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Note al capitolo II

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Bibliografia

Bibliografia

Note al capitolo II

(1) La Legge del 30 giugno 1860 (n. 4140) rendeva esecutiva in Lombardia, in Toscana e in Emilia la Legge organica sul Reclutamento dell'Esercito del 20 marzo 1854, con le successive modificazioni apportatevi, mentre la Legge del 30 giugno 1860 (n. 4141) autorizzava il governo ad operare la leva militare della classe 1839 in Piemonte, Liguria, Sardegna e nelle provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì. Il plebiscito che aveva sanzionato l'annessione delle Romagne si era svolto l'11 e il 12 marzo.

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(2) Gioacchino Sassi, [Cronaca intitolata] Selva di memorie e di fatti riguardanti la città di Cesena [dalle origini all'agosto 1880], ms. XIX sec., 11 voll., vol. VIII, p. 529). Il manoscritto è conservato presso la Biblioteca comunale Malatestiana di Cesena. I singoli volumi recano il titolo "Giornale dei fatti i più memorabili accaduti in Cesena ed altrove, e che hanno relazione con questa stessa città raccolti dal sacerdote Gioacchino Canonico Sassi di detta città". Dell'opera del canonico cesenate Nazzareno Trovanelli dava questo giudizio: "In tutto, una ventina di volumi manoscritti; assai importanti, malgrado lo spirito retrivo che vi predomina" (Storia di Cesena. 1a lezione, in "Il Cittadino", a. XV, n. 14, 5 aprile 1903, pp. 2-3, 3). La cronaca di Sassi, proprio per questa sua parzialità, riveste tuttavia un grande interesse, consentendo di sondare l'atteggiamento del clero verso la coscrizione; in secondo luogo va sottolineato come l'autore, per il periodo compreso tra il 1830 e il 1880, fosse un testimone diretto, anche se interessato, degli avvenimenti descritti.

(3) Archivio segreto vaticano (d'ora in poi A. S. V. ), Segreteria di Stato, 1860, rubr. 165, fasc. 82, lettere della vedova Perani Poli alla nipote Antonia Tossini, Bologna, 11 e 17 luglio 1860, cc. 121v, 123r. Su questa singolare figura di donna attiva politicamente sul fronte papalino non disponiamo purtroppo di alcuna informazione.

(4) A. S. V., Segreteria di Stato, 1860, rubr. 165, fasc. 62, lettera del delegato apostolico di Pesaro monsignor Bellà al segretario di Stato, Senigallia, 28 luglio 1860, c. 154r.

(5) Tumulti e proteste collettive contro l'introduzione della coscrizione si verificarono a Cervia nel ravennate, ad Argenta e Goro nel ferrarese, a Budrio, Castel d'Argile, Castelguelfo, Minerbio, Monghidoro, Mordano, Monzuno e Pian di Venola nel bolognese (ivi, lettere del delegato apostolico di Pesaro monsignor Bellà al segretario di Stato, Senigallia, 29 luglio e 8 agosto 1860 e Urbino 5 settembre 1860, cc. 157v, 172r-v, 196r-v; ivi, fasc. 82, cit., lettere della vedova Perani Poli alla nipote Antonia Tossini, Bologna, 25 luglio, 10 e 14 agosto 1860, cc. 131r, 144v, 146r; Cammelli, Al suono delle campane..., cit., pp. 128-129, 163).

(6) A. S. V., Segreteria di Stato, lettera del delegato apostolico di Pesaro..., 28 luglio 1860, cit., c. 154r; Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. VIII, pp. 529-530; Archivio di stato di Forlì (d'ora in poi A. S. Fo. ), Tribunale penale, 1860, b. 38, fasc. 1456, c. 181r-v. Gli arrestati, nove contadini di Cesenatico e Sala, di età compresa fra i 19 e i 55 anni, furono inquisiti dal tribunale penale di Forlì con l'accusa del reato di ribellione. Secondo la deposizione di un testimone lo scopo dei "complotti armati" era quello di "fare una rivoluzione contro il Governo" (ivi, c. 2r). Il procedimento si trascinò per quasi due anni, dando luogo a un fascicolo processuale assai voluminoso. Il 31 marzo 1862 il tribunale emise una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di sei imputati, mentre gli altri, il 26 aprile successivo, vennero condannati ad una pena che negli atti, incompleti nella fase conclusiva del processo, non viene specificata. Il tumulto viene ricordato anche da S. Sozzi, Da Quarto all'Aspromonte (Cesena 1860-1862), Faenza, 1961, pp. 53-54; l'autore, che ha verosimilmente ripreso la cronaca di Sassi, colloca tuttavia l'episodio al 22 giugno.

(7) A. S. V., Segreteria di Stato, lettera del delegato apostolico di Pesaro..., 5 settembre 1860, cit., c. 196r-v. I disordini avvenuti nelle campagne forlivesi, innescati dall'"avvertimento della prima leva ossia coscrizione" che il sindaco di Forlì Romagnoli aveva fatto pubblicare il 12 agosto, sono ricordati anche dal cronista locale Calletti: "E perché la Campagna in causa di essa Leva non trovavasi del tutto tranquilla, massime in quanto riguarda i Contadini della Parrocchia di Villafranca, non pochi de' quali eransi armati per distornarla, così il Generale Comandante la guarnigione quì residente spedì in essa Villa buon numero di cavalleria e fanteria onde frenare l'audacia di coloro che si erano fatti capi del sollevamento. Giunta quindi la forza armata in detta Villa fece non pochi prigionieri, quali disarmati tradusse nelle Carceri della Rocca di Forlì" (Giuseppe Calletti, Storia della città di Forlì [dalle origini all'anno 1862], ms. XIX secolo, 5 voll., vol. V, pp. 252, 257). Il manoscritto è conservato presso la Biblioteca comunale Saffi di Forlì (d'ora in poi B. C. S. Fo. ). Il vol. V reca il titolo "Continuazione della mia storia o meglio cronaca patria".

