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RIVISTA DI ANATOJIIA E FISIOLOGIA

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VARIETÀ

VARIETÀ

NORMALE.E PATOLOGICA

RODOLFO VJRCHOW. - Trasform is m o e di scendenza.. (Berliner klini sche Wochenschrift, N. 1, 1893).

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L'ipotesi della discendenza dell'uomo da un animale non è affatto provata. Tutto ciò che noi sappiamo dell' uomo· fo;:,sile o preistorico dimostra che egli già era homo sapiens. Nessuna razza umana bianca ha avuto mai origine da negri; nessuna famiglia di negri ebbe mai origine da popolo bianco . Considerato l'uomo pal lato fisico è da ritenersi quale animai~ ed è da lungo tempo conosciuto che alcuni animali sono ad esso più simili di altri. ~anto Galeno, quanto anatomici dell'antichità fondarono l'anatomia dell'uomo in base alla struttura delle scimmie e di altri .vertebrati. Meckel conobbe l'analogia, che esiste nello sviluppo dell'embrionP. umano e di quello di altri ,•ertebrati e questa conoscenza servì a lui per jspiegare numerose deformità . Ma nè con tali conoscenze, nè col fatto da luogo tempo noto che alcune di

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queste òeformità sono eredit?rie, abbiamo potuto risolvere la questione principale. L'autore é di avviso che molto possa giovare a ciò la patologia e ripete una sentenza di Alberto von Haller: patlwlogia physiologiam illustrat La discendenza e il trasformismo possono rice vere molta luce dalla fi~iologia cellulare.

La biologia della malattia può concepirsi solamente dal lato cellulare; la base della patologia sta nella conoscenza della vita normale, e perciò l'autore, 40 anni fa, defioi la patologia, una fisiologia celìulare.

I fenomeni della trasformazione sono di due specie o schiettamente cellulari, cioè le singole cellule si dispon gono in modo, che il ti po del tessuto diviene un altro; o il mutamento consiste in una nuova ùisposizione e combinazione delle cellule e dei tessuti negli organi o nelle parli dtÙ corpo, mentre la loro struttura rimane invariata. Il primo modo è designato quale trasformazione cellulare (metaplasia); il secondo quale trasformazione organica o mostruosità.

Alcuni patologi, cinquant'anni fa, ammetteYano una t erza forma di de;enerazione, cioè di cellule specifiche, che si sarebbero formate sotto circostanze patologiche, come cellule del cancro, del sarcoma, corpuscoli tubercolo!:'i. Ma l'autore dimost rò che le cellule del cancro sono epitelioidi, quelle del sarcoma fibroidi, quelle del tubercolo linfoidi e la dottl'ina della eterologia acquistò nuova importanza. Le cellule p atologiche hanno senza eccezione prototipi fisiologici e perciò, oltre i tipi del corpo umano, non dànno origine a nuove forme. Ogni struttura abnorme, facendo astrazione dalla massa o dal , tempo di sua formazione, può solamente manifestarsi con disposizione anormale.

Ma anche la disposizione delle cellule nei tessuti non oltrepassa mai i confini fisiologici. La cute umana non produce mai nè penne, né squamme di pesce; le deformità massime, gli amorfi, hanno cute umana, se derivano dall'uomo, pelle di agnello, se provengono da una pecora. Un dermoide umano contiene peli, un dermoide di oca, penne e pred;:,amente il primo, peli umani, il secondo, penne di oca e non di pollo. Cosi ogni o!':so d.i una deformità umana appartiene

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al tipo osso dell'uomo, ogni osso di una deformità animale al tipo animale.

Molle cellule patolo1?iche e molli tessuti patologici sono particolarmente disposti alla metaplasia: in taluni questa t•mJenza é così pronunciata, che essi sono sempre trasformati. Perciò da lungo tempo i patologi distinsero le formazioni in provvisorie e permanenti (per es. nel callo) e io senso analogo si parla oggi di formazioni per primam e per secunclam intentionem o meglio, s~condo l'autore, per formazione diretta ed indiretta. Ma nessun osso si forma mai direttamente per primam intentionem, l'ossificazione è sempre un processo secondario Gli anatomici ammettono due specie J i ossificazione, ossificatio e cartilagine ed ossiflealio e membrana, cioé, nelle ossa a lungo tubo, si tratta di un'ossificazione da cartilagine epifìsaria e di una periostea Cartilagine e periostio (tess\ito connettivo) furono ritenuti da lungo tempo quali matri ci dell'osso. Perciò in ogni caso di formazione ossea era da riconoscere una metaplasia, poichè la tela ossea non è né cartilagine, né tessuto connettivo. Più accurate ricerche hanno insegnalo che la matrice non si cambia direltemenle io tessuto os5eo, ma prima fo rma un tessuto provvisorio, che dopo una serie di trasformazioni e di sladii transitorii si ossifica.

Il tessuto adiposo non form a alcuna eccezione a questa r egola. In nessuna parte del corpo si forma direttamente. Durante la v,ta embrio nale si trova la tela mucosa in certe parli del corpo, p. es. sollo la cute, che finalmente sarà sostituita da tessuto adiposo. Le cellule mucose si cangiano in massima parte in celluìe Adipose, tuttavia non senza aver prima, formato, per divisione, ammassi dì cellule semplici. Anche il tessuto connettivo molle può per metaplasia cangiarsi in tessuto adiposo, poiché le sue cellule si trasformano in cellul e adipose Così tumori adipo~i (lipomata) possono formarsi tanto nei, tessuto sollomucoso dello stomaco e delri nleslino, quanto nell'aracnoide del cervello. Anche più meravi)?li oso è il fatto che il tessuto adiposo può giungere all'ossificazione. Ciò s i osserva particolarmente nel mid ollo giallo delle ossa, non· solamente dopo fratture ed amputa-

DI ANATOMIA E flSlOLOGIA

zioni, ma au che nelle ossa tubulari lunghe illese, ove in laluni casi tutto lo spazio midollare si riempie di tessuto osseo duro come ravorio. Anche questa é una metaplasia in.liretta, poicltè il midollo giallo si ca mbia prima in rosso e questo, prima dell'ossificazione, h tessuto fibroso. Ciò indica che il grasso in primo luogo è riassorbilo dalle cellule del midollo, ma quindi subentra una proliferazione cellulare, accompagnata da attiva congestione dei vasi sanguigni ed ba origine un te!"suto molle di granulazione, che inoltre le giovani cellule rotonde di questo tessuto secernono una sostanza basale, che diviene 3empre più spessa e finalmente s·impregna di sali di calce. Intanto le cellule rotonde prendono forma stellata e ross1ficazione é complda. La cosiddetta sclerosi del midollo é perciò una complicatissima metaplasia, cosliluita da un' int ie ra serie di trasformazioni di tessuti, ognuno dei quali deriva dagli antecedenti.

Il l?rado più alto di questa osteosclerosi ha ricevuto il uome di eburn azione, perchè una sostanza dura, paragonata pel suo grado di durezza all'avorio a cui molto rassomiglia, ha sostituito il midollo molle primitivo. Si trovano di tempo in tempo tibie e femori, le cui sezioni rassomigliano per istrut tura in lutto ad un dente d'elefante.

Ma anche l'istologia e la microscopia devono inter"enire per formulare la teoria ereditaria. Istologicamente parlando l'eburnazione non è altro che ossificazione, poiché il te5sulo sclerotico neoformalo è osso e non dentina, quantunque di tempo in lempo possa offrire una certa somiglianza col cemen to dei denti. Se dall'eburnazione si volesse derivare una conclusione sulla possibile derivazfone dell'uomo dalì'elefante, sarebbe quasi lo ste$SO se da una leontiasi ossea si volesse fa re discendne l'uomo dal leone.

:\ia anche, facendo <lel lutto aslraz·one dall'apparente ter omorfìsmo, rimane tuttavia sempre l'eburnazione un processo patologico con particola rità del lutto determinate. Un fisiologo avrebbe sempre difficoltà nel .riconoscere in essa un tessuto normale. La formazione di un callo interno dopo una frattura è un processo rigenerativo, mediante il <juale si otterrà una reslitutio ad integrum; ed anche se quef.:to proce!:!so giungerà alla proliferazione, cioè se formerà più <li quanto è necessario (callus [u:JJurians), tuttavia è straordinariamentA utile, poiché ripara ad un esistente disturbo dell'organismo e in lutti I suoi stadii ben conosciuti corrisponde ai proces-si dell'ossificazione tipica. L'eburnazione come tale, anche nella sua infima forma quale callus internus, è senza dubbio atipica, e rimane tale, anche se assume un carallert:! permaneute. Propriamente parlando il processo è rige nerativo anch e !:!e il tessuto osseo neoformalo per nuova metaplasia diviene spongioso, o midollare; poichè nell'interno di un osso normale non si trova alcuna tela ossea. ma tela medullaris, e flnchè non vi si forma una nuova midolla, l'osso non ha ancora riacquistato la sua forma tipica. Il callus internus appartiene adunque ai tessuti provvisorii.

La teoria cellulare dt'll'autore omnis cellula e cellula spiega bene l'intricalo processo della ossificazione.

Se il tessuto osseo si cambia in tessuto midollare, ìl tessuto midollare in tessuto osseo, mentre im po rtimti mutamenti banno luogo nella sostanza fondamentale, esistono num~rosissime cellule, le quali, indifferenti a tutti i mutamenti, conservano le loro propriela vitali, ma in armonia con le mutate condizioni di vita prendono nuova forma. Ciò può denominarsi adattamento istologico.

Le neoformazioni ossee dal periostio sono costiturte da cellul~ di nuova formazione provenienti da segmentazione delle stesse cellule del periostio. Interpretando la periostite essudati va come esito di una prolirerazione di cellule preesistenti diviene chiara la spiegazione dei complicati fenomeni e l'ossificazione periostea rientra nel gruppo dei processi eredita rii.

Nello stesso modo si spiega l'ossijìcatio e cartilagine. Sull'ossi(tcatio e medulla l'autore fa alcune brevi osservazioni. Se questa avviene nel midollo rosso, tessuto ricco di cellule, la difflcollà teoretica è minore; poiché i processi dell'eburnazione o qella formazione del callo interno negli adulti si osserva. il più. delle volte io ossa, che contengono midollo giallo. Se si osserva un tale midollo senza speciale

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preparazione o norme adeguate non si veggono che gocce di grasso (2occe d i olio) e più di 40 anni fa era quasi comune opinione, che il grasso fosse soltanto un ~ecreto od essudato stratificalo nello spazio midollare. Non si pensava punto, che que~te goccioline di grasso formAvano solo il contenut') ar tificiale in luogo di cellule distrulle e che' il mi· do !lo osseo non costituh·a un semplice accumulo di grasso liqui do, ma un tessuto adiposo. L'autore dimostrò che le cellule cart1laiinee si cambiano direttamente in celhlle adipose e il f!r8S!IO è costituito da cellule per azione loro diretta e che non è nè un secreto, nè un infiltralo. Posto ciò per base fu facile estendere l'osservazione anche al midollo osseo.

Alla teoria dell'autore che i tessuti neof,1rmati, in generale, derivano da tessuti più antichi, che le giovani cellule hanno origine da cellule antiche del tessuto primitivo si tentò sostituire la dottrina che nei processi rigenerativi le c<c-llule che compaiono non derivino da quelle stesse dei tessuti, ma rJa un'essu,lazione specifica doYuta ai leucociti ed alle cellule linfatiche.

Warton, Jones, Gustavo Zimmermann e Cohnheim furono i sostenitori di questa teoria. Essa però, anche accettata in tutto, non è contraria in 1irincipio alla patologia cellularè. Anclie in questi casi la neoformazione è ereditaria, solamente devono essere cercate altrove le cellule originarie. Però dubbia 1·imane non solo la parte che prendono le cellule bianche del sangue nell'essudazione purulenta, ma anche se l'essuòazione purulenta rappresenti il principi9 di una trasformazione. Nell'ultimo congresso medico internazionale in Berlino (1890) la discussione sul tema sino a qual punto i leucociti prendano parte alla neoformazione di tessuti non fu per nulla favorevole alla nuova teoria.

La possibilitli di una j:>roliferazione é collegata alla continuazione di vita delle cellule. Alcuni elementi rimanaono più lungo tempo o più corto tempo, dopoché hRnno pe~uto le loro proprietà vitali. Lo smalto dei denti, l'epidermide, i p~li e !e unghie nelle loro forme permanenti non sono parti v1venll e perciò non suscettibili né di una rigenerazione, nè di una proliferazione. I globuli rossi hanno pure, dopo per· duto il loro nucleo, 'soltanto un'apparenza di vita. Anche elementi, che banno raggiunto il più allo grado di loro individuale sviluppo, come cellule gangliari e fibre muscolari striate non sono più in grado di produrre un'atliva ·proliferazione. Perciò sono necessari determinati tessuti fondamentali, come li poss"è!!'gono l'epidermide, i peli e le unghie per sostituire queste parti e formarne di nuove; il sangue senza speciali organi formativi verrebbe meno. Smalto di denti distrutto, cellule gangliari degenerate, fibre muscolari striale perdute, almeno per ruomo, non $Ono sostituite.

Un gran numero di elementi, all ' incontro, posseggono in massimo grado questo potere di proliferazione. Un piccolo numero deriva da proliferazione di parti omologhe; cioè di parti in cui é completamente riprodotto il tipo del tessuto originario. Hanno ad es. questo potere il ma1Zgior numero di forme di epitelio ed endotelio, compreso quello. delle cellule glandolari, le glandole. linfatiche, la cartilagine, il tessuto conneltivo, le fibre muscolari lisce ed anche le fibre nervose. Nella sua forma più semplice e nella sua più grande purezza si manifesta qui l'origine ereditaria.

In un altro gruppo di tessuti la proliferazione raggiunge il suo scopo finale solamente per metaplusia, cioè con un c;t intiera serie di formazioni provvisorie e di ripetute trasformazioni. A questo gruppo appartengono non solo il tessuto aJ.iposo ed osseo, ma anche ad es. i corpuscoli rossi dd sangue, le fibre della lente cristallina, la dentina_ Quando hanno raggiunto la loro forma permanente, la lorç> disposizione é dive rsa da quella delle cellule o del tessuto, da cui èerivano; il loro tipo ha subito cangiamenti ed esse possono, in certo senso, essere considerate come i,terologhe, o meglio allotropiche.

Lo stesso avviene per -alcune neoformazioni. La nuova cartilagine può derivare da antica cartilagine quale risultato di neoformazione omologa, ma si può formare anche per la via della proliferazione allotropica dal tessuto connettivo, ad es. dal perjostio; così il tessuto connettivo può derivare da tessuto c~nnettivo, ma anche da cartilagine. L'epitelio pavimentoso deriva regolarmente da epitelio pavimentoso, rna come numerose nuove ricerche hanno dimostrato, può anche avere origine da epitelio cilindrico, egualmente che da epitelio vibratile. Nella moltiplicità dei processi formativi di tessuti si possono tenere presenti alcu!li punti principali. Nelle neoformazioni allotropiche si distinguono due gruppi, dei quali ognuno comprende soltanto un ristretto numero di tessuti. Il primo è costituito da tessuto epiteliale, raltro (Reichert) da tessuto di sostanza conn ettiva, il quale racchiude non solo il tessuto connettivo proprio, le parti fibro!'e e i tendini, ma anche cartilagine, ossa, tessute mucoso ed adiposo , come pure midollo rosso. Fra i singoli membri di ognuno di questi gruppi è possibile il più alto grado di mutamenti.

D'onde deriva che la parola typus è straordinariamente equivoca e può condurre a gravi malintesi. Ognuno dei due gruppi po:;siede, per così dir~, un tipo di famiglia generale, ma inoltre una serie di tipi speciali. Epidermide ed epitelio pavimentoso, cellule cilindriche e vibratili, adenoide, cellule glaodolari ed endoteliali hanno fra loro affinità di famig lia, e costituiscono il tipo epiteliale; ma inoltre ognuno di essi ha il -suo tipo speciale. Sono tutti « tessuti di sostanza connettiva » mescolati con più o m eno di sostanza intercellulare, ma questa mostra le più grandi differenze- tauto nellacomposizione chimica, quanto nella costituzione morfologica . Nonostante per metaplasia si cangiano spesso fra loro.

Lungo tempo è stato discusso per sapere sino a qual grado sia possibile una metaplasia eterologa. Alcuni osservatori affermarono la provenienza di fibre muscolari dalle cellule fusiformi del tessuto connettivo e descrissero la degenerazione del tessuto muscolare .in tessuto connettivo. Lo stessQ autore fu di parere che gli clementi epiteliali, ad es. nel carcinoma, de rivassero da éel lule di tessuto connettivo. Ora non è possibile risolvere tale questione, però è dubbio che tutte le cellule di carcinoma derivino da proliferazione- epiteliale omologa.

Anche se si fosse obbligati a dimostrare che, in opposizione alla dommatica dottrina degli embriologi' esista una

210 RlVISTA DI A~ATO)[IA E F1Sl0L0GTA formazione epiteliale eterologa, rimane tuttavia immutato il fatto, che non esiste alcuna specie di epitelio od endotelio patoloi:rico, il quale non abbia il suo prototipo nello sviluppo fisiologico del corpo; che realmente anche nessuna cell ula esistente nel nostro corpo nel vero senso è atipica: Qui sta il limite deìla metaplasia. La patologia non offre alcun appoggio per un più largo sviluppo del concetto della discendenza.

Il quesito della trasformazione organologica è da risolversi in maniera del tutto diversa. La disposizione di diversi ·tessuti in un organo, la formazione di sistema mag~iore mediante disposizioue complessa di diversi organi, raçchiude C')sì grande estensione da poterne risultare le più manifeste deviazioni dal tipo normale . .Ma l'autore è fe r mamente convinto che ogni cai'O di discendenza nel senso di Darwin, cioè ogni deviazione dal tipo dell'organismo progenitore, rappresenti un processo patologico .

~!VISTA DELLEMALATTIEVENEREEEDELLAPELLE

11-'iNGER. - Contribuzione a.ll'ana.toml.a patol ogica. della. blenorrea den•organo sessuale maschile. -L 'uretrite oronloa posteriore e la prostati te crQnlca. - (Centralblatt .fur Bakleriologie und P arasilenkunde, volume XIV, N . 8, 1893).

STROEBE. - Sulla degenerazione e rigenera.zlone di nervi p~riferiol dopo l ezioni traumati c he . - (Berlfner klinische Wochenshrifl, N. 35. 1893).

L'autore con adatti e sperimenti e con metodi di colorazione, ha tentato di risolvere la controversia, se la rigenerazione di un tratto di nervo diviso avvenga per aumento contiguo delle antiche fibre nervose nella parte centra le del moncone, oppure una neoformazione nervoso discontinua - da singoli elementi cellulari, specialmente da quelli della guaina d i Schwan.

Le conclusioni di SLroebe sono . che non ha luogo u na neoformazione nervosa discontinua da. singole cellule o da elementi connettivi come pure che non avviene una riunione delle fibre separate seuza degenerazione della porzione periferica, insomma una cosiddella riunione di fibre nervose per primam intentionem. c . s.

Sopra 11 casi di blenorrea dell'uretra studiata sul cada-vere, trovò l'autore che la blenorragia cronica della parte 1)-0Steriore dell'uretra è eguale a q,uella della parte anteriore .e si presenta principalmente quale infiammazione cronica del tessuto conneltivo sottoepiteliale, la quale percorr e due -stadiì, 1,10 primo stadio d'infiltrazione, di neoform azione di iessulo connettivo, un secondo stadio di retrazione e cì'in-duramento. Negli strati su.perio r i del tessuto connettivo sotto -.epitel iale dapprima i'i localizza il p r ocesso f'd in appresso ~i estende e discende a considerevole profondità investendo 1e glandole, l'utrieulus, i ductus ejaeulat o rii ed anche qu i raggiungendo il secondo stadio, produce considerevoli alterazioni della parete del ledette glandole e dei condotti escretori. Oltre questi si r iscontrano ancora due altre serie di fenomeni -<la considerare in parte quali complicator ii, in parte quali con-secutivi. Quali complicatorii sono la malattia delle ;lan dole -dell'uretra, del eaput gallinaginis, della prostata, che de<:orre in parte quale catarro desquammativo, in parte quale catarro <lesquammativo purulent.o; vi è pur e da compr en-<iere in essi il calnrro d~lla mucosa ur etrale. I fenomen i .consecutivi sono costituiti da induramento del tessuto sotto -epiteliale. Ad essi appa r tiene la trasformazione dell'epitelio

DEI.LE MALATTIE VENEREE E ORLLA PELLE 213

cilindrico dell' uretra e del caput gallinaginis in epitelio _ . I d. . pa vnnentoso, a 1struz10ne delle lacune e delle glandole supe rficiali, la chiusura dello sbocco dell'u trieu lu s e del due tu eja culatorii.

