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Capitolo 2 La cremazione negli stati europei, un’indagine esplorativa
Capitolo 2 La cremazione negli stati europei, un’indagine esplorativa
Fino alla fine della sua vita Sabina continuerà a ricevere lettere da quel triste corrispondente di campagna. Molte rimarranno chiuse perché il paese al quale provengono la interessa sempre meno. Il vecchio è morto e Sabina si è t asfe itaài àCalifo ia.à“e p eàpiùàaào ide te,àse p eàpiùàlo ta oàdallaàBoe ia.àVe deà e eàiàsuoià uad iàeàl’á e i aà le piace. Ma solo in superficie è un mondo estraneo. Lì sotto non né un nonno né uno zio. Ha paura di farsi rinchiudere in una bara e di farsi calare nella terra americana. Per questo un giorno ha scritto un testamento nel quale ha stabilito che il suo corpo morto dovrà essere cremato e le ceneri disperse. Tereza e Tom šàso oà o tiàsottoàilàseg oàdellaà pesa tezza.àLeià uoleà o i eàsottoàilàseg oàdellaàlegge ezza.à“a àpiùàlegge aàdell’a ia.à“e o doàPa e ide,à àilà passaggio dal negativo al positivo.
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Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’Essere
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’est e it àdellaàspi aàdo sale.à“ià hia aàluz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, daà uell’ossi i o, l’uo oà e à i eatoàalà o e toàdellaà esu ezio eàdeià o ti.àCosìàpe àu à e toàpe iodoàhoàfattoàu à pi oloàgio o:à e a oàdiài do i a eà ualeàfosseàilàluzàdelleàpe so eà heà o os e o.àVoglioàdi e,à ualeàfosseàl’ulti aà cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho e atoàa heàilà io,à aà essu aàpa teàsoddisfa e aàtutteàleà o dizio i.àállo aàhoàs essoàdià e a lo.àL’hoàdi hia atoà dispe soàfi h àl’hoà istoà elà o tileàdellaàs uola.à“u itoà uell’ideaàsià à is egliataài à eàeà o àleià àso toàilàpe sie o,à folleàeàdol e,à heàfo seàilà ioàluzà o àsiàt o aàde t oàdià e,à e sìài àu ’alt aàpe so a. (David Grossman, Che tu sia per me il coltello) Nelle mani dell'industria, la cremazione è diventata solo un altro mezzo per spillare quattrini, principalmente attraverso la vendita di nicchie e urne più la "manutenzione perpetua". I cementary men fanno il possibile per impedire che dalle ceneri si disponga in altro modo; uno mi ha detto lamentosamente: "Se tutti volessero portar via le ceneri e disperderle o seppellirle privatamente, ben presto saremmo sul lastrico". I crematori, in concorrenza fra lor per guadagnarsi la benevolenza degli impresari di pompe funebri, dai quali dipendono per avere lavoro, naturalmente gli danno man forte. (Jessica Mitford, Il sistema di morte americano)
In questo capitolo introduciamo la fase operativa del nostro progetto di ricerca con una
fase esplorativa di tipo qualitativo per una mappatura storiografica basata sui modelli
di welfare.
Tratteremo la dimensione europea del fenomeno cremazionista dalla sua prima
apparizione nell’Europa dell’Ottocento. L’esordio di questo fenomeno vedrà come protagonista l’Italia e più precisamente il Cimitero Monumentale di Milano dove, dopo
la costruzione del primo forno crematorio nel 1876, avverrà la cremazione del
banchiere svizzero di fede protestante Alberto Keller.
All’Italia, dedicheremo un capitolo a parte visto che si tratta di un caso particolare denso di conflittualità interna tra forze laicizzanti e Chiesa Cattolica Romana, lobbying
di minoranze religiose (ebrei, valdesi, protestanti) e driving forces come quello della
Massoneria, in particolare del Rito Scozzese.
Quanto resta di tutto questo anche nello scenario europeo? Che ruolo ha l’Italia nella propagazione delle idee cremazioniste o quanto meno, in che misura gli attori che
hanno caratterizzato la sua comparsa sono attivi anche all’estero? Partendo dal principio, possiamo individuare come gli esiti della Rivoluzione Francese
abbiano sancito la sepoltura dei cadaveri in tombe individuali, a prescindere
dall’estrazione sociale del soggetto. Siamo agli albori dell’Ottocento, ma dopo circa sessant’anni, il positivismo comincerà a lamentare il feticismo della tomba (Ariès:
1985, 638-639) e quindi a guardare oltre considerando la cremazione una distruzione
del corpo più igienica, economica e ugualitaria soprattutto nelle realtà metropolitane
dove la differenza delle sepolture tra ricchi e poveri diventa più evidente.
Scattando una prima fotografia alla realtà europea delle cremazioni la sua mappatura
ci rivela che tra il 1876 e il 1899 è l’Europa Occidentale ad essere la culla di questo fenomeno. Come evidenzia la mappa (Colombo 2017) la costruzione dei crematori avrà
una distribuzione non sempre scontata. A prevalere è un reticolato di città a forte
urbanizzazione. Anticipiamo che in Italia la spinta cremazionista avrà come motore
propulsore la Massoneria che sfrutterà il suo ruolo continuando la sua cospirazione
messa in atto per la realizzazione dell’Unità d’Italia, quindi, avrà una sua forte peculiarità nazionale. Eppure, generalizzando, dell’Italia possiamo far tesoro con alcune dinamiche esportabili altrove. La cremazione infatti si estende nelle città
portuali (Livorno, Venezia, Genova) e nelle città commerciali e finanziarie come
Milano e Torino nonché in realtà connaturate dalla presenza di israeliti (più numerosa
al nord piuttosto che al sud Italia, dove il fenomeno cremazionista è del tutto assente).
È quindi lo Stato nazione nella sua unitarietà o sono gli andamenti delle singole città e
agglomerati a incentivare o meno la presenza del fenomeno?
Sul piano operativo, ciò ci indica che, non lo stato nazione con le sue macro strutture
di leggi e di welfare, ma gli sfondi microsociologici delle singole città e dei loro
potenziali contiene o meno traiettorie inclini ad accogliere il fenomeno cremazionista.
Ci troviamo di fronte quindi ad una problematizzazione di tipo multidimensionale.
Per ricostruire le dinamiche di ogni nazione da un punto di vista qualitativo, ci
serviremo soprattutto del prezioso contributo dell’Enciclopedia of Cremation (Davies,
Mates: 2005).
Da questo primo cerchio concentrico possiamo notare diversi fenomeni.
Crematoria in European cities, 1876-1899
Source: History of Cremation in European Cities Database, Google maps: https://www.google.com/maps(Colombo: 2017)
1. La cremazione si diffonde principalmente dove il vecchio regime delle società
feudali è nitidamente estinto (e ciò, vedremo, non è solo un altro modo di
chiamare l’urbanizzazione dato che incide significativamente anche
sull’abolizione di gilde e divieti che agevolano la società ebraica insediata a divenire ceto innovatore)
Le città portuali come Livorno (prima in Europa per la cremazione) Amburgo, Londra
e Copenaghen (con il cimitero di Bisperjerg), Goteborg, Stoccolma diventano molto
propense alla cremazione. Tra queste città in particolare spiccano quelle con lo stato di
“città libere” e “città imperiali libere”, si tratta di porti franchi caratterizzati da spinte laicizzanti e lontananza dal clero e dagli obblighi feudali. In più, la vicinanza ai porti
favorisce una spinta alla globalizzazione e all’incontro con altre nazioni e culture ma anche perché sarà molto comune l’installazione dei forni crematori a bordo dei
transatlantici (Conti F., Isastia A.M., Tarozzi F.,1998:81) e la propensione dei
lavoratori vicina a questo rito funebre.
3. Città finanziarie come Basilea, Londra, Milano e Zurigo hanno sistemi
welfaristici molto inclini alla cultura delle assicurazioni private. Ciò torna utile
in molte nazioni in cui la creazione di società cremazioniste ha base volontaria
fondata sull’associazionismo dei singoli soci legati da un vincolo di “previdenza
funeraria”, il versamento di una quota una tantum per assicurarsi in vita un risparmio forzoso volto a versare fondi per il proprio funerale e a mantenere in
vita la pratica cremazionista, sia essa di tipo associazionistico puro o su base
commerciale come in Gran Bretagna.