(8) A. S. V., Segreteria di Stato, lettera del delegato apostolico di Pesaro..., 28 luglio 1860, cit., c. 154r.

(9) A. S. Fo., Prefettura, 1860, tit. XVII, rubr. 20, b. 771, lettera dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia di Forlì, Rimini, 26 luglio 1860.

(10) A. S. V., Segreteria di Stato, lettera della vedova Perani Poli..., 17 luglio 1860, cit., c. 123r.

(11) Si veda il capitolo IV.

(12) In effetti, già durante la prima e la seconda Repubblica Cisalpina erano state emanate delle disposizioni in materia di reclutamento militare: la Legge del 30 novembre 1798 e quella del 30 ottobre 1801. Questi due provvedimenti, che accanto alla richiesta di contingenti di coscritti (779 per il dipartimento del Rubicone nel gennaio del 1799) prevedevano anche l'arruolamento forzoso degli "oziosi, e sospetti mancanti di mezzi di sussistenza", avevano però conseguito un sostanziale fallimento. La coscrizione venne abolita il 10 dicembre 1813, dopo la creazione del Regno d'Italia Indipendente, da un proclama del conte Nugent, generale comandante le truppe austro-britanne.

(13) Sul sistema di coscrizione napoleonico si vedano: L. Antonielli, I prefetti dell'Italia napoleonica, Bologna, 1983, pp. 454-474; C. Zaghi, L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, in Storia d'Italia, Torino, 1986, vol. XVIII, t. I, pp. 539-563. Sulle vicende della coscrizione napoleonica nell'area romagnola si vedano: A. Mambelli, La popolazione romagnola dall'età romana all'unità d'Italia. Note storiche-statisticheeconomiche-sociali, Forlì, 1964, pp. 189, 217 e segg.; V. Tonelli, Sarsina napoleonica, Imola, 1980, pp. 34, 56, 133-134; Atlante per il dipartimento del Rubicone, numero monogarafico di "Romagna arte e storia", a. II (1982), n. 6, pp. 152-154; A. Varni, Gli anni di Napoleone, in Storia di Cesena, Rimini, 1987, vol. IV, t. 1, pp. 87 e segg.

(14) Mambelli, op. cit., pp. 217, 219, 223-224; Tonelli, op. cit., pp. 88-89, 91-92, 95, 128; Varni, op. cit., pp. 78, 101. Altre strade praticate dai giovani per sfuggire alla coscrizione erano rappresentate dai matrimoni precoci o solo civili (cioè non consumati), dall'entrata in seminario o negli ordini religiosi, dalla simulazione di malattie e dalle mutilazioni volontarie (Zaghi, op. cit., pp. 555-556). Queste ultime due forme di resistenza alla leva obbligatoria verranno largamente praticate anche dai coscritti forlivesi del periodo post-unitario.

(15) Mambelli, op. cit., pp. 223-224; Tonelli, op. cit., pp. 60, 103, 127, 142-143; Varni, op. cit., pp. 96-97. A questi stessi mezzi, persuasivi e repressivi, faranno ricorso negli anni sessanta gli intendenti, i prefetti e i sindaci romagnoli per cercare di arginare la piaga della renitenza e della 41

diserzione.

(16) Tonelli, op. cit., pp. 233-245.

(17) A. Zanolini, Leva militare, in "La Favilla", a. I, n. 2, 18 febbraio 1860, pp. 15-16, 15. "La Favilla", settimanale, poi bisettimanale, di tendenza liberalmonarchica, venne pubblicato a Rimini dall'11 febbraio al 14 aprile del 1860 per un totale di 17 numeri. La collezione del periodico è conservata presso la Biblioteca comunale Gambalunga di Rimini (d'ora in poi B. C. G. Ri. ). L'articolo era stato in precedenza pubblicato dal settimanale bolognese "L'Amministrazione", di cui Zanolini era il direttore (a. I, n. 9, 9 febbraio 1860). La collezione di questo secondo periodico, conservata alla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (d'ora in poi B. C. A. Bo. ), è lacunosa e il numero in parola risulta mancante.

(18) L. Tonini, Cronaca riminese (1843-1874), a cura di C. Curradi, Rimini, 1979, p. 33. Il manoscritto autografo della cronaca è conservato presso la B. C. G. Ri., dove risulta a catalogo col titolo Diario.

(19) A. S. V., Segreteria di Stato, lettera del delegato apostolico di Pesaro..., 5 settembre 1860, cit., c. 196r.

(20) Zanolini, art. cit., p. 15.

(21) Si veda il capitolo I e il paragrafo 3 di questo stesso capitolo.

