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RIVISTA
I corpi estranei co11flcculi nelle o~sa devono essere estralli a scopo di disinfezione primaria, i corpi pPnetrati nel cervello devono essere allontanati quaudo é possibile. Le schegg,e . ancora aderenti al periostio e che non suscitano fenomeni· di irritazione cerebrale devono essere lasciate in sito.
Speciali indicazioni operative ci vengono date dalle lesioni del cranio con scopertura dei seni frontali e dalle lesioni dell'orbita.
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In quanto alla prima di queste lesioni, siccome le materie settiche pO$SOno per la via della mucosa dei seni frontali p~netra:e n~I cranio, così é indicato, nel caso di scopertura di quest, seni, procedere alla lor·o dilatazione per renderli accessibili ad una completa disinfezione al raschiamento della mucosa se le materie vi si sono giA depositate ed il tamponamento con garza iodoformizzata se la cavitil. é aperta.
Nelle ferite dell'orbilt1 potrebbe occorrere la resezione di una sua porzi•)Ile per la ricerca del proiettile soffermatosi nella cavita tra il bulbo rimasto illeso e la parete orbitaria, oppure potrebbe occorrere l'enucleazione se il bulbo restò schiacciato dal proietlile.
Le ferite a canale girante del cranio e le ferite a setone delle parli molli del c ranio sono forme assai rare. SP. in seguito a colpo tangenziale di proiettile si manifestano fenomeni cerebrali e che il cranio esternamente appaia intatto, dovremo sospettare una frattura della tavola vitrea e conseguente emorragifl ed in questo caso sorgerà l'indicazione di uno sbrigliamento nei m odi già inùicati.
Se la ferita a periodo avanzato di suppurazione prei-enta le indicazioni sopra indicate, si p1·atira lo .<:brigliamento se - condario: Stajmer dice che le indicazioni dello sbrigliamento secondario oppure di trapanazione secondaria ci sono fornite dall11 febbre, compressione cerebrale, fenomeni di irritazione e di paralisi, ed egli crede che questa operazione in lai caso sia da farsi perché sempre innocua, spesso vantaggiosa.
Se per ù i sintomi ci r ivelano una m eningite orJ encefalite dift:usa, Be rgmann eon5-iglia d'astoiwrsi da ogni operazione N 1$C ndo l'c~il<1' di que!>ta complicanza sempre mortale. '
Cuirurgica
L'elevazione dei frammenti sarPbl>e indicala 11011 già per c:ornballere la compres!-rone ma a ~copo principalissimo d1 antisepsi.
per stabilire le indicazioni operative date dai fenomeni di compressione l'autore, il quale abbraccia le dottrine di Adamkiewitz sulla patogenesi e natura di questa complicanza. trova opportuno d, richiamare le manifestazioni dei tre gradi di compre!'<sione ammessi dallo stesso Adamkiewtz.
li primo grado è quello che corrisponde alla cedevolezza ,Jella sostanza cerebrale e viene da questa compensato quindi uon si manifesta. Il focolAio nel primo grado di compressione è senza fenomeni.
Nel terzo grado la pressione ha gia annientato la massa nervosa nelle sue funzioni e l'attivita cerebrale abolita .
JI secondo grarlo è qualificalo da Adamkiewski quello stato di compressione che f• più grave del primo, meno grave del secondo, vale a dire la compressione non é più compensata dalla cedevolezza del cervello e d'altra parie l'attivita cere· brale no;: è ancora distrutta.
Siccome nel concetto moderno non deve intendersi la compressione come il risultato di una aumentata tensione del liquido cerebro-spinale, ma piullosto come effetto di irritazione o di paralisi, così la trapanazione, fatta astrazione dalle esigenze dell'antisepsi, sarebbe solo indicata quando si trattasse di rimuovere i focolai pr odutt.<.,ri di questi fenomeni, perciò quando questi focolai: 1• irritino in modo permanente il cervello; 2• lo ledono nella sua integrita; 3° risvegliano i fenomeni di compressione di 2• grado sopr a notali.
Lo sbrigliamento potrebbe esser e richiesto da un ascesso in seguito ad immediata infezione di una ferii.a e specialmente da urr ascesso corticale. Ascessi di tal sorta si sviluppan o nella 2• settimana ed hanno sede immediata sotto la volta del cranio. Questi ascessi ci vengono accusati da trP gruppi di sintomi, cioi\:
1° Sintomi proprii di ogni processo suppurativo; 2" sintomi <li aumentata pressione interna (vertigini, sonnolenza,
Rivtsta
ral! Pntamenlo di po l~o, ecc.); 3" ~iulomi locali (dolore localizzalo in a lcuni punti clte ci vien rile valo <lalla per cussfone).
Ai sintomi locali appartengonu anche quelli caraller1slici della lesione di alcuni centri, come del centro di Broc,i, di quello motore degli arti e della faccia, ecc.
Una indicazione della t r ai:;an a zio ne può essere data dall a lesione dell'arteria m e ningea media e dei seni longiludinale e trasverso.
L'arteria menin ~ea media può essere legala pr evia trapanazione q uando è impossibile allacciar la in sito; vi furono casi però in cui si riusci a fr enare r em orra gi a col tamponam ento di garza; quest'ultimo mezzo poi vale per l'cmosl&sio dei seni.
I precetti suespost i ci r ca le indicazioni operative in uno spedale da campo per ferite del cranio si possono r ias'-umere come segue:
1° I fenomeni ce r ebrali nei traumi del cranio costituiscono una indicazione per la trapanazion e primaria sollauto quando vi sono segni manifesti d i emor1·agia inlra -cranica delle arte r ie della dura madre
2• Nelle fratture sottocutan ee la trapan azio ne non é indicala se mancano gli o ra ricordati fenomeni di emorrai?i a inlracranica.
3' La depressione di framm en to per se sola uon indica la trapanazi one.
4° Lo scopo di questa operazione è l'anti sepsi e l'emoslasia.
5' La trapanazione secondaria coi fenom eni di meningoencefalite è incondizio:iata mente indicala e può in alcuni ca s i fare abortire il processo.
6' La trapanazione è ancora indicata nelle fratture quando i frammenti irritano la corteccia cerebrale e producono accessi epilettiformi.
7° Nel trattamento delle fratture interessanti i seni a v uto . ' ri guardo ai rapporti a natom ici dei seni colla cavila cranica, si preferira il tamponamento antisettico alla sutu ra.
8° Nelle ferite dei seni il mezzo emostatico più sicuro è il lamponame11to.
Chirurgica 223
!I" J,a a::~euza o la co mpar;;a di meningo·en cetaltte ci in• t.1icherà J'otlenulo o il mancalo succes:.o della terapia praL1c.ala .
In questi ullimi tempi il Wagner introdusse la resezione temporaria del cranio in sostituzion e della trapanazione. La rest•zione temporaria fu praticala con successo a s copi di"ersi, r,ompreso quello di allargare il cam po di una ferita a roro e ricercare il proiettile pen etrato nel cranio.
3. Opera:ione in, un osped al e da campo pe r combattere il pericolo di emorrayia mo r tale. - Nell e ferite che in i" linea rurooo trattale colla emostasia prov viso ria, in un ospe.dale da campo molLo spesso torna a manifesta r si l'emorragia. Mentre nei posti avanzati la pratica più importante è l'emosla,-ia provvisoria, agli ospedali spetta la definitiva, che p uò es~ere primaria o secondar ia.
Wahl stabilisce due precetti per questo trattamento:
1• In tutti i casi in cui la lesione è in vicinanza di un grosso tronco arterioso ti si rileva un tremito intermitte nte isocrono al polso e d una minima tensione arteriosa alla per1fer1a dell'a rto fe rito, si può stabili re la dia g nosi di parzial<' divisione dell'a rteria.
2• In tal caso l'allacciatura deve farsi subito in sito. L'aneurisma spurio va aperto e l'arteria va pure legata in silo sopra e sotto. Se poi l' emorragia avviene in un focolaio se ttico si fara l'allacciatura lo ntan o dal medesimo. Qu ali operazioni saranno praticabili in un ospedale da campo per combattere l'emo rragia delle cavità viscerali?
Gravi emorragie inte r ne del ventre richiedono la laparotomia e la legatura dei vasi feriti, l'emorragia di organi pa· renchimatosi il lampon11mento ed il cauterio di Paquelin. Le emorragie del petto se me.diocri non indicano operazione. An che grave emotorace non richiede opera zione; lo stesso sangue !>travasalo a gisce come e mo$tatico per compressione; !<e vi é g r ave e minacciosa dispnea e s postamento d el cuore con pericolo di soffocazione è indicala la toracotomia con resezione di coate e.d emoslasia; la toracotomia ci e pure imposta se il sangue stravasato si trasforma in materiale settico.
RIVlSTA
Le allacciature nella continuita, secoudo Hunler, sarebbero ora indicate più di raro che in passoto. Si deve preferire l'allacciatura iu silo, e quella nella continuità uon sarebbe giustificata che nei casi io cui essa rapJJre.sentasse nna operazione preliminare per una grave oparazione, specialmente quando è impossibile I& legatura temporaria o la compressione superiormente alla ferita.
4. Opera;ioni da praticarsi negli ospedali per combattere insopportabili dolori. - Benché gli attuali proietLili difficilmente si fermino nella ferita, pure il loro inviluppo metallico può rompersi battendo contro un osso, può restare un framm~nto del medesimo e coi suoi margini acuti offendere qualche grosso nervo e risvegliare acutissin1i dolori. Lo stesso effeuo possono avere le scheggia ossefl. Se ques ti dolori sono insopportabili è indicata la ricerca e l'estraz ione del corpo estraneo.
