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LE BORGATE DEL FASCISMO
sulla restituzione del prestito di 50 milioni. Un atteggiamento, quello di Boncompagni, teso alla «restrizione massima di ogni facilitazione», rimproverò il direttore Costantini, e che diniego della proroga a parte si riletteva nell’incertezza con cui si erogavano i fondi relativi alla costruzione degli Alberghi per sfrattati e i contributi residui annuali37. L’incontro di chiarimento non ebbe risultati pratici, certiicò anzi i punti di frizione: il governatore si dichiarò deluso per il mancato avvio degli 8000 vani “convenzionati”, causato in realtà dalla mancata proroga del prestito e dalla lentezza con cui procedevano gli espropri; aggiunse poi di voler ridurre i contributi annuali, da compensarsi con un aumento dei itti, un punto su cui Calza Bini frenò in quanto materia delicata da concertare col Governo. Quanto alle soluzioni da adottare per rendere più elastica la situazione inanziaria dell’Ifacp, non venne deinito alcunché38. Il Governatorato, alle prese con un bilancio tutt’altro che solido per via dei ristretti margini di manovra imposti dall’ammortamento del prestito estero e con un vasto programma di opere pubbliche da eseguire in modo perentorio, aveva tutto l’interesse a contenere l’entità dei contributi assegnati, così come ad esser risarcito del prestito dei 50 milioni. Ma a condizionare l’atteggiamento di Boncompagni fu soprattutto la mancanza di iducia che ormai nutriva nei confronti dell’attività dell’Ifacp e del suo presidente.
1.2 La gestione degli Alberghi suburbani Il punto di maggior contrasto può essere rintracciato nella gestione degli Alberghi suburbani che, con ogni probabilità, inluì in modo determinante e più di ogni altra questione sullo stato dei rapporti tra i due enti. Un promemoria di Costantini del 1936 sulla gestione degli Alberghi Luzzatti riassume la storia del progetto dalle origini sino alla sua trasformazione, decisa alla ine del 192939. La loro istituzione fu concepita con l’intenzione di creare un “grande polmone di respiro” per le centinaia di famiglie sloggiate dai ricoveri provvisori in via di demolizione o alle prese col dilemma dello sfratto, comprese quelle da sistemare per via degli sventramenti. Le planimetrie furono studiate in funzione di una prevedibile trasformazione strutturale da adottare una volta cessato il bisogno di alloggiarvi i senza tetto40. L’arredamento interno era di tipo seriale, mentre le poche suppellettili dei ricoverati venivano steriIvi, 18 giugno 1929. Ivi, 26 giugno 1929. 39 Ivi, Allegati, 1936, Promemoria riassuntivo sugli Alberghi “Luigi Luzzatti” alla Garbatella, maggio 1936. 40 Ibid. Tra le possibili utilizzazioni dei locali igurava quella di ospitare i pellegrini che si recavano a Roma per seguirne periodicamente gli eventi religiosi. 37
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