(22) Monografia statistica, economica, amministrativa della Provincia di Forlì, a cura del Prefetto Giuseppe Campi, Forlì, 1866-67, 3 voll., vol. III, p. 37. Si veda anche S. Sozzi, Democratici e liberali a Cesena (1863-1866), S. Sofia, 1965, p. 5: "Nei più si erano già dissipati quei sentimenti di solidarietà patriottica, venutisi a formare durante il periodo delle lotte contro il governo papale". E` interessante inoltre notare come nel corso del 1859 l'afflusso di volontari nei ranghi delle truppe emiliane organizzate dal generale Fanti fosse stato tanto ampio "che il Governo si lusinga[va] fondatamente di non aver bisogno di ricorrere ad una leva" (manifesto del sottoprefetto di Rocca S. Casciano Bersotti, 4 maggio 1859, riprodotto in Cesena e la Romagna nel Risorgimento (18311870), Faenza, 1960, pp. 51-52).

(23) A. S. S. Ri., Carteggio..., circolare del ministro dell'interno..., 20 luglio 1860, cit.

(24) Ivi, tit. I, rubr. 1, circolare dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni ai sindaci del circondario, Rimini, 14 luglio 1860.

(25) Si veda il capitolo IV.

(26) A. S. S. Ri., Carteggio..., tit. I, rubr. 2, lettera del commissario di leva del circondario di Rimini Stobbia al sindaco di Rimini, Rimini, 8 agosto 1860.

(27) Zanolini, art. cit., p. 16.

(28) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. VIII, p. 528.

(29) A. S. S. Ri., Carteggio..., tit. I, rubr. 2, lettera del sindaco di Rimini Ferrari all'intendente del circondario di Rimini, Rimini, 15 luglio 1860. Il sindaco, nel riconoscere la sua "assoluta impotenza", lamentava che "non era a supporre che si avessero ad incaricare i Comuni di dette 42

operazioni".

(30) Ivi, lettera del sindaco di Rimini Ferrari ai parroci della città, dei sobborghi e del contado, Rimini, 9 agosto 1860.

(31) Comportamenti analoghi del clero si verificarono anche nel bolognese (Cammelli, Al suono delle campane..., cit., p. 153) e nel pesarese (Uguccioni, art. cit., p. 15).

(32) Si veda, ad esempio, il processo celebrato contro Stanislao Tassinari, arciprete di S. Giovanni in Galilea, accusato di "rifiuto dei registri parrocchiali per redigere le note di leva dei nati nel 1843" (A. S. Fo., Tribunale penale, 1862, b. 83, fasc. 3016).

(33) A. S. Fo., Prefettura, 1861, tit. XVII, rubr. 20, b. 788, lettera del sindaco di Forlì Romagnoli all'intendente generale della provincia di Forlì, Forlì, 30 giugno 1861. La lettera, datata 22 giugno, con cui il vescovo aveva comunicato il suo rifiuto, venne parzialmente riportata dal sindaco nella sua missiva all'intendente Tirelli.

(34) Ivi, lettera del ministro di grazia e giustizia ed affari ecclesiastici Miglietti all'intendente generale della provincia di Forlì, Torino, 24 luglio 1861. In effetti l'art. 3 del regolamento sul reclutamento autorizzava unicamente i sindaci a consultare i registri parrocchiali.

(35) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., lettera dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia di Forlì, Rimini, 11 luglio 1860.

(36) M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1843..., cit., pp. 113-114. Per ovviare a questo grave inconveniente il governo aveva inviato nelle provincie romagnole in qualità di commissari di leva dei funzionari che, per aver rivestito questo ruolo in occasione delle leve effettuate in passato nelle provincie sabaude, possedevano una notevole esperienza. La carente preparazione delle autorità periferiche investite della responsabilità di soprintendere al reclutamento è d'altra parte indirettamente confermata dal proliferare di opuscoli contenenti istruzioni sulle operazioni di leva che furono pubblicati dopo l'entrata in vigore della legislazione militare piemontese nel resto d'Italia. Questa produzione, in genere frutto dell'iniziativa privata di alcuni commissari di leva delle "antiche provincie", era specificamente diretta ai funzionari governativi e alle autorità municipali delle provincie nuove alla coscrizione (si veda, ad esempio: P. Pagnati, Prontuario contenente le istruzioni per le operazioni della Leva Militare, Alba, 1860; P. Magri - G. B. Negro, Manuale del sindaco per l'esecuzione della Legge sulla Leva Militare, Bologna, 1861).

(37) Nel circondario di Rimini, ad esempio, la prima seduta del consiglio di leva per procedere alla visita sanitaria dei coscritti ebbe luogo soltanto il 1 ottobre, venti giorni dopo il termine fissato dal regolamento. Il ministero della guerra, a causa di questo ritardo illeggittimo, invalidò la seduta (Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 68).

(38) Legge del 20 marzo 1854..., cit., artt. 8-10, 19-29 e 33-35.

(39) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., relazione dell'intendente generale della provincia di Forlì Tirelli al ministro della guerra, Forlì, 19 dicembre 1860.

(40) Si veda la tabella III.

(41) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 69; M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1843..., cit., p. 8.

(42) Monografia statistica..., cit., vol. III, pp. 39-40. Il prefetto Campi calcolò anche il maggior contingente di arruolati in prima categoria che la provincia di Forlì fu costretta a somministare a causa delle numerose cancellazioni.

classi di leva CAN % CO1 + CO1 1839 19 19, 02 3, 61 1840 20 18, 80 3, 64 1841 86 18, 12 15, 58 1842 99 21, 15 20, 94 1843 109 25, 11 27, 37 1844 117 26, 44 30, 93 1839-44 450 102, 07

legenda: CAN = cancellati % CO1 = proporzione tra il contingente di1a categoria e gli inscritti nelle liste d'estrazione + CO1 = maggior contingente di 1a categoria somministrato

fonte: Monografia statistica..., cit., vol. III, p. 40

(43) Nell'estrazione a sorte della classe 1839 nel mandamento di Savignano, ad esempio venne inserito nell'urna un biglietto in più, mentre in quella della classe 1843 nel mandamento di Bertinoro cinque coscritti rimasero senza numero (A. S. Bo., Lista d'estrazione del mandamento di Savignano, classe di leva 1839, n. 18; A. S. Fo., Prefettura, Gabinetto riservato, 1864, b. 10, fasc. 142, lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Bertinoro al prefetto di Forlì, Bertinoro, 11 ottobre 1863).