5. Opera;ioni d'urgenza per combattere il processo settico. - La maggior parte delle operazioni, dai semplici t agli e contraperture alle grandi disarticolazioni, si praticano in un ospedale allo scopo di togliere il processo settico. Mollissime volte la ferita non é trattata antisetticamente in t• linea per man canza di tempo, ed allora il chirurgo dell'ospedale deve praticare la disinfezione dopo aver !)reso conoscenza dalla tabellina diagnostica di quanto fu fatto al posto di medicazione . Ma l'antisepsi praticata sul ca mpo puo aver fallito e la fe rita t rovarsi in preda a suppurazione, ascessi, infiltramenti, flemmo ni, ecc.
L'iniziarsi d'un processo settico già si riconosce per l'aumento di temperatur a. Ogni ritenzione di pus che in uno spedale si palesi con innalzamento ùi temperatura, reclama che si apra l'appar ecchio, si dia esito alle marcie e si impedisca una nuova ritenzione, mediante drenaggio o contro• aper tur e.
L'ospedale è il vero l uogo dove si pratica la ricerèa e la estraz ione di cor pi est ranei; liberare la fer~t.a dal più piccolo corpo estraneo vuol dire talora salvare il paziente dal tetano.
Se la ferita i nvasa da processo flemmonoso non accenna a miglio1'are dopo gli sbrigliamenti, le controa perlure, il dre-
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0 ecc .. si procede alle pir't profonde incisioni e 1-;e non na/rg1 , • tante questo 11 flemmone assume 11 carattere gangrenoso estende sempre più, allora è indicata l'amputazione o la disarticolazione.
In quanto al trattamento delle fratture d'arma da fuoco in un ospedale da campo sono da seguirsi i precetti di Volkmann. Se lo spazio che separa i due frammenti e riempito da coaguli s:anguigni, si deve tentare la guarigione sotto la crosta asettica. Se il focolaio della frattura non è occupato da coaguli ma è scoperto si procederà agli sbrigliamenti ed alla disinfezione nel debito mod0. Le scheggia ancora aderenti al periostio non si staccheranno che quando ledono le parti molli o impediscono il deflusso delle materie.
La demolizione di un arto sarà indtcata dallo stato settico della ferita su tale estensione e profondità da fa r prevedere l'infezione settica oppure, anche se superato questo stato, non possa rimanere un arto uti le per troppo estesa ed irreparabile perdita di sostanza.
Le ferite d'arma da fuoco delle articolazioni possono guar ire, come si sa, senza fenom e ni di reazione; questo felice decorso e frequente nelle ferite a foro ed a semicanale; coi moderni piccoli proiettili le ferite delle articolazioni ci offriranno un migliore pronostico nelle guerre future.
La totale resezione delle due estremità articolari é solo indicata quando esse sono irremissibilmente per dute per un vero stritolamento.
La resezione parziale molte volte si ridur rà alla rimozione di schéggie.
Per applicare il drenaggio ali' articola zione tibio• tarsea Volkmann consiglia di fa r si strada staccando collo scalpello un pezzo di malleolo esterno Ollier invece preferise.3 praticare un foro attraverso i due malleoli.
Per il drenaggio del ginocchio basta l'artrolomia bilaterale.
Per massima generale, fintanto che ci é possibile allontanare i sintomi di setticoemia, colle incisioni, colle artrotomie, colle parziali resezioni, non si dovrà procedere ad operazioni demolitive.
Passando a trallare delle indicazioni operative per le le15 sioni d'arma da f'uoco per le 5-ingole r egioni, l'autore si :soll0sc1·ive pienamenle ai buoni precelli che li p r of. Esmarch ha deltat, in modo mirabilmente chiaro e conciso nel suo T,·at tato di chirttr(lia di gue rra.
Mosetig stabilisce anche le controindicazioni degli alti operativi io un ospedale dtt campo Tali sarebbero: t• Quando lo stato seUico ì.• cosi sviluppato da doversi escludere ogni speranza di salvare il paziente.
2° Quando l'operazione non è sufficiente a rimuovere in totalità il focol a io dell'infezione.
3• Quando in organi e visceri inLerni sono gia avvenute le metastasi piemiche.
6. Altre operazioni da eseguirsi in un ospedale da campo. - Le operazi oni plastiche ordinariamente non sono <li spettanza di un osperiAle da campo, bensì possono essere indicate operazioni diverse p er l'~strazione di corpi eslra nei e suppura1.ioni di varia origine a cui la faccia e le suo cavità sono esposte. Cosi la trapanazione dell'antro d' Igmoro e delle cellule mastoidee, la resezione della mandibola nelle fratture comminute. La frattura della ,oandibola può richiedere, in un tempo più o meno lontano per processo infiall,1malorio consecutivo, la tracheotomia. Il padiglione dell'orecchio ft! rito, anche se completamente staccato, deve riapplica rsi con sutura . Operazioni urgenti sarebbero anche l'eslra. zione di corpi estranei dall'occhio qualunque sia il loro volume e l'enucleazione per prevunire l'ottalmia simpatica.
Operazioni d'urgenza possono venire indicale in un ospedale per ferite al petto. :\Ienlre lI·a le ferite da guerra in genere prevalgono quelle degli arti, lra le ferite delle cavi ta viscerali 4uelle del petto sono in maggior numero. Anche queste ferite possor.o come le altre guarire senza disturbo alcuno e senza l'aiuto del clururgo. Persino ferite toraciche penetranti si sono vedute guarire senza fenomeni di reazione quando primariamente trattate con rigorosa me<licatura anlisetlica.
Fallasi una raccolta sierosa nella cavità pleurale durante il decorso tli una ferita d'arma da fuoco al petto è iudicata l'evacuazione del liquido nelle seguenti circostanze:
CUIIlURGICA
r Qua11do in seguilo alla dispnea e al di r-turbo circolatorio si manifestano sconcerti tali che non possano essere rimossi con altra cura.
2· Quando questi essudati persistono dopo otto O dieci i:eltimane di cura, nè lasciano sperare più in uno spontaneo 11ssorbimento.
Se la raccolta pleurica o purul enta od icorosa, il che si giung-e a riconos~ere coi noti sintomi clinici, oppure colla puntura esplorati va, sarà indicata o la toracotomia O la re"t'Ziooe costale !'\econdo i casi. La resezione sarebbe secondo Hafmock, indicala più imperiosamente quando r:ssudalo è icoroso e se esistono molte pseumembrane.
N~n ancor·~ risolta la. r1ueslione se s ia conveniente negli emp1em1 recenti consecuhvi a colpi d'arma da ruoco adottar~ 11 m~t.odo Biilau-~mm er.mann, che consiste nell' applicazione d1 un drenaggio aspiratore continuo.
!mmermann. consiglia che in ogni empiema si tenti dappru11a la punz1one ed 11 drenaggio aspiratore permanente e Schede l'epula il pr ocesso di Biilau indispensabile in caso d, empiema bilaterale. Se 11:l raccolta marciosa (' sacc l li ... d a a, q.11e a cav1la s, eve tr~Llare come un ascesso e dopo vuotala s1 tampona con garza 1odoformizzata.
L·ernia polmonare non reclama alcun atto operati\'o I co~pi estranei nel polmone possono ben di rado e~sere estralt1.
~er rema~o-peric~r~io ed il pio-pericardio in seguilo a rerlla Moset1g cons,gha la pericardiolomia.
:'\.ell~ ferì~ della colonna vertebrale la permanenza del ?ro,eUJ!~ . p.uo essere causa di gravi fenomeni di paralisi, ma ' . pro,elt1J1 .in ~uella regione si perdono a tale profouclita che e as~a, d1~c,le . a~cerla r e quali lesioni abbiano prodotto, quuli tessuti abbia rnleressati. In un caso di ferita d'arma da r~~co ~lei dorso, ri.portato da Severan, con sintomi di paralisi _de, quattro arti della vescica e del r etto, il proiettile si .p.ol"' t~ovare ed estrarre mediante l'apparecchio elettr ico di I r ouve. Il paziente ~uari.
~nch~ nelle fratture della colonna ve1lebrale la moderna ch1rur<>111 opernt' 1 .
• ,.. u 1va rova spesso molrvo a !'\pieg-are una 5':Ufhrrf.'nlP 8ltivilU.
E<'co le iudicazioni qunli furcmo stabilite da Dundridge per il trattamento di queste le!"ioni:
1• Nelle f'ratture delle vertebre cervicali ogni spo!';tamenlo deve essere tolto sollo narcosi e quindi applicata una permanente esteni:;ione e immobilizzazione.
2• In tutte le fratture delle vertebre dorsali con o senza fenomeni di lesione spinale è opportuno appli care il corsello di gesso in sospensione.
3• Se i fenomeni di lesione spinale continuano cala la resezione.
4• È indicata d'urgenza l'operazione !"0 esiste depr sione degli archi vertebrali con sintomi di paralisi.
50 Nella sospension e noi possediamo un mezzo prezio per attenuare le fratture di vertebre.
Non v'ha dubbio che <1ueste massime possono valere a n per la cura di ferite-frallure prodotte d'a~ma ~a r.uo~o.
Nelle ferite d'arma da fuoco dei grossi nervi è 111d1cala sutura. Il ritorno della funzione dopo la sutura può fa aspettar e lungo tempo, ma ciò non deve scoraggiare il c rurgo ad intraprenderla quando ne sia il caso .
