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V. Trasporti, Veterani, Corpo topografico

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Conclusioni

Conclusioni

sergente, ma non tutti vennero inviati ai corpi, dato che eccedevano il fabbisogno dei reparti di fanteria. Si calcola in circa 400 i sottufficiali usciti dal Reggimento Veliti, tenendo conto che anche a questi, come alle Guardie, si applicava il calcolo dell’anzianità a partire dal compimento dei due anni di servizio. Grazie alla grande mobilità verticale degli eserciti napoleonici, si contano oltre duecento veliti promossi ai gradi di ufficiale (inclusi molti provenienti dal grado di sergente)97 . L’uniforme98 dei battaglioni veliti riprendeva nella foggia quella dei due battaglioni del Reggimento di fanteria della Guardia di linea, mantenendo le stesse distinzioni tra granatieri e cacciatori/carabinieri. Variava il colore di fondo che era il bianco ed il verde che rimaneva per colletto, risvolti del petto e delle code, e polsi.

V. Trasporti, Veterani e Corpo topografico

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In tempo di guerra e di pace, necessità dell’esercito era quello di poter trasportare materiali e rifornimenti per le proprie truppe, sia in territorio nazionale che in paesi alleati o nemici. Se inizialmente si provvide tramite particolari sistemi di noleggio, appalto o requisizione, tra il 1807 ed il 1808 si costituirono su ordine di Napoleone appositi reparti dedicati al trasporto delle vettovaglie, che si aggiungevano al già presente corpo del treno per l’artiglieria ed il genio99 . Con un decreto costitutivo del 16 gennaio 1808100, venne prevista l’attivazione degli equipaggi militari in un battaglione trasporti. Il 1° Battaglione trasporti fu creato a Mantova il 18 marzo, organizzato su quattro compagnie con 100 vetture e forte di 300 uomini. Mantenuto a metà dell’organico, venne completato solo con la leva del 1810 e nel 1811 venne riformato sul modello francese su sei compagnie (la cui forza passava da 78 a 129) ed un totale di 780 uomini. Nella preparazione delle armate alla prossima campagna di Russia, l’Imperatore ordinò la formazione di un 2° Battaglione trasporti da formarsi entro il marzo del 1812 e da costituirsi con carri a traino bovino (il primo era a traino equino), organizzato a Verona su sei compagnie (da 78 uomini) e forte in totale di 480 uomini. Entrambi completamente distrutti in Russia, venne riattivato in data 15 dicembre 1812 a Lodi il 1° Battaglione, che raggiunse nell’ottobre del 1813 la forza di 730 uomini con più di 300 vetture.

Il Ministero della Guerra italiano si dotò, in base alla necessità di rispondere alle richieste francesi di una descrizione topografica del territorio italiano, di un apposito corpo topografico o

97 Cfr. Pigni, op. cit. , pp. 144-147 98 Cfr. Calabresi, op. cit. , pp. 12-13 99 Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit., pp. 179-182 100 Per l’armata francese erano già stati creati con decreto del 6 aprile del 1807. Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pag. 179

di ingegneri topografi. Istituito con decreto 7 settembre 1802101, il Corpo si costituiva in una Direzione, due sezioni ed un deposito topografico, per un totale di 22 ufficiali e 10 impiegati. L’ammissione di questi primi ufficiali avvenne su un esame delle principali materie scientifiche e militari concernenti l’ufficio, mentre successivamente ci si rivolse ai diplomati della Scuola di Modena (presumibilmente dall’aliquota del Genio). Anche il Corpo topografico, come quello del Genio, subì nel 1806 la perdita degli ufficiali napoletani, sostituendoli con laureati civili dell’Università di Pavia.

Nell’ottobre del 1804 i topografi furono dichiarati a tutti gli effetti corpo ufficiali dell’esercito e militarizzati anche se tenuti distinti dal corpo del Genio, a causa di una polemica interna tutta particolare, imperniata sulla sottile differenza tra arte tecnica e meccanica, tra arte militare e scientifica. Nonostante la guerra interna al Ministero, che vide il Corpo del Genio tentare di tenere in subordine i topografi, il 23 agosto 1810 fu definito “Corpo Reale degli Ingegneri Topografi”102 e sancendone un anno dopo la completa indipendenza dal Genio. Alla caduta del Regno, il Corpo fu mantenuto in vita dagli Austriaci come Imperial Regio Istituto Geografico Militare, arrivando a pubblicare nel 1833 la carta topografica del Regno lombardo-veneto. Il decreto del 23 luglio 1804103 sancì la creazione del Battaglione Invalidi e Veterani, nato dal primo deposito formato nel 1800 e dal Corpo Invalidi e Veterani sancito nel 1802. Il Battaglione riuniva gli ex-militari ormai inabili al servizio attivo per menomazioni di guerra o per età. Il battaglione fu organizzato su sei compagnie per un totale di 460 uomini. Requisiti per l’ammissione era 24 (!) anni di servizio attivo sotto le armi (ovviamente indipendentemente sotto quale bandiera) oppure l’essere inabili al servizio per ferite o infermità contratte sotto le armi. Inizialmente con un organico troppo ristretto per ricevere totalmente le quattro compagnie veterani e tre di invalidi del Corpo del 1802 (di cui una veterani ed una invalidi polacchi), ammise gli esclusi dalla prima formazione, segnati “al seguito”, inserendoli man mano che si presentavano vacanze nei posti. Il 23 ottobre del 1807 il battaglione fu portato a otto compagnie, di cui una di invalidi, e nell’ottobre 1808 la forza del battaglione superò i mille uomini. Infine con decreto del 1811 venne creato il Reggimento Invalidi e Veterani104, derivante dall’unificazione del Battaglione sopradescritto e del Battaglione invalidi e veterani di Marina, fondato nel 1807. Il Reggimento era formato da un primo battaglione di quattro compagnie di

101 Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pag. 410 102 Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pag. 413 103 Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pp. 351-353 104 Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pag. 354

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