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Il problema dei rliornimenti

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ALLEGATO 18

ALLEGATO 18

La risposta italo tedesca all'invasione del Nord Af1ica francese era stata efficace e tempestiva, in quanto i t_rasporti via mare avevano potuto essere effettuati praticamente senza perdite, non essendo a quell'epoca ancora stata ripristinata la potenza offensiva della piazzaforte di Malta. L'isola era sopravvissu ta al lungo assedio soprattutto grazie alla operazione "Pedestal", effettuata a metà dell 'agos to 1942, che alla Royal Navy era costata l'affondamento di una portaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere e nove grossi piroscafi, mentre una portaerei , due incrociatori, due cacciatorpediniere, due piroscafi ed una petroliera erano stati gravemente danneggiati 1 Dopo un paio di falliti tentativi effettuati dalla ma1ina britannica con navi da carico isolate, e qualche modesto rifornimento portato dal posamine veloce WELSHMAN , il 17 novembre 1942, la Royal Navy aveva fatto uscire da Alessandria un convoglio formato da quattro motonavi da carico sco,tate da cinque incrociatori e diciassette cacciatorpediniere. Avvistato alle 06, 15 del 18 , nonostante le pessime condiz ioni atmosferiche, il convoglio era stato so ttoposto a vari attacchi dai bombardieri ed aerosiluranti del TI/Fli egerkorps, che a causa della scarsa visibi li tà e della efficace difesa contraerea erano riusciti solo a danneggiare gravemente un incrociatore. Gli attacchi aerei, sospesi a causa delle tenebre e del maltempo. erano ripresi all'indomani quando il convoglio. dopo avere evitato uno schieramento di sommergibili italiani e tedeschi , aveva già raggiunto un punto a settanta miglia da Malta. In previsione di un attacco della flotta di superficie italiana, i britannici avevano predisposto un massiccio intervento delle forze aeree di Malta e del Medio Oriente, fra cui i gruppi di B-2 4 della IX Air Force. Alla sera del 18 novembre la Regia Marina aveva a Messina gli incrociatori pesanti GOR IZIA e TRIESTE con g li incrociatori leggeri GARIBALDI, ABRUZZI ed AOSTA e quattro cacciatorpediniere. Altri cinque cacciatorped iniere erano disponibili a Palermo ed a Taranto, tuttavia l 'ammiraglio Riccardi, Capo di Stato Maggiore della Marina aveva tenuto tutte queste unità entro le loro basi. All'Oberbefelshaber Sud, che chiedeva il motivo di questa inatti vità, Ric cardi aveva risposto che "Nel caso particolare quando, sia pure tardivamente, si è ovulo l 'avvistamento di un convoglio diretto a Malta, una delle cause che hanno impedito di in1erve11ire con gli incrociatori pronti a Messina è stata la mancan za assoluta di cacciatorpediniere" 2

Dopo il decisivo miglioramento apportalo dal convoglio alla situazione lo gistica dell'isola, il 27 dello stesso mese tre incrociatori e quattro cacc iato rpediniere erano arriva ti a La Valletta ricostituendo la Forza K, c he già nel 1941 aveva inflitto gravissime perdite al traffico ma1ittimo fra l'Italia e la Libia. e! frattempo gli Alleati avevano concentrato nel porto di Bona quattro incro ciatori ed otto cacciatorped ini ere con cui costituirono la Forza Q, c ui successivamente aggiunsero alcune flottiglie di motosiluranti americane e britanniche. Supermarina aveva reagito. posando un grande sbarrame nto minato, che si estendeva per 80 migli a ad ovest di Bisetta secondo un tra cciato parallelo a quello già posato a s uo tempo fra Capo

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J Santoni e Mattesini. op. cit p. 249.

2 Il testo è s tralciato dalla ri s pos ta de ll 'ammiraglio Riccardi ad una richie sta di chiarimenti tedesca. Vedi: Santoni e Mattes ini. op. cit. p. 3 12.

Mocchi MC.202 del 6 ° Gruppo Coccio (1 ° Stormo) che dai compi K.9 e K.41 (sud tunisino) , fu trasferito o Panteller ia, dove ins ieme al 17° Gruppo ebbe il difficile comp ito di ass icurare le scorte ai convog li aere i e novali che r ifornivano le forze dell' Asse in Tun is ia (co ll ez ione Fe rdinando Pedrioli )

Bon e l ' iso la di Maretti no. Gli All eati avevano rep li cato co n un o barramento posato fra quelli italiani. Comunque per tutt o il me se di novembre i mo vimenti na va li dell 'Asse non avevano reg istrato perdite, sia perché la Forza Q non era anco ra operativa, sia perché l'a v iaz ion e di Mal ta e la Forza K davano anco ra la priorità a i convog li di retti in Libia, dove 1'8a Armata stava cercando di chiud ere defi niti vamen te la partita co n r Armata Corazzata Ital o Tedesca 1

In dicembre si erano avute le prim e perdite. ella notle s ul 2, il co nvog li o " H" part it o da Pa lem1 0 pe r Biscr ta co n quattro merca ntili sco rt ati dai cacc ia DA RECCO , CA MICIA NERA. FOLGORE e dalle torpediniere PR OC IONE e CLIO , era stato attaccato da una parte de lla Forza Q (incrociatori AURORA. ARGON AUT e SIR IUS e due cacc iat orpe dini e re). Nonostante l' a rdita reaz io ne dell e unità legge re italiane. tutte le na vi da trasporto erano state affondate in sie me al caccia FOLGORE. TI cacc ia DA RECCO, quantunqu e inc endi ato si era sa lva to a rimorchi o del PIG AF ETI A. s mentendo le affermazioni del Comand o A ll ea to. c he aveva ri ve ndicat o, o ltre all ' affondamento dei quattro me rca nt.il i, anche quell o dei tre cac ciatorpedinierc4 • Do po il 2 di ce mbre gli attacchi e le pe rdite ebbero una progress iva ed inarres tabile ascesa sino al te rmin e della ca mpagna. tanto che l'ang usto ed obbligato cor ridoio fra i ca mpi minati ebbe il so prann ome di 'ro 11 a della 111or1e". All ' ini zio dell ' o peraz ione Torch, ita li a ni e tedesch i di s poneva no di ce nto se ttantacinqu e bastim enti per comp lessive 6 10.000 tonne ll ate cli stazza lorda. per alim entare sia la Libi a che la Tuni ia. Du e mes i e meao dopo. trentuno di questi tra porti erano stati di trutti nei porti dai bombardamenti aere i mentre a ltri c inqu a ntaqu attro erano s tati affondati in mare. Nel frattempo alla flotta dei trasporti si erano aggiunte altre centosessantanove unità, in massima parte requisite ai francesi, però sessa ntuno di queste erano andate perdute entro breve termine5 Ma c'era di più. Il continuo martellamento aereo dei porti di Tunisi, Biserta, Susa, Sfax e Gabes aveva menomato i loro impianti riducendone la po tenziai ità di scarico da 7.500 a 2.200 le tonnellate giornaliere di materiali6

Di fronte alle disastrose perdite navali ed alla progressiva paralisi dei porti tunisini , l'Asse aveva dovuto ricorrere al trasporto per via aerea nella ma ssima misura consentita dalla flotta di velivoli a disposizione. Dati i fortissimi rischi rappresentati dalla traversata per via di mare, l'aereo era divenuto il mezzo quasi obbligato per trasferire uomini senza esporli a disastrose perd ite. Al trasporto aereo venne affidata una se mpre maggiore aliquota dei rifornimenti più urgenti. La sua tempestività aveva favorito il s uccesso ottenuto ai primi del novembre 1942 dalle forze dell'Asse , quando era iniziata l'operazione Torch. La risposta dell'Asse era stata pronta, soprattutto perché il tra sferimento per via aerea di un primo nucleo di uomini, mezzi e rifornimenti, aveva evitato di mi s ura il tentativo degli Alleati di occupare la Tunisia con la complicità dei francesi.

