!Timedio spiega sull'oroanismo, anzichè al potere battericid~ di esso. Il medesimo o sperimentatore raccomanda poi di conservare l'ittiolo allo stato puro ovvero in soluzione al 50 p.1-00 edi prendere tutte le precauzioni prima di usarlo diluito: all'uopo si adopeçi l'acqua sterilizzata e non è un fuor d'opera che si sterilizzi anch e il recipiente. Egli ha ·osservato che nelle deboli soluzioni, fatte

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-con acq~a comune, possono contenersi per lungo tempo germi patogem, ad es. lo slafìlococco aureo, con pericolo di provo· care un'infezione, per evitare la quale basterà sterilizzarle col calore umido anche ripetute volte, senza che il potere an· tisettico dell'ittiolo ne resti perciò danneggiato.

L'azione disinfettante del rimedio sul tubo gastro-enterico fu sperimenta!a dal dottor Reale, nella clinica medica dell'Università di Napoli, su infermi di catarro cronico dello ,stomaco con forte dilatazione del viscere e gastroxinsi, ed 11 risull~to ne_ fu sodi sfacente. ·Convinto anch'io che per ~nterocl,sma, m soluzione tiepida di acqua prima bollita rittiolo, a motivo della sua innocuità potesse giovare, ado~ perandolo ad una dose-, che con altri antisettici di e·ouale . o ~nerg,a ma senza confronto più pericolosi non sarebbe lecito sorpassare, non ho esitato a provarlo, come dirò .appresso, in due casi di ileo-tifo e con esito pure sodisfa-cente .

All'1~so .interno dell'ittiolo avevano aperta la via gli spefll~ent1 dr. Ba_umann e Schotten, che ne propinarono dapprr~a dosi d1 gr . .a cani di media grandezza con risultato di assoluta tolleranza ed innocuità; indi le elevarono .a '10-'1l gr. io diversi altri animali, ·senza' che si manifestas-sero _disturbi nel benessere generale: dosi più forti di ,18-24 gr. .al giorno produssero, invece, scariche alvine diarroiche ,dalle quali gli animali si tiebbero completamente in un~ -0 due giorni. '

.

Il ~ussbaum, sperimenlando sopra sè stesso, ar~ivò a prenderne fino a 5 gr. al giorno senzi risentirne daffibo di sort:i. Prima di loi, però, il prof. Zuelzer, di Berlino studiando l"influenza dei preparati ittiolici sul ricambi~ materiale, sopra 5 studenti di medicina che si òffersero vofonterosi, stabilì che l'ittiolo può esser preso per anni senza alcun pericolo, anzi con vantaggio, a,endo - a suo anisola eminente proprietà dì foyorire la produzione di nuoviprincipì albuminoidi organici e di ritardarne la distruzione_ Sarebbe, in altri termini, un alimento di risparmio, in quanto agisce eridentemente a diminuire l'eliminazione dell'azoto. Dalle esperienze del prefato autore risultò che l'ittiolo alla dose di +-6 gr. al giorno. in capsul e gelatinose, èben tollerato dallo stomaco e che con l'uso prolungato di esso migliora lo stato generale, subbiettivo ed ohbietLivo, e si riscontra un aumento del peso corporeo : il che constatò pure il dottor CranstoÙn , posteriormente. E risultò pure, all'esame uroscopico, che, a parte qualche lieve variazione, peraltro insignificante, nel volume , nel grado di acidità, nell'acido urico, nell'acido fosfoglicerico, nella calce e nelJa. magnesia, ed a parte anche il relativo aumento della soda e del cloro dietro l'uso del solfoiuiolato sodico, le di[erenze fra l'urina norm ale e l'ittiolica, si pronunziarono caratteristicamente, per quest'ultima: in un aumento della materia colorante, po co meno del doppio, in uno spiccato odore di violette, che si accentua con aggiunta di acidi, in una sorprendente diminuzione delle materie fisse e della quantità totale dell'azoto (determinalo col metodo di Kieldahl), coincidente a preferenza con l'orinazione del dopopranzo e maggiore durante la nolle, proprio all'opposto di quanto avviene nell'urina normale. Infine, di piti segnalata importanza fu la determinazione del r.1pporto fra l'acido solforico preformato- . e quello coniugato, avendosi questo di particolare nel!" urina illiolica: che la quanlkà totale del solfo , lungi dal trovarsi aumentata, come sarebbe da aspettarsi, è in,ec& diminuita, e ciò per il fatto che l'acido solforico preformato è notevolmente minore ( ?O p. 100) nell'urina ittiolica, mentr& il solfo neutro è, al contrario, cinque volte maggiore, come- dimostrano le cifre assolute del solfo totale e, ancor piti chiaramente, quelle relati,e. Con l'uso interno del!' ittiolo si ha, quindi, nell'urina: aumento di solfo incompletamente ossidato, diminnzione di acido solforico preformalo per ritenzione permanente di materiale nutritivo solforoso e, nello stesso tempo, ritenzione di una certa quantità di materie fisse ed in ispecie dell'azoto. Siffatta duplice ritenzione di solfo e di materiale azotalo nel!' organismo indica ad eYidenza che vi è, con l'ittiolo, produzione di albumi nati. contenenti appunto entrambe le sostanze. An che il dottor Reale confermò la quasi costante (7 volle su 8 casi) diminuzione dell'azoto, la cui cifra giornaliera espulsa con le urine determinata con lo stesso metodo di Kieldahl modificalo d~ Wilfarlh, si abbassa - a parità di co ndiLioni alim'entarisino alla metà di quella anteriore all'uso dell'ittiolo.

Non resta, da ultimo, che segnalare un'altra proprietà di questo rimedio e poi passerò alle sue piti razionali applicazioni terapeutiche.

Il dottor Damiens, dietro consiglio del Dojardin-Beaumetz, istituì una serie di ricerche fisiologiche e cliniche per provare che, adoperalo per la via ipodermica, l'ittiolo spiega anche un'azione analgesica, senza perdere quella sua propria ischemizzante, antiflogistica.

Esperimenti pratici solf e rane e sui conigli approdarono al risultato che esso è completamente innocuo alla dose ch e potrà adoperarsi con efficacia io terapia. Se il coniglio sopporta dosi ipodermiche di illiolo di I a 20 gr., senza presentare disturbi manifesti, è evide11te che• iniettandone all'uomo in una sola volta una dose di gr. 0,06-0,10 in acqua sterilizzata, non si espone il nostro organismo ad accidenti spiacernli, tanto più che, d'ordinario, bastano· 3 centigrammi. Il rimedio è assorbito rapidamente e compie-

L'ITTIOLOtamente, ma non produce anestesia cutanea come la cocaina: la sua azione consiste in una proprietà analgesica e pare che si eserciti, a preferenza, sui dolori nevralgici. Per il fatto della sua innocuità assoluta sarebbe da tenersi presente, se non da preferirsi, in quei casi, nei quali la morfina non può essere usata a lungo.

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.mai ineffiGace in quelle ~ILrui, e perchè ha avuto ·ammiratori entusia sti ed estimatori indifferenti. Lo stesso Elliol, che non è fra gli entu~iasti, conviene che "in certe malattie è rimedio sovrano.

