16 minute read

38 SULLA CURA DELLE FERITE

Next Article
VARIETÀ

VARIETÀ

patologica e dell'igiene profilattìca, abbia·dovuto nello stesso, t~~po_ sottostare ed uniformarsi ad un complesso di coildiz!O~l sfavorevoli, di veri ostacoli al suo pieno e regolaresvolg1mento, provenienti da imperiose necessità militariLa storia delle ferite d'arma da fuoco 1 in guerra e detlaloro cura contiene numerose ed indubbie prove di questemie affermazioni. Epper~ non sarà inutile farne un brevecenno.

È credenza generale che le armi da fuoco furono adoperate per la prima volta dall'e3ercito incrlese alla battaolia d. e " "' 1 recy nel 13 -rn, sebbene le prime notizie sull'uso dello, s~hioppo, cbe fu la prima arma da fuoco portatile, si trovino nel racconto del fatto d'armi di Forlì avvenuto net fra_B conte Guido da Monteleltro difensore di quella. c1ua, e G_1ovanni D'Appia generale al servizio del Papa_

Advertisement

1n ogm modo conviene rimontare alla fine del secolodecimoquinto per veder cominciare la storia scientificadelle lesioni da esse prodotte, Girolamo Braunsweig e Giovanni Gersdorff in Germania, Beren).!ario da Carpi .e .Marcallo Cunano in Italia furono i primi a scrivere su questeferite e sul loro trattamento.

· A quei tempi era una grande preoccupazione per i chir~rgi la presenza dei corpi stranieri nelle ferite, e perciò, s, affrettavano ad estrar! i con I!}anovre spesso rozze e con, mezzi svariati, incruenti dapprima, più' tardi anche coo, incisioni dilatatrici e con sbrigliamenti . Del resto la cur~ era semplicissima, specie in Germania : si un"evano set?.ni, o s'imbevevano pezzi di esca con olio ti;pido e por s introducevano nel canale .della ferita per mantenere li_ bero e facile l~ scolo dei secreti. Era una vera cura aspet· tante . I chirurgi italiani e frar.cesi, dominati ancora dall'empirismo fantastico del medio evo, usavano un tratta.-

NELLE GUERRE PASSATE E NELLE GUERRE FUTURE 39 mento più complicato con unguenti, polveri e penacee miracolose, finchè nella prima metà del secolo decimosesto Giovanni Da Vigo ed Alfonso Ferri caldi sntenitori della dottrina della velenosità delle ferite d'arma da fuoco det- , tero credito e diffusi'one coll'autorità del loro nome ad nna vera 11. therapia c!·udelis » cioè alla cau.sticazione del focolaio traumatico col ferro arroventato o con l'ol io bollente.

Per fortuna siffatto trattamento fu di corta durata. Ba,tolomeo Ma~gi nel ·liS4-n ed Ambrogio Pareo nel ·11S52 pu bbli. cando i loro studi intorno alla natura delle ferite d'arma da fuoco, dimm,trarono luminosamente che esse non erano nè avvelenate nè u:;t.e e .dettero il bando al ferro rovente ed a tut ti gli altri caustici.

Pareo poi fu un vero riformatore della terapia chirurgica traumatica. Egli limitò l'uso delle sonde, degli stuelli, dei setoni e di tutto ciò che poteva disturbare il processo di cicatrizzazione delle ferite; ritornò al semplice olio tiepido ed adoperò un bai samo contenente sostanze aromatiche e tre mentina; ed infine colla invenzione della legatura immediata dei vasi, strappò gli amputati e gli operati di ogni specie alla tortura del ferro rovente, U$alo fin allora come mezzo emostatico.

Anche in Italia due uomini rompendo le anliche tradizioni, fecero fare molti passi innanzi alla terapia dei traumi cruenti,_furono Fabr:zio d'Acquapendente quasi contemporaneo dt Pareo e Cesare ~lagati r,he insegnò e scrisse al principio del secolo decimosettimo.

