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2.15 Appunti per una ricerca etnografica
occupiamo in questa sede dei cimiteri di Bisperjerg a Copenaghen, Olsdorf ad
Amburgo, il De Neuwe Oster e il Zorgvlied ad Amsterdam, Almudena e il British
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Cementary a Madrid e Mont Juïc a Barcellona.
Per fornire un indirizzamento a chi voglia apprestarsi ad uno studio di questo tipo, si
segnala che non sempre è facile ed esaustivo setacciare i cimiteri a caccia di urne
cinerarie: a volte la loro presenza è conclamata in quanto viene riservata loro una parte
specifica del cimitero, altre meno visto che le ceneri possono essere disperse o
conservate fuori dai cimiteri oppure, possono essere custodite in tombe di famiglia o
in forme sepolcrali apparentemente tradizionali. Questo perché in molti paesi il grado
di accettazione della cremazione non ha sembianze di una militanza e quindi non viene
ostentata. Altra precisazione: a differenza dell’Italia dove le strutture cimiteriali sembrano sempre imporre un’ossessiva separazione tra sepolture cattoliche e acattoliche e li dove le comunità sono organizzate cimiteri israelitici, all’estero, la contiguità di sepolture di diversa matrice religiosa vengono affiancate l’una accanto all’altra creando un mélange cimiteriale di cristiani, atei, buddhisti, musulmani, ebrei, rom, armeni ma anche massoni e militanti comunisti: l’unicità dell’individuo e della
sua identità vengono incisi sulla propria lapide attraverso simboli identitari confinati al
proprio spazio, si va dalle urne cinerarie ai compassi massonici o a scritte in alfabeti
orientali oppure ancora più semplicemente a simboli meno definiti e identitari (salici
piangenti, colombe). Spesso poi, anche l’idea di cimitero si evolve a seconda dei luoghi: in Italia come nell’Europa mediterranea sono luoghi cementificati adibiti a culto dei morti, ma altrove non è così. In Europa continentale somigliano a boschi con
tombe sparse, aree pic nic, piste ciclabili e visite guidate al patrimonio botanico di
questi luoghi definiti semplicemente “parchi” con tanto di panchine e caffetterie.
Per la cremazione, il caso di Copenaghen è edificante n chiave multiculturale. È uno
dei cimiteri europei con più urne cinerarie di persone giapponesi. Il parco-cimitero di
Bisperjerg che in primavera si riempie di mandorli in fiore ne è un caso particolarmente
felice.
Come è possibile questo fenomeno? Il Giappone è il paese al mondo con più cremati
(il 99%) e anche uno dove questo rito è tra i più costosi al mondo. Non è da escludere
che gli immigrati giapponesi preferiscano essere sepolti nel paese ospitante qual è la
Danimarca perché qui la cremazione è più economica anche se fa riflettere il grado di
naturalizzazione abbia il valore simbolico di farsi seppellire in una terra così lontana
dal proprio paese d’origine. Il rito cremazionista giapponese è una lunga e minuziosa
sorta di rituale del thé chiamata Nokanshi e si compone di diversi passaggi di piegatura
di vesti e lavaggio del corpo. A titolo esemplificativo si può vedere il film The
Departures di Yojiro Takita (2009).
Un cimitero questo che è più che altro un giardino botanico, dove le sepolture spuntano
non in continuità, concedendo molto spazio ai vivi con prati sgombri per pic nic e
spazio per piste ciclabili. Luoghi orientati per lo più alla flora e alla fauna selvatica tra
querce secolari, scoiattoli, marmotte e animali selvatici. Luoghi dove i classici fiori
posti sulle tombe sembrano quasi del tutto assenti.
A quanto pare, ad Amburgo le cremazioni odierne sono arrivate al 90% e gli spazi
cimiteriali stanno chiudendo i battenti. È questo il fenomeno della gentrification che ai
cimiteri sostituisce più redditizi centri commerciali e case popolari. Il cimitero
monumentale di Olhsdorf con sepolture permanenti, il cimitero più grande d’Europa, per rendere l’idea al suo interno ci sono 30 fermate del bus di navetta, è quindi una
fotografia invecchiata, ma qui troviamo il monumento cinerario seguente e il relativo
forno crematorio che gli sta di fronte:
Ad Amsterdam, ritorna l’ondata migratoria asiatica, stavolta in forma più discreta con urne inserite in colombari accanto a quelle della popolazione locale.
Non mancano ad Amsterdam altre presenze migranti: si tratta di tombe di rom che, storicamente preferiscono il rito della cremazione.
E qui il crematorio di Zorgwiled(Amsterdam) posto in lungo fiume nei sobborghi cittadini.
In quanto all’eredità della dittatura
di Franco, a differenza del
Nazismo e del Fascismo, l’idea
delle vittime di Guerra non viene
associate alla cremazione. Ciò
permette alla cremazione a Madrid
di un rapido e costante incremento
a partire dal 1973, anno di
inaugurazione. (Davies: 2010,
383).
A Madrid però non mancano organizzazioni come un piccolo british cementary. Qui i cremati non mancano e tra questi, per scelta o matrimoni misti, appaiono anche cremati cristiani ortodossi. Assente è invece la percezione della cremazione presso gli israeliti.
Dià tutt’alt oà ge e eà à ilà pi oloà eà elloà te azzoà delà gia di oà deglià a o ià dià Barcellona: si tratta di un quadrato di terra che affacccia sul mare dove ad ogni cremato seppellito corrisponde una piantina aromatica in un cimitero in collina sul Monte dei Giudei a pochi passi dal villaggio olimpico.