III. Parte clini ca. e terapeut i ca .

Con la piena conoscenza delle proprietà fisiologiche dell'it- • tiolo - ed all'uopo, per le più ampie particolarità, rimando il lettore alla bibliografia che ho raccolto in fine di questo scritto e massime ai lavori di Unna, cui la dermatologia va debitrice di molteplici progressi - e con l'esatto concetto de'lle differenze che i! rimedio presenta nelle dosi alte e basse, dell'indicazione più razionale di esso nei singoli casi di malattia, tenendo presenti le costituzioni individuai i, e della forma più adeguata per usarlo giovevolmente, da solo, associato o alternato con altro farmaco, si procederà fiduciosi alle applicazioni terapeutiche e se ne trarrà proficuo risultato. L'ittiolo, checchè si sia detto ìn contrario, lu ngi dall'essere un sempl ice ausiliario in dermatoterapia, come vorrebbe il Jaekson, è rimedio per sè d'intrinseco _ valorei anche per altre malattie che non sieno soltanto le , cutanee, ed è rimedio tale che vuol essere adoperato con sapiente discernimento . Così ~i spiega perchè nelle mani di linna, il più fecondo dermatologo moderno, al dire del nosLro prof. Barduizi, e nelle mani di parecclii suoi seguaci ha dato splendidi successi, non rimanendo però

In un lavoro, come il presente, non sarebbe possibile porgere, per filo e per segno, tutte le più minuziose indicazioni in ciascun caso di malattia; epperò, di natura qual'esso è, sintetico, mi limiterò a segnalarle per sommi capi, tralasciando di citare nomi di autori ad ogni passo, poichè li ho indicati in massa nella letterat.ur~, ed a segnalare 'pure. dove occorra , il piccolo contributo della mia esperienza personale, per quanto ·essa non sia d'un derm:itologo ex professo, sibbene d'un medico di marina, os. servalore generico d'ogni specie di_infermità in una grande famiglia militare, da cui non sono escluse le donne riè i bambini.

Il nome · di Unna è a capolista, non solo della cronologia, ma benanche della specialiLà terapeutica. Cominciarido, dunque, dalla, dermatoterapia, l'ittio'lo si usa co n vantaggi.o:

1° In tutte le forme rosacee, come con nessun altro rim,edio, tanto per uso esterno che per via interna nei casi gravi conco mitati a disturbi circolatori generali per difetto di tono muscolo::-vasale. Per uso esterno la dose è subordinala. allo stalo dell'epidermide ed alla condizione più o meno irritabile o indolente dei vasi. Praticàmente, nelle forme rosacee, che te ndono -all'eritema ed all'eczema, sopr,, una pelle di color rosso- chiaro, arterioso, lld epidermide sottile, liscia o leggermente de~quamantesi, quasi sempre priva di comedoni e di nodi acneici, .si useraon6 pomate a debolissima dose o, meglio ancora, paste e vernici all'ittiolo, oppure, tralasciando l'uso esterno di esso o limitandolo, come ho praLicato sopra me medesimo, alla saponata ittiolica, con acqua calda, lo si darà esclusivamente per bocca. Nelle forme, invece, che tendono all'acne nodosa iodurata sopra una pelle ad epidermide spessa ed irregolarmente scabra, a fondo Lurgido, fosco, rosso-bi uastro, ad abito venoso, priva di comedoni, che sono costanti nell'acne vera, e non tendente all'eczema, si userit l'ittiolo per uso esterno, o piene mani. e se ne otterca l'efTeuo des:derato, per la lenta azione a traver,;o l'epidermide ispessita. Gli effetti della dose debole e forte appariscono, quindi, evidenti in qtteste due forme, poi che lo scarohio che si facesse fra loro, dell'una piuttosto che dell'altra dermatosi. condurrebbe a risultati precisamente opposti: la dose bassa. non combalterebbe, nella rosacea acneforme la tendenza della cute alla fibromatosi. e l'alta provocherebbe, nella rosacea attiva, un eczP,ma, cui tende per natura .

2• Xell'acne i,idu,rata l'illiolo mie ancor più che nella rosace-0 e fa concorrenza al solfo, sul quale ha il vantaggio di non produrre dolorose congiuntiviti nei pazienti che presentano una ;diosiocrasia verso quel metalloide, ed ai preparati di piombo e di mercurio, che con l'uso simultaneo del solfo determinano uno spiacevole, benchè passeggero, coloramento oscuro del la pelle, dovuto a combinazioni chimiche. jei _casi gravi di acne, l'ittiolo si associa bene, alternatamente, al sublimato (il secondo ri-medio capitale contro di essa) meglio che col solfo, oltre che il trattamento meccanico col sapone alla polvere di marmo si combina eccellentemente con le pennellazioni, pure alternate, d'ittiolo: l'un rimedio. poniamo, si userà di ' giorno, e l'ittiolo di sera. Per uso interno questo è superiore al solfuro di calcio che si dà sotto forma di pillole cherati-

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te utile soltauto nella forma pustolosa dell'acne, ed alna , . 'ò l'arsenico che non si può prendere a lungo: e perc1 ~n loro succedaneo altrettanto utile quanto innocuo. ed m favor suo milita anche il fatto che se ne giovano alt~i· d'.sturbi compagni dell'acne e, sopra tutti, i gastro-intest10al1.

3• t indicato necrli eczemi di i-aria na,ttra. che Unna distingue, sollo l'asp:uo etiologico. in a) nerwsi ed in b) parassitari. . .. .

a) Gl'infermi della prima specie, per lo pm ad ult i, per lo meno non gioYanetti, non sono persone assolutamente sane, assai spesso attempate, e presentano eczemi a focolai mullipli, caratteristici, simili allo ::oster per le vescicole che decorrono lungo i maniori tronchi nervos1 cutanei, senza però invadere tutta la regione da. es~i in~ nenatn, e distinti dallo zoster per l'a$senza d1 sintomi flocristici nei contorni e di dolori veri, ma per la presenza d';~ inten.so prurito e per il decorso cronico. Que.sto ec~ zema neurocreno, che per la sua forma potrebbe ch1amars1 eczema erpe7ico, pr~dilige la regione del oerro rad iale, è costantemente simmetrico io ambo i lati, ai polsi, ma talvolta colpisce tutte e quattro fE, estremità, la faccia, i dintorni della bocca e del naso, in guisa da essere appena d·~tin rruibile dall'erpete labiale: è raro nel tronco, di cui I::> " • occupa in generale la linea mediana. Con la sua app~nzione coi ncidono disturbi generali della salute, roa:Ss1m~ Yiscerali, catarri gastro-inte$Linali, concrezioni uriche o biliari. eccesso formativo d'acidc, uri_co, os-:ahlria, ecc., e, quas-i sempre, una sorprendente anemia ùella peli~ e delle mucose. Contro di esso l'illiolo a forte dose, usat•> in modo periodico, è di effetto favorevole: se le resci·cole sono in_tatte il rimedio è indicato allo :Stato puro, per ottenere 11 loro rapido essiccamento, sempre che si tratti di estmmità,

1!nr1010 perchè alla faccia si raggiunge lo stesso risultalo con una soluzione acquosa al ,JO p. 1f 00. Ad impedire le recidive, sue propl'ie, ba,;tano le peonellazioni con liquido sempre più debole. In pari tempo l'uso interno del farmaco trova adatta indicazione. ~on · ho avuto occasione di osservare casi della specie e nemmeno di quegli aftri eczemi nervosi, intermittenti, assocjati ad asma, che a preferenza si riscontrano in fanciuUi e bamb ini; ma riferisco i successi ottenuti da Unna e da altri con l'uso interno, prolungato, dell'ittiolo in pozione (5-1 O gocce al giorno) e con l'esterno d'una debole soluzione ò meglio d'una còlla all'ittiolo zincico.

