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ANT!CORSARE
molino da Bergamo, Domenico Giunti, Pietro del Prado, Arduino Anclronico, celebrati architetti militari ...
Si s uole poi fissare a 37 il numero delle torri edificate, che è per la verità un numero assolutamente sproporzionato rispetto alle necessità difensive dell'isola, ed al conseguente impegno che ci consta essere stato profuso negli anni seg uenti, costruendo nuove torri destinate a completare il sistema di Vega , ufficialmente considerato carente" < 97 l _
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Anche questa seconda data appare però scarsamente credibile essendo tanto il viceré che l'ingegnere impelagati fino al collo in una grande s pedizione navale anticorsara contro la base nordafricana di Dragut. Il Ferramolino, addirittura vi perse la vita nell'agosto del 1550. Terminate le operazioni e rientrato in Sicilia solo nell'autunno di quello stesso anno il de Vega ebbe il tempo e l'opportunità, e forse a seguito della mancata eliminazione del corsaro e delle s ue prevedi- bili ritorsioni, l'assillo cli occuparsi concretamente delle toJTi costiere. Quanto poi al loro eventuale numero la cifra tramandata non se mbra affatto esigua se relazionata al biennio J551-53, trattandosi del nucleo iniziale ciel sistema.
Disgraziatamente di quelle torri non si conosce né la configurazione architettonica né le ubicazioni d ' impianto , né la logica operativa, carenze tutte che inducono a ritenerle piuttosto episodiche che sistematiche. Le torri del de Vega, in altre parole, si eressero sostanzialmente sim ili a quelle dei secoli precedenti, spesso ancora operative lungo le coste del Regno , perché le più semplici ed economiche. Non può essere neanche del tutto escluso che il Vega s i limitasse a far restaurare quelle remote vedette volute dagli svevi, dagli angioni e dag l i aragonesi, raccordandole con sparute altre intermedie di nuova costruzione, o, più verosimilmente con postazioni a li' ape110.
Si s pi eg h ere bb e in tal modo l'assenza di un qual si as i progetto o relaz ion e tecnica, in un contes to di iperattivit à fortificatoria s upportata da innumerevoli relazio ni , grafici e rilievi. Non mancavano certamente gli ingegneri n é la preparazio ne s pecifica p er poterlo fare , eppure s tranamente un'imp resa tanto rilevante non ha la sciato alcuna traccia, pers ino indiretta, nei cosp ic ui fondi d ' archivio , al co ntrari o di qu an to invece accadrà a partire dal 1579.
L'avvio del torreggiamento
Allorqu a ndo Marcanto nio Colonna, redu ce dal s u ccesso di L epa nto , fu inv iato dall'imperatore in Sicilia quale viceré, condusse con se l'ingegnere Tiburzio Spannocchi 198 ), già celebre nelle costruzion i militari , che infatti risulta ne ll ' Iso la tra il 1577 ed il '79. Confermatasi la celebre vitto ri a gravida di conseguenze negative per l'accresciu t a aggressività corsara, fu g i ocoforza elabora r e con la massima urgen za un progetto di cred ibil e torreggiamento dell ' intera isola, s ulla fa lsa r iga di quello napoletano. Ed, o vv iamente, lo Spannocchi ebbe l'incarico di redigerlo ne ll a mani era più accorta pos s ibile, s ia dal pun to di vista tecnico-rnililare che fiscale, onde evitare che le contribuzio ni co munqu e gravose fossero pure eccessivamente inique. lJ tecnico decise pertanto di effettuare, preliminarmente , un minuzioso soprall u ogo dell 'i ntero perimetro cos ti ero, 1ilevandolo topograficamente e graficame nt e con vedute e schizzi, riportandone le principali caratteristic h e geo morfologiche. L'i n s ieme formò un magn ifi co at l ante manoscritto, ricco di immagini e di vari egat e in formazio ni: pervenuto nelle mani dello s tesso imperatore rima se da allora presso la s ua biblioteca '99 l In quanto tale de ve considerarsi il tipico proge tto di m assima del torregg iamento, scam pato alla s u ccessiva di stru z ion e solo in virtù della sua straordinaria raffinatezza e p erizia: va co n s id erato perciò di va lenza ge n erale.