Il dolt. \Va~ner chiude quPsto suo pregevole studio far giustamente osservare come in consonanza al nnovo i diri~zo pratico preso da lulli i rami cieli' arte salu tare nel pratica civile abbia do,·uto la chirurgia di guerr_a t~asfo roarsi spiegando un'azione essenzialmente profì lall!ca 111 P. valenza a que lla propriamente curativa che fu, s1 può d1 Ja Mia usata fino ai nostri giorni. I benefici della chirur · militare stretta Hlleata dell'asepsi ed antisepsi, saranno cerlo s~periori alle devastazioni che ci preparano il fucil e calibro ridotto e la polvere senza fumo nelle prossime µran auerr e. E r1uesta prescrizione non manca fin d'ora delra ;oggio dei falli, poiché gl'inglesi nella camp~gna d'Egit del 1882, mercé la cura antisettica sempre e r1gorosomen applicata, non perdellero un solo uomo in seiuito a p!e~ia ad erisipela, gangrena nosocomiale ed allre malatl1P 10 f'ettiVP.
Chirurgica
•·chlade soo liotloa . - GussENBAUER.
Col nome d1 ischiade scoliotica, oppure ischiade paradossa ., oliosi 11 euro-muscolare l'autore intende una scoliosi che :;~aHieno per una sci~tica per lo più traumatica e ché con e!'sa :;uole scomparire
Le primo osservazioni di questa affezione alquanto rara f ron o fatle oall'aulore nell'anno 18,8 ed altri casi furono uubblicali da Alberth, Nicoladoni, Bobinski e Schu<lel ai puah casi egli ne aggiunge ora 9 della c:_ua più recente 'I rat,ca. cosicchè tulli insieme essi ammontano fìno ad 01·a r '>'i La malattia colpisce per lo più individui sofferenti da ~u~·.;0 tempo di sciatica comune unilaterale; i dolori per re·•ol; non si localizzano soltanto al nervo sciatico ma aoclte ;i nervi muscolo-cutanei dello sciatico ed ai nervi cutanei che appartengono al plesso lombare e sacrale. Dopo che i ,lolori hanno persistilo per qualche tempo si manifesta o improv\'isamente o gradatamente una scoliosi tipica; l'inclinazione del tronco è sempre verso il lai.o opposto a quello della sciatica. ~elio stesso tempo si fa una ~coliosi compensatrice nella sezione superiore del torace colla con,·essilà dir~lla \'erso il lato sano. Oltre alla scoliosi si osserva anche una deviazione meno notevole del bacino in avanti ed una lea~era cifosi della colo11na verlebrale- lombare e precisameute oel senso della convessità delle curvature. Tra l'ultima vertebra lombare e la spina posteriore-superiore dell'ileo si trova un punto doloroso alla pressione gia indicllla da Nicoladoni .
Colla sospensione del corpo scompare ogm deviazione scoliotica.
Dopo di avere illustrato questa sintomatologia con quattro sto1·1e cliniche della rnalaUia in questione, l'autore passa a discutere le opinioni fino ad ora sostenute sopra il rapporto eziologi co tra l'ischiade e la scoliosi. Di tulle le ipotesi egli accetta solo quella di Schudel, il quale, essendo discepolo di Koch1>r abbraccia le ilollrine di quel proressore. Schuctel opino che la causa della scoliosi risieda nei muscoli, come nel lorci co llo muscolare. Egli troYò $ U qualche cada"eri,, ch e dal seconcio nervo sacrale !'i staccava un ramo, il qnale uscPndo dal primo foi o sacrale si portava in alto ad \fnir!'i al ramo sacro·lombare; questo ramo non può seguir s i che nltraverso i muscoli. La romparlecipazione di questo nervo all'ischiade portert>bbe un senso doloroso al muscoio el'ellore del tronco, il quo.le diventerl:!bbe cosi insu:fliciente alla sua funzione e per conseguenza il tr onco piegherebbe Yerso la parte opposta. L'aulore rrecle ino!lre che nella ischiade possa aver luogo uno !'tira1~e~lo d~, . . lari, specialmente nella ischiaùe scoliotica ù1 or1~m~ Lraumalica che egli osservò più volle. Anc he nella sc1al~ca ~"ionala da altre cause egli crede che eventual mente s1 faccia :no stiramento o ripetute lacerazioni della mas!'a s acrolombarr, la quale perciò diviene dolenb ed è causa dell'a norme inclinazione del tronco.
Per il trattamenlc• Schuler raccomandò i bagui prolun• gati, Korher praticò più volle e con succe~so lo stiramen cruento del nervo.
Gussembaue r coerentemente al suo modo di veder e sull natura del rnorbo e sulla s ua eliologia suole impiegare i massaggio dei muscoli della colonna verlebralP, dei musco "lulei ed anche della gamba affetta da sciAlica, ed a ques ta ~ura associa l'esercizio ginnastico e l'eletlricita. I casi c rali in quesio modo, eccettuati pochi. termtnarono colla g ua rigione.
11 clor uro di metile i mpie g a to come anesteti c o locale.
- BERESOWSKY. - (Centralb. f. Chir, N. 31, 1890).
Oebove nell'anno 188\. adoperò per la prima volta il cloruro di metile contro la sciatica ed i r ,sulla.ti furono splen• didi. Più lardi Yinay, Baily, ·1 enneson ed allri trovarono questo medicamento vantaggioso in varie forme di n_ev:algi~ mialgie reumatiche, periostiti traumatiche ed affezioni a rticolari. Vide!, Labbè, Polaillon ed altri praticarono poi un gran numero di piccole operazioni previa rapplicazione ciel clorurq di melile e gli ellelli furono so<lùisfacenti.
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Recentemente il prof. Kusmin, di Mosca ha sperimenwlute studialo la queslione del cloruro di metile come ane· me 11 . . :;tetico locale, ed in base a e sue numerose esperienze sui ani in cui egli potè sperimentare non solo l'anestesia della c u:, ma ariche degli strali profondi mediante amputazione, ~nne 8 conchiudere che un'applicazione di 1 minuto e 1/, a .) minuti secondi pl'oduce un· anestesia che dura da 15 a 20 :econdi, tempo sufficiente per ap1·ire un ascesso. Siccome l'anestesia di 2 secondi può essere ripetuta più ,olte durante 11na stessa operazione e senza alcun danno ed in questo modo si può far diventa r e insensibili non solo la pelle ed i muscoli ma persino le ossa, cosi si può dire che il cloruro di metile medta di essere preferito ad altri anestetici, specialmente all'etere, poichè esso spiega la sua azione mol'o più soJIPcitamente e non arde, cosic.chi> esso pui'l essere usato senza inconvenienti in compagnia del termocauterio; esso si presta in tulle le gravi operazioni e persino nelle amputazioni.
Kusmin per applicar!' questo anestetico adopera l'apparecch io di Vinceol e fa agire il getto direttamente, oppure prima copre la parte da. operarsi con ovatta i11umidila di alcune gocce del m edica mento. In quest'ultimo caso I' ane:-tesia si ottiene più lentamente dopo 5 minuti.
Ollre che nelle oncotomie, •rueslo m ezzo fu trovalo eccellente anestetico dal prof. K usmin in un g r ande numero di operazioni come fimosi pleurotomia, cancro del labbro, espor· tazione di cisti, esportazione di ghiandole al collo.
Bulla c ura d ell e f erite s e n -r:a drenaggio . - Re:czEY. (C'entralb. f. Cltir N. 40, 1890).
:"iolla clinica del prof. Reczey é in vigore da sei anni il trattamento delle ferite col sublimato, secondo i princ;pi di Sched e. I risultali straordinariamente favore\'oli di questo modo di cura semplice ed economico hanno deciso r autore ad adollarlo definitivamente. Egli non ebbe ad osservar mai nei suoi malati fenomPni d'avvelenamento in eguilo all'uso prudente del sublimalo.
Rivista
Nel trallamenlo delle ferile chirur giche egli g ià da molti anni tralascia l'uso del dren aggio e ne ò soddisfallo. Perché la cura dell e ferile senza drenaggio abbia buoni effetti è ·ne. cessa rio il conco rso di quattro fattori, cioè: 1• scrupolosa asepsi du rante l'operazione; 2' completa ed esatta 11mostasìa· :3" togliere qualunque cavita, s e occorre anche facendo dcli; incisioni; 4° applicare bene un apparecchio compressivo 0 lasciarlo in posto un tempo sufficientemente lungo.
Naturalmente anche nelle ferite senza drenaggio può aver luogo una infezione o locale o generale, la quale per i suoi fenomeni termici può essere r iconosciuta a lempo come nelle fe rite tratlate col drenaggio . Già fino dal pr incipio l'autore non si è mai astenuto dal trattamento senza drenaggio anche in quelle ferite o piaghe che e rano in preda a processo suppura.Livo pri ma del!' operazione, quindi e rano già infette, come p. es. nelle ferite che risultavano dall'apertura di cavità ascessuali, ed in questi casi usava di generase incisioni che mettessero a giorno tutti i più piccoli recessi delle cavilà, li rendesser o a ccessibili agli anlisetlici e in pari tempo procurassero facile scolo di pus. Dopo s ufficiente raschiamenlo e disinfezione le pareli delle ferite vengono addossate tra loro mediante un apparecchio a11tiseltico co mpresso Dove per condizi oni topografiche non si possono pratica re lunghe incisioni, oppure dove non può essere ben tollera to l'apparecchio compressivo, quindi nei casi in cui non si pu sperare una immediata riunione, raulore si limita a piccole incisioni ed introduce nella ferita dei pezz i di ga rza imbevuti di sublimato, i quali servono a tenere aperta la fe rita ed assicurarne lo scolo delle marce.
Cura del prola.sso del retto .
Laneei, otlobre 1800).
