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662 . I DISTURBI VISIVI DEGLI EPILETTICI

fosse stato ritenuto soltanto sintomo costante dell'atrofia della, papilla, della ne.uroretinite, talora dell'iperemia della papiUa e deWedema della stessa, del glaucoma cronico semplii!e,. anche quando la papilla non si era scav:lta; ma che nessuno. aveva rilevato il fatto di tale lesione con reperto oftalmoscopico negativo. E a~giunge: fu da Charcot (2·1) che vennel'idea e l'indirizzo a questo studio, dopo l'accenno fatto da Briquet ad ambliopie isteriche dal lato dell'ane3te,;ia; e delle· incarico a )I. Landolt di fare O$Servazioni in proposito nelle sale della sua clinica. Dopo l'accenno al reperto oftalmosçopico negativo, esso Zaniboni dice che si traaa di turbeesclusivamente dinamiche. -!l_icorda J'emiopia vertica.le eteronima con bordi ineguali e scotomi periferici, trovata net 1181:l(), da Ottolenghi negli epilettici; e afferma che l'emi·opia verticale eteroniqia, i restringimenti a limiti irregolari con i rientramenti e gli scotomi periferici sono stimmate dell'epiles,ia fuori dell'accesso.

È bene osservare come nel 11888 Finkelstein (2.2}, da. un gran numero di _ osservazioni raccolte nella clinica dellemalattie nervose del prof. Merzhieievsky, fu indotto a ritenere che il C. V. subisce una notevole diminuzione concentrica al momento del!'accesso di epilessia, . islerismo,, delirfam tremens, nella neurastenia, e durante il periodomenstruale normale. Nell'epilessia la diminuzione del C. V. comincia, a suo dire, immediatamente prima dell'accesso,. n ello stesso tempo che si fa sentire la sensazione precorritrice di vertigine, di cefalea, ecc. È riullameoo subit.o dopo)'accesso che il restringimento si fa più accentuato. Ne~ giorno seguente all'accesso il C. V. ha sempre ricuperalo la sua normale estensione, nè mai notò la persistenza .del restringimento oltre le 24 ore dopo l'attacco. Quanto al C. V_ cromatico vide che subisce diverse modificazioni anormali,.

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e cbe la diminuzione di esso è. sensibile specialmente per il verde, meno per il giallò e il rosso, meno ancora per l'azzurro.

È sorto giustamente il sospetto che i disturbi di refrazione ottica negli epilettici potessero favorire la determinazione dell'accesso; ma recentemente :Martin (2.3) ha trovato che l'astigmatismo e I' ipermetropia non sì possono considerare come frequenti fattori di epilessia, e che il morbo non sì modifica con l'uso di lenti correttrici sia dell'astigmatismo, che del!' ipermetropia. Steven invece pare che sia riuscito a qualche risultato, ed Hernu, correggendo il vizio di refrazione in un giovane epileuico, ha visto scomparire gli accessi, siccbè dopo sei mesi di prova lo ritiene guarito . l1artin istesso crede opportuno, di fronte ad un epilettico, di pensare allo stato oculare del paziente. Ma vi ha di più: di questi giorni il dottor Oodd (24) ha letto alla società oculistica di .Londra un importante lavoro sullo stato della vista e della visione . negli epilettici. riferendo di aver trovato ipermetropia semplice nel 28 °/ 0 ,ìegli epilettici e astigmatismo nel 26 "/o· Agli epilettici esaminati fece portare lenti appropriate, e rn :S2 infermi, 13 non ebbero più accessi in un periodo tra I 4 mesi e l'anno, 3 rimasero allo statu quo, 36 migliorarono. L'autore quindi crede che tali errori di refrazione possano produrre I" epilessi~, guaribile perciò con la correzione di essi.

Ghilarducci ('%) in uo recente studio sul!' isterismo dice· che emianestesia sensitivo - sensoriale e restringimento concentrico del C. V. possono essere fenomeni transitori dell'epilessia. Riferisce l'opinione di Parinaud, il quale sostiene che il restrin gimento del C. V. segue l'accesso epilettico, e raramente lo precede come aura, nè è permanente. Riporta anche l'opinione di D'Abundo sull'i rregofarità del contorno

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