(44) Si veda, ad esempio, la nota di biasimo emessa dal ministero della guerra nei confronti del sindaco di Predappio per non essere intervenuto all'estrazione della classe di leva 1843 (ivi, 1862, b. 4, fasc. 17). Si veda anche Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., pp. 93, 139.

(45) Su un totale di 184 sedute tenute dai consigli di leva durante le operazioni di reclutamento delle classi 1843-45 soltanto 66 volte i due consiglieri provinciali furono entrambi presenti (M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1843 [-1845]..., cit., documento III).

(46) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., telegramma dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia di Forlì, Rimini, 23 agosto 1860.

(47) Ivi: lettera del sindaco di Civitella all'intendente generale della provincia di Forlì, Civitella, 21 agosto 1860; telegrammi dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 23, 25 e 26 agosto 1860; telegramma dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia di Forlì, Rimini, 3 settembre 1860.

(48) Ivi, lettera del sindaco di Civitella..., 21 agosto 1860, cit.

(49) Ivi, telegramma dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 28 agosto 1860.

(50) Ivi, telegramma dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia di Forlì, Rimini, 5 settembre 1860.

(51) Ivi: lettera dell'intendente generale della provincia di Forlì Tirelli al ministro dell'interno, Forlì, 25 agosto 1860; lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 20 settembre 1860. La scarsa partecipazione all'estrazione era probabilmente dovuta anche alle difficoltà che i municipi, per l'accennata carenza di informazioni anagrafiche aggiornate, incontrarono nel recapitare i precetti ai coscritti. Si deve inoltre considerare che tra i mancanti erano compresi anche i giovani già defunti e indebitamente o doppiamente iscritti, che solo successivamente saranno cancellati dalle liste di leva.

(52) Ivi, lettera del sindaco di Bertinoro all'intendente generale della provincia di Forlì, Bertinoro, 25 agosto 1860.

(53) Ivi, lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 18 agosto 1860. L'intendente richiese che la compagnia di bersaglieri inviata a Sarsina per presenziare al sorteggio rimanesse sul posto fino al termine delle operazioni di reclutamento come deterrente "al disordine lamentato dell'emigrazione".

(54) Ivi, circolare del ministro della guerra Fanti ai governatori delle provincie e agli intendenti di circondario, Torino, 7 luglio 1860. Si veda il capitolo III.

(55) A. S. S. Ri., Carteggio..., tit. I, rubr. 1, lettera dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni al sindaco di Rimini, Rimini, 14 luglio 1860.

(56) Neppure l'elevato numero di cancellazioni, che induce comunque a ridimensionare la diffusione dell'atteggiamento ostile alla leva, è sufficiente a dare ragione del mancato intervento all'estrazione della maggior parte dei giovani coscritti.

(57) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 12 settembre 1860. Questa assenza massicia era stata causata, secondo l'intendente, da un "equivoco circa il giorno fissato per tale seduta". L'episodio rappresenta un'ennesima conferma della estrema disorganizzazione che caratterizzò l'esecuzione delle operazioni di leva.

(58) Ivi, lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 17 settembre 1860. Un' ulteriore contraddizione è rappresentata dal fatto che, nonostante questa manifestazione di fervore patriottico, il mandamento di Sogliano denuncierà un'elevata quota di refrattari.

(59) A. S. S. Ri., Carteggio..., lettera del commissario di leva del circondario di Rimini..., 8 agosto 1860, cit.

(60) Si veda la tabella IV.

(61) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., pp. 82-83.

(62) Cammelli, Al suono delle campane..., cit., pp. 129-130, 163. Anche nel ferrarese, come nel forlivese, la renitenza era favorita dalla vicinanza del confine; nel suo caso quello austriaco col Veneto (si veda la tabella V).

(63) Nelle "antiche provincie" un'elevata renitenza era limitata a qualche circondario della Sardegna, soggetta alla coscrizione soltanto a partire dal 1848, e alla fascia costiera ligure, "ove molti giovani di buon'ora sogliono emigrare in America" (Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 82; Rochat-Massobrio, op. cit., p. 45). Si veda la tabella VI.

(64) F. Torre, Sunto della relazione sulle leve eseguite in Italia dall'annessione delle varie Provincie al 30 settembre 1863, Torino, 1864, p. 80.

(65) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 165.

(66) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., lettera dell'intendente generale della provincia di Forlì Tirelli al ministro dell'interno, Forlì, 10 novembre 1860. Un così elevato numero di diserzioni caratterizzava solo la provincia forlivese e il circondario sardo di Lanusei (si veda la tabella VII). La media generale dei mancanti alla partenza dei contingenti fu del 6, 35%.

(67) Deve essere tenuto presente che in questa prima leva il numero degli arruolamenti volontari venne in certa misura artificialmente gonfiato dall'inserimento nei ranghi dell'esercito, con una ferma regolare, di tutti quei volontari che avevano partecipato alla II guerra d'indipendenza contraendo una ferma "breve o eccezionale" (Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 81).