L'autore intende di considerare non il prolasso parziale nel quale la sola mu cosa staccata dagli strati muscolari vien fuori , ma il prolasso completo del r etto, che consiste nel r vesciamento dell'ultima parte dell'i ntes tino in tulti i s uo· s trali, t;he può acquis tare un' estensione considerevo le fin
cn muRGICA
(ùrooar fuori clello sfintere una g rande ~a ccoccia nella 8 uale fanno Prnia le ans" dell'intestino ten ue, che può andar 'I ...,.,0 u0 ad ulcer az ioni, ad inspessimenli, a degenerazioni, :~;"può accadere a .qua lunque eta della vita, ~al!' infa~zia Ila vecchiaia, che e sem pre cagionalo da sforzi violenti, da ~nalattie esaurienti, da calcoli vescicali che pr ovocano gli sforzi , t:a pr oduzioni polipose, costipazioni cronìche, in grosc:am enti prostatici, pr ola!"si dell'utero.
li prolasso del retto avviene islanluneamente nei bambini, ma 6 graduale nelrelà avanzata; il s uo punto di partenza è nello 1:,collamento della mucosa dagli s trati sotloslanti, la qua le gradatamente t rascina an che l'intestino per i repli cali sforzi, assottigliato e privo degli attacchi della mucosa. Prolassato l'intestino va sogge tto ad ul cerazi oni, onde le s uppurazioni, le facili diarree, l'incontinenza delle feccie, gli str an golamenti irriducibili.
Fra le altre manualità di riduzion e dell'intestino prolassato, l'autore raccoman'.la il seguente che consist e nell' avvolgere all'indice previamente unto una pezzuol a, introdurlo così l'icoperto nel canale protr uso, e spingere in allo. La pezzuola essendo asciutta aderisce all'intestino che con la spinta si r iduce, ed il dito spalmato di grasso esce fu ori fa cilment e, lasciando la pezzuola che poi vien fuori da sé. Ma a parte gli esped ienti di riduzione che s'impiegano nei casi acuti, il chirurgo viene consultato per i casi cronici i qua li richiedono mezzi palliati vi od operativi.
Nei fanciulli, esclusi i ca lcol i vescicali, le fimosi, i polipi, la cura ricostituente nei s oggetti gracili ristabilisce quel cu· scinello grassoso della fosRa isch io-rettal e, eh.e vale ad impedire il pr olasso, dopo di che i liyamenti dell'in testino si raccorciano e s i rinforzano. Coadiuvano a questo scopo la posizione supina nella 4uale si mantiene l'infermo durante le defecazioni, l'olio di regalo di me rluzzo che previene la stitichezza, il decubito late rale ed i bendaggi adatti dopo le evacuazioni. Negli adulti, il prevenire ogni sforzo, le defecazion i nel decubito late rale dopo iniezioni d'acqua calda, le iniezion i d'ac<(ua freddo dopo le evacuazioni, la c ura de lle ulcerazioni, sono mezzi palliativi che aiutano a vivere, ma r aramente liberano dalla fastidiosa imperfezione.
. Fra i mezzi chirurgici, quello proposto da Frederich Treve"s, d1 asport_are tutta la massa protrusa, é colmo di pericoli, perché s1 possono trovar delle anse d'intestino tenue dentro il retto prolassato, perché si va incontro all'atresia dell'ano. L'autore raccomanda le cauterizzazioni lineari fatte lungo l'asse dell'intestino protruso, una al davanti, una al di dietro due ai lati, ed assicura che con lai mezzo si consoli da 1~ mucosa, e si forma come un tampone che impedisce la pro • trusione della muscolare del retto; l'essudato infiammatorio che ne consegue cementa i due strati intestinal i, ne impedisce lo sdrucciolamento, e rinforza l'intero intestino. Quando il cauterio incontra grosse vene bisogna legarle. Un grosso tubo ,la drenaggio è quindi introdotto nel retlo, intorno al quale s'immettono delle strisce di tela unte ò'oli o, ed il tutto si mantiene in sito con cotone spolverato di iodoformio, e con adalto bendag~io. Per dieci giorni mediante le piccole dosi d'olio si evitano le (lefocazioni, poi si arnmini$trano piccole dosi d'oppio di castoro con qualche leggero purgan te, e si bada a non far sectere l'infermo, ma si obbliga a vuota r e il ventre in posizione laterale, almeno per sei settimane Raramer.te l'operazione dev'essere ripetuta.
Mezzo per evitare gli accidenti consecutivi alle Iniezioni di cocaina adopera.te per produrre l 'anestesia locale In chirurgia . - KuMMER. - (Archioes medicales belges, ottonre 1890).
Questo mezzo consiste nell'adoperare simultanea mente all'iniezione di cocaina il restringimento del membro colla benda d'Esmarcli, restringimrnto che impedisce il riassorbimento della cocaina e diminuisce così il periodo d'avvelenamento, aumenta e prolunga l'effetto locale della sostanza. U n'altra condizione importante per toglier·e qualsiasi pericolo d'avvelenamento è quella, secondo Kumm~r, di lasciare sanguinare per 11ualche tempo la fel'ita prima di farn la mrdicaz ione, per permettere lo scolo per quanto più è possibile completo (}ella cocaina inieltatf<, perché le iniezioni non susseguite da operazion i sanguinanti sono molto più pericolose .
Kummer procede nel seguente modo: pone, alla base del Jito, per esempio, una sottile benda elastica d'Esmarch, poi con una siringa di Pravaz, inietta in diversi punti, attorno al campo <l'operazione, ~ualche, goccia di una soluzione di cocaina all'i p. 100, avendo cura di comprimere tulle le punture per imredire lo scolo del liquido: olto minuti dopo la iniezione si pu6 fare, secondo l'autore, qualunque operazione sul sito preparato.
Negli adu!Li non si deve so r passare la dose di 5 centigr.; nei fanciulli dell'età di dieci anni, 1 centigrammo deve esser considerato come la dose massima.
Questo procedimento è st1:1t-0 adoperalo con pieno successo in più di cinquanta operazioni praticate sulle dita della mano e del piede (paterecci, unghie incarnale, artriti purulente, esostosi subungueali, verruche, cicatrici ipertrofiche, ganglii, ecc.).
Kummer riserva la cocaina essenzialmente per operare sulle dita; ma in tutte le grandi operazioni, in quelle sopra tutto in cui il campo operatorio non può essere isolato dal reslo del corpo con una le~atura elastica, egli con tinua a ricorrere all'anestesia coll'etere o col cloroformio.
Bottura dei tendini sopra. e 1otto-rotulel. - HERVÉ. (Journal de Mèdecine et de Chiru rg ie, ottobre 1890).
La rottura dei tendini sopra e sollo-rotulei avviene in circostanze molto rare. Essa si osserva soprattutto negli adulti, da 20 a 25 anni, e molto più frequentemente nell'uomo che nella douna, ciò che si spiega naturalmente a ragione dei lavori meno faticosi, che esercitano una minore contraz:one di lutto il sistema muscolare, nella donna. Ma a fianco di queste differenti condizioni accE:ssorie che favoriscono queste roll11re, è interessante nota1·e l'influenza manifesta del reumatismo e ùella golla che a giscono probabi lm ente determinando alterazioni di nutrizione. QuP,sta cau!';a è sta La rilevata in un gran numero di osservazioni.
t:lllllURGlCA
Come causa efficiente, la prima di tutte consisle in un vio lento sforzo muscolare. Questo meccanismo può allora ridursi a due tipi principali: o il tendine si rompe in una contrazione brusca e violenta provocata dalla paura ed allo scopo di evitare una caduta; oppure si produce subitamente una flessione forzata ed i tendini estensori, la di cui tonicità è statc1. per così dire sorpresa, non hanno avuto il tempo di rilasciarsi e devono cedere: ma quest'ultimo meccanismo è ancora fortemente discusso. •
Qualunque sia però il meccanismo, i sintomi sono sempre press'a poco gli stessi e mollo netti. Il dolore è il primo tra di loro: nello stesso tempo che il malato avverte una scricchio• lata, egli risente generalmente un dolore mollo vivo in corrispondenza del punto in cui avviene la rottura Questo dolore è passeggero e scompare generalmente toslochè il malato è caduto a terra: ma lo accusa di nuovo piu. tardi, quando tenta di rialzarsi. La pressione è egualmente molto dolorosa: talvolta, peraltro, questo dolore non esiste in principio e non si produce che piu. tardi. La scricchiolata non è semp re percepita dal malato; altre volte, al contrario, è così forte da esse re avverlita dalle persone presenti all'accidente. Ma un sintomo quasi costante è la caduta che segue alla rottura del lendine; poscia, dopo l'accidente, i movimenti di · ventano impossibili: in alcuni casi però qualche movimento può effettuarsi, ciò che dipende allora dal non essere completa la rottura.
Il segno fondamentale che non lascia più alcun dubbio, quando è nettamente percepito, 1., l'allontanamento delle due estremità rotte, il quale è molto variabile, da uno ad otto centimetri, generalmente di quattro centimetri. Questa con· statazione è generalmente facile, quando si fa l'esame prima della tumefazione; più tardi è più difficile, ma e!'-isle ancora un segno che soventi si trova: nelle rotture sotlo rotulee la situazione della rotula può essere cambiata; nelle rotture sopra-rotulee questa modificazione accarle meno ~oventi, ma è possibile allora far penetrare un dito nella giuntura respingendo la pelle a livello del cul di sacco superiore.
Lo spostamento della r otula i• d'allronde molto variabile e coust1; ha citalo un caso io cui essa risaliva fino alla metà della coscia; ma quando essa è mantenuta nei suoi rapporti abituali, si tratta allora di una rottura incompleta.
La tumefazione infine manca raramente in questa sintomatologia.