Dunqu e sta ndo ai dati ria ss unti vi dello Spannocchi la Sicilia aveva uno s viluppo costiero di 663 mi g li a, pari a circa 1200 c hilomet1i , e ntità di poco inferi ore alle attuali va lut az io1ù. Dis lo cat i lun go la retrostante fasc ia ben 64 ce ntri abitati , dai mi nu scoli villaggi a ll e grosse città , co mpr e nd enti un a popola z ione di o ltre 500.000 anim e, cifra per l 'e poca affa tto trascurabile. A v igilare ne l corso d e ll ' anno s ulla loro in co lunùt à 208 vedette appiedate e 2 84 montate, meglio note ali ' epoca come guardie l e piime e cavallari le seco nd e. In coi ncidenza della buon a s tag io ne, foriera d elle in c ur s ion i e disgraziatamente m o lt o lun ga in Sicilia. altre 665 g uardi e ed alt1i 60 cavallari si aggiungevano all ' organico: s i trattava però di individui obbligat i alla pre staz ione se nza alcuna iico mp e n sa definiti perciò forzat i. Scarsa la l oro motivazione , sca rso il l oro apporto. In pratica quasi un uomo per chilomet ro, dato che di per sé è già una eloquente testimonianza del dramma.
Ne l corso de l periplo Spannocchi rilevò come operative, indip endentement e dalla tipologia e vetustà, ben 62 toni: si trattava però di struttu re arcaiche residu e di tut te l e precedenti dominazioni. In ogni caso ingoiavano per l e loro di sc utibili prestazioni 1.200 ducati, ragion per cu i l' importo globa le a nnu o della vigilanza cost iera attiva e pas s iva ascendeva ad oltre 15.000 duc a ti , e ntità colossale pari a l costo di circa 40 nuo ve torri di media dimen s ione! Per un torreggiamento credibile della Sicilia, però , secondo lo stesso tecnico ne sarebbero occorse a lm eno il triplo c h e, quand 'a nch e de lla tipologia più eco nomi ca, avrebbero i mphcat o uno sta n z ia m e nt o di preventivo pari a 13.300 ducati 0 00l Ma un a cifra del gene re mai fu realmente di spo nibile in bilancio e so lo dopo oltre un secolo di di atri be , inframmezzate da lutt uose conseg ue nze, f-u s tentata m e nte attinta nell'ambito di un sia pur mod esto tOTreggiamento. Ma chi ne fu a quel punto l'autor e?
Il codice dello Spannocchi tramanda debitamente raffigurate con indubbia maestria e fede lt à persino le p i ù scalc inat e toni da lui in co nt rate: ne ss una di esse però tradisce sig nifi ca ti ve peculiarità archetip ali, o ripetitività modulari: si trattava di str utture per lo più a pianta circolare ed alzato cilindrico non di rado su basamento tronco co ni co, di evidente concezione medieva le , forse di epoca angio in a nel co ntesto della g ue rr a dei Ves p eri. Di quadra te so ltant o un paio, peraltro di incerta conno taz ion e e definizione architettonica. Fino a quel mom e nto perciò torri ind ete rmin ate A partire dagli anni '80 d e l XVI seco lo, in vece, torri di indubbi a conformità ed omogeneità, facilmente identifica bili a nche oggi: l'evento quindi deve collocars i in quel biennio , ta nto più che lo Sp annocchi , 1ichiamato per la s ua competenza a co rte, no n ebbe più occasione di tornare in Sicilia. Il dispositivo difensivo da lui ide ato, però, do ve tte ri sc uotere piena approvazione e sig nifi ca ti v i es t i m a tori , non sp iega nd os i a ltrim enti la prestigiosa promozione. Pertanto ancor meno se ne spiegh e rebbe un 'a lterazione, anche parziale. e meno che mai un iigetto totale, dal momento che il tecnico che lo avvicendò ne ll ' rsola, fu il connazionale architetto Camillo Camilliarù ( IOI ) burocraticamente s uo s ubordinato.