Ai primi del novembre 1942 , i Servizi Aerei Speciali de ll a Re g ia Aeronautica disponevano complessivamente di centoottantotto velivoli da trasporto efficienti (centotrentadue dei repa rti Te cinquantasei dei Nuclei Ala Littoria, LA TT ed ALI) 7 La concomitante necessità di rifornire la Tunisia e nel contempo l'armata italo tedesca in ritirata da el - Alamein, aveva costretto il SAS ad utilizzare gli stormi equipaggiati con i capaci S.82 per i collegamenti con la Libia e quelli co n velivoli di minore autonomia e capacità di car ico - come il 48 ° Stom10 (Fiat.G.12), il 18 ° Stormo (S.81) ed il nucleo LATI (S.75) - per i collegamenti con la TunisiaM . e li o stesso periodo avevano iniziato a risalire le perdite per azione nemica. Il 12 novembre un convoglio di cinque S.82 in volo da Tripoli a Castelvetrano con passeggeri militari e civili fu praticamente distrutto al largo di Pantelleria da sei dei Beaufighter di Malta. Tre S.82 precipitarono in mare e due riuscirono a fare ammaraggi d'eme rgenza vicino a Pantelleria . La perdita degli apparecchi, in sie me a quella di diciannove militari e diciassette civi li , obbligò Superaereo ad assegnare una sco1ta caccia a tutti gli aeroconvogli su ll e rotte per la Libia9 • Ma poco dopo anche la rotta per la Tunisia iniziò ad essere pericolosa. Il 15 novembre, un G.12 del 48 ° Stormo e due SM 75 de ll a Sezione Autonoma e del Nuc leo LATI , partiti da Sciacca, furono tutti abbattuti su l mare da caccia alleati , con conseguente perdita dei dodici membri degli equipaggi. Prima della fine de l mese , a queste perdite si aggiunsero altri quattro S.82, un Cant.Z.506 del Nucleo Ala Littoria ed un S.75, mentre dodi ci S.82 ed un Cant.Z.506 furono danneggiati a terra od in vo lo da aerei nemici. All'inizio di dicembre, sia per le perdi te che per le scarse consegne di nuovi aerei, la linea operativa del Servizio Trasporti Aerei s i ridus se a cen toventitré velivoli efficienti. Inoltre avendo 700 p il oti in se rvizio e specialisti in proporzione, il Servizio avrebbe potuto equipaggiare almeno un numero doppio di aerei, poic hé era strutturato su quattro Stormi da Trasporto (con 8 grupp i ed un totale di 19 squadriglie) , più un Gruppo, una Sezione e un Comando autonomi 1°. Purtroppo la mancanza d i una doc um entazione stati stica completa, permette di tratteggiare so lo a grandi linee l' attività del SAS. Sappia mo però che nel periodo 10 giugno 1940 - 31 dicembre 1942, il SAS aveva eseguito 38.428 viaggi trasportando 504 146 passegge1i e 34.190 tonnellate di merce , e perdendo nello stesso lasso di tempo 121 apparecchi e 196 av ia tor i. Le cifre de ll e perdi te - abbastanza accettabili nei pr imi due anni e mezzo di gueffa - avevano subito un a bru sc a imp e nn ata negli ultimi quattro mesi della campagna di

5 "Swria della Ma,ina", op . c it. , vol.5, p.1362.

6 "T he AAF in Nort hwest Africa", op. cit. p. 36.

7 Civoli Mas s imo , " S.A.S - Serv izi aerei Speciali della Regia Aeronautica 1940 - 1943" , Gribaudo Editore 199 , Cava lermaggiore 2000. p. 7 1.

8 Civoli M. op. cit. p.74.

9 Civo li M. op. c it. p.74 . A partire da 13 novembre 1942 Macch i MC.200 provvidero alle scorte s ulle tratte Ca stelve trano

- Pante ll er ia e Pa nt elleria - Tripoli.

IO Per dat i nume rici c:fr.: G. San toro, op. cit.. vo i. TI , p 460 e C ivo li M. op c it p.74.

Tunisia. Secondo una stima dell'allora Sottocapo di S.M. della R.A gen. Santoro, nel cruciale periodo fra il 1° gennaio ed il 10 maggio 1943 i Serv izi Aerei Speciali eseguirono 5.572 viaggi, trasportando 75.854 passeggeri e 5.8 I O tonnellate di merci e perdendo nel contempo circa 89 velivoli e 234 aviatori' 1• on disponiamo dati completi sui traspo rti aerei della Luftwaffe, ma quelli parzia li bastano per dimostrare che in questo settore il contrib ut o tedesco fu di poco superiore a que]lo italiano. Dal J O dicemb re 1942 al 31 ma rzo 1943 gli Ju.52 effettuarono 7.371 so r tite cui si aggi unsero le 434 effettuate dagli enormi Me.323 e le 151 degli S 82 della "Savoia Staffe!" d i base a Lecce. I n totale i Transportgruppen portarono a T un isi 40.059 passeggeri e 14.179 tonnella te di materiali 13•

Queste cifre - che includono anche viaggi e perdite rela t ivi a settori divers i dal ord Africa, la cui incidenza sui totali è peraltro da ritenersi abbastanza trascurabile - dimostrano che le perdite del solo primo quad,imes t re 1943 quasi dimezzarono l'iniziale li nea d i volo del SAS, cancellando dai ruoli circa il 17 % deg li equipaggi A fronte d i queste perdjte stava una media di 44,7 tonnellate di materiali giornalmente trasportati , pari a circa l' 1,5% del fabbisogno giornaliero dell'intera testa di ponte tunisina 12• Una quantità di materiali, che a sé stante appare abbastanza trascurabile, tuttavia il risultato più ragguardevole del SAS fu costituito da l numero dei mi li tari trasportati - quasi 600 al giorno - che proseguì quas i inalterato sino ai primi di ap ril e con pochissime perdite ed evitando a costoro i 1ischi di una assa i più pericolosa traversata in nave. Poi le perdite aume ntarono appena l' aviazione alleata iniziò una se,i-ata campagna per bloccare anc he i rifornimenti pe r via aerea.

La drammatica situazione era comu nq ue stata razionalmente affronta ta dal comando del SAS , che ave -

11 G. Santoro, op. cit., vo l. li, p 460 Seco ndo un'altra stima de l generale Santoro, da lu i stesso r itenta incompleta , (op. cit p.525) ne l periodo novembre 1942 - maggio 1943 le perdite s arebbero s tate 82 aerei e 220 av iato ri.

12 Secondo la s tima de ll'OKW il quantitativo minimo di rifornimenti per le divis ion i italo tede sche in Tunisia era di 150.000 ton. men s il i, par i a 3.000 tonnellate giorna liere. Tenendo conto delle perdite occorreva inviare a lmeno 4.000 tonnellate al giorno (Co nferenza del F Uhrer sui problemi navali , riportata da Deakin F.W. op. c it. p. 2 15). Lo stesso quantitativo (3.000 to nnellate/giorno) era s tato st imato anche dagli A lleati (C raven & Cate, op. cit. voi.Il p. 185) va cercato di mantenere in perfetta effic ienza aerei ed equipaggi adottando il sistema dei turni d'impiego, intervallati da brevi periodi necessari per il riposo degli uomini e la revisione dei mezzi. L'allora sottotenente pilota Giovanni Ginevro, secondo pilota di un S.82 in forza alla 608• Squadriglia, 14° Gruppo, del 44 ° Sto1mo SAS, ricorda che il suo reparto, dopo un ciclo di circa quindici vo li con la Tunisia, rientrava all'aeroporto di Roma Litto1io (oggi Roma Urbe) per revisionare gli apparecchi e ritemprare gli equipaggi per una nuova serie di missioni. Sebbene relativamente breve, il ciclo delle operazioni era duro ed impegnativo. "Tempo permettendo i voli [per la Tunisia] erano giornalieri e venivano fatti in convoglio. li numero degli apparecchi non era fisso , ma dipendeva dalla disponibili1à. l decolli [da Castelve1rano J avvenivano uno alla volta con inlervalli minimi. Una volia in volo dovevamo attendere che turti fossero decollati. Poi dirigevamo verso Tunisi a quota minima. Dieci metri circa. ll ritorno a Castelverrano non aveva orari. Dipendeva dalle operazioni di scarico degli apparecchi, ed era effe11uato in pattuglia di due o tre aerei, od anche isolatamente" 14

13 RAF Narrative (First draft), "The North African Campaìgn November 1942 - May 1943", pp.196, 197. G li stessi dati numeric i s i ritrovano arroto ndati in Churchill Wins ton , "La seco nda guerra mond iale", A. Mondador i Edit. Verona, ottobre MCMLXVI , Vol.4 , p.908.