Fabrizio propugnò la riunione immediata delle ferite con empiastri agglutinativi e colla sutura superficiale e profonda, e curò molto remost.asia, la. nettezza ed il riposo della ferita; la semplicità dell_a medicazione. '.\fagali nel suo celebre libro « de rara medicatione viilnernni »- insistette sopratutto suita

4.0 SULLA CCR.\ DELl,E FERITE necessità di medicare le ferite con dolcezza e sulla rinnorazione della medicatura a lunghi iutenalli. 1 igettando i mezzi impropri che allora si adoperarano. Co:ne si vede, questi due chirurgi fnrooo veri precursori, tre secoli e mezzo or sono, di molle idee O)!gi in vigore int(lrnp alla cura dei traumatismi aperti .

.:iel tratl'lmento delle lesioni cruen1e di guerra Bello:-le si fil. notare alla fine del dicia~selle:;imo secolo ed al principio del diciollesimo come il r.ontinuatore delle idee del -'lagati, levando ancor più alta la voce co ntro le varie manovre per dilatare i canali delle ferite ed estrarne i corpi estranei, contro gli unguenti, i balsami e tutte le altre formole empiriche: contro le frequenti medicazionj: !\fa la pratica di Bello5te, sebbene raccomandata da G. L. Petit e da Yiseman, non ehbe che un numero ri5tretto di aderenti.

Invece la più grande influenza, circa il lrattamento curatiro delle ferite in guerra, dopo Ambrogio Pareo, venne esercitata da L~dran, il quale fu uno dei più fervidi propugnatori della dourina degli sbrigliamenti preventivi; Secondo 4nesta dottrina una ferita d'arma da fuoco non potern ~uarire se non veniva trasformata in ferita aperta: perciò ogni fcrit-1 a canale doYeva sbrigliarsi e ridursi a superficie piann.

Oltre a ciò le incisioni a,·evano anche lo scopo di prevenire lo strozzamento dei te3~u1i che si"'Sarebbe determinato sopraggiungendo l'in6 1mmazione. .

QuesL,1 pratica ebbe tanti ~eguaci, che potè dominare in lutti gli eserciti dalla prima metà del secolo diciottesimo sino alle guerre di Crimea e d'Italia. Ebbe però ancbe valenti oppositori. Uno di essi fu Huuter, il qu31e, poichè vide diYersi casi di guarigione sotto l_a crosta, non volle mai che un interv~nto intempestivo ed iogimti6cato espoIlCs~e a perdere risultati cosi favorevoli •

Nelleguerrepassateenelleguerrefuture 4 I

)fentre poi nei secoli antecedenti molti chirurgi eransi sforzati a semplificare la cura delle ferite rigettando la ,ieta farmacopea medioenle, nei primi anni del secolo nostro si rirnlge l'allenzione non alla medicatura, ma all'ambiente, per cercare le cause degli accidenti che sopraggiungono ai traumatismi cruenti . E gli sforzi dei chirurgi sono direlli a soltrarre le ferite dal contatto dell'aria, tanlochè un eminente chirurgo italiano, il Narinooi, escla:nava: « potessi io difendermi dall'aria, come so difendermi dai medicamenti noce,oli ! » Tale nuovo indirizzo è fecondo di vari metodi di medicazione, fra cui il metodo occlusivo, che più tardi diviene metodo anti5ettico.

Ma lutti gli sforzi fatti in dh•erse epoche da uomini di forte ingegno e di larga esperienza per condurre il tratumento delle ferite sulla via di una terapia semplice e razionale dovevano essere come sprazzi di luce gittati io un gran deserto di tenebre. Imperocchè ancbe in tempi a noi molto vicini si continuò a curare le ferite con unguenti, balsami, cerati e lìlacciche, colla medicatura rinnovata tutti i giorni, e per prevenire le complicazioni con emetici purganti e salassi; e ciò tanto nella chiru!·gia civile, che in quella militare, anzi in questa le condizioni erano assai peigiori. In :anto doveva venire la luce piena e vivida, e la luce venne per merito di due fra i più grandi uom~oi del nostro secolo, Pasteur e Lisler.

Ilo accennato alle condizioni della chirurgia militare: vediamole un poco pit'1 dappresso.