Tornando al '79, s ull a fa lsariga di quel progetto di massima, incitati dal dinamismo del Colonna e pun golati dal precipitare della situazione i tre bracci del parlamento siciliano e 102i nella riuni o ne del 9 aprile approvarono, olt re a11o s tanziamento abituale per le fort ificaz io ni , un o s traordinario destinato appunto al torreggiamento dell'Isola. Così la delibera che costituisce l'atto di nasc ita ufficiale del di spos itivo difensivo an tico r saro s ic ilian o:
" havendo li tre Bracclzij fotto servigio a sua Majestà di Fiorini cento milia per le fabbriche, et fort((ìca1ioni del Regno ... e, considerandosi le molte vessactioni. pericoli. e, danlli. che da corsa/i ricevono i regnicoli, il gran dis111rbo. et i111pedi111ento, che succede nel com111ercio per 11011 ritrovarsi fatte all'intorno le marine d'esso Regno seguitatamente quelle 1orri le quali sono necessarie, acciocché giomo. e notte in tutte le parti fosse continua corrispondenza di iuardie. e segni, per sicurez;:,a delle dette marine, et considerandosi anco, che diverse di quelle istesse Torri. che hoggidì ci so n o. poco o nulla, possono servire per tali guardie et insieme se11do li detti tre Bracchi) infor111a1i. che molti luoghi. ne/li quali le suddette Torri si hanno a.fare 11011 potrebbero supplir a tanto peso; è s taro perciò da ess i Bracchi) rappresentanti llllfo questo fidel issi1110 R egno col/egialme111e con gregati nel loco solito, e 1 con suero. votato. co11cluso, et accordato che si hanno a fare ejf'effivwnente tutte le torri necessarie all'i11rorno delle marine di tutto il R egno e , racconciare et accomodare quelle. le quali essendo in parte commod e per questo servigio. havessero bisogno di riparactione et raccollciwnento, et c h e in ogni una d'esse 10 rri si abbia a far mettere, et tenere quell i guard iani, che parrebbero necessarij secondo la qualità de· luoghi, e staggioni " , io3 ,_
I ri s ultat i ta ngi bili no n s i fecero at te ndere molto e in breve volgere. diverse toni ini z ia rono ad essere edifica-
LE FORTIFICAZION I ANTK'ORSARE
te. Di una di esse, torre delli Digitelli, in seguito Colonna in onore al viceré, ci è pervenuto l'intero incartamento che consente perciò di vagl iare le diverse fasi burocratico-amministrative alle s palle di siffa tte opere.
Dunque il primo a ravvisarne J" esigenza in quel particolare contesto fu ovviamente lo Spannocchi: nel giro di pochi mesi il Colonna ne ordinava la costruzione , appaltata effettivamente nel marzo del 1580 con un regolare capitolato redatto i I 21 giugno s ucce ss ivo. Que ste le prescrizioni sa lienti:
· Et prima detta t0rre s '/zaverà di fabricare di calce et rena impastma con acqua dolce, et non altramente, bene con diligentia. 111aestrevol111ente e t a servii il> revisto.
S 'haverà a fabr icare tutta integramente di pietra di S0la11to con le sue cantoneri di testerri ben accon::.ati et medesimamente tutto il resto. come pur le finestre borduni. o pur passama n i et buttaturi "o.,' conforme al dissegno che se li darà di pietra intagliata.
S'haverà a .fabricare in quel fuoco. et con quelli ordini. andamenti et cosi necessari i per la sua forte-;:,::,a che gli sarà ordinato in iscritto
La sua .fabrica s'hm•erà d'abbracciare 'w;, con la rocca dove s '//averà da fare insino ali 'a/te-:,::.a di palmi 1•inti. dove serà il primo solo "°"', facendola massiccia insi110 alla detta altez::.a del cordone. et dal detto cordone in su s'alzerà con muri di palmi quauro di grossezza, facendm·i il dammuso al altezza di palmi 20 sopra detto massiccio. Deno dammuso s '/wverà a fabricare a crochari z zo ,u,, o a me z zo wndo secondo alla dep.ne parerà, a11elaraco '' "x , er voltato con listelli di Solanto.
S'haverà a fabricare conjèJ1me al dissegno che se li darà alla deputazione souoscritto dal spettabile Mariano Imperatore e dal maestro Giovanni Sala111one.