L'affezione da cui fa d'uopo specialmente differenziare la rottura tendinosa è la frattura trasversale della rotula. Si arriva cercando co l ravvicinamento delle estremità ad ottenere la crepitazione ossea.
Secoudo Nélaton, la rottura della sinoviale deve essere affermata ogniqualvolta vi ha una tumefazione abbondante dopo l'accidente e che si può, dopo qualche giorno, introdurrò il dito dietro la rotula.
La questione della cura ha una parte importante nella prognosi Solto l'influenza di un apparecchio ad immobilizzazione, la guarigione può essere completa. Vi ha sempre allungam ento del tendine, perchè vi ha produzione di un nuovo tessuto, e se questo allungamento è troppo notevole il malato zoppicherà più o meno fortemente, soventi persisterà una vera infermità.
Per cui Hervé, citando molte osservazioni , cer~a di dimostrare che la sutura dei lendini, in virtù dell'anlisepsi deve essere scelta come processo ordinario per la cura di queste rotture: essa conduce molto presto alla guarigione ed in tutti i casi deve essere utilizzata quando il trattamento coll'immobilizzazione non essendo riuscito si debba rimedi are ad una guarigione incompleta.
Emorragia oons ecutlva all'uso delfa cocaina . - GUlNARD. - (Journal de M édeeine et de Clururgie, novembre 1890).
Guinard, ha riferito due fatti, i quali dimostrano che l'anestesia colla cocaina ·può esporre ad emorra"'ie "'ravi cosa im· ~orta?tis~ima a conoscersi, poiché è facile :vil:rle ~uando si e avv1sat1. In tutti e due i casi si trattava di una circoncisione fatta in ottime condizioni; l'anestesia era stata ollenula con deboli dosi di cocaina e si era notato che l'emostasia era stata perfetta; ciò nondimeno nella stessa sera il sangue cominciò
RlVLSTA CllJRURGlC.\
a colare e nei Jue ca~i 111 discor--o l'emorragia, mollo abbondante, pro veni va dalrorleria del fre11ulo. Es,aa 11011 cessò che dopo la legatura di quest'arteria. • Guinard, dopo aver discusso i falli, non esila l'Id ammettere che devesi attribuire quest'emorragia ritardala all'azione della cocaina su i vasi . La cocaina è emostatica ed anestesica nello sle,:;so tempo e for~e agisce contempo ran ea mente sui nervi motori e sui nen·i sensitivi. Checchè ne sia, fa d'uopo r icorc.lare che il fenomeno di vaso-costrizione prodotto c.lalla cocaina può dissimular l'apertura di un'arteriuzza di calibro sufficiente a pr odurre un'emorragia ulleriore che necPssila l'i11le1·vento del chirurgo. Quando si opera in una regione, in cui la medicatura può essere compressiva, non è il coso di p r eoccuparsi di queste considerazioni, ma dopo la ci rconcisione, è e vide nte che nor. è possibile la compr essione. Devesi perciò rinunciare alla cocaina nell'operazione della fimosi 1 No, perchè il suo uso é v el'amenw prezioso.
:'.\1a Guinard crede che si debba, prima di µratica r e le suture, avere la precauzione di lavare la feriln coll'ac1JU8 borica tiepida, la quale ft1rà cessare l'azione emostatica della cocaina. Si vedrà allot•a se vi ha qualche a rter iuzza ùo leg are.
RIVI STA DI AN ATOl1IA E FISIOLOGIA
Normale E Patologica
!(1ororg&11l•ml e leuoooltl. - EZRA M. H U NT. - The Medical Reeorcl., ottobr e 1800.
Qualunque sia la diversità dei giudizi inlorno alle relazioni dei microrganismi e dei leucociti con le malattie e la $alule è d'uopo ricon oscere in questa questione un gran cambiamento ù'idee che stabilisce il r eale progresso delle dottr ine baLleriologicbe.
Q1.1ando si cominciò a capire che i microrganismi erano in r Apporlo con le malattie, non si vide che essi erano in eguale rapporto con la salute~ o r a i più eminenti batteriologi ammettono tre diver si stu di sui microbi, quello dei microbi benigni ed indispensabili alla salute, quello dei settici o saprofili della materia in dissoluzione, quello dei patogeni io relaz.i,>ne specifica col morbo. Ciascuno di questi tre l',tudi ha assunto discreto sviluppo, ma la maggiore attenzione si è riconcentrata s ui micr organismi patogeni.
Più tardi é divenuto inleressant~ lo studio dei pr odotti dei microbi, non solo per le ptoma ine e leucomaine. ma anche pel vasto campo dei mutamenti vitali e chimici, però non sa ppiamo ancora quali p r odotti e quali risultali dipendano da condizioni individuali e locali. Bouchard dice che la condizione antibatteri ca non é din a mica o vitale, ma è una qualità chimica del sangue normale che lo rende disadatto all'attecchimento dei batteri .
. An.che sul .numero delle malattie prodotte dai microrgan1sm1, e specialmente da forme patogene, le vedute cambiano Secondo De Bary, Klein, Koch, Sulton , Cr ooksba nk Vaugham la lista delle malattie per le quali si riconosce ~n microrganismo specifico, é variato e ristretto. K ocb vi pone soltanto il carbonchio, la lubercolosi e l'erisipela, F0ster sol
HIVl~'l'A tanto l'anb·ace o la febbre rico rrente, SulLom vi aggiu11ge il farcino, Vaugham inclina all'origin e probabile di molte ma. laltie specifich e da vari micror~anis mi coesistenti, piuftosto che da uno per ciasc una malattia, Crooksbank ritorna alla questione di Tenner s e ci6 che si attribuisce ai microrga. nismi specifici non s ia dovuto a vari e tà settich e degli !-;lessi.
N è i batteriologi parlano pili con la s tessa assever anza della probabilità che gli esantemi, ed altre malattie come l'influenza, la polmonite, ecc. , dipendano da microbi specifici, poichè sì son notati fatti s trani nelle relazioni fra il microbo dell a resipela e quello della difterite che Koch a ttribuisce a devia zioni di azione, ma che KJein . Crookshank, Sulton carette~ rizzano per varietà di microrganismi. Koch ritiene probabil l'origine batteriologica della febb re gialla, della malaria, del! pleuro-polmonite, della tosse convulsi Ya , ma tlubita che I' drofobia appartenga a questa classe. li fa tto che molle latlie nelle quali non si é -scoper·to un parassita sono com nicabili, e que lle che sono associate alla pr esenza d'un crorganisrno non lo sono, pr oduce una certa riserva nell'a severare la materies mo1·bi.
Un altro progresso si rileva nella convinzione che le fo dei microrganismi patogeni non sono necessariamente o ginali od immutabili, e che il mezzo esteriore od interio eser cita su quelle forme una grande influenza, ciò che vescia il principio di Kocb che un batterio non si trasro in un altro. Bland-Sollon si avvicina alla verità quando di che la storia dei microrganismi mostra ali' ovidenza, co quella dei parassiti animali, che i batl9ri patogeni si so svoili lentamente da forme non pato~ene, ed hanno len mente acquistata la facoltà di attecchire sui corpi vive quando trovano oppor tuno l'ambiente, onde la possibilità una regressione per l'ambiente divenuto inopportuno, è desiderabile di ogni vantato germicida . Rod e l e Rong loro studi sul bacillo di Eberlb conchiudono, che quando trovano nel tifo, non sono che forme degenerate del bact rium coli comune, il quale si trova sempre nell'intesti sano.
QuanlunquC' la teoria dei ~ermi abbia avuto per risulta
DI ANATOMIA E FISI OLOGI.\ .Hl
13 teoria te rape ullca di r urar le malalli e <:on i g.ermicidi la pratica no n ha ri ~pos lo c on ris ultali pM ilivi, ed il µrobl e;na i;:rienico é a ncora r ido tto al m iglio r mezzo d i rendere i tessuti invulnerabili. Vi è 'fUal c he ragione per ritenere che il ferro il clorato di potassa , il creosoto e vari altri medicamenti l'i oppongon? a l pr o~es;:o di. desinteg razione , e pre vengono od arrestino lo sviluppo d1 certe malattie; ma una cosa é il ritenere la loro azione come germicida, un'altra i! il riconoscere l' influenza inibitrice di certe medicine
Veniamo ora allo studio dei leucociti in rapporto con i mi · crorganis mi, ed a l progresso che si va facendo in ques to senso. Qualc he tempo dopo la scov erta dei corpuscoli bianchi, venn ero fuo ri molle idee sulla loro origine, il loro modo di produzione, la loro azione fisiologica e patolooica. La loro relazione con l'infiammazione e con la febbre la loro attiva partecipazione alle mslatlie come quelle che affettano le ton!<ille dove s i riscontrano in abbondanza, sono tuttora soste, nule da molti patologi.
Le più recenti esperienze di Metschnikoff'han diffuso nuova luce. su tale. s.ogg~tto, quo~tunque Koch dica che l'opinione che I leuc~c1t1 resistano a, ba tteri va sempre piti perdendo terreno. L1ster mette in rilievo i fagociti scoperti da Met!'chniko.lf, mentre _Zie~ler e Grawitz dànno maggiore importanza ~· cor pu.scoh. dei tessuti ben distinti dai leucociti, ma ~on spr~~ano 1 ~atti della moderna azione conservatrice che 1 leucoc,tr ~serc1tano sui microrganismi settici O p!ltogeni. ~ullon drce che qu'lndo un microrganismo entra nel corpo animale,. i l~ucociti lo altaccan0 e tentano di distruggerlo. Metschmkoff ten e ndo nell'ac1ua molte daphnire vide entrare nel corpo dei traspare nti piccoli crostacei alcune spore le quali germiaa:ano, ed erano poi disperse per tutto il c;rpo dal sao~ue c'.rcolan~e negli spazi lacunari dell'animaletto, indi depositale in parti nelle quali la circolazione era piti le nta cioé n.clle cavi~a interno del mantello e nella cavità cefalic~. Ivi 8 '. rac~glrevano dei cumuli di conidii che erano attaccati ùivoralJ e digeriti dai leucociti, e se i conidi erano molti pe; uno cellula, ~!tre cellule si aggiun gevano a questa formando una cellula gigante capace di comballer e con l'invasore. se 16
Rivista
i lcucocili supe1·avano le spore, la daphnia viveva, ~e no, 1 coniJii invadevano il piccolo crostaceo che moriva.