Ai tempi di Gersdorff e di Pareo, i veri chirurgi erano ancora rari sui campi di bnttaglia. I pochi che seguivano le milizie, non erano già al servizio di queste, bensì al sen·izio del!a persona del principe o del gran capitano che le coma ndava. I soldati feri~i morivano ~bba ndonati nei

Sulla Cura Delle Ferite

fossi e sulle vie, od erano fi niti dal nemico, se non trovavnno un ricovero in un convento o presso abitanti generosi ed ospitalieri. I loro medici erano i compagni barbieri, gli empirici, i castratori di cavalli, che l'allettamento di un guadagno, per quanto modesto, spipgeva a seguire gli eserciti inga~giandovisi co me medicatori ed usurpandovi il titolo di maestri chirurgi.

Sully, nel 1597 cre:t i primi ospedali di guerra all'assedio di Am iens; Richelieu più tardi forma le prime nmbulanze, e più tardi ancora, gli eserciti essendo divenuti permanen~i, sorge h necessi tà di un vero e proprio ser; vizio sanitario e si instituisce nn corpo di chirurgi militari addetti ai reparti di truppa. Tullavia le cose non mutano · gran fatto, si medica da taluno forse più rnramente so1to l'influenza delle dottrine del )lagati e del Bell oste, ma non meglio, nè con m~ggiore semplicità di. prima; ed i feriti lungi dall'essere soccorsi sul cnmpo di battaglia od all'ospedale ambulante, non sono di solito curati ed operati che negli ospedali stabili delle città. lvi vengono trasportati con i più disadatti mezzi e spesso col più deplorevole ritardo, ed ivi si pratieano le amputazioni, operazioni predominanti, si n oltre la metà del secolo decimono no.

l)'altra parte, le armi da fuoco si perfezionano, la loro gittata diviene pi ù lunga, il tiro più giusto, la forza di pe,· netrazione dei proiettili più considerevol~•.e le ferite, per conseguenza, divengono più num erose e più gravi.

L'attenzione d'ei chi ru rgi militari è chiamata viemaggiormente sulle fratture ,degli arti e $Ull e lesioni articolari, e s'impegna già la lotta fra !':imputazione e la conserrn1.ione, fra l'amputazione immediata e quella tardiva.

~ell e guerre-della repubblica e dell'impero francese comincia a sorgere per opera di molti chirurgi e specialmente

NELLE GUERRE PASSATE E NELtB GUERRE FUTURE 4-a di Percy e di Lombard la reazione contro gli sbrigliamenti pre,·entivi e contro l'assurda prelesa di trasformare ron qualche incisione il canale contuso scavato da un proiettile, in una comune ferita $:lnguinaote. Larrey li sostiene ancora. Il selone è riservato a casi speciali in cui un'irritazione si reputi necessaria; gli unguenti ed i balsami sono eliminati, si adopera e si raccomanda, specie da Percy, l'acqun semplice o mista ad alcool ed a qualche leooero lii') astringente . Larrey adopera in molti casi l'occlusione permanente della ferita. In massima si riconosce inopportuno !"uso di fasciature lunghe e complira1e, e si preferiscono quelle semplici con cravaue, fazzoletti, un pezzo qualunque dell'abbigliamento del soldato, prevenendo cosi la pezzuola triangolare di Mayor-Esmarch.

Si pratica l'immobilizzazione degli arti fratturnti, e si ricorre di solito agli apparecchi a stecche od ai fanoni di paglia. Larrey adoperava a preferenza questi, diffondendo così un mezzo antico di contenzione che Ambrocrio p Pareo aveva inventato ed usato su se stesso allorchè ebbe una gamba fratturata.