S'haverà da fabricare co11ti11oa111enti sen::.a leFan i mai mani con quel numero di mastri et manoali che li sarà ordinato dal sp.le Mariano Imp eratore o da m.,v Carlo Ma11eri e/ questo doppo il preparamento di tutto /'attratto. il quale s'haverà di trovar prepara/O per tutto il mese di settembre I X md prossimo da l'enire, et così poi conseguen/emenle l'haFerà di dar spedila et perfetionata per IUIIO il mese di aprile di detto anno IX in pross. da \'enire. et lui/o ques/0 11011 li mancando il danaro per occasione de/a deputatione o qualche a/Ira provenienti da essa e/ 11011 dal staglianti
Li nwramrni s'haveranno a mensurare lo vacante per lo pieno, fan/o del da111 muso d'onde incomincia la volta per fini sopra la groppa. quan10 del/i fi11is1ri e / twti altri aperturi, et detra fahrica s 'haverà a mensurare al modo ord in ario cioè dui palmi di grosse-;.-:.a e! canna una di quatro si come è consueto in Palemw < 11 M
El per delta torre esserfa1w conforme al dovere et per securtà della dep ne haverà di dar piaggeria della somma del danaro come la fabrica per qualtro ann i poi che sarà fini la di 1u110 punto.
Et per ques10 se li da lo swglio a onz.e 1.9 la canna a rutti spesi del s1aglian1e, in wnto che né per calce. né per pielra, né per legnami per li forni. né per nessun 'altra cosa passi conseguir a//ro che lo prezzo accorda/O.
Se li haveranno di pagare antecipati om,e {***] per preparare li clflralfi, e/ dopo se li somministrerà il denaro di mano in mano secondo il necessario.
S'haFerà d'imbiancare dalla parte di fuori di ri::,z,o, e/ dalla pane di demro di liscio a una mano, el così il e/ammuso.
S'haverà d'imhattumare. o pure ammadonare, o pure restare in piano ben conditionato al prima entrata, et sopra il dammuso si ammadona doppiamenle, cioè il primo con calcina et l'altro con tuffo , et se ci haveranno a fare le sue huttacqui d'intaglio.
Lafabrica se li haverà a mensurare tanti volle quan1i al!a dep.ne parerà, e1 secondo che ella ordinerà.
Se li farà dare la comodità di far calcare, legni morti, et pietre con pagare lo stagliante il gius/o prezza.
Se li farnnno teiere favorahili soliti farsi per li mastri del/i ponti.
La piaggeria da prestarsi potrà essere data per diversi pleggi. ciascuno per la rata che prometterà. et succede1 1do che morisse alrnn de pleggi haverà a dar piaggeria di nuovo per la rata di quel pleggio che sarà morto, et saranno obbligati presentare alla dep.nefede ogni anno della vita di detti plegii.
Mastro Giuseppe Ciacalone offerse per il de 11 0 s faglio del!a torre del/i Digitelli con.forme alla presinserta capitulatione a ragion di on-;.e 1 et tarì novi la canna.
La quale offerta pos/ll alla candela <1 mi et preconi-:.ata al solito, nè comparendo altri che facessero miglior i conditione et offerta estillla la cande la, fu liberato il detto staglio al deuo Ciaca!one a detta ragione di on-:.e una
Ingegno E Paura Trenta Secoli Di Fortificazioni In Italia
e/ tarì novi la canna come 11!1i1110 licitatene et qfferenti conforme alla sude11a capitulatione et <4fer/a ad extillfu111 candele" 111 11 •
Nel documento s i fa incidentalmente riferim e nto ad un di seg no della erigenda torre da ri spe ttare: l a modalità e la marginalità della precisazione sembrano suggerire che si trattasse piuttos to della copia di un prototipo generico che del progetto specifico. Del res to l' incaricato del controllo dei lavori non è ricordato né come ingegnere né come architetto: plau s ibile perciò la s upposi z ione che la connotazione architettonica del manufatto fosse già perfettame nte nota , riportandone i g rafici so lo le precipue dimen s ioni , varia bili caso per caso. Dando per sco ntata la pianta quadrata la sce lt a se mbra infatti poters i re s tringere a sole tre config ura z ioni , matrici di altrettante tipologie: torre perfettamente parallelepipeda, parallelepipeda s u base tronco piramidale, tutta tronco piramidale. Scartata la prima, fin troppo fragile ed indifendibile , le possibilità r es tav ano due corrispondenti nella fattispecie o alla torre pontificia o a quella napoletana. Il regno di Sicilia appartenendo alla stessa compagine imperiale di quello di Napoli, avrebbe razionalmente dovuto optare per l a seconda, peraltro perfettamente nota sia allo Spannocchi che al Colonna per precedenti incarichi militari ne l napo letano. Ma ev idente mente qualco sa di quelle ottime e modernissime torri non dovette convincerli. L' ipotes i meno improbabile deve ancora una volta individuar s i nella loro finalizzazione primaria alla protezio ne del cabotaggoio e subordinatamente a quella del territorio , esigenza che nell' Isola non ebbe mai unarilevanza tale da g iustificarne il maggior costo. La Sicilia, infatti, non vantava un identico cabotaggio né quello che avveniva rivestiva valenza strategica. Disponeva certamente di alquanti porti caricatori dai quali però non si originava alcun circuito mercantile.