Ai primi d'apri le, qualche giorno prima de ll 'inizio dell'operazione " Flax ", con la quale gli Alleati volevano conseguire la sistematica distruzione degli aeroconvogli dell 'Asse che attraversavano il Canale di Sicilia, la forza del SAS era costituita da otto gruppi da trasporto, co n circa 250 velivoli in carico di cui 140 efficienti, e da una forza di 350 piloti e 600 specia listi equivalenti a circa 234 equipaggi 15 • Una discreta flotta aerea da trasporto che la Regia Aeronautica aveva organizzato dando fondo alle ultime riserve, ma pur sempre insufficiente per le esigenze delle due armate assediate in Tu ni s ia, come, del resto dimostrarono le in sistenti richieste del Comando Supremo per un incremento del numero dei viaggi, anche ricorrendo ai tJ.imotori S.84 da bombardamento, di cui era nota l' irrisoria capacità di carico 16 •

L'imperiosa volontà del FUhrer di mant enere una testa di ponte in Africa, aveva costretto la Luftwaffe a mettere nuovamente alla frusta i gruppi da trasporto, già pesantemente decimati durante il ponte aereo per Sta lin grado 17 • Nonostante i gravosi impegni sul fronte russo, la forLa dei Transportgruppen ope ranti nel Mediterraneo nel novembre I942 era cresciuta da 250 ad oltre 600 apparecchi 16 • Data l'impellente necessità di potenziare i reparti di volo, molti apparecchi ed i relativi equi paggi era stati prelevati direttamente dalle sc uole di volo. dove si addestravano gli eq uipaggi del bombardamento. Un tale espediente poneva una pe sante ipoteca su l futuro di questa pecialità. Le conseguenze dell'errato sistema di ricorrere a costose so lu zioni d'emergenza, senza prevederne le future conseguenze. vennero alla ribalta durante i primi giorni dell'invasione della Sicilia. quando i bombardieri tedeschi ottennero risultati abbastanza deludenti, non certamente proporzionati alla tenacia e ed al coraggio con cui venivano condotte le azioni. Per quanto costoso. il potenziamento dei reparti da trasporto, al suo inizio ottenne ri s ultati degni di nota. Alla metà di marzo, i comandi alleati si accorsero con preoc eupa7ione che ogni giorno non meno di un centina io di aerei tedeschi atterrava regolarmente a Tunisi cd altrettanti arrivavano a Bisetta. All a fine del mese gli arrivi erano aumentati di un altro centinaio 19 • In questa valut azione gli Alleati avevano però ome so l'apporto dei trimoto1i da tra s porto italiani, che atterravano con altrettanta regolarità sui campi compresi fra Tunisi, Capo Bon e la piana di Sfax. Comunque l'alto comando di Algeri aveva subito posto alla orthwest African Air Force il problema di mettere fuori cau a la Luftwaffe non solo come forza da combattimento, ma anche come forza da trasporto 20 ll primo progetto per una metodica ca mpagn a co ntro il s istema di aerotrasporti dell'Asse - denominata "Operazione Flax'' - era stato preso in esame ai primi di febbraio dall'Eastem Air Command. poi l'esigenza di concentrare tutte le sue ri orse per bloccare l'avanzata di Rommel olt re il passo di Ka sser in e, ne aveva temporaneam ente rinviato la messa a punto. 1el franempo i servizi di intelligence alleati avevano accumulato una serie di dati relativi al numero degli aerei degli aeroconvogli, alle loro rotte, agli orari ed alle relative sco rte. Nelle sue linee origi nari e "Flax .. prevedeva di impiegare P-38 per pattugliare il Canale di Sicilia, sincronizzandone le azioni con quelle dei bombardieri medi, che attaccavano i convogli navali, e con quelle dei bombardier i pesanti del Xli ASC, che battevano le basi della S ici li a e della penisola ita lian a, dove si fonnava no e da cui deco ll avano gli aeroconvog li 2 1 • L'esigenza di imprim ere s ino dall'inizio un decisivo andamento all ' Operazione Flax convinse gli Alleati ad accettare una temporanea riduzione dei reparti aerei de stinati alla protezione ed aJ supporto tattico del 18 ° Gruppo d' A1mate22 • Dopo vari rinvii essi deci sero di ini ziare l'operazione ai primi d'aprile. Fu una scelta fortunata in quanto la data stabilita coincise con la ritirata della l a Armata di Messe sulla linea cli Enfidaville, che mise a disposizion e della Western Dese rl Air Force i campi del Golfo cli Gabes , dai quali anche ai caccia a corto raggio d'azione· come g li Spitfires ed i Kittyhawks, - potevano cl eco \lru·e con carbura nt e s uffi cienza per i pattugliamenti su l Golfo di Tunisi.

14 Lettera all ' A in data 27 maggio 2002, del sig. Giovanni Ginevro, già sottone nte pi lota del SAS.

15 AUSSMA (a rt.Copie Fougie r da De Fe li ce E op. cit. n.p. !045.

16 Arena N. op. ci t. vo l.4 , p. I 16.

17 Per rifornire la 6" Armata di von Paulus assediata a Stalingrado la Luftwaffe pe rse 536 apparecchi e 2.200 avia tori ( Killen John. --stori a della Luftwaffe... Longancl>i & C. Libri Pocket. 1971.Milano, p. 344).

I8 RAF 1arrativ e (First draft). ''The North African Campaign November I942 - May 1943" . p. 196.

19 History of the Twe lfth Air Force, Chapl. X, p. l.

20 Hi ~tory of the Twelfth Air Force. Chapt. X, p. l.

Fiot G.12 sul campo di Sciocco all'inizio del 1943. Lo concomitante necessitò di r i fornire la Tunisia e nel contempo l'arma ta i talo tedesco in ritirato do el Alomein, avevo cos tretto il SAS o scegliere gli stormi dotati dei capaci S 82 per i collegamenti con lo Libia , riservando quelli con velivoli di minore outonomio e capaci tò di carico· come il 48 ° Stormo (Fiat.G. 12) per i co ll egamenti con lo Tunisia (collez ion e Ferdinando Pedrioli).

La protezione aerea dei convogli Sull'opposto

versante, l'aviazione dell'Asse, che aveva sempre cercato di garnntire appropriate scorte sia ai convog li navali che a quelli aerei, cominciava ad avvertire le conseguenze di questo logorante impegno, non adegua tamente sostenuto con i necessari reintegri cli ve liv oli e personale. Proprio nel momento cruciale in cui l'aviazione ang loame ricana stava intensificando i suo i attacchi ai convog li , il 153° Gruppo Caccia "Asso di Bastoni" (5 1° Stonno) che nel bimestre gennaio - febbraio 1943 aveva eseguito

1. J3 1 sort ite fra scorte ai co n vogli e crociere protettive sulle loro basi di partenza in Sicilia, fu costretto

21 Op eration Flax. (memo) to gen. Kuter, 13 Fe b. (1943), AFRHA, A-6005. I bombardi eri medi in azione s ui convogli erano scorta ti da caccia american i e mentre quelli strategici che bombardavano i porti de lla Tunisia erano scortali da caccia della RAF (i bidem ) a ridurre la sua attività essendogli rimasti appena un dozzina di apparecch i giornalmente efficienti. Ciò ovviamente dipend eva per la massima parte dall"industria aeronautica nazionale non più capace di produne aerei in numero sufficie nte , non solo per potenziare il numero dei reparti, ma anche per rimpiazzare le perdite di quelli esistenti23