(68) Si veda la tabella VIII. La medesima situazione è riscontrabile anche negli altri circondari delle Romagne e in particolare in quello di Ravenna, dove un tasso di renitenza del 20, 23% si accoppiava ad una quota di volontari pari al 6, 30%.

(69) A. S. Fo., Prefettura, b. 771, cit., lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 9 novembre 1860.

(70) Ivi, lettera del ministro dell'interno Farini all'intendente generale della provincia di Forlì, Torino, 25 novembre 1860.

(71) Ivi, relazione dell'intendente generale della provincia di Forlì..., 19 dicembre 1860, cit.

(72) Il confine con lo stato pontificio, fino all'annessione delle Marche, avvenuta nel novembre del 1860, corrispondeva sostanzialmente a quello che divide attualmente le provincie di Forlì e di Pesaro-Urbino.

(73) A. S. Fo., Prefettura, lettera dell'intendente del circondario di Cesena..., 9 novembre 1860, cit.

(74) Ivi, b. 771, cit., lettera dell'intendente del circondario di Cesena Sazia all'intendente generale della provincia di Forlì, Cesena, 26 novembre 1860.

(75) Torre, Sunto della relazione..., cit., p. 80.

(76) Si veda il capitolo IV.

(77) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. VIII, pp. 564, 565-566.

(78) A. S. Fo., Prefettura, lettera del ministro dell'interno..., 25 novembre 1860, cit.; si veda anche A. S. S. Ri., Carteggio..., tit. I, rubr. 6, lettera del commissario di leva del circondario di Rimini Stobbia al sindaco di Rimini, Rimini, 25 ottobre 1860: "la prego di esortare i Parenti degli Inscritti 46

[...] che si resero renitenti, a presentarsi immancabilmente [...] per non incorrere in maggiore penalità".

(79) A tutto il dicembre del 1860 si presentarono spontaneamente soltanto 7 renitenti (si veda la tabella IX). Questo dato, tuttavia, si riferisce unicamente ai due circondari di Cesena e Rimini, in quanto non si dispone, per le accennate lacune delle fonti nominative, di alcuna informazione sulle date delle presentazioni volontarie e degli arresti dei renitenti del circondario di Forlì. Le liste di leva e d'estrazione non forniscono inoltre notizie sui disertori. E` tuttavia possibile ovviare in parte a questa carenza documentaria con i dati forniti da altre fonti: uno Stato numerico dei Renitenti alla Leva per le Classi 1839-42 nei tre circondari componenti la Provincia di Forlì che riporta il numero degli arresti e delle presentazioni volontarie al 30 agosto 1863 (A. S. Fo., Gabinetto riservato, 1863, b. 5, fasc. 113) e una statistica degli arresti di renitenti e disertori eseguiti dai carabinieri e dalle guardie di pubblica sicurezza nel quadriennio 1860-64 (Monografia statistica..., cit., vol. III, pp. 134-135, 138-139). Va però sottolineato che le cifre indicate in quest'ultima fonte sono poco affidabili perché, mentre comprendono gli arresti di renitenti e disertori originari di altre provincie eseguiti nel territorio della provincia di Forlì, non considerano gli arresti di renitenti e disertori forlivesi avvenuti al di fuori dei confini provinciali.

(80) A. S. Fo., Prefettura, lettera del ministro dell'interno..., 25 novembre 1860, cit.

(81) Furono arrestati sette renitenti nel cesenate e nessuno nel riminese (si veda la tabella X). Nel 1860 nel circondario di Forlì furono arrestati 26 renitenti (si veda la tabella XI), mentre in tutta la provincia gli arresti di disertori ammontarono a 37 (si veda la tabella XII).

(82) Si veda il capitolo III.

(83) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. VIII, p. 550. La Legge del 30 giugno 1860 (n. 4141) aveva autorizzato il governo ad effettuare anche la leva della classe 1840 "in tutte le Provincie dello Stato, nelle quali non fosse per anco fatta" (art. 2). La chiamata coinvolse di fatto soltanto le "antiche provincie", la Lombardia, le Romagne e il territorio degli ex ducati di Modena e Parma.

(84) "L'Eco", a. I, n. 17, 23 febbraio 1861, p. 65. "L'Eco" (fino al n. 11 "L'Eco delle Romagne"), quotidiano cattolico conservatore, venne pubblicato a Bologna dal 5 febbraio 1861 al 31 dicembre 1863. La collezione del giornale è conservata alla B. C. A. Bo.

(85) "L'Eco", a. I, n. 74, 3 maggio 1861, p. 295.

(86) In realtà, il tasso di renitenza nei circondari di Forlì e Cesena registrò un leggero calo, controbilanciato a livello provinciale dal fortissimo aumento verificatosi nel riminese (si veda la tabella IV).

(87) A. S. Fo., Prefettura, b. 788, cit., lettere dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni all'intendente generale della provincia, Rimini, 28 maggio e 23 agosto 1861. L'"avversione per la leva di terra, come negli abitanti delle isole" è indicata anche dal generale Torre tra le cause della renitenza (M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1847..., cit., p. 64). Deve tuttavia essere segnalato che l'elevata renitenza dei pescatori riminesi segnalata dall'intendente non trova conferma nelle liste di leva e d'estrazione della classe 1840: soltanto tre renitenti esercitavano infatti una professione marinara (si veda la tabella XIX).