Fra le malatiie discretamente comuni nell'infanzia il dermatologo amburgh ese include il liche,n urticatus, che, si- · mile in principio ail'o:-ticaria neurogena, può in progresso condurre ad una grave forma·di eczema, non raro peraltro negli anni più avanzati della vita. Divenuto cronico ed estrem:;.mente pruriginoso, si c/onfonde con la vera ·p1·urigo - di Hebra seniore, dalla quale taluni caratteri lo distinguono, ma per Unna si tratta d'un-a semplice · neurosi convertita p0co a poco in un eczema prurill:inoso. aooravato dal i>ratv o,:, 1'> tamento e da un eczena parassitico, secondario, per innesto di germi dermatofitici fatto d:ille unghie. « velenose » secondo la tradizione popolare. Contro questo lichen urticatus l'ittiolo a gocce, per os, ed in forte ·soh1zi~ r.e acquosa (a p~rti eguali) per uso esterno, pennellato due volte al giorno. sulla superficie, foss'ancbe totale, del corpo, daHe mani · d'un cosi sapiente dermatologo, arrecò subito un notevole miglioramento ed una perfetta guarigione.

A questa dermatoneurosi si collegano: l'orticaria comune - l'eritema m?tlti(o1·7rte e il nodoso, l'erpete prog~;itale e il la~ biale, ed infine la de'l'lnatite erpetiforme, grave malattia descritta da Duhring. Esternamente, l'ittiolo a forte dose è in generale approprialo ad esse: b~s.ta pennell_ar~ per una sola volta, una goccia d'iltiolo, possibilmente dtlmto, sopra una vescicola d'orticaria o di erpete labìale, per vederle rapidamente essiccare e cessare il prurito. li successo di un uguale trattamento nell'eritema multiforme è talvolta sorprendente, ma negli statt cronici occorre, talaltra, ricorrere al pirogallolo, dando l'ittiolo per uso interno; nell'eritema nodoso, quando il salicilato di soda e l'atropina, due rimedi .eccellenti, risultassero infruttuosi, non è da tralasciare l'iLtiolo, anche per la via interna; lo ste,;so dicasi dell'orticaria. cronica, di cui ho curato con successo un giovane ufficiale, e della òermatite erpetiforme~ che Unna si riservò per una descrizione a parte. b) Fra gli eczemi parassitari è da collocare, anzitutto lo _ scrofoloso, o, per dirla senza giro di parola, il tubercoloso. ~on è qui il caso di darne la descrizione in soggetti di piccola età, ad abito scrofoloso, ma basterà dire che.. l'eczema è prevalentemenle eritematoso, .umido, crostoso, conducente all'edema linfatico del te::suto sottocutaneo facile a suppura.re, oppostamente agli altri eczemi, e ?osi caratteristico per la sua particolare topografia alla faccia e al capo, per gl'ingorghi glandolad che non mancano quasi mai, e per altri sintorui morbosi concomitanti, da non potersi scambiare con altro, neanche quando s'iniz:a sotto differenti aspetti simult..rnei. - Ho avuto agio di adoperare l'ittiolo in parecchi casi di questi eczemi scrofolosi, circoscritti, sopra bambini di miserevole aspetlo, non tutti però . della _classe povera, ma non mi è riuscito che in un solo di essi di farlo p1·endere per bocca, a motivo della ripugnanza che desta il suo odore e sapore. Per uso esterno ho seguito il metodo dì Unna: strofinazioni leggermente fatte con acqua di calce ed olio di olive a parti eguali, sui punti eczematosi, fino alla caduta delle croste: indi lavande con sapone all'illiolo, praticate a seconda del grado di azione che se ne desidera, sostituendole, se mal tollerate, con frizioni di un linimento al 5 p. ,ioo di ittiolo neÙa stess'.acqua ed olio, ripel~te tre volte al giorno.

Come cura locale non avrei potuto ottenere risultati migliori, entro uno spazio di tempo non minore d'un mese: forse l'uso interno del rimedio avrehbe potuto abbreviare il trattamento, ma per' Ja ragione che ho dello dovetti ricorrere alle solite cure ricostituenti con gli sciroppi iodo - ferruginosi con l'emulsione Scolt.

L'ittiolo è poi efficacissimo in quell'altro gruppo di eczemi parassitari che sono le diverse intertrigini, sulla cui vera origine Unna non ammette ecrezione che sieno da . innesto di diver.:;i mictofiti specifici, non escludendo, però, .che L'ipersecrezione glandolare ed il calore cutaneo delle parti confricantisi fra loro sieno due momenti favorevoli al diffondersi ed aggrav.arsi della dermatosi, specialmente nei bambi;i e nelle persone grasse. Presso noi , il prof. Di Lorenzo, direttore di clinica dermosifilopatica nel brefotrofiodell' Annunziuta di Napoli, ha avuto lafgo campo di sperimentare l'azione delrirtiolo, che proclama rimedio sovrano. La pomata alla lanolina al 10 p.100, suggerita per le affezioni intertriginose, presentando qualche inconveniente, il Di Lorenzo la sostituisce con un glicerolato alla stessa dose. Eguale prescrizi()ne 'ho io medesimo fatta, innumerevoli volle e sempre con :mc:.~esso· , a bambini di uffi.ciali di marina, ma in questi ultimi tempi ho preferito, stÌi miei propri, l'uso del sapone all'ittrolo con ec.cesso di grasso, tutte le volte che un eritema essudativo stava per insorgere, e ne ho ottenuto, sempre, 'il desiderato effetto. Dico qui, per incidenza, che un caso brillante di cruari" gione, effettuatasi dopo un mese di cura insistente col glicerolato prima al 5 e poi al 1Op. I00, ed accuratamente eseguilo dalla •

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madre, una signora intelligentiss}ma che segui,·a fiduciosa, con occhio vigile ed amorevole, i progressi della guarigione, lo ebbi a Spezia io un bambino, lattante, d'un ufficiale superiore di marin:i. Si trauava d'un eczema rubrwn capitis, dif· fu;;o alla fronte ed ai dintorni degli orecchi ed anche un poco alle gu·ince, con essudazione incessante d'un liquido giailognolo, alquanto gommoso, che però, a motivo della brevità e scarsezza dei capelli, non formò qnella che Weichselzopf chiamò plica polonica. La dermatosi durava da, parecchio tempo e si aggravava, di qt1ando in quando, col grallamento: Ùbambino era a mal partito, per lo stato generale di deperimento in cui il forte pr~~ito, l'insonnia, la continua perdita di linfa plastica essudante e la niuna cura del male, che -si aveva in mente dovesse rispettarsi come benefico emuntoio (!) di immaginario morpo interno, lo avev,ano ridotto. È superfluo ch'io riferisca la .gioia dei genitori nel veder risanato il loro figliuoletto, che d'allora (un anno fa) è stato sempre bene e cresce florido vispo, nonchè la gratitudine verso di me e la propaganda fatta a fav?re dell'ittiolo. Anche nell'eczema maryinatum, ' di origine notoriamente parassitaria (dato da un fungo dello trichotheciurn dal Neùmann), l'ittiolo è da consigliarsi, in aggiunta ali' acido salicilico (2- 11Op. 100), per àrrrettarne la guarigione. Nelle altre forme di eczema· , l'itt~o è di non piccolo valore come co:i.dìu van te, sia a dose de 1~{1-3 p.100) per accelerare l'essicca· mento delle superficie u .ide, sia a dose forte (10-50 p. 1100) per far riassorbire infiltrazioni cons' istenti. Pomate composte di .· ittiolo, ar.ido salicilico e zinco, in diverse proporzioni, corrispondono bene pure, nella cura dell'eczema pa"rassi tario delle snperficie flessorie dell-e articÒl<1.7:ioni, d~Weczema psoriati · forme, dell'eczema flavum di Unna, altrimenti _ detto acneico da Lailler o lichen circwnscriptus dagl'inglesi.