LANZ. - Sulla durata d'lncuba.zlone della. bleuorragla.. - (Centralblatt /ur B~kteriol.ogie und Parasitenkunde voi. XLV, N. 7, 1893).

, Dalle tabelle di Finger e d~ll'~utore risulta che il tempod incubazione della blenorragia, m generale, è di tre giorni che spesso la blenorragia si manifesta alla fine della prim; settimana Jopo il coito infetto e raramente ·più lardi. Rarissimi son0 i casi, io cui la gonorrea si manifesta dopo i decorso di settimane, e l'autore ne cila due, nei quali l& blenorragia comparve rispettivamente 5 e 10 settimane dopoJ'uaimo coito sospetto

I gonococchi esistenti nel secreto purulento confermar.ono-s la diagnosi. Non può assolutamente escludersi <:he i dueindividui si sieno infettati in modo diverso anzichè col coito ma è poco attendibile, perchè è noto che tali infezioni (co~ la biancheria, con gli urinatoi sudici, ecc.) sono rarissime poichè il pus blenorragico perde presto la sua infeziosità ; contatto dell'aria.

c. s.

RA~IS! Y-SMITH. - Nuova ma.lattla. outa.nea. affine all'ortica.ria -ed all'eritema. (Brit Med. agosto 1893) .

Il dott. \V. Ramsay Smith ha riferilo nell'ultimo corwressomedico pritan~ico che egli negli ultimi tre anni ha e avutol'opportunit.à di osservare circa oO casi di una malattia cutanea così ber~ definita e con sintomi così precisi da meritare un nome speciale .

Ecrlì ritiene l'affezione costituzionale con manifestazioni " locali e dipendente da disturbi del sistema nervoso. La com, parsa dell'eruzione è preceduta da un certo numero di di·slurbi generali accompagnati da sensazione di caldo e pruTilo localmente. Esso può osservarsi su tutti i punti del cor po, , 018 sembra avere certi luoghi di elezione p. es. la parte superiore dell'addome e le membra. Il carattere dell'eruzione varia, ma ciascuna varietà può contemporaneamente osser-varsi nel med esimo individuo. Dapprincipio essa si mostra sotto forma di macu lE" di colore biancastro o rosso pallido del diametro di circa ¼ di pollice In poche ore l'aspetto -muta. Le macchie di vantano rosse ed eritematose: parecchie 'Possono trasformarsi in papule, altre, specialmente quelle situate sulla superficie dorsale delle dita, hanno l'aspetto di -flittene da cui fluisce un liquido chiaro se rolte. La grandezza ,e il numero di tali macchie variano nei vari individui e nello stesso individuo nelle varie eruzioni. Alcune volle tutto il .corpo dal capo ai piedi è coperto da larghe, irregolari placche .eritematose; ordinariamente però le macchie sono piccole discrete. In un l::Ol caso il treno fenomenico è !oliato seguito -dalla presenza d'un'unica macchia isolata. Durante il 1° e il -2" giorno l'eruzione è accompagnata ordinariamente da grande malessere locale e forte prurito. Questo decresce dal 3° al !>° giorno ma nel frattP.mpo può avvenire una nuova espul·sione accompagnata dai desc.-itti sintomi. Le papule scompaiono in 2 o 3 settimane. II genio epidernico della malatlia ,è notevole: esso si propaga a distanza anche di uno o due miglia, e quando scoppia io una casa è molto difficile che tutti gli inquilini non ne siano affetti in un paio di giorni . Quanto al trattamento il dolt. Ramsay Smith dice di aver :avuto buoni effetti d11ll'uso della crema alla vinolia nello ·stadio iniziale quando cioè le macchie erano appena comparse e quando e r ano ancora di colorito biancastro. Sembra -eh.e questa crema diminuisce l'intenso prurito ed evita l'eru.zione di nuove macchie, il che par e dovuto all'azione del :grattarsi e del fregarsi: Negli stadi consecutivi, quando le m'lcchie hanno assunto l'aspetto eritematoso, giova moltis-

Rivista

simo una pomata al 25 ¾ d'ittiolo e lanolina. Il trattamentod'ogni eventuale compiicazione da parte degli organi interni è di molta importanza. Nei bambini è utile una purga di: ·calomelano. Larghe dosi di chinino al principi I d'ogni espulsione, come pure l'antipirina, si mostrano, ma non sempre,.. efficaci: più fiducia merita il calomelano. Ne~li adulti la malattia è spesso molto noiosa e alcune volte il trattamento è· lungo ed il miglioramento molto lento.

G. G.

La. falsa orchtt3; flemmone semplice e profondo delle,borse. - BRAULT. - (Journal de Médecine et de Chirurgie, Ottobre 1893).

Il ·dott. Brault ha descritto una forma d'infiammazione primitiva che ha per sede la tunica fibrosa eomuoe al cordoneed al testicolo.

Gli autori hanno segnalato l'idrocele acuto del cordone(Mollière), la funicolite flemmonosa (Duplay), il varicoceleinfiammato, la flebite funicolare (Bouisson); ma non hannofatto parola dell'infiammazione diffusa acuta del tessutocellulare sotto-fibroso.

Questo tessuto diventa edematoso nella contusione profondadelle borse, si gonfia e si indurisce più o meno ndle affezioni infiammatorie degli organi che esso riunisce cordone,. epididimo, testicolo e vaginale. È ciò che si vede facilmentenella blenorragia, in cui questo edema duro viene ad aggiungersi al gonfìamento intrinseco degli organi sottoposti.

Ma a fianco di questa infezione secondaria comune, vi haun flemmone primitivo che poggia sul tessuto cellulare profondo delle borse· nella sua totalità.

Questa affezioné rara può terminare per risoluzione, ma• il più soventi suppura; ralsa orchi - epididimo - funi colite, essa può imporre dal punto di vista diagnostico e lasciare indecisi tra un testicolo blenorragico e la tubercolosi genitaleacuta.

In un malato osservato da Brault, senza alcuna causa ap-

DELLE YALATTIE VE:"."EREE E DELLA PELLE

nte soprag..,iunse un violento accesso febbrile, accom- . pare , - "' . pa~nato da un vivo dolore nella borsa destra; fin dal ~10rno e «sivo "i s entiva un tumore edematoso profondo m corsucc -.. rispondenza dell'epididimo, le tuniche superficiali i-_est.ando erfettamente mobili sulle parli profonde; poscia, conlrnuando p · · l' l ·1 l'afft>zione la sua evoluzione, ta turoe,a21one risa 1 ungo 1 col'done fino nel tragitto inguinale sollo forma di un sanguinaccio del volume di due òita e si sentiva anche un po' d'ingor~amento nella fossa iliaca destra. Tuttavia non si notò alcun fenomeno addominale, ed essendosi prodotto un punto fluttuante nella parte mediana de_lla_ borsa d~stra,_una incisione diedt:l esi to ad alcuni grammi d1 pus. L affezione guarì rapidissimamente, essendosi s~olta in una dozzina di giorni. .

Dal punto di vista della diagnosi, è necessario soprattutto differenziarla dalla tubercolosi acuta e dalla blenorragia.

In queste affezioni !"inizio è egualmente brusco; ma indipendentemente dai comroemo:ativi _che s_on~ prezi~si e sui quali è inutile insi.,:tere, alcuni segm locali e l evoluz10ne della malattia ci serviranno di guida.

Nel testicolo tubercoloso o blenorragico si limitano meglio i diversi organi, testicolo, epididimo, cordone, e si nota c he se vi ha edema sopraggiunto accerituante la tumefazione liscia o le bozze l'infiammazione delle parti sottoposte forma il subst.ratum dell'affezione.

11 decorso è del tutto differente nella tubercolosi acuta, la s~ppurazione !';i fa di posto in posto, è più d isseminata e meno rapida, la guarigione non avviene e gli acsessi restano fistolos i. L'orchi-epididimite blenorragica non suppura quasi mai.

Lasciando da parte il flemmone diffuso che succede alle infiltrazioni di orina od ·alle iniezioni male eseguite, resta da eliminarsi il flemmone superficiale che risiede tra lo scroto ed il dartro. Questa infiammazione termina anche il più soventi con un ~scesso circonscritto, ma essa produce un edema più considerevoie e più superficiale.

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE E DELI.A PEI.LE

\VELANOER. - Sulla o~ra delle ulceri molli per mezso del calore. - (Sunto di Lasch di Breslau): - (C13ntralblatt fur Bakteriologie und Parasitenkunde. voi. XIV, N. 17, 1893).

Rivista Di Terapeutica

Boeck pel primo stabìli che il secreto dell'ulcera molle, se è riscaldalo, perde il suo potere d'inùcubilit.à. Aubert nel 1883, provò con esperimenti che, riscaldando il veleno dell'uicera molle alla temperatura di 42- 43 •c., esso perde la sua ,·irulenza. Welander, il quale in due casi aveva osservato che malattie intercorrenti a écompagnate da febbri alle favorivano moltissimo la guarigione dell'ulcera molle, ìstituì ricerche analitiche sulla cura delle ulceri molli col calore e ne ottenne ottimi risultati, poiché su 98 pazienti, curati nell'ospedale, che al loro ingresso non avBvano affezioni glandolari, nessuno di ~ssi sofferse la più picco!~ tumefazione glandolare.

Nella cura dei· bubboni l'applicazione del caldo ha particolarmente giovato nei casi di bubboni ulcerosi ; i margini ulcerosi, anche sotto la cute minata dal processo, ~i nettarono sempre in pochi giorni; all'incontro non fu maitpossibile d1 impedire la sup~urazione delle ::dandole. Il \Velander è di parere che una pa rte dei bubboni pr;mari, cioè prima della apertura, sia virulenta.

c. s.

HEtNZ E L1EBRECHT. - Solfato di caffeina al sodio, al litio , allo stronzio, nuovo diuretico . - (Be r liner klir.ische Woehenschrijt, N. 43 a, 1893).

La dose giornaliera di questo nuovo diuretico deve giungere a 4-6 grammi . Anche dosi più elevate sono dd tutto innocue. Il solfato di caffeina al sodio si scioglie soltanto lentamente nell'acqua fredda; nell'acqua calda più ·racil mente. La soluzione massima è di 5 p. iOO . I sali di litio e di stronzio al contrario si ·sciolgono molto di più. Tutti e tre i sali sono amarissimi. Nel miglior modo si prescrivono singole dosi di un grammo, in sostanza, in capsule di gelatina .

Giova questo rimedio nelle idropisie di varie specie, sia che dipendano da malattie del cuore, sia che derivino da· quelle del re ne. Può a nche essere utile nella polisorcia e nell'adlposi del cuor-e.

Il rimedio è preparato dalla fabbrica di prodotti chimici Lucius e Bruoing, già Meister, in Hochst sul Meno . Il prezzo è assai minore di quello della diu retina li processo morboso nei tisici febbricitanti non è spesso sostenuto dal solo bacillo tubercoloso, ma anche ad es da

PETR.USCHKY. - Sulla cura del tisici febbricitanti.(Centralblatt .fùr Bakte r iologie und Parasitenkuncle, XIII volume, N. 4, 1893).

Di Terapeutica 219

in,•asione· secondaria di altri microrganh,mi patogeni per lo più da streptococchi. Ciò é affermato da parecchi autor1 è recentemente dimostrato da ricerche batterioscopiche dell'escreato.

Anche l'auto re, seguend0 il processo di Kilasato, trovò nell't screato e all'autopsia in casi di morte anche nel tessuto polmonare, il più delle volte streptococchi; di rado bacilli dell'influenza, stafilococchi e diplococchi.

Per consi~lio di Koch, in molti tisici febbricitanti (febbre etica ) furono esperimentate le inalazioni di olii eterei e di canfora (olio di trementina, olio di menta, olio di pino, olio di eucalilto), gia da lungo tempo usati nella cu r a della bronchile putrida ed anche n e lla tisi .

Lo scopo dell'autore era di agi re su i germi morbosi, che complicavano il quadro clinico della lisi e quindi di rendere i pazienti possibiln)ente apire ltici, per incominciare la cura con la tuberc-olina.

D ì 34 paz ienti così cura ti, 7 terminar ono con la morte, 6 furono posti in uscila per loro desiderio, ancora febbricitanti . In 21 caso cadde la febbre e potette essere intrapreso il traltRmento curativo con la tubercolina, la quale dette buonissimi risult11ti.

S .

Dott. KAATZER . - Su 14 guarlglonl definitive di tlsl polmonare ln seguito a cura con tubercolina. - (Z eitsch r ift fur Hggiene und Infection skrankheiten, fas-:icolo 1° , volume X l V, t 893).

);..,'autore, dal dice m br e 1890 al febbraio 1893, ha gurato H malati di tisi polmonare Di essi sono morti H, usciti guariti 16, migliorali 9,' non m iglior ati 4, rimasti in cura 1. P e r ò i guariti definHivamente furo n o 14, di cui l'autor e r i(tlrisce le storie cliniche

La med ia per cento dei g ua r iti definitivamente é di 34,6 ; quella dei migliorati, 21 ,4, dei morti 34,6 per cento e q uell a <lei non m)gliorati 4,3 per cento.

Dei 41 pazienti, 28 erano maschi e 13 femmine; dei guariti 10 maschi e 4 femmine. La malattia ebbe sede 7 volte nel polmone destro e 7 volte nel sinistro. Dei malati 7 erano tubercolosi ereditarii. PP-r le stagioni é da notare che 7 guarigioni avvennero in inverno e primavera, le altre 7 in estate e:1 autunno. Il paziente più giovane aveva 12 anni, il più yecchio 40 anni, 12 pazienti furono posti in U$Cita privi dì bacilli; gli altri 2 ne divennero immuni, dopoché in casa per qualche tempo avevano continuato la curA con iniezioni, Furono consideriiti precariamente guariti quei malati in cui i bacilli tubercolosi erano scomparsi e ne rimasero privi durevolmente I pazienti guariti rito r narono al lavoro, a coi tiltendono da parecchi me!'i e da anni in completo stato di sa lute e benessere .

La cura della tubercolina fu coacliu vala da tutti gli altri mezzi terapeutici aòa~ti e spe<.'ialme11le •:!al c re osotome<scolato ad estratto di caffè, Dieci grammi della mistura proposta dall'autore contengono 0,2 grammi di cr eosoto e 0,1: gr . di estratto di caffè ea ogni malato ne prese gio r nalmente 60- 80- 100 grammi .

Conclusioni. - 1. La tubercolina é un rimedio innocuo ed efficace, pu r ché sia bene scelt0 il mala to e sieno ben r egnlate le dosi e il modo di a mministrazione.

2. L'azione curativa della tube r colina si é dimostrata gra nde e durevole.

3. I risultati ottenuti invilano a fare più largo uso del rimedio. ·

4. As sociando alla cu r a della tube r col ina quella di altri metodi di tratt'3mento fino ad oggi cono!:'ciuti, la guarigione della tubercolosi polmonare diverrà, più rÀpida, più sicura e più piacevole di quello che sia stata finora .

:'>. La cura in istabilimenli e in luoghi posti in mezzo a boschi, al massimo r iparati e pr ivi di polver e, sotto oC' ulata vi~ilanza m edica, acquista mAgg iore certozza.

6 . L'uso contemporaneo e continualo del creosoto, nel wig lior modo amministralo in union e all'estratto di caffé, è un potente ausilia r io della cura . c . s .

2.20 RIVISTA

Rioerohe sperlment•li battarlologl ohe sulla a zione d ella. tuberoolina. - A. Ku:1N. ·- (Centralb. Ju r die medie. Wissensch., N. 35, 1893).

I risultati dell e numerose ricerche micros~opiche e degli sperimenti eseguili sulla tubercolina dal Klein nell'ic:litulo di istologia patologica e batteriologia del prof. Weichselbaum di Vienna sono riassunti nelle seguenti conclusioni.

1.. Dagli o r gani infiammali dei tubercolosi morti dopo il trattamento con le iniezioni di tubercolina si può dimostrare io grandissima quantità un cocco flogogeno disposto a catena che presenta i ca ralteri dello streptococco piogeno e in parte anche del diplococco pneumonico e talora anche quello dello streptococco a ureo.

2. È possibile nei co nigli non tubercolosi con iniezioni di tubercolina in piccole dosi di provocare un aumento delresistente processo infiammalorio o la riaccensione di un processo quasi spento.

3. Essendo piccola la virulenza dell'eccitante flogistico e il processo infiammatorio completamente passato, una tale azione per le piccole dosi di tube r colina non è più manifes:a.

4. Coltivando lo streplococco piogene su terreni nutritivi a cui sia aggiunta la tubercolina io piccola propo r zione non si ossei:va alcuna manifesta differenza nelle condizioni di sviluppo in confronto agli ordina r i lerr<!ni nutritivi.

5. Con la coltivazione dello streptococco piogen o sul te rreno nutritivo « tubercolinizzalo • la virulenza di quello sembra aumentare dopo sei fino a dieci generazioni.

6. La azione della tube r colina non è specifica, ma consiste nella provocazione o nell'aumenlo del poLere infiammatorio o suppu r ativo dei cocchi pioi;?eni, o del diplococco della pneumonite, tanto nei tubercolosi quanto anche nei non tubercolosi.

7. La teoria della azione della tubercolina fondata su ques to concetto trova la sua conferma nelle oss ervaz ioni cliniche, anatomo- patologiche, istologiche e sperimentali sparse nella letteratura sugli individui tubercolo,,i e 0011 tubercolosi.

DI TERAPEUTJCA 2?1

s. La reazione locale che si desta per la azione della tubercolin a è la causa della reazione generale.

~- Altre proteine batteriche mostrano azione a naloga a quella della proteina. Anche la malleina non dovrebbe esercitare a lcuna a zione sp ecifica, ma una anal oga a qu ella della tubercolina sugli individui non specificamente maiali, ma arfeLti da infiammazione o suppurazione.

S ulla t erapia d-ella diatesi urica. - MANDELSOHN. (Centralb. fii 1· die medie. Wissensch., N. 35, 18.13)

La terapia della diatesi urica ha due scopi: primo di eliminare per via della urina in !:'lAto solubile tutto l'acido urico prodotto; secondo di ridiscio~liere i già fo r ma lisi depositi: quest'ulliroo è, secondo il M.. quasi impossibile arl ottenersi con la medicina interna. Laddove quanto al primo punto le speranze non sono tanto sfavorevoli. Abbiamo delle soslauze che aumentano le proprietà solventi della urina e impediscono un ulteriore deposito di acido urico. Ollre l'uso delle acque minerali, il M. raccomanda un nuovo prc,dolto preparalo dallo Stroschein de nominalo • urocedina » che in sostanza consta di citrato e solfalo di soda, di cloruro di sodio e citrato <li Jitioa È una sostanza bianca granulosa facilmente solubile nell'acqua che può essere presa per lungo tempo senza olcun pericolo. Dosi eccessive, anche di 20 g.r. per giorno, tranne una leg:iiera diarrea. non cagionano alcun disturbo. La digestione dello stomaco è poco o nulla allerat-:1, poiché solo in parte si forma acido cloridr ico. Mentre la soluzione acquosa della urocidina tA reazione acida, ed essa non scioglie nè altera l'aciclo uri~o, passando attraver~o il corpo, quando il medicam~nlo è preso in dose sufficiente, comuni ca alla urina reazione alcalina e la facoltà di sciogliere quanlilà mollo maizgiore che innanzi d'acido urico. La prova di questo fu dimostrala col noto metodo del Pfeiffer. Un altro vantaggio dì questa sost!loza si è che essa è scevra di sali di calce, onde è escluso il pericolo della secon<.laria formazione di calcoli, Il M. vantò la urocidina anche pe rc hè agisce sulla diure;,i aumentandola.

Dc Terapeutica 223

81>lfato cli caffeina come dluretloo. - HEINZ e LJF.BRECHT - (Deutsch med. Wochenschr. e Correspondenz B latt. fiir Schwei:; ..4erzte, N. 24).