(88) "L'Eco", a. I, n. 172, 1 settembre 1861, p. 689.

(89) Si vedano la tabelle V-VI. Il limitrofo territorio emiliano degli ex ducati di Modena e Parma, che comprendeva anche la propaggine toscana del circondario di Massa, registrò un indice di renitenza del 4, 92%, collocandosi fin da questa prima leva al di sotto della media complessiva.

(90) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 17. Si veda la tabella VII.

(91) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 165.

(92) A. S. S. Ri., Carteggio..., tit. I, rubr. 1, lettera dell'intendente generale della provincia di Forlì Tirelli ai sindaci della provincia, Forlì, 16 settembre 1861.

(93) A. S. Bo., Gabinetto di Prefettura, 1861, b. 12 blù, lettera del ministro dell'interno all'intendente generale della provincia di Bologna, Torino, 28 maggio 1861.

(94) Ibidem.

(95) A. S. S. Ri., Carteggio..., lettera dell'intendente generale della provincia di Forlì..., 16 settembre 1861, cit. Il distaccamento assegnato al comune di Rimini era forte di 50 uomini.

(96) Ivi, tit. IV, rubr. 4, lettera dell'intendente del circondario di Rimini Mazzoleni ai sindaci del circondario, Rimini, 27 settembre 1861.

(97) Ivi, lettera dell'intendente generale della provincia di Forlì..., 16 settembre 1861, cit.; si veda anche Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 166. Dal gennaio all'agosto del 1861 furono arrestati 8 renitenti, uno del circondario di Cesena e 7 di quello di Rimini, mentre se ne costituirono soltanto 2, uno per circondario (si vedano le tabelle IX-X).

(98) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 166.

(99) Ibidem. In realtà, sembra che il governo avesse già fatto ricorso a questa misura nell'agosto del 1860 nel territorio di Cervia: "i militari a titolo di rappresaglia si stabilirono nel numero di tre per ognuna delle abitazioni medesime [delle reclute] esigendo il vitto giornaliero, e più bajocchi 30 per ciascuno di essi" (A. S. V., Segreteria di Stato, lettera del delegato apostolico di Pesaro..., 8 agosto 1860, cit., c. 172r-v).

(100) La composizione numerica dei picchetti, in genere formati da bersaglieri, varia con il variare delle fonti: essi comprendevano 2 o 3 militi secondo il quotidiano "La Voce del popolo", 5 per il giornale "L'Eco", 7 secondo la testimonianza del canonico Sassi. Nella casa di un colono del cesenate fu addirittura imposto un picchetto forte di "quattordici bersaglieri a tutto carico di sua Famiglia" (Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 83).

(101) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 166. L'intendente di Faenza, ad esempio, inoltrò al governo la richiesta di "due compagnie di Bersaglieri" (L'"Eco", a. I, n. 19, 26 febbraio 1861, p. 76).

(102) I picchetti si installarono il 12 ottobre nel circondario di Rimini (A. S. Fo., Prefettura, b. 788, cit., lettera del sindaco di Saludecio all'intendente generale della provincia di Forlì, Saludecio, 14 ottobre 1861) e il 26 dello stesso mese in quello di Cesena (Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 77). Il ritiro dei picchetti, almeno nel circondario cesenate, fu ordinato il 7 novembre (ivi, p. 83). Non sono state reperite testimonianze relative al periodo di applicazione del provvedimento nel circondario di Forlì.

(103) A. S. Fo., Prefettura, lettera del sindaco di Saludecio..., 14 ottobre 1861, cit. Il sindaco si lamentò inoltre che l'invio dei picchetti nel territorio comunale fosse avvenuto a sua insaputa.

(104) "La Voce del popolo", a. II, n. 247, 23 ottobre 1861. Nei mesi successivi, tuttavia, la posizione del giornale mutò radicalmente. In particolare, quando venne ordinata la cessazione degli "alloggi militari", un commento del direttore Luigi Scalaberni, plaudendo al ristabilimento della legalità costituzionale, chiedeva al governo che fosse assegnato "un equo indennizzo a chi ingiustamente è stato danneggiato" (ivi, a. III, n. 22, 19 marzo 1862). "La Voce del popolo", quotidiano, poi bisettimanale, di tendenza democratica, venne pubblicato a Faenza, e in seguito a Ravenna, dall'11 novembre 1860 al 19 giugno 1861. La collezione del giornale è conservata alla Biblioteca comunale Classense di Ravenna.

(105) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 77

(106) "L'Eco", a. I, n. 191, 24 settembre 1861, p. 765; si veda anche, sull'applicazione del provvedimento nel modenese, Ivi, n. 251, 5 dicembre 1861, p. 1016.

(107) Ivi, n. 257, 12 dicembre 1861, p. 1039.

(108) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., p. 166.

(109) Ibidem.

(110) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 77. Il canonico cesenate aggiungeva che gli arrestati "sono tenuti prigionieri duramente nelle carceri e di più i meschini sono trattati con un avarissimo vitto per cui mandano a suoi voci di compassione" (ivi, p. 83).

(111) Si veda il capitolo III.

(112) A. S. Fo., Prefettura, lettera del sindaco di Saludecio..., 14 ottobre 1861, cit.

(113) Lo stesso sindaco di Saludecio assicurava però che i famigliari di alcuni latitanti avevano chiesto il "passaporto per Roma" per rintracciare i "figli lontani" (Ibidem). Questa notizia conferma indirettamente che una delle mete privilegiate dei fuggiaschi era lo stato pontificio.