Infine, un buon antidoto sarebbe allresì l'ittiolo a forte dose per la pitiriasi del capo e per la così detta- seborrea secca del capo, due dermatosi parassitarie, ed anche per l'eczema che talvolta ne risulta. Il solfo in pomata, che finora è stato raccomandato contro di esse, ma che ha i suoi inconvenienti, potrebbe essere sostituito- dall?iltiolo, ricco ·dj quel metalloide, ma, per parte mia, nor. l'ho ancora sperimentato. - Per finirla con gli eczemi, dirò che nel loro trattamento, quando siano ribelli ai ben noti altri rimedi antieczematosi, non è da tralasciare !a prova con J:ittiolo.

4° Contro i fu-nimcoli la dermatoteràpia, nei suoi pm recenti p~ogressi. possiede un rimedio, che è universale per tuue quelle altre suppurazioni provocate da micrococchi (favo, ascessi, paterecci e flemmo!Ji), ed è la garza-empiastro o cer·ouo adesivo al mercurio ed acido fenico (non saprei come meglio volgarizzare il _ Quelksilber-Carbol·P(lastermilll dei tedeschi, di cui il Beiersdorf, di Eimsbi.illel - presso Amburgo - è il più noto preparatore di numerose qualità diverse). Per applicarlo sul cuoio capelluto è necessità radere i capelli: epperò, volendo evitare tale sacrificio~ si può ricorrere _ alle unzioni con una pomata d'ittiolo, di dose proporzionata al caso ('10-50 p.100) oYVero ad una combinazione di esso rimedio col sapone potassico ultragrasso. Nella mia pratica di bordo,, non disponendo nè del cerotto nè del sapone, ho seguìto, nella cura dei foruncoli, , il metodo del dott. Félix: ap. plicazione d'un cerato canforato all'ittiolo . e toccamento del cencio necrotiéo con una punta affilata di lapis infernale; e non l'ho mai abbandonato. Nella ceppaja di foruncoli o faw o tespaio che è dir lo ste~so, questo metodo è da tenersi in considerazione.

5° Nei paterecci a primo stadio , quando non sono riuscito a troncare il processo suppurativo, l'ittiolo mi ha r,orri- sposto almeno come lenitivo del forte dolore, ed jn ogni caso è valso a limitarne l'estensione. Lo stesso posso dire delle altre flogosi infettive della pelle, sopra enumerate.

60 ~ei geloni (erythema pernio) ho usato con immancabile profitto, diffondendone l'uso, un linimento (già sperimentato con successll dal òotl. Ii.look, meò ico della marina Germanica) di ittiolo e olio di trementina o di olive, a parti eguali o nella proporzione del 40 -50 per · 100, sempre che la pelle è intatta: nel caso di geloni ulcerati mi sono avvalso, invece, del glicerolato al 5 e al 11O p. I00. Il lavarsi col sapone all'ittiolo è ottima cosa per prevenire le recidive.

7° Nel!' eresipeJa ho già accennato che l'ittiolo è considerato quasi come uno specifico, adoperato a forte dose, sollo forma di pomata(20-50 p.100) o di sapone-unguento, che Unna compone di sola pòtassa ed olio di olive, come eccipiente, che, molto meglio del grasso, favorigce l'assorbimento del farmaco. Ricerche comparative, eseguite nella clinica medica del prof. Stolnikow ·(Varsavia) hanno accertalo che con l'ittiolo la cura dell'eresipela si abbrevia della metà: il che costituisce un vantaggio senza pari.

]ell'eresipela delle esLremità è da preferjrsi il collodiòne o, meglio ancora, la vernice solubile od anchelvp{lasternmll all'iLtiolo, che si applica bene anche al tronco: laddove, per la faccia, conviene I.a pasta o la stessa vernice, oppure il salbennwll all'ittiolo, un unguento adesivo disteso su garza. In alcuni casi di eresipela, da me curati con unguento a forte dose, secondo il metodo adoperato nell'anzidetta clinica e comunicato dell'assistente dott. Klein , tanto al capo che alle estremità non ho avuto che a lodarmi dell'ittiolo per la regolarità del decorso, per l'~lleviamento delle sofferenze ottenuto dopo poche ore e per l'e&ito in guarigione dopo pochi giorni

L'ITTIOLO

I miei colleghi provino e vedranno che il rimedio è di effetto indiscutibile. )ii sta· poi in mente che la cura abortiva dell'e · resipela facciale, vantata dal dott. Talamoo di Pa-rigi, polveriz~ndo in loco una soluzione eterea di sublimato ali' ,1 p. tJOO, e l'a ltra della medesi ma infezione, in generale, con l'olio essenziale di trementina provato dal dotl. Winckler, di Brema, ( f) debbano - per l'intenso dolore o bruciore che destano e per le minuziose avvertenze r,he richiedono, massime la prima - cèdere parte dei loro vantaggi a quella con l'ittiolo, che è scena di inconvenienti , ben tollerata, facile ad applicarsi ed ·egsalmente giovevole. Ad ogni modo, sare bbe utile sperimento , secondo mP-,. la alternare o magari associare l'ittiolo al snblimato o alla trementina, sia per rafforziire l'azione curativa che per attenuare i fenomeni dolorifici provocati da quei due rimerli. È una mia idea - ripetoche potrebbe metlersi alla pro.va.

' 8° Nella pseudo - et·esipela, da causa ignola ma indubbia-. mente microbica, che ebbi occasione di osservare a bordo della i'1a1-ia Adelaide, quasi ogni giorno, per dir così, tanti furono i pazienti che si presentarono alla visita medica e per Io più colpiti alle e$tremità inferiori - il cbe non deve meravigliare, per l'uso che hanno i marinari di andare a piedi nudi nelle prime ore del mattino e di rimboccare i calzoui a mezza gamba, durante il lavaggio e la pulizia dei ponti, delle batterie e dei corridoi - l'ittiolo al rn-20 p. '100 in pomata . alla lanolfoa ed all'olio di olive, mi diede successi inaspettati. Per lo più dopo 2¼: ore di applicazioni, ripetute due volte al giorno, previa lavanda della parte

(l) V. per le r.omunicazion, dei citati autori gli articoli di rivista medica a pag. l633 e 1637 di questo nostro giornale, -~ nno 189!.

E I SUOI USI 'IERAP.RUIICI

.con acqua calda e sapone. il rossore svaniva, ii gonfiore <Gedeva, il dolore si alleviava: in breve, dop-0 2 o 3 giorni -di esenzione dal servizio, senza passarli ali' amministra:ziooe dell'ospedale di bordo, i marinari ritornavano in ,piedi a riprendere le loro rispettive occupazioni. Meno po~hi casi, venuti troppo tardi a chiedere il soccorso dell'arte, l'esito in suppurazione non fu che la rara eccezione. ..JI dott. Belletti, che mi coadiuvava a bordo nel servizio -sanitario, può attestar-Io.

9° Nelle scottature, quanto pfù presto si ricorre all'ittiolo, altrettanto rapido è l'effetto calmante che se ne ottiene, -ooncbè l'efficacia ad impedire la formazione delle flittene: con altre parole, una scottatura che, con le solite cur-e, passe,rebbe al secondo grado, con l'ittiolo, invece, si limita nllo stato iperemico, che per razione antagonistica del rimedio ,presto si dilegua.