In Germania, sorse nel 1809 il meto:lo di Kern, della medicazione aperta. Era la quintessenza della semplicità, e perciò si fece presto strada presso i chi rurgi tedeschi; in In~h ilterra fu adottato dal Liston, in Italia dal Signoroni; ma negli eserciti si continuò a medicare co n empiastri ed unguenti. In Inghilterra Hennen usa i cataplasmi , ai quàli fa acquistar credito la dottrina fisiologica di Broussais, e medica con lìlacciche asciutte o oliate, rinnovando di rado la medicatura. In Fran cia si ritorna agli shrigliamenti pre· ventivi, rimessi in onorè dal Dupu~·tern , e si medica con eccitanti ed antiseuici dagli uni, con emolliemi dagli altri. Però Baudens che nel bel cl:ma di ggitto e di Algeria vede

SULLA. CUI\A DEl,LE FERITE

molte guarigioni sollo la crosta , si mostra risoluto avver· sario delle inci:;ioni prjmarie; al contrario di PirogofT. che nel C·\Ucaso nel 18.i-i insieme cogli antichi metodi di medirazione. segue la pratica degl: sbrigliamenti. Infine la questione è portata nel 184-8 davanti all' Accallemia di medicina di Parigi, e si risolve r.onlro le inci~ioni immediate nelle ferite d'arma da fuoco.

~ella prima guerra dello S~hleswig-Holstein del 184-8-50, trionfa il metodo della terapia semplice e le incisioni vengono praticate solo per dare libero scolo al pus; si fa )argo uso di fomenti tiepidi e ghiacciati ed anche dell'immersione p;lrziale a permanenza.

Tnquant"o alla prntica delle operazioni, prima delle guerre na·poleoniche, la cura demol°iliva era in grande voga . Bil guer, chirurgo di Federigo il gronde, nella guerra dei sette anni, sollevò indarno la voce contro l'abuso derte amputazioni, e Federi"O dovette emanare un editto per proibire ai suoi o chirurgi mililari di amputare. se non in caso di cangrena già manifesta.

I chirurgi della repubblica e dell'impero francese erano ancora partigiani del!' intervento operati,o nella cura delle ferite d'arma da fuoco e continuaròno ad amputare largamente, sopratlullo Larrey, il qua!e in un sol giorno, dopo I~ b:ittaglia della MoskoM, eseguì, e1li solo 200 amput.izioni !

~lalgr,1do la corre~te già m:inifoslatasi a favore del metodo consen·ativo, il Larrey insisteYa con forza sull'idea che la ferita d'operazione rappresentasse un traumatismo più semplice di quello cagionato dal proiettile e rendesse più facile e meni) pericoloso il trasporto dei feriti a grandi distanze, agevol.,ndo rosi quella disseminazione, che specie nelle lolle gigante$che di quel tempo, era . il mezzll più efficace per sottrarre i feriti agli elTetti perniciosi dell'ingombro e dell'ammassamento. Sotto questo aspello l'amputazione era più conservativa della stessa cura aspettante. Per tali r:igioni egli DA allargò i confini forse più che non abbiano fallo i chirurgi militari delle epoche antecedenti, e contribui pure a decidere i chirurgi a praticarla immediatamente, prima d'insorgere la febbre traumatica e gli accidenti consecutivi.

~ei fatti d'armi più limit3li e meno sanguinosi che succedettero alla Restaurazione, il minor numero di feriti e la possibilitit di una cura più ordinata e più completa permise maggiori e piu fortunali tentativi di conservazione e l'amputazione perdette terreno. Così avvenne in Algeria per opera del Baud ens e degli altri chirurgi di quella spedizione. Io seguito, ìa statistica porta un grave colpo alla cura demolitiva, poichè riassumendo i risultati ottenuti nelle guerre di Crimea, dello Schleswig, d'Italia e degli Stati Uniti, essa mostra, appoggiandosi su cifre enormi, la superiorità. del metodo conservativo.

Fu pure nel periodo delle guerre napoleoniche, che sotto gli auspici di Percy prendono posto nella chirurgia di campagna le resezioni articolari traumatiche introdoll~ poco tempo innanzi nella pratica civile dal )loreau e dal Park. Anche l'emostasia chirurgica ebbe in quel tempo notevoli perfezionamenti. Dopo la gra nde riforma portata dal Paréo colla legatura immediata dei .asi, aveva pure reso grandi servizi in guerra la comp ressione mediata col randello immagina to dal )lorel nel 167.i- all'assedio di Besanton e col torcolare di un altro eminente chirurgo militare G. L. Petit. )la durante le guerre napoleoniche, il ì\las sot prima, e poi uno dei più illustri chirurgi dell'esercito inglese il Guthrie raccomandarono ed eseg-uirono la legatura in sito dei due estremi dei .asi divisi.