22 Hi sto ry of th e Twelfth A ir Fo rce. Chap t. X, p.2.

Sebbene le disponibilità della Luftwaffe permettessero il regolare reintegro delle linee di vo lo dei suoi reparti caccia, la loro fo rz a era ormai impari alle crescenti necessità. Il generale Ado lf Galland , arrivato nel pieno della battaglia degli aeroco nvogli per ispezionare gli Jagdgeschwader del Fli egerkorps Tunis, aveva dovuto amaramente constatare che "la loro situazione era tragica: la superiorirà degli anglo americani schiacciante ed il loro dominio dell'aria ormai incondizionaro. E benché da parte tedesca, si facesse finalmente ogni sforzo per rifornire conven ientemente i reparti dell'eserciro di terra[. ] e nonostante gli sforzi dell 'aeronautica italiana, non vi era più possibilità di mutare la situa z ione"24

Nel tentativo di fronteggiare una si tu azio ne in via di rapido deterioramento, il 25 marzo lo Stato Maggiore Aero nautica aveva inviato in Tunisia il 7° Gruppo C.T. equipaggiato con MC.202 , la cui efficienza era stata subito ri dotta da pesanti attacchi contro le s ue basi. Il 30 ed il 31 marzo, una serie di attacc hi dell'aviazione all eata su ll 'aeropo rto di Sfax, distrusse cinque dei nuovi MC.202 e ne danneggiò altri dieci. In c lud end o queste perdite, in poco più di un me se la s• Squadra Aerea acc usò la perdi ta totale di venti MC.202 ed alc uni dei pochi assa ltato1i MC.200 e G.50, e danni più o meno gravi ad una cinquantina di altri aerei . Perd ite esiz iali , dato che la S3 Squadra Aerea aveva in tutto poco meno di cento velivo li. Essendos i ristretta la testa di ponte e di conseg uenza anche la quantità d elle piste di volo disponibi li , e nello stesso tempo i rifornimenti di carburante erano diventati più difficili, in aprile Superaereo decise di trasfe rire il 6° Gruppo Caccia (1 ° Stormo) dai campi K.9 e K.41 (sud tuni s in o) a que ll o di Pantelleria. Dopo esse re stato in parte ri armato con più moderni MC.205V , il 6° Gruppo cominc iò un nuo vo ciclo di operazioni in sieme al 17° Grupp o ( 1° Stormo) , che a febbra io era stato riarmato co n i primi MC.205V usciti dalle linee di mon taggio 25 Ad ambedue i gruppi fu affidato l'tu·duo comp it o di scortare co nvogli aerei e navali nel periodo in c ui gli attacchi dei bombardieri medi e degli aerosi lur anti alleati stava no raggiun gendo il cu lmine26

Dopo la parten za del 6° Gruppo , in Tuni s ia rimasero so lo i Macchi MC.202 del 7 ° e del 16° Gruppo

23 Tara ntol a E. op ci t. p. 142. Ne i tre mesi d icembre 1942, ge nnaio febbraio 1943 la prod uzio ne nazionale di aerei da cacc ia aveva totalizza to 349 macchi ne co nt ro le 406 del periodo settembre ottobre no vembre 1942 (Sa ntoro G. op cit. p.48 1

24 Galland A op. cil. p 324.

2S Alegi, G. ·'Come non si sceg li e un caccia'', Rivi s ta Aeronautica S/1999, p 109.

26 "l Reparti de ll 'Aeronau ti ca Militare Italiana", op. c it. p. 9

Caccia ed i MC.200 e G.50 delle due squadriglie d 'assalto. onostante la situazione estremamente difficile e le pesanti ed in evi tabili perdit e sia in vo lo che a terra, la Luftwaffe cont inu ò a tenere in T unisia lo Jagdgesc hw ade r 77 e due g ruppi dell' IG5 3 ( il III /JG 53 era in Sicilia) limit and osi a ritirare alla fi ne di marzo il 2° gruppo del prestigioso JG. 2 "Ri c hth ofen", c he date le s ue precedenti espe ri enze su l fronte della Manica era necessario a Poi x (Francia) per potenziare la difesa este rn a dei confini del Reich 27 • Il motivo per cui due grossi reparti della caccia tedesca continuavano ancora a combattere in Africa, dipendeva - secondo Aclolf Galland - dalla ost in az ione di Hiùer che ' ' aveva proibito rigorosamente uno sgombro sistematico di Tunisi" 28 • A differenza del co mand o supremo germanico, il CSM dell a Reg ia Aeronautica vedeva molto più re ali stica mente la s ituazio ne . L' 11 ap ril e, mentre la la Armata Italian a ripi egava s ull a lin ea di Enfidaville, il generale Fougier, vis ta "la scarsa disponibilità di campi ed il previsto concentramento delle offese aeree nemiche sulla ristretia zona di occupazione", aveva emanato disposizioni per "procedere il più rapidamente possibile allo sgombero del personale e del materiale superfluo" inoltre si era accordato co n Kesse lrin g, per una ridu zion e dei reparti italiani in Tunisia ad un solo gruppo caccia , che "secondo gli accordi con l'OBS avrebbe dovuto essere armato con materiale germanico" ed che in un secondo tempo doveva passare "alle dipendenze d ' impiego del Fliegerkorps Tuni s" 29 Ma due gio rni prima Fougier era s tato assai più schietto col generale Ambrosio, cui aveva pro po sto di disimpegnare la Reg ia Aeronautica dalle operazioni in Tunisia, poiché i risultati ottenibi li in quelle condizioni, oltre ad avere poco va lore, avrebbero pregiudicato "molto seriamen te" la possibilità dell 'av iazione italiana di fronteggiare , "sia pure con s carse riserve" la s ituazion e avvenire "specie nei riguardi della difesa del nostro territorio" 30 •

No nostante la sfid ucia di alc uni alti grad i, so prattut to italiani, circa la co n ven ie nza cli prolun gare la difesa in Tunisia, la Regia Aerona utic a e la Luftw affe aveva no dov ut o spremere ogni loro risorsa per incrementare gli aeroconvogli di rifornimen to per il Gruppo Armate d 'Africa. Le basi di ca ri co degli ae roco nvog li tedesch i erano nelle aree aeroportuali di Bari, Napoli e Reggio Calabria, mentre le basi per la loro fo rm az ion e e ap puntam ent o con le sco rte, erano a Trapani e Palermo. Gli aeroconvogli italiani partivano invece da Cas tel vet rano e Sciacca. Il vo lo s ul ca nal e di Sicilia durava in media non più di una settantina di minuti , ma il tempo necessario per la riunione dei co nvog li e la differenza di veloc ità fra i trasporti e gli aerei di scorta provocavano un più alto consumo cli carburante per i cacc ia. Dato che la durata media del vo lo di un aeroconvoglio, dal momento del decollo da Castel vetrano aU' arrivo a Tuni s i, s i aggirava sui 120 minuti primi, mentre l 'autonomia pratica dei Macc hi MC.200 e MC.202 non s upera va l 'ora e mezza, le scorte do vevano ricevere il cambio da altre che decollavano da Pante ll eri a31 •

27 Wcal J. , op cit. p.97.

28 Galland A., op. cit. p. 326

29 Co mun icaz ione proc. N.18/6720 dell ' 11 a prile 1943 di Foug ie r al Co mand o Supremo, in Mattes ini e Cermelli, op. cit. vo l. 4, p. 690.

30 Stralc i dell a re laz ione Foug ier al generale Ambrosio in data 9 aprile 1943, in De Felice E. op cit Cri si ed agonia del Regime, p. l045 n..

31 La du rata media dei voli Cas telvetrano - T uni s i è s tata calcolata dai da ti del libretto vol i del so tto tenente pilota Gio va mii Ginevro, copia nell 'archiv io dell ' A.