È stato dimostrato dallo Schroeder che la diuresi prodotta dalla caffeina deve essere riguardata come renale. che é quanto dire come effetto della azione diretta della caffeina sugli epiteli renali. Ma la caffeina possiede ancora una manifesta azione costrittrice dei vasi e, in molti casi dopo la son,minislrazione della caffeina la quantità del sangue che attraversa nella unità di tempo i reni è duninuita, di modo ~he l'azione diuretica non può rendersi palese. Per ottenere una, più che fosse possibile, attiva diuresi, v. Scroeder paralizzò i vaso -costrittori mediante ìl cloralio idrato; dopo di che ne seguì una copiosa separazione d'orina. Guidati da questo principio ,teoretico, Heinz e Liebrecht cercarono ottenere un preparato di caffeina, il quale essendo privo dell'azione sui' vasi, dovesse soltanto effettuare la diuresi. Dopo di versi inutili tentativi vennero nel pensiero di provare il solfato di caffeina. È noto che potenti veleni nervosi perdono la loro virulenza quàndo sono accoppiati con l'acido solforico; e difatti il solfalo di caffeina si dimostrò assai scevro dell'azione nervosa della caffeina sui cenll'i vasomotori. Con dosi molto elevate non fu possibile aumentare la pressione sanguigna, mentre l'azione stimolante sugli ~piteli ren1::1li fu posta in chiaro in tutta la sua efficacia. Su due prove fatte su sè stessi, dopo la ingestione di 4 gr. di solfato µi caffeina presi in 4 dosi, la quantità della orina separata aumentò del doppio . Non ue segui alcun spiaéevole effdto secondario. Questa sostanza ha sapore mcllo amaro, si scioglie a freddo solo lentamente, più rapidamente a caldo

Il miglior modo di ·somministrarlo è in polvere, alla dose di 1 grammo per volta, da quattro a sei nella giornata.

STABEL. - Sull'azione antibatterica sull'azione farmacologica della cllafterina. - (Centralblatt fi.ir Bakteriologie und Parasitenkunde, volume XIV, N. 21, 1893).

Il relatore trovò che l'oxycbinaseptol o la diafterina pos· sieJe una grande azione battericida e supera di molto quella del Jy,,ol e dell'acido fenico. Di fatto percM col lysol possa 0ttenel'si lo stesso effetto occorre di esso una dose 40 volti\ maggiore ne!lo staphylocoeeus pyogenes aureus, dieci volte ma~giore nel bacillus pyocyaneus, sessanta volte maggiore nel col~ra dei polli e cinquanta volte maggiore nel tifo. Le spore di cal'bonchio divengono sterili, immerse per tre giorni in una soluzione di d iafterina al ,15 p. 100.

Secondo il relatore l'oxychinasepto l 1per la sua innocuita relativamente elevata è molto adatto per lavande di cavita, nelJe quali finora era da temersi avvelenamento anche facendo uso delle soluzioni <li acido borico, che hanno debole azione antisettica. Inoltre è da preferirsi in soluzione ali' 1 2 per cento ad altri disinfettanti, quando deve applicarsi una medicatura antisettica umida !Jer lungo tempo, poichè la diafterina, anche con l'uso continm1to, non manifesta azione tossica, nè giammai produce eczema. C s.

L. KA TZ. - Sull'impiego di una soluzione di acido cromico al 3 p. 100 contro la suppurazione cronica dell'orecchio mecllo. - (Centralblatt fùr die medicinischen W issenscha.ften, N. 39, 1893).

Il relatore usa la soluzione di acido cromico al 3 p. 100 per quei casi di suppurazione cronica dell'orecchio medio, in cui la perforazione è alquanto grossa, e la mucosa doll'orecchio medio fortemente tumefatta o disposta a cercine con tendenza alla granulazione. Il rimedio, nettato l'orecchio, vi deve esse re, 3- 4 volle alla settimana, instillato nella quantità di 6- 8 gocce e spinto nell'orecchio medio in grazia della compressione sul trago e lasciato là per 2 minuti. Da ultimo irrigazione dell'orecchio con acqua e chiusura con ovatta . C. S.

Applicazione esterna dell'aoldo sallolllco nel reumatism o artloolare acuto . - REVILLtoo. - (Correspondenz Blat t fùr Schweizer Aearzte, N. 20, 1893).

Nella clinica del Revilliod a Ginevra dal febbraio 188ì è in uso il seguente tratlamento pel reumatismo articol are acuto e nelle localizzazioni mus~olari del reumatismo (lombaggine, torcicollo, ecc.). Delle compresse si imbevono di una soluzione di 20 grammi di aciclo salicilico, 100 di alcol e assoluto e 200 di olio di ricino, si applicano sulle parti malate del corpo, si cuoprono con un impermeabile e si fissano con una fascia di flanella. Si ripete l'appli~zione mattina e sera . Spesso si usa con vantaggio una semplice so1uzione oleosa (ac. f<alic. 20 gr., olio di ricino 200). L'aggiun ta di circa 5 ¼ di cloroformio facilita l'assorbimento del med icamento dalle, pelle. Già dopo venti minuti racido salicil ico è dimostrabile nell'orina , color violetto per l'aggiunta del percloruro di ferro liq.J. L'effetto deve essere rapido e durevole non solo nel reumatismo articolare e muscolare a,:uto, ma anche nello artralgie infettive (blenorragica, scarlattioosa), nelle nevralgie (sciatica), come pure nelle localizzazioni viscerali della poliartrite (per icardite, pleurite). Il dotto r Rue l di Ginevra già assistente alla clinica del R evilliod introdus~e nel 1887 questo metodo e ne reclama la priorità contro il prof. Bourget di Losanna che da due anni usa lo stesso metodo col miglior risultato.

Il Bour,get in un suo esteso lavoro sull'assorbimento dell'acido salicilico per la pelle e trattamento del reumalismo articolare acuto conferma in g r an parte le conclusioni d el Ruel con queste sue:

1° L'assorbimento dell'a cido salicilico per la pelle si fa rapidamente e molto intensamente. La pelle dei giovani ha molto maggio r e potere assorbente di quella dei vecchi; la pelle dei biondi sem bra più permeabile di quella di colo ro che hanno capelli neri e pelle bruna.

2" La rapidità e la intensità dell'.assorbimento cutaneo dipe nde anche dal ve icolo che è adoper ato per la soluzione dell'acido salicilico. S olo i grassi renè.0110 possibile la pene-

DI TERAPEUTICA zt;'>

trazione attraverso la pelle, laddove con la vaselina O la glicerina l'assorbimento non avviene o per lo meno é molto lento.

3° La cura del reumatismo articolare acuto con un unguenlo di acido s alicilicc e trementina è molto da raccomandarsi (1:1cido salicilico lanolina, trementina ana gr. 10, sugna di maiale 100), si deve stendere abbondantemente senza strofinare sull'articolazione e cuopri r e questa con flanella.

4° Nelle altre forme di reumati~mo questa pomata è meno attiva, ma associata al massaggio può aiutare la guarigione.

5• Le forme blenorragiche non ne risenlono alcun effetto. FORMULARIO.

Contro il reumatismo articolare aeuto. - (Ga:uetta medica lombarda, N. '}'> del 1893) gr. 4 • 4 » 30 Da applicarsi due volte al pile da reumatismo aculo. giorno sulle articolazioni col-

Pr. Salolo .. Etere . . Collodion.

M. e s. uso eslerno.

Canero dello stomaeo - (Corriere sanitario, N. 23 del 1893).

Pr. Decollo di corteccia di condu rango gr. 180

Resorcina medicinale . . . » 2

Tintura vinosa di rabarbaro » 5

Sciroppo di corteccia di arancio a maro . .

M. e s. un cucchiaio ogni due ore.

» 20

RIVISTA 01 TERAPEUTlCA

Contro il singhio:uo.

Pr. Cloridrato cli pilocarpina gr. 0,10

Acqua distillata . . . . . » 10

M e s. da prenderne iO goccie, tre o quattro volte al giorno

RIVISTA DI TOSSICOLOGIA E M~DIClNA LEGALE

Pustole oaio'ose del faringe

Pr. Antipirina . . . . gr. 3

Cloridrato di cocaina . » 0,30

Glicerina fenicata al 2 ¼. » 300

M. e s. Ogni due ore si pennellano le pustole sviluppate nel faringe e a ll'ingresso del laringe.

Contro l'ozena.

Pr. IoJol cristallizzato pacti uguali g,. 10

Acifo tannico .

Acido borico. . .

M. e polverizza finamente .

S. Se ne fiuti cruanto una presa di tabacco, quattro o cinque volte al giorno.

Contro la dispeps i a.

Pr. Sottonitrato di bismuto

Solfalo di magnesia

Creta preparala

Fosfato di calce li dottor Perrin, medico militare, ha segna 1ato un fatto di -simulazione mollo curioso ed assai interessante a conoscere. :Si tratta di un soldato affetto da un male di gola con false membrane ricoprenti le tonsille, il velo del palato, la faccia interna delle guancie ed una parte delle gengive .

Ana gr. 10.

Mesci e dividi in 40 cartine delle quali se ne prenderà 1 avanti ogni pasto nelle dispepsie accomragnate da acidita e flatulenza.

Angina cotennosa provocata. - PERRI:'.'1. - (Journal de Médecine et de Chirurgie, Ottobre 189?).

All'ospedale, ove il malato fu inviato, fu confermata la dia.gnosi c!i difte rite, ed infatti, in quel momento, non poteva .esserne fatta allra. Alcuni giorni più tardi un secondo malato, della stessa camera del primo, si presentò con un'an.gina dello stesso carattere. Ma questo individuo rivelò ad ,un vicino indiscreto l'origine della sua affezione e dì quella -0el suo camerata; si trattava di accidenti provocati dalla cantaride. Egli diede la ricetta del processo cbe già, sei mesi ;Prima, gli aveva servito per ottenere un congedo di convalescenza. Egli disse di aver preso sul suo dito bagnato una piccolissima quantità di polvere di c~ntaridi, d'averla deposta ,sulla punta della sua lingua e d'aver bevuto dell'acqua immediatamente dopo. Nei suoi compagni, egli aveva proceduto per insufflaziont". Il fenomeno· in essi dc,minante fu la -disfagia, ma è degno <li nota che nessuno d'essi avverti ac·~identi da parte degli organi genito-urinari, probabilmente a ragione della minima quantità di cantaride assorbita.

Gli effetti determinati da questa sostanza sulle membrane -muccose come sulla pelle sono conosciuti da tuttL Trousseau ~egnala la completa analogia dell'infiammazione pellicolare

RlVJSTA DI TOSSICOLOGJA E YEDIC!NA LEGALE cantaridea con la difterite. BretonnPau, esponendo i risultati delle sue esper-ii>nze sugli animali, dà alcuni segni differe n. ziali di queste affezioni. La llemmasia cantari<lea, limitata. alle superficie che hanno provato razione del principio flogistico del vescicante, non tarda a cil'coscriversi ed a spegn~rsi, mentre che è nella natura dell'infiammazione difterica di estendersi è di perseverare.

Malgrado q,ieste i:1dicazioni, l'errore è mollo fa cile soprattutto quando si presentii in una città di la difterite s i osserva frequentemente.

RIVl~TA DI TE CN ICA E SERVIllO MEDICO MILITARK

Svolgimento sommarlo dei temi per l '. esame verbale sull' amministrazione e sul servizio sanitario - la guer.ra prescritti dal § 8 delle norme dl massima. per gll esami di avanzamento del oaplta.nl medtol per i signori A. BALOJNl capitano contabile e M. CuSANI tenentè medico.

(Continuazione). IX

NORME GENERALI SULL'AMM11'ISTRAZIONE

SANITÀ E DEGLI OSPEOALl DA CAMPO - SERVIZIO DEL MATERIALE E DEI MEDI CINALI - FOKDl E CASSA - PROVVISTE -D EPOSITI DI l\fATERlALE SANITARIO.

2H. I.e se:i:ioni di sanità e gli ospedali da campo, sia per il personate, sia per H materiale, si amministrano da sè, come dista.ccainenti degli ospedali mil itari territoriali, da cui essi stabilimenti sono formati, e r..endono qu indi i loro Cùn ti

RIVISTA DI TECN'lCA E SERVIZIO ll EDICO

.MILITARE 229

<lirettamente al consiglio d'amministrazione permanente dell'ospedale mili~are ~t:sso da~ ~uale provengono (1) .•

Le sezioni d1 san1ta ammm1strano, oltr e al proprio per50081e, anche quelle della direzione, o dell'ufficio, di sanità della rispettiva d ivisione, o del corpo d'armata ('21. .

La sezione- treno d'ar ti g lieria, assegnata alla sezione da .fanteria o da montagna, si amministra da sè come un distaccamento autonomo . Il drappello del treno d'artiglieria addetto alla sezione di sanità da cavalleria, mentrè è in forza .alla sezion e - treno della divisione, é amministrato, come ag"re"ato daila sezione stessa di sanità (3) .

"' ,:, ' Gli ospedali da campo, e gli ospedaletti da montagna, es-sendo stabilimenti non solo di soccorso, ma anche di ricovero, osservano, per quanto rigu~rda il servizio dei m1:1lati, norme simili a quelle stabilite per gli ospedali succursali in tempo di pace: l'amminist1·azione però è affidata al solo di"ettore dell'ospedale, coadiuvato, per la tenuta dei conti, dall'ufficiale contabile (i).

Nel caso che lo stabilimento si -sdoppi, esso -continua, <JUanto all'amministraz ione, a funzionare come un distaccamento solo

245. Nelle ordinarie condi zior,i, gli ammalati o feriti passali .alla sezione di sanità per essere ricoverati in u n ospeda le , s on .,, muniti da i corpi di b igli etto d'ent ra ta, cùl nome dell'ospedale in bianco. Nel caso che gl'infermi si presentino alla sezione '1i sanità sprovvisti del biglietto di entrata, la sezione stessa ne avverte il corpo r ispettivo, perc hé questo possa fa,re la va·

(1) Giu$la il regolameuto d'amministrazione deH~ truppe in campagna (arti.colo 60}, i reparti di truppa destinati, secondo le formazioni di guerra, a rimanere costantemente separati dal proprio comando (ji corpo (reparti d 'artiglieria e genio, sezi-On ì cli sanità, di si,ssislenza, ecc.) sono considerati distaccamenti :autonomi

(:I} V. Regol. d'ammin. delle truppe in campagna., art. 84 e ! ~.

(3) I distaccamenti comandati <la un ufficiale si amministrano da sè, quelli -00mandati da gradua.ti di truppa sono invece aggregati al reparto, cui sono .addetti. V. Regol. d'ammin. citato, art. 59, 60, 61..

(4) V. Regolamento d'amministrazione delle truppe in campagna, art. ! 08.

E Servizio Medico Militare 23 1

riazi~~e ~i passa?gi~ alla sezione di san ità. Similmente per gl i uom1n1 ricoverati direttamente nell'ospedale da campo s en b 1· d. ' za, 1g 1etto I entrata, il bi glietto stesso è richiesto dall'ospe dale al cor po: q ualo ra per ò gli individui sprovvisti del biglietto d'entrata p rovenga no dalla sezione di sanità, la richiesta di tale biglietto non occorre, essendosi a c iò già provvislo dalla s tessa, sezione ùi sanità.

Dur~~te il combattimento, i feriti sono in viati alla sezion edi sa mtà colla sola tabellina dit1 gnostica, la quale, completata, oppu re modificat.a, o sostituita da altra , presso la sezio ne · di sanità, ser·ve per l' ulteriore invio air0spedal0:: da campo (1): Con la scorta dei bigl ietti d'entrata, o delle tabelline diagnostiche, la sezion e di sanità seg na le necessarie in dica:iooi su~ R eg~st ro mod. 4 (N. 910 del catalogo) (2), sul qu alee comp1lato I E lenco mod. 5 (N. 911 del <'atalogo) (:l).

Pe.r gli eff!.>lti contabili, gli uomini mandati a gli osped alida campo dalle sezicni di sanità s'intendono r ic overati negliospedali stessi dal giorno i n cui sono stati da queste raccol ti_ ~ualora perciò il giorno di effettiva entr ala nell'ospedal.e non sia quello stesso nel quale gli uomini furono r icevuti d alle sezioni di sanità, si s egna , nella colono)) Annotazione det Registro d egli ammalati mod 912, anche la dat-a d'ent rata alle sezioni per tenerne conto pel com puto delle nforna te dio ricovero sul rendiconto della retta.

Gl'individui che escono guariti dall'ospedale da campo,. tor11aoo al proprio cor po pr ovvi$ti di biglietto d'uscita (modulo 451); contem pora neamente gli o s pedali m edesim i av-

(!) I dati contenuti nella tabellim diagnostica sono riportati ·all'entrata dell'infermo in un ospedale, sui registri nosologici, e le tabelline s~no, unitamenteal rendiconto statistièo (mod. 7 della statislica sanitaria) mensilmen re oTVer& d l' ' ' Quan o ospedale !la campo cessa di fuuzioo a re, trasmesse al r ispettivo direttor~ di sanità d'armata, o di corpo d'armata, per es~er poi fatte pP.rvenireat M,nistero della g uerra per la statistica sanitaria (V. Regol. di serv. io guerra parte I!' , § i3). ' yertono i cor pi rispelli vi delruscita degri ndi vidui guariti. per gli uomini diretti ai quartieri ge ne rali o alle intende nze, e per gli uomini del treno borghe se, l'ospedole a v verte della loro uscila l'ufficio d'amministrazi one del quartiere gene rale , dal quale dipende il ri parto, cui gl'.nd ividu i sono av viati (1).

1! ) Registro dei ma lati (o feriti ) inviati agli ospedali 1lalla sezione di sanita.

_(3) Elenco dei maiali (o feriti) inviati dalla sezione di sanità all'ospedalt dr ... .

246. O, correndo agli ospedali da campo ogge(ti di corredo oer gli indi\'idu i che devono rientrare al proprio corpo, o ~sse r in viati a lle loro case, s e 11e fa il prel e vamento dal deposito centrale, o pare? di equipaggiamento più vicino, facen do ne richiesta a lla direzione di commissa riato d'armata.

Gli oggetti di arredamen to lasciali dai ricoverati, ch e siano poi mo rti, o mancanti, sono versati, per conto dei rispettivi corpi, nei parchi più vicini, rivol g,mdone parimente domanda alla direzione di co mmissarialo. Gli oggetti di vestiario però, che siano in cattivo stato, sono adope r ali nei ser vizi intern i dell'oi::pedale, oppure venduli . L e a r mi, e le altre robe d'ignota provenien za, sono conservale in luogo app1:11·tato, e, al più preslo, versate nei parchi d·arliglier ia più vicini, come oggetti rinvenuti (2).

Gli effetti d i vestiario dei conta g iosi sono bruciati.

:2 i7. I de na ri e gli oggetti di Yalore degl'individui che s ono fuori di s è , o che desiderano .deposita r li r iconoscendosi incapaci a custodirli, s ono, pres so le sezioni di sar, ité, consegnali all'ufficiale contabile che ne prende nota sul R.egist r o mod . .J.25 (3): all'ufficiale contabile sono allresì consegnati, per essere pari me n te segnati sul registr o mod . 425, i denari ed oggetti di valore t rovali sui morti o more nti (4).

Si milm ente, presso gl i o spedali da campo, i denari e gli oggetti di valore riti r ali dagli entranti, sono dagli ufficiali medi ci, che ricevono gli am m a lali, segnati sul biglietto d'en- t3) Registro del denaro e degli oggetti preziosi depositaU.

(I ) V. Rego l. d'ammin. delle truppe in campagna., art. 108. (! ) V. Regol. d'ammin. citato art. l 08.

(4) V. Regol. di serv. in guerra. parte ~ .§ 89, e Regol. d'ammin. delle truppe in campagna, art. 109.

Rivista 01 Tecnica

trata, e consegnati all'ufficiale contabile, il ')uale dopo averli notati sul menziona lo Registro mod. 425, li custodisce nell a cassa - forte. Sui danari depositati, i maiali, previa autorizzazione del d1relLore dell'ospedale, possono fare prelevamenti (I).

Per i malati e feriti che passano dalla sezione di. sanita atrospedale da campo, o che sono trasferti da un ospedale a un altro, specialmente se in sta.t,) talmente grave da non poter cu!;todire i propri oggetti e denari, questi saranno trasmessi allo stabilimento cui gli uomini sono diretti notandoli, nel primo caso, sull'Elenco dei malati o feriti in~iati dalla sezione di sanità all'ospedale da dampo (mod . ·911), e, nel secondo caso, sul .foglio di traslocazione da uno ad altro osp(dale (moti. 914) (2) .

Quanto ai defunti, i loro danari sono introitati nella ca;,sa dello stabilimento per essere accreditati al corpo cui rrJ'i ndividui apparteneàno; gli oggetti di valore saran~o in~ece al più presto spediti al deposito del corpo stesso. '

Agl'infermi r ico\•erati nell'ospedale da campo si lasciano, di massima, i loro indumenti, tranne la biaucheria a quelli però cui manchino in tutto o in parte i loro vesti ~ menti, si somministrano grindumenti più neces>'ari (:3).