(114) Dalla fine di ottobre ai primi di dicembre del 1861, nei due soli circondari di Cesena e Rimini, si erano costituiti ben 40 renitenti (si veda la tabella IX). Nel circondario di Forlì, a giudicare dal numero di processi istruiti presso il tribunale penale del capoluogo, se ne presentarono circa una trentina.

(115) Nell'arco di quattro mesi, dall'ottobre del 1861 al gennaio del 1862, furono arrestati 13 renitenti del circondario di Cesena e 16 di quello di Rimini (si veda la tabella X). Nel 1861 nel circondario di Forlì vennero eseguiti 64 arresti di renitenti (si veda la tabella XI). Nel corso dell'anno nell'intera provincia gli arresti di disertori furono 98 (si veda la tabella XII).

(116) Regio Decreto del 15 dicembre 1861. L'amnistia si applicava alle classi 1838, 1839 e 1840.

(117) Relazione rassegnata dal ministro della guerra Della Rovere al re per l'approvazione del Regio Decreto del 15 dicembre 1861, in Collezione Celerifera, 1861, t. II, pp. 2046-2047.

(118) Per la classe 1839 il deficit fu pari a 151 arruolamenti e in quella successiva a 266. Anche il circondario di Rimini somministrò per la classe 1840 un contingente inferiore di 6 unità rispetto a quello assegnato.

(119) Analogamente, il crollo della renitenza nelle Marche e nell'Umbria si verificherà soltanto dopo il 1870 con l'annessione del Lazio (Del Negro, op. cit., p. 186).

(120) Si veda la tabella IV.

(121) Si veda la tabella VII.

(122) A. S. Fo., Gabinetto riservato, 1862, b. 4, fasc. 43, relazione del prefetto della provincia di Forlì al ministro della guerra, Forlì, 22 agosto 1862.

(123) Su un totale di 124 circondari quelli di Forlì e Rimini si collocavano rispettivamente al quindicesimo e al ventunesimo posto.

(124) Le poche eccezioni erano rappresentate dai circondari di Comacchio, Cento, Borgotaro e Pavullo (si veda la tabella V).

(125) L'indice di renitenza delle provincie emiliane era leggermente inferiore (6, 29%) (si veda la tabella VI).

(126) Si veda la tabella IV.

(127) A. S. Fo., Gabinetto riservato, 1863, b. 7, fasc. 164, estratto della relazione del sottoprefetto di Cesena Pallotta al ministro della guerra, allegato alla lettera del sottoprefetto di Cesena al prefetto di Forlì, Cesena, 6 luglio 1863.

(128) Ivi, b. 5, fasc. 42, lettera del consigliere reggente la sottoprefettura di Cesena Agnetta al prefetto di Forlì, Cesena, 26 gennaio 1863.

(129) Del Negro, op. cit., p. 183.

(130) Torre, Relazione al Signor Ministro della Guerra..., cit., pp. 358-362. Si veda la tabella VI.

(131) Del Negro, op. cit., pp. 177-178; Oliva, Esercito, paese e movimento operaio..., cit., pp. 2021.

(132) Ivi, p. 21.

(133) M. d. G., Della leva sui giovani nati negli anni 1850 e 1851..., cit., p. 71.

(134) Nelle provincie emiliane la situazione, seppure caratterizzata da un livello di renitenza minore (4, 72%), era abbastanza simile. Ai circondari di Borgotaro e Pavullo, che denunciavano una percentuale di renitenti superiore alla media del regno, si contrapponevano 7 circoscrizioni comprese nell'area a bassa renitenza, tra cui il circondario di Borgo S. Donnino (l'attuale Fidenza) che poteva vantarsi di non avere renitenti nel suo territorio (si veda la tabella V).

(135) Legge del 20 marzo 1854..., cit, art. 68.

(136) Legge del 24 agosto 1862, art. 1.

(137) Regio Decreto del 23 novembre 1862.

(138) Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, pp. 174-175.

(139) Si veda la tabella XIII. Il numero dei renitenti, oltre che dagli arresti e dalle presentazioni volontarie, era stato ridotto anche dalla cancellazione dei nominativi che appartenevano a persone già defunte, iscritte per errore o risultate già arruolate come volontari.

(140) Si veda la tabella XIII. In particolare, nei due circondari di Cesena e Rimini, dal febbraio del 1862 all'agosto del 1863, vennero arrestati 60 renitenti, con una maggiore frequenza degli arresti nella seconda metà del 1862 (si veda la tabella X). Nel biennio 1862-63 i renitenti catturati nel circondario di Forlì furono complessivamente 87 (si veda la tabella XI), mentre gli arresti di disertori furono 201 in tutta la provincia (si veda la tabella XII).

(141) Si veda la tabella XIII.

(142) Nell'arco di venti mesi, dal gennaio del 1861 all'agosto del 1863, appena 16 renitenti si presentarono spontaneamente nei due circondari di Cesena e Rimini (si veda la tabella IX).

(143) A. S. Fo., Gabinetto riservato, 1864, fasc. 142, cit.: lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Bertinoro al prefetto di Forlì, Bertinoro, 11 ottobre 1863; lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Civitella al prefetto di Forlì, Civitella, 12 ottobre 1863; lettera del sottoprefetto di Cesena Pallotta al prefetto di Forlì, Cesena, 31 ottobre 1863.

(144) Ivi, lettera del commissario di leva di Rimini Zafferoni al reggente la sottoprefettura di Rimini, Rimini, 20 ottobre 1863. Manifestazioni analoghe si verificarono a Coriano e a Civitella.

