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Moris e la fotografia aerea

MORIS E LA FOTOGRAFIA AEREA

Nel 1895 il Capitano Moris fu distolto temporaneamente dalle sue cure per l'aerotecnica e fu incaricato di organizzare il servizio fotografico per il campo di battaglia; ma la sua passione per l'aeronautica lo portò a studiare anche la fotografia aerea dal pallone e la fotogrammetria.

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Il servizio fotografico dell'esercito nacque ufficialmente il 26 gennaio 1896, quando il Ministro Mocenni firmò il decreto ministeriale n. 24 con il quale fu approvata la costituzione di una Sezione Fotografica nell'ambito della Brigata Mista Specialisti del 3° Reggimento Genio; la cerimonia istitutiva fu tenuta a battesimo dal Capitano Maurizio Mario Moris il 1° aprile 1896.

La sede della sezione venne fissata nella villa Mellini ubicata sulla cima di Monte Mario; detta villa, ora sede dell'osservatorio astronomico di Roma, nel punto in cui passa il meridiano di Roma, è posta sullo sperone che guarda a mezzogiorno e consente una veduta panoramica della città. Essa è circondata da cipressi secolari, depositari di storie illustri; Goethe era solito spingersi fino ad essi ed a fermarsi per meditare; egli scrisse: "Il cipresso, l'albero più degno di rispetto, quando sia vecchio e prosperoso, dà molto da riflettere".

Anche Stendhal si spinse spesso fino allo sperone e si fermò a contemplare la città eterna.

Ora villa Mellini è interdetta al pubblico; solo il "meridiano di Roma" passa liberamente davanti alla sua porta.

Sarebbe stato più ragionevole fare sorgere il nuovo servizio fotografico militare a Firenze, presso l'Istituto Geografico Militare, ove erano già state fatte esperienze fotografiche. Fu il Capitano Maurizio Mario Moris, pioniere dell'aeronautica, a propugnare ed a volere la costituzione di una struttura organica capace di accentrare, studiare e coordinare tutta l'attività fotografica militare; scegliendo Roma come sede, si sarebbe potuto sviluppare la fotografia dal pallone presso la Sezione Aerostatica.

Il Ministero della Guerra aveva assegnato a Moris nel 1895 l'incarico di studiare la formazione di un reparto fotografico e da detto studio derivò la costituzione della Sezione Fotografica posta alle sue dipendenze.

Egli scelse, nell'ambito della Brigata Mista Specialisti, gli ufficiali che già avevano dimostrato passione per la fotografia: il tenente Cesare Tardivo ed il tenente Malingher, i sottotenenti Lettere Sullam, il tecnico più qualificato, Luigi Moretti ed alcuni genieri con precedenti professionali o amatoriali.

L'organico della Sezione Fotografica non ci è noto; la prima "Istruzione sul Servizio Fotografico" del 1902 indica solo l'esistenza per ogni parco aerostatico di un ufficiale e due genieri fotografi ed un carro laboratorio.

La prima attività della Sezione Fotografica fu rivolta alla fotografia aerea dall'alto di un aerostato.

I problemi che si presentavano non erano di facile soluzione; si trattava di fotografare prospetticamente il campo di battaglia da una distanza di circa 4 o 5 chilometri, cioè fuori del tiro dell'artiglieria nemica; l'aerostato continuava ad oscillare ed a ruotare, la navicella subiva trepidazioni, le condizioni di luce non erano sempre le più favorevoli.

Moris e compagni si avvalsero delle esperienze già fatte in passato da alcuni sperimentatori militari; nel 1847 il generale Ignazio Porro aveva iniziato l'applicazione della fotografia alla geodesia, cioè allo studio del terreno; egli stesso nel 1855 aveva realizzato un apparecchio fotografico panoramico.

Successivamente il capitano Perrucchetti fece ampio uso della fotografia nel corso di ricognizioni sulle Alpi effettuate fra il 1871 e il 1875.

In quest'ultimo anno il tenente Michele Manzi eseguì il rilevamento del Gran Sasso corredandolo di numerose fotografie; purtroppo una commissione militare troppo esigente nell'anno successivo giudicò quelle fotografie insoddisfacenti per scopi topografici.

Nel 1878 il colonneJlo Annibale Ferrero fu nominato capo della Divisione Geodetica dell'Istituto Geografico militare; egli riprese in considerazione le esperienze del tenente Manzi e diede incarico all'ingegnere Pio Paganini di studiare un metodo per ottenere levate topografiche direttamente da fotografie panoramiche; usando un procedimento fotografico nuovo, quello al collodio secco, Paganini riuscì a costruire il primo apparato fotogrammetrico di successo.