Dopo ogni fatto d·arme, la sezione di sanit.a con la scorta dei ~ropri registri compila, per ciascun corpo, un elenco degh uomini inviati agli ospedali, trattenuti presso la sezione, o morti, e lo consegna al proprio capo- ufficio, o direttore di sanita, che lo rimette al comandante della divisione pe; essere comunicato ai corpi, o reparti di truppa mobilitali (4).

(t) V. Regol. di ser\'. in guerra, parte !", § t O!, e Regol. d'ammin. delle truppe in campagna, art. t08.

(i ) V. Regol. di serv in guerra, parte ,?e, § tot, e Regol. d'ammin. citato, art. iOS e f.09.

(3) V. Regol. del serv. in guerra, parte i-, § tot.

{4) \''. Regol. d 'amrnin. delle truppe in campagna, art. t09. Per Ja compila1.1one d1 tale elenco servono di scorta: f.0 rl rapporto giornaliero de<>Ji ammal~ti rico~osciuti da una mezzanotte a quella successiva (mod 909)~ 1fJ il registro dei malati (o feriti) inviati agli ospedali dalla sezione di sanità (mod. 010)

Servi.io del materiale e dei medicinali.

2i9. Le sezioni di sanita, all'atto ·della loro formazione. rice,·ono, sul sito di adunala, dagli ospedali militari che le costituiscono, il materiale d'equipaggiamento per il personale sanitario , e il materiale l~cnico-sani\ario, e dai reggimenti d"a rtiglieria da campagna de!;lignati il materiale d'equipaggiamento per il personale <l'artiglieria (treno), e il materiale pel trasporto dei malati e feriti. Per le sezioni di sanita da mont11gna, i reggimenti d"artiglieria forniscono inollre tutto il materiale (compreso quella tecnico per il fun:lionamento dei ri parti da montagna di esse sezioni) (1) .

({) La ripartizione del materiale d'equipaggiam,•nto vuolsi intendPrla nel senso che gli oggetti son assegnati al riparto e non ai drappelli di sanità. e del treno, che lo formano, e però tutti gli oggetti (pro,•enienti o col personale di sanità, o con quello rlel treno) devorio servire cumulativamente a tutti gli uomini componenti il riparto, formato con militari delle due specialità. A questa .:ondiziooe è informato il principio, che, mentre il materiale fornii-O dagli ospedali t,rritoriali é identico tanto per le sezioni di sanita da fan· teria, quanto per quelle da montagna, Il materiale fornito dai reggimenti di artiglieria é diver,o secondo che traltisi dell'uno, o dell'altro tipo di snione. 1nrattl per le sezioni da montagna !?li oggetti d'equipaggiamento, e quindi anche quelU per il :senizio ammioistralivo (iut~ci da car~, borie da danaro, ctU$tlle da camelleria, ecc.) provenienti col distaccamento d'artiglieria (trtno) sono in maggior copia che quélli pro,•enienli col distaccamento sanitario, non perclu) dal <!istaccamento d'artiglieria (treno) debbano cos1itUirsi più unità amministrative (mentre non se ne forma che una sola, come nelle sezioni di sanità di fanteria, quella cioè diretta dall'ufficiale del treno, la quale rimane alla sede della sezione), ma per provvedere alle due speciali unità amministrative, rappresentate dai due riparti da montagna, e dirette da urt\ciali medici; i quali perciò, degli oggetti assegnati a ciascun reparto, fanno portar e l'astuccio da cart.: e la borsa da danaro oal sergente o caporale maggiore di sanit."I del riparto st.esso, e conservano nella cassetta da cancelleria le carte per il ruozionamento tecnico e amministrativo del serVizio sanitario. li drappello d'artiglieria (trtino) del riparlo da montagna è comandato, ma non amministrato, dal caporale d'artiglieria, ed è aggregato, ceme nelle srzioni da t a11alleria. al riparto stesso

.234- RIVISTA DI TEC~ICA

Gli ospedali da campo (da 200 o da 100 lelli), ricevono parimente sul sito di adunata il materiale di 2• <'ateg-oria (medicinali, strumenti chirurgici, apparecchi e accessori) e gli oggelti d'equipaggiamento degli ospedali militari territoriali, che li costituiscono; e il materia le di 1• categoria (masserizie, oggetti di medicazione) dal deposito centralé della propria armala:

Gli ospeJaletli da montagna (da 50 letti) hanno già sul posto la dotazione completa per il loro funzionamento.

A ritirare dal deposito sanitario centrale la do tazione di 1• categoria per ospedali da campo è destinato un ufficiale medico , il quale, all'atto della consegna, rilascia apposita ricevuta' per conto dell'ospedale militare, dal quale l'ospedale da campo dipende. A sua volt.A poi l'ospedale militare territoriale, a cui il d ~posito centrale appartiene, consegnati i materiali, trasmette la richiesta di scarico all'ospedale militare territoriale, per conto del quale-la somministrazione dei materiali è avvenuta.

250. Gli oggetti di servizio sanitario e i medicinali, che successivamente abbisognino per il rifo r nimento delle dotazioni, sono, dalle sezioni di sanità e dagli o!:'-pedal i da campo, prelevati dal deposito avvanzato sanitario, e, per gli ospedali da campo scaglionati più all'indietro, anche dal deposito centrale d'armata.

Le richieste, corredate d'uno specchio dimostrativo degli oggetti che si v ogliono prelevare, sono indirizzate, pel lrarnite dei capi- ufficio, e direttori di sanità al direttore di sanità d'Brrnata, il quale ne riferisce all'intendente d'ar mata, perchè ne sia autorizzata la distribuzion e col mezzo del dipendente deposito avvanzato o ce ntrale, e trasmette poscia lo specchio, muuito della necessaria autorizzazione, al depqsito designato per la somministrazione, indkandc•, nel tempo stesso, agli O!:'-pedali da campo o alle sezioni di sanità, lo stabilimento dal quale i materiali saranno forniti. Gli oggetti richiesti sono ritirati a cura delle amminist:azioni interessale, per mezzo di ufficiali, o sottufficiali all'uopo de-

E SkRVJY.10 MEDICO MILITARE 235

legati, i quali, all'atto della conse~na, rilasciano apposita ricevuta (1).

Per le riparazioni ai vari oigetti, e per il bucato della bia:i.cheria si provvederà nel modo, che il direttore d'ospedale da campo, o il comandante la sezione stimerà più Op· portuno.

251. I medicinali, recipienti, e attrezzi -di farmacia sono tenuti in consegna dal farmacista: gli altri materiali dall'ufficiale d'am mini;;trazione.

Il carico _ del material e di servizio sanitario e dei medicinali è rappresentato dagli specchi di caricamento delle varie dolazioni sanitarie. Per rendere c.onto dei successivi movimenti, ogni consegna tario (ufficiale d'amministrazione, e farmacista) tiene un r egis tro, in cui segna, nella parte entrata ciò che si preleva dai depositi di materiale sanitario. o altrimenti; e nella parte usc:ita i materiali eventualmente ceduti ad altri riparti sanitari, e quelli dici1iarati fuori uso, o perduti per forza maggiore, o da addebitarsi ad altri. Per dimostrare il consumo 01·dinario dei medicinali, bastano le inscrizioni fatte s_ul registro delle ordinazioni. Similmente si può lralasciare di tener conto degli oggettì di medicatura e delle altre cose di consumo, impiegate pel servizio dello stabilimento.

Le ricette per medicinali abbisognevoli ad ufficiali non ricoverati in ospedali, sempre che si tratti di sostanze in c~rico, sono spedite gratuitamente.

(I) Pel rifornimento del materiale sanitario abbisognevole ai corpi si seguono norme identiche, presentando,~ richiesta al capo-ufllcio di sanità di divisione, che la fa pervenire per via gerarchica al direttore di sanità d'armata. Quando però i corpi fossero troppo distanti dagli stabilimenti di rifornimento, la prov,·ista di medicinali può esser fatta direttamente snl posto, ricorrendo alle farmacie private dei luoghi in cui i corpi "i trovano (V. Regol. d'ammin. delle truppe in campagna, art. 21, e Regol. di serv. in guerra, parte 28, §% 52-54-57-65).

Fondi e cassa.

252. I distaccamenti destinati alle sezioni di sanita e agli cspedali da campo, nel recarsi ai siti di radunata, sono prov• vis li, al pari di tutti i distaccamenti auto nomi (1), oltrechè della pr~scritta dotazione di materiale, anche dei fondi in denaro occorrente pei bisogni di 15 giorni.

Ai successivi rifornimenti di fondi si provvede dalla ca$S8 militare instituita presso ciascuna direzione di commissariato d'armata e di corpo_d'amiata (2). · it} V. Regol. d'ammin. delle truppe in campagoa, art. 6i.

Le richieste di fondi devono comprendere, olLre agli assegni del personale di sanità, anche le somme occorrenti per la gestione interna dello stabilimento. Gli assegni poi, cui provvede la H',zio:ie di sanità riguardano non solo il person ale della sezione stessa, ma anche_quello della direzione, _ o dell'ufficio di sanita, da cui la sezione dipende; e, per le seziof!i di sanità da caoa lleria, anche del treno d'artiglieria (:l) .

Sulle richieste di fondi, come sugli altri documenti amministrativi (giornale di cassa, quaderno di buoni per prelevamenti, registro del materiale in fondo, fogli di viaggio, ecc.) . sono apposte sempre le seguenti indicazioni: sezione di sanità delta dioisione di . .. (ospedale militare territoriale di ), oppure ospedale da campo della armata (ospedale militare territoriale di ... ). .

Per la . custodia del denaro, ed anche degli oggetti di valore, ogni ospedale da campo è provvisto di una cassa for:te a due chiavi, conservate l'una dal direttore, l'altra dall"ufficiale d'amministrazione. Le sezioni di sanità sono invece dotate di cassetta-da denaro, e ai riparti da montagna delle sezioni di sanità sono assegnate borse da denaro.

(t) V. Regol. di servizio in guerra, parte :i•, %i99.

(3) V. Regol. d'.am!Jlin. delle truppe in campagna. art. !09.

E SERVIZIO MEDICO MILITARE' :?37

Pro oois te

253. La provvista dei mezzi di ristoro da somministrarsi ai feriti, pres so le sezioni di sanità, pei quali mezzi di ristor.o non si possa sopperire colla propria dotazione, è fatta volta per volla che occorrP., sotto il titolo minute spese, direttam·ente sulla piazza. Similmente si provvede dagli ospedali da campo, anche per le derrate speciali, quando non vi si possa sopperire con quelle in dotazione, o c<•n quelle provenienti da doni fatti all'esercito, mentre per le derrate alimentari, comprese nell'ordinaria razione del soldato, si ricorre ai magazzini-sussi!:'tenze.

Per effettuare le provviste sul mercato, l'ufficiale d'amministrazione rilascia all'incaricato della spesa una nota delle derrate da acquistare: l'imp(lrto di queste sarà registrato giornalmente sul giornale di cassa, tenendovi la correlativa nota quietanzata daH'incaricato della spesa.

Depositi di materiale sanitario.

254. I depositi di materiale sanitario sono instituiti per far fronte ai bisogni di materiali tanto presso g li stabilimenti sanitari di camp11gna, quanto presso i corpi di truppa. 11 loro modo di funzionare non differisce da quello di altri depositi, come di vettovagliamento, di vestiario ed equipaggiamento, di veterinaria, d'artiglieria, del ~enio.

Si distinguono due gruppi principali di depositi di mater ia le sanitario, cioè: a) depositi di campagna, che sono stabilimenti di 2• Iinea, i quali provvedono direttamente o indir ettamente al rifornimento degli stabilimenti sanitari, e sono assegnati alle armale, sotto ta immediata dipendenza del direttore di sanità d'armata . b) depositi di riserva, che fan parte degli stabilimenti sanitari di riserva, e sono instituiti, di fuori dal teatro delle operazioni, nell'interno del paese, a cura del Ministero ddla

Jll\"ISTA DI TECNICA

guerra, sollo la dipendenza delle ri!'peltive direzioni territoriali òi sanilà: essi sono destinaLi a rifornire di materiale sanitario i depositi di campa1?na.

I depositi di campaf?na si distinguono poi, a loro volta, i11 due principali scaglioni, cioè: · deposito accan~ato di mat~riale sanita r io, che fa parte degli !'labili menti sanitari avvanzati; deposito centrale di materiale sanitario, che fa parte <lei deposito cenlrale sanitario.

Ogni armala ha uo deposito avvanzato, ed uno centrale , di materiale sanitario.

2:',5. I rlepositi a coan..ati (1) provvedono direttamente al rifornimento degli ospedali da campo, e somministrano la dotazione di complemento· per ospedale d a campo dioiso agli osped11li da campo da 200 letti, che debbano sdoppiarsi: hanno inoltr e una certa quantità di materiale sanitario per r ifornire le sezioni di samtà e i ,~orpi (2) . Essi poi si rifor-

(t) V. Regol. di servmo In guerra, parte 2•, §§ 34-tU, e Rego:. d'ammin. per le truppe in campagna, art. 21.

{!) Il materiale d'un deposito aHaozato comprende: dotazioni di compll'm<>oto per ospe,1ale da campo diviso, e materiale di rirornlmento por gli stabilimenti sanitari, rappresen tato da una dotazione completa per carro di sanità: un determinato numero di ta~he, 1aini, ro(lpie-borsP, coppie-corani di sanità completi: ~lrumenti ·chirurgici, oggetti di medicazione, medicini.li, apparecchi, oggetti ,·ari, ecc Tutto siffatto materiale è trasportato, al seguilo delle nrmate, su 42 carri a ruote forniti dal tren o borghese.

Questo materiale di rifornimento, meno la dotazione completa per carro di sanitil, è disposto quantilàtivamente in modo Ila potersi sutldividere in una metà e in due quarti, in guisa che qualora un grosso 1·iparto (infPriore però dlla forza d'un'armata) debba spostarsi, può esservi assegnata una quantita di materiale di rifornimento per gli stabilimenti corrispondente à una meta, o a un quarto di IJUPl!a costituente la dotazione di un deposito avvanzato.

Per provvedere poi ad un rifornimento piu sollecito di materiale sanitario bisognevole ai corpi e alle sezioni di sanità, mentre si aspetta di riccn•re i materiali richiesti al deposito avvanzato, sara ass&,:nata ai cori,i e alle sezioni di sanità una riserva dei materiali più urgenti, e dei quali è più fa,:ile e proni.O il consumo. Questa riserva sarà rappresentata da oggetti di medicatura. apparecchi e medicinali, contenuti io ceste, o panieri, di vimini, delle quali ceste sara assegnat.a una a c iascun reggimento di linea e bersaglieri, e un certo numero alle sezioni di sanità da fanteria.

.E S1!RVIZ10 MEDICO lIILITARE 239

. cono o facenciosi spedire il materiale dal deposito cenn1s ffl · t , le O usufruendo delle risorse locali, o facendolo a u1 re 18 ' d · d" da"'li st.a.bilimenti di tappa, posti alla dipendenza e1 coman 1 di 0 tappa (1). Devono poi, al pari di tutti gli stabilimenti avvanzati, essere essenzialmente mobili, e tenersi alla massima vicinanza possibile delle truppe (2).

2o6. I depositi cent r ali sono instituiti ordinariamente presso 18 tappa di base. Essi, nel primo periodo della mobilitazion e (ossia durante la costituzione dei vari servizi), somministrano sui siti di radunata i materiali di 1• categoria per gli ospedali da ra mpo da formare (3). Nello svolgersi quindi dt'lle operazioni <li ~uerra, i dPposili centrali riforniscono di materiale sanitario i depositi avvanzttti e gli stabilimenti sanitari di 2a linea posti nelle vicinanzè della lor o sede, ed essi poi si rifo rniscono con spPdizioni falle, dall'interno, dagli stabilimenti sanitari di riserva, ed 11nche con l'usufrui r e delle risorse locali (1).

257. Quando la posizione relativa del deposito centrale e di quello avvanzato diventa tale da rendere difficile il rifornimento diretto da quello a questo, s'instituisce un deposito intermedio fra i due, alla diretta dipendenza dell'intendenza d'armata, il quale ne slabilisce la dotazione (5). Al r irornimento di questo deposito intermedio provvede il deposito centrale.

258. Pef' la gestione dei materiali, che hanno in consegna, i òeposili centrali funzionano come distaccament: dell'amministrazione, da cui vennero formati, per conto della quale amministrazione s'intendono fatte le introduzioni e le distribuzioni di materiali, che avvengono nel deposito centrale dopo la costituzione di esso. Similmente si comportano i de-

{I) V. Regol. di servizio in guerra, parte t•, S 1!.

(2) V. Rcgol. ùi serv. in guerra, parte 2", § 3'!.

(3) V. Istruzione per la mobilitazione, tomo lii, §§ 63t-633.

(4) V. Regol. di sen•. io guerra, parte~. S Ul.

(5) V. Regol. di serv. in guerra, parte ~. §

Rivista Di Tecnica E Servizio Medico Militare

.

positi avvanzali di fronte alle amministrazioni dalle quali essi furono formali. Tanto il deposito centrale quanto quello avvanzato hanno perciò dei registri, sia per i mate-rial i in consegna, sia per le somministrazioni fatte a i vari stabilimenti (1).

( Continua).

RIVISTA D'IGIENE

VmcHow. - Sulla preteaa origine del tifo dalle aoqu e d 'lrrlgazlone. - (Centralblatt fu r Bakteriologie und Parasitenkunde, voi. XIII, N. H -15, 18!)3)

Nell'autunno 1891 giunse da Pankow la novella che 7 persone, le quali erano state costrette a bere acqua_ di fognatur a si erano ammalate di tifo. Anche in una casa d1 Malchow si e;ano manifestate parecchie malrtttie di tifo. Xegli ultimi casi si osservarono molli inquinamenti nel pozzo df della casa, ove, per guasti avvenuti, erano penetr ati gli scoli.delle strade del ·villaggio. I bacilli del tifo non furono trovati, tuttavia dopo riparati i guasti cessò la malattia. . . . Relativamente ai primi soprammenzi onati malati risulto che essi ver osimilmenLe non si ammalarono per causa dell'acqua di fognatura, poichè da un lato il tempo trasco~s~ fra il aiorno della malattia e quella dell'acqua bevuta osc11lo fra po~hi giorni e parecchie settimane, e dall'altro lato in qu~ I tempo u n'estesa epidemia di tifo infieriva da Panko~v a Ru: dersdorf, e precisamente con la massima violenza. nei luoghi più lontani da.i campi d'ir rigazione.

Regol. d 'ammin. per le truppe in campagna, art. t06 e IOi.

RIVIS TA o'rGtE~E 241

La città di Berlino possiede atLua.lmente un ottimo servizio sanitario, poichè sotto la direzione suprema di Vir(·how in ogni campo d'irrigazione é addetto un medico, il quale ha l'obbligo di denunciare ogni malattia infettiva. Virchow conchiuùe che i campi d'irrigazione non presentano al cuna specie di pericolo d'infezione nè pel colera, né pel tifo. Xon v ·é adunque alcuna ragione di timore, anzi è da ritenere che l' azione della filtrazione dell acqua diminuisca il pericolo.

c. s.

RuETE ed ENoc. - Sulle colture pure di vaccino e sulla t ox lna vaoclnlca. -(Centralblattjur Bakteriologie und Parasitenk unde , voi. XI V. K. 11, 1893).

Secondo il processo di Voigt, Garrè, Sigl ed altri. ottennero gli autori dal contenutQ di una pustola vaccinica di vitella culture pure di cocchi disposti a due, a quattro o in cumuli. Le culture si svilupparono nell'agar, nel brodo e nell'uovo, ma non nella gelatina. e nel siero sanguigno di- uomo, di vitello e di porco.

I cocchi avevano forte movimento molecolare, si coloravano coi colori di anilina, ali' incontro non era applicabile ad essi il metodo di Gram e morivano alìa temperatura di 60' C.

Le cavie, che furono inoculate con tali cullure, si ammalar ono assai poco, com·e dopo l' inoculazione con vaccino di vitello; dopo alcuni giorni dal s a ngue di essi animali fu possibile riottEmere colture pure.

Lo ~tesso risullato si ottenne col sangue di diversi altri anima li (porco, e vitello) e dell'uo mo dopo l'inoculazione cou colture di cocchi. ·1aoculale una seri e di vitelle con tali colture tra«portando da a nimale ad anima.le la linfa, é possibile ottener e un buon vaccino.