Circa i caccia di scorta. si osserva che l'unico aereo italiano avente l'autonomia necessa ria per assicurare la sco rta per tutto il tragi tto era il Re.2001. mentre il meno adatto in assoluto era il Fiat G.50, che oltretutto era un aereo già superato. TI 16 dicembre, una pattug li a di G.50 del 151 ° Grupp o Gruppo ''Asso di Spade'·, che operava dalla base di Pantelleri a mentre stava scortando un convoglio nav ale fu tranq uill amente "sfi lata" dai bombardieri medi Boston. che avevano appena attaccato i mercantili ' 1 Nonostante le sue pesantissime limitazioni, il Fiat G.50 fu impi egato per sco rta re co nvogli aerei e navali sul Cana le di Sicilia s ino al febbraio 1943 33 • La situazione delle scorte fu aggravala dalla mancanza di se rbatoi s upplementari per i caccia italiani . Qu esto semp li ce disposit ivo avrebbe pe rm esso un a maggiore autonom ia, dimezzando il numero deg li aerei e dei reparti occorre nti per formare le corte. mentre g li aerei così risparmiati av rebbero potuto effenuare mi si oni offen ive . assai più remunerative di quelle puramente difensive.

Tn consegue nza della sca rsa autonom ia dei caccia italiani , le pattugli e ch e scortavano gli aeroco nvog li in partenza dalla Sicilia. arrivate a Pantelleria , ricevevano il ca mbio dai caccia che decollavano da ll 'ae roporto della Marghana. Questa seconda scorta avrebbe dovuto essere rilevata sul Golfo di Tunisi dai caccia della Tuni sia, c he avrebbero dovuto scortare g li aeroconvog li sino all'atterraggio. Ma quest'ultima scorta non era semp re disponibil e, perch é i cacc ia della Tuni sia era no pochi cd oberat i da moltis simi comp iti Infatti dovevano anche rintuzzare le incursioni u porti ed i centri di comu ni cazione. proteggere le truppe e tenere l'aviazione avversaria lontana dalle loro precarie trisce d'atterraggio. ricavate negli alvei dissecca ti deg li uadi od in es igue spianate in mezzo a radi uliv eti. I caccia e gl i altri aerei da combattimento che avevano sco rtato g li aero trasport i s ino aJ loro atterraggio a Tuni si e l Aouina. a loro volta dovevano ccndere a Gamar dove i rifornivano e rientravano a Pantelleria o in Sic iJi a3-1. lni 1ialmente le panuglie di sco rta erano poco num erose, infatti l'aeroconvoglio con il quale nella seco nda metà di novembre era ri entrato da Trip o li il perso na le del 150° Gruppo Cacc ia - compos to d a du e d ozzine di tras porti - rra Cas te l Be nito e Pante ll eria era sta to seg uito da un so lo paio di caccia de l 151 ° Gruppo. Ment re 1a prima coppia atte rrava su ll'i sola una seco nda co ppia dello stesso Gruppo si eaf:fiancava ai trasporti per accompagnarH sino a Castelvctrano15

Second o la tes tim o ni anza di un pi Iota del SAS, il normal e rappo rt o num e ric o fra sco rt a e traspo rti era: due Macchi MC.200 per og ni quindi ci aerei 36 • Nella fase finale de ' t campag na di Tunisia. anche scorte for mate da due dozzine di aerei. non era no più uffìcienti per co ntenere gli attacchi dì una quarantina di P-38, P-40 e Sp it fire, affia ncati da dozzi ne di bomba rdi eri leggeri B-25 e B -26, c he con le loro dieci o dodici 12 ,7 mm completavano il massacro dei quasi inermi aerei da tra s porto.

32 Tarantola E. op. cil. p. J44.

33 Tarantola E. op c it. p. 145. Come sua co nsuetud in e la Regia Aeronautica. data la mancanza di ae re i moderni con tinu ò a mandare allo sbaraglio preziosi equipaggi su aerei ,ecchi ed inadeguati.

3-1 TestimonianLa alr A dell'allora sergente pilota Cesti Pietro. Telcf. 18/05/2002.

35 Tes timonianLa a11 ·A. del sig. Lanfran co Bonanom i già av iere scelto del 150° Gruppo Cacc ia. Busto Ars izio 3/8/200 I. 11 150° Gruppo CT ri entrò il 9 novembre 1942 dopo avere assicurato sin o a quella data la prote7ione della base navale di Benga. i (Tarantola Eugenio... li 150° . 151 ° . 153° Gruppo caccia". SNlA. Ufficio Storico. Roma. 1987. p.14 ).

36 Te ùmonian7a all.A dell'allora ouotenente pilota Giovanni Ginevro, Casale Monferrato 24 marzo 2002.

Un pilota da caccia che in quel periodo scortò s ia convogli navali che aerei, il sergente Pietro Cesti , in forza al 12° Gr. Caccia Autonomo di base a Sciacca, ricorda: "quando cominciarono le grandi g io stre s ul Canale di Sicilia, c i accorgemmo che la caccia alleata puntava a i trasporti, senza neppure guardarci. Noi avevamo i MC.200, con i quali non potevamo fare molto. Qualche mitragliala e poi via . Do vevamo letteralmen/e tagliare la corda"37• Il compito dei pil oti che volavano con i sup era ti MC .200 non so lo era durissimo , ma anche micidiale, come dimostrano le perdile de l 3° Gruppo Caccia (6 ° Stormo) basato a Chinisia, che con i MC.200 eseguì una serie ininterrotta d i vo l i di scorta. con atte,nggi s ugli aeroporti de ll a Tunisia e di Pantelleria. Ai primi di maggio , quando la re sa delle forze dell ' Asse in Tuni sia pose fine alla sua attività di scorta, il Gruppo era completamente stremato. Otto piloti erano caduti in azione, quaranta uomini dei servizi erano stati uccisi dai bombardamenti s u Chinisia ed il 90 % de i suoi aerei era stato perduto in volo oppure distrutto a terra38 •

L'es igenza di provvedere più consistenti e so prattutto più va lide scorte, anche ai convogli aerei si era sovrapposta a quella, già onerosissima, di proteggere il traffico marittimo anche ne ll e acque territoriali, obbliga ndo la Regia Aero nautica a ricon-ere a vari espedienti, fra i q uali quello di assegna re al la sco rta dei convogli mari tti mi nei tratti v icini all e coste - teoricamente meno battuti da ll a cacc ia nemica, ma comunque insidiati da sottomarini - i leggeri bimotor i Ca.3 13 e Ca.314 dell ' Osservazione Area de ll 'Ese rcito, ancora ostinatamente classificati " aerei da combatti mento ", sebbene la loro scarsa capacità di affrontare un combattimento aereo era universalmente nota39 Mentre le scorte sulle tratte più pericolose erano riservate ai caccia più veloci e moderni, capaci di sostenere i combattimenti contro gli aerei alleati 40 li sempre più frequente ricorso ai reparti della caccia per le scorte aveva però diminuito il numero delle loro operazioni offensive sul fronte tunisino. Già alla fine di dicembre il generale Fougier aveva respinto la richiesta del Comando Supremo di trasfe1ire altri reparti caccia della Regia Aeronautica in Tunisia, Si stanno coricando r ifornim enti su un S 82 della 2052 Squadri g lia. dichiarando che invece occorrevano per la difesa del territorio nazionale4 1 • Compito non eludibile per l 'importanza strateg ica che avevano i porti capilinea dei co nvogli marittimi, quali Trapani, Pa lermo e Messina, dove l'acce ntuata frequenza dei bombardamenti, ai primi di febbraio costrinse lo s tato Maggiore Aerona uti ca a riservare per la loro difesa gran parte dei caccia disponibili. Naturalmente il provvedimento diminuì il numero dei caccia da assegnare alle scorte dei convogli e contemporaneamente ridusse il numero delle azioni offensive, che avrebbero giovato molto di più alla situazione in Tunisia~2