Per contro vaste aree coltivate a ridos so della costa andavano protette attivamente, magari accogliendo nelle stesse torri i contadini sorpresi da un ' incursione. E di tale pres tazione accessoria, espressamente vietata
Ion I Anticorsare
alle torri napoletane, si trova piena conferma negli ordini di servizio delle torri sic iliane come pure in quelli delle torri pontificie. Situazione complessiva, quindi, sostanzialmente s imile alla vigente nella campagna romana dove lo stesso Colonna aveva eretto un paio di torri per assicurare i coloni del s uo feudo.
Alla luce di quanto appena delineato e magari da ulteriori motivazioni a noi o rm ai purtroppo ignote , non de sta eccessive meravig li e che la sce lta cadde sulla tipologia pontificia, di cui il Colonna quale capo delle forze armate papaline ed il s uo ingegnere militare , erano per ovvi motivi perfettamente edotti. La torre dei Digitelli quindi fu eretta secondo quei canoni, sanzionandone l 'adoz ione per il torreggiamento siciliano. In meno di un anno la torre di discrete dimen s ioni fu ultimata e, con la medesima solerzia, già nel luglio del 1581 le s i destinava una guarnigione di tre uomini.
Il torreggiamento del Camilliani
Quas i certamente dopo il richiamo dello Spannocchi a Madrid per più alti incarichi onde evitare che il suo progetto, peraltro di massima, subisse deleteri arresti , s i individuò in un altro tecnico fiorentino, l 'a rchitetto, Camillo Camilliani un valido successore. Forse fu lo stesso Spannocchi a suggerirlo, non spiegandosi altrimenti la coincidenza di un secondo toscano nell'Isola con le medesime incombenze profess ionali. Quanto al Camilliani, volendo assolvere responsabi lm ente al s uo incarico , mostrandosi magari non inferiore al predecessore te ntando così di em ul arne il successo, decise di riformulare l'intero dispositivo a com in c i are dalla ricognizione dei s i ti d'impianto delle erigende torri, redigendo un nuovo at lante di concezione sostanzialmente simile a quello dello Spannocchi < 11 2 ; P ertanto nell '83 nuova delibera del parlamento e nuovo periplo prodromico:
" .. . Con /'occasione de/a visita delle Torri & guardie mariti ime. che hor deve fa re il Capii ano Gio. Baltista Fre- sco si mandi insieme con lui Camilla Camigliani con particolar cura di riconoscere insieme la circonferen:;e del Regno & descriverla in carra, specificando rune le Cale. &i luoghi dm·e siano le Torri & i Porri mari11i111i. & dm •e si disegnerà jàr a/ire Torri segue11do il principio dello dal Ca1,aglier Tiburrio " 11 u 1•
Circa le istruzioni impartite al Camilliani così la mi ssiva dello stesso Marcantonio Colonna:
"Tstuttritione al magnifico ingegniero
Camillo
Camigliani
Conciosia che la deputa7,ione del reRIIO ha cura d'allfeporre er cmi l"appmbarione nostra ordinare. che all'intorno del regno si facciano quelle wrri che paia11 esser necessarie; et si ripa rin !'a/ire Rià fatte. le quali hahbian bisogno di racconcia111e11to: et inspe:;ie di prm·edere con l'istesso nos1ra approbatione che si pongano e tengano a fuochi opporumi quelle guardie che per sicure~;.a delle marine fa di mesriere renere con <.:0rrisponde11~a co111inova1a de segni di fumo er foco, er con la prunre;.;.a di bas1evole numero di cava/lari che a vicini fuochi velocemenle portino gli avisi di scuoperri vascelli nimici; et conciasiaché per la buona esseculione di questo servigio è necessario havere piena notizia della qualità et circ01!fere11w di tutti i liri marini; è staro ordinato che lo spettabile commessa rio generale delle suddette fabriche et Rllardie vada personalmente a rie<moscerli dove per mare et dove per rerra (comunque sia cli bisogno), per riportare piena infonnatione del tutto, co111probando egli con rel'ista sua a/ire rela1ioni a !empi addietro havute di queste materie. Et perché cosa molto difficile sarebbe ard pericolosa, farsi poi qua solamente sopra informationi di scriflura le dererminario11i che occorreranno, è s1a10 perciò appunwlo che fomzatamente si faccia far anco insiememenre disegno verace in prospet/iva di lulfa la sudeua circonferenza et liii; e/ voi per l'ingegno el sufficienza vostra siete stato eletto sopra ciò.