Da colture in brodo poi ottennero f?li autori una toxina, la vaccinina, che sembra possa elevare l'azione ùelle colture di cocchi.

I ssAEFF. -Contribuzione allo stuello dell'immunità aoq111 . alta contro ll pneumoooooo . - ( A nna/es de l' Inslit11t Pasteur, fascicolo 3°, 1893).

L"autore ha eseguilo le sue ricerche sotto la direzione di Metchnikoff ed ha ottenuto i risultati, riassunti nelle seguenti conclusioni generali: i. li pneumococco coltivato nel siero di conigli vaccicinati non perde la r, r oprietà di produrre toxine.

1. Le toxine del pneumococco di T alamon - Fraenkel provocano una reazione più energica nei coni~li vaccin ali contro questo microbio, ch e nei conigli testimoni corrispondenti.

2. Il siero di sangue di conigli vaccinati cont ro il pneumococco, sebbene abbia proprieta tera peutiche, non possiede alcun potere antitossico.

3. Il siero di conigli vaccinati non ha la proprieta di attenuare la virulenza del pneumococco.

5. Il pneumococco inoculato ad un conigli1> v a ccinato con!:'-erva le sue proprietà patogene circa 18 ore, e la s ua vitalità circa o re dopo I' inoc·ulazione.

6. Nell'immunità acquisita contro il p11eumoc1cco, la fagocitosi spiega un'azione importantissima.

D'IGIE~E 243

Il se'.11plice miscuglio con polvere asciutta faceva cadere i i::-~rm1 del colera dopo ~oc~e ore sul suolo, ed anche più pre,,to se una corrente a, ar1a era direlta attraverso il pul,,isc?~o. S~ la polvere mescolata con una collura di colera fu d1uusa m un grande ambiente non fu p ib"l · . • oss I e aspirare -da essa germi capaci di sviluppo.

All'autore non è riuscito mai uu trasport d. · · . . o t germi v1v1 -01 colera da uu ambiente pieno di polvere m - 1 la e::,CO a a CO· Jera. S olamente se dopo ave re impr eo-oa•o I 1 ·11· d. l 1· 0 • a po vere con baci 1 1 co e ra 1 faceva cader e immediata t · . . men e m adatto mezzo nutr1hvo, poteva ottenere un num d 1 • • . . . ero e tuUo rnsi- gnifìcante d1 bacilli vi,·i.

Dunqut', i bacilli del colera diffusi nell'alm -f . . ' O::, era, posti m movimento con le parlicell" di polvere c · d · . . . a u1 a erncono e sprnti m tempo determinato a considerevo1· d. t. . . 1 1s anze non sono 10 grado d1 mantenersi in vita.

TEISSIER. - Stadio sperimentale o"-• t · UlllCO e era.peu1loo 8111 tetano. - (Reoue d'Hggiène et de Police Sanitaire, N. 9, 1893.

'\V1LLTAM. - lUoerche sulla dlffuslone dei baollll del colera mediante le correnti dl aria . - (Zeitschr(ft fùr Hygiene und Infec[ionskr.inkeiten, volume XV, fascicolo I , 1893).

È noto che il germe del colera disseccato ·ha poca resi5lenza. Perciò, sebbene la scuola d1 Monaco ed Hueppe sieno di opposto avviso, la diffusione del vifrione per mezzo dell'aria atmosferica ha poco fondamento.

Le numerose esperienze dell'autore hanno dimostr ato che anche posti i germi del colera nelle migliori condizioni per essere diffusi dall'aria, non è possibile giunger~ a realizzare le condizioni pratiche per ottenere un'infezione.

l i lavoro di Teissier l'Ul tetano comprende t tt· . d . , u 1 1 ocumenti .appar:::1 su questa importante questione ma no· . . l , 1 non ct occuperemo c 1e della par te p r ofilattica.

La disinfezione asso!uta dei locali abitati da animali colpiti <ial tetano, quella deg!t ogg.-:tli che avra nno servito al loro uso, è assolutamente necessaria. Si eviterà an J d. ·t · · c ie I curar eri e 10 locali provvisori contamina ti e !'I. co . 1· à . . . . , ns1g 1er aal 1 opera, I quali, -per la loro professione possono ess "'. co t tt l . . ere m a a o con e pelh d1 animali morti di tetano d. t scura 1 · . , 1 non rare e escor1az1c,ni, le ferite comuni che pot bb -sentare le loro mani. r e ero pre-

Sa1·à p ure u rgente, dato il contagio nell'uomo a•· l completa t .1 , 1so are men e i melato colpito di tetano d" d .. ,. . leU I , 1 1s10,ettare Ii . o e. a camera ch e avra occupato, d'evita r e di t rasporta r e 1 germi del LeLano o m ed· . per mezzo delle mani, o per mezzo d ella icetura o degh strumenti chirurgici.

La nozione dell'origine tellurica del telano 'indica dovrà procedere il più presto possibile al neltamenlo co pleto ed alla disinfezione di ogoi ferita insudiciata di ter · e, s.

D'IGIENE 245

LucAS _ CHAMPIONNIÈRE. - Sul va.lors a ntis ettico de esse nze . - (Reoue d'Hygièn.e e t de Police Sanil a i ~. 9, ·1893),

_ Siccome l'hanno provato dopo lungo tempo Chamberlan Cadéac e Meunier certe essenze hanno un potere antiset · ucruale a quello del sublimato; inoltre hanno la propr ietà a:ire a distanza per i loro va pol' i, ma hanno esse il "' diletto di essere irritanlissime per la pelle, quando s'imp" gano allo stalo puro. Cbampionnière ha te?tato di rimedi a questo inconveniente facendone differenti mescolan ze . sciolte nel rétinol cessano d-i -essere irritanti, ma si altera rapidamente, ciò che dipende dallo stato di i~purità d' essenze. È anche necessario di purificarle. Purificando 1 senza di cannella si ottiene un prodotto chiamato cin na Championnière ba impiegato delle soluzioni 11.1'1 % e dé pomate composte di una mescolanza di rétinol al ci~na e di cera· l a mescolanz a più perfetta sarebbe quella d1na disciolto ~el rétinol al cinnamol. Le ferite asettiche gue cono in modo re"'olare e formano delle bellissime c icatr' ~elle ferite primit~vamente sospette non s i sco pre più il nimo odore .

Essa esiste, per quanto se ne sia potuto dire, è esistita in tutti i tempi, e basterebbe, per ricostituire i punti principali relativi alla tisi, di rimonlare alle intestazioni dei capitoli consacrati da Ippocrate all'alimentazione, a ll'aria, a i luoghi, ecc. Partendo di là Nicaise, tratta successivamente lo studio dell'aJicnentazione dei tisici (sov r alimentazione polveri di carne ' peptoni ecc). della loro aereazione (vie in piena aria, dormire con le finestre aperte, riparate solo da una semplice stuoia) del loro esercizio (riposo prolungato sulla sedia l unga fin; .alla cicatrizzazione de lle lesioni, indi esercizio progressivo), - della loro abitazione (stazioni climatiche, altitud ine ecc .) In seguito l'A . insiste sulla necessità di assicura r e ;ai tisici la buona funzione della pelle (lozioni, frizion i ; pratiche rudimentarie d'idrote r apia) .

La parte principale della comunicazione di Nicaise è dedi-cata allo studio dei sanatoria per i tisici e dei vantaggi che si è in diritto di attender e da queste istituzioni, a condizione, bene inteso, di trovarvi lutta la perfezione delle minutezze <li costruzione, ed organ izzazione raz ionalmente necessarie.

Nit: AISE. - Tra.tt~ento igienico dell& tisi - ( R eou e d' giène et de police Sanitaire, N . 9, 1893).

La tisi dichiara soprattulto Nicaise, non è affalto una latlia inc~ra bile : fra i mezzi pijl potenti ai quali s i può ri rere per comba tlerla, specialmente in principio, son o da po_ in pr ima linea quelli che riguardano l'igiene te rapeuti

È d~ lamentare il vedere con quanta pena si giunga in Francia a creare questi stabilimenti di cui Br emer h a da lungo tempo dato il modello in Silesia e che dopo si sono moltiplicati in Germa nia ed in Svizzera dove bas ta di citare quelli di Fo lkenstein, Davoy ecc . Un sanalorium è infine pros• -simo ad elevarsi in Tur aine con tutto il conforto e tutti "'li ,., Mcessori desiderabili; Nic a ise fornisce sulla costruzione del sanalorium numerosi ragguagl i di grandissimo inte r e s s e e conclude esp rimendo il desiderio che simili istituzioni si molt iplichino in Francia a b r eve distanza di tempo.

c. s.

RA UER. - B.ioerohe sulla virulenz a dell'aria espirata. _ (Zeitschrift fiir Hygiene und I njections krankheiten Volume 15° Fase. 1·, 1893.

Il rel~tore, con le sue ricerche negli animali, è giunto alla conclusrone che nell'a r ia espir ata non si trova alcun veleno <>rganico e che tutli i sintomi morbosi, che si manifestano

RIVISTA D'IGIENE

negli uomini e negli animali in ambienti mal ventilati, son~ dovuti all'azi<:>ne di dosi alte di acido carbonico. Anche in locali non bene ventilati, pieni di escrementi che,: danno luogo ad abbondante sviluppo di gas, animali ed uomini rimangono per lungo teinpo sani e tutt'al più negli uomini sensibili si destano nausee. Quando in luoghi chiusi pel grande accumulo di nomini sani in questi insorgono malessere e fa,.; nomeni morbosi, le cause sono da atlribuirsi all'accumolo del calore e all'impedita dispersione di esso, oppure a sostanze fetide producenti nausea.

È notevole che ,wmini, o malati, o sensibilissimi sono, molestati in modo specifico da sostanze gassose esisten1i, nell'aria, però queste sostanze finora sfugirono alle ricerch scientifiche e l'uomo malato ne é il solo reagente sensibile (malati di asma o di alt ri morbi polmonari).

Congressi

È noto che l'VIII Cong r esso inte r nazionale d'igiene e di demografia avrà luogo nel prossimo seltembre a Budapest. Nella sua ultima seduta, il comitato esecutivo di questa assemblea scientifica ha s1abilite le seguenti dispo sizioni rela• tivaroente al p r og r amma dei laoo r i del congresso:

« Il 1° settembre avrà luogo una soirée di ricevimento~ il giorno seguente, 2 settembre, apertura dell'assemblea; il 3, 4, 5, 7 e 8 settembre, seduts delle sezioni; il 9 sellembre., chiusura del congresso .

<< Il 6 settembre è stato riservato per gite nei di ntorni di Budapest.

« Il prog r amma scientifico, contenente l'indicazione dettagliata dei quesiti, é già pubblicato Oggi il succesw del congresso può considerarsi assicurato, visto che dietro l'invio del dello pr ogramma un numero considerevolissimo dei piil

CO~GRESS[ 247

ernin enti specialisti est'eri hanno annunziata la loro p{lrtecipazione al la riunione.

« Si sta anche preparando con attività un 'e sposizione _ d'igiene, la quale sarà annessa al congresso. Essa si differenzie rà da tutte I~ altre simili esposizioni aperte finora in questo, che non sarà una mostra industriale, ma presenterà un insieme di oggetti inerenti alla illustrazione e allo studio dei ques iti segnati sul progràmma scientifico e che saranno ]'oggetto dei lavori dell'assemblea.

« Tra le discussioni più importanti e interes!';anti, quella relativa a lla difterite occuperà tutta la seduta del 4 settembre. È noto che si é in seguito a una determinazione presa al congresso di Londra, che il congresso di Budapest si occupa di un argomento e.osi importante . Il comitato esecutivo J"ha fallo preparare sulle basi più ampie e veramente internazionali. In ogni paese una commissione speciale se ne sarà occupata a fondo e avrà redatte delle conclusioni le quali costituiranno le basi delle deliberazioni di una se~ duta comune delle sezioni di batteriologia, di profilassi e d'igiene infantile-.

« La commissione italiana è presi eduta dal prof. Pagliani, direttore della sanità pubblica.

<< La gita, che avra luogo dopo il congresso, a Costantinopoli riusnirà tanto più importante, in quanto che vi sarà la fermata a Belgrado, le cui autorità ne hanno o-ià fatto invito al comitato esecutivo ». e,

Adesioni alla XIV Sezione dell'XI Congresso medico internazionale rioevnte a tutto il 24 febbra.io.

Alvaro Giuseppe, maggio r e medico, Caserta. - Abbamondi Luigi, medico capo di 2• classe nella regia marina Spezia. - Bar occhini Enrico, tenente colonnello medico' Bari. - Bernucci Giovanni, capitano medico, Milano. Battaglia Mario, medico di 2a cla sse id., Napoli.Bressanin Rodolf0, medico di 1a classe id., Venezia .Boeri Ermanno, id., id., S pezia . - Bocca Paolo direttore di sanità mili tare marittimo, Sp~zia. - Barle~la Sai-

Congressi

vatore, capitano medico, Trapani . - Buonanni Saverio, medico di 1' cìasse nella regia marina, Spezia. - Colella Giovanni, medico capo di 2• classe ·nella regia marina, Napoli.

- Calcagno Beniamino, medico capo di -2• classe id., Spezia.~ Cocola Vincenzo, capitano medico, Alessandria. - Coletli Francesco, capo di 2' classe nella regia marina, SpeziaCanegallo Lorenzo, tenente medico, Casale Monferrato. _

Cherubini Edoardo, capitano medico, Spoleto. - Chiaiso Alfonso, tenente colonnello medico, Ancona. - Cipriano Lui<"ì capitano medico, Livorno. - Calabrese Francesco, meJi~; capo di 2• classe nella regia marina, Spezia. - Cervigni Giovanni, capitano medico, Roma. - Casu Nicolò, tenente colonn~llo mE>dico, Novara. - Ca'bicchia Francesco, capitano medico, Bologna. - Cermelli Corrado, capitano medico, Alessandria. - Citanna Nicola, capitano medico, Alessandria. - Cormagi Giuseppe, id., Palermo. -:- Chini G-aetano, tenente medico, Verona. - De Amicis Michele, medico di 1• classe nella regia marina, Napoli. - Dattilo Edoardo medico 2• classe id., Spezia. - D'Angelantonio Ettore, cap\tano medico, Ascoli Piceno. - De Prati Giacomo, maggiore medico, Genova. - Delle Piane Luigi, capitano medico, Ba ri. De Furia Ettore, maggiore medi..:o, Napoli. - Del Vecch io Ruggiero, capitano medico, Roma. - Ettari Roberto, medico di 2• classe Della regia marina, Spezia. - Ehrenfreund Erasmo, id. id., Spezia. - Fiorani Filippo, direttore di sanila. dalla regia marina, Napoli. - Furnò Giacomo, tenente medico, Palermo. - Ferrero di Cavallerleone Luigi,· maggiore medico, Torino. - Fulloni Adeodato, capitano medico, Ancona. - Fiorini Fiorenzo, tenente medico, Novara. - Fanchiotti Eugenio, id.,, Milano. - Gloria Francesco, colonnello medico, Roma. - Grieco Giuseppe, capitano meòico Roma. - Giorgio Cesare, capitano medico, Caserta . - Giannini Alfonso, tenente medico, Novara. - Giordano Giulio, tenente colonnello medico, Milano. - Iorio Luigi, capitano medico, Bologna. - Inzitari Giuseppe, capitano medico, Campagna. - Leonardi Ben e detto, id., Faenza . - Lombardo Mi~hele, maggiore medico, Palermo. - Mendini Giuseppe, capitano medico, Roma. - Ma'adorno Antonio,

Congressi 249

dico di 2' classe nella regia marina, Spezia. - Morino· me . Domenic0, maggiore medico, Genova. - Montano Antonio, edico di 1• classe nella regia marina, Spezia. - Margaria :iovanni, capitano medico, .Vicenza. - Montanari Luig'., colonnello medico, Ancona. - Mennella Arcangelo, capitano medico, Lucca. - Marchisio Ludovico, medico di 1• classe nella regia marina, Spezia. - Marzocchi Fabio, tenente medico, Rieti. - Morpurgo Giacomo maggiore medico, Verona.

_ Natoli Francesco, capitano medico, Palermo. - Petella Giovanni, medico di 1" classe regia ma~ina, Roma. - Perfetti

Francesco, capitano medico, Cosenza . ..:... Pucci Paolo, tenente medico, Livor110. - Pretti Carlo, tenente colonnello medico, Verona. - Randooe Giovanni, maggiore medico, Ravenna.

_ Rizzi Paolo, medico di 2• classe nella regia marina, Taranto. - Ragnini R omolo, capitano medico, Vercelli.

_ Spinelli Giuseppe capitano medico, Barletta. - Saggini Francesco, colonnello medico, Bologna. - Sappa Domenico, tenente colonnello medico, Torino. - Santini F elice, medico capo di t• classe nella regia marina, Venezia. - Sortino Salvatore, capitano medico, Cefalù. - Sequi Emanuele, id., Cagliari. - Scarano Luigi, tenente medico, Napoli. - Silvest~i Francesco, capitano madico, Verona. - Tortora G1ovan01, tenente medico, Maddalena. - Testa Pasqua le, capitano medico, Campobasso.:..._ Viglietta Gioacchino, medico di 1' classe nella regia marina, Portovenere. - Vooa Celestino, capitano id., Avellino. - Zibetti Giuseppe, tenente id., Milano .

Xl Congresso medico tnterna.ztona.le. - Sebbene non sia nell'indole del nostro giornale di uscir fuor i -:lai campo scientifico, crediamo nondimeno di dover fare una eccezione per una delle più o-randi illust1·azioni delle scienze mediche in . ' Italia, offrendo ai nostri lettori una breve biografia dell' illustre Presidente dell'XI Congresso medico internazionale,

•GUIDO BACCELLI

La mente robusta, vasta alla scienza, e caldo il cuore all'arte, Guido Baccelli è oggi in Italia il tipo più schietto di

CO~GRESSI

scenziato e di artista. La volonta pazienle nelle speculazioni scientifiche ha in lui compagna la intuizione del filosofo; la g,mialltà delriogegno s'accoppia ad una gentile inclinazione al bello. Vivono così grandi nella stessa persona il medico insigne e il fine letterato. Grandeggia il primo sempre e dovunque sia una verità scientifica da palesare; "\"ince con giov iale conquista il secondo sempre ove l'arte affidi al sermone le sue ali d"oro.

Vero figlio di questa Roma che corre indislrulla dietro le rovine dei secoli, Guido Baccelli è a' nostri tempi l'araldo instancabile della romana grandezza. E, novo esempio rn epoca fiacca e scettica, è la voce sua ascoltata e plaudita da caldi entusiasmi di amor patrio, sempre.

A Berlino, nella inaugurazione del X Con gresso medico internazionale, egli romano, agli s~ienziati del mondo portò il saluto in nome d'Italia nell'idioma della Roma antica. E fu quel saluto, nella sua latinità classica. cosi solenne, che Roma fosse el e tta sede d'una nuova festa scientifica.

:\fa non la scienza e l'arte soltanto sono a lui amiche, facili e care: egli vive della sua Roma e d'Italia, e, cittadino esemplare, sa spendere per esse. con ardore g iovanile, tutta la forza del suo intelletto, e la ricchezza dell'anima.

Da famiglia fiorentina, specchio di virtù domestiche e cittadine, che, caduta la gloriosa repubblica, si trasferi a Roma, nacque Guido Baccelli il 25 novembre dell'anno 1832.

Figlio d'insigne chirurgo, e;;;-li amò di seguire le mediche discipline, ed è ancora vivo oell' Ateneo romano il ricordo delle vittorie che la prontezza del suo ingegoo gli ebbe conquistate nei laboriosi studii.

Giovane di 2i anni, vinceva per virtù di concorso il posto di professore di medicina politico-legale nell'Università di R()roa. Tenne però quell'insegnamento per soli due anni, affrettanoosi a restituirlo appena si fu accorto che, ritenendolo, avrebbe favorito mire politiche del governo pontificio ' avverse al Titolare che da quella cattedra s'era dovuto allontanare per malferma salute.

Tornò allora ai suoi prediletti studii dell'anatomia e specialmente a quello dell'anatomia patologica e della clinica

Congressi 251

d" e trovò in essi le fonti dei suoi primi importanti roe o~~a ,fra i quali gode il miglior posto quello ~ulla lopoIav fì ' del cuore che apri addirittura un nuovo orizzonte alla gra 1a , . "'emiotica di questo viscere. .

- Il valente maestro guadagnò tanto pregio _alla cattedra, che fu per lui dichiarato ufficiale in Roma l' rnsegnamento dell'anatomia pt1 lologica. . .