Il II.Luftkorps si e ra impegnato a forni re un rilevante numero di caccia ed aerei da combattimento per le scorte ai co nvog li e per gli interve nti d'emergenza coordinati dalla sala operat iva tedesca di Santa Rosa. Tutt avia la eccessiva burocratizzaz ione dei comandi de ll a Marina italiana, a volte rese vana la capacità di rapido intervento degli aerei tedeschi. Citiamo il caso della torpediniera CLIMENE, affondata il 25 aprile nel canale di Sicilia. La richie sta d'aiuto che l' unità aveva inviato a Supermarina arrivò alla sala operativa tedesca con se i ore di ritardo 43

Sebbene la cacc ia italo tedesca fosse oberata da molti e pesanti compiti, almeno sino ai primi di marzo le sue scorte erano state sufficienti per frenare gli auacchi aerei ai convogli 4 • 1 • Il forte armamento contraereo delle navi di scorta, ed in particolare i complessi si ngoli e quadrinati da 20mm montati su vari natanti e sulle motozattere S iebel, avevano molte volte costretto i bombardieri medi del NASAF a rinunciare agli attacchi a bassa quota, essendo que st i troppo costosi, mentre quelli da 2.400 metri si erano dimostrati troppo imprecisi 45 • Sino a marzo inoltrato, la distanza fra le basi dei cacciabombardieri alleati e la zona di Capo Bon aveva costretto le NAAF ad attaccare i convogli solo con bombardieri medi e caccia bombardie1i P-38 a lunga autonomia. I ''bicoda'' erano effettivamente micidiali contro il naviglio, ma si trovavano in difficoltà appena dovevano misurarsi con sco rte formate da Messerschrnitt Bf. l 09 G6 e da Macchi 202. l P-38 trovavano minori diffico ltà quando dovevano affrontare scorte costituite da caccia bimotori, bombardieri ed idrovo lan ti. Scorte efficac i contro aerosiluranti, navi e so mmergibili , ma incapaci di sostenere un

39 Stu dio Operativo allegato al fog li o lB /3679 de l 31 -2-43/XXT, vedi: Mattes ini e Cermelli, '·Le Direttive Operative di Supe ra ereo'"' , Voi. 2° Il Tomo. p.577. Il genera le Dui lio Fana li ex CSM della Aeronautica Mi litare, nonché valente pilota di guerra definì i leggeri bimotori Caproni de ll a se ri e Ca.3 1O, 3 I4 , di sc reti executives oppu re addes tra tori. ma non aerei da guen·a ( Intervista dell' A. col gen Duilio Fa nali. Roma 1983) combattimento contro i manovrieri e bene armati Lightning.

40 Sa nt oro G. op. cit. p. 446 L'opera del Santoro offre una ampia disanima del prob lema delle sco rte aeree ai convogli nava li .

41 Civoli M. op. ci t. p.81.

42 Mattesini e Cerme lli , op. cii. Vol.2 ° li Tomo, p.564.

43 Santo ni A. e Mattes in i F.. op. cit. p.354.

44 Craven & ca te, op . c it. vo i. II , p.185.

45 Craven & Care. op c it. vo l.rT , p. 186.

Alle 14 ,35 del 21 febbraio B-25 del 31 O 'h BG scortati da diciotto P-38 attaccarono 20 miglia a sud oves t di Marettino la petroliera germanica THORSHEIMER con a bordo 13.000 tonn. di benz in a, scortata da ll e torpediniere ORIONE, PEGASO ed ANIMOSO. Data l ' enorme importanza del carico, al momento di lasciare Trapani al convoglio era stata aggiunta una scorta di dieci bimotori della Luftwaffe e quattro Cant. Z 506 italiani. I piloti america ni , che avevano dovuto fare i co nti soprattutto co n i pezzi contraerei delle navi, riferirono di avere affondato due unità di scorta, di avere centrato con due bombe da 500 libbre la THORS HEIMER , e di avere abbattuto due Ju. 88 ed un Cant.Z 506. Le NAAF ammise ro la perdita di un solo B-25 ad opera della co nt raerea. In realtà nessuna torped ini era fu affondata, e neppure la petroliera, che e ra stata solo dan neggiata. Tuttavia quest'ultima fu ugualmente perduta col suo prezioso carico di carburante perché mentre rientrava a Trapani trainata da due rimorchiator i fu attaccata da aerosiluranti britannici. Le torpediniere rivend icarono la distruz ione di due aere i mentre un terzo se lo attribuirono gli aerei di scorta~6 Se non fosse stato per gli aerosiluranti britannici, l'attac- co al convoglio sarebbe stato quasi un fallim e nt o. elle quatlro settimane successive i risultati ottenuti dai bombardieri medi americani migliorarono so lo di poco. Infatti le loro rivendicazioni furono limitate ad un trasporto, cinque motozattere Siebel, un Me. I09, un Fw.190 ed un Cant.Z 506 a fronte della effettiva perdita di quattro B-25 47 Il 20 marzo ventuno B-25 e venticinq ue P-38 eseguiro no un audace attacco a bassa quota co ntro le moto navi MARCO FOSCARINl e !COLÒ T OMMAS EO, scortate da torp ed iniere italiane ed aere i tedeschi. Il convoglio uscì senza danni dall'attacco, mentre due ae rei american i furono abbatt uti dalla torpediniera ANTARES ed un terzo fu abbatt uto nel Mediterraneo dag li aerei della Lu ftwaffe48 .

Sino dalle prime az ioni sul Canale di Sicilia , i p il ot i american i avevano constata to che i loro Ligh tnin g avevano all'incirca le stesse prestazioni dei Me.109. I due aerei aveva no pressappoco lo stesso rateo di sa li ta, la stessa ve loci tà massima e la medesima manovrabilità. A tutto gas il P-38 s uperava il Messerschmitt di appena una dozzina di ch il ometri/ora. La sua manovrabi li tà era buona fra i 3.000 ed i 6.000 metri. ma a più alta q uota era s up erato dal caccia tedesco, c he disponeva anche di un a più potente accelerazione.

46 Giorgerin i Giorgio, "La guerra s ul mare". Mondadori, Oscar Storia. marzo 2002. p. 551.

47 "Hi story of the XII A ir Force" , Chapt. V p 8-9, AFHRA roll A-6202 ln que l mese le maggi ori perdite di navi g li o dell'Asse s i verificavano ne i porti. Infatti fra 1'8 ed il 3 1 marLO, aerei e ~o nunerg ibili alleati affondarono in mare diec i nav i mercantili e sette unità da guerra. mentre i bombardamenti aere i nei porti distru ssero di ciotto mercantili, sei navi mi li tar i e tred ici moto veli e ,i52

48 Giorger ini Giorgio . ' ·La gue rra sul mare'·. Mondadori , Oscar SLoria. marzo 2002. p. 555. Cfr. anche U.S. A.rmy Air Forces in World War II , Combal Chronology. 1941 - 1945.

Quest'ultima mo lto utile nei combattimenti aere i perch é permetteva ai pi lot i tedeschi di disimpegnarsi facilmente dal teoricame nte più veloce P-38 ~9 Un buon esempio dell a s itu azione di equil ibri o esistente sino all'incirca alla metà marzo fra le forze aeree di sco rta e qu e ll e attacca nti, è offe rto dag li accaniti co mb attimen ti aerei. innecati l'8 marzo dall'arrivo al largo di Bi serta di un piccolo convoglio formato dai mercantili tede chi KT 13 e KT 14 e d al1a cis terna LABOR. A partire dalle ore 12.20 s ull e tre na v i s i altern arono tre gro se sco rt e. La prima di sei Me. I I O. ci Ju. 88 e dodici Me. I09 . La sec onda di tre ntun o Me.10 9 e se tte Fw. 190. La terza di di cc i JU. 88, undici Me.210, sedici Me. I IO, venti Me.109 e due MC. 202 . Le NAA F cercaron o inut ilm ente di perforare lo sc hermo protettivo lanciando a ll 'attacco prima un'ondata di venti Boston e ventuno fortezze vola nti sco rtate da ventici nqu e P-38, poi una seco nd a di quaranta P -38 s cortati eia trenta Spitfires. Mentre i pe santi b im otori tede schi rim aneva no sopra il co nvogli o per ostacolare l' az io ne dei bom bardi er i ame ri ca ni. i più agili Me.10 9, Fw.190 e MC.202 si eran o lanc iati contro i caccia, riu sce nd o a ten e rli alla larga dalle navi. L'odissea del convoglio ~i e ra conc lu sa int orn o alle 18.00, qu and o ques to aveva ragg iunto se nza alcuna perdita le più sic ure ac qu e de ll a rada di Biser ta. Il s uc ces o dell' ope razion e e ra costato ai tedesc hi un Mc. I lO e tre Me.109 50 • Non conosciamo esanamente le perdite degli aerei alleati, ma - data la forLa e qualità dei caccia di scorta - forse sono s tate pari a qu e lle ted esc he. In og ni caso l'az ione de ll a AAF fu un comple to fa l lim ento. TutLavia osse rviam o che per portare a destinazione un modes to convoglio di appena tre unit à la Luftwaffe aveva messo in campo cen to un o aerei da co mb atl imento, di cui settant ad ue caccia monomotori, ovvero una forza equivalente a c irc a il 12% di qu e lla sc hi e rata nell'i nt ero Mediterrane o~'.