In tempi successivi la sua invenzione fu migliorata con l'adozione di emulsioni sensibili al bromuro di argento.

Roma, anno 1908 Pallone per il rilevamento fotografico del Tevere.

Il Ministero della Guerra non restò insensibile di fronte alle innovazioni del Paganini e nel 1863 autorizzò l'acquisto in Inghilterra di una macchina Dall Mayer a lastre ed inviò alcuni ufficiali a studiare i metodi della foto-zincografia presso il Survey Office.

Nel 1872 l'ufficio tecnico del Comitato del Genio Militare diede origine all'Istituto Geografico Militare.

Anche in ambiente civile la fotografia aveva avuto una notevole diffusione; già nel 1849 Salvatore Lecchi documentò fotograficamente i luoghi in cui si erano svolti i combattimenti per la Repubblica Romana; Luigi Sacchi nel 1859 realizzò immagini fotografiche della seconda guerra di indipendenza.

L'assedio di Gaeta fu documentato fotograficamente da Gustavo Reiger e da Giorgio Sommer; Antonio D' Alessandri fotografò gli aspetti più interessanti di Mentana e Monterotondo; Ludovico Tuminelli, Gioachino Altobelli ed Achille Corelli lasciarono fotografie storiche di Porta Pia e della presa di Roma.

Nel 1889 il colonnello Giuseppe Pizzighelli fondò la Società Fotografica Italiana e diede inizio alla pubblicazione del "Bullettino della Società Fotografica", rivista prestigiosa, apprezzata anche all'estero.

Durante la campagna d'Africa (1885-1896) i maggiori giornali italiani, non potendo inviare i propri corrispondenti per ristrettezze finanziarie, fecero dono di una macchina fotografica ad alcuni ufficiali in partenza per l'Africa con il presupposto che gli stessi avrebbero inviato le fotografie da loro scattate ai giornali; si trattò dei primi corrispondenti di guerra che si muovevano unitamente alle truppe e che fornivano immagini immediate degli eventi del campo di battaglia.

I successi fotografici ottenuti in detta campagna costituirono l'in, centivo per costituire nel 1896 la Sezione Fotografica nell'ambito della Brigata Mista del Genio.

Da quel momento in poi ebbero notevole impulso sia l'aerofotografia dal pallone e la fotogrammetria, sia la telefotografia da terra e da bordo delle navi, sia la fotografia da campo, la microfotografia, la fitoglittografia e la fotografia scientifica.

La visione dall'alto accentuò soprattutto l'impiego della fotografia applicata alla topografia ed all'osservazione del campo di battaglia; in particolare le fotografie panoramiche erano utilizzate per la topografia e quelle prospettiche per l'osservazione; l'aerofotografia generava così la aero-fotogrammetria.

Il servizio fotografico studiò un apparecchio fotografico specifico per le necessità della Sezione, ma esso risultò di scarsa funzionalità pratica.

Un evento di rilevanza storica fu l'incontro avvenuto nell'anno 1899 fra il capitano Maurizio Mario Moris ed il S. Tenente del Genio Gaetano Arturo Croceo; da questo incontro ebbero beneficio sia la fotografia aerea e sia l'aerotecnica.

In quell'anno il capitano Moris si era recato sulla cima del monte Chaberton, sul confine italo-francese, per eseguire telefotografie di montagna; in quel periodo erano in corso lavori di fortificazione della cima dello Chaberton ed il sottotenente Croceo, del Genio Minatori, appena uscito dall'accademia militare di Torino, era stato inviato colà per eseguire lavori in galleria. Croceo era un appassionato di aeronautica; fin dal periodo del!' Accademia si era interessato delle leggi del volo ed aveva progettato una turbina.

Moris, dopo i primi colloqui, apprezzò immediatamente le qualità di ingegno e la passione aeronautica di Croceo e lo fece trasferire immediatamente alla Sezione Fotografica di villa Mellini a Monte Mario.

Nell'estate 1901 il tenente Croceo fu inviato in Tunisia, a Biserta, per svolgervi una missione di telefotografia da mare, con l'impiego di una macchina fotografica "a lenta oscillazione".

La macchina con teleobiettivo, inventata da Tardivo, funzionava egregiamente e ci era invidiata da molti tecnici militari stranieri; non altrettanto si verificava per la macchina per fotografie aeree, inventata dai tecnici della Sezione.

Fu il tenente Croceo a sbloccare la situazione; egli progettò e costruì una macchina aero-fotografica a sei lastr,e, manovrabile elettricamente da terra, capace di scattare più fotogrammi nel corso di una sola ascensione di piccoli palloni frenati manovrati da terra.