Ingegno sovranamente ìndaga~ivo, eg~i e~trò su~1lo ne~ · oscuri della clinica, e ne riportò v1ttor1oso gh splen campi · · "' parte <lidi risultali d'invest.1gaz1one che fanM oggi 1D oran rooore della scuola i1aliana. , oBreve il tempo alla originale produtt1v1ta dt=!ll moe~no, ..,gi Baccelli parlu, e ogni suo disco rso é un volume ricco ~i scenza agli studiosi. Ma questa scienza parlala non_ è eh~ un'opera di cesello, di doratura, per la qual~ s'adorna ~1 nuovi fregi il classico monumento di opere s~r1Lte, sopra il quale si eleva grande da anni la figura d1 lui. . . .

Basta solo ricordare che a 28 anni aveva già pubbhcato 1 quattro magistrali volumi sulla patologia del. cuore e ~el~ l'aorta· dei quali, fra gli altri tanti, sono degm ed amm_1rall compa,goi, i lavori che videro la ~uc~ più tard'.: sull'Empte~~ da pleo rite genuina, sulle Ju n;ion~ d~ll a_ rr:itza, su_~~ ~e n icios ità , su lla subconlinua, le lezioni chmche ed 1,::,1e01che sulla malaria, sulle trasmissioni delle oibra:.ioni sonore attracerso · i liquidi endopleurici di dioe,.sa natura, sulla cura del teta no colle inie:zioni di acido fenico, sulla cura ~e_lle oo h . t Pa

· t· d'echinoco cco colle iniezioni di sublimato, sulle in1e- c1s 1 li · · zioni endoi,enose di chinino nella malaria g r ave, su e 1n1e- ·oni e ndocenose di sublimato nella sifilide, e via. t Nel 1863 il Baccelli chiamato alla cattedra di clinica m~dica, piegando l'ingegno aperto alle nuo:e ve~ute~ ad un fine criterio d i eccleli$mO sul paslèato ed antico, d1è vita a quella nuova scuola che correr dovea serena al plauso del quale oaoj la vediamo onorala.

Al I congresso medico inlernaziooale e e s1. enne a.ri"i ranno 1867 il Baccelli recò cosi alto contributo scientifico, da afferrr:are a quel convegno di Dotti non soltanto la

Congressi

sua larga fama di scienziato, ma anche da accrescere il lustro della giovine scuola medica italiana.

Dove però il giovane medico affermò luminosamente la valentia dello scienziato e dell'artista, si ·ru a Firenze nel 1869, in seno del congresso niedico internazionale di cui fu eletto primo Vice Presidente. Nelle vivaci discu;sioni c he sorsero in quella adunanza, fu cosi lucida d'idee e forte di dottrina l'eloquenza del Baccelli, che l'uditorio ne rimase , appieno conquistato, e l'illustre Bouillaud, presidente onorario, si levò ad abbracciare :1 vittorioso oratore dicendogli: Vous avez été aujourd'kui le Demostkène, le Cicéron de la science.

E quando Roma risorta accolse adunato entro le sue mura il primo congresso medico italiano, il Baccelli affrontò l'arduo tema sulla necessità di riformare gli studii superiori, e sostenne la sua tesi con tarito calore, che l'assemblea, acclamandolo, gli conferì l'incarico di redigere il disegno per tali riforme, che fu _ senza meno approvato.

La volontà pertinace e il carattere fermo dell'uomo fu!'ono anche superiori agli studii s~rii e severi, all'esercizio attivo ed operoso della sua professione, e chiamato nel 18i5 dagli unanimi suffragi dei suoi concittadini, egli accettò di portare in Parlamento la sua parola dotta e autorevole.

Qui egli trovò un nuovo e vasto orizzonte alla facile pieghevolezza ed attività del suo ingegno, in guisa che il m<:::-dico insigne e l'eleganle parlatore aggiungesse anche ai nuovi trionfi di studioso ed espe r to di cose politiche .

Nel 1881, dopo ave r per due volte ricusato l'invito, cedette ad accettare il portafoglio della P ubblica Istruzione.

Primo suo pensiero allora egli vplse alla educazione popolare e alla coltura nazionale, facendo proposte che la tirannia della politica pur troppo gli impedì di attuare.

Pieno l'animo della sua Roma, volle e compi che fosse reso alla isolata maesta antica il più grande tempio della Città pagana, il Pantheon, e ch'esso accogliesse l'urna cara e gelosa con le spoglie del primo Re d'Italia, il Padre della Patria. · ·

Rivider o per lui la luce preziosi ricordi nascosti soìto le rovine del Foro Romano: egli fu il -fortunato scop1·itore dell'atrio di Vesta e delle Vestali. Lottò per 20 anni peI' avere il Policlinico, inventato da lui, ed auspice lui, fu poc:ata la prima pietra del vasto e perfetto edificio, nel quale la ;cienza e le sofferenze troveranno, fra non molto, ampia. stanza e fortunato aiuto.

Oggi Guido Baccelli è di nuovo alla somma delle cose deali studii d'Italia, lì alla Minerva; c,ggi come ieri pieno d i fed tl alle sue due grandi idee: autonomia delle Università ita liane; scuole complementari con istruzione militare, ch'è come dire, ricondurre le Università di Italia alla classica, tradizionale indipendenza dei primi tempi; preparare alla patria menti e cuori di uomini e di soldati.

Arduo còmpilo invero al quale egli, principe nella medicina, pare chiamato, per forza .dei tempi, come ad es~rcitare il suo ministero anche in questa che è grave malattia dello indirizzo educati vo. Ed egli vincerà· in questa. prova, egli avvezzo alle vittorie della sua scienza, e aggiungerà a nuovo merito la sua grandezza.

Allora sarà bello, commovente di grat11 riconoscenza, il saluto che dalle scuole italiane arrivera a lui. Ma quanto più ricco d'omaggio non sarà quello che degnerà l'uomo qui in Roma, portatogli d'ogni parte del mondo civile, all'XI congresso medico internazionale, saluto che nel Pref\idente della solennità scientifica, onol'a la medicina italiana.

T. R.

Necrologia

Ai 27 dello scorso gennaio è morto in Chambèry, sua patria, il cav. Fra ncesco Jarrin, l'ultino dei chirurghi già in servizio alla costituzione del corpo sanitario militare sardo

Necrologia

n~I ~833. Era pensionato dal 1850 ed ebbe Ja rara fortuna d1 giungere alla rispettabile età di 85 anni senza quas· ·senr )" . • ' I rJ ire g I mcommod1 della vecchiaia. A me che nel 18,.i lo ebbi a chirurgo capo nell'ospedale di Geno;a che po· / · aliti dìrella di lui dipendenza nella campagna' dP.I 181~ ui che più tardi gli divenni amico, a me, ripeto, sia permes·s: s~argere un flore sulla di lui tomba, evocandone l'onor t ricordo. a 0 a Nella ca~pa~na del 18i8 diresse l'ambulanza del quartiere e,ener~~e prmc1pale e si meritò ls medaglia d'ar1,rento al valor militare (ordine generale, n. 2, dei 15 agosto).

. Kal? nel. set~em~re 1809 e laurealo chirurgo nell'Unive r~1là d1 To_rm~ 10 gmgno 1830, il cav. Jarrin ollenne subito 11 posto. d1 chirurgo. m 2• nella brigata Savoia. Sdoppiatasi questa 10 due reggimenti nel 1832 fu promosso cb · , 1rurgo ma~g10re di uno ~· ess,, a . 23 anni non ancora compiuti!

Nel J_8i2 fu nommato per merito d'esame al grado di chirurgo capo d'ospedale.

. In quella del 18i9 fu chirurgo principale ed alla battaglia d1 .Novara ottenne la menzione onorevole.

Nel gennaio 18i9 venne fregiato della croce d. 1· . . , cava 1ere maur!Zlano e nel Ju<>lio 186! essendo . . . f o , g,a a riposo u promosso ad ufficiale nello stesso ordine.

Dop~ _la promulg~zi~ne rlel regio decMto 30 ottobre 1850 con_ c~, il corpo ~amtar,o militare venne ricostituito su nuove basi, il ~av. Jarrm~ preferendo ritirarsi dal servizio, ottenne la pens10ne con L1tolo onorifico di I spettore nel e · 0 1· · ·1· ons10 10 superiore m1 ilare di sanita Rinunziò co~1· ad una . . . . · - carriera '? cui per. la sua età e pe,· l'incontestata sua capacita scientifico - pratica e direttiva avrebbe potuto rendersi mollo r1 allo Stato. u I e

Ritiratosi in patria vi si era procurala una . . pos1z1one onorevohss,ma. L'ac1:ademia l'istruzione pubbr d ·1 . . d'" · d. ' 1ca e I con'S,gho igiene , Chambéry lo vollero a collaboratore. 1·1 "' . or ffid. l'" . ' ,.,o, erno ., , o m~r1co d_i visitatore delle farmacie del circonda r io ed ,I battaglione de, pompieri lo ebbe per ~uo chir o· d . _ . ' urgo mag- e,IOre urante 3;, anm. Quest'ultimo servizio gli , I parte d I . , t ,. , a se per e mm1s ro del! interno di Francia un diploma d'onore.

~ECROLOGIA

Ma io mezzo a tali cariche non cessò mai dall'interessarsi alle ,·i-:ende t!el corpo sanitario nostro e spesso voleva esserne informato.

ora non è più, ma il di lui nome registralo in questo aiornale valga a mantenere fra noi la venerata memoria! 0 Torino, febbraio 189-i.

Dottore PEcco, gen. med.

TEODORO BILLBOTH.

Ad Abbazia, nell'Istria, è morto ai primi di questo mese uno dei piu illustri scienziati moderni, il principe della chirurgia austriaca, Teodoro Billrolh, la cui salute era purtroppo già in decadenza da qualche anno.

Bfllroth, nipote di un medico di S tellino, era nato a Bergen, nell'isola di Rugen, _sul mar Baltico il 26 aprile 1829.

Studiò medicina successivamente nelle univers1ta di Greifswald, Gottinga e Berlino, dal 1848 al 1853, e poi in quella di Vienna. Per molto tempo, dal 1853 al 1860 ru assistente alla clinica chirurgica di Berlino, diretta da Langenbeck. Nel 1860 fu chiamato a Zurigo come professore o rdinario dì clinica chirurgica. Fu a Zurigo che il suo nome cominciò a farsi larga strada nel mondo scientifico, sia come scienziato, 8ia come operatore eminente. Ma il maggior teatro della sua gloria fu l'universita di Vienna, dove egli fu chiamalo nel 1867, e dove rimase fino i:1lla sua morte. Nel 1870 Billrolb ottenne di esser destinato agli ospedali militari tedeschi, e diresse per alcuni mesi le ambulanze dell'eser cito del Reno, tra le qua li quelle di Weissemburg e di Mannheim. Da quell'epoca aatano le sue classiche lettere chirurgiche (Chi r urgi!!che Briefe aus den Kriegslaza r ethen in Weissenburg und Mannheim) che hanno portalo un cosi largo contributo ai progressi della chirurgia da campo.

Oltre al merito di essere un operatore sommo (fu uno dei primi ad introdurre e praticare il moderno sviluppo dell chirurg:a addominale) Billroth ebbe quello di educare intorno a se un'eletta di distfoti chirurghi. Si occupò anche molto di igiene spedaliera.

Tra le opere più importanti di Billroth basterà che citiamo il suo celebre t rattato di patologia e terapeutica chirurgica, del quale furono fatte 12 edizioni tedesche e traduzioni in francese, inglese, italiano, spagnuolo, ungherese, polacco, russo, serbo croato e giapponese. Ricorderemo ancora la mo numentale opera del trattato di chirurgia generale e speciale scritto in collaborazione col prof. Pitha, i suoi Historisch; und kritische Studìen uber den Transport der im Felde Ver wundeten und Kranken auf Eisenbahnen, la sua Chirurg ische Klinik, la sua collaborazione all'A rchio Jùr klinischen. Chi rurgie.

Vero uomo di genio, Billroth, oltre che per la scienza, fu appassionato per le arti e specialmente per la musica della quale era un intelligentissim0 cultore. Tutti coloro lo avvicinavano erano vivamente impressionati dalla bella figura di questo grande scienziato, dallo sguardo ener~ico, dalla erculea corporatura, ch e alla maestà del gemo accoppiava in modo unico la semplicità della vita, l'affabilità dei modi, rentusiasmo dell'artista.

Il Nuovo Ospedale Militare Di Roma

AL MONTE CELIO

Il Direttore

Dott. STEFANO REGIS colonnello medico ispettore.

11 Collaboratore per la R.• Marina

D.r TEODORlCO ROSATI

Jledùo di i" euuu

Il Redattore

D.• RIDOLFO LIVI Capitano medìeo.

NUTINI FEDERICO, Gerente.

Il nuovo ospedale militare sor~e sul )fonte Celio uno dei selle Colli di Roma, circondato da insigni monumenti della Roma antica e medioevale. Ha davanti a sè il Colosseo, la )leta Sudante, l'Arco di Costantino. e più lungi il Monte P alatino, il Foro Romano, il Campidoglio; a destra la basilica di S. Clemente; a sinistra la chiesa di S. Stefano Rotondo; dietro le basiliche di S. Giovanni in Laterano e di S. Croce in Gerusalemme.

lL NUOVO OSPEDALE MILITARE DI ROMA

L'area su cui è fondato l'ospedale è di metri q. 49,994.

I lavori di costruzione furono cominciati nell'anno 1885 ed ebbero il loro compimento nell'anQo 18911. Vi furono trasferiti i maiali dell'antico ospedale di S. Antonio il 20 giugno ,t89L

L'ospedale '>i compone di 27 corpi di fabbrica, tutti isolati e intercalati da giardini e strade. I fabbricati hanno in generale form :1parallelepipeda e sono diretti da N.N.0 a S.S.E con i lati più lunghi esposti, uno ad E.S.E e l'altro a O.N.O. Fanno eccezione quello destinato per le operazioni chirurgiche e quell o per la camera mortuaria, i quali sono a foggia di anfiteatro.

Otto fabbricàti sono destinati per ricovero degli a~malati di malattie co:nuni, tre per quelli di maiattie contagiose, uno per reparto di ufficiali ammalati e tutti gli altri · per i varì s~rvizi d'ospedale.

Quelli distinti coi numeri I, II , III, IV e V formano la facciata principale dell'ospedale, e , tranne il fabbricato I , si compongono di un sotterraneo, di un piano terreno, di un mezzanino e di un primo piano.

Il fabbricato I che costituisr,e il portico d'ingresso principale sulla via Celimontana ha tre porte: una per i carri e due per le persone isolate. Quatlro pilastri centrali sorreggono la soprastante terrazza. A sinistra di chi entra si va al fabbricato II assegnato agli uffici di direzione.

Al pianterreno di questo fabbricato sono due stanze pel medico di guardia, la camera di medicazione, Il! stanza di convegno per gli ufficiali superiori, la sala e la stanza d'a· spetto per le rassegne, la camera per gli epilettici in osservazione.

· Al mezzanino fu disposto il reparto per gli inscritti e i militari in osservazione.

NUOVO OSPEDALR MlLITARE DI ROMA

Al primo piano si trovano il gabinetto per le osservazioni oftalmoscopiche, quello per la uroscopia e analisi chimiche, il gabinetto di batterioscopia, la sala di convegno per gli ufficiali medici, la stanza d'ufficio del·direttore ed una di ricevimento, quella dell'aiutante maggiore in 1° e in 2° e l'ufficio di maggiorità.

Tornando alla porta d'ingresso, a destra di chi entra si passa al fabbricato III che senre per gli uffici d'amministrazione. Trovansì al piano terreno la camera di a~cettazione degli ammalati, due camere pel portinaio, i magazzini degli oggetti di corredo, la camera per la distribuzione del vestiario agli entranti, lo spogliatoio e una stanza da bagnò con due vasche in marmo per gli entranti.

Al mezzanino di questo fabbricato trovano posto l'ufficjale di magazzino e gli scrivani addetti al suo ufficio, il magazzino della biancheria di riserva, quello della biancheria di distribuzione, il quale per mezzo di una scala a chiocciola comunica col sottostante magazzino di distribuzione del vestiario agli entranti, ed una camera destinata alle cucitrici.

Nel sotterraneo del fabbricato II furono allogati l'archivio della direzione, il magazzino dei recipienti vuoti per uso. della fa:·macia, e vi fu costruita una piccola ghiacciaia pel consumo giornaliero.

Nei sotterranei del fabbricato III sta l'archivio degli uffici di amministrazione e il magazzino delle coperte di lana per gl' infermi. A sinistra del fabbricato II e intercalato da. un cortiletto incontrasi il fabbricato IV. Nel sotterraneo furono collocati i magazzini della farmacia e la stanza per la distribuzione dei medicinali agli esterni; al primo piano è la farmacia, il laboratorio farmaceutico, il laboratorio chimico, il deposito del materiale di medicazione antisettica. Al mezzanino è situato l'alloggio dell'aiutante maggiore in 4o,

AL MONTE C.ELIO

e del farmacista- ; al primo piano l'alloggio del direttore e dell'aiutante maggiore ·in 2•. Dalla parte opposta e simmetricamente disposto trovasi il fabbricato V pur esso separato dal fabbricato lii da un cortiletto eguale a quello che sta fra il fabbricalo II ed il IV.

Io questo fabbricato V i sotterranei furono suddivisi in vari scompartimenti per uso di cantina, deposito della legna, del carbone, ecc. Vi è pure in questo sotterraneo stabilita una -cucina sussidiaria in previsione di guasti nella cucina principale.

Al piano terreno sono posti il refettorio pei sottufficiali e soldati uscenti dall'ospedale, la stanza di accettazione dei generi nlimentari, fa dispensa, la cucina e la stanza di distribuzione degli alimenti per essere inviati ai reparti. La cudna è del sistema economico della ditta Lehman di Milano.

È situata nel centro della stanza ; è di ghisa, e contiene quattro focolai indipendenti l'uno dal!' altro, due destinati alla cucina centrale, gli altri due risca.ldano quattro grandi caldaie. La cucina è divisa in quattro scompartimenti : uno centrale destinato ai piccoli piatti e due laterali che servono per le caldaie grandi, ciascuna delle quali ha la capacità di litri 200. Per mezzo di due registri circolari di ghisa forte e di facile manovra, le caldaie possono essere riscaldate separatamente, lasciando fuori di servizio quelle che non servono al bisogno. Inoltre vi ha un apparecchio per la pro"vista dell'acqua calda occorrente pel servizio di cucina . Tale apparecchio è composto di tre caldaie di ghisa in contatto diretto coi quattro focolari. Queste caldaie comunicano fra di loro e tutte insieme con una sovrastante riserva di lamina zincata della capacità di 11000 litri. Nella stanza medesima trovasi una piccola cucina .in muratura a carbone di legna pel disimpegno dei servigi più piccoli.

Ospedale Militare Di Roma

Al mezzanino dello stesso fabbricato si trovano gli uffici di fnreria e altre stanze occupate dalla compagnia di sanità com e dormitorii.

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Oil a l:!J!

00 lìO 00 0 0 a Infermeria di :!4 letti. b Camere d'isolamento. e Capo riparlo. d Refettorio. r Latrina.

I fabbricnti dal n al XTII sono destinati al ricovero degli uomini di truppa malati di malattie comuni. Sorgono nel centro dell'area fabbricata e sono situati simmetricamente sui due lati quauro per lato. Sono distanti l'uno dal l'altro nel senso della lunghezza m. 29,30 e metri 20 nel senso della larghezza . Sono uniti fra loro da una arande aalleria l:) o scoperta di comunicazione io ferro a due piani lunga m. ,150, la quale parte ndo dal fobbricato I fa capo al pad;glione !JL

Questa galleria si suddivide io due rami verso il fabbr icato I mediante una curva a tre centri e seguita all'altezza del mezzanino a un sol piano da una parte e dall'altra comprendendo luLLi e quattro i fabbricati di prospetto.

I padiglioni si compongono di un sotterraneo, in parte elevato sopra il suolo e di due piani sovrapposti. Ogni padiglione è lungo m. 40,30 con due avancorpi alle testate dell a lunghezza di m. I:3,80. Comprendendos i anche la torrella a base quadr:i.ta destinata per le latrine dista nte dal corpo di fabbrica m. 3,50, e con esso comunicante per mezzo di un

Al Monte Celio 263

ballatoio in ferro chiuso da vetri, la lunghezza totale dei padiglioni è di m. 57,80.