Eppure, i risultati complessivi furono assa i lontani dal corrispondere a cosi rilevanti progressi ed alla .alentia ed operosità di tanti uomini che illustrarono il loro nome ed onorarono la ch irurgia militare ;n quel lungo periodo di guerre.

Già nei ser:oli precedenti l'organizz::izione sanitaria militare aveva fatto molto cammino. Gli eserciti erano stati forniri di un personale medico stabile, ed eransi instituite ambulanze ed ospedali mobili. Ma ambulanze ed ospedali si tenevano a grande ùistanza dalle linee di coml,allimento, e ne derivava, siccome ben nota il Delorme (1 ), che il so cc,orso aspettava l'uomo ferito, non gli andava incontro. I chirurgi della repubblica e dell'impero, invece, ,,anno dinanzi a lui e gli portano il soccorso sul lnol!O istesso orn fu colpito dalle armi nemiche. A questo nobile ed umanitario intento mirano due istituz ioni divenute famosei co.-pì mobili di chirurgia di l'erc~· e le ambulanze volanti di Larrey.

Tullavia, non è a qu.este ambulanze mobili, dice un altro distinto autore francese, Chauvel (2), che si fa la chirurgia attiva: è al gran quartiere generale che La.rreJ' circondato da quaranta aiuti e collaboratorj, pratica lt: più delicate ed importanti operazioni .

Frattanto, migliaia di feriti rimangono senza soccorso sui campi di battaglia:- molti vi muoiono dissanguali od assiderati; quelli che sopravvivono sono fortunati se possono trascinarsi da sè sulle grandi linee di tappa per essere tra-

~ELLE GUERRE PASSATE E ~'ELLE GUERRE FUTURE 4ì

spùrtati su carrette da conladini io locali improvvisati ed impropri. e quindi caricati su altre vetture non meno grossolane, esposti alri:llem perie , senza cibo e senza socco rso, raggiungt>re i lontani ospedali. Per altro l'aria pura. delle graudi strade :;arebbe ~tata preferì bile per questi feriti a quella di siffatti ospedali ri co lmi ,ii infermi infetti di tifo, di dissenteria epidemica, di can!!re n:i nosocorniale.

Un cosi deplorevole stato di cose venne a ragione auri· bnito in gran parte alla instabi lità ed al disordine degli ordinam enti sanitari e soprattullo alla dipendenza assoluta del personale medico dalle autorità amministrative che gli paralizzavano ogni iniziativa e la cui incompetenza ed imprevi · denza erano e)!uagliate soltanto dal dominio tirannico che su di esso esercitavano. i\Ia è innegabile che un gran peso nella bilancia doveuero avere ail che le speciali condizioni della µoerra . E di vero, come non dovevano e non debbono spiegare una danno a influenza sul servizio di soccorso ai ferili, i movimenti continui dipendeuli dalla fluttuazione della lott,1, la mutabilità dei coma ndanti , gli spostamenti ~iornalieri delle truppe, la incertezza del domani divenuta sistema, i rovesci alternantisi lalora a corti intervalli colle viltorie?

Nella campagna di Crimea, e soprattutto in quella d'Italia le armi divenute oncora più precise , i proiettili oblunghi sostituiti alle palle sferiche, i cannoni rigati a quelli lisci, la velocità , la potenza di penetrazione dei proiettili di molto aumentala, influiscono trislamente sulla gravezza e frequenza delle ferite. In Crimea i chiru rgi inglesi prereriscono le medicature umide con lint imbevuto di acqua e che mantengono umido con irrigazi oni fredde o fomenti ghiacciati. ~on fanno sbrigliamenti che in caso di necessità, e si attengono alla chirurgia conservativa assai più che alla demoliliva. Pirogoff nell 'esercito russo segue un indirizzo analogo e per la prima

Sulla Cura Delle Ferite

volta introduce nella chirurgia di guerra gli apparecchi gessati.