I marinari si trovano nella fortunata condizione di e;;sere -soccorsi immediatamente, ed io potetti accertarmi, con espe<rimenti curativi comparati sui fuochisti e macchinisti della Maria Adelaide, che l'ittiolo va!e a paralizzare meravi~liosamenLe gli effelLL delle scottature. Sicuro del fatto, non ,esitai un -giorno a trattare con 1'ittiolo un a scottatura alla ,faccia sinistra, da cui fu colpi~o, per dis,graziato accidente, l'allievo-cannoniere Coelli, nello eseguire un tiro al bersaglio .eon un piccolo cannone. Per incompleta chiusura dell'ottura<tore avvenne che, slabbratosi il fondello del bossolo di carica, granelli di pùlvere incbmbusta sfuggiti col gas scottante peinetrarono sotto la pelle," e si proiettarono anche nella congiun.tiva che ne diventò,nera, ma per fortuna l'occhio restò illeso -dalla ustione . Soprachiamato d'urgenza, provvidi dapprimaal,l'anestesia cocainica de'll'occhio ed alla sua polizia e disinfe.zione, e poscia mi occup·ai della scottalura, che aveva trasfi- gurato il paziente in modo singolare, per il contrasto.fra l'una metà sana della faccia e l'aspetto turgido e rosso vivo dell'altra, assai dolente. Non avevo sotto mano che un residuo di pomata all'ittiolo al 20 p. 1100, venutami bell'e preparata dalla liberalissima Società di Amburgo; me ne servii, quindi, i'D mancanza d'altra meno forte e, tranne· sulle palpenre già edematose, ne spalmai col dito tutta la superficie scottata, compresa la fronte (già in qualche punto s'tlrano cominciate. a sollevare piccole vescicole), ricoprendola con cotone idrofilo. L'effetto della medicatura fu prodigioso: non mi as-pet:tavo un così sotlecito alleviamento del dolore, nè una tanto rapida detumescenza dei tessuti, sui . quali dopo ,r2 ore ripeteUi l'unzione ittiolica e così di seguito, metodicamente, non senza averli prima detersi con acqua calda e sapone ittiolato.

Per conclndere, l'infermo sanò in meno d'una settimana, con meraviglia di tutti a bordo, per la brevità della cura e per la niuna traccia residuale della scollatura, eccezione falla di una pigmentazione azzurra, a granuli, peraltro assai rada, dovuta alla polvere: restò ancora qualche giorno all'ospedale per la cura della congiuntivite e poi ritornò allegramente fra i suoi compagni.

Dopo ciò, non sì presentò caso di ustione di primo e secondo grado ch'io non trattassi allo stesso modo e sempre con identi<,o buon effetto. Anche qui si provi e si toccherà col dito l'efficacia dell'ittiolo. Contro gli eritemi. gli eczemi e le callosità da caforieo raggiunte, Uona consiglia l'unguento all'ittiolo, di media forza, anche a titolo di profilassi, come già si pratica in Germania in alcune fabbriche.

·10<1 :Nei condilo mi acuminati a larga base e nei cheloidi egli raccomanda lo stesso rimedio, allo stato puro negli uni, sotto forma di collodione negli altri, ed anche nelle cicatrici estese e profonde della faccia, postume del vaiuolo e dell"acne.

E I suor USI TERAPEUTICI 2i

,J IO Gli. studi speciali dì Unna sulla lepra sono da consultarsi per il trattameot(• di e:;sa eou l'ittiolo. Quanto- al!a ps oriasi, alla sicosi ed al liipiis egli non asserì, rnai, che questo farmaco valesse, da solo, a curarli, ma · fu frainteso quando lo dichiarò un coadiuvante, insieme cioè col catramee con la crisarobina, o alternatamente, nella prima dermatosi squamosa: col catrame e col sapone potassico nella seconda pu stolo~a: ed un complemento di cura, a seconda dei casi, nella terza dermatosi di natura neoformativa specifica. Ho attualmente in cura , per una psoriasi plantare e palmare, semp lice cornea, da altri medici presupposta di origine sifìlitica, un impiegato del Ministero della Marina: a nulla essendo valso il tra11amento interno specifico, ho voluto provare gli effetti dell'ittiolo, che alla pianta dei piedi, dove la m:dattia s'era appena iniziata, ha fatto sèomparire r.1pidamente la manifestazione morbosa, ed alle mani, le cui pnlme eraoo divenute discretamente callose e solcate da raiadi percbè più inveterata, queste sono già guarite e le callos ità si sono rammollite ed in taluni punti la pelle è ritorn ata sottile e liscia. Ho usato, naturalmente, r ittiolo ad alta dose (25-50 p. 100) ed anche per uso interno e mi pro· pongo , a cura finita, èi far del caso una comunicazione a parte.

Di acne mentayra ebbi poi a curare, !"anno scorso, un laYorante , addetto al cantière ùi costruzione dei sigg. Orlando in Livorno. Mi avvalsi della formoJa di Unna, che il lettore troverà nel ricettario, e dopo due mesi di cura seppi, poi,_ dal fratello, sott'ufficiale cannoniere, cbe la malallia era presso che guarita.

Andrei troppo per le lunghe se volessi diffondermi sulle moltepli ci app~icazioni ~ell'ittiolo, ma, per essere il più com- pleto possibile, dirò sommariamente che ha corrisposto bene,. in piccola chirurgia:

12° Nelle fe-rite beanti del cuoio capelluco, un gran nu· mero delle quali, specie ,,e piccole, guarisc<lilo, bene e presto~ usandolo puro, senza .sutura e senza medicatura; 1,, stessodicasi per quelle, nette, delle dita e detla mano.

13° Nei ca'Oi ascessoidi, periglandolari, e nella cura dell'idrocele, giova meglio delle iniezioni di tin{ura di iodio, cheè senza confronto più dÒlorosa.

114,0 Nelle contii,sioni e nelle distorsioni lo ho adollato in, massima (dal 2 al 10 p. 100 in soluzione ·acquosa), come un buon succedaneo, in determinati. ,casi; dell'acqua vegeto-· minerale, della tintura d'arnica e dello stesso ghiaccio. In, un personaggio altolocato ebbi, ultimamente, occasione di prescriverlo per una storta al piede destro, abbastanza gonfio emolto dolente, facendo imbevere della sol uzione , di tanto in tanto, la fasciatura con bende di garza idrofila fissate sull'articolazione e ricoprendola con carta-guttaperca per mantenerla umida: dopo 24- ore di continui bagnuoli falli a questomodo, senza cambiare la fasciatura che per vedere una volta sola lo stato delle parti, l'illustre paziente si levò di leLto e potè l'indomani camminare a piedi, passo passo, per lungo, tratto.

115° Nelle linfadeniti e lin/angioiti, nell' epididimite enella ·borsite prepateltare ÌI collodione ittiolato sarebbe da preferirsi alla tintura di iodo.

16° Negli stati varicosi de!le gambe, quand'anche sieno, escoriati ed ancor più se associati ad eczema rubrum, gl, effetti curativi sono veramente meravigliosi, più con l'ittiolosodico che con l'ammonico. Una signora di età avanzata, che·ne soffre ai malleoli di ambo i p;edi, ne ha ritratto, dietromio consiglio, beneficio maf!giore che con altri rimedi.