SuLLon, dietro un prolungato studio sulla tubercolosi degli uccelli, ha visto che I vasi s1rnguigni che sono in connessione con i noduli tubercolari, hanno dei cumuli Ji baeilli nel loro interno, e si è convinto che da qualunc1ue sorge nte pr ovengano, sono sempre introdotti pel canale alimentar", Il s i uprono un passaggio attraverso le pareli intestinal i, do ve !"ono circondati e distrulti dai leucociti. Quivi nuovi IPucociti continuamente affluiscono e rinforzano la battaglia, ndJa qual11 molli leucociti muoiono, altri si fondono insieme per formar le cellule giganli, i lencociti morti formano cellule di pus e danno origine ai centri caseosi dei noduli tubnco lari, mentre ai <'onflni di questi noduli, nella zona bac illifel'lt: il conflitto continua. Da quesli noduli i bacilli sono porLa via <lai leucocili o dalla corr enle sanguigna, ed il contlit ricomincia in un altro luogo, ma se il mezzo é opportuno i bacilli si moltiplicano rapidamente, invadono tutto il sisle corporeo, sor go no dei noduli nel fegato, nei polmoni, nel ce vello, nella pelle, ed invano le cellule giganti che posi;o divorare più di 20 bacilli combattono, insor~ono distu rbi nerali nell'organismo, si eleva la temperatura del corpo, l'animale muore.
L'importante secondo l'autore é che i medici pratici si suadano della mutabilità delle vedute sulle malattie mie fitichc, e comprendano come ciò che da molli si ritiene cono!sciulo Pd accertato, è ancora nel campo della speculi zione. Ciò ,:. importante perché, mentre i pratici rispondo a tutte le prove r eali sul contagio, sul bisogno dell' iso mento, sulle disinfezioni, sono assediati dagli ullraconta nisli, i quali prescrivono un mondo di rnanipolaziom e d solamenti impossibili in pratica, e che poi non riescono impedire la presenza dei batteri. t necessario una r i conformità ai fatti reali, ma bisogna pensare che molti tivi risultati provengono dall'agitazione e dal rinfo rzo di que restrizioni che sono fondate sovr a evidenze in~omplete.
DI \ "UTOMIA E FISIOLOGI\
sull&materia piogena nelle cellule dei batteri. _ H. BucttN~;H. - (Ce1itmlb. fii,· die med. Wi1111eseli., N. 4X, 18!)0).
Il Bu clmer ave··a fatto l'o!>servazione che nella inalazione 0 iniezione dei bacilli del carbonchio nella trachea dei coni~li, il detritu~ grAnulare dei bacilli che subilo si forma è accnmpognato da una violenta irritazi one infiammatoria del t,•ssu to dPI polmone, mentre con l'applicazione delle sole spnre manca o~ni apprezubile irritazione. Ciò con lusse il Bucii11 er a pensare cl,e la causa d1imica prossima della iotìammazione e suppurazione bacilla r e come della febbre bacillare, potesse essPre il conleDuto plasmatico, g:li albuminati delle cellule dei batteri. QuesLa opinione cercò di dimostrare nel ~odo seguente: - Preparò una emulsione acquosa Ji colture dt patate del pneumo-bacillo del Friedlànder lo fece bollire un'ora e mezzo per sterilizzarla e discio..,.Ji~re le sostanze solubili e la lasciò riposare per 14 "iornt D el denso deposito dei batteri e del liquido chiaro ;.,prc1stantc furon o iniettate e~uali quanlilà sotto la cute di un coni,,.lio. li risu luilo fu che la soluzione chiara non produsse lra:cia di suppur~zio~e, il deposito dei batteri al contrario provocò nello spazio ù1 48 <>re forte suppurazione asettica. Onde il Buchn er tenne _per dimostralo che la sostanza piogena attiva della emulsione é primariamente contenuta nelle cellule dei batteri.
Per ~eneralizzare questo esperimento l'autore lo ec;eauì oltrech é col pneumobaci llo, con altre 16 specie cli batter~ 11' ric;ultato fu in ~utti lo stesc;o e perfetlamente eguale a quello del p~enmobac1llo; tulle le emulsioni di batteri da vano suppurazione. Questa comune azione piogena dei balteri fa credere pr<Jbabile che gli albumina Li del plasma dei batteri siano la causa di quella. E in •1uesto concetto si ra tformò pel fatto che_ ''.ag~iunla della soluzione di violetto di metile, che come tutti I colori basici delranelina entra in combinazione chimica con gii albuminali del plasma dei bitLteri, annulla completamente razione piogena di una emulsione di pneumobacilli.
Per la soporazione della sostanza attiva del corpo dei bat·
lllV!STA Dl AN.\TOMIA E F1Sf0L0GIA
Lerì il Buchner si con,Jus;.e nel modo sei,menle: da :e, co lture di palal~ furono d1ligentemcnte r aschiali i p11eumobacilli, stecn. pera ti in 20 volle di una soluzione potassica al 5 p. 100 é con la bollitu ra per i- a 7 o r e disciolti e fill r Ati. Erano quindi leg. gcrmenle acidulati con soluzione allungata di acido c lorid rico o acetico e cosi pr ecipitava una sostanza che dava le reazioni della albumina e dal Buchner denominala proteina pneumo. bacillare. Inie ttala questa sosta nza sotto la cute dava sol o lievi fenomeni irritativi locali; invece intro<lotla sotto la c ute in tubelti di vetr o provocava manifestamen te la suppu razione e l'esame con il ::nicroscopio e la coltura testimoniava la mancanza di batteri.
Rivista Di Te Rapeutica
L a. c at a.foresl elettrica del subllrua.to. - Dotl. r:11RM ANN di Vienna. - l\lemoria presenta ta al Congresso internazionale di Berlino. - (Allyem. W iener medfa. Zeitu nu, N. 39, 1890).
Da g ran te mpo s i va cercando un m odo di applicazione del mercurio che sia poco incomodo pei malati e nello sleS! tempo valga ad introdurre sufficiente quantità di mercurio nell'organismo e permetta di dosare o in certo modo di g ra duare la quantita del mercuril). Con l'antico metodo delle fregagioni si possono introdurre sufficienti quantità di mercurio, ma non esallamente de terminabil i; e mollo di pende dal modo di esecuzi one. I metodi delle iniezioni non han no questo inconveniente ; ma sarebbe desiderabi le tro,·a r ne uno con cui si potesse intro durre nell'organismo sufficiente quantità di m ercurio senza necessità di far prima una lesione. Da lungo tempo il dolt. Ehrmann aveva pensato di appli· care la catafor esi elettrica delle soluzioni di sublim alo a
Rivjsta 01 Terapeutica
,cof'O terapeutico. Egli fece le prime prove ponendo una e,.,lremilà in 1111 vaso co11 soluzione di sublimato che agiva come <1noùe e un'altra in un secondo vaso di met&llo che agivu come calode . Con ciò avveniva che tutta Ja corr e nte che entrava nel corpo in questo rimaneva e di nuovo usciva per l'altro eleltrode. Secondo questo principio esegui il seguente esperimento: pose la sua mano in due va~i pieni di soluzi one allungata di viol e tto di m e til ene, nella quale erano imm er se delle lastre di zinco come elettrodi e fece passtire una corrente di 15-20 m illiamper e per 5-1 0 m inuti, e quindi osservò che all'1mode le boccucce di lutti i follicoli erano colorali col violetto di metilene e col calode no; onde concluse che le sostanze di~ciolte penetra no per l'anode.
Per proposta del prof. Gàrlne r , l'Ehrmann fece altri sperimen ti sottoponendo alla cataforesi tutto il corpo nel bagno a dop pi scompartimeuti, dal Garlner stesso costruito. In questo bagno la corren t e pussa attraverso il corpo e anzi Jateralmen le essendo la tinozza divisa in due pa rli da un tramezzo in modo che il corpo è obbligalo a stare con la parte superiore in un vaso e con la inferiore in un altro, ed in ambo le celle è posta una lastra di zinco in una com~ anode e nel. l'altra come catode. Una correnle di una determinata f<trza può far penetrure in un corpo poroso 500 volle tanto liquido 11ua11lo nello stesso tempo ne scompone per la elettrolisi. In queslo bagno furono dapprima sottoposti all a cataforesi del sublimato tre persone sane, e da principio con molla precauzione con soli quattro grammi di sublimato ed una corrente di 100 milliampere della durala di 1~-20 minuli. Già il giorno dopo il bagno si palesavano quantità di mercurio :iimostrabili qualitativamente e dipoi delle quantità fra 1,4 e 1,9 milligr ammi che spari \'ano all'ottavo giorn o. In un caso r elativo ad un bagnarolo, il merc urio era già scomparso al quarto g io rno, probabilmente perchè costui lavorava lutto il giorno in una atmosfera umida. Ora siccome se~ndo. le esperienze dell'Ehrmann la penetrazione del li ~ quid~ si ra per l'apparato g landolare , così é da credere chr in questo ca so l'abbondante secrezione abbia procu - rato la eliminazione del snblimato per la via dell'appa rato l'ollicolare .