La pratica dei chirurgi francesi ed italiani è meno uniforll!e, Scrive e Legoues t si valgono ancora, senza abusarne, delle incis ioni primarie; Quesnoy, Vallette le lproscrivono assolutamente. Del resto, la solita medicazione di cui i cataplasmi, le tilacciche e il cerato sono i principali elementi. Si rimedica sovente e la frequeQza delle complicazioni settiche, specie della cangrena nosocomiale obbliga · a ricorrere agli eccitanti ed ai caustici. ·

Ma ne&suna efficace precauzione, nessuna razionale misura profilauica contro le malattie infettive chirurgiche, ed i risultati sono spaven1evoli : i feriti mùoiono in grandissimo numero.

Per. upporsi ai daoni dell'accumulazione di malati e feriti sul campo di battaglia fu impiantato nell'esercito francese un attivo sistema di sgombero per via acquea. In 22 mesi, dice Scrive, vennero trasportati in battelli a va-. pore dalla Crimea a Costantinopoli 23000 feriti e circa 90000 malati. }la le navi , di solito noleggiate dalla marina mercan~ile e non · adattale a quello speciale servizio, mancavano dei mezzi più indispensabili; perciò malati e feriti confusi insieme arrivavano, dopo tre ·giorni di traversata, a Costantinopoli, tutti péggiorati, e molli morivano in viaggio. ~è migliori erano le condizioui dell'esercito inglese nel primo anno della spedizione ; ma poi con misure igieniche h.en intese, colla creazione di baracche-ospedali e col migliorament.o dei trasporti, - le perdite di quell'esercito diminuirono in modo .sorprendente.

Nella campagna d' Italia, il. metodo generale di cura non è gran fatto mutato. Qualche antisettico, l'acido fenico stesso, viene talvolta adoperato nelle ferite infette. Sono

~ELLE GUERRE PASSATE E NELLE GUERRE FCTURE 49

utilizzati per la prima volta in guerra i tubi da fognatura dello Chassaignac. I chirurgi italiani per immobilizzare gli arti frattura~, usano molto le stecche e specialmente le docce di latta e di semicanale dell'Assalini; il Cortese consiglia ed adopera semi-stivali di cartone inamidato nelle fratture complicate della gamba. Mol ti chirurgi francesi seguono questa pratica degli italiani, e lo stesso chirurgo in capo dell'esercito di spedi zione, J. Larrey, raccomanda i semi-canali di latta. Le resezioni praticale piuttosto largamente in Crimea, sono lasciate in disparte dai chirurgi france,i; ma gli austriaci e gli italiani ne eseguono in buon numero, confinando in limiti sempre più ristretti le amputazioni. Infine si adopera con vantaggio l'anestesia nelle grandi opera.zioni, come erasi già fatto in Crimea.

Anche in questa campagna, sebbene 1a guerra si svolgesse in un paese civile e pieno di risorse, si lamentaro no gli stessi inconvenienti delle guerre precedenti, ed anche qui le malattie infettive uccisero più uomini , che il fuoco nemico.

Nella guerra di secessione Chisolm seguito da pochi altri chirnrgi, ravvicina i margini delle ferite da armi da fuoco, e li sutura con o senza ravvivamento preventivo. )la la grande maggioranza riconosce, dice Otis, che l'acqua è il migliore dei topici. Si fa pure uso di qualche antisettico e si sostituisce la stoppa catramata alle filacciche.

I chirurgi americani spiegarono una grande attività operatoria, eseguenào 39,363 operazioni.

Mercè un trattamento curativo semplice ed adeg ua to, e mercè una organizzazione del servizio sanitario, sapiente e provvida . si ebbero in questa guerra i più splendidi successi .

Nel 166,i. nello Schleswig-HolsLein e nel ·1866 in Boemia

SULLA CURA DELt.E FERITE

ed in Italia la chirurgia militare s'informa ad -un grande eccletismo.