E l suor USI TRRAPEUTICI 23

17° Un'applicazione eminentemente salutevole si ebbe, poi, l'illiolo nel campo della Gintcologìa, per opera del Freund, di Strasburgo, r,ui tennero dietro moltissimi altri specialisti, come si può vedere nella bibliografia. Pr~sso noi, il dott. Polacco, da Milano, ed il Kurz, da Firenze, si fecero propagatori, per i primi, dei servizi che il farmaco rende nelle più svariate malattie delle donne, come potente anlllges:co locale e come indubbio risolvente delle forme essudative, tanto più sollecito quanto più presto si usa ad inizio di malattia . Che io· sappia, tre soli osservatori contestarono questo importante acquisto della terllpia ginecologica moderna, e furono Oberth, v. Hèrff e Pée. Temerei di uscire dal dominio del mio esercizio professionnle tecnico-militare, se prendessi a discorrerne di proposito, ma non so tenermi dal segnalare per incidenza che, anche in questa parte, ottenni due successi terapeutici in due distinte signore della nostra famiglia militare, l'una inferma di parg,metrite essiidativa, postuma di gravissimo ileo-tifo, e guar-ita la mercè del!~ frizioni topiche di ittiolo e sapone verde a parti eguali sulle.pareti ipogastriche e dei tamponi glicerolati (al 11Op. · 100), in loco, oltre che con l'uso interno delle capsule ammoniche: e l'altra di leggiera cervico - m..etrite con piccola erosione papillare del muso di tinca in seguito di parto, avvenuto peralt r o normalmente, e guarita con l'uso alternato dell'ittiolo puro sull'erosione, del tamponamento glicerolato e delle irrigazioni acquose al o p. mo.

118" Nella mastodinia semplir,f- e nella mastite a primo stadio, nonchè nelle ragadi ai capezzoli, l'ittiolo non ismentisce la sua benefica azione.

119° Inoltre, nel campo della medicina interna, il suo uso comincia dalla sem,Plice corizza e si e;;tende al catarro. bronchiale ed al grippe, facendone inalare per •I 5 minuli

L'ITTIOLO

vapori emananti da una soluzione acquosa, che si riscalda a Jenlo fuoco. Nei catatri bronchiali cronici il nostro prof. Bozzolo lo ha trovalo anche utile. Pure nell'ozena se ne sa1·ebbe avuto buon effetto.

20° Nell'angina catan·ale, per quanto ingrato possa riuscire il gargarismo al 2 p. 1100 in acqua· priina bollita e poi resa tiepida, torna efficace, ed oltre che nei marinari ho provato il rimedio sopra .me medesimo.

2 · 1° Nei reumatismi muscolari, dolorosi p. ·es. come la lombaggine, nei dolori nevralgici, poniamo dello sciatico, pennellazioni topiche fatte con un linimento etereo-alcoolico di ittiolo arrecano un beneficio, di c,ui non si saprebbe ap,prezzare l'egu::ile Anche nelle carie d~i denti il cloroformi() ittiolato si appalesa no buono antiodontalgico, applicandolo, more solito, con un tamponcino di cotone idrofìlo: serve insomma come antinevralgico, in generale.

22° Sulle articolazioni . invase dal reumatismo acuto o cronico l'azione sedativa ed antiflogistica in genere non potrebbe essere più ev.idente, come accertò anche il prof. Bozzolo . Per parte mia, alle consuete unzioni con pomata mercuriale e di belladonna insieme, preferisco quelle di lanolina all'ittiolo. Per u»o interno, associato al salicilato di soda, affretta il decorso della poliartrile; jl che è provato dalla dose di salicilato inferiore alla media normale.

23° Negli accessi dol01;osi di gotta un'applicazione di pomala al 30 p. .fOO approda a lenire rapidamente le sofferenze.

24° Nei catarri gastrici ed enterici spiega una l>enefica -azione, 54a per lavanda con la sonda o per en~eroclisma, che per ingestione in capsule o pillole: donde . il miglioramento -0ella dispepsia e dei disturbi cefalici e nervosi che ne a;pendono .

E I Suoi Usj Terapeutici

25° In un caso abbastanza grave di entero-peritonite, in persona di un uffkiale capo-macchinista di Marina, vidi, insieme col compianto dott. Accorsi, di Spezia, consP-guire la 11uari11ione con l'uso esclusivo, esterno ed interno, del!' ittìolo. I') I')

26° In due ca5i di ileo -tifo a bordo della JJaria Adelaide u~ai , nei primi giorni, l' entero clisi con un litr~ e mezzo d'acqua bollila per ogni vo!ta, addizionata òi itt,iolo ali' ,t - 2 · p. ,J 00, e contemporaneamente feci prendere le capsule per bocca, senz'altro rimedio , fino alla defervescenza febbri~e, che in uno avvenne a mezzo i1 terzo settenario e nell',lltro · alla fine. Uno di essi, un fuochista, che per la febbre piit elevata ( massima 39°,5 in tutta la malallia) sbarcai '>ubito all'ospedale dipartimentale di Spezia, proseguì la medesima cura nel riparto del medico-capo cav. Bar:isso: nè in lui, nè n ell'allro infermo si ebbero sintomi allarmanti nè complicanze di sorta. Lascio per ora indecisa la questione se il regolare decorso e la benignità dell'infezione sieno da riconoscere ali' influenza dell'ittiolo: segnalo soltanto il fatto e dico che anche il dottore Reale trovò il rimedia efficace per uso interno. · .

27° Nella nefrita cronica. sarebbe stato trovato utile, per uso inLeruo, da alcuni osservatori, fuorchè dal compianto mio maestro prof. Cantani, che nella sua clinica vide anzi la malallia peggiorare. Anche nella nefrite awta l'azione fu pi ullosto sfav,,revole.

28° Nella cistite pnrulenta, invece, con febbre pio-ammoniemica, ed in un altro caso di piemia e setticemia da metroperitonite e parametrite purnlenta, disinfettando i focolai accessibrli esterni, !'ittiolo diede al Cantani risultati eccellenti.

29° Preconizzato nel rtwnatismo articolare blenorragico, !'ittiolo passò alla cura dir-ella della twetrite n eisseriana è delle suè complicazfooi. Conosciute, l'anno scorso, le co - municazioni del noslro Manganotti, di iXeisser, Ehrmann e Jadassohn, non indugiai a provare l'ittiolo in soluzioneacquosa (l - 5 p. -100), lasciando da parte le rulinarìe allre iniezioni endouretrali, ma per l'esiguità dei casi, pernltro guariti a capo d'un me.,e io media, senza presentar rçcidive, volli aspettare altre occasioni per polerne parlare con cognizione di · fatti.Venuto quest'anno alle stampe il lavoro del dott. Colòmbini, aÌulo della cliniQa dermo-s ifilopatica di Siena, e lette le sue brillanti conclusioni sulla cura della blenorragia a diversi stadi ·con l'ittiolo in acqua distillata e sterilizzata ( 1- 8 p. 400), mi sono compiaciuto di questo progres_so e lo addito . ai miei colleghi che vole~sero provarlo sui loro infermi, come testè è guarito di una uretrile cronica, con iniezioni al .i p. 1100, un giovane impiegalo del ~linislero della .Marina, che s'era a me rivolto per un rimedio non sapendo a quali altre mede!e appigliarsi, tante ne avevà saggiate. Anche nella p1·ostatite i supposiLQri all'ittiolo hanno . risposto efficacemente come sedativi e risolventi. cedaneo del mercurio nella cura della sifilide, per quanto io sa ppia, l'illiolo 1100 ha avnto, adoperato da altri nelle manife stazioni di essa, che as.sai scarsi e contrastati :rnccessi. Il do ti. Segrè, di Milano, pur riconoscendo ad esso un valore effettivo nel sanare talane malàllie veneree, come innanzi si è accennato, non concede al rimedio che un valore molto secondario nella cura delle forme sifil itiche.