Le perdi te relati va mente modeste e tollerabili. s in o ad a llora subite dagli aeroco nvogli per la Tunis ia, aument arono dramm at icam en te nell a cco nd a metà di marLO. App ena 1 ' 8" Armata riu scì a s uperare la lin ea del Marct h , la WOAF ebbe la poss ibilit à di in cd iare i s uo i cac ci a bombardieri u vas ti ca mpi ne ll' area del golfo di Gabes. La di ponibilità di queste ottime basi avanzate co nse ntì ai britannici di inviare numerose ed agg uerrite pallu g li e di Kitt yhaw k e Spi tfires ad incro c iare nella crucia le aerea compres a fra Capo Bon cd il go lfo di T uni s i. dove ve nivano in canalati tutti g li aeroco nvog li pro venie nti dalla Sicilia. G li s tess i re parti della WDAF es te sero la lo ro minaccia anche a i convogli na va li , che si no a quel momento avevan o dovuto preoc cupars i solo de g li attacchi dei bombardieri med i e dei P-3 8 de ll a Xli Air Fo rc e .

49 North West Afr ica n Air Forces, Op erati ons Bullctin No.3, p.5. AFHRA A- 6 192

50 Borgiotti e Gori, op. ci t. vo i. Il. p.230.

51 Secondo Murray W. (op. cit. p. 163) la forza della Luftwaffe nel Mediterraneo variò fra i 200 e 300 caccia ed i 200 e 300 bo mb ard ier i per tutto i I periodo nove mbre 1942 - ma gg io 1943 Seco ndo nos tre ri cerc he sia mo del pa re re c he il tota le deg li ae re i da co mballimento si agg irasse s ugli 800 velivo li.

52 Giorgerini Giorgio, ..La guerra sul mare... Mondadori. Oscar Storia. mar10 2002. p. 555.

Le operazioni aeronavali dell'Asse dal IO marzo al 12 maggio 1943

Data la pra tica impossibilità della Reg ia Marina di interve nire con le sue maggiori unità co ntro le lin ee di rifornimento all eate nel Mediterraneo, l'Asse non aveva altra ri sorsa che fare ri co rso ne ll a massima misura possibile a sommergibi li , aerei e mezzi d'assalto per co lpi re le vie marittime di rifornimento del nemico ond e alleggerire l a sua press ione s ul grupp o di armate assediato in Tunisia. li 21 marzo la Kriegs marin e disponeva nel Med iterran eo di diciotto U-Boote , di cu i sei in zona d 'operazione ed il riman ente in fase di rientro a ll e basi, oppure ai lavori presso gli impianti portuali di Pola, La Spezia e Tolone53 Tra il 1° febbra io ed il 19 magg io gli U-Boote avevano affo ndato undici navi merca ntili e finalmente anche il mitic o posa min e ve loce WELSHMAN, protagonista di num erose audaci croc iere co n le quali aveva rifornito Malta nei momenti più critici del s uo lun go asseclio 54 Il 6 aprile me zzi d'assalto della Marina ita liana avevano tentato senza successo una az ion e co ntro il porto di Bona. Ne ll o stesso mese erano fa ll ite anche le az ioni di guastatori nuotato ri itali an i contro il medesimo ob ietti vo, però 1'8 maggio la se ri e deg li in successi era stata s pezzata da un eccellen te colpo me sso a seg no da tre SLC (si luri a lenta co rsa) dell a "Squadriglia dell'Orsa Maggiore". Partiti da ll e sti ve de l piro scafo OLTERR A, ancorato nell a baia di Al gec iras gli operatori dei mezzi d 'assa lt o erano riu sc iti ad entrare nell a rada di G ib ilt erra, minando ed affo nd ando i tra sporti CAMERATA (4 87 5 t. sl. ), MAHSUD (7 .540 t. s l. ) e PAT HARRlSON ( 7. 500 t.sl.) 55

In marzo gli aero siluranti e bombardieri della Aeronautica S ard egna (in media una ven tin a cli S.79 ed altrettanti Cant.Z l007bi s efficie nti ) esegui ro no alc uni attacchi contro co nvogli navali, porti ed aeroporti dell'Al ge ria. L' 11, otto S.79 del I05 ° Gruppo g uid ato dal capitano Urbano Mancini attaccarono un convog lio scortato da na vi da guem1 ed ae rei da cacc ia in navigazion e fra Boug ie ed Algeri. Un aero silurant e fu abbattuto ed un seco ndo ri e ntrò con gravi danni Secondo i rapporti degli equipagg i ri en trati, du e sil uri era no andati a seg no , di c ui uno s u un piro sc afo s uccessivamente affon dato, ma no n si hanno sicuri riscon-

53 Santoni e Mattesini. op c it. p. 337 tri del s ucce sso rivendicato 56 Altri attacchj condotti dagli S.79 de ll a Sardegna fra il 18 ed il 23 marzo non conseg uirono alcun ri s ultato , nonos tante la perdita di un aereo ed i grav i danni riportati da altri due. Ottennero invece un so lo , ma importante risultato gli attacchi aerosiluranti del 27 marzo. All'alba una formazio ne di sei S.79 aveva lanciato i s uoi siluri contro navi all ' ancora nella rada di Algeri, con la perdita di un aereo compensata - seco ndo i rapporti degli equipaggi - da tre presumibili ce ntri su altrettanti mercantili. Nella s te ssa mattina , al largo di Pihlippeville, un convoglio fortemente scortato da aerei de l Coastal Air Command fu attaccato da tre S.79 del 105° Gruppo e da altrettanti dell'89 °. Per le pessime condizioni di visibilità le du e pattuglie attaccarono separata mente. Qu ella del 105° condotta dal comandante del Gruppo , capitano Mancini - quantunque fortemente osteggiata dalla rea zione avversaria - riu scì ugualmente a lanciare i propri siluri. Conclusa l 'az ione, mentre Mancini cercava di so ttrarsi alla furibonda reazione dei caccia di sco rta al convoglio, la sua radio aveva trasmesso un laconico messaggio: "Eseguita miss ion e, rientro " . Ma né lui né gli altri due gregari e rano rientrati alla base. I tre S.79 dell'89 ° sopragg iunti nella medesima zona, poco dopo mezzogiorno , avvistarono un gro sso piroscafo in fiamme e non molto lontano un aerosilurante capovolto con accanto un battellino di salvatagg io s u cui si nota vano alcuni s uperst iti. In effe tti i siluri degli S.79 di Mancini mandarono a fondo il grosso tra spor to EMPIRE ROWAN da 9.545 t.s.J .57 . Ne l pomeriggio a ltri sei S.79 lanciarono i loro siluri contro un seco ndo convoglio, questa volta se nza ottenere alcun affondamento nonostante gli equipaggi avessero rivendicato l'affondamento di due delle tre navi silurate 58 • Da que s t'ultima azione non rientrarono alla ba se altri du e S.79 , portando a sei le perdi te regis trate dai Gruppi 105 ° e 89° nella so la giornata del 27.