(145) Ivi, 1863, b. 6, fasc. 146, lettera del prefetto Campi al ministro dell'interno, Forlì, 12 dicembre 1863.

(146) Ivi, lettera del sottoprefetto di Rimini Viani al prefetto di Forlì, Rimini, 17 novembre 1863.

(147) Ivi, lettera del prefetto Campi al ministro dell'interno, Forlì, 8 ottobre 1863.

(148) Ivi, lettera del delegato centrale di pubblica sicurezza al prefetto di Forlì, Forlì, 4 dicembre 1863.

(149) Si vedano le tabelle IV-VI.

(150) Nel circondario di Rimini il numero di renitenti latitanti era sensibilmente più alto di quello degli altri due circondari forlivesi (si veda la tabella XIV).

(151) A. S. Fo., Gabinetto riservato, lettera del prefetto..., 12 dicembre 1863, cit. Anche un episodio successo a Bertinoro durante il sorteggio sembra testimoniare che le disposizioni dei coscritti verso il servizio militare erano migliorate solo in parte. Per un errore del commissario di leva furono inseriti nell'urna cinque biglietti in meno. A causa di questo incidente "qualcuno [ovviamente coloro che avevano avuto in sorte un numero basso] rimase mal contento asserendo che l'estrazione non fosse stata valida" (ivi, lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Bertinoro..., 11 ottobre 1863, cit. ).

(152) Ivi, 1864, fasc. 142, cit.: lettera del commissario di leva di Forlì Parraca al prefetto di Forlì, Forlì, 13 ottobre 1864; lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Civitella al prefetto di Forlì, Civitella, 12 ottobre 1864.

(153) Si vedano le tabelle IV-VI.

(154) Si veda la tabella XIV.

(155) L'incremento degli arresti si verificò specialmente nella primavera del 1864 (si vedano le tabelle IX-X).

(156) A. S. Fo., Gabinetto riservato, 1864, b. 8, fasc. 17, lettera del sottoprefetto di Rimini Viani al prefetto di Forlì, Rimini, 15 agosto 1864.

(157) Ivi, 1864, b. 10, fasc. 146, lettera dell'avvocato fiscale del tribunale di Forlì al prefetto, Forlì, 7 ottobre 1864.

(158) Ivi, lettera del sindaco di Sant'Arcangelo al prefetto, Sant'Arcangelo, 3 ottobre 1864.

(159) Ivi, lettera del delegato centrale di pubblica sicurezza..., 4 dicembre 1863, cit.

(160) Ivi, fasc. 17, cit., lettera del delegato di pubblica sicurezza del mandamento di Civitella al prefetto, Civitella, 1 aprile 1864. Analoghe notizie di guerra si erano già diffuse nella primavera del 1861 ("L'Eco", a. I, n. 262, 18 dicembre 1861, p. 1058).

(161) Si vedano le tabelle IV-V. In questa leva il circondario riminese, dimezzando la sua quota di renitenti, fu sopravvanzato da quello parmense di Borgotaro nella classifica regionale della renitenza.

(162) Il generale Torre riconobbe che l'incremento della renitenza era stato inferiore alle attese: "non è da meravigliare se in questa Leva [...] crebbe alcun poco il numero de' renitenti, ma è invece da meravigliare che in paragone all'antecedente la differenza fosse lieve" (M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1845..., cit., p. 94).

(163) A. S. Fo., Gabinetto riservato, lettera del delegato centrale di pubblica sicurezza..., 4 dicembre 1863, cit. Diversa, ovviamente, era la descrizione del momento della partenza delle reclute nella cronaca del canonico Sassi: "Queste vittime sono state accompagnate alla Stazione col suono della Banda; mentre tanti genitori, fratelli e sorelle piangevano questa dipartita dolorosa del loro sangue. A che barbarismo arrivati!" (Sassi, Selva di memorie..., cit., vol. IX, p. 231).

(164) Ivi, 1864, b. 12, fasc. 282, Relazione del prefetto di Forlì G. Campi in ordine ai risultati della visita praticata in alcuni comuni della Provincia nel giugno ed agosto del 1864, allegata alla lettera del prefetto Campi al ministro dell'interno, Forlì, 19 ottobre 1864, p. 47.

(165) Il generale Torre, nella relazione sulla leva della classe 1845, sancì ufficialmente la fine della renitenza nelle Romagne accumunandole nell'encomio alle altre regioni quasi del tutto prive di refrattari: "i paesi d'Italia dove il numero dei renitenti è minore sono il Piemonte, la Toscana, la Lombardia, e le Provincie di Modena e Parma, alle quali tengono dietro subito le Provincie delle Romagne, sebbene nuove alla coscrizione militare" (M. d. G., Della leva sui giovani nati nell'anno 1845..., cit., p. 95). Le regioni, al contrario, in cui la renitenza era ancora elevata erano l'Umbria, le 52

Marche e la Liguria, seguite a più distanza dalla Sicilia e dalle provincie napoletane (si veda la tabella VI).

(166) Si veda la tabella XV.

(167) Si veda la tabella XIV.

(168) Le due amnistie furono rispettivamente accordate con Regio Decreto del 22 aprile 1868 e con Regio Decreto del 9 ottobre 1870. Si vedano le tabelle XIV e XVI.

(169) Regio Decreto del 28 aprile 1872. Si vedano le tabelle XIV e XVI.

(170) Regio Decreto del 5 giugno 1887.

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