Tanto i prussiani che g!i austriaci seguendo la pratica di Volkmann e di Neudider usano molto il perman ganato di potassio e medicano col cotone anzicM collef,ìlacciche (,I). Così ottengono delle medicazioni più nette e .nello stesso tempo occiusive e che po:;sono lasciare applicale più lungamente. Si valgÒno pure dei bagni freddi e caldi a permanenza e del)a medicatura all'aperto . .Non si parla di sbrigliamenti, ed invece prendono grande sviluppo le resezioni e la cura aspettante, a svantaggio delle amputazioni.

I chirurgi italiani si staccano meno dagli antichi sistemi. Tuttavia anch'essi amputano poco e· resecano e conserva.no di più. Seguendo gli in:;egoamenti del Cortese fanno largo uso, dell'acqua fresca nella medicazione delle ferite invece degli unguenti che, come egli diceva « irrancidiscono· e portano dolore tra l'unà e l'altra applicazione di medicatura (2). Inoltre, piuttosto che adoperare apparecchi con sostanze solidificantisi ed apparecchi chiusi in genere, si valgono per immobilizzare gli arti fratturati di ferule di legno, di docce metalliche e di cartone .

Quando scoppiò la guerra franco-germanica, il metodo antisettico di Lister ·era già conosciuto. Volkmaon ne aveva sperimentati i sorprendenti effetti ed aveva · altresi posto

NELLE G~ERKE PASSATE E ~ELLE GUERRE FUTURE 51 in rilievo la necessità d'introdurlo nella pratica chirurgica di guerra. Epperò, mentre ì chirurgi tedeschi adoperavano nei primi posti di soccorso e di cura l'ovatta .di Bruus inzuppata di acido fénico o di ·permanganato potassir.o, e Burow a Metz si giovava pure delle irrigazioni continue all'acetato di alluminio, negli ospedali adottarono largamente la medicatura di Lister. Così si polè restringere in più angusti confini la chirurgia demolitiva e dare uno sviluppo del tutto nuovo alla cura conservatira.

I chirurgi francesi, invece, da principio si mostrarono an,cora ligi alle antiche idee ed a.i vecchi metodi. l\fa poi vistasi la grande frequenza delle complicazioni settiche, a poco a poco i cerali e gli emollienti fecero posto all'alcool, al fenolo, ~Ila medicatura all'ovatta, del Guérin e si rinunciò aoli sbri · o gliamenti ed :illa ricerca ed eseresi immediata dei corpi estranei. ~on di meno i risultati, io complesso, 1io:i furono migliori che nelle altre guerre.

Per contrario, mercè uo indirizzo terapico informato ai più sani principi della scienza e mercè un ordinamento sanitario, che seppe trarre partito da tutte le risorse, la Qhirurgia militare tedesca ottenne successi senza pari e segnò l'inizio di un'èra nuova nei fasti dell~ chirurgia-militare.

Tali successi non potevano non richiamare l'attenzione dei ehirurgi sul nuovo me:todo di cura delle ferite, al quale in gran parte erano dovuti.

(t) Nella pratica chirurgica militare italiana; il medico di reggimento Tosi, ora colonnello medico, usava sin dal 486' il sublim~to corrosivo in soluzione acquosa a). 3 per 1000, lavandone le ferite recenti e le piaghe suppuraTlti ed inzuppandone gli oggetti di medicazione. I risultati ottenuti furono tali che egli In una nota pubblicata nel Giornale di medicina militare del 4875 pag. 258, conclude con queste parole; < sono convinto che la detta soluzione abbia la ver:a azione antisett_ica e dia il grande risultato di pr~venire le infezioni. •

(2) ConTESJt. Guida teoricospratica del medico mtlitare in campagna, Torino t86!, Parte J, pag. 97.

Si vide pre:;to che non bastava praticare l'autis~psi secondaria negli ospedali; ma in ossequio al principio che le sorti e spesso la vita di un ferito dipendono dalla prima medicatura, bisognava portare il metodo antisettico sino ai primi posti di soccorso, sin sul campo di battaglia; pratiearr, in allri termini, l'antisepsi primarin.

This article is from: