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Introduzione Finalità della ricerca e fonti utilizzate

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Bibliografia

Bibliografia

Introduzione

Finalità della ricerca e fonti utilizzate

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In questi ultimi anni, nell'ambito di una generale ripresa degli studi di storia militare e raccogliendo anche alcune sollecitazioni provenienti dalla storiografia francese (1), gli storici italiani hanno rivolto un'attenzione maggiore rispetto al passato alla tematica della coscrizione (2): un'analisi di largo respiro sulle leve militari eseguite in Italia dall'unità alla grande guerra si è saldata ad alcune ricerche di carattere locale, mentre diversi studi sono stati dedicati alla selezione sanitaria dei coscritti e ai comportamenti di rifiuto del servizio militare (3). Questa ricerca intende delineare il rapporto esistente tra la popolazione e l'obbligo militare nella provincia di Forlì nel quinquennio successivo all'unità. La scelta di limitare l'analisi a questa unità territoriale circoscritta e a questo arco temporale ristretto dipende da due ragioni di fondo: la prima concerne la peculiarità del caso forlivese nel quadro della coscrizione italiana post-unitaria, mentre la seconda è di ordine metodologico. La coscrizione obbligatoria entrò in vigore nella provincia di Forlì soltanto dopo l'annessione allo stato unitario. Questa circostanza consente di cogliere, allo stato nascente, l'atteggiamento della popolazione verso l'obbligo militare. A un livello più generale, dato che la chiamata alla leva rappresentò una delle prime occasioni di contatto con la nuova realtà statale, la coscrizione rappresenta un'interessante angolo visuale per valutare la reazione popolare allo stesso processo di unificazione nazionale (4). L'introduzione del nuovo obbligo provocò un forte malcontento e le prime leve militari postunitarie furono caratterizzate da massicci fenomeni di renitenza e diserzione, che pur non raggiungendo i livelli quantitativi toccati da altre realtà territoriali (le Marche, l'Umbria e gran parte dell'Italia meridionale), suscitarono la preoccupazione delle autorità governative. Già a metà degli anni sessanta, tuttavia, le resistenze a prestare il servizio militare erano scomparse e il numero dei refrattari diventato del tutto irrilevante. Nel corso di pochi anni, quindi, la provincia di Forlì era passata dal rifiuto ad una sostanziale accettazione del tributo militare. La rapidità con cui si realizzò questa evoluzione differenzia il forlivese da altre aree del paese caratterizzate da un'alta renitenza iniziale, nelle quali questo processo richiese tempi più lunghi. La ragione di carattere metodologico è invece rappresentata dal tentativo di verificare come operassero i meccanismi della coscrizione all'interno di un'area circoscritta, senza tuttavia dimenticare il quadro di riferimento regionale e nazionale. Questo obiettivo rimanda strettamente all'individuazione delle fonti utilizzabili. La fonte principale per uno studio sulla coscrizione, anche se come si vedrà meglio in seguito non sempre la più significativa, è rappresentata dalle relazioni sulla leva e la situazione dell'esercito che venivano annualmente pubblicate dalla direzione generale delle leve, bassa-forza e matricola del ministero della guerra. Responsabile della loro redazione era il generale Federico Torre, che mantenne la carica di direttore dal 1861 al 1891 (5). All'inizio del suo incarico Torre espresse programmaticamente l'impostazione che intendeva dare alle relazioni: in esse doveva essere "descritta la condizione sanitaria e dei giovani chiamati alla coscrizione e degli uomini già sotto le armi" e "indicata la condizione disciplinale dell'Esercito e lo stato morale del medesimo sia rispetto ai delitti ed alla giustizia sia rispetto all'istruzione" (6). Torre riuscì sostanzialmente a raggiungere l'obiettivo che si era proposto: le sue relazioni non solo sono ricchissime di dati e tabelle statistiche, di calcoli percentuali e confronti su scala internazionale, ma contengono anche, al di là della bruta evidenza dei numeri, uno sforzo, certo non 3

sempre soddisfacente, di interpretare criticamente la realtà sociale che emergeva dal filtro dal reclutamento. Lo stesso Torre era d'altra parte conscio dello spessore investigativo del suo operato: "questo mio lavoro non è una nuda narrazione delle operazioni varie delle [...] Leve, ma contiene svariati confronti sulle condizioni fisiche e morali de' coscritti [...], e quel che più monta raccoglie con copia e diligenza dati statistici importantissimi, dei quali potranno giovarsi di più maniere persone ed in special modo gli studiosi di cose militari" (7). Indubbiamente la leva militare, grazie alla ricca documentazione prodotta dal personale incaricato della sua esecuzione, rappresentò per il ceto dirigente un'importante occasione per approfondire la conoscenza delle condizioni sociali del paese, seppure limitatamente alla fascia di popolazione maschile soggetta all'obbligo della coscrizione. Sotto questo profilo le relazioni sulla leva rientravano quindi in quel più generale sforzo di analisi del paese reale che fu messo in atto all'indomani dell'unificazione nazionale dalla classe politica del nuovo stato (8). Con la mediazione della statistica, disciplina ausiliaria e quindi "neutrale" per definizione, si cercava di ridurre la complessità del sociale ad una rappresentazione numerica o grafica, nella convinzione che un'approfondita conoscenza della realtà costituisse il primo presupposto per esercitare un efficace controllo su di essa (9). Le relazioni di Torre costituiscono quindi un punto di partenza irrinunciabile per un'analisi dell'universo della coscrizione. Il loro maggiore pregio consiste indubbiamente nel già ricordato sforzo di Torre di non limitarsi esclusivamente ad una esposizione dei dati orientata in senso esclusivamente militare, cioè in funzione della necessità pratica del reclutamento. Ovviamente, data la finalità amministrativa di questa documentazione, è prevalente nelle relazioni lo spazio dedicato ai risultati conseguiti dalle diverse leve, ma Torre non tralasciava di riportare anche tutta una serie di dati di interesse sociale raccolti durante le operazioni di reclutamento. Accanto ai dati relativi alla renitenza e al volontariato, alla diserzione e alla struttura dell'esercito, troviamo infatti tabelle sulla statura, sulle malattie e le imperfezioni fisiche che avevano dato luogo a riforma, sulla struttura professionale e sul grado d'istruzione dei coscritti. Le relazioni di Torre costituiscono perciò una fonte dalla duplice valenza storica: se da un lato consentono di seguire le differenze geografiche e l'evoluzione nel tempo del comportamento militare dei giovani soggetti alla coscrizione, dall'altro forniscono informazioni relative allo stato socio-economico, sanitario e culturale di un campione significativo, anche se ovviamente non rappresentativo, della popolazione italiana. Le relazioni ministeriali, tuttavia, a motivo della loro finalità amministrativa, presentano, ai fini dell'indagine storica, alcuni limiti che diminuiscono la significatività delle informazioni rese disponibili. Un primo limite è rappresentato dal modo in cui vengono organizzati dal punto di vista territoriale i dati raccolti. La suddivisione amministrativa utilizzata è quella del circondario. L'analisi geografica può quindi svilupparsi ad un livello abbastanza specifico, ma ancora non sufficiente ad evitare il rischio di generalizzazioni. La diversa natura del suolo e le differenti caratteristiche insediative e produttive presenti all'interno di uno stesso circondario, come si vedrà in seguito, sono infatti variabili strettamente correlate con il comportamento militare dei coscritti appartenenti ad esso. La complessità e la varietà di situazioni esistenti nella medesima unità territoriale vengono invece completamente annullate nei dati aggregati delle relazioni ministeriali, che forniscono quindi un'immagine forzatamente unitaria e indifferenziata di ogni singolo circondario. Le relazioni, se rendono agevoli i confronti su base circondariale o per ripartizione geografiche più estese, non consentono invece di approfondire l'analisi verso il basso, su realtà territoriali più piccole e omogenee (il mandamento o il comune). Un secondo limite delle fonti ministeriali consiste nell'assenza di informazioni relative all'estrazione professionale dei coscritti che siano di fatto utilizzabili per un'analisi del loro comportamento militare in riferimento a questa variabile. Torre indica infatti soltanto il mestiere degli arruolati. Un dato di questo tipo, non solo rende impossibile valutare, ad esempio, la diffusione della renitenza o del volontariato all'interno dei vari gruppi professionali, ma non consente neppure di calcolare un indice di arruolamento in relazione alle diverse professioni. La 4