L'altezza dei padiglioni dal suolo alla gronda è in media ro. 14. Si entra in ciascuno di essi oltrechè dalla galleria io ferro anche da una scala in marmo con ringhiera di ferro che dai sotterranei monta fino al secondo piano ed è posta all'angolo di ognuno degli avancorpi che prospetta la ~alleria. Nella gabbia di scala di ciascuno dei padiglioni vi era un ascensore meccanico il quale era fatto scendere e salire mediante una manovella innE:·tala a un congegno posto nel sotterra neo al princi pio della scala, e serviva pel trasporto verticale delle vivande e ·dei medi ci nali occorrenti ai malati

)L ~uovo OSPEDALE )[lLlTAR.E DI ROMA nei singoli padiglioni. Ora questo meccanismo è posto fuori d'uso.

I sotterranei sono arieggiali e illuminati da una certa quantit à di finestre ed hanno un'altezza media che varia da 4- m. a 4,20, soprelevandosi sul suolo in media m. ·1 ,50. Ad eccezione di qu elli de' padigl •oni VIII, X, Xl e XII , servono come magazzini . ~ el sotterraneo n. n è il magazzino d1 mobilitazione.

Il sotterraneo del fabbricato VII è suddiviso in due metà; uno serve come refettorio del reparto osservazione, e nell'altra sono poste le prigioni della compagnia. Nel sollerraneo del fabbricato VIII sta da una parte il materiale a disposizione del ~linistèro della guerra, dall'altra il deposito dei medicinali per gli ospedali da campo e sezioni di sanità. Il sotterraneo del fabbric::ito X è utilizzalo per le scuole della compagnia di saniti1, quello del fabbricato XI come parlatorio degli estranei che vengono a visitare gli amm alali nei giorni di gio,·edì e di domenica.

Il primo e secondo piano sono del tutto eguali ed hanno ciascuno due corridoi, un ballatoio chiuso da vetri, una latrina, una s :tla grande destinata per l'infermeria e quauro camere. delle quali l'uso è il seguente. Quella di rimpello alla scala è adattata per refettorio degli amma lati; però nei padiglioni Xli e XIII nei quali fu stabilito il reparto di chirurgia, questa camera al primo piano del padiglione XII e al secondo piano del padiglione XIII fu destinata per camera di medicazione degli ammalati del reparto. La camera simmetricamente situata nell'opposto ava ncorpo serv.e per came ra d'isolamento; e le due dirimpettQ a questa, una per cam era da bagno e l'altra in un piano per ripostiglio del reparto e nel!" altro per l'infermiere di guardia e per la suora addetta al reparto.

Al Monte Celio 265

La camera da bagno è fornita -di una vasca di marmo e di un apparecchio a gas per riscaldare l' acq ua del bagno. Nella stessa stanza fu pure collocato un fornello a gas per riscaldare il brodo od altro, che potesse occorrere. Da queste camere per mezzo di una finestra rettangolare può osservarsi ciò che avviene nella infermeria.

Il pavimento di tutte le camere è di mattonelle di cemento, quello della latrina è di battuto di cemento . l soffitti e le pareli sono colorati con tinta a calce a semplice riquadratura e nella parte inferiore di questa ultima per l'altezza di due metri v'è uno zoccolo di stucco lucido durissimo a imit.1zione di marmo che si può liberamente lavare. Le stanze ai quattro angoli hanno _lo zoccolo colorato aver· .ni ce a olio parimente a imitazione di marmo.

La grandi infermerie sono di forma parallelepipeda con ili spigoli arrotondati; banno m. 32 di lunghezza, 9 di larahezza e 5,20 di altezza . La loro superficie è quindi mq. 288 1) e la cubatura mc. 14-97 ,60. Ciascuna è capace di 24, letti di stanti l'uno dall'altro m. ,1,80, quindi ad ogni malato è assegnata un'area di mq. 42 e mc. 6'1,4-0 d'aria respirabile . Hanno due porte d'ingresso :i persiana con controsportelli , una dirimpetto all'altra e prendono luce da 12 finestre, la parte superiore delle quali e di forma semicircolare. Le finestre hanno un'altezza di m. 3,08, e una larghezza di m. ·1,4-0. Sono munite di una ringhierina in ferro di gel osie.

Nella parte superiore di queste infermerie, a circa m. 3,50 dal pavimento vi sono dodici aperture circolari per parte eon persiane fisse e sportelli a vetri da aprirsi.

L'aereazione delle camerate, qnando tulle le finestre sono chiose, è regolata da ventilatori. Ye ne sono 12 per parte, a 50 centim. dal pavimento e sono des tinati per l'uscita del-

266

lL NUOVO OSPEDALE lHLlTARE DI ROlIA

l'aria viziata, la quale per mezzo di canali esistenti nel muro sale fino al disopra del tetto, ove trovasi per ogni due ven. tilaton un aereospiro in metallo che facilita l'aspirazione

Al Monte Celio 267

ratura e di una colon na di lamiera che sormonta le due stufe accoppiate. La colonna è a base quadrata a spigoli smussati e racchiude i tubi pure di lamiera che servono per la conduttura dell'aria calda ascenden te. Questi tubi sono aperti in alto ed in basso e 18. loro base è incastrata in una cassetta di ghisa che è dentro ai fornelli e si estende da on fianco all'altro e fa l'ufficio di frontone con la parete anteriore alquanto inclinata. Questa specie di cassa è posta in comunicazione con l'aria esterna mediante un c<tndotto che attraversa in largo la infermeria e termina al di fu ori; dentro è coperto da lastre di m:irmoridea in modo da poterle a piacimento togliere e rimettere per la pulizia del cendotto medesim-o.

L'aria aspirata dall'esterno, dopo avere traversato la cassa di ghisa ri scaldata dal fornello, penetra nel tubo e $Ì versa nella cam era dalla sommità della colonna.

La colonna di )flmiera è divisa dal tubo ellittico in due scompartimenti. Il fumo si elera nello scompartimento anteri ore fra la colonna e il tubo e scende nello scomparti- • mento posteriore e quindi lambendo la parete posteriore della cassa va al camino.

dell'aria. Al tri 1'.2 pure per parte regolano l'entrata dell'ari pura. ·S.ono situati alla parte superiore delle _p~reti a !2 _ce timetri dal soffitto e sono muniti di sportelli mcolar1 d1 ot tone e di una graticola, e si possono aprire e chiudere i tutto o in parte mediante un congegno di ruote ad ingranaO'rrio che scende in basso a 11 m. circa dal pa.vimento, ov nn _ si può manovrare per mezzo di una chiave.

Sull'asse longitudinale di ciascuna infermeria sono situa qualtro stufe ventilatrici, sistema l)e Benedictis, riunite da a due, le quali servono pel riscaldamento. Queste stufi · sono ad ampia bocca e si compo ngono del fornello in ma

]el mezzo di ogni sala vi ha una tavola in ferro fuso con piano di marmo e sedili pure di ferro.

I letti sono a rete metallica con ripostiglio inferiore. Ogni letto _ è fornito di due materassi, uno di stoppa e l'altro di lana e uri telo protettore fra la rete metallica e il ma· terasso, oltre un capezzale ed un cuscino.

I comodini sono in ferro, aperti da ogni lato a due piani, di cui il superiore è di cristallo.

Dalla infermeria per mezzo prima di un corridoio e poi di uo ballatoio in ferro c,hiuso da sportelli a vetri si passa alla torre latrina, la quale- prende luce da due finestre di

IL NUOVO OSPEDALE MILITARE DI ROMA

egual forma e dimensione di quelle della camera grande, disposte l'una contro l'altra. Nella parete di fronte alla norla d'ingresso vi sono alle due estremità due cessi con ~edili, frontoni e pavimento di marmo; il vaso è di ghisa maiolicnto con valvola a chiusura automatica. Da ogni vaso parte una canna di ventilazione di ferro zincato del diametro di 115 centimetri che si 'prolunga sopra il tetto e termina con una mitra girante . Per mezzo di casseue automatiche poste nei sottotetti a serie di tre per ogni latrina, si effettua ogni 1O mino ti la lavatura dell'interno del vaso corrispondente. Un grande sifone cilindrico di metallo posto anch'esso nel sottotetto della- capacità di 300 litri si scarica a intervalli di 1O minuti, lavando i'interno della co ndutlura generale della latrina e nello stesso tempo i fronto ni e le cunette dell'orinatoio situato fra i due cessi . Al disopra dell'orinatoio vi ha una chiavetta (rubinetto) che serve a prender l'acqua per la lavatura dei vasi. Da un lato poi trovasi un lavandino pure di marmo sormontato da due boe. chette di ottone con robinetto a leva, dalle quali gli ammalati possono prendere l'acqua per bere e per lavarsi.

Dall'altro lat(I vi è no vano chiuso da pareti di lamiera di ferro che dal piano superiore arriva fino al sotterraneo, ove trovasi un camerino destinato a raccogliere la biancheria sudicia che è gettula in detto vano.

Il fabbricato XVI, quello destinato per le operazioni chirurgiche, al quale fa capo_la grande galleria ha la parte centrale del lato rivolto ad Est di forma semLcirc@lare e si compone pure di un sotterraneo, di un primo e di no secondo piano. I l sotterraneo è usato per magazzini.

Si va a questi due piani e alla galleria per una scala posta a destra di chi entra. Al primo piano ::il centro del fabbricato trovasi una sala d1 forma parallelepipeda desti-

AL MON'(E CELIO 269nata per l'armamentario con scaffali in ferro chiusi da vetri per Ja custodia degli strumenti chirurgici. Da questa sala si entra poi per due porte laterali munite di vetri nella camera propriamentA detta delle operazioni chirurgiche. Questa camera è di forma semicircolare con gli angoli la- a Sala d !operazione. ò Armamentario. e Idroterapia, bagno elettrico, aeroterapia. d Gabinetto per medicatura. e Sale d'isolamento per operati. f Apparecchi. g Latrina. h Elettroterapia. i Corridoio. terali arrùtondati e prende luce da tre grandi finestroni con intelaiatura in ferro che da terra si elevano fin quasi al soffitto poste sulla parte curva, e da un grande lucernario posto nella soprastante terrazza. La camera ha il pavimentodi lastre di ve~ro dello spessore di 3 centimetri, e le pareti rivestite per metri 2,10 di altezza da lastre di vetro· della grossezza di 1 centimetro che seguono l'andamento rettilineo e curvilineo delle pareti stesse ; il rimanente della camera compreso il soffitto è rivestito di stucco lucido bianco,

OSPEDALE MILITARE DC ROMA

durissimo e le soglie delle porte e finestre sono rivestite di lastre di marmo bianco. Cinque rubinetti di vetro con borchie di metallo nichelato sono innestate nella parte centrale rettilinea, i quali, mediante condotti di caoutchouc attraversanti il muro, prendono l'acqna preparata secondo i bisogni da recipienti posti sopra una mensola di marmo situata a una altezza di circa m. ~,50 nella camera prer.edente ossia in quella dell'armamentario e la portano sopra altrettanti catini di vetro sostenuti da armature di metallo nichelato.

Sugli angoli arrotondati sono due mensole con armature dello stesso metallo e piano di cristallo.

:'ìel c~ntro del pavimento trov~si un chiusino inodoro per lo scarico delle acque e altri liquidi e nel centro del soffitto un lume intensivo a gas della potenza di 60 candele per illuminare all'occorrenza il letto di operazione.

Altri due lumi a gas a due bracci sulla parete curva illuminano il restante della camera.

Da un lato e dall'altro della sala precedente si estendono tre camere una di seguito all'altra con altrettante corrispondenti al pinno superiore. Alcune del primo piano sono destinate per éamere di isolamento degli operati, in altre sono posti i gabinetti di aereoterapia ed elettroterapia {l il bagno elettrico. Al pian0 superiore sono ricoverati gli oftalmici, in quella di destra sono poste le camere di si~urezza.

ln questo fabbricato il riscaldamento ,due c~loriferi sistema Staib e la ventilazione è regolata da una stufa sistema Lehmann.

I due caloriferi sono situati simmetricainente nel sotterraneo; mediante canali praticali nella grossezza del muro portano il éalore nelle sta nze, sboccaado a circa dne metri

AL MONTE CELlO 271

da terra con apertura di ghisa a gelosia di forma quadrata con valvole di chiusura e relativa graticola, le quali reoolano l'entrata dell'aria ealda. .

l:)L'aria così riscaldata e naturalmente viziata è rinnovata per mezzo di una stufa ventilatrice, sistema Lehmann posta anch'essa nel sotterraneo. Delle bocche quadrate simili a quelle per la immissione dell'aria calda sono situate verticalmente alla parte inferiore delle pareti le quali comunicano con canali praticati nella grossezza del muro e sùno destinali a dare passaggio all'aria viziata aspirata dalla stufa.

Sulla sommità della fronte di questo fabbricato havvi un orologio da torre c,m campane per i quarti e per le ore.

a Corridoio.

b Latrine.

e Ripostiglio.

d Sala di convegno.

e piantoni.

f Camere per nrftciali ammalati.

Il fabbricato XV è quello destinato per il reparto degli ufficiali malati. È del tutto isolato e circondato da 'giardini. Ha una lunghezza di metri 50,45 ed una larghezza di metri rn. Alle estremità ha due piccole appendici dispost normalmErnte al lato più luogo . in uoa delle qnali vi sono fa scala e le - latrine. l'altra meta e tutto il piano soprastante per alloggio di una arte della compagnia di sani Là. Nel soltérraneo dalla parte p . . d' del dormitorio a piauo 1erreno è situata la cucma I tutta la compagnia e dalla parte opposta la macchina dei bagni, la cucina e la mensa dei sottufficiali. Al piano terreno a de· stra del fabbricato sono stabiliti i bagni.

Questo fabbricato si compone pure di due piani, fra loro perfettamente ei;uali con 13 stanze per piano, comprese le latrine.

In ciascun piano un corr:doio lungo quanto il fabbricato e largo metri 2 percorre tutto il lato E.S.E. e prende _luce dasei finestre uouali a quelle dei padiglioni. Da esso SI pa ssa " . ne!le diverse camere le quali sono esposte a O. N.O. Ognu na di esse ha una stufa o un fraoklin per riscaldame nto. Quattro delle camere centrali, due per piano ~1anno un camerino per l'infermiere o il piantone assistente. Ne~l ' altra appendice opposta a quella ove trovasi la . scala. v1_ è al piano terreno una sala per la riunione degJ, uffic1al1 co nvalesr,enti ; essa è decorata a stile pompeiano dario a gas e fronklin .

Vi ha un ingresso con corridoio, una camera per l'infermiere, due spogliatoi, sei camerini per bagni, dei quali tre per gli ufficiali, ed una stanza per le docce. ·

Due serbatoi circolari di lamiera, uno della capacità di di m• 8 per l'acqua fredda e l'altra della capacità di m• 4 per la calda sono posti alla sommità del fabbricato presso il tetto . L' acqna nel secondo serbatoio è riscaldala da un genera1ore a vapore della forza di 8 cavalli, a carbon fo ssile (tipo Grantham) $iluato come si disse nel sotterraneo e comunicante col serbatoio mediante una conduttura in ferro . _ a Camerata della compagnia di sanità. b Bagni con vasche. e Bagno a vapore. à Doccia. e Piantone.

L'acqua del serbatoio è riscaldata in 20 minuti.

I rubinetti a due vie posti alla testata di ogni tinozza permettono, girando il manubrio, di stabilire contemporaneam en te la comunicazione fra le due diramazioni de ll'acq ua calda e della fredda, oppure dare uscita soltanto all'una o all'altra. Al di sopra di questi r ubinetti ve ne ha un altro per la doccia frontal e.

II fabbricato XV I che ha i lati più lunghi esposti, uno a N. N.O. e l'altro a S.S .E. cioè, normalmente alla direzione generale degli al tri fabbricati ha nna metà del ~ia n t~rreno, quella a sinis tra di chi entra, desti nata per I bagm e

Nella sala delle docce vi sono apparecchi per doccia orizzontale e verticale, ascendente e discendente , a dardo, a pioggia, ecc.

Il fabbricato XVJ I che ba una direzione parallela al fab .. bri cato XIV, ma situato dalla parte opposta è l'alloggio delle suore di carità dell'ospedale . Ha due piani e un sotterraneo nel quale è una cucina economica, la camera da pranzo,

IL XUO'fO OSPEDALE MILITARE DC ROYA vari ripostigli', una sLanza per il bucato. Nei due piam v 1 sono le camere d'alloggio. Al p ia no terreno verso ovest v'è una piccola cappella per le funzioni religiose con alLare di marmo.

Il fabbricalo XVI1I è quello in cui dovrà essere fatto I' impianlo di una lavanderia a ,apore per il bucato dei panni dell'ospedale.

Ora nel sotterraneo di questo fabbricato sono state impiantate due caldaie lisciviatrici.

I cinque fabbricati che seguono in numerazione cosLituiscono il reparto dei contagiosi, il quale è affatto separalo do. tutLi gli altri fabbricati dell'ospedale mediante un moro di cinta, il quale a sua volla circoscrive ognuno dei fabbrica ti che compongono detto reparto .

I padiglioni XIX e XX uguali fra loro sono destinati un o per camera di disinfozione e l'allro per cucina e farmac ia dei contagiosi e sono disposti simmetricamente all'entrata del reparto e formano come il prospetto d1 essa .

Gli altri lre xxr, X.XII e X:XllI SODO i padiglio ni pel ricovero dei malati afllitti da malatlie contagiose.

I fabbricali XIX e XX, ad un so~ piano olLre il sotle rraneo, sono desLinati: il primo per le disi nfezioni, ed ha una stufa da disinfezione a vapore sollo pressione della dilla Geneste, Hersc.her e C. Essa è incastrata in un muro trasversale il quale separa il luogo assegnato quale deposito degli oggetLi infeLti che trovasi nell'interno del reparto dei contagiosi da quello per gli oggetti disinfellati, il quale invece ha libera comunicazione con il r esto dell'ospedale . La caldaia e gli appa recchi di disll ibuzione del vapore, ecc. , sono t utte nella parte da cui escono gli ogg~Lti disinfettati.

Il fabbricato XX simmetrico al precedente è destinalo, ·

AL MO~TE CELIO

come si disse, per la cucina e farmacia del reparto dei co ntagio5i. Si com pone di sei stanze, in una delle quali è stata collocala una vasca per la cura degli scabbiosi.

I fabbricati XX I, XXII, XXII [ pel ricovero degli ammalati di malattie contagiose hanno la stessa direz ione dei padi glioni dell e malattie comuni, quello di mezzo è un poco più indietro degli altri due dalla linea del fronte.

Si compongono soltanto di un sotLerraneo e di un primo pian o. e sono tutti e tre uguali fra loro e simili a qu elli delle malattie comuni. La lunghezza di ognuno compresa la torret ta per la latrina e il ballatoio è di m. 38,., 90 e senza questi, di 31,90. AIle due testate hanno anche essi due piccoli ava ncorpi , in ognuno dei quali vi sono due camere. Di quesLe quattro ca mere due servono per isolamento, una per bagno e la quarta come refettorio . Il corpo centrale è la infermeria.

Si entra l).el fabbricato per una scala di marmo con ringhiera a due rampe postll a I Sud e per una scaletta di ferro verso Est.

La infermeria è lunga m. 20, larga 9, alta m. 5,20. Conti ene 16 le~ti, quindi ogni malato ha a disposizione .mq. 112,29 e mc. 58.50 di aria. Il riscaldamento è fatto da una coppia di stufe De Benedictis posta nel cent;·o della infermeria.

Il fabbricato XX I V destinato per la camera mortuaria .è il più distante dal!' ingresso prin ci pale del!' ospedale, m. 360 circa in linea reua . Ha un portico d'ingresso, e fa parte opposta centrale rivolta a sud di forma cilindrica. Nel centro vi ha la sala seltor ia che è semicircolare con pareti fino all'altezza di circa 2 m. e pavimenti di marmoridea. Prende luce da un lucernario situato nella sopra- stante terrazza e da tre finestre semicircolari poste parete curva .

Nel centro havvi un ascen sore pel trasp<•rlo dei cadavert nel sotterraneo per incassarli e quindi ritornarli per la stessa via. Da un lato e l'al tro dello stesso ascensore vi sono due tavole anatomiche ad aspirazione della ditta Giov. B. Po1·ta di Torino. Ciascuno di questi ha una lamiera di zinco traforala con canale centrale sottostante che comunica con una stufa aspiratrice. A sinistra vi è la sala di deposito dei cadaveri con quattro tavole di marmo e apparecchi elettricr avvisatori che comun:ca.no con la camera dei medici di guardia. A destra vi ha una sala destinata per le esercitazioni an atomo-patologiche.

Il fabbricato XXVII è la scuderia di sei posti pei cavalli degli ufficiali medici.