30° A. conclusioni identiche è pervenulo anche il dott. Villetti <:on le sue ricerche sull'uso dell'ittiolo nei catarri ur~tro-vescicali, di cui fece lettura alla r . Accademia medica di Roma l'ultimo giorno del'93. In pieno accordo col dott. Colombini (del quale credo non conoscesse ancora il lavoro) per ciò che ha Lratto alle uretriti semplici e blenorragiche, il Villetti, a riguardo dei caz'a1-ri vescicali, ha trovato che le lavande con soluiioni acquo3e d'ittiolo calmano i dolori,_ annientano l'atlività dei germi pat(lgeni e, distruggendo i microrganismi urofagi, impediscono il progresso delta malattia e la fermentazione ammoniacale intravescicale, oltre che modificano lo stato -catarrale délla mucosa ed inducono la cessazione dei disturcii disurici.

3ì0 Nella balano - postit~ soluzioni acquose d'ittiolo dapprima debolissime e poi più elevate, ma sempre deboli, sarebbero oltremodo efficaci.

33° InGne, non mi resta che riferire un vanta~gio ottenuto, recentissimamente, dal dott. v. Witkowski, di Varsavia, in quei colpiti d I colera, che, superato il periodo algido, e curati nello stadio tifoideo con · itliolo a media dose, approdarono tutti a guarigione, che egli attrib.uisce al rimedio propinato.

Il lettore, che mi abbia att-entamente seguilo fin qui, nella rassegna della composizione chimica, dell'azione biologica e delle indicazioni terapeutiche dell'i1tiolo, può da sè dedurre che, date le speciali proprietà di questo farmaco a base di solfo, ìnsit~ al suo potere riducente ed -esplicanti:;i principalmente in un'azione topica cheratoplasicfl, antiflogistica, analgesica, astringente., antisettica, essiccante ed in generalé risolvente. ed in un'azione intraorganica essenzialmente identica che si traduce con una produzione di nuovi albuminati, non debbono recar meraviglia le indicazioni di 8$SO in tante e tanto diver:;e malauie, e, astraendo ?alle e:;l'lgerazioni che accompagnano -0gni rimedio nuov,,, che e5so è davvero da solo o as:;ociato,

L'ITTIOLO un prezioso farmaco, teoricamente ideale e praticamenle utile io moltissime contingenze morbo,;e. Ed ora, per rendere piu fac ile il llòmpito a coloro che volessero servir.si dell'ittiolo sotto le .sue diverse forme farmaceutiche, stimo utile J',1ccoglieroe, qui appresso, le prescrizioni - ben in te.so quelle che mi sembrano più Li piche e sono di uso più comune - lasci:indune al criterio del medico la scelta per i .singoli- c,1si di malatLìe, dopo quanto ho sommariamente indicato innanzi, nonchè la libertà di comporne altre a proprio talento, e rilevando soltanto, qua e là, qualche partico!arè avvertenza e indicazione.

B I SCOI USI TERHIH!TICI 29 gr. '70;0 gr. 30,0 gr. 100,0 s. Uso esterno. (Per pennellazioni, nelle nevralgie periferiche, nel reumatismo muscolare ed articolare)

6. Pr. glicerina pura gr. 100,0 ittiolo gr. 5,0 - 10,0

S. Uso esterno. (Usatissima in ginecologia, per tamponL Come eccipiente si comincia ad adoperare anche il retinalo, che è un prodotto della distillazione a secco della· colofonia. Il glicerolato è da preferirsi alle pomate in talune dermatosi infantili).

7. Pr. glicerina pura I ~o 0 etere \ ana gr. .:> '

' ittiolo gr. 30,0-50,0 - 100,0

IV. Formolari o t erape ~t i c o . S ol u zl ont .

1. Pr. acqua bollita gr. 100,0 ·ittiolo (ammonico, sodico, litinico, zincico) gr. 0,52,0 - 5,0-10,0 - 25,0

S. Per uso esterno, in generale. Ed in particolare per lavanda g~

3. Pr. acqua sterilizzata gr. 10,0 ittiolo gr. 0,3

S, Per iniezioni ipodermiche. (Nei dolori nevralgfci).

4 Pr. alcool } etere ana gr. 5,0 ittiolo)

S. Da 1 goccia per bambìni di strica o vescicale, per entero1 un anno a 10' gocce per fanciulli clisma, a ·dose debole. di dodici aJJni: da prendere nella

2. Pr. acqua sterilizzata gr. 100,Q ittiolo gr. 1,0 - 8,0 seguénte pozione: acqua sciroppo del Tolù gr. 30,0 gr. 10,0 tintura di vaniglia gocce 2

S. Per ini~zioni endouretrali. (A dose minima nelle uretriti acutissime, appena iniziate: a dose maggiore nelle acute e subacute : dose massima nelle croniche).

5. Pr. alcool a 90° l ltì . . ana gr. 50,0 etere so- or1co ittiolo gr. 5,0 - 10;0 - 30,0

S. Per uso esterno. (Ogni ora, nell'eresipela della faccia).

8. Pr. cloroformio gr. 1,0 ittiolo gr. 3,0

S. '{;so esterno, (Contro la nevralgia dentaria .da carie).

9. Pr. traumaticina gr. 100,0 ittiolo gr.10,0 - 15,0-50,0

S. Uso esterno. (Per pennellazioni, in talune dermatomicosi ed in altri morbi cutanei, previa applicazione di una soluzione eterea del medesimo rim~dio, se si vuol renderne l'azione più attiva).

10. Pr. olio di trementina oppure olio di olive gr. 50,0 ittiolo gr. 20,0 - 50,0

S. Uso esterno. (Contro i, geloni non ulcerati).

11. Pr. paraffina cloroformio ittiolo

'

S. Per frizioni. (Sulle parti contuse).

.Pomate.

12. Pr. vaselina gr. 100,0 ittiolo gr. 2,0 - 5,0 - 50,0

S. Uso esterno.

13. Pr. lanolina gr. 95,0 olio di olive gr. 5,0 ittiolo gr. 2,0 - 5,0 - 50,0 S. Uso esterno.

' (La dose debole di queste due pomat-e varia da gr. 2 a 5: , la forte ha il suo minimo nel 10 p. 100, ma, secondo i casi, le costituzioni _ e le età, può salire fino al 50 p. 100 ed anche più).

14. Pr. lanolina t · ana acqua gr. 25,0 ittiolo gr. 50,0 S. Uso esterno. (Contro l'iperidrosi palmare e plantare).

15. Pr. sugna gr. '70,0 olio di olive gr. 80,0 ittiolo gr. 100,0

S. Uso esterno (Nel trattamento della lepra, secondo Unna).

16. Pr. ung. di paraffina gr. 100,0 ittiologr. 5,0-: 10,0 - 30,0 cumarina gr. 0,5 - 1,0 S. Uso esterno.

17. Pr. vaselina o lanolina gr 100,0 ittiolo!· . . ana crisarobma gr. 5,0

· acido salicilico gr. 2,0 S. Contro la sicosi (Quinquaud).

L'ITTIOLO V e rnici solublll .

18. Pr. amido acqua gr. 40,0 gr. 20,0

Si stemperi uniformemente, indi si aggiunga, mescolando bene: ittiolo gr 40,0, ed infine: soluzione concentrata di a lt5umina gr. 1,0 - 1,5

S. Uso esterno. (Nelle dermatosi varie).

19:Pr. acqua calda acido fenico ittiolo gr. 22,5 gr. 2,5 gr. 25,0 s. ed agg a freddo, poco a poco, amido gr. 50,0

S. Uso esterno. {Per gli scopi della piccola, chirurgia). Collodione.

20. Pr. Collodione gr. 20,0 etere / ittiolo I ana gr 10,0

S . Con pennello infisso nel tappo di sughero.