scelta di limitare l'indicazione del mestiere a una parte dell'universo dei coscritti dipendeva dall'esigenza pratica del reclutamento che era all'origine di questa documentazione: tale informazione diventava rilevante solo in relazione a coloro che entravano di fatto a far parte dell'istituzione militare. La finalità del reclutamento influenzava inoltre le stesse modalità di presentazione di questo dato all'interno delle relazioni ministeriali. La necessità di individuare specifiche figure professionali (ad esempio maniscalchi e veterinari, medici, addetti ai commestibili), al fine del loro assegnamento a determinati corpi dell'esercito (cavalleria, sanità, sussistenza), condizionò infatti pesantemente la scelta dei criteri di classificazione professionale da adottare. Il risultato è un apparato categoriale scarsamente significativo dal punto di vista sociale. Mentre alcune qualifiche professionali, numericamente esigue, o poco rappresentative vengono rese autonome (ad esempio gli artisti e gli artefici in metalli preziosi), altre attività produttive sono raggruppate in un coarcervo indifferenziato (la categoria agricoltori e pastori, quantitativamente la più rilevante, raccoglie senza alcuna distinzione tutti gli occupati nel settore agricolo, siano essi proprietari, affittuari o salariati). Il dato ministeriale quindi, anche se non fosse riferito esclusivamente agli arruolati, sarebbe comunque scarsamente significativo. Questa ricerca, nel limitare l'analisi ad un'area circoscritta, si pone propriamente l'obiettivo di valutare in quale misura le diverse caratteristiche geografiche e le differenti condizioni sociali ed economiche influenzassero il comportamento militare dei coscritti. Le relazioni ministeriali, a causa dei limiti accennati, non sono una fonte utilizzabile a questo scopo. E` stato quindi necessario rivolgersi altrove. Le relazioni di Torre sono in realtà soltanto il prodotto finale e riassuntivo dell'attività espletata dai diversi funzionari periferici incaricati dell'esecuzione del reclutamento. A conclusione delle operazioni di ciascuna leva da tutto il territorio nazionale affluivano al ministero della guerra i dati ad essa relativi da ogni singolo circondario. Sulla base di questi veniva successivamente redatta la relazione annuale. Nello svolgimento del loro incarico i funzionari locali hanno prodotto un'abbondantissima documentazione in occasione delle diverse fasi della coscrizione, raccogliendo un'enorme massa di informazioni che solo parzialmente trovano riscontro nelle relazioni di Torre. Questi materiali, sempre a motivo di una specifica esigenza amministrativa, diversa però da quella che era alla base della redazione delle relazioni, presentano delle caratteristiche peculiari che le rendono assai diverse da quelle ministeriali, non solo per l'aspetto formale, ma anche sotto il profilo qualitativo. Questa documentazione è costituita dalle liste di leva e dalle liste d'estrazione. Le prime venivano compilate dai sindaci all'inizio delle operazioni di reclutamento ed erano un elenco alfabetico di tutti i giovani obbligati alla leva di un medesimo comune. Le seconde documentano invece le fasi successive della coscrizione. Si tratta sempre di un elenco nominativo di coscritti, ma compilato su base mandamentale e secondo un ordine numerico prestabilito. Responsabile della loro redazione era il commissario di leva. La quantità di informazioni che è possibile ottenere da queste fonti è veramente notevole. Di ogni coscritto, oltre ai dati anagrafici, venivano specificati il comune di nascita e quello di residenza con la specificazione della parrocchia, la religione, la sua professione e quella del padre, la statura ed una serie di caratteristiche somatiche, la decisione pronunciata dal consiglio di leva (esenzione, riforma, arruolamento, ecc. ), le variazioni intervenute nella sua situazione militare (ad esempio, relativamente a un renitente, la data della fuga e quella dell'arresto, il processo e la condanna, la grazia e l'assento) (10). Le liste della coscrizione, rendendo possibile mediante una rilevazione nominativa l'accoppiamento delle variabili di status (residenza e professione) con quelle relative al comportamento militare (renitenza, diserzione e volontariato), moltiplicano quindi le possibilità di analisi offerte dai dati aggregati delle relazioni ministeriali e si rivelano "fonte preziosa" (11). La renitenza, la diserzione e il volontariato sono stati assunti come indicatori, certo grezzi ma tutto sommato attendibili, del rifiuto e del consenso nutrito nei confronti della coscrizione (12). Nella ricerca, tuttavia, data la predominanza, nel quinquennio preso in considerazione, di un atteggiamento di avversione della popolazione forlivese verso l'obbligo militare, è stata privilegiata 5

l'analisi della renitenza e della diserzione (13). Accanto alle fonti, essenzialmente quantitative, prodotte dall'istituzione militare durante le fasi del reclutamento, sono state utilizzate anche testimonianze di tipo diverso. Per tentare di ricostruire il quadro più ampio entro il quale si inserivano le vicende individuali dei singoli coscritti si è reso essenziale ricorrere alla corrispondenza amministrativa delle autorità governative e municipali. Si è fatto ricorso soprattutto alle "relazioni sullo spirito pubblico" e ai "rapporti politici" che con scadenza quindicinale venivano inviati dalle diverse autorità periferiche all'intendente generale o al prefetto, che a loro volta li inoltravano, accuratamente compendiati e con aggiunte personali, al ministero dell'interno. In particolare, i rapporti redatti in concomitanza con l'esecuzione delle operazioni di leva sono quasi interamente dedicati ad un'analisi delle difficoltà che incontrava il reclutamento. Per tentare di delineare l'immagine della coscrizione all'interno della società del tempo sono state invece analizzate cronache e giornali locali, opuscoli propagandistici e lettere pastorali, atti processuali e suppliche, lettere private e manifestazioni della cultura popolare (proverbi, canzoni, fiabe). Sono state inoltre utilizzate anche fonti posteriori, seppure di poco, all'arco temporale prescelto, al fine di individuare i fattori che erano intervenuti a provocare l'evoluzione dell'atteggiamento della popolazione verso l'obbligo militare.

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