Il fa bbricato XXVIII è una torre di base esagonale, la quale si innalza dal suolo per in. 15,10, alla c_ui sommità è posto un serbatoio cilindrico di lamiere di ferro della capacità 80 metri cubi d'acqu1 e su questo anc~ra un al;ro piccolo che funziona come cassetta di distribuzione a cu-i fa. capo il tubo principale che porla l'acqua marcia. L'acqua è distribui ta in modo che una parte va direttamente nella conduttura. dell'acqua potabile e un'altra parte tornando ne~ gran serbatoio è distribuita alle latrine e alle fontane.

Da questo fabbricato, per mezzo di 'una scala a chiocciola si scende nella ghiacciaia, la qu:i le trovasi tutta sottoterra..

Presso la torre è stata costruita una tetloià per ripararvi i carri di sanità ed i carri per maiali e feriti a scopo di istruzione degli ufficiali medici e de.Ila truppa di sanità_

Sullo stes so spianato è stato e.ostruito un piccolo forno crematorio per la distruzione ~egli oggetti di medicazione.

AL '.\IO:'i'TE CELIO 277

Un piccolo fabbricato posto quasi dirimpetto al fa.hbri·,cato IV è destinalo per la cnstodia del contatore del gas. Due contatori da 300 fiamme e uno più piccolo da 50 reiolano il gas di 600 fiamme per la illuminazione di tutto l'ospedale, delle quali 503 per la illuminazione interna e -97 per quella dei giardini e strade.

Un altro contatore a gas di 50 fiamme fu posto in un ,casoLLo speciale ali' esterno del fabbricato IV, e questo serve per condurre il gas alla farmacia pel riscaldamento di tre fornelli e nelle stanze da bagno dei reparti per riscaldare r acqua ed il brodo.

Tre fogne principali e di sezione piuttosto grande per-corrono il sottosuolo di tutto l'ospedale; due laterali e sono .destinate a raccogliere le materie fecali delle latrine e le .acque ph1viali; un'altra centrale percorre l'asse longitudinale del sollosuolo della galleria ed è destinata soltanto a ,raccogliere le acque phmali. Una rete di piccole fogne si .unisce alle tre principali e disimpegna il servizio di scarico delle acque provenienti dai tetti e da altri luoghi. Le :tre fogne principali si innestano all'esterno dell'ospedale 11ella fogna municipale, la quale corre parallelamente al medesimo.

Per facilitare la corrispondenza nell'interno dell'ospedale e per mandare con più sollecitudine gli ordini di servizio i fabbricati IV, VI, VIII, X, XII, XIV, XV, XVI, XVII, XlX, XXIV sono riuniti da una rete di telefoni che fanno capo -ciascuno alla stazione generale situata negli uffici di maggiorità, la quale a sua volta comunica direttamente col comando della divisione.

Tutti i fabbricati sono protetti da parafulmini, i cui spandenti, non essendo stato possibile trovare l'acqua a poca

2i8 IL XUOVO 0S!'EOALE MU,ITARE DI ROllA AL l!OXT& CELI O profondità fur ono messi in pozzetti della profondità med ia d 4 m. Le aste so no alte 4 m., ad eccezione di quelle pos sugli avancorpi degli otto padiglioni che prospettano vers la galleria, le quali sono alte 6 m. per meolio proteorre e m, re, la galleria stessa. Hanno la punta mult ipla sistema Tolaz · ' z, ... e sono per tutto l'ospedale in numero di Si.

Un Caso Di

Sifi Lid E Cer Eb Ra Le Pr Ecoce

Le lesioni sifilitiche del sistema nervoso, come è noto, sogliono avverarsi ordinariamente nel periodo tardivo del1' infezione; possono però, sebbene r arament e, man ifestarsi anche nel periodo secondario, ed allora vanno sollo il nom e di forme sifilitiche precoci dei centri nervosi.

Tali casi sono stati diffus!mente illustrati dal Fournier ('I), il quale ha studiato la si filide cerebrale in tutte le sue pro· teiformi manifestazioni, non che da Ch. Mauriac ( 168 ossen1azioni} (2) , e da altri valenti clinici, tra cui Gille de la Tourelte et Hudelo, Le Roy, l\Ienetrier (3) Gilbert et Lion, Brousse (4), ecc . , ecc.

(t ) FouR11111R - Syphilide nerveuse matigm p r ècoce (Sociéti de dermato l ogie g juin t m 1

(2) MAcnw.: Ce. - ,Vémoire rur lts atrecliom syphililiquu précoces des centres nerveu x. (Paris, t S79 Ànna les de Dermatologie et dt Syphilographi e. Années tS7>-75-77-,8-79J.

(3) MEsETlllER - A"ide11ts cirébra uz au début de la période secOfldaire (<kw:: mois aprés l'apparilion du chamre) hemiplégie droUe, trait em ent spécifique, guérison. ( Ann. de derm. p. 42t)

(4) BRoi:sss • Un cas de syphilis maligne précoee (Montpelliet· méd. 6, p. ! 05).

Nel mentre scrivo questa nota clinica, vien pubblicato dal doli. G. De Francesco sulla Gazzetta deyli ospedali, luglio 93 « un caso di sifilide éerebrale precoce ». Ed il dott. Curcio gentilmente mi comunica di a,ere in cura a bordo della R. nave Umberto un infermo affetto da leggiere forme paralitiche di natura sifilitica, avveratesi tre mesi dopo la comparsa del sifiloma iniziale.

Restano però sempre casi eccezionali, e quindi degni di nota; sicchè è parso doveroso portare col presente caso un modesto contributo allo studio intrapreso da egregi autori.

DI SIFfl.lDE CEREBRALE PRECOCE 28 -4

era intento a trasportare dalla Santa Barbara della Na"re alcune granate da 152, del peso approssimativo di 50 chilogrammi l'una, fu preso da vertigini e da una specie di intirizzimento dell'arto superiore ed inferiore del lato destro, sicchè fil impossibilitato a con tinu are il lavoro.

Tali disturbi, il giorno seguente, si accentuarono sempre di più, e si complicarono anche a dolori trafittivi della spalla destra e della coscia omonima.

Hi cov erato perciò nell·ospedale di bordo, venne curato con preparati salicilici, ma senza effetto alcuno.

Essendosi sempre più aggravato, esso Nov ... la sera del 27 rr,aggio Yenne sbarcalo ed inviato in questo ospeda le dipartimental e.

Nov ..• Palme ... da Sorrento, cannoniere nella R. ;\farin a al ~. 39665 di matricola, volontario della classe 1866, oltre le comuni malauie dell'infanzia, soffrì nel febbraio del 90 di reumatismo articolare, che lo costrinse al letto per due settimane circa. Ha i genitori viventi, e di perfetta salute . Non ha mai abusato delle bernnde alcooliche, nè dei piaceri venerei; dai quali ultimi non ebbe antecedente contagio di sorta.

Anamnesi prossima. - Nei primi di aprile c. a. trovandosi imbarcato sn di un a R. nave dello Stato, contagiavasi in Augusta di ulcera, la quale, non presentando spiccati i caratteri della sclerosi iniziale, non fu giudicata di natura sifilitica. Tale lesione cicatrizzò dopo due settimane, e solo dopo un mese dall'avvenuto contagio, ebbero prinr.ipio le sofferenze del!' infermo. '

Questi narra, che nei primi di maggio, cominciò a sentire un malessere generale, e nelle ore vespertine a soffrire <li cefalea, più o meno intensa, che gli cessava solo il mattino~ Verso la metà di detto mese, un giorno, nel mentre

Il giorno seguente, allorquando avemmo ad osservarlo, accu~ava Yertigini e cefalea gravativa, col massimo d' intensità nlla bozza. frontnle destra, non che dolori lancinanti alla spalla des tra, ed ali' arto inferiore dello stesso lato. Nella notte , a dire del!' infermo, i dolori aumentavano, e la cefalea acquistava tanta intensità, da non permellergli il sonno.

Dall'esame somatico si ebbero le seguenti note:

Individuo di valida costituzione fìsica, con masse muscolari sviluppate, e con tinta alquanto anemica della cute e delle mucose visibili. Macc hie rosso-rameiche, piullosto scarse, estese al tronco ed agli arti. La glaodola epitrocleare destr:i, non che le glandole inguinali dello stesso lato, ingros~ale e mobili. ~el solco balano-prepuziale una cicatrice alquanto dura al tatto . Emiparesi destra, interessante solo l'arto superiore e l'inferiore , da impedire ali' infermo anche di scendere dal letto senza un aiuto, e di sf!rvi rsi liberamente della mano .

Dinamometria )1 D == 12. )I S == 23.

Sensibili(à dolorifica, tattile e termica, diminuite in tut la metà destra ael corpo, non esclusa la faccia ed il capo Il perturbamento sensitivo va press' a poco delimitato dall . linea mediana del corpo, la quale rappresentava la zon neutrale fra la parte ammalata e la sana.

Le altre sensibilità normali, così pure la eccitabilità elet Irica.

Il rillesso pupillare un po' torpido; i rillessi tendinei leg germente aumentati. Sensi specifici normali. .

Temperatura serotina 37-5, 37-6, con remissione mat tutina di circa un grado per sei giorni consecutivi, in apiressia completa. Polso normale.L'infermo è stato sempr cosciente, mai afasico.

L'esame del cuore, come quello degli allri organi toraci ed addominali, negativo.

Dl SIFILIDE CEREBRALE PRECOCE 283 persistente esacerbantesi nelle ore nollurne, e le altre m~oifestazioni sifìliticl1e, sia da parte della cute, che del sistema linfatico, raffermarono il giudizio che le lesioni nervose in parola, non fossero che forme precoci di sifilide cerebrale

La estensione della paralisi, la forma emiplegica, c presenza della eccitabilità elettrica, e dei fenomeni riJles dettero fondamento alla deduzione, che - sia i disturbi motilità che quelli di sensibilità descritti, avessero a rip tere la )oro origine da una lesione centrale anzichè da a peri ferica.

Inoltre il fatto che la cura salicilica, alla quale era st sottoposto a bordo l' infermo, non erà stat.a seiuìta da olioramento alcuno delle sofferenze, fece escludere senz'al l') che detti disturbi potessero es&er complicati con cause re matizzanti.

D'altra parte la maniera d'insorgere della emiplegia sen . perdita della coscienza, la età giovane, l'esame negativo cuore e di altri organi, la coincidenza della cefalea fissa.

Intrapre$a quindi la cura specifica, dopo la seconda iniezione intermusr.olare (mezz0 centigrammo di sublimato corr osivo), la cefalea svanì, ed i dolori agli arti scemarono prima, e poi scomparirono del tulio al quinto giorno di cura. Anche i fenomeni paretici e la roseola, vennero a mano a mano degradando, e dopo la ottava iniezione non eravene più traccia. L'infermo cominciò a camminare liberamente, e la mano destra segnò 27 al dinamometro. JI 18 luglio, dopo cinquanta iniezioni ipodermi~he di sublimato, ed una cura jodica, esso Nòv ... lasciò I' ospedal~ in buone condizioni, e fu inviato in licenza di convalescenza. La cura confermò. pienamente la diagnosi, giacchè in questi casi, il segno diagnostico più importante, e l'unico veramente decisivo è costituito dal risultato favorevole otten uto <la una cura antisifilitica (5trtimpell-Lesser).

Accertala la natura sifilitica dei fenomeni nervosi osservati, giova ora ~eterminare le alterazioni anatomo-patologiche che ne sono state la causa .

Tutte le lesioni sifiliti0he delle ossa del capo capaci di ridurre lo spazio endocranico, non che le alterazioni sifilitiche della massa encefalica, possono dar origine a forme ne rvose differenti .

Quando si parla di sifilide cerebrale, non si designa una mnlattia, ma un complesso di malattie encefaliche causate dalla sifilide. È la sifilide cerebr3Ie una unità etiologiea, e non una unita clinica e nosografica (Maragliano).

Nel caso io parola, vanno escluc;e assol utamente le a lterazioni delle ossa craniche , po ich è queste dànno luogo più facilmente a paralisi dei nervi cranici, ovvero a forme convulsive (epilessia corticale), probabilmente determinate dalla pressione che le tumefazioni periostee endocraniche di pertinenza, cioè, della dura madre, esercitano sulla superficie del cervello.

La forma emiplegica invece, che si manifesta come nel nostro caso, in modo quasi repentino, non può attribui rsi che a lesione vasale; sapendosi come una emiplegia od all ra paralisi per osteopatia sifilitita, si sviluppi con molta lentezza.

Le lesioni vasali, che possono dar luogo alla emiplegia, ripetono la loro origine ordinariamente da infiltrazioni sifilitiche le quali secondo Heu bner si inizierehbero dal!' intimo, e secondo altri tra i quali il Baumgarten ed il Friedlander, dall'avven tizia. In ogni modo l'esito sarebbe sempre lo stesso, cioè, quello di restringere il lume del vaso, sino a completamente obliterarlo, specialmente quando l'ultimo residuo di esso vien e ostruito da tr ombo ; ed anche di diminuire la -resisten za delle pareti del vaso stesso, causando dilatazioni aneurismatiche, e più freq uen temente i co~ì deui aneurismi miliari.

TaÌi alterazioni vasali, come esito più éomune, darebbero luogo ad emo rragi e cerebrali più o meno gravi, secondo che i vasi Jesi ::ippartengono al sis tema delle arterie corticali, ovvero al sistema delle arterie centrali . Queste ultime essendo, per la capsul a interna e per i grossi gangli centrali, vere arterie terminali, e non ricevendo qui nd i, e nè fornendo nel loro tragitto alcun ramo a nastomotic<f (Co hn -

DI SIFILIDE CEREBRALE PRECOCE 285 beiro), la occlusione di esse darà- luogo irremissibilmente alla mortificazione del territorio che irriga.no.

Le arterie del sistema corticale invece, essendo connesse fra loro da numerose vie collaterali cagioneranno anche con Ja loro occlusione disturbi funzionali, ma transitorii, dappoich è la circolazione facilmente si ripristina ed il disturbo viene compensato ( Lesser). La occlusione di esse però, potrà, per insufficienza di circolazione collaterale, determinare in una parte limitatissima della corteccia cerehrale, quella specie di mortificazione che si chiama rammollimento cerebrale ischiemico. E ciò costitu isce un punto capitale pec lo studio delle localizzazioni cerebrali (Charcot) (1).

Le Hterie del circolo di Willis, quelle cioè da cui ori"io nano le corticali e le centrali, sono le maggiormente lese dalla sifilide, e tra esse l'arteria di Silvio, come si è potuto confermare con reperti cadaverici; e fra le tante autopsie, cade a proposito per i l nostro caso, ricordare qoella eseguila dal p,ofessor P. Le Roy (2) in un ind•viduo a 46 anni che presentava disturbi cerebral i con emiplegia sinistra, otto mesi dopo l'ulcera, e che morto dopo un mese e mezzo, presentò al tavolo anatomico : « Eodarterite, con periarterite « e trombosi delle arterie della base, specialm ente dell'ar« teria di Silvio, e della cerebrale anteriore di dritta» .

Da quanto si è esposto si può con un yaJore di probabilità dedurne, che la emi plegia della fattispecie, per la ma- niera come si è manifestata, per la sua forma mite ed incompleta si debba riguardare piuttosto rome una emiplegia cerebrale corticale, anzichè come una forma emiplegica volgare .

Quest'ultima è più spesso prodotta da una lesione dell e vie piramidali della r egione posteriore della capsula interna, (Striimpell) ('1), e può essere permanente ed anche tran sitoria, secondo che le vie piramidali ~ono distraile, ovvero solamente compresse da focolai patologici delle parti ch e circondano delta capsula. In ogni modo la emiplegia sarebhe stata più accentuata, e si sarebbe accompagnata fr a le varie manifest3zioni, anche a parnlisi del facciale sul medesimo lato della lesione, no n che ad emianestesia cuta nea e sensoriale (prevalentemente odorato, vista).

Ammess'l la natura corticale della emiplegia, la lesione specifica interesserebbe la 2a o 3• delle branch e dell'a rteria di Silvio di sinistra, chi~male dallo Charcol la prima arte ria della circonvoluzione frontale ascendente, e la ~econda arteria delia circonvoluzion e parfrtale ascendenti:.

In queste circonrnluzioni, secondo Ferrier, risiede rebbero i centri motori . E nel no stro caso la circonvoluzio ne lesa, potrebbe essere stata In parietale ascendente, sinistra, ché è la sede più manifesta dei centri motori del bracci o destro e della gamba omonima . Infatti il Ferri e r ha dim ostrato che le due citate circonvoluzio ni possono, per la loro distribuzione aqeriosa, esser lese isolatamente . Avendo egli asportato nella scìmia la circonvoluzione parietale ascendente, ha otteno.lo emi plegia compl eta permanente nelle membra superiore ed inferiore del lato opposto , avvera n-

DI SIFILlDE CEREBRALE PHECOCE 287 dosi solo atrolia della circonvo.luzio.ne. fronta[e ·.asc~n~ente, ·nterrrilà perfetta dei corpi striati e talami ou1c1 corcon I n rispondenti. (Charcot) ( · 1). . .

L'a1terazi0ne di detti centri motori. potrebbe consistere . focolai corticali, cau,oti o da occlusione vasale, ovvero 10 da rotwra di aneurismi miliari; la lesjone limitata a tait centri corticali spiegherebbe nel nostro infermo la mancanza delle convulsioni epilelt iformi, giacchè la immunità dei centri cortico-motori è u11a condizione necessaria per la comparsa degli accessi cpi! euici (Striimpell) (2). Nel cane asportato un centro cortica le, cessa110 ben tosto le convul · sioni nel rispettivo territorio musculare. Tali convulsioni (epilessia parziale-corticale Jacksoniana) pare invece che sie.no causale più facilmente dalle tumefazioni p~iostee endocraniche, di pertinenza cioè, della dura madre (gomme- esostosi) per la pressione ed irritazione che esse esercitano sulla corteccia cerebra le..

Le lesioni della pachimeningite gommosa circoscritte, con partecipazione delle membrane sottostanti, semhr:rno essere il substrato anatomico più comune del!' epilessìa parziale sifi litica (Cbarcot) (3).

Oltreché nelle affezioni sifilitiche precoçi dei centri nervosi, le forme paralitiche sono molto più comuni che le forme conv ulsive o epilettiche (Ch. Mauriac) (4) .

Con ciò non voolsi negare che in casi di emorragie corti~ali, specialmnete se della convessità, contemporaneamente alle paralisi non si possano talvolta associare anche convul sioni epilellfiorm i.

Con la lesione della regione motrice si spiegan1> i notati disturbi di sensibilità (emianestesia cutanea); pere da!le ricerche del Mun ck sugli animali essendo stato dimostrato che la sfera sensitiva sta nella stessa regione dei centri corticali motori, si può supporre benissimo che alle paralisi corticali nell'uomo, si associno anch e disturbi della sensibilità ( triimpell) (1).

Tal fatto sebbene dalla clinica non sempre vien confermato, pur tuttavia è degno di co nsiderazi one, giacchè anche da esperimenti è stato dimostrato che per rammollime nti avvenuti nel dominio delle arterie corticali, distruggendosi alcuni centri corticali, ne seguono paralisi di moto e di senso (Ziegler) (2) .

Di Sifilide Cerebrale Precoce 28 9

YII. La mancanca di convulsioni epilettiformi, non es:$ere una ragione, per non far ammeltere la origine corlic~le della emiplegia.

Da quanto si è esposto, si possono fare le seguenti conelusioni: y. I focol:ii corticali interessare la zo na motrice di sinistra.

I. Il. JII.

L'infermo era affetto da sifilide cerebrale precoce .

La sua emiplegia quindi, è stata di natura sifilitica.

L'origine di detta emiplegia, è da riporre in una lesione 'Vasale.

IV. Doversi tal forma paralitica ritenere come em iplegia cerebrale cor tit:a le.

H. La eniianestesia cutanea coesistere alla emiparesi , ed avere probabilmente la stessa orig ine. (l)

A termine di questa breve nota cli nica, è d'uopo dichia• rare che co n la cu ra specifica fatta, non si ha la pretensione, che l'infermo non po~sa presentare in appresso fatti consimili a quelli esposti, poicLè è noto con quanta facilità la sifili de cereb rale recidivi, con grave danno dell'oraanismo • .., Le affezioni cerebrali sono principalmente quelle che dive~tano non di rado cause dirett e della morte in 1.1,n periodo precoce della sifilide, e talwlta già nel primo anno delta mala ttia (Lesser) (I) .

Spezia, novemb re 1893.

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