L'ultimo impegno fotografico di Croceo presso la Sezione Fotografica avvenne nel 1903 nel corso di una missione a La Spezia per eseguire una serie di "telefotografie da mare".

Croceo aveva una passione più grande, l'aerotecnica, e Moris, pur interessandosi di fotografia, era sempre appassionato di aeronautica.

Moris era del parere che l'unione fa la forza; egli pertanto, durante la sua vita, non perse mai l'occasione per creare sodalizi aventi per scopo la diffusione della passione aeronautica.

Roma, anno 1905 Mag. Maurizio Mario Moris comandante la Brigata Specialisti del Genio

Il primo sodalizio aeronautico sorse a Roma nel 1903; la prima adunanza dei promotori ebbe luogo il 30 settembre e produsse una circolare d'invito a fare parte dell'associazione.

Il comitato promotore si componeva di: Comm. Prof. Pietro Blaserna, senatore del Regno; tenente colonnello Mario Borgatti, già comandante della Brigata Mista del Genio; maggiore Maurizio Mario Moris, già comandante della } il compagnia specialisti del genio; Prof. Luigi Palazzo, direttore del R. Istituto e del R. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica; tenente Ottavio Ricaldoni della Brigata Specialisti; tenente Ettore Cianetti della Brigata Specialisti ed altri professori universitari.

Fra tutti gli iscritti l'unico ad avere il brevetto di pilota di sferico era il maggiore Moris che con Dal Fabbro e Fucci aveva costruito un pallone e volando con lo stesso si era brevettato.

L'associazione prese il nome di "Società Aeronautica Italiana"; essa ottenne l'alto patronato di S.M. il Re; la presidenza onoraria fu accettata da S.A.R. il Duca degli Abruzzi.

Il presidente effettivo fu il dott. Filippo de Filippi a cui successe il principe Scipione Borghese nel 1908; il primo segretario fÙ il prof. Luigi Palazzo.

L'Associazione iniziò subito un ciclo di conferenze di propaganda e di divulgazione; ad una di queste conferenze, tenuta dal tenente Croceo il 12 giugno 1904, partecipò S.M. il Re.

Il primo aerostato di proprietà della Società, il "Fidest", volò il 14 giugno 1904 alla presenza di S.M. la Regina Margherita.

La festa inaugurale della sezione torinese ebbe luogo il 5 giugno 1905 con la prima ascensione del pallone "Spes"; la bandiera per il pallone fu offerta dalla signora Dina Moris, nipote di Maurizio Mario Moris e moglie di Alfonso Moris.

Nel 1904 il Capitano Moris, in promozione al grado di maggiore, assunse il comando della Brigata Specialisti del Genio ed iniziò a preoccuparsi prioritariamente dello sviluppo dell'aeronautica; egli però continuò ad interessarsi anche della fotografia aerea cui dedicò ancora parte del suo tempo.

Fu merito suo e dei suoi collaboratori se al Congresso Internazionale di fotografia di Bruxelles i rappresentanti italiani poterono conseguire un vero successo esibendo i rilievi fotografici effettuati dal servizio del genio.

Fin dai primi giorni della campagna di Libia, il Comandante della flottiglia di Tripoli ritenne interessante documentare le ricognizioni aeree servendosi della fotografia. L'l 1 novembre 1911 infatti aveva chiesto al reparto aviazione del Battaglione specialisti di Roma di inviargli urgentemente una macchina. Bébé Zeiss che si riteneva adatta all'impiego in volo.

Poiché la macchina tardava ad arrivare, il Capitano Piazza chiese in prestito una macchina alla sezione fotografica del genio di Tripoli.

La prima missione di guerra aerofotografica dall'aeroplano fu eseguita il 24 gennaio 1912 dal capitano Piazza che fotografò gli accampamenti nemici di Suani Beni Aden.

In effetti la prima applicazione della fotografia in guerra a livello mondiale fu quella avvenuta in Crimea nel 1856 da parte del genio inglese; ma un impiego più estensivo si ebbe durante la guerra di secessione americana (1861-1865).

In Italia la prima fotografia aerea per scopi bellici fu quella di Piazza; da sedici anni era stata costituita la Sezione Fotografica del Genio da parte del Capitano M.M. Moris.

Al primo Congresso Internazionale di Fotogrammetria, tenuto a Vienna nel 1913, Moris ed i suoi discepoli si affermeranno tanto clamorosamente da essere applauditi in piena assemblea e da meritare il riconoscimento di precursori di tutte le apparecchiature della fotografia panoramica da mezzi aerei.

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