21. Pr collodione etere ittiol o gr. J!O,O gr. 3,0 g r. 1,0 - 3,0 cloridrato di cocaìna gr. 0,2

22 Pr. collodione elastico gr. 90,0 guttaperca/ ittiolo I ana g r 10,0 etere q. b.

Còlla-gelattna (Pick)

23. Pr.gelatinabiancasecca.gr. 50,0 acqùa distillata gr. 100,0

Si s~iolga a bagnomaria, agitando continuamente, e si aggiunga - ittiolo gr. 5,0- 10,0 - 20,0 {Per gli usi dermoterapeut!ci)

Còlle-gel atlne g llc e rolat e (1'.Jnna)

24. Pr. gelatina gr. 5,? glicerina gr. 20,0 acqua distillata gr. '70,0 · ittl6lo gr. 5.0 - 10,0 (Còlla molle).

25. Pr. gelatina gr. 10,0 glicerina gr. 40,0 - 85,0 acqua.distill. gr. 20,0 -45, ittiolo gr. 5,0 - 10,0 · (Còlla dura)

26. Pr. gelatina gr 20,0

• glicerina gr. 'ì'O,O ittiolo gr. 5,0 - l 0,0 (Còlla durissima).

E 1 Suoi Usi Terapeutici

30. Pr. litargirio aceto puro - gr. 10,0 gr. 30,0

Si cuoce a consistenza di ~sta e si aggi unge olio di olive l sugna ana gr. 10,0 ittiolo

(Contro le secrezioni -e i p1zz1cori cutanei provocati dagli eczemi nervosi)

31 Pr. vaselina pura gr. 30,0 - 60,0 amido J ' d d" . ana gr. 30,0

OSSI O 1Z!OCO ittiolo gr. 5,0 - 10,0- 15,0

{Pasta composta; secondo il metodo del Lassar) Saponi.

Pflastermull e s&lbemnull all' ittiolo . Di questa varietà. di cerotti e unguenti adesivi , che sono in grand~ uso in Germania più che da noi e che tutti possono preparare a lor piacere, avendo dell'ittiolo, il lettore troverà una descrizione generica, sommaria, nel capitolo del prof. Barduzzi, di cui è cenno altrove (V. letteratura) ; ond'io mi dispenso dal!' entr~re nelle particolarità.. Qui dico soltanto che la Casa P. Beiersdorf e comp., accreditatissima, mette in commercio :

Paste .

27. Pr. acqua distill. l glicerina destrina ana gr. 10,0 m. a lent-0 calore ed agg. ittiolo gr 1,0 - 3,0

(Contro le intertrigini e i leggieri eczemi della faccia e delle mani, che nou S-Opportano alcun ' grass0, ed anche contro gli eczemi universali, superficiali) .

28. Pr. olio di lino I bol b ana gr. 10,0 o 1anco ittiolo gr. 1,0 - 5,0

29. Pr. acqua distillata gr. 150,0 amido di riso gr 30,0

Si cuoce a lento tuoco, a consistenza di pasl.a, con glicerina pura gr. 20,0 e si aggiunge ittiolo gr. 10,0 - 25,0 - 50,0

Del sapone con eccesso di grasso del 3-4 p 100, preparato in pezzi dal Douglas, di Amburgo, con ittiolo al 1O p l 00, si è detto nella

I Parte. Qui è parola delle segu~nti altre combinazioni:

32.Pr.sapone verde gr. 100,0 ittiolo gr. 10,0- 20,0- 50,0

S. Per fri zioni sull'addome. (Si prescrive più spesso in ginecologia per facilitare il riassorbimento degli essudati).

33. Pr. saponepotassicocon eccesso di grass o t olio cadino \ ana g r. 50,0 ittiolo gr. 25,0

(Contro la sicosi, secondo Unna)

34. Pr. sapone- unguento potassico gr. 20,0 ittiolo gr. 5,0 - 10,0

(Contro l'eresipe laJ.

1. uno pflastermuu, che in 1/ 5 di m. q. contiene 10,0 gr. d'ittiolo e che si adopera a preferenza contro le affezioni reumatiche;·

2.altro pflastermull,cheètitolato a superficie eguale con 10,0 gr. di ossido di zinco e 5 gr d'ittiolo, indicato contro l'eczema secco;

3. un salbenmull d i ossido di zinco (gr 10,0) e ittiolo (gr 2,0), per la cura degli eczemi umidi, di parti cutanee infiammate o fatte ruvide; è uno dei preparati più usati dal dott. Unna;

4. altro salbemnull a.ll'ittiolo pur o, che si adopera particolarmente negli eczemi inveterati. Un empiastro semplice adesivo, di facile preparazione, sarebbe poi il seguente:

35. Pr. empiastrodiachilon gr. 100,0 ·ittiolo g r 10,0

L'ITTIOLO

s. Si distenda a caldo sopra un pezzo di calicot.

Sull'Ichtkyol-Pfiaster (taffettà all'ittiolo),speciale preparazione della SocietàdiAmburgo,hodettoqt1anto basta, anche nella prima parte. Infine un empiastro cerato, che all'occorrenzll. non sarebbe da dimenticare, se altro mezzo ~an..: casse, è questo :

86. Pr. cerato canforato gr. 15,0 ittiolo gr. 4,0

[Nel trattamento del favo, secondo il metodo del dott Féiix, di Bruxelles. Si applica generosamente, tre volte al giorno, sull'antrace benigno, ricoprendolo con cotone asettico : dopo 24 ore si causticano con lapis di nitrato <li argento i puntì bianchi di suppurazione e, dopo il distacco dei cenci necrotici, si ripetel'applicazione del cerato soltanto una volta.al giorno)

. Suppositorio,

87. Pr. ittiolo gr. 0,2 - 0,5 - 0,"7 burro di cacao q b per fare un suppositorio ittiolb sodico gr. 1,2 tint. di menta peperi~ g r. 4,0 jodolosciolto in etere q.b.gr. 0,8 olio di mandorle dolci gr. 20,0 gomma arabica q. b. per emulsionare

(Nella cura delle prostatiti).

,N.B. Si b:i,di acchè il supposisitorio non venga preparato riempiendo con ittiolo puro il cono vuoto bell'e pronto, come se ne trovano nelle farmacie, perchè il rimedio ))otrebbe in tar caso, col liquefarsi dell' in,otucro che lo contiene, nuocere a motivo della sua concentrazione. 0.ccorre, perciò, indicare a chiara nota che sia _preparato mescolando esattissima: mente.

Pozione composta dèl dott. v. Witkowskl . 88. Pr. fiori di altea gr. 80,0'. f. dee. a colatura digr. 180,0 ed agg.

S. Un cucchiaio da tavola ogni due ore. r."follo stadio tifoideo. del colera)

Letteratura..

Nessun rimedio nuovo ha avuto ia fortuna di eècitare tanta atti-· vità- bibliografica quanto ne può vantare l'ittiolo e, per esso, la Società di Amburgo, che nulla ha tralasciato per provvedermi, con. una generosità di cui debbo renderle pubbliche grazie, non solo dei suoi prodotti, ma benanche dei numerosi lavori apparsi su qu esto fai;:maco. Una così ricca letteratura, che tende sempre più ad aumentare, è indizio certo del valore incontest-abile del!' ittiolo, massime se si considera che a capolista degli scrittori è il nome di Unna: ed eccone l'elenco,_ che è lungi dall'esser complet-0. ·

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