54 Brescia M aurizio. ·'U-Boote in Medite1n neo" in Sto ri a Militare n.85 an no Vlll ottobre 2000 e Santoni e Mattesini, op. c it. pp. 339 , 342.

55 Bra gad in Mare' An tonio op. cit. p.354.

Nel periodo 18 - 27 marzo le missioni offensive dei Cant.Z l007bi s de ll 'Ae ronautica Sardegna furono invece alquanto limitate (sei bombardamenti s u diciasse tte sortite ). Maggiore fu invece il numero de ll e loro ricognizioni strategiche a largo raggio e delle 1icogni z io ni offens ive antisommergibili ( in totale settantasette)59 Ovviamente, data la disp arità fra le forze italiane e quelle tede sche, i risultati conseguiti in marzo dalla Luftflo tt e.2 furono nettamente s uperiori a quelli cieli' Aviazione Sardegna. Gli aerosiluranti del KG.26 affondarono il trasporto truppe britannico da 19.141 t.s.l. WTNDSOR CASTLE e la motonav e

56 Ness un affondamento secon do la ta bella delle Operazioni dell'As se nel Mediterran eo Occidentale marzo - maggio 1943. riportata in : Santoni e Mattesini. op cit. p. 339 Mentre alla data 11 marzo 1943, è seg nal ato un piroscafo affondato nell'elenco trasmess o dalla Regia Aero nautic a alla sez ione dell'lntelligence Alleata in caricata di ste nd e re un rapporto s ulle atti vità del!' avia zione italiana dal la sue origini s ino al 1945. AFHRA A-6084. fr. 0737.

57 Santoni e Mattes ini , op. cit. p. 339 e Arena N. op c it. Vo i.IV p. 332.

58 Sa nto ni e Mattes ini. op. cit. p.339

59 Arena N. op. cit. Voi.IV p. 330 olandese PRINS WlLLEM III, danneggiando inoltre la petroliera norvegese GARONNE, e distruggendo entro il porto di Algeri il piroscafo britannico EMPIRE STANDARD, colpito con motobombe italiane FFF lanciate da quattordici Ju.88 del lVKG.30. L'insieme di questi success i costò alla Luftflotte.2 la perdita di soli quattro aerei 60

(nell'im magine).

Le perdite ed i danni subiti nel mese di marzo avevano pesantemente Iidotto la capacità offensiva dei reparti aerosiluranti della Sardegna, la cui forza complessiva era però se mpre stata troppo esigua in rapporto alle esigenze, anche dopo l'arrivo nell'isola della 205" Squadriglia del 41 ° Gruppo Autonomo. Un reparto particolarmente sfortunato, che in una delle prime missioni, nella notte su l 6 apiile perse l'S.79 del suo comandante, capitano Ernesto Brambilla, abbattuto da Hurricanes del No.253 Squadron della RAF insieme agli altri tre velivoli della sua pattuglia, p1ima di avere lanciato un solo siluro contro un convoglio alleato 61• ln totale nel mese di aprile gli aerosi luranti della Sardegna eseguirono sedic i sortite, perdendo sei S.79, ovvero un agg hi acciante 37,5 % degli aerei impiegati, se nza in oltre mett ere all'attivo alcun tangibil e risultato.

La fortuna non fu troppo amica neppure del Il Fliegerkorps, che aveva già dovuto distogli ere parte dei suoi bombardieri dalla lotta al traffico marittimo per battere obiettivi terre st ri in Tunisia, data l'urgenza di sostenere la resistenza della IaArmata Italiana in ritirata su Enfidaville dopo la durissima battaglia di Wadi Akarit (5 -6 aprile).

La serie di attacchi sfe1Tati in aprile dal II Fliegerkorps contro i convogli in navigazione e le na vi en tro i

60 Santoni e Mattesini. op. cit. p.337

6 1 RAF Narrative (F irsl draft). "T he North African Campa ign November 1942 - May 1943", Ministry of Defence AiI Historical Branch (RAF). AFHRA - 23356, p. 182. Cfr. a nche Arena N. op. cit. Voi. IV p. 337. TI No.253 Squadron operava dall'aeroporto di Philippcvillc.

L'esigenza di i convogli aerei, o quello proteggere il traffico marittimo, avevo costretto la Regio Aeronautico ad assegnare oi convogli novali nelle tratte meno battute dolio caccia nemica i leggeri bimotori Ca.313 e Ca.314, impropriamente classificati "aerei da combattimento", nonostante la loro scarsa capacitò bellica (collezione Ferdinando Pedrioli).. porti del Nord Africa, non fu particolarmente fruttuo sa. T KG.30, KG .76 e KG .77 persero ventitré aerei per affondare un mode sto LCI americano e inlli ggere alcuni danni al sommergibile TORBA Y ali" ancora nel porto di Algeri 62 • ei pnm1 g iorni di maggio gli aerei del li Fliegerkorps furono obbligati a concentrare parte de ll a loro allività per attaccare i mezzi navali alle~lli che pallugliavano le coste della Tunisia per imp ed ire una eve ntua le evacuazione via mare di parte delle truppe italo tede che. Come già accennato l'OKW aveva diramato un preci o o rdine di tentare questa disperata impresa che però non ebbe seguito sia per la mancanza di mezzi navali adatti s ia di sco rte per proteggerli durante la breve navigazione nel Canale di Sicilia. In complesso nel mese di maggio gli aerei della Lu ftflotte.2 e eguirono 321 ortite contro obiettivi vari in Algeria e Tuni sia. con la perdita di diciannove aerei, in parte compensata dall'affondamento della petroliera BR ITTSH TRUST e del trasporto truppe ElNPURA, che ne ll a notte sul I O maggio. anelò a fondo con circa seice nto dei mille mi lit ari britannici imbarcati1'1. Sempre minore. per le già ricordate ragioni. l'attività dei bombardieri italiani in Sardegna, ebbene fo se ro nell e migliori condiLion i per attaccare gli obiettivi del ord Africa, data la loro relativa vicinanza. I Cant.Z l007bis eseguirono un total e di quindici so rtite , ripartite fra Oran o, Bo ugie, Algeri, Philippeville e Bona. Azioni eseg uite solo per tenere alta la bandiera. e con poche probabilità di ottenere risultati importanti. portando su alcuni porti nemici carichi bellici complessivamente irrilevanti (,.!_ NelJ'incur. ione eseguita nella notte del 12 maggio sul porto di Bona furono lanciate 30 bombe da I00 Kg, mentre nella notte s ucce ss iva s ul porto di Bo ugie furono lanciate appena 12 bombe da I00 Kg. Inv ece g li aerosiluranti S.79 della Sardegna dimostrarono maggiore capacità offensiva. attaccando nottetempo alcuni convogli. Secondo gli equi paggi degli S.79 erano stati me i a segno diversi siluri. Rivendicazioni per cui mancano conferme di origine anglo americana sia relative a navi affondate che danneggiate in quella circostanza.

In comp le sso, nonosta nt e il suo for te impegn o, l'aviazione cie li ' Asse non raggiunse ness un o dei suo i obiettivi. 1 on riuscì a sostenere la resistenza in Tuni sia né ad impedire il potenziamento delle forLe alleate nel Mediterraneo. Gli Alleati ammisero che le loro perdite navali per azione aerea nel periodo 8 novembre - 8 febbraio erano state pari ali' 1% de ll e unità in navigazione ed ali' 1,4 % di quelle e ntro i porti. Perdite all e quali si era aggiunto un 2% di unitr1 danneggiate65 Né queste perdite aumentarono significati vame nte nei mesi succes. ivi. poiché la difesa dei porti e dei convogli era ormai tata adeguatamente potenziata ed organizzata.

62 Il TORBA Y fu colpito nella notte del 18 apr ile. Cfr. Santoni e Maucsini, op. ci 1. p.341.

63 Santoni e Manesini. op. cit. p.343.

64 Testimonianta ali' A. del comanda nt e Sanseverino

65 RAF . arrativc ( Firs1 draft), "The onh African Campaign Novembcr 1942 - May 1943' ', p. 94.

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