Anderete dunque in compagn ia del sudetto Sp. commessario generale riconoscendo di passo in passo rullo il sudetto lito, misurando per mare el per terra le distanze. et mettendo in disegno la cosmografia d'esso.
Usere1e particolare diligen:;a a misurare in ogni cala et fuoco atto a ricevere er occultare vascelli nemici, la grande:za d'essa et il fondo del mare. accioché si possi far giudicio del numero el della qualirà di tali vascelli che ci capiscano; et nel disegno scrivere/e anca il nome di ciascheduno d'essi luochi.
Rappresenterete con particolare distinzione quelle cale et grotte. le cui bocche con la comodità d'imminenti scogli o altrimenti convenga. et si possan chiudere.
Noterete etiandio i.fiumi et i fonti, che a liti et cale siano. et i nomi d'essi con distinta avverten::.a di quelli che porgan comodità di.fare acqua ai nemici.
Me11erete anco in disegno con aspe/IO della l'ista quelle cilfà. terre, castel/a. 1•il!e, casali e torri, che dal! 'e111i11en ::.e vicine al lito si sctwpron. notando i nomi di ciascheduna et riportando il sito con quella p,vportionata misura di distan:-,a che ricercare si possa
Singolare studio s'ha a.fare in descrivere il sito dol'e già sian fabricate, o dove convenga di nuovo fabricare torri di guardia notando le corrispondenze che così a/l 'intomo del lito, come addentro terra possan havere et dare di soliti segni, et la pianta de tali torri fatte
Non lascierete di specificar quei siti vicini a liti dove fuori de torri si tengcm poste di guardia da piè et de cavallo per esser punto sostanziale da sapersi.
Separntameme anco metlerere in disegno le citlà et
iKGEGNO E PAURA TRENTA SECOLI D I FORTIFICAZIONI
caste/la principali mari time, levando la pia111a et alzato di prospettiva d'esse.
Formerete rutti questi disegni co11 awertenza er regola wle che quindi co111111odamenre si possa ridurli poi in quella maggior et menore f!.randezza che occorrerà ordinarli; et a n elerete mandandoci quelli delle sudef/e cilfà er cmre/la prencipa/i per nostra satisfat1io11e. presentando poi al vostro ritorno i consimili del tuffo insieme alla depurazione sotfoscritti di vostra mano, et separatamente anco quelle aFverten::.e di scrittura che vi pareranno degne di noti::.ia.
Per puoter riconoscere l'aspeffo di mare er far quelle indagini che di rerrajàre non si potranno, lo SP commessario generale farà provedere di vascelli dove sia bisogno er il medesimo havrà cura di procurar anco indiri::.zo et assisren::,a di persone pratiche di ciaschedun fuoco per aiuro, facilità er sicurezza del/'essecutione dell'alrre cose sudette. affinché l'opera riesca con la desiderara pefe1tio11e come importante eh 'ella è. et necessaria al servaggio d'lddio et di sua maestà et al beneficio unil'ersale del regno.
In Palermo a 19 di l11glio 1583
M. A111onio Colonna" 111 • 1 •