Le a'Jtre esperienze furono falle su maiali si.filHici ; in tutto furono sottoposti alla cataforesi 34 malati, dei quali a e rano nel periodo della eruzione con la sclerosi. Uno aveva un forte edema t111ro con fimosi e sifilide papulosa. Egli fece 15 bacrpi in una corrente dello forza di 150 milliampere della durai: di 30 minuti; il bagno conteneva 8 grammi d i s ubJi. malo; a questi dapprima erano aggiunti 60 gr. di acido solforico pe r precipitare i sali di calcti che formano u na combiuazione insolubile col sublimato; mu poi fu usala pel bagn acqua già bollita, i11 cui i sali ui calce si er ano già depositali, cosicché si poteva fare a meno di aggiungere l'acido solforico, il quale diminuisce la forza cataforetica della cor rente elettrica. Dopo 15 bagni i sintomi e l'esantema er ano svaniti.
In altri due malati furono ratti in un caso 2l:I bagn i, ne raltro 30. Avevano ambedue una sifilide m aculo-pap ul osa sderosi grossa come nocciuole che svanir ono dopo i hagn Questi sono dal maggio in osservazione e aon si è man ifesta alcuna recidiva
Delle forme più tardive del periodo s e condario furo no e rati tre casi con psoriasi palmar e in par te con, in pa senza esantema maculoso. I n un caso in cui e s is teva pu una sifilide maculosa furono fatti 35 bagni, nel terzo non avvenne a lcuna recidiva, nei primi due dopo tr e mesi manifestò un leggero esantema con p«pule s ulla lingua. cinque casi furono curati dei condilomi piaUi all'ano e d ai g nita li . Oopo 8-10 bagni eransi dileguati. Localmente non adoperato a lt r o mezzo che delle spolver izzaz ioni con polve di laico. Finora non r::i sono osservate r ecidive.
La maggior parte dei maiali presenavano fenome ni alla l rioge , alle fauci , ndla bocca e dall'Ehrrnann s t esso ne furo osserva ti -; casi. Il minor numero dei bagni clie foce s par i q nesti fenomeni fu di 6, il maggiore di i8. Tre volle accaddero cidive nna volta un mese dopo 8 bagni, due vo lte tre mesi <lo ' . 9 e i1 ba~ni. A questi debbono aggiunger si molti casi e
Di Terapegtica
50110 svllo la osservazione Jel pr of. Stock e il di cui clecorso 6 mollo favorevole .
Di forme molto gravi furono trattali due casi: uno era una sifili<le a pic,:ole papule recidiva, ·quattro anni dopo la infezione con papule neUa bocca. Le papule della bocca sparir ono Jopo 27 bagni, la sifilide dopo 48. Il secondo caso era di una povera donna molto deper ita. E ssa aveva una sifilide papuJoscJ a grosse papule, una irite con forte chemosi e sinechie. La malata fece i bagni dai,prima ogni tre giorni, poi ogni due &iorui quindi ogni giorno. Dopo ii' nono bagno comparve una ~gger a diar rea che fu facilmente frenala dopo sospesi i bagni, col decotto di salep . Dopo il quindicesimo bagno era svanita la chemosi. Dopo 22 bagni, a v~ndo la malata preso la influenza, dovette sospendersi la cura per 14 gio r ni. L'irite 0 0 11 fece p'rogressi. Dopo 38 bagni sparì il rossore ciliare in due punti corrispondenti alle sinechie . Dopo il 54° bagno la malata incontrò un violento cata r ro bronchiale che rese necessario il riposo a letto e la sospensione dei bagni. Dopo dieci giorni, senza che l'occhio prirnitivamente ma lato fosse mollo alterato, apparve all'occhio s inistr o il rossore ciliare ed una recente sinechia. Furono fatte alla malata cinque fregagioni, dopo le quali tu tti i fenomeni si dileguarono ed oggi, dopo tre mesi, essa è guaritlj. I n questo caso appa1·entemente sfavorevole fu per ò manifesta l'azione della·catafores i, poichè la malata ebbe ripetute diarree che cessarono d,opo la sospensione dei bagni. Del resto recidive dell'irite si hanno quasi di regola in qualunque altro metodo curativo. Così l'Ehrmann cita un caso in cui ad una maiala fu fatta la escisione della !"clerosi e 30 frizioni preventive. Al terzo giorno dopo la iniezione le sopravvenne una iri te sierosa che sparì con cinque frizi.oni; pochi giorni dopo ebbe una irite papulosa che richiese 40 frizioni, e cinque giorn i dopo la cessa z ione della cura si manifestò il rossor e cilia re che r ese necessar ie nuove freg agioni.
In 14 casi l'Ehrmann usò i bagni di !oublimato in modo in · termiltente, da 10 a 15 secondo il bisogno. I11 due casi avvennero recidive. Come fenomeni di avvelenamen to si manifes~arono in due casi dia rrea, in un caso lo ptialismo, in un allro caso un eczema squammoso che guarì con runHuento de::! \,Vilson e spolver iz zazioni con polvere di riso. li mentolo in soluzione al 20 p. 100 con olio é stato raccomandalo contro la furuncolosi del condotto uditivo esterno. Si usa introducendo nel condotto un tampone di ovatta inzup· palo della sol uzione, il quale si cambia una volta il g iorno. Il metodo è semplice; ma in molti ca11i il men tolo produce u n m o lesto bruciore che non è toll era to da tutti i malati. In pochi casi que s to rimed io riusci come si voleva ; on de il s uo uso deve essere raccomandalo sf'l o òopo la spa cca tura e lo scue• chiaiamen to del furuncolo.
Fu pure analizzata l'urina in quattro malati. In unç, che anche qua llro anni prima aveva usato il mercurio, dopo 15 bagni, l'orina presen tò 1,9 milligram mi di mer cu rio; il se. condo, non stato prima sottoposto ad alcun trattamen to , dopo 30 bagni mostrò 1,4 milligram mi di mercu1fo nella o rm a. il terzo osservalo dal Gàrlner dopo 26 bagni 1,9 milligrammi e il rr uarlo dopo 16 bagni 0,6 milligrammi.
Ultimamente i bagni sono stati fatti fa r e ogni giorno od ogni due gior ni con 12 grammi di sublimalo ugualmente ripartili nelle du e celle. La forza della co rren te é di 200 milliampere, In durata una mezz'ora. Dopo un quarto d'ora la corrente è invertila, dappoichè la penetrazione del sublimato , come il Gartner ha provato, si fa solo per l'anode; così col tempo ne ~arà entrato tanto che un di più non ne può entrare per l'appa. rato follicolare; quindi bisogna invertire la corrente; io tal modo il primo cA lode d iventa anode.
In conclusione dalle precedenti osservazion i emerge chiaramente che con la cataforesi si può in trod urre nell'or ga • ni s mo il me rcurio in tal quantità da bastare a scopi te rapt•utici.
Sul valore t erapeuti co di alcani nuovl rimedi lntrodottl nella pratica delle malattl e d e glt oreoobl.Dott. S1G1SMONDO SzENES, di Budapest. - (Allg em . med iz. Zeitung, N. 2\ 1890).
Contro la stessa malattia é stata proposta una soluzione al
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l UO di acet.alo e tartrato di allc B'l ina, una sol uzione alP· l OOO di sublimato ed anche l'acetato di allumina alluni i P· · d 1 . . . I con quattr o parti di acqua. Le prime ue so UL1001 ID agato b · . d .. 1 ' d · casi s i d imostrarono molto uom rime 11, so o pero opo cun• I l ' tt· · cisiooe o l'ap,~rtura spontanea del furunco o; u tmo la in . . Il . .. . . d.ff d l rriova per cal mare 11 dolore ID .q~e .e 10uammaz1om I us~ e. " doUo uditivo che soglions1 aos1gnare come suppurazioni con I I · · roniche dell a cassa del timpano. Tulle e t r e e so uz1001 cono usate tiepide pt'r instillazionP 8
La alice rina fenicata al 15 p. 100 è sta ta usata dal Szenes nel . rimot:>periodo delle infiammazioni acute dell'orecchio medio, :olo però quando esis te una iperemia diffusa della. me~brana del timpano senza secrezione nella cassa. In pochi casi calma semplicemente il dolore, non in tutti i casi può impedire la suppurazione, poiché i11 3 casi su 16, non ostante l'acc~rata instillazione della glicerina fenicata, avvenne la s uppu raz ione.
La creolina (5 gocce in mezzo litro di acqua) iniettata ne ll'orecchio, è s tata raccomandata nelle suppurazioni croniche della cassa del timpano. Il Szenes trova poco conveniente questo procedimento, poiche non essendo il liquido trasparente, non si può rico noscere la qualità della secrezione cac· ciata fuori La c r eoli na deve essere prescritta ai malati solo quando è lasciata a loro la cura di fare le schizzettatur e, poichè, non essendo velenosa e n on potendo arrecare alcun danno, è preferibile in questi casi a tanti alLri mezzi usati. l'); molto a pprezza bile la efficacia di una pomata al 2 p. 100 di creolina nell'eczema acuto del condotto uditivo esterno e del padiglione.
Dei medica menti polverulenti che per lo più sono insufflati nel condotto uditiv o esterno, nelle otorrea con perforazione della membrana del timpano, dopo le schizzellature e l'asciugamen to dell'orecchio , il dott. Sze nes ha provato l' iodolo, il salicilato di bismuto e l'aristolo recentemente raccomandato e 11 già da lungo tempo usato per ope ra del Bezold, acido borico. Dai primi tr e poco s i può sperar e, ed essi hanno anche l'inconveni ente, che quando si è formata nella cassa d e l limpano pora s uppurazione, riman gono affatto asciutti. L'acido borico invece può esgere adop erato in lutti i casi in cui la perforazione della membrana del timpano é sufficientemente g r ande e situala in conveniente luogo, quando non esiste carie della catena degli ossicini, né delle pareli della cassa dei timpano, ed inoltre quando non é affetta l'apofisi mastoide, ossia in tutti i casi nei 'juali non è da temersi ritenzione di m1:1 r cia , le sue conseguenze. L'acido borico iusufllato cagiona all'infermo, specia lmente quando arriva alla perforazione una sen sazione !:'imile a quella di ac'(ua che bollisse nell'orecchio, ma dura poco e sparisce senza lasciare traccia. Se il giorno ap,presso non si trova più a cido borico nell'orecchio, come si vedeva il giorno avanti dopo la insuffiaziQne, allora si schi zzetta di nuovo l'orecchio e si asciuga e si torna a insunlare poco acido borico nel condotto uditivo esterno. Nella maggior par dei casi di otorrea acuta un trattamento polverulento è s u perftuo, d1:1ppoiché suole avvenire a guarigione coo le sole gole di pulizia.
L'acido lattico in soluzione al H p. 100 é stato racco mandalo rontro le olorree croniche, ma il Szenes dovette pres rinunziarvi, poiché anche sulla pelle del condotto uditiv esterno e del padiglione agisce da caustico e quindi è mol doloroso.
La cocaina in soluzione al i--10 p. 100 é stata raccoman data contro i sussurri degli or~cchi portandone alcune goc per mezzo del catetere attraverso la tromba di Eustachi nella cassa del timpano. Il Szenes la usò in 14 casi sussurro degli orecchi, ma solo in quei casi nei quali il s u surro non si era potuto far cessare con altri espedienti Spesso anche quando le iniezioni furono continuate per pii\ settimane il risultato fu nullo. Tal modo di cura deve usal'SI con molta precauzione, poiché anche quantità m inime di co.. caina hanno potuto cagion1:1re fenomeni di avvelenamento che si manifestarono in forma di nausea, vertigine, spossamento, vomito; ffuesli sintomi il Szcnes li osservò solo in tre cas i, ma altr i autori ricordano più frequenti fenomeni di avvelenamento.
Il Szenes rifer·il"ce anche su l valore del massaggio che egli vede frequentemente usato nella clinica delle malattie degh orecchi di Praga. Egli lo usò in 16 casi della $Ua pr atica pri-
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la con buon ri s ultalo. Il massagg io fu usato nelle infiaru,a oni acute della membrana del timpano, però solo dopo maz1 . ù h . . . . 1· ·1 c-essata la suppuraz10ne, e anc e in quei c~s1 ne, qua 1 '. pro,.0 non era ancora passato a suppurazione, ma esisteva ces~ nella cassa del timpano un poco di secrezione che non poteva essere fatta riassorbire col metodo ordinario della pe ra elastica o c.lel catetere.
Le inlezt oni i p odermic he di s ublimato nella sca rlattina e n ella. difteri te . - Nola preventiva del doll. GrnSEPP1' IAco1..r1N1. - (ll )forgagni, parte 1•, novembre 1890).
La scarlatLina e la difterite, senza discutere qui se son due entità clinich e dh·erse, o, come altri sostiene, due poco diverse manifestazioni d'un unico processo morboso dovuto ad un unico g@rm<~ (Zienety), sono certo due malattie delle peg••iori che banno affalicalo in ogni tempo i terapisti per la ri" cerca di un sistema di cura.
Dopo avere inutilmente tentalo lutti i soliti mezzi, l'autore pensò di tentare il sublimato (1 centigr. al giorno) per via ipod ermica, nella cura della scarlallina e della difterite e ne ottenne ottimi ris1,1ltati.
Come andrebbe intesa l'azione farmaco-dinamica del ::;ublimato in qu"'s ti c8si f
La scarlattina e la (lifterite, indubbiamente, sono malattie d1 natura infettiva, le cui manifestazioni locali seguono l'infezione generale; il sublimalo, quinùi, in quesli casi, spiegherebbe la sua azione deleteria sulla vita dei germi che sono causa di queste infezioni, e la sua ozione sarebbe generale primo per la modificazione che induce s ulla temperatma e sullo stato generale, ecc.; locale poi nell'alto della sua eliminazione, venendo fuori lraverso organi, pei quali pare abhiano special(} elezione (reni faringe).
Una interpretazione cosi fatta presenla la massima ver isimiglianza, essendo essa razionatissima ed in lullo conforme alle dollrin e generalmpnte accettate a proposito dellP malattie e del farmaco.
Contro un trattamento così fallo non si potrebbe muovere altra osservazione fuori di quella di non dover s i far molto a fidanza con un rimedio che ba una indiscutibi le azione d _e preSSIV8 SUI normali poteri dell'organismo in atfozioor che hanno per nota distintiva g iusto il grande abbassamento di questi pt1teri.
L'obiezione però non è di gran momeuto.
II falle, del miglioramento degli infermi sotto l'azione di questa cura, è veramente la più eloquente smentita· ma v'è d. più e~ è l'effetto utile che, in circostanze svariate in r.ui que: poteri sono gravemente compromessi, si ottiene colla cura mercuriale, in affezioni anche non sifi litiche, come la peritonite, la meningite cerebro.spinale, l'idrocefalo, ecc., senza tener conto delle malattie diverse di spettanza chirurgica, trat . tate, come oggi si usa, con medica tura al sublimato.
Del Somnal. - Dottori VENANZIO e S 1GHI CELLI. - (G~ze tta deg li ospitali, N. 25, 1890).
Da non mollo tempo un farmacista di Berlino, il Radlaner mescolando parti uguali di cloralio, di uretano e di alcool eti~ li.co a 96° e scaldando la miscela sotto una determinata press10oe, ottenne un liquido incoloro, cristallizzabile in aghi, di sapore amaro, di effetto ipnotico, a cui diede il nome di Somnal.
La formola da adottarsi per uso terapeutico seguente:
Somnal . . . gr. 10
Acqua distillata . . » 45
Sciroppo d'aran cio . » 20
Di questa soluzione se ne deve propinare un cucchiaio da tavola alla sera, colla quale dose corrispondenle a 2 gr. di farmaco, si avrebbe, dopo appena m ezz'ora dall'ingestione, un sonno della durala da 6 ad 8 ore.
Non ostante che le esperienze finora fatte co n questo nuovo rimedio fossero assai scar se, ed i risultati di esse ancora mtil determinati, tuttavia, in s egaito ad incoraggianti notizie pubblicate dal dott. Zagorski, gli autori vollt>ro sperimentar e
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il somna l , e !<e il nume ro delle esperienze loro non ha potuto essere mollo g r ande, perchc da poco il rimedio è s lato importato e in scarsa quantità, e s se però sono molto concludenti , avuto ri guardo specialmente alla qualità dei maiali sottoposti alla esperienza, perchè in essi il fenomeno del!' insonnia era costante e difficile a vin cer s i cogli altri ipnotici più in uso.
Ecco i risultali dello studio fatto dagli autori s u questo medicinale nuovo: s• La du ra ta del sonno oscilla fra un massim\l di 9 ore e un minimo di mezz'ora ; la media ò di 7 o re i.ll'incir~a.
1• Si può asserire con sicurezza che il So mnal non. produce gravi dislurbi gastrici, perché l'appetito e le digestioni non si mostrarono alterati, anche negli infermi che ne presero ripelulamente 4 e 6 gr.
2' Il c;.;o re no n subisce, con dosi di 2 a 6 gr. modificazioni di ril ievo; il polso difatti si mantiene regolare, sebbene si faccia alquanto più fr equente e più piccolo poco dopo la ingestione, salvo a riprendere i suoi fisiologici caratteri quando il sonno è in cominciato.
3° Il respiro non si mostra moclificalo nè io frequenza né in profondila.
4° II Somnal produce con grande facilità la vasoparalisi facciale (Rash), certamente in rapporto colla modificazione funzionale d e l simpatico cervicale che è tanto più facile a manifestarsi, e tanto più intensa, quando si introduca nell'organismo anche una piccola quantità di alcool, quale è quella che si contiene nella razione di vino che viene bevuto ai pasti. Il detto fenomeno dura cinque o sei ore all'incirca, e non si accompagna nè a cefalea, né a vertigini.
5° La dose di 2 gr. può essere efficace soltanto nei casi di leggero insonnio, non in quelli di insonnio grave e ribelle, specialmente s e dipende da stati di eccitamento del cervello.
La dose più efficace é quella di 4 gr., con cui è difficile non ottenere un sonno della durata di 5 o 6 ore almeno.
6° Il sonno non si verifica che raramente, solo dopo mezz'ora dall'ingestione del Somnal; in generale passano 2 ed an che 3 ore, più di rado 4 e 5 prima che si ottenga l'effetto voluto.
. 7· ll Som~al tigisce meglio che nei maiali 1!1 m~n t,, 8 fo rma depressiva che i11 quelli a forma espansiva .
R iassumen 'io:
. Il Somnal può consider a rsi come un ipnotico meritevole ?1 essere adottato, per la du ra la e la qualilé del sonno ch e mduce , per la sua r elativa innocuità., eù anch e per il suo p_rezzo, che non è g uarì elevalo ; ed il suo m odo di agire ricorda assai da vicino le proprietà terapeuliche dei suoi due precipui componenti, il ,